vedo con piacere che il forum è molto cresciuto rispetto ad un anno fa


Ieri sera, leggendo una rivista, mi sono imbattutto su una lettera scritta allo psicologo.
colui che ha scritto la lettera è un giovane di 27 anni che si lamentava del fatto che, dopo che il suo miglior amico (e unico) amico si è fidanzato, il loro rapporto è cambiato e si ritrova spesso solo e senza persone con cui uscire. Inolte afferma di provare una certa tristezza per il fatto che il loro rapporto sia cambiato e un sentimento di "gelosia"
??? non è di questo ultimo aspetto che voglio parlare ma della risposta datagli dallo psicologo in riferimento alla solitudine, una risposta che non condivido e che mi ha creato una certa rabbia e amarezza:
* "eppure nel suo caso, il vero problema è la solitudine.
Perchè non ha altri amici? in una comunità come la nostra, è molto triste constatare che un ragazzo ha solo un amico e che non ha persone vicino a sè con cui parlare, confidarsi e aprirsi...
"
premetto di avere una situazione simile a questo ragazzo, anch'io lotto con questa solitudine e ho pochi amici (i quali, conosciuti in internet, vivono relativamente lontani e ci frequentiamo, mediamente, 1 volta ogni 40-50giorni) e alcuni " conoscenti" con cui esco qualche volta(e solo qualche volta!) qui (ma solo perchè sono amici di mia cugina e mia sorella, con me non sono amici o meglio ho solo un rapporto superficiale anche per via di incompatibilità di carattere e anche perchè questi qui sono piu che altro coppie...)
tralasciando la mia situazione personale, io credo che la risposta dello psicologo sia perlopiù fuori luogo e molto fastidiosa e irrispettosa verso noi "anormali" che per vari motivi ( per mancanza di amicizie solide e durature dai tempi delle scuole, per introversione, perchè gli amici si sono allontanati da noi a causa del loro fidanzamento o di una loro nuova vita, ecc ecc...) ci ritroviamo in una condizione di solitudine
la sola domanda "perchè non ha amici?" ci farebbe sentire una mxxxa, insomma in colpa! (sta di fatto che non è sempre una colpa...) e l'espressione
"in una comunità come la nostra, è molto triste constatare che un ragazzo ha solo un amico e che non ha persone vicino a sè con cui parlare, confidarsi e aprirsi..." è totalmente disarmante; qui il tono dello psicologo è quasi di "stupore" (è come se gli rispondesse "ma guardi che lei è anormale!!) e, diciamolo anche, senza un minimo di comprensione
forse, secondo lui, è cosi facile fare amicizia "in una comunità come la nostra", ma come si sa, e come dovrebbe sapere anche lui, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
non è tutto cosi automatico, e, come ho descritto sopra, sono tanti i motivi per cui una persona si ritrova sola e fare nuove amicizie non è facilissimo anzi molto spesso non vieni ricambiato oppure non riesci a prendere confidenza e aprirsi oppure semplicemente non si trova nessuno o non si trovano le persone giuste (anche per via della sfiga o perchè si abita in provincia e in piccoli paesi ecc...)
e poi molto spesso uno non ne ha colpa di questa situazione!
voi cosa ne pensate di questa risposta? anche a voi darebbe fastidio se vi rispondessero in quel modo??