Il secondo libro che sto leggendo è “Cultura e realtà” di Edoardo Sanguineti (Feltrinelli ediz., 2010). E’ una raccolta di interventi critici di Sanguineti (tratti per la maggior parte da Atti di convegni che ne hanno visto la partecipazione, da saggi introduttivi curati dallo stesso e da riviste e pubblicazioni varie). E’ un libro caratterizzato a livello contenutistico dalla grande varietà dei campi disciplinari e artistici presi in considerazione e a livello stilistico da una scrittura raffinata, dotta, molto ricercata (a volte ai limiti del labirintico, ma comunque sempre intellegibile). Il libro è composto sostanzialmente da tre parti. La prima è dedicata alla letteratura (non mancano tuttavia incursioni in territori culturali differenti come quelli dell’antropologia). Ne riporto qui di seguito alcuni titoli dei paragrafi costitutivi:
“Tradurre Seneca tragico”;
“Il Satyricon di Petronio”;
“L’opera di Francesco Petrarca”;
“Invito a Leopardi”;
“Carducci giacobino”;
“O come? O come? I racconti milanesi di Verga”;
“I Canti Pisani”;
“Testimonianza su Eliot e Pound”;
“Antropologia e materialismo storico” (si parla qui di Vittorio Lanternari. A Lanternari, etnologo vicino alla Scuola Romana di Storia delle religioni, Sanguineti dedica anche un altro paragrafo della raccolta in questione).
Per quanto concerne la seconda parte, essa è dedicata alle “Arti” (arti figurative e cinema). Anche in questo caso possiamo menzionarne alcuni paragrafi:
“A proposito di Piranesi”;
“Fautrier all’Apollinaire”;
“Hans Richter a Torino”;
“Rotorilievi” (Marcel Duchamp e il cinema);
“Secondo Futurismo torinese”;
“Intervento per Burri”;
“Carol, o del bricolage” (Carol Rama);
“Carol, o del feticismo”;
“Antonio Bueno” (Sanguineti dedica a Bueno anche altri due paragrafi);
“Situazione di Baj” e “L’expression di Baj” (Enrico Baj);
“Yves Klein”.
Infine, il libro si chiude con la parte dedicata a “Musica, Teatro e Spettacoli”:
“In margine a ‘Dom Juan’ ”;
“La maschera e la fiaba” (‘L’amore delle tre melarance’ di Carlo
Gozzi);
“Tristano, o della fine di un mondo”;
“Il vaudeville tragico”;
“I segreti della giara”;
“Il gesto verbale di Petrolini”;
“Note alle note a ‘Mahagonny’ ” (‘Ascesa e caduta della città di Mahagonny’);
ecc.
In definitiva, come si può intuire, c’è tanta carne al fuoco (senza contare i paragrafi che per motivi di spazio ho ritenuto opportuno non considerare) nel libro di questo poliedrico intellettuale genovese
