Etere ha scritto:[...]
l'upupa era considerata un uccello del malaugurio (per via del suo canto lamentoso)
A proposito di uccelli del malaugurio, mi è venuto in mente

un altro uccello che nelle credenze popolari era considerato latore di sventure. Lo nomina T.S. Eliot in una delle sue poesie minori, "Cape Ann":
Oh svelto svelto svelto, ascolta svelto il passero canoro,
il passero di palude, il passero astuto, il passero
vespertino,
nell’alba e nel crepuscolo. Segui la danza
del cardellino d’oro a mezzogiorno. Lascia la scelta
al pettirosso gorgheggiatore, allo scontroso. Saluta
con stridulo fischio la nota della quaglia, il piccolo fagiano
che saltella sui cespi d’alloro. Segui il piede
del tordo d’acqua, camminatore. Il volo segui
della freccia danzante, purpureo martin pescatore. Saluta
in silenzio il caprimulgo. Piacevoli tutti. E’ dolce
dolce dolce
ma lascia questa terra alla fine, abbandonala
al vero proprietario, all’ostinato, al gabbiano.
La discussione è finita.
("T.S. Eliot, Poesie", Bompiani editore, pagg.389-391).
Il caprimulgo

. La critica letteraria è purtroppo avara di commenti riguardo a questa poesia (e in particolare sul caprimulgo eliotiano non ho trovato praticamente nulla). Non penso (è una mia supposizione) che Eliot abbia voluto nominare qui il caprimulgo nella sua veste (solita) di uccello del malaugurio (la sua presenza non sarebbe dunque "simbolicamente" immediatamente precedente alla morte, all'abbandono della terra) dato che il poeta descrive gli uccelli elencati come "Piacevoli tutti". Penso che si tratti piuttosto di una scelta legata ad una questione di semplice opportunità "temporale". E' verosimile infatti che Eliot abbia voluto rappresentare il ciclo vitale dell'uomo (dal punto di vista ontologico) servendosi in chiave poetica di alcuni uccelli: la giornata (simbolo del ciclo) inizia con il canto del passero ("nell’alba", anche se il passero è al tempo stesso, non casualmente credo, definito "vespertino"), prosegue con la danza del cardellino "a mezzogiorno" e si approssima alla fine con il caprimulgo. Probabilmente Eliot colloca strategicamente il caprimulgo alla fine della poesia (poco prima del gabbiano) perché il succiacapre ha l'abitudine di cacciare soprattutto al crepuscolo.
Una considerazioni finale: l'uccello in questione è presente anche nella Bibbia (Isaia 34:14
Le bestie del deserto vi incontreranno i cani selvatici, le capre selvatiche vi chiameranno le compagne; là Lilit farà la sua abitazione, e vi troverà il suo luogo di riposo. Lilith è traducibile anche come "caprimulgo") e in H.P.Lovecraft.