@Irene ha scritto:[...]
Taggo te Arietina, ma rispondo sia a te che a Tropisnow (cercate di capirmi...sono pigra anche in questo xD)...ho precisato nel mio precedente intervento che non è una giustificazione la mia, e sia chiaro, Schettino non è un eroe, gli eroi, in quella tragedia, sono stati ben altri! L'abbandono della nave, come tutti sappiamo, è ciò che di più imperdonabile si possa fare, in una situazione del genere...io per prima sono d'accordo che il comandante paghi per questo! Così come dovrà rispondere del perchè non ha evitato uno scoglio chiaramente segnalato su tutte le cartine, e soprattutto del perchè ha mentito dicendo che invece non lo era

il mio discorso non era tanto da considerarsi sul "comandante Schettino", quanto sull'uomo Schettino...il codice della navigazione detta regole ferree, questo lo sappiamo tutti, e se decidi di andare per mare devi sapere a cosa vai incontro (so che ti preparano attraverso test psicologici molto duri) e devi essere capace e responsabile..ma di fronte alla paura di un uomo, o alla codardia di un uomo se preferite (e badate che sto parlando di uomo, non di comandante), non riesco a non provare pena. Potrò anche aver appena detto una ba******ta, sicuramente è così, ma è quello che penso.
rispetto la tua opinione e ho capito cosa intendi dire, ma voglio spiegare a te e a tutti gli altri perchè, invece, io per quell'uomo non provo pena.
ci sono lavori e situazioni in cui la codardia - o il panico, se preferiamo - non è ammissibile, e la persona che decide di svolgere certe professioni lo sa bene, e si assume tutto ciò che ne deriva.
per es. non è concepibile nè perdonabile che un chirurgo, di fronte a un imprevisto in sala operatoria, scappi in preda al panico abbandonando il paziente col torace aperto sul lettino operatorio. allo stesso modo non è perdonabile la fuga da parte di un comandante della nave.
o meglio: io posso anche capire che sul momento, rendendosi conto di aver praticamente affondato una nave come la Concordia, una persona (incluso il comandante) possa essere preso dal panico e pensare di fuggire per mettersi in salvo. nell'immediato ci sta anche, perchè - come giustamente ci ricordi - alla fine è un uomo.
ma è una reazione che ci sta giusto nell'immediato. quello che condanno è il non ritornare sui propri passi, nemmeno a fronte dei richiami e degli ordini della guardia costiera, neppure quando ormai si era certi che la nave fosse spiaggiata e, almeno per il momento, "ferma". quello che non concepisco è il continuare a dire, nonostante tutto questo, che lui i soccorsi poteva coordinarli anche da terra (secondo quanto dice la protezione civile) o da un mezzo di soccorso (secondo quello che mi sembra di ricordare dalla telefonata con De Falco).
ecco, quello che vedo io non è un uomo in preda al panico, ma un uomo ben lucido, che fino all'ultimo ha voluto, HA SCELTO di abbandonare i passeggeri.
ecco perchè non provo pena per lui....