Etere ha scritto:[...]
oggi ne ho comprati due: "L'irritante questione delle camere a gas. Logica del negazionismo" della semiologa V. Pisanty e "I fiori blu" di Queneau (tradotto da Calvino)
Ho letto metà delle pagine del libro della Pisanty (i primi capitoli dedicati a pionieri del negazionismo quali Bardèche, Rassinier e Faurisson, i capitoli seguenti riguardanti i diari di Anne Frank, Johann Paul Kremer medico SS ad Auschwitz dall’agosto al novembre del 1932, il rapporto Kurt Gerstein, la critica di Carlo Mattogno) trovandole molto interessanti, utili ad approfondire la conoscenza di un argomento che in particolare qualche anno addietro è stato oggetto di accesi dibattiti. Per la cronaca, la metà delle pagini rimanenti del lavoro di Pisanty tratta delle memorie di Rudolf Hoss (comandante ad Auschwitz), delle testimonianze dei deportati, delle strategie discorsive dei negazionisti.
“I fiori blu” di R. Queneau è invece un libro deludente: dopo le prime brillanti 50 pagine si appiattisce inesorabilmente non mantenendo le promesse. Privo di idee (a parte, forse, la trovata finale delle grotte preistoriche simil Lascaux e dei “preadamiti”
) e ripetitivo, non merita secondo me le ottime recensioni presenti in giro per la rete (“I fiori blu”, insieme a “Esercizi di stile”, è considerato il miglior lavoro di Queneau). “I fiori blu” ricorda, per quanto riguarda lo stile narrativo, “Gargantua e Pantagruel” anche se è decisamente meno sguaiato del capolavoro rabelaisiano. Concludendo, non mi sento di consigliarlo.