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da Laura » 19/04/2005, 15:31
Il silenzio e la parola.....
Questi due vocaboli e realtà dell'uomo possono sembrare antitetici e, in effetti, è apparentemente così, perché chi fa silenzio non parla e, chi parla, non tace. l'uno illumina e dà senso all'altra. Dal punto di vista di un atteggiamento interiore, profondo, essi sono - allora - complementari.
Mentre è più facile pensare al concetto di parola e affiancarla, con naturalezza, all'idea di relazione, rimane più difficile concepire il silenzio come uno strumento che conduca o faciliti un rapporto interpersonale.
La domanda è: può il silenzio creare, stabilire, un rapporto, una relazione? Se, come molti sperimentano, talvolta anche una sola parola può addirittura mettere fine ad un rapporto d'amore, d'amicizia, ecc…posso pensare che anche il silenzio possa servire a creare e mantenere un vero rapporto interpersonale. D'altronde, come forse tutti ne abbiamo l'esperienza, davanti a grandi drammi o a sofferenze si preferisce non parlare o parlare tacendo. Il silenzio, in questo caso, diviene presenza espressiva e affettuosa.
Esiste, dunque, un silenzio che chiameremo "loquace" e una parola "silente". Cioè un silenzio che parla, capace di dire qualcosa e una parola muta, che non dice nulla a chi ascolta. Un testo di psicologia afferma che "noi siamo quello che diciamo", ma parimenti siamo anche "quello che viviamo", che "facciamo", senza bisogno di tante parole. Dire o fare? Si può dire e fare, ma si può anche fare senza dire nulla, è possibile "costruire" in silenzio e "demolire" parlando. E' la nostra vita che deve parlare a noi stessi e agli altri. Talvolta il nostro silenzio si rivela costruttivo, fattivo e loquace più di mille parole.
A volte ci sono silenzi che sono parole e parole che sono silenzio. Capita, a volte, di dire tante parole, ma non ciò che dobbiamo dire e, quindi, si parla, ma è come se si tacesse. Ci sono, invece, silenzi carichi di parole.
Un silenzio può essere una risposta - naturalmente da interpretare - ma pur sempre espressione di qualcosa che si vuole dire, comunicare all'altro. Tacendo, a volte, si evita di dire ciò che è meglio omettere e quindi, in realtà, si comunica, seppur con una "assenza" di parole.
C'è il silenzio di ascolto che è quello che ci permette di ascoltare l'altro fino in fondo per capire cosa vuole dire e accogliere il messaggio che ci sta trasmettendo. Permette all'altro di esprimere completamente se stesso e il suo pensiero, quando non viene interrotto nel suo parlare.
Il silenzio reciproco è quello di chi si comprende senza bisogno di troppe parole e avviene quando c'è una conoscenza e comunione profonda fra le due persone che comunicano.
· quello che volutamente tace tutto ciò che può nuocere all'altra persona,.
·Il silenzio di indifferenza è quello in cui non si vuole comunicare all'altro, non interessa ciò che l'altro ci dice..e cosi via.