Malconcio ha scritto:[...]
Il risultato, uno sfacelo...
Il rapporto si incrinò ancora di più, nel mio cuore però continuavo ad amarla e avrei fatto di tutto per tenerla con me a tal punto che le feci un proposta. Le scrissi una lettera,(pensate che pazzo) con lei presente, in cui, purchè restasse in famiglia, la esoneravo da qualsiasi legame matrimoniale, praticamente la rendevo o meglio ci rendevamo liberi da ogni obbligo verso il partner, sesso compreso. Si mise la lettera in tasca è accettò le condizioni. Le sue uscite serali continuarono, o per il cinema con le amiche o a qualche spettacolo ma ogni volta che lei usciva alla sera, io morivo dentro, mentre quando rientrava io volavo! Naturalmente cercai di uscire anch'io, anche per non continuare a sclerare al pensiero che fosse con qualcun'altro, infatti in quei brutti momenti ero diventato possessivo e se capitava di fare all'amore mi dimostravo brutale nei suoi confronti, volevo punirla. Mi accorgevo di sbagliare, ma in me prevaleva l'istinto bestiale primordiale di farla star male. Col passare dei mesi e degli anni le cose si affievolirono ed il nostro rapporto sembrava più da fratelli che da coniugi.
Alla sera eravamo uno per stanza, non uscivamo quasi mai assieme, mi comprai una moto ed iniziai a girare da solo. Ci stavamo staccando ed io non riuscivo a tirarmi fuori da quel vortice che mi portava a perderla. Forse però c'era anche la sicurezza, da parte mia che non sarebbe più accaduto nulla al di fuori del nostro matrimonio. Questo è stato il mio ultimo e definitivo errore. Sapevo che dovevo ravvivare la fiamma del nostro rapporto, scaldare il nostro amore, ne ero conscio ma nello stesso tempo, per un strano senso di autodistruzione, lasciai che le cose andassero scemando. Per lei fu lo stesso. Poi ecco che accade qualcosa, pochi mesi fa decise di iscriversi in palestra con alcune amiche/colleghe, tutte separate, dieta ferrea e nuovamente biancheria intima a iosa.
Le antenne mi si rizzarono immediatamente, mi stavo destando da quel torpore quotidiano, da quel letargo invernale durato anni. All'inizio pensai lo facesse per stimolarmi, poi invece iniziò a farmi discorsi del tipo: desidero essere libera, voglio uscire la sera con le mie amiche, questo non è più un rapporto, sai che non ti ho mai amato veramente ecc.!
Rieccoci pensai, così iniziai a porle delle domande che inevitabilmente portavano alla richiesta di una conferma sulla presenza di una eventuale terza persona. Mi assicurò, parlo di pochi giorni fa, che non c'era assolutamente nessuno ma che aveva l'esigenza di evadere. Bene le dissi se questo serve a farti stare bene, ok fallo pure. Ecco però riapparire i fantasmi del passato. Quando usciva alla sera, mi ritornava quel senso di angoscia che pensavo aver dimenticato definitivamente. Non riuscivo mai a dormire prima che rientrasse e quando lo faceva guardavo l'ora. Un volta all' una, un'altra alle due, una volta alle tre ma per un oscuro motivo il giorno seguente, facendole credere che dormivo ogni volta, alla mia richiesta il suo orario di rientro era decisamente diverso da quello reale. Cominciò a spazientirsi, mi disse che non poteva più andar avanti così e che voleva la separazione. Partì per trovare subito un legale ma riuscii a convincerla a recarsi assieme a me in un consultorio famigliare, a chiedere consiglio a loro oppure un semplice aiuto. Ci presentammo e sinceramente fu alquanto imbarazzante dover raccontare le nostre cose ad un'estranea, ciò che mi fece star male è che lei ribadì l'intenzione nel volersi separare da me mentre io dissi assolutamente di no, come negò di avere un'altra persona! Ci dettero un'altro appuntamento! Intanto arriviamo al giorno dedicato alla festa della donna, naturalmente aveva organizzato di uscire per recarsi in disco.
Rientrò dopo mezzanotte ma al mattino successivo mi chiese e parliamo del 20 di marzo, se poteva uscire anche quella sera con una sua amica che non incontrava da anni per andare a prendere una pizza assieme. Io e le figlie la guardammo ma che potevo fare, le dissi vai se ci tieni.
Intanto, nel pomeriggio mentre lei non c'era adavo a prenderle delle orchidee perchè il 21 di marzo era il nostro anniversario di matrimonio con l'intento di fargliele trovare accanto al letto al suo rientro a casa. Poichè quella sera stava piovendo e sapendo che ne lei ne la sua amica avevano l'automobile le inviai un sms, alle venti per la precisione, chiedendole se desiderasse che le andassi in contro. Non ebbi alcuna risposta. Non provai più a chiamarla ma all'una di notte sapendo che l'ultimo autobus era già passato, mi vestii e le andai incontro a piedi. L' aspettai mezz'ora al freddo all'inizio della via, quando ad un tratto ecco arrivare uno di quei bei Suv della Mercedes con lei seduta al fianco del guidatore girare per la via parallela alla nostra. Aspettai cinque minuti e da lontano anche se al buio la vidi scendere dopo aver baciato il tipo, aprire il cancello ed entrare in casa. Dopo due minuti rientrai pure io, lei non si era accorta subito della mia assenza, aveva, infatti, già chiuso a chiave la porta e messo l'allarme e accortasi delle mie orchidee aveva pensato bene di metterle per terra in un angolo della camera. Quando mi senti arrivare, ci rimase un pò. Le chiesi, allora, chi fosse quel tipo e a quel punto trovò una serie di scuse che apparvero subito ridicole. La minacciai di mandarla vi di casa, non riuscimmo a trattenerci nel litigare e finimmo col svegliare le figlie. Praticamente passammo la notte in bianco ma il giorno dopo evitammo di parlarne. Al pomeriggio ci aspettava il consultorio famigliare. Non volevo andarci, devo essere sincero, poi però la accompagnai ed entrai pure io. Ci furono altre domande ma quando tocco a lei a spiegare il motivo delle sue uscite non fece trapelare nulla su quella sera che la vidi con un'altro e quando lo feci presente sapete cosa fece, ebbe il coraggio di tirar fuori quella famosa lettera che le scrissi ben otto anni prima e la consegnò alla psicologa del consultorio la quale non ebbe nemmeno il tempo di dirmi nulla perchè mi alzai e me ne andai per non strozzare mia moglie dall'odio che mi era montato in quel momento.
Per finire questa lungo e penoso racconto, in questo momento stiamo cercando di arrivare ad un accordo civile che per me è assai dura da accettare, non certo per i beni materiali ma perchè vedo vent'uno anni delle nostre vite buttati in fumo, l'unica consolazione e non è da poco rimangono le nostre due amate figlie, cui entrambi sappiamo non dover far mai soffrire. :(