non riesco a mettere insieme delle parole che possano costituire una valida presentazione... così, dovendo obbligatoriamente presentarmi... ho pensato di parlare di uno di quei momenti di magia (che a volte capitano nella vita) che custodisco gelosamente in fondo al cuore e a cui penso nei momenti in cui mi sento sola o poco amata... sarà questo a parlare di me...
Sono passati 17 anni da quella sera; ero in Inghilterra per una vacanza studio. Le mie giornate scorrevano tranquille tra la scuola, i compiti, lunghe passeggiate per lo più in solitudine.
Uscivo poco con gli altri e mai la sera; preferivo restare a casa, appoggiata alla ringhiera della scala di legno, ad ascoltare l'altro ospite della casa che suonava il piano, di sotto... fingendo che stesse suonando per me e scappando in camera in punta di piedi, quando si interrompeva, per non farmi scoprire...
Quella sera Paul (il pianista) mi chiese se mi andava di partecipare alla festa organizzata dalla scuola: avremmo potuto andare e soprattutto tornare insieme, con l'autobus... la fermata era proprio davanti al cimitero... dovevamo fare un discreto tratto di strada e saremmo tornati che ormai era notte... in due era meglio... mi convinse...
Al ritorno, mentre eravamo sul bus, scoppiò un temporale, pioveva a dirotto...
Una volta scesi, ci lanciammo giù per la strada correndo a più non posso... inevitabilmente rimasi indietro ... correva troppo forte...
All'improvviso si fermò, si voltò verso di me e mi tese la mano... stava lì, bagnato fradicio, a due passi dal cancello di casa, un po' piegato sulle gambe, come ad incitarmi a fare in fretta, con il braccio teso verso di me...
Non ho più visto, negli occhi di un uomo, quello che ho visto nei suoi quella sera... per me... ma non ho ancora smesso di cercarlo...
Corremmo l'ultimo brevissimo tratto di strada tenendoci per mano... aveva 14 anni...
