Shadow750 ha scritto:[...]
Ho vissuto situazioni di questo genere in gioventù, quando l'amico che trovava la ragazza, improvvisamente lasciava il gruppo e spariva. Non ti dico come individuavo malamente questo atteggiamento e, accusandolo come una sorta di tradimento, mi distaccavo da egli in modo diretto e permaloso.
Ho poi realizzato col tempo che, l'ebbrezza dell'innamoramento, specie da giovani, porta inevitabilmente a questi atteggiamenti. Non sono animati da cattiveria o approfittamento, essi seguono un istinto naturale di abbandono completo alle gioie e ai piaceri di un nuovo e magari inaspettato amore.
Solo in età più adulta, le persone riescono a gestire entrambi i legami, con giusto dosaggio e senso di responsabilità. Ovviamente poi intervengono necessità ed impellenze di ordine magari famigliare, con tutti i risvolti e i bisogni di tempo che recano a sè. Un amico lontano è possibile gli si dedichi minor tempo, ma non per questo dimenticandolo.
Io lascerei molta libertà agli amici di decidere cosa fare, limitandomi ad essere contento per coloro che trovano un affetto magari tanto desiderato. Coloro che si allontaneranno per sempre, evidentemente non erano poi così interessati a noi, e quindi è meglio perderli che trovarli.
forse è vero, come dici tu, che è una situazione legata per lo più alla gioventù, ma dipende poi cosa si intende esattamente per "gioventù".
se mi parli di ragazzini, di adolescenti, non posso che essere d'accordo con te, ma quando si inizia a parlare di persone magari di trent'anni, allora inizio ad avere dei dubbi. non credo che, in questi casi, si possa incolpare di tutto la gioane età.
è ovvio che si è contenti nel vedere un amico o un'amica appagato, felice nell'aver trovato un compagno, o comunque qualcuno con cui condividere almeno parte della propria vita. non si può non gioire di questo, se si è davvero affezionati a quella persona.
l'amarezza subentra poi quando vedi che quella persona, per la quale - ripeto - gioisci, dalla sera alla mattina sparisce, e non si fa più nè vedere nè sentire.
anche qui però chiariamoci: nessuno colpevolizza un amico/a se il sabato sera, anzichè uscire in comitiva coi "vecchi" amici, esce con la morosa/o. non è certamente una colpa, ma anzi, è la cosa più naturale del mondo.
quello che non concepisco è, però, che questa persona non abbia più tempo neanche per un sms ogni tanto, giusto per sapere come va, o per ricordarsi del compleanno di un amico/a, o ancora per prendere anche un semplice caffè insieme.
ecco, credo sia a questo punto che il gioire lascia il posto all'incredulità per un comportamento incomprensibile, e all'amarezza.
è a questo punto, credo, che ci si sente usati, che ci si sente un tappabuchi.
gioire per la felicità di un amico non vuol dire consentire a quest'ultimo di mancarci di rispetto....