Mister71 ha scritto:[...]
Ciao...
Non prendere alla lettera le mie parole!
Io intendevo dire che i partigiani hanno rappresentato una reazione contraria ad un quadro politico economico e anche militare che si era creato.
Di qualunque colore o forma sia, una reazione è sempre una reazione, sia che tu li chiami partigiani oppure in un altro modo.
Oggi la situazione precipita, e chi ha uno stabile posto statale e si sente al sicuro può avere difficoltà a comprendere la disperazione e le notti insonni di chi ha perso il lavoro, sta per perderlo e magari non è certo di poter dare da magiare ai propri figli.
Se questa moltitudine cresce, diventerà una massa critica capace di mandare all'aria la pace sociale. Quella che ancora esiste.
E' per questo che anche chi sta bene deve preoccuparsi, perché per stare calmi e tranquilli noi devono star bene anche gli altri, ma se molti di questi non mangiano e non lavorano, allora aumenteranno le ruberie, i furti, gli atti di criminalità eccetera...
Beh, mi sembrava di aver inteso che comunque li si chiami (tu hai usato quel termine li, mica patrioti, rivoluzionari o che altro…) nell’eventualità avresti potuto anche operare una sorta di connivenza se non di appoggio nei loro riguardi. La cosa mi ha destato una certa ilarità, per le ragioni più ampie che ti ho sintetizzato nel mio post.
Non nego comunque che la situazione porti con sé una certa esasperazione popolare, sebbene poi l’aggregazione e l’unione di intenti e obbiettivi io la trovo veramente difficile da raggiungere, specie per chi passa con troppa facilità dall’osannare il potente di turno, al contrastarlo e sconfessarlo in maniera del tutto proditoria verso quelli che dovrebbero essere degli ideali contrassegnati da coerenza. Quindi non penso proprio di vedere nulla che assomigli seppur lontanamente alla presa della Bastiglia.
Mister71 ha scritto:[...]
La "furbizia" del disonesto non è la furbizia di chi fa una cosa illegale per necessità.
Come rubare una mela perché si ha tanta fame e pochi soldi? Sono concetti già attestati e contenuti nel nostro ordinamento giuridico, non capisco davvero la necessità di ribadirli o doverli sviscerare.
Mister71 ha scritto:[...]
Comunque, una norma, qualunque essa sia, non viene da Dio o da una entità aliena, può essere criticata e anche combattuta, se non la si condivide. Un padre che non rispetta una regola o una decisione stabilita da ladri? Da gente che cerca di "ingrassare" il più possibile alla faccia di qualunque altra considerazione? Loro sono "la norma" e chi rischia il tracollo "deve" ubbidire?
Chi è che stabilisce che un padre di famiglia che evade è un criminale? La realtà delle sue legittime difficoltà oppure una norma fatta da gente che può sbagliare?
Il parlamento è fatto da persone, il cui comportamento e stile di vita hanno una bontà tutta da dimostrare e non da divinità indiscutibili.
Non so perché, ma questo insieme di interessanti appunti, mi suonano come qualcosa di reazionario e di anarchico.
Scherzi a parte stai rilevando questioni oggettive che per loro stessa natura sono fallibili e non eterne. Una società cerca di darsi delle regole, così come crea le punizioni per chi le trasgredisce, ma la presunzione di perfezione è comunque fallace e inipotizzabile. La presunzione di base casomai, consiste nell’idea di comune accettazione di ordine e regolamento, ma in realtà la natura per certi versi predatoria e opportunista dell’essere umano, sconfessa ogni buon proposito, facendo emergere come nell’odierna realtà italiana, una cultura del furbo e del disonesto a scapito di colui che invece si attiene alle leggi e alle raccomandazioni dello Stato. Combattere questo sistema moralmente scorretto, credo sarebbe compito di una sana educazione e di un senso civico omogeneo e maturo, cosa che invece assume diverse connotazioni anche solo a livello di diverse realtà territoriali. In alcune aree del Paese si pagano puntualmente tasse automobilistiche e assicuraizioni, mentre in altre è oramai costume folcloristico conoscere i più svariati espedienti per non farlo per niente.
Come si può pretendere di stabilire chi è un criminale e chi non lo è, se abbiamo infinite e svariate teste pensanti, e quando l’illecito commesso non è visto come danno ad un intero sistema, e quindi a tutti i cittadini indistintamente, ma solo a chi di quel sistema secondo un giudizio personale e arbitrario, ne è la facciata più ipocrita.
Come ho detto sopra, vedo troppe banderuole che si muovono a seconda del vento che tira. Una massa di lamentosi e polemici che, cavalcano unicamente l’onda della facile indignazione popolare, credendo ora ai “girotondini” ora ai “grillini” e domani a chissà chi altro.