Mister71 ha scritto:[...]
Ciao...
Come hai già capito... concentrati sul più meritevole cane, in questo momento...
E' inutile fermarsi a fare un discorso, di qualunque tipo: è andata così, di ragazze ce ne sono tante, cerca se possibile di sviluppare per loro un "naso" come fa il cane da caccia quando è in azione.
Quando vedi che una ragazza non ti apre tutto il suo mondo interiore, allora devi aspettarti che ci sia qualcosa che non sai.
Inoltre, se possibile, lascia perdere quelle che hanno alle spalle una storia di tormenti, sbagli e dolori. Portano con sé la loro storia, il loro piccolo personale inferno, e direttamente oppure no il loro prossimo finisce con il caderci dentro, ed è qui che devi imparare a sentire la cosa "a naso". Alle volte puoi sentire che una così ti piace, però fatti bene i tuoi conti, e cerca di soppesare il rapporto tra benessere e sofferenza, senza cinismo, ma senz'altro con una buona dose di realismo.
Stare insieme ad un'altra persona deve essere fonte di felicità già quando apri gli occhi la mattina, ma se una ti vomita i suoi problemi, allora la vedo dura.
Vai avanti, e buona fortuna...
Mi sembra che un discorso del genere posto in questa maniera cada rovinosamente nel semplicistico o realmente nel cinismo, quello non sano.
Come si fa a stilare un manuale di regole d'oro per evitare in amore persone non facili con una simile leggerezza?
Il sentimento e i valori non sono lontanamente contemplati, e così nemmeno il reciproco arricchimento umano che dovrebbe essere intrinseco in una relazione. Non si può scegliere il compagno che ci si augura sia per la vita come si sceglie la merce dal fruttivendolo soppesandola, annusandola e scrutandone gli ammacchi. Oppure si, si può, ma per creare un rapporto utilitaristico che nulla ha a che vedere con il sentimento.
-Quando una ragazza non ti apre tutto il suo mondo interiore forse è soltanto perché non siamo macchine a comando e spesso, soprattutto quando ci si conosce relativamente, il campo non è abbastanza fertile. Questo significa che non ci si può aspettare che gli altri si aprano nell'immediato, senza aver contribuito a quell'apertura con il nostro operato. Esistono persone più o meno propense all'apertura, più o meno semplici, ma ciò non significa che le meno semplici abbiano meno da dare o siano peggiori, soltanto parlano un linguaggio differente.
-Chi ha alle spalle un vissuto intenso non per forza rimane eternamente una persona negativa, non per forza conduce all'abisso chiunque gli si avvicini. Stiamo parlando di un passato o di un presente? Gli incubi del passato non possono e non devono compromettere il futuro di chi li ha vissuti e delle persone che l'affiancheranno in seguito. Consigliare di evitare tali persone equivale a diffondere l'idea che chi non ha avuto fortuna non ne possa avere mai, che chi è caduto non possa riscattarsi, che chi ha sbagliato non possa diventare anche migliore di chi non ha sbagliato mai.
-Stare con una persona dev'essere fonte di felicità, certo. Ma non perché l'altra persona debba esistere al nostro servizio per sorriderci al mattino quando ci svegliamo. Si chiama sudditanza, non relazione. La felicità in una coppia dovrebbe essere il traguardo di un percorso che si compie in due, non un punto d'inizio tra due persone obbligatoriamente serene in partenza. Dove la mettiamo la bellezza del poter risollevare l'altra persona dalle proprie sofferenze diventandone un valido appoggio? Dove la fiducia reciproca nell'aprirsi non solo nella gioia ma anche nel dolore?
I rapporti finti posano su basi perfette e sono imperfetti nell'essenza,
i rapporti veri posano su basi imperfette e diventano perfetti nei piccoli difetti che restano nella loro evoluzione.
Ivi vidi foderar terra, l'osare era sol arretrare d'ofidi vivi.