ernesto ha scritto:[...]
Mi sono sempre chiesto pure io se esiste una "possibilità universale" che possa essere illimitata.Una possibilità che non possa essere definita da "sistemi" costituiti da concezioni chiuse e limitate,i quali possono per alcuni loro elementi avere un certo valore in un ambito relativo. Forse è legittimo se lo si ritiene utile considerare certi ordini di possibilità ad esclusione di altri ed è forse questo che la "scienza" fà.Ma è legittimo affermare che ciò rappresenta l'intera possibilità e negare tutto quello che oltrepassa la portata della propria comprensione individuale?
Il compito principale e prioritario della scienza è quello di cercare di trovare spiegazioni naturali ai “fenomeni naturali”. Ciò non significa che il filosofo della scienza non si sia posto anche il problema della religione o della metafisica. Come saprai, secondo Popper una teoria è “scientifica” se viene formulata in modo tale da poter essere passibile di falsificazione altrui, cioè se potenzialmente Tizio è messo in condizioni tali da poter essere in grado(grazie al ricorso alle sue capacità intellettive, che ovviamente variano da soggetto a soggetto) di “falsificarla”: ad esempio se io sostenessi la teoria secondo cui la Terra è piatta, sarebbe sufficiente a Tizio circumnavigare il globo terrestre per falsificare, confutare la mia teoria dimostrandone così l’infondatezza (se invece una teoria passa indenne i tentativi diretti a falsificarla è vera. E’ vera però “fino a quel momento”, cioè non in senso “assoluto”: ciò perché successivamente un’altra teoria - ad es. una teoria rivale- potrebbe confutarla, falsificarla. Per es. la teoria newtoniana fu considerata vera per un lungo periodo di tempo fino a quando non venne confutata da quella di Einstein. Quest'ultima, a sua volta, sarà considerata vera se, e fino a quando, non verrà confutata da una teoria successiva e così via nel contesto di un processo (migliorativo) di approssimazione al vero "assoluto", ammesso che questo vero assoluto possa esistere). Se al contrario, invece, un asserto viene formulato in modo tale da non poter essere passibile di falsificazione (cioè non c’è la minima possibilità per Tizio di poter provare a falsificarlo) allora non c’è più dibattito (scientifico) perchè siamo nel campo della religione o della metafisica: infatti se io per esempio affermassi che Dio è buono, l’ateo avrebbe grosse difficoltà nel cercare di falsificare l’affermazione in questione rilevando per esempio l’esistenza nel nostro pianeta di soprusi, calamità naturali, Auschwitz, ecc. perché il credente risponderebbe che il disegno divino è misterioso, oppure che la colpa dei mali che affliggono il mondo è imputabile a Satana, al peccato, ecc. cioè il fedele troverebbe sempre qualche santa scappatoia (in realtà anche lo scienziato per difendere una teoria che ha ideato potrebbe ricorrere a delle ipotesi ad hoc o ad ipotesi ausiliarie, ma questo è un altro discorso, non complichiamoci la vita ora…).
Quindi Popper in virtù di queste considerazioni traccia un “criterio di demarcazione” fra la scienza e la metafisica: la scienza (una teoria scientifica) è potenzialmente falsificabile (e così quindi controllabile), la metafisica invece non è falsificabile, sfugge a qualsiasi tentativo di falsificazione (cioè non è controllabile).
Con questo però Popper non intende assolutamente dire che la metafisica o la religione siano “prive di senso”, di significato, ma soltanto che sfuggono ad ogni tentativo di falsificazione in quanto tale. Infatti lo stesso Popper fornisce un esempio (in “Congetture e confutazioni”) a questo proposito rimarcando l’importanza della metafisica:
L’idea copernicana di porre al centro dell’universo il sole anziché la terra, è stata inizialmente ispirata non da nuove osservazioni astronomiche effettuate, ma bensì da un culto d’origine neoplatonica relativo alla luce del sole che, proprio in virtù della sua nobiltà, doveva occupare il “centro”. Precisamente i neoplatonici si rifacevano alla filosofia di Platone secondo la quale nel “regno degli oggetti visibili” il sole riveste il medesimo ruolo rivestito dall’idea di bene nel “dominio delle idee”. Poiché nella scala gerarchica delle idee, l’idea del bene è la più elevata, di conseguenza allo stesso modo il sole, tra gli oggetti visibili, è senz’altro il più importante (infatti, proprio grazie ai suoi luminosi e caldi raggi, gli altri oggetti sono visibili e possono vivere e crescere). Quindi se il sole tra gli oggetti visibili era il più eminente, difficilmente si poteva immaginare che girasse intorno alla Terra: la Terra veniva così relegata a ruotare intorno al sole.
Come spiega Fabio Minazzi, Popper diceva di non volersi spingere “tanto lontano da asserire che la metafisica non ha nessun valore per la scienza empirica. Infatti non si può negare che, accanto alle idee metafisiche che hanno ostacolato il cammino della scienza, ce ne sono state altre - come l’atomismo speculativo – che ne hanno aiutato il progresso” (Popper, Logik der Forschung,). Secondo Minazzi “ per Popper le idee metafisiche possono sempre costituire una matrice positiva delle idee scientifiche. A suo avviso le idee e le ipotesi metafisiche sono infatti associabili a delle particelle sospese in un fluido: “ talvolta idee che prima fluttuavano nelle regioni metafisiche più alte, possono essere raggiunte dall’accrescersi della scienza, e, venute così a contatto con essa, depositarsi.(…) Tutti questi concetti e queste idee metafisiche sono forse stati d’aiuto, anche nelle loro forme più primitive, nel portare ordine nell’immagine che l’uomo si fa del mondo, e in alcuni casi possono anche aver portato a predizioni dotate di successo. Tuttavia un’idea di questo genere, secondo Popper acquista status scientifico solo quando venga presentata in una forma in cui possa essere falsificata, cioè a dire solo quando è diventato possibile il decidere empiricamente tra essa e qualche teoria rivale”. (Popper, Logik der Forschung, pag. 307- 308 ).
Il criterio di demarcazione di Popper è stato criticato successivamente da Imre Lakatos, P.Feyerabend (che criticò anche il falsificazionismo “sofisticato” di Lakatos) ecc. che ne hanno messo, correttamente, in evidenza alcuni limiti (a questo riguardo mi vengono in mente, tra gli altri, 2 esempi che Popper fece e che riguardavano l’ “asserzione metafisica per eccellenza” cioè quella secondo cui “Dio esiste” e l’asserzione metafisica relativa all’ “Apparizione del Diavolo”.Tuttavia come giustamente provarono rispettivamente Carnap e Neurath le 2 asserzioni di Popper non erano metafisiche ma “empiriche”…)
Lasciando da parte i filosofi della scienza (non parliamo ad es. di Tarski, ecc.) vorrei dire la mia sull’
agnosticismo…