Magna cum incertezza

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alma_romita

Magna cum incertezza

Messaggio da alma_romita » 23/06/2010, 18:22

Solitamente prima di iscriversi a/su/in un forum è buona norma lurkare per un certo periodo di tempo e solo dopo decidere se iscriversi o meno.
Invece personalmente non ho lurkato e mi sono iscritta abbastanza a scatola chiusa, senza nemmeno rendermi bene conto che io con il concetto di Amicizia non ho molto a che fare.

Nel reale avevo solo un amico, di vecchia data, che però adesso è fidanzato e quindi non può più frequentarmi, causa gelosia.

Amici del liceo abbandonati tutti, perché il passaggio all'uni è stato traumatico e ho avuto la brillante idea di chiudermi, tagliando i ponti con tutti.
All'università niente amici: è un ambiente che detesto, cerco di evitarlo il più possibile, infatti sto faticando un sacco.

Come presentazione non è molto invitante, si capisce che probabilmente non sono nemmeno capace di essere un'amica decente.
Sono timida, ansiosa, sempre stata più o meno sola.

Oscillo spesso fra la mestizia data dal non avere praticamente nessuno e l'idea che ormai all'età che ho è impossibile farsi degli amici nella vita reale.
Mancano gli interessi, gli hobby, le attività.
Eppure il mio gentile ragazzo, che purtroppo sta a 300 km da me, dice che mi farebbe bene uscire e avere delle amiche.
Non lo so,
mi sembra tanto difficile.

Intanto vi saluto
e scusate la logorrata :shy:

cescoFran


Messaggio da cescoFran » 23/06/2010, 19:54

Benvenuta ed auguri.

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Niobe85
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Messaggio da Niobe85 » 23/06/2010, 20:10

cescoFran ha scritto:Benvenuta ed auguri.
Sì, mi associo nel darti il benvenuto a Mailamici e nell'augurarti di trovare quanto cerchi... intanto ti comunico che sei nel posto giusto per cominciare! ;)
:ciao:
Il Sognatore che crede ai propri Sogni, sicuramente li vedrà realizzati...

alma_romita


Messaggio da alma_romita » 23/06/2010, 21:34

grazie, siete gentili :mangahappy:

Ospite


Messaggio da Ospite » 24/06/2010, 14:11

Benvenuta anche dalla mia parte! :mangahello:
Sai non credo che alla tua età sia impossibile a fare l'amicizia. Benché, come ci dici, sei timida e ansiosa, non sei unica. Credimi ci sono altri nella stessa condizione come te, che cercano la buona gente e che sono simili con te. Quindi non disperarti! Buona permanenza sul forum e buona fortuna nella vita!
:ciao:

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Re: Magna cum incertezza

Messaggio da duca.bambaluc » 25/06/2010, 0:28

alma_romita ha scritto: ...
Nel reale avevo solo un amico, di vecchia data, che però adesso è fidanzato e quindi non può più frequentarmi, causa gelosia.

Amici del liceo abbandonati tutti, perché il passaggio all'uni è stato traumatico e ho avuto la brillante idea di chiudermi, tagliando i ponti con tutti.
All'università niente amici: è un ambiente che detesto, cerco di evitarlo il più possibile, infatti sto faticando un sacco.

Come presentazione non è molto invitante, si capisce che probabilmente non sono nemmeno capace di essere un'amica decente.
Sono timida, ansiosa, sempre stata più o meno sola.

Oscillo spesso fra la mestizia data dal non avere praticamente nessuno e l'idea che ormai all'età che ho è impossibile farsi degli amici nella vita reale.
Mancano gli interessi, gli hobby, le attività.
Eppure il mio gentile ragazzo, che purtroppo sta a 300 km da me, dice che mi farebbe bene uscire e avere delle amiche.
Non lo so,
mi sembra tanto difficile.
Ciao Alma Romita, nomen omen, eh?

Ho letto quello che hai scritto e per tante cose mi ricordi me stesso. Per cui, dall'alto dei miei 44 anni :-D, ti racconto la mia storia e ti do' qualche consiglio sperando che possano aiutarti.

Al liceo i miei genitori, probabilmente complice il mio carattere, cercarono costantemente di tenermi a casa. I miei compagni andavano in discoteca, organizzavano feste, uscivano, e io nisba. Con loro nulla, ero il primo figlio ed avevano una paura dannata che chissà cosa facessero i miei compagni e su quale strada di perdizione mi potevano portare.

Invece mi incoraggiavano a frequentare altri due compagni che erano bravi a scuola, anche loro tenuti sempre a bada, i classici bravi ragazzi tutto studio.

Un giorno, saltando per le scale della scuola, mi procurai una distorsione da paura alla caviglia. Ancora oggi, se ripenso a quei momenti, mi vengono i brividi. Non riuscivo a poggiare il piede.
Bene, quegli "amici" che i miei genitori avevano scelto per me non fecero nulla, ma nulla, nulla per me. Mi feci il ritorno da scuola con i mezzi pubblici, portandomi sulle spalle uno zaino pieno zeppo di libri. Avevo uno di loro vicino a me, che non mi chiese neanche se ce la facevo né si offrì di portarmi almeno lo zaino, come io invece avrei fatto. Passai poi il pomeriggio in ospedale, dove solo un esame radiografico escluse una frattura - la caviglia era nera e gonfia come un melone.

Quell'esperienza mi segnò in modo traumatico. Sentii che ero stato solo sfruttato. Quando passai all'università, mi dissi che non volevo più avere amici, ma solo compagni. Studiai sempre da solo, quasi in competizione con il mondo. Ero molto bravo e questo mi fece credere che nella vita sarei potuto arrivare dovunque solo con le mie forze.

Vent'anni dopo mi sono reso conto di quale errore avevo fatto. L'essermi isolato mi aveva reso chiuso, rancoroso; non avevo sviluppato la capacità di entrare empatia con gli altri. All'inizio sul lavoro le cose andarono bene, ma quando si arriva ad un certo livello, le capacità tecniche (gli hard skills) non bastano più. Comincia a contare la capacità di capire gli sltri, di entrarci in sintonia, di prestare attenzione ai piccoli segnali che il loro atteggiamento ti trasmette, di costruirsi una rete di relazioni e di interesse che esula dal lavoro e struttura la tua vita.
Nella mia vita privata, passato il momento dell'infatuazione, la mia compagna cominciò a rimproverarmi di non saperla ascoltare, di non sapere farla sentire importante, insomma, di non essere un buon compagno.

A quel punto cominciarono i problemi e le delusioni. Tanti miei colleghi passarono dirigenti perché invece avevano queste capacità, e alla fine io, che tanto avevo puntato sul successo e sul lavoro (vedi la mia presentazione) caddi per due anni in una depressione profonda che fu sul punto di rovinarmi la vita. Fui ad un passo dal separarmi da mia moglie.

Oggi non penso più alla carriera. Cerco di fare il mio lavoro meglio che posso, ma ricordando che si lavora per vivere e non il viceversa. E credo (spero) che la mia performance sia nettamente migliorata da quando ho iniziato a cercare di entrare in sintonia con gli altri, a vivere la vita in modo positivo e sereno, a pensare che ogni giorno che vivo è un regalo e lo devo sfruttare nel modo migliore, che dietro i ruoli che la vita e il lavoro ci impone ci sono comunque e anzitutto esseri umani. Che l'abbraccio di un amico o di un'amica è un momento di felicità enorme, che anche se sono all'estero lontano da moglie, figli e amici, ci sarà il momento in cui posso riabbracciare tutti.

Morale: non ci siamo. Devi cambiare. Impara dai miei errori. Se io avessi dedicato meno tempo allo studio e qualcosa di più alla vita di relazione, probabilmente ora avrei fatto molta più carriera, e comunque avrei vissuto meglio e senza rimpianti. Fortunatamente le donne hanno molto più innata la capacità di ascoltare, di capire, di entrare in relazione con gli altri. Apriti alla vita, guardala con occhi nuovi. Devi convincerti che sei una persona straordinaria, non perché sei brava, ma per come sei. Devi solo imparare a farlo vedere. La parte emozionale del cervello va allenata, esattamente come la parte razionale viene allenata con lo studio. Hai bisogno di allenare l'altra parte del tuo cervello. Lascia da parte per un po' il tuo ragazzo, prenditi un po' di tempo per pensarci, perché hai bisogno di sviluppare la tua intelligenza emotiva, e avere un lui vicino ti consente invece di rimanere nella tua "zona di conforto" senza confrontarti con gli altri. Potresti diventare dipendente da lui ("senza di lui non posso stare") e il rapporto si incamminerebbe su una strada molto insidiosa.

OK? Non stiamo chiusi in casa, non stiamo a studiare 20 ore al giorno. Esci fuori, fermati a guardare il cielo azzurro ed il verde degli alberi, a respira la vita che ti circonda. Inforca gli occhiali dell'ottimismo e della serenità. Sei una ragazza speciale e la vita ha un progetto per te, che nessuno ti può togliere.

Allora dai, ci alleniamo insieme, d'accordo?
Duca Bambaluc
Blog: ducabambaluc su blogspot

julianus_83

Re: Magna cum incertezza

Messaggio da julianus_83 » 26/06/2010, 18:07

alma_romita ha scritto:
Oscillo spesso fra la mestizia data dal non avere praticamente nessuno e l'idea che ormai all'età che ho è impossibile farsi degli amici nella vita reale.
Mancano gli interessi, gli hobby, le attività.
Eppure il mio gentile ragazzo, che purtroppo sta a 300 km da me, dice che mi farebbe bene uscire e avere delle amiche.
Non lo so,
mi sembra tanto difficile.

Intanto vi saluto
e scusate la logorrata :shy:
benvenuta sul forum, troverai quello che cerchi
ciao! :cheers:

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Niobe85
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Re: Magna cum incertezza

Messaggio da Niobe85 » 26/06/2010, 18:40

duca.bambaluc ha scritto:[...]



Ciao Alma Romita, nomen omen, eh?

Ho letto quello che hai scritto e per tante cose mi ricordi me stesso. Per cui, dall'alto dei miei 44 anni :-D, ti racconto la mia storia e ti do' qualche consiglio sperando che possano aiutarti.

Al liceo i miei genitori, probabilmente complice il mio carattere, cercarono costantemente di tenermi a casa. I miei compagni andavano in discoteca, organizzavano feste, uscivano, e io nisba. Con loro nulla, ero il primo figlio ed avevano una paura dannata che chissà cosa facessero i miei compagni e su quale strada di perdizione mi potevano portare.

Invece mi incoraggiavano a frequentare altri due compagni che erano bravi a scuola, anche loro tenuti sempre a bada, i classici bravi ragazzi tutto studio.

Un giorno, saltando per le scale della scuola, mi procurai una distorsione da paura alla caviglia. Ancora oggi, se ripenso a quei momenti, mi vengono i brividi. Non riuscivo a poggiare il piede.
Bene, quegli "amici" che i miei genitori avevano scelto per me non fecero nulla, ma nulla, nulla per me. Mi feci il ritorno da scuola con i mezzi pubblici, portandomi sulle spalle uno zaino pieno zeppo di libri. Avevo uno di loro vicino a me, che non mi chiese neanche se ce la facevo né si offrì di portarmi almeno lo zaino, come io invece avrei fatto. Passai poi il pomeriggio in ospedale, dove solo un esame radiografico escluse una frattura - la caviglia era nera e gonfia come un melone.

Quell'esperienza mi segnò in modo traumatico. Sentii che ero stato solo sfruttato. Quando passai all'università, mi dissi che non volevo più avere amici, ma solo compagni. Studiai sempre da solo, quasi in competizione con il mondo. Ero molto bravo e questo mi fece credere che nella vita sarei potuto arrivare dovunque solo con le mie forze.

Vent'anni dopo mi sono reso conto di quale errore avevo fatto. L'essermi isolato mi aveva reso chiuso, rancoroso; non avevo sviluppato la capacità di entrare empatia con gli altri. All'inizio sul lavoro le cose andarono bene, ma quando si arriva ad un certo livello, le capacità tecniche (gli hard skills) non bastano più. Comincia a contare la capacità di capire gli sltri, di entrarci in sintonia, di prestare attenzione ai piccoli segnali che il loro atteggiamento ti trasmette, di costruirsi una rete di relazioni e di interesse che esula dal lavoro e struttura la tua vita.
Nella mia vita privata, passato il momento dell'infatuazione, la mia compagna cominciò a rimproverarmi di non saperla ascoltare, di non sapere farla sentire importante, insomma, di non essere un buon compagno.

A quel punto cominciarono i problemi e le delusioni. Tanti miei colleghi passarono dirigenti perché invece avevano queste capacità, e alla fine io, che tanto avevo puntato sul successo e sul lavoro (vedi la mia presentazione) caddi per due anni in una depressione profonda che fu sul punto di rovinarmi la vita. Fui ad un passo dal separarmi da mia moglie.

Oggi non penso più alla carriera. Cerco di fare il mio lavoro meglio che posso, ma ricordando che si lavora per vivere e non il viceversa. E credo (spero) che la mia performance sia nettamente migliorata da quando ho iniziato a cercare di entrare in sintonia con gli altri, a vivere la vita in modo positivo e sereno, a pensare che ogni giorno che vivo è un regalo e lo devo sfruttare nel modo migliore, che dietro i ruoli che la vita e il lavoro ci impone ci sono comunque e anzitutto esseri umani. Che l'abbraccio di un amico o di un'amica è un momento di felicità enorme, che anche se sono all'estero lontano da moglie, figli e amici, ci sarà il momento in cui posso riabbracciare tutti.

Morale: non ci siamo. Devi cambiare. Impara dai miei errori. Se io avessi dedicato meno tempo allo studio e qualcosa di più alla vita di relazione, probabilmente ora avrei fatto molta più carriera, e comunque avrei vissuto meglio e senza rimpianti. Fortunatamente le donne hanno molto più innata la capacità di ascoltare, di capire, di entrare in relazione con gli altri. Apriti alla vita, guardala con occhi nuovi. Devi convincerti che sei una persona straordinaria, non perché sei brava, ma per come sei. Devi solo imparare a farlo vedere. La parte emozionale del cervello va allenata, esattamente come la parte razionale viene allenata con lo studio. Hai bisogno di allenare l'altra parte del tuo cervello. Lascia da parte per un po' il tuo ragazzo, prenditi un po' di tempo per pensarci, perché hai bisogno di sviluppare la tua intelligenza emotiva, e avere un lui vicino ti consente invece di rimanere nella tua "zona di conforto" senza confrontarti con gli altri. Potresti diventare dipendente da lui ("senza di lui non posso stare") e il rapporto si incamminerebbe su una strada molto insidiosa.

OK? Non stiamo chiusi in casa, non stiamo a studiare 20 ore al giorno. Esci fuori, fermati a guardare il cielo azzurro ed il verde degli alberi, a respira la vita che ti circonda. Inforca gli occhiali dell'ottimismo e della serenità. Sei una ragazza speciale e la vita ha un progetto per te, che nessuno ti può togliere.

Allora dai, ci alleniamo insieme, d'accordo?
Anche se non è rivolto a me questo pensiero, sono egualmente commossa, grazie mille per queste parole, sono veramente preziose!!
Il Sognatore che crede ai propri Sogni, sicuramente li vedrà realizzati...

alma_romita

Re: Magna cum incertezza

Messaggio da alma_romita » 27/06/2010, 14:08

duca.bambaluc ha scritto:[...]



Ciao Alma Romita, nomen omen, eh?

Ho letto quello che hai scritto e per tante cose mi ricordi me stesso. Per cui, dall'alto dei miei 44 anni :-D, ti racconto la mia storia e ti do' qualche consiglio sperando che possano aiutarti.

Al liceo i miei genitori, probabilmente complice il mio carattere, cercarono costantemente di tenermi a casa. I miei compagni andavano in discoteca, organizzavano feste, uscivano, e io nisba. Con loro nulla, ero il primo figlio ed avevano una paura dannata che chissà cosa facessero i miei compagni e su quale strada di perdizione mi potevano portare.

Invece mi incoraggiavano a frequentare altri due compagni che erano bravi a scuola, anche loro tenuti sempre a bada, i classici bravi ragazzi tutto studio.

Un giorno, saltando per le scale della scuola, mi procurai una distorsione da paura alla caviglia. Ancora oggi, se ripenso a quei momenti, mi vengono i brividi. Non riuscivo a poggiare il piede.
Bene, quegli "amici" che i miei genitori avevano scelto per me non fecero nulla, ma nulla, nulla per me. Mi feci il ritorno da scuola con i mezzi pubblici, portandomi sulle spalle uno zaino pieno zeppo di libri. Avevo uno di loro vicino a me, che non mi chiese neanche se ce la facevo né si offrì di portarmi almeno lo zaino, come io invece avrei fatto. Passai poi il pomeriggio in ospedale, dove solo un esame radiografico escluse una frattura - la caviglia era nera e gonfia come un melone.

Quell'esperienza mi segnò in modo traumatico. Sentii che ero stato solo sfruttato. Quando passai all'università, mi dissi che non volevo più avere amici, ma solo compagni. Studiai sempre da solo, quasi in competizione con il mondo. Ero molto bravo e questo mi fece credere che nella vita sarei potuto arrivare dovunque solo con le mie forze.

Vent'anni dopo mi sono reso conto di quale errore avevo fatto. L'essermi isolato mi aveva reso chiuso, rancoroso; non avevo sviluppato la capacità di entrare empatia con gli altri. All'inizio sul lavoro le cose andarono bene, ma quando si arriva ad un certo livello, le capacità tecniche (gli hard skills) non bastano più. Comincia a contare la capacità di capire gli sltri, di entrarci in sintonia, di prestare attenzione ai piccoli segnali che il loro atteggiamento ti trasmette, di costruirsi una rete di relazioni e di interesse che esula dal lavoro e struttura la tua vita.
Nella mia vita privata, passato il momento dell'infatuazione, la mia compagna cominciò a rimproverarmi di non saperla ascoltare, di non sapere farla sentire importante, insomma, di non essere un buon compagno.

A quel punto cominciarono i problemi e le delusioni. Tanti miei colleghi passarono dirigenti perché invece avevano queste capacità, e alla fine io, che tanto avevo puntato sul successo e sul lavoro (vedi la mia presentazione) caddi per due anni in una depressione profonda che fu sul punto di rovinarmi la vita. Fui ad un passo dal separarmi da mia moglie.

Oggi non penso più alla carriera. Cerco di fare il mio lavoro meglio che posso, ma ricordando che si lavora per vivere e non il viceversa. E credo (spero) che la mia performance sia nettamente migliorata da quando ho iniziato a cercare di entrare in sintonia con gli altri, a vivere la vita in modo positivo e sereno, a pensare che ogni giorno che vivo è un regalo e lo devo sfruttare nel modo migliore, che dietro i ruoli che la vita e il lavoro ci impone ci sono comunque e anzitutto esseri umani. Che l'abbraccio di un amico o di un'amica è un momento di felicità enorme, che anche se sono all'estero lontano da moglie, figli e amici, ci sarà il momento in cui posso riabbracciare tutti.

Morale: non ci siamo. Devi cambiare. Impara dai miei errori. Se io avessi dedicato meno tempo allo studio e qualcosa di più alla vita di relazione, probabilmente ora avrei fatto molta più carriera, e comunque avrei vissuto meglio e senza rimpianti. Fortunatamente le donne hanno molto più innata la capacità di ascoltare, di capire, di entrare in relazione con gli altri. Apriti alla vita, guardala con occhi nuovi. Devi convincerti che sei una persona straordinaria, non perché sei brava, ma per come sei. Devi solo imparare a farlo vedere. La parte emozionale del cervello va allenata, esattamente come la parte razionale viene allenata con lo studio. Hai bisogno di allenare l'altra parte del tuo cervello. Lascia da parte per un po' il tuo ragazzo, prenditi un po' di tempo per pensarci, perché hai bisogno di sviluppare la tua intelligenza emotiva, e avere un lui vicino ti consente invece di rimanere nella tua "zona di conforto" senza confrontarti con gli altri. Potresti diventare dipendente da lui ("senza di lui non posso stare") e il rapporto si incamminerebbe su una strada molto insidiosa.

OK? Non stiamo chiusi in casa, non stiamo a studiare 20 ore al giorno. Esci fuori, fermati a guardare il cielo azzurro ed il verde degli alberi, a respira la vita che ti circonda. Inforca gli occhiali dell'ottimismo e della serenità. Sei una ragazza speciale e la vita ha un progetto per te, che nessuno ti può togliere.

Allora dai, ci alleniamo insieme, d'accordo?
grazie della risposta :)
non ho risposto subito, perché non volevo rischiare di dire cose poco sensate.
ho letto il messaggio più di una volta.
e stavolta rispondo :)
bisogna pensare positivo, cambiare atteggiamento...
il rancore..ah!, il rancore ieri ce l'avevo tutto...ho sclerato per due ore, arrivando a pensare di non meritare niente di ciò che ho.
nei momenti di crisi sono troppo critica e distruttiva verso me stessa...

sono in psicoterapia ma ho ancora parecchia parecchia strada.

...vediamo un po' cosa si riesce a fare!

Daunolo

Re: Magna cum incertezza

Messaggio da Daunolo » 27/06/2010, 17:50

alma_romita ha scritto:Solitamente prima di iscriversi a/su/in un forum è buona norma lurkare per un certo periodo di tempo e solo dopo decidere se iscriversi o meno.
Invece personalmente non ho lurkato e mi sono iscritta abbastanza a scatola chiusa, senza nemmeno rendermi bene conto che io con il concetto di Amicizia non ho molto a che fare.

Nel reale avevo solo un amico, di vecchia data, che però adesso è fidanzato e quindi non può più frequentarmi, causa gelosia.

Amici del liceo abbandonati tutti, perché il passaggio all'uni è stato traumatico e ho avuto la brillante idea di chiudermi, tagliando i ponti con tutti.
All'università niente amici: è un ambiente che detesto, cerco di evitarlo il più possibile, infatti sto faticando un sacco.

Come presentazione non è molto invitante, si capisce che probabilmente non sono nemmeno capace di essere un'amica decente.
Sono timida, ansiosa, sempre stata più o meno sola.

Oscillo spesso fra la mestizia data dal non avere praticamente nessuno e l'idea che ormai all'età che ho è impossibile farsi degli amici nella vita reale.
Mancano gli interessi, gli hobby, le attività.
Eppure il mio gentile ragazzo, che purtroppo sta a 300 km da me, dice che mi farebbe bene uscire e avere delle amiche.
Non lo so,
mi sembra tanto difficile.

Intanto vi saluto
e scusate la logorrata :shy:
Benvenuta tra di noi. E non preoccuparti: l'amicizia non ha età, si può fare a qualunque età.

Ospite

Re: Magna cum incertezza

Messaggio da Ospite » 27/06/2010, 23:24

alma_romita ha scritto: Come presentazione non è molto invitante, si capisce che probabilmente non sono nemmeno capace di essere un'amica decente.
Sono timida, ansiosa, sempre stata più o meno sola.
:[/quote]

Ma non buttarti troppo giù, suvvia... :) .... benvenuta a te, e che il forum ti sia lieve e piacevole... ;)

alma_romita


Messaggio da alma_romita » 11/07/2010, 12:11

[nel caso qualcuno se lo fosse chiesto ;) , visto che lo regolamento de lo nobile forum invita cortesemente gli avventori a non eclissarsi dopo qualche giorno...
ebbene, io sto avendo parecchi problemi causatimi con cattiveria da una persona che mira a rovinarmi la vita - a me e al mio ragazzo - per pura ripicca. per cui al momento il discorso 'trovarsi assolutamente degli amici in città' è passato in secondo piano, anche se ultimamente sto frequentando la biblio cittadina per studiare in pace e distrarmi dai dispiaceri, e praticamente vedo le stesse facce tutti i giorni...perché i giovani che la frequentano sono sempre i medesimi, anche se al momento non sono ancora riuscita a rompere il ghiaccio con alcuno - capirete: si conoscono quasi tutti, formano dei gruppetti, e la ragazza solitaria probabilmente non ispira questa gran simpatia...]

dies irae
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Messaggio da dies irae » 11/07/2010, 14:12

alma_romita ha scritto:... anche se ultimamente sto frequentando la biblio cittadina per studiare in pace e distrarmi dai dispiaceri, e praticamente vedo le stesse facce tutti i giorni...perché i giovani che la frequentano sono sempre i medesimi, anche se al momento non sono ancora riuscita a rompere il ghiaccio con alcuno - capirete: si conoscono quasi tutti, formano dei gruppetti, e la ragazza solitaria probabilmente non ispira questa gran simpatia...]

forse non frequenti la biblioteca solo per studiare e distrarti, forse dentro di te speri di poter allacciare dei rapporti, e questo di per sè è un buon segno, secondo me non ti sei rassegnata alla tua condizione.

per quanto riguarda "la ragazza solitaria" mi viene da sorridere, perchè nella mia esperienza ho sperimentato la stessa condizione, e non mi rendevo conto che era proprio quell'atteggiamento a tenere lontane le persone.
riflettici, non può essere scambiata per snoberia, arroganza, disinteresse? hai provato a fare tu il primo passo?
se si, allora va bene, il mio discorso decade.
se no, considera quella biblioteca una palestra in cui fare esercizi di tipo caratteriale, i libri offrono molti tipi di scuse per rompere il ghiaccio, una parola oggi, una parola domani, e potresti accorgerti che il motivo per cui non ti consideravano era proprio per quell'atteggiamente che da loro veniva percepito in un certo modo.

io porto sempre con me delle parole che carpii origliando involontariamente delle chiacchiere che facevano delle persone sul mio conto anni fa. più o meno facevano così:
a - "ma che tipo è quello? parla poco, pare sempre inca..ato.."
b - "ma no è tranquillo, solo che sta bene per i cavoli suoi"

che pugno allo stomaco! e non che non stavo bene per i fatti miei!!!
quel fulmine a ciel sereno fu una grazia ricevuta, da li capii tante cose che fino ad allora non riuscivo a spiegarmi, e iniziai ad allenare i muscoli del carattere, oltre che quelli della mente e del corpo, e a distanza di tempo ne ho raccolto i frutti.

forse questo con te non c'entra niente, non importa, magari servirà a qualcun altro.

auguri

alma_romita


Messaggio da alma_romita » 11/07/2010, 20:16

dies irae ha scritto:[...]




forse non frequenti la biblioteca solo per studiare e distrarti, forse dentro di te speri di poter allacciare dei rapporti, e questo di per sè è un buon segno, secondo me non ti sei rassegnata alla tua condizione.

per quanto riguarda "la ragazza solitaria" mi viene da sorridere, perchè nella mia esperienza ho sperimentato la stessa condizione, e non mi rendevo conto che era proprio quell'atteggiamento a tenere lontane le persone.
riflettici, non può essere scambiata per snoberia, arroganza, disinteresse? hai provato a fare tu il primo passo?
se si, allora va bene, il mio discorso decade.
se no, considera quella biblioteca una palestra in cui fare esercizi di tipo caratteriale, i libri offrono molti tipi di scuse per rompere il ghiaccio, una parola oggi, una parola domani, e potresti accorgerti che il motivo per cui non ti consideravano era proprio per quell'atteggiamente che da loro veniva percepito in un certo modo.

io porto sempre con me delle parole che carpii origliando involontariamente delle chiacchiere che facevano delle persone sul mio conto anni fa. più o meno facevano così:
a - "ma che tipo è quello? parla poco, pare sempre inca..ato.."
b - "ma no è tranquillo, solo che sta bene per i cavoli suoi"

che pugno allo stomaco! e non che non stavo bene per i fatti miei!!!
quel fulmine a ciel sereno fu una grazia ricevuta, da li capii tante cose che fino ad allora non riuscivo a spiegarmi, e iniziai ad allenare i muscoli del carattere, oltre che quelli della mente e del corpo, e a distanza di tempo ne ho raccolto i frutti.

forse questo con te non c'entra niente, non importa, magari servirà a qualcun altro.

auguri
ehm no, infatti la frequento anche nel tentativo di stabilire un qualche tipo di relazione umana (o umanoide) con qualcuno.
inizialmente mi prendeva anche male, ero a disagio, invece adesso sono più rilassata e anch'io vago per i corridoi senza problemi.

poi in effetti il tuo discorso sulla percezione della timidezza è giusto.
uno viene preso per snob o per persona scazzata che non c'ha voglia di essere disturbata..
però secondo me la gente dovrebbe anche averci un po' di sensibilità da pensare "forse è solo un po' timido/a"..
cioè, vorrei vedere molti di loro al mio posto: sola in un luogo dove tutti già si conoscono.
credo che non venga molto immediato a nessuno, di interpellare il primo che passa dal nulla.
a meno che uno non sia particolarmente estroverso.

da me stessa non mi aspetto di diventare una capace di attaccare bottone per strada (pure la mia psic me lo disse),
però certo uno può fare qualcosa per rendersi un minimo disponibile.
tipo camminare senza guardarsi i piedi o guardarsi intorno in presenza delle persone.
in due settimane ancora non ho raccattato niente, ma intanto mi sembra importante cominciare a trovarmi a mio agio in un luogo.

anche se devo farne, ancora, di passi, prima di riuscire a stabilire dei contatti:
ad esempio dovrei imparare a non lignificarmi istantaneamente quando qualcuno mi sorride (recentemente, un ragazzo, dopo avermi radiografato mentre studiavo, aspettò che mi girassi verso di lui al momento di andarmene e mi sorrise. ecco, lì reagii in maniera stupida :shy: )...

dies irae
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Messaggio da dies irae » 12/07/2010, 12:51

alma_romita ha scritto: però secondo me la gente dovrebbe anche averci un po' di sensibilità da pensare "forse è solo un po' timido/a"..
cioè, vorrei vedere molti di loro al mio posto: sola in un luogo dove tutti già si conoscono.
io sono convinto che non sia mancanza di sensibilità; ad ogni persona viene naturale non curarsi di quello che è fuori del suo piccolo mondo, anche tra amici, quanto è raro trovare qualcuno che non sia concentrato prima su di sè, e solo dopo sugli altri.
queste persone hanno già i loro gruppetti, non cercano altro, ripeto per me è del tutto naturale, non c'è da farne una colpa.
quelle persone che ho messo nell'esempio, poi si sono rivelate delle bravissime persone, ma sono stato io a dover fare il primo passo, non poteva essere ALTRIMENTI.
alma_romita ha scritto: ad esempio dovrei imparare a non lignificarmi istantaneamente quando qualcuno mi sorride (recentemente, un ragazzo, dopo avermi radiografato mentre studiavo, aspettò che mi girassi verso di lui al momento di andarmene e mi sorrise. ecco, lì reagii in maniera stupida :shy: )...
ahahah, la parola "lignificarmi" è bellissima, sto ridendo come uno scemo!

boh io per iniziare lascerei perdere i ragazzi, difficile che cerchino amicizia e basta, poi oh sta al tuo giudizio. piuttosto inizierei a scrutare attorno a mò di periscopio, se ci siano altre ragazze che noti più di una volta stare da sole, magari stanno vivendo il tuo stesso problema. nell'ambito universitario non penso che manchino le scuse ed i pretesti per rivolgere una parola, sfoggiando il tuo miglior sorriso (immagina di essere uno di quei venditori di prodotti fuffa), se recepisci dall'altra parte un minimo di apertura, allora puoi osare un minimo di più, sennò lascia perdere e cercati un'altra preda.

guarda lo so che dal di fuori sembra tutto facile, ma sono situazioni in cui tanti siamo passati, sennò non staremmo qui in un forum dedicato all'amicizia, ma uno dedicato alla moda e fighetterie varie.

è una palestra in cui allenarsi giorno dopo giorno, i muscoli non si fanno mica dall'oggi al domani.

poi vabbè, puoi anche incontrare persone str..ze che ti possono fare rimpiangere il fatto di avere cercato, ma tutto aiuta a rafforzarsi, è solo provando e riprovando che si ottengono i risultati.

Rikardo
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Messaggio da Rikardo » 14/07/2010, 10:42

Spiegami l'oggetto del topic.

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Merlino
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Re: Magna cum incertezza

Messaggio da Merlino » 14/07/2010, 11:03

alma_romita ha scritto:Solitamente prima di iscriversi a/su/in un forum è buona norma lurkare per un certo periodo di tempo e solo dopo decidere se iscriversi o meno.
Invece personalmente non ho lurkato e mi sono iscritta abbastanza a scatola chiusa, senza nemmeno rendermi bene conto che io con il concetto di Amicizia non ho molto a che fare.

Nel reale avevo solo un amico, di vecchia data, che però adesso è fidanzato e quindi non può più frequentarmi, causa gelosia.

Amici del liceo abbandonati tutti, perché il passaggio all'uni è stato traumatico e ho avuto la brillante idea di chiudermi, tagliando i ponti con tutti.
All'università niente amici: è un ambiente che detesto, cerco di evitarlo il più possibile, infatti sto faticando un sacco.

Come presentazione non è molto invitante, si capisce che probabilmente non sono nemmeno capace di essere un'amica decente.
Sono timida, ansiosa, sempre stata più o meno sola.

Oscillo spesso fra la mestizia data dal non avere praticamente nessuno e l'idea che ormai all'età che ho è impossibile farsi degli amici nella vita reale.
Mancano gli interessi, gli hobby, le attività.
Eppure il mio gentile ragazzo, che purtroppo sta a 300 km da me, dice che mi farebbe bene uscire e avere delle amiche.
Non lo so,
mi sembra tanto difficile.

Intanto vi saluto
e scusate la logorrata :shy:
Benvenuta!!! :D