Re: Bulgaria
Inviato: 17/12/2018, 1:48
Non ci vedo niete di indelicato, i cimiteri sono luoghi pubblici con dati pubblici. E comunque non si vede niente...Etere ha scritto: ↑17/12/2018, 16:22
Forse è indelicato postare quest'ultima foto, ma comunque parte dei dati anagrafici sono incomprensibili ai più e le foto dei monaci sfuocate. Hanno vissuto in un luogo intriso di spiritualità e che trasmette serenità. Pace all'anima loro.
L'ultima visita della giornata infine è stata poi, come dicevo, quella al villaggio di Arbanasi. Di questa ho solo qualche foto scattata con una Nikon: ed è tutto sommato un bene perché ho inflazionato abbastanza questo topic
Dico la mia. Pur non avendo avuto foto del borgo bulgaro che agognavo da mesi ( sei mesi?) posso dire che i posti sono affascinanti, ma di per se'-non valgono quanto una gita a Torcello dal punto di vista artistico. Dal punto di vista storico, pero', vedere quel confine funereo, quel ricordo della famigerata cortina di ferro, dei tanti morti e disperati, il tutto ricomposto ( pur con tanti drammi) in una targa che parla di patto atlantico ( e non faccio differenza tra bulgari e rumeni perche'-noi occidentali siamo cosi'), be'-tutto questo per la mia generazione lascia (-o dovrebbe lasciare) un ricordo e un'-emozione vivida, tanto piu'-che oramai non trovi piu'-nulla da anni in germania o repubblica ceca. Per questo uno dei viaggi piu '-angoscianti che ho fatto, interminabile e funesto e'-un ricordo cosi' essenziale per me: berlino est , 90. Difficile trovare posti in cui senti il dolore della storia vivido. Vabbe' ho detto la mia, anche se non so se sarei pronta ad andarci
Hai capito al volo (come al solito) ciò che intendevo. È proprio quello che, come ho già scritto, ho provato a Bucarest davanti al Palazzo del Parlamento, la ex Casa del Popolo di Ceausescu: vedere la bandiera romena tra quella UE e NATO davanti a quel palazzo, pensare alle sofferenze patite da un intero popolo e alla fine delle stesse...cinque ha scritto: ↑03/01/2019, 23:17Dico la mia. Pur non avendo avuto foto del borgo bulgaro che agognavo da mesi ( sei mesi?) posso dire che i posti sono affascinanti, ma di per se'-non valgono quanto una gita a Torcello dal punto di vista artistico. Dal punto di vista storico, pero', vedere quel confine funereo, quel ricordo della famigerata cortina di ferro, dei tanti morti e disperati, il tutto ricomposto ( pur con tanti drammi) in una targa che parla di patto atlantico ( e non faccio differenza tra bulgari e rumeni perche'-noi occidentali siamo cosi'), be'-tutto questo per la mia generazione lascia (-o dovrebbe lasciare) un ricordo e un'-emozione vivida, tanto piu'-che oramai non trovi piu'-nulla da anni in germania o repubblica ceca. Per questo uno dei viaggi piu '-angoscianti che ho fatto, interminabile e funesto e'-un ricordo cosi' essenziale per me: berlino est , 90. Difficile trovare posti in cui senti il dolore della storia vivido.
Ai tanti romeni che lavorano in Italia, certo. Anche grazie a loro...
Grazie cinque!
I parametri di convergenza richiesti per entrare a far parte dell' Eurozona sono stringenti: alcuni di questi, per esempio quello relativo al tasso d'inflazione, costituiscono una barriera all'entrata per stati come la Romania. Altri parametri invece non sono di ostacolo: la Romania, per esempio, ha un debito pubblico pari al 40 % del pil e (immagino) un deficit pubblico contenuto. Sono economie che pur crescendo in termini di aumento del pil annuo in maniera anche impetuosa presentano nel contempo delle fragilità che ne sconsigliano per ora l'adesione alla Uem. La passata crisi dei debiti sovrani dei paesi periferici ne ha poi, come hai detto, messo a freno ogni velleità...Andyphone ha scritto: ↑05/01/2019, 20:49Grazie cinque!
Riguardo i paesi dell'est Europa mi sono fatto l'idea che siano riusciti nella ripresa certo grazie alla grande volontà e sacrificio ma principalmente per essersi tenuti fuori dalla crisi della zona Euro, altrimenti avrebbero probabilmente fatto la fine della Grecia. Spero bene si tengano ancora alla larga dall'Euro, mi pare che alcuni invece abbiano ancora in sospeso la richiesta per entrarci
Ciao
Il dumping economico non è una strategia semplice da mettere in pratica soprattutto perché nel lungo periodo può penalizzare i cittadini dello stato che la adotta. Infatti, il governo che favorisce un lotto ristretto di imprese domestiche ordina alle banche da un lato di concedere prestiti agevolati a queste imprese e dall'altro lato di praticare bassi tassi di interesse sui depositi dei risparmiatori (non si può essere di manica larga con tutti); è vero che le imprese in questione esportano i beni prodotti vendendoli a basso prezzo all'estero (a danno dei paesi più deboli, ma anche a danno di quelli più forti: sia gli gli uni che gli altri possono però difendersi introducendo misure anti-damping a scopo di ritorsione), ma poiché sono organizzate in cartelli vendono quegli stessi beni nel mercato interno alle famiglie a prezzi alti; il governo poi per reintegrare le entrate tende a tassare maggiormente le famiglie stesse, ecc. Tutto ciò alla fine può causare un calo della domanda interna, dei consumi, e quindi della produzione con rischi di effetti recessivi sull'ecomia del paese. Dunque la cosa non è così agevole da mettere in pratica. L'economista indiano R. Rajan nel suo "Terremoti finanziari" (Einaudi, 2012) spiega bene questo punto in particolare alle pagine 88-95.cinque ha scritto: ↑06/01/2019, 20:40
Potrebbero continuare , con la BCE sul collo e l'
' euro, nel dumping economico e sociale a danno dei paesi deboli come il nostro? Qualche volta mi chiedo se ho fatto cosi' bene ad essere felice per il crollo del muro di Berlino. Forse non abiterei in sto paesello vicino alla montagna...
Vabbè straparlo. Sta foto arriva?
Comunque senza BCE e Euro l'influenza della UE è molto limitata, vedasi le diatribe con Polonia ed Ungheria ad esempio. Qualcuno dice (e sono d'accordo) che l'Euro non è tanto una moneta quanto un metodo di governo.
Bisogna dire che UE e Euro non sembrano risolverli i problemi però anche attuando i metodi che teoricamente dovrebbero, probabilmente perché in Europa le economie e politiche dei vari paesi non sono assimilabili. I paesi dell'est magari dovrebbero unire le forze e crearne uno loro di sistema economico sostenibile.
Un'area valutaria comune?Andyphone ha scritto: ↑07/01/2019, 8:06Bisogna dire che UE e Euro non sembrano risolverli i problemi però anche attuando i metodi che teoricamente dovrebbero, probabilmente perché in Europa le economie e politiche dei vari paesi non sono assimilabili. I paesi dell'est magari dovrebbero unire le forze e crearne uno loro di sistema economico sostenibile.
In realtà questo genere di strategia è difficilmente praticabile alle nostre latitudini, ossia in un'area comunitaria come la nostra: come minimo configurerebbe un'ipotesi di aiuto di stato (naturalmente non manca qualche stato refrattario o che adotta degli escomotages, ecc.). Si attaglia invece a stati extracomunitari che adottano politiche dirigiste o che le hanno adottate in passato (tipo Taiwan, nel secolo scorso). Per questo motivo ho parlato di misure antidumping ritorsive avendo in mente più questi paesi che i nostri comunitari. Naturalmente, contestualizzando, nella UE non si potrebbe proteggere in questo modo un dato settore industrialeEtere ha scritto: ↑06/01/2019, 23:17Il dumping economico non è una strategia semplice da mettere in pratica soprattutto perché nel lungo periodo può penalizzare i cittadini dello stato che la adotta. Infatti, il governo che favorisce un lotto ristretto di imprese domestiche ordina alle banche da un lato di concedere prestiti agevolati a queste imprese e dall'altro lato di praticare bassi tassi di interesse sui depositi dei risparmiatori (non si può essere di manica larga con tutti); è vero che le imprese in questione esportano i beni prodotti vendendoli a basso prezzo all'estero (a danno dei paesi più deboli, ma anche a danno di quelli più forti: sia gli gli uni che gli altri possono però difendersi introducendo misure anti-damping a scopo di ritorsione), ma poiché sono organizzate in cartelli vendono quegli stessi beni nel mercato interno alle famiglie a prezzi alti; il governo poi per reintegrare le entrate tende a tassare maggiormente le famiglie stesse, ecc. Tutto ciò alla fine può causare un calo della domanda interna, dei consumi, e quindi della produzione con rischi di effetti recessivi sull'ecomia del paese. Dunque la cosa non è così agevole da mettere in pratica. L'economista indiano R. Rajan nel suo "Terremoti finanziari" (Einaudi, 2012) spiega bene questo punto in particolare alle pagine 88-95.