a proposito di relazioni multiple: uno strano triangolo
Inviato: 20/10/2005, 13:04
Confesso... mi è capitata ed ho vissuto una relazione multipla atipica...
Le parti in causa erano: lui, lei, io... ma va? direte voi... già vedo qualcuno sogghignare....
La cosa ha avuto inizio 7 anni fa ed è durata per circa un anno, ma ve la racconto in tempo presente.
Premessa: lui è una persona onesta, integerrima, anche un bell'uomo, ha qualche anno più di me e una figlia (allora) di 23 anni con la quale ha un rapporto piuttosto conflittuale, nel senso che lui è molto rigido e iper protettivo nei confronti della figlia e lei molto autonoma...
Di lei ho visto solo qualche foto...
Lo conosco, lo frequento, mi/ci piaciamo, parliamo molto...
Mi racconta la sua vita matrimoniale, lunghi anni passati anche per motivi di lavoro distanti, mi racconta i conflitti caratteriali, le numerosissime liti e le riappacificazioni, il lascia e riprendi, le sue preoccupazioni per la salute di sua moglie... Insomma passano un po' di mesi, qualche cena, qualche gita in montagna, la classica fase di studio dovuta al fatto che io abito in Aosta e lui a Milano...
E' una persona rassicurante, organizzata, tranquilla ed ogni tanto ha anche qualche sprazzo di umorismo... Ha anche i suoi bravi difetti tipo essere un po' troppo "perfettino" e un po' troppo parsimonioso... ma sono difetti veniali.
Quello che mi urta un po' i nervi è la costante presenza di lei...
Passano altri mesi, il rapporto diventa più intimo, vorrebbe che mi trasferissi dalle parti di Varese dove ha una casa perché così sarei più vicina…conosco anche la figlia con cui simpatizzo quasi subito (tu sei diversa dalle solite amiche di papà...)
Potrei anche trasferirmi, sto appunto cercando un nuovo lavoro..., ma quello che mi destabilizza è la costante presenza di lei nei suoi discorsi.
Gliene parlo… mi da ragione… cerca di trattenersi, ma scivola spesso in quella direzione.
Passa ancora qualche mese, ma le cose sotto questo profilo non migliorano.
Decido di parlargliene in modo diretto durante un week end sul lago…
“ Vedi, xxx, ti amo… ma soffro ogni volta che tu paragoni quello che faccio a come lo faceva o lo avrebbe fatto lei… Io: sono io, lei: lei! Io non posso essere il suo doppione e ad essere sincera nemmeno ci tengo! Tu dici di amarmi, ma la tua mente è ancora troppo spesso con lei e questo mi intristisce, mi spegne perché mi fa sentire di troppo.
Posso solo suggerirti di pensarci bene, di riflettere a quanto ci siamo detti, di elaborare il tuo lutto…
Tu dici di amarmi, ti credo, ma io sono bloccata! Non mi sento di continuare questo nostro rapporto in queste condizioni… Posso essere per te un’amica, una confidente, ma non me la sento di investire maggiormente i miei sentimenti verso di te fintanto che tu sei in queste condizioni.
Ci siamo incontrati troppo presto, tu devi ancora finire di elaborare il tuo lutto.
Ed io sono o per il tutto o per il niente, mi spiace.”
Così, ho rinunciato a questa storia perché l’altra era la moglie deceduta un anno circa prima del nostro primo incontro…
Lei, che non c’era più fisicamente, era una presenza continua nella sua mente perché lui non aveva ancora finito di elaborare il lutto.
E sinceramente non mi sentivo la forza di combattere contro un fantasma.
Ricomponetevi... pensavate ad un racconto a luci rosse?
Le parti in causa erano: lui, lei, io... ma va? direte voi... già vedo qualcuno sogghignare....
La cosa ha avuto inizio 7 anni fa ed è durata per circa un anno, ma ve la racconto in tempo presente.
Premessa: lui è una persona onesta, integerrima, anche un bell'uomo, ha qualche anno più di me e una figlia (allora) di 23 anni con la quale ha un rapporto piuttosto conflittuale, nel senso che lui è molto rigido e iper protettivo nei confronti della figlia e lei molto autonoma...
Di lei ho visto solo qualche foto...
Lo conosco, lo frequento, mi/ci piaciamo, parliamo molto...
Mi racconta la sua vita matrimoniale, lunghi anni passati anche per motivi di lavoro distanti, mi racconta i conflitti caratteriali, le numerosissime liti e le riappacificazioni, il lascia e riprendi, le sue preoccupazioni per la salute di sua moglie... Insomma passano un po' di mesi, qualche cena, qualche gita in montagna, la classica fase di studio dovuta al fatto che io abito in Aosta e lui a Milano...
E' una persona rassicurante, organizzata, tranquilla ed ogni tanto ha anche qualche sprazzo di umorismo... Ha anche i suoi bravi difetti tipo essere un po' troppo "perfettino" e un po' troppo parsimonioso... ma sono difetti veniali.
Quello che mi urta un po' i nervi è la costante presenza di lei...
Passano altri mesi, il rapporto diventa più intimo, vorrebbe che mi trasferissi dalle parti di Varese dove ha una casa perché così sarei più vicina…conosco anche la figlia con cui simpatizzo quasi subito (tu sei diversa dalle solite amiche di papà...)
Potrei anche trasferirmi, sto appunto cercando un nuovo lavoro..., ma quello che mi destabilizza è la costante presenza di lei nei suoi discorsi.
Gliene parlo… mi da ragione… cerca di trattenersi, ma scivola spesso in quella direzione.
Passa ancora qualche mese, ma le cose sotto questo profilo non migliorano.
Decido di parlargliene in modo diretto durante un week end sul lago…
“ Vedi, xxx, ti amo… ma soffro ogni volta che tu paragoni quello che faccio a come lo faceva o lo avrebbe fatto lei… Io: sono io, lei: lei! Io non posso essere il suo doppione e ad essere sincera nemmeno ci tengo! Tu dici di amarmi, ma la tua mente è ancora troppo spesso con lei e questo mi intristisce, mi spegne perché mi fa sentire di troppo.
Posso solo suggerirti di pensarci bene, di riflettere a quanto ci siamo detti, di elaborare il tuo lutto…
Tu dici di amarmi, ti credo, ma io sono bloccata! Non mi sento di continuare questo nostro rapporto in queste condizioni… Posso essere per te un’amica, una confidente, ma non me la sento di investire maggiormente i miei sentimenti verso di te fintanto che tu sei in queste condizioni.
Ci siamo incontrati troppo presto, tu devi ancora finire di elaborare il tuo lutto.
Ed io sono o per il tutto o per il niente, mi spiace.”
Così, ho rinunciato a questa storia perché l’altra era la moglie deceduta un anno circa prima del nostro primo incontro…
Lei, che non c’era più fisicamente, era una presenza continua nella sua mente perché lui non aveva ancora finito di elaborare il lutto.
E sinceramente non mi sentivo la forza di combattere contro un fantasma.
Ricomponetevi... pensavate ad un racconto a luci rosse?
