Il vero Amore

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vivere_13
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Il vero Amore

Messaggio da vivere_13 » 01/09/2011, 13:45

Il vero “Amore”

L’amore viene considerato il motore del mondo , per amore (o pseudo tale)noi compiamo la maggior parte delle nostre azioni , inoltre credo che esso sia la cosa più bella che Dio ci ha donato, detto questo, viene da chiedersi:
Se l’amore è la cosa più bella donataci da Dio, perché mai dovrebbe farci soffrire?.
La risposta abita in noi stessi, Dio non ama la “sofferenza” e tantomeno se tale sofferenza riguarda i propri Figli, (quale Vero Padre vorrebbe mai che i propri Figli soffrissero?). Per cui la sofferenza è uno stato d’animo che prende corpo all’interno di noi stessi causata dai “nostri motivi” con cui viviamo tale pseudo - amore. Un esempio molto calzante lo troviamo nell’ osservare una storia d’amore con relativo e assai classico tradimento del nostro Lui o Lei, in verità credo che più ad essere tali persone che ci
tradiscono, siamo più noi che ci sentiamo “traditi”, e viviamo tale brutta emozione che ci avvelena il cuore, perché purtroppo le consideravamo “nostre”, per cui non le amavamo come
si dovrebbero amare, ma bensì più come un “possesso” .
Le classiche frasi che ci martellano i timpani e ci fanno “morire”, “ma come? dopo tutto ciò che ti ho dato, e fatto? , è cosi che mi hai ripagato?
Classiche affermazioni da cui si comprende , che facevamo tutto perché ci aspettavamo qualcosa in cambio, o comunque peccavamo puredi “ego” (superiorità) perché volevamovedere quanto eravamo bravi ad “amare/possedere”, (uno scambio di pseudo/amore). Mentre
tali persone non sono nostre, possiamo solo amarle ma non dobbiamo considerarle nostre loro sono e rimarranno sempre solo di loro stesse , così come noi siamo di noi stessi. Invece siamo cosi tanto ricolmi di “EGO” (superiorità interiore) che abbiamo la solita stupida presunzione di sapere o voler sapere i pensieri altrui. Chissà quanti “tradimenti mentali”
avvengono ogni millesimo di secondo nel mondo? , e quale è la differenza , tra il tradimento mentale e quello materiale?, che in quello materiale vi è la violazione del “corpo” quindi di ciò che consideriamo materialmente nostro, forse perché amiamo/vogliamo , il corpo più di qualcosa d’altro?.
Inoltre il materiale può essere “visto” quindi giudicato da altri, e in noi prende corpo il concetto di “paura” ,e da essa possiamo avere come conseguenza la “sofferenza”, In tutte le azioni che ogni istante della nostra vita andiamo a fare-subire-vivere e dire (il verbo), se tali azioni, sono lontane dal nostro sentire con l’anima (detto cuore) ci porteranno sempre alla sofferenza. Purtroppo di “amore vero” finché restiamo nell’ottica del tradimento né vedo ben poco……. Certo che è una cosa disdicevole tradire!, ma E’ un problema di chi ci “deve” convivere con il pensiero di aver fatto tale azione per l’appunto disdicevole, (oppure vogliamo che il “libero
arbitrio” ci appartenga solo a noi??), perché “Io” dal canto mio, se amo veramente, non potrò mai! tradire nemmeno con il pensiero. Ma pure io devo meditare in tale affermazione di “non potrò Mai tradire”, perché anche in tale modo di pensare potrei nascondere la mia “paura” e quindi non tradisco per la paura di essere tradito, pertanto devo cercare con
l’allenamento di andare oltre il concetto di “tradire”. Deve invece prendere sempre più corpo dentro mè stesso il termine di “amare senza aspettarmi nulla in cambio” anche se fosse per un periodo brevissimo, (non è il tempo a far crescere l’amore , il tempo fa aumentare la “paura” di perdersi a vicenda). Non vorrei che chi leggesse tale mio pensiero , e che avendo appunto in cuore suo “tradito” si sentisse per cosi dire una persona considerata “brutta”, perché non lo E’ assolutamente, perché per prima cosa anch’egli è un strumento in mano di “Dio” , con questo non voglio dire
che si deve sentire manovrato e quindi giustificato per l’azione fatta, perché le azioni sono una cosa, mentre “nostri” sono i “motivi” per cui abbiamo compiuto tali azioni (libero arbitrio è dentro di noi abita nei motivi per cui …), e in secondo luogo , non possiamo giudicarci ora per allora, perché siamo in continua evoluzione, per cui ora abbiamo una consapevolezza che
a quel tempo non avevamo, per cui sarebbe assurdo piangere (soffrire) per quello che abbiamo fatto, mentre è più costruttivo per noi, meditare in noi stessi e “far tesoro” del tutto, per crescere interiormente, al fine di trovare un nostro equilibrio interiore e pace con noi stessi. Un amore/attrazione totale, tra un uomo e una donna, può pure terminare, perché siamo mutevoli nel tempo , mentre ci è stato insegnato di nascondere le nostre emozioni dentro noi stessi, (vedi il concetto portato ad esasperazione nella società giapponese), pratica che ci è stata tradotta nel credo comune della nostra società come “senso di responsabilità” , ma tale senso di responsabilità perché mai dovremmo applicarlo per gli altri e non anche per
noi stessi?.
Amore verso i “propri” figli:
A volte sentiamo genitori che affermano di sacrificarsi o aver sacrificato una vita per loro, io credo che se un genitore fa tali affermazioni, si trova nella “sofferenza” perché se fai qualcosa con vero amore incondizionato , che pertanto dà, senza nulla pretendere, nel momento invece che affermiamo di sacrificarci (anche sé in minima parte) vuol dire che diamo qualcosa di noi stessi in più di quello che vorremmo o avremmo voluto , per cui con il tempo la rinfacceremo, anche se non lo faremo direttamente ai figli , l’avremo rinfacciata dentro noi stessi.
Anche i genitori, come i figli, sono entrambe anime di Dio, per quale motivo dovrebbero sacrificarsi a vicenda, generando cosi a ruota tra generazioni, un continuo e inarrestabile senso di sofferenza?.
Lo stesso concetto e similmente applicabile visto dalla visuale di un figlio, nei confronti dei “propri” genitori , anche qui troviamo il concetto di propri/possesso, mentre Gesù disse: “Colui che non pospone suo padre e sua madre, come Me, non potrà diventare mio discepolo. Colui che non ama suo Padre e sua Madre come Me, non potrà diventare mio discepolo. Perché è mia madre che mi ha messo al mondo, ma la mia VERA MADRE che mi ha dato la Vita.” Che letteralmente significa, chi non mette in discussione
anche i suoi genitori terreni, non sarà in grado di conoscere se stesso, perché i genitori terreni non possiedono la verità in tasca, mentre i Genitori veri Dio e la Grande Madre , essi sono il Padre e la Madre (da notare nel versetto le maiuscole quando parla del Padre/Dio e della Madre /tutta la materia che ci circonda e facciamo parte, e minuscole in luogo del padre
e madre terreni). E sempre Gesù disse:
“Colui che non sa lasciare suo padre e sua madre non può divenire mio discepolo, e colui che non sa lasciare i suoi fratelli e le sue sorelle e non sa comportarsi come me, non sarà degno di Me”.
Lasciare i propri famigliari, significa staccarsi dal loro nido rassicurante ,che ci porta solo a coprire le nostre paure, senza permetterci di crescere pienamente dentro noi stessi, tale distacco non deve essere inteso solo , o dal mero punto di vista materiale, ma bensì soprattutto dal punto di vista mentale. E tale distacco iniziale che ci sembrerà un abbandono mentale reciproco, si trasformerà poi in vero amore costruttivo per entrambi e libero da paure, che vanno a distorcere la realtà e l’amore stesso che proviamo.
Dio non è un amante della sofferenza, per cui o diamo nel limite che ci sentiamo di farlo, (questo vale sia per i figli e sia per genitori e per tutte quelle persone che ci circondano e le vorremmo nostre) oppure fermiamoci e meditiamo in noi stessi e chiediamoci il “motivo del nostro limite”.
Per cui i figli, noi non li abbiamo fatti, non siamo capaci di tanto, noi siamo solo in grado di generare la “carne” che poi diverrà polvere, -polvere alla polvere-, solo Dio è in grado di creare, per cui loro sono stati creati da Dio, essi sono anime come noi tutti, che debbono fare il loro percorso nel teatrino del mondo /scuola per raggiungere la propria integrità, mentre noi
ci attacchiamo ad essi in maniera morbosa senza equilibrio interiore, come a tutte le persone che ci circondano è le vorremmo “nostre”, ma poi quando inevitabilmente per loro come per noi termina il teatrino della vita materiale, soffriamo e riempiamo i cimiteri di ciò che è nostro, la “polvere”, che altro non è che il nostro “EGO” (superiorità interiore) visto sotto altra
forma.
Quando amiamo veramente, dovremo con l’allenamento giornaliero , cercare di voler il meno possibile sapere gli altrui pensieri, perché anche se c’è li dicono, non potremmo mai! saperli, poi ognuno di noi “peccando di ego” crede è afferma di “sentire” percepire ecc, quando l’altro ama, ma forse dimentichiamo che esistono dei grandi attori, o comunque persone che senza volerci ingannare ci hanno detto di amarci, ma poi dato che siamo mutevoli,tale loro amore è mutato, solo che per “paura” di far soffrire non l’ho dicono, ma purtroppo la vera “paura” non è quella di far soffrire ma bensì “paura dei giudizi” e paura di perdere determinate situazioni
economiche o comunque legate alla parte materiale del mondo per cui non viviamo la vita pienamente, ma bensì in inevitabile sofferenza.
Inoltre se abbiamo paura di far soffrire, significa che ancora una volta “pecchiamo di ego” perché diamo per scontato di capire sapere i pensieri altrui, (solo Dio può tanto), ma cosa né sappiamo noi se gli altri soffriranno? Potrebbe essere addirittura che pure loro, stanno vivendo la medesima nostra sofferenza ma con altri loro motivi .
Per cui nella vita dobbiamo amare incondizionatamente, poi se incontriamo coloro che anch’essi riescono a amarci incondizionatamente, allora è la meraviglia delle meraviglie. È difficile da fare, perché in un mondo in cui già da piccoli ci è stato inculcato il concetto di “mio” e “tuo” e di “dare avere”, io ti amo solo se sono convinto che tu mi ami, ma come ribadito partiamo sempre con il piede sbagliato, dobbiamo allenarci ad amare con il concetto
di “DARE”, io ti amo perché tale stato d’animo mi fa sentire una persona “VIVA”, è tale mio sentire nasce dal sentimento che provo , senza pretendere nulla in cambio. Uno dei passi fondamentali è mettere in pratica un antico proverbio Turco, che recita:
“ Riusciremo a provare il vero amore, quando cammineremo sulla neve senza lasciare impronte”, che significa, provare il vero amore incondizionato, quando saremo cosi leggeri perché liberati dai nostri pesi interiori (rancori verso gli altri, e nostre frustrazioni interiori
represse) da sentirci così leggeri e liberi dalle paure , da poter camminare sulla neve senza lasciare impronte.

tratto da www.ilprimovangelo.it
"Cio' che è fuori di noi, è anche dentro di noi...vana è la fuga, la sola via è la conoscenza, l'incontro con l'imperscrutabile di noi stessi."

Old Adventurer
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Messaggio da Old Adventurer » 02/09/2011, 14:18

Ciao, credo che ci sia un errore di fondo nella tua domanda, anzi, più di uno: il primo è parlare di "vero" amore, come se ne esistessero di falsi, non veri, e il secondo è ritenere che compito dell'amore sia "farci stare bene"
Lasciamo stare poi quella di Dio padre (perché è anche madre!) ecc, che questi riguardano più la sfera della teologia che quella della psicoantropologia, intesa nel senso di studio del comportamento e del pensiero umano.
L'amore, e per amore intendo il comportamento nella specia umana riguardo l'attività riproduttiva, è una funzione, caricata di aspetti immaginativi da una psiche fondamentalmente immaginativa.
Il possesso, che tu fai così bene notare, nasce a sua volta da un'altra funzione, quella della sicurezza: si accumula cibo, potere e persone, perché così si sopravvive meglio; e ciò che è tuo delimita con maggior precisione i confini che non si vuole che altri trapassino.
Discorso molto lungo e complesso, comunque.

Tanto per scendere su piani più leggeri metto di seguito cosa penso del vero amore:

il vero amore è come la porta di un gabinetto aperto:
lo riconosci anche se non lo vedi.
il vero amore fa le puzzette e si mette le dita nel naso
il vero amore è la tua faccia disfatta e la mia barba lunga
il vero amore sono le tue cose, che quando ce l'hai sei intrattabile
e i miei schizzi di piscio nel gabinetto
il vero amore è il mio russare, e le tue paranoie sulla cellulite
il vero amore è la tua zuppa di finocchi e il mio bottiglione di vino
il vero amore sono le nostre manie e le razione migliore che ci mettiamo nel piatto
il vero amore è quella ******* di tua madre, che pure sopporto e accudisco
e i soldi che mi freghi e i miei piccoli tradimenti
il vero amore è vederti ancora, anche se ti detesto, oggi come ieri, e anche se non ci spero
sicuramente domani.
...ogni tanto guardo verso il cielo, oppure verso un insetto che si posa su un fiore: non c'è molta differenza fra lui e una galassia: entrambi girano in tondo a caccia di luce, e lo stesso faccio anche io...

vivere_13
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Messaggio da vivere_13 » 02/09/2011, 19:47

Old Adventurer ha scritto:Ciao, credo che ci sia un errore di fondo nella tua domanda, anzi, più di uno: il primo è parlare di "vero" amore, come se ne esistessero di falsi, non veri, e il secondo è ritenere che compito dell'amore sia "farci stare bene"
Lasciamo stare poi quella di Dio padre (perché è anche madre!) ecc, che questi riguardano più la sfera della teologia che quella della psicoantropologia, intesa nel senso di studio del comportamento e del pensiero umano.
L'amore, e per amore intendo il comportamento nella specia umana riguardo l'attività riproduttiva, è una funzione, caricata di aspetti immaginativi da una psiche fondamentalmente immaginativa.
Il possesso, che tu fai così bene notare, nasce a sua volta da un'altra funzione, quella della sicurezza: si accumula cibo, potere e persone, perché così si sopravvive meglio; e ciò che è tuo delimita con maggior precisione i confini che non si vuole che altri trapassino.
Discorso molto lungo e complesso, comunque.

Tanto per scendere su piani più leggeri metto di seguito cosa penso del vero amore:

il vero amore è come la porta di un gabinetto aperto:
lo riconosci anche se non lo vedi.
il vero amore fa le puzzette e si mette le dita nel naso
il vero amore è la tua faccia disfatta e la mia barba lunga
il vero amore sono le tue cose, che quando ce l'hai sei intrattabile
e i miei schizzi di piscio nel gabinetto
il vero amore è il mio russare, e le tue paranoie sulla cellulite
il vero amore è la tua zuppa di finocchi e il mio bottiglione di vino
il vero amore sono le nostre manie e le razione migliore che ci mettiamo nel piatto
il vero amore è quella ******* di tua madre, che pure sopporto e accudisco
e i soldi che mi freghi e i miei piccoli tradimenti
il vero amore è vederti ancora, anche se ti detesto, oggi come ieri, e anche se non ci spero
sicuramente domani.
Diciamo che se ci penso tale amore è identico all'amore che ha il mio cane quando incontra la sua cagnetta..ma per stare pure leggeri...posso solo dirti che io di tale amore di cui tu parli non saprei proprio cosa farne e come soprattutto definirlo.
"Cio' che è fuori di noi, è anche dentro di noi...vana è la fuga, la sola via è la conoscenza, l'incontro con l'imperscrutabile di noi stessi."

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Messaggio da Old Adventurer » 02/09/2011, 20:09

vivere_13 ha scritto:[...]



Diciamo che se ci penso tale amore è identico all'amore che ha il mio cane quando incontra la sua cagnetta..
E qual'è la differenza...?
Magari fossimo capaci di amare come lo sa fare una cagnetta...
...ogni tanto guardo verso il cielo, oppure verso un insetto che si posa su un fiore: non c'è molta differenza fra lui e una galassia: entrambi girano in tondo a caccia di luce, e lo stesso faccio anche io...

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Messaggio da justeyes89 » 02/09/2011, 21:39

Old Adventurer ha scritto:Ciao, credo che ci sia un errore di fondo nella tua domanda, anzi, più di uno: il primo è parlare di "vero" amore, come se ne esistessero di falsi, non veri, e il secondo è ritenere che compito dell'amore sia "farci stare bene"
Lasciamo stare poi quella di Dio padre (perché è anche madre!) ecc, che questi riguardano più la sfera della teologia che quella della psicoantropologia, intesa nel senso di studio del comportamento e del pensiero umano.
L'amore, e per amore intendo il comportamento nella specia umana riguardo l'attività riproduttiva, è una funzione, caricata di aspetti immaginativi da una psiche fondamentalmente immaginativa.
Il possesso, che tu fai così bene notare, nasce a sua volta da un'altra funzione, quella della sicurezza: si accumula cibo, potere e persone, perché così si sopravvive meglio; e ciò che è tuo delimita con maggior precisione i confini che non si vuole che altri trapassino.
Discorso molto lungo e complesso, comunque.

Tanto per scendere su piani più leggeri metto di seguito cosa penso del vero amore:

il vero amore è come la porta di un gabinetto aperto:
lo riconosci anche se non lo vedi.
il vero amore fa le puzzette e si mette le dita nel naso
il vero amore è la tua faccia disfatta e la mia barba lunga
il vero amore sono le tue cose, che quando ce l'hai sei intrattabile
e i miei schizzi di piscio nel gabinetto
il vero amore è il mio russare, e le tue paranoie sulla cellulite
il vero amore è la tua zuppa di finocchi e il mio bottiglione di vino
il vero amore sono le nostre manie e le razione migliore che ci mettiamo nel piatto
il vero amore è quella ******* di tua madre, che pure sopporto e accudisco
e i soldi che mi freghi e i miei piccoli tradimenti
il vero amore è vederti ancora, anche se ti detesto, oggi come ieri, e anche se non ci spero
sicuramente domani.
dal sacro al profano.Però non mi é chiara la storia dei soldi e della zuppa.Perché i finocchi,uffa :rolleyes:
Preoccupati più del carattere che della tua reputazione,perchè il carattere è ciò che sei,la reputazione ciò che gli altri pensano di te

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Messaggio da Old Adventurer » 03/09/2011, 6:47

justeyes89 ha scritto:[...]



dal sacro al profano.Però non mi é chiara la storia dei soldi e della zuppa.Perché i finocchi,uffa :rolleyes:
Hehehe (tipica risata del vecchietto western): La zuppa di finocchi è autobiografica: mia suocera la faceva quasi tutti i giorni, e nessuno in casa la mangiava, solo io, la sera, per non litigare, la dovevo finire, così lei pensava che fosse gradita e il giorno dopo la rifaceva :).
Comunque quella specie di versi che ho messo sono provocatori, lo ammetto, nel senso che vorrebbero riportare l'amore ad una dimensione più umana, e l'essere umano, che lo voglia o no, "puzza", e non riconoscere questo significa ricadere nell'illusione dell'amore "vero, puro e lindo".
Noi nasciamo nella puzza, e l'amore, quello vero, che poi è quello che preserva e propaga la vita, è fatto di odori.
E comunque la mia non è un'idea nemmeno tanto originale: lo diceva gia Finardi: "l'amore lo riconosci dall'odore..."
...ogni tanto guardo verso il cielo, oppure verso un insetto che si posa su un fiore: non c'è molta differenza fra lui e una galassia: entrambi girano in tondo a caccia di luce, e lo stesso faccio anche io...