damabianca ha scritto:[...]
Eh...in un certo senso lo è... hai ragione.
Non a caso la quint'essenza non riguarda l'uomo, ne in termini di esistenza ne di comprensibilità... eppure l'uomo non può rinunciare ad interrogarsi su una cosa inventata da lui stesso.
Però, tieni presente che molte cose sembrano complesse perchè spiegate con le parole.
In realtà chiedo opinioni su una cosa semplice.
Complicarsi la vita potrebbe derivare dal non porsi questa domanda.
Ad esempio restando attaccati ad un'illusione...
voglio dire.... nella vita si molla se non ce la si può fare,
e ci si farebbe del male se non lo si facesse.
Io vorrei sapere dove porreste voi questo limite.
Vedi, io ho sempre agito d'istinto nel campo dei sentimenti.
Sono fatta così e sto sviluppando tardi le protezioni che sempre mi sarebbero servite.
Ho ricevuto per questo molti colpi che avrei potuto evitare.
Per questo soltanto mi pongo il problema.
alla faccia della domanda da un milione di dollari: ti accontenti di sapere poco, eh?
in pratica, chiedi quando è il caso di arrendersi....
non lo so, anch'io come te ho ricevuto parecchie batoste (in amore e in amicizia), proprio perchè fino alla fine non ho mai avuto arrendermi.
credo che ci sia un limite soggettivo per ognuno di noi, e dare una risposta assoluta sia praticamente impossibile.
per quello che è la mia esperienza, posso dire che forse è il caso di gettare la spugna proprio quando inizi a pensare quotidiamente che non vuoi arrenderti.
mi spiego meglio. tutti noi, ogni santo giorno, abbiamo mille attriti o conflitti, litigi, con familiari, amici, colleghi, compagni e così via, ma li viviamo come espidosi normali, o meglio che fanno parte della vita ordinaria delle persone. in questi casi in noi non scatta nulla che ci faccia dire: "non posso continuare così", proprio perchè - come spiegavo prima - sono vissuti come episodi normali.
ma se io in un rapporto (può essere di amicizia o di amore) quasi tutti i giorni o comunque molto spesso mi trovo a pensare: "basta, non ce la faccio più, così non si può andare avanti", ecco, forse lì si inizia ad uscire dalla normalità di un rapporto ed entrare nella fase patologica.
quando questo tipo di pensiero inizia a diventare troppo insistente, allora forse vuol dire che si è raggiunta una soglia di allerta, un "limite".
a quel punto bisognerebbe avere la forze di mettere un punto fermo a un rapporto che ormai non ci da più nulla, ma che anzi giorno dopo giorno ci impoverisce e ci distrugge.
sai, damabianca, credo che in realtà la parte più nascosta di noi sappia rispondere bene alla domanda che hai posto, e si accorga del momento in cui sarebbe bene troncare un rapporto per non farsi più inutilmente del male.
ma alla fine spesso prevalgono altri fattori, come la forza del sentimento che proviamo, la paura (perchè c'è anche quella) del cambiamento e anche un pò di rimanere soli, la presunzione (io in passato ho peccato molto in questo) di saper fronteggiare comunque la situazione e magari di riuscire a cambiare un pochino l'altra persona (insomma, di risolvere l'irrisolvibile

), il desiderio di non ammettere, neanche con se stessi, di essersi sbagliati...