Amori giovani che muoiono crescendo...

Relazioni di coppia: esperienze, storie, delusioni, consigli

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duca.bambaluc
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Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da duca.bambaluc » 23/11/2010, 0:07

Allora, lancio un sasso nello stagno perché negli ultimi giorni ho visto tante presentazioni di donne che trovano in crisi perché il rapporto con il compagno si è rotto.

Mi piacerebbe sentire un po' di esperienze, e fare un po' di "terapia di gruppo".


Ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie che non avevo ancora 17 anni. A 28 anni mi sono sposato con lei. Non abbiamo avuto crisi fino ad un momento preciso: la morte di suo padre. Nei mesi successivi alla morte lei passò attraverso una fase di riflessione sul suo passato; probabilmente la mancanza di un elemento importante nella sua vita causò un processo di riassestamento alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Durante eventi drammatici si cambia, e la morte del padre cambiò profondamente mia moglie. Nel giro di poche settimane era diventata una donna completamente diversa da quella che conoscevo prima. Non riuscivo a capire il cambiamento, non riuscivo ad entrare in sintonia con la nuova persona.

Il nostro rapporto entrò in crisi profonda. Non ultimo anche a causa del mio lavoro, che mi porta a viaggiare molto, per oltre 4 anni fummo sull'orlo della separazione.

Eravamo cresciuti insieme, quando ci eravamo messi insieme il mondo sembrava bello e il futuro brillante. Non avevamo mai avuto particolari problemi dalla vita. Non eravamo solo marito e moglie, ma anche amici. Eravamo completamente assuefatti uno all'altro.

Ad un tratto, ti accorgi che il rapporto che andava avanti tranquillamente non funziona più. Anzi: non esiste più. Lei era diventata un'altra donna, una donna molto più grande e matura mentre io ero rimasto quello di prima.

Ricordo il senso di vertigine e nausea la prima volta che pensai di separarci, il non volerci credere, il dolore profondo e lancinante pensando ai nostri figli. Ricordo le litigate, le urla, le sedie rotte, la disperazione. Ricordo il partire il lunedì mattina e non sapere cosa succederà; rientrare nel garage e andare a controllare se la sua macchina c'era ancora.

Entrato in crisi, rielaborai tutta la mia vita. Chi ero io? Avevo sempre pensato di essere troppo intelligente per finire in una situazione come questa. Eppure sul lavoro la speranza di una carriera era svanita, ed ora anche nella vita privata si profilava un naufragio. Possibile che io, 60 al liceo e 110 e lode all'università, potessi sbagliare, potessi fallire?

Per la prima volta dovevo guardare la vita dal basso. In un doloroso processo di accettazione della realtà, capii tante cose.
Che andare a bene a scuola non vuol dire necessariamente riuscire nella vita.
Che nella vita ci vuole coraggio, e si deve crescere continuamente. Io invece ero rimasto fermo ai miei 17 anni, perché la mancanza di difficoltà mi aveva fatto rimanere nella mia "comfort zone".
Che avevo rinunciato ad amicizie ed interessi, rimanendo fondamentalmente solo, chiudendomi nel regno dorato del matrimonio.

Capii che quando ci si incontra da giovani, ciò che si cerca è molto diverso da quello che si cerca quando si è più grandi. Io e lei, tutti e due, non eravamo cresciuti. Lei non era cresciuta come donna, io come uomo. Lei non sapeva come trattare un uomo ed io non sapevo come trattare una donna. Allora credevo nell'amore eterno, nell'annullarmi per lei in lei (anche se poi l'ambizione mi portava a trascurarla). Ora tutto cambiava.

Oggi sono passati quasi 6 anni da allora. Sono cambiato profondamente anche io. La situazione è migliorata moltissimo; nel quel poco che ci rimane dopo aver pensato ai figli c'è la voglia di "orbitarci" attorno.
Lei per me è una donna completamente diversa, nuova. Ho dovuto accettare, per crescere, che lei abbia una sua vita autonoma in cui il mio diritto di interferire è minimo, e lo stesso è successo con me per lei. Abbiamo ripreso a coltivare ognuno le sue passioni e le sue amicizie, che non sono necessariamente in comune.

Sappiamo tutti e due che se le cose non dovessero funzionare, le nostre vite potrebbero dividersi. Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo vivere insieme per sempre. Ciò implica che rimanere insieme è ogni giorno una scelta consapevole, alla cui base c'è un progetto di vita. E' quasi un contratto, e ripensando alla formula che si pronuncia in comune o davanti all'altare ne colgo ora la profondità: è un giuramento di fedeltà che si basa sulla cosciente volontà di due persone, con tutto ciò che un giuramento comporta; è molto di più di due persone che si piacciono.

L'amore non può risolversi nell'assuefazione dell'uno all'altro. Come in un atomo, le due cariche orbitano una intorno all'altra, ma senza potersi fondere in un'unica entità. La preservazione dell'identità implica che ciascuna delle due persone rimanga se stessa, con una propria vita ed una propria indipendenza.

Ecco, a tutte le donne che si sentono perse perché il loro compagno le ha lasciate, o loro hanno infine deciso di lasciarlo, dico che dovete sempre mantenere la vostra identità. Mai annullarsi per lui, mai cambiare per lui. Voi siete voi, avete una vostra dignità, e il vostro compagno vi deve amare perché voi siete così.

Non annullatevi in nome dell'amore eterno. Vivete la vostra vita, sviluppate le vostre capacità, seguite ciò che vi piace. Avete diritto alla vostra felicità. E ciò se dovesse portare alla crisi con il vostro compagno, allora vuol dire che il rapporto non era solido e ben equilibrato; forse era basato solo sull'attrazione fisica, o sulla vostra voglia di essere innamorate, o sul sogno di una famiglia - una bella casa, i figli, ecc. - ma non su un progetto condiviso.

Ricordatevi sempre che la vita è bella e va vissuta. Non va buttata via, ma neanche tenuta chiusa. Spiegate le ali, non abbiate paura di volare. Uscite con le vostre amiche, con i vostri amici. Cercate nuove amicizie. Troverete lungo la vostra strada compagni occasionali, giusto per fare un breve tratto, ed altri per fare un po' di strada in più; forse vi accorgerete ad un tratto che uno è quello con cui è bello viaggiare anche se non si sa dove andare. Ma se cercate un compagno a tutti i costi, potreste prendere quello sbagliato - quindi: non abbiate fretta.

Quando scegliete il vostro compagno, fatelo con giudizio. Non foderatevi gli occhi con il prosciutto dell'amore. Non permettete al cieco amore di far tacere quella vocina che è il vostro intuito.

E per voi che avete un compagno che non vi fa uscire, che non rispetta la vostra identità, che non vi lascia spazi, che non vi fa crescere: lasciatelo. Meglio prima che dopo. Perché prima o poi vi accorgerete di quello che vi ha tolto (con la vostra implicita accettazione) e che non potrete riavere, e proverete rancore e rabbia verso lui e verso voi stesse.
Duca Bambaluc
Blog: ducabambaluc su blogspot

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duca.bambaluc
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Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da duca.bambaluc » 23/11/2010, 10:34

eternal love ha scritto: Ciao duca,
mi ha molto colpito la tua storia..
ti sembrerà banale o stupido visto che alla fine ho solo 25 anni e non ho tanto vissuto di vita
Ma posso capire la tua storia....
Alla fine la mia storia, anche se non sono arrivata nè al matrimonio nè ad avere figli, è molto simile alla tua...
Mi sono chiusa in questa vita per sei anni oramai.. senza accorgemene, ma l'ho voluto io... non so come spiegarti ma mi andava bene... anche se ci eravamo lasciati, alla fine, fino a quest'estate in un modo o nell'altro stavamo insieme anche se non ufficialemente...
Da qui a quest'estate le cose sono molte cambiate lui è andato avanti trovandosi un'altra ragazza, invece io sono rimasta attaccata a questo "amore", fino a straziarmi completamente... Chi ha sbagliato sono io, lo so benissimo... riconosco i miei errori, ed è anche giusto che si sia rifatto una vita con un altra persona... Solo che per me ricominciare è molto difficile, non riesco ad avere un carattere aperto verso gli altri, ho avuto le mie occasioni di poter vedere altre persone, ma sono io che non ho voluto e mi sono completamente isolata dal mondo esterno... e io momentaneamente non cerco assolutamente nulla.. chissà un giorno arriverà il giorno del mio riscatto anche per me.. ma non è adesso.. forse la solitudine al momento mi appartiene..
Eternal Love,
quando si cade è normale che si rimanga a terra per un po'. Ci si sente storditi, non si capisce bene cosa è successo, si ha anche paura a rimettersi in piedi per timore di cadere di nuovo.

Però non si può rimanere per terra per sempre. La vita va avanti e tu non puoi fermarti. Rimanere ferma a piangerti addosso è un modo per fuggire dalle responsabilità che hai anzitutto verso te stessa.

Hai 25 anni, sei giovane. La vita ha un progetto per te, che richiedeva che tu passassi attraverso questa prova per poter crescere. La tua vita non è finita, inizia ora! Rialza la testa, guarda la vita con occhi nuovi. Come tu stessa hai scritto, per 6 anni sei rimasta prigioniera di una scelta che ti aveva isolato dal resto del mondo. E' arrivato il momento di rientrare in sintonia con il mondo, di riprovare il piacere di abbracciare un'amica o un amico, di rivedere qualcuno che da tempo non sentivi più, di conoscere nuove persone, di ricominciare quel fantastico viaggio verso l'ignoto che è la vita.

Rialzati, rimetti sulle spalle lo zaino e ricomincia a camminare. Guarda avanti, non indietro. Apri te stessa alle nuove esperienze, riconosci ciò che di bello ti circonda - un mattino di sole, un prato verdissimo, il cielo blu, la neve sulle montagne, le altre persone che camminano lungo il tuo stesso percorso e che sono anch'esse in cerca di qualcuno con cui parlare e camminare. Apri i tuoi occhi e vedrai che intorno ci sono tante altre persone con cui fare insieme tratti di questo viaggio.

Che ne dici?

Un abbraccio fortissimo!
Duca Bambaluc
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eternal love
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Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da eternal love » 23/11/2010, 11:13

duca.bambaluc ha scritto:[...]



Eternal Love,
quando si cade è normale che si rimanga a terra per un po'. Ci si sente storditi, non si capisce bene cosa è successo, si ha anche paura a rimettersi in piedi per timore di cadere di nuovo.

Però non si può rimanere per terra per sempre. La vita va avanti e tu non puoi fermarti. Rimanere ferma a piangerti addosso è un modo per fuggire dalle responsabilità che hai anzitutto verso te stessa.

Hai 25 anni, sei giovane. La vita ha un progetto per te, che richiedeva che tu passassi attraverso questa prova per poter crescere. La tua vita non è finita, inizia ora! Rialza la testa, guarda la vita con occhi nuovi. Come tu stessa hai scritto, per 6 anni sei rimasta prigioniera di una scelta che ti aveva isolato dal resto del mondo. E' arrivato il momento di rientrare in sintonia con il mondo, di riprovare il piacere di abbracciare un'amica o un amico, di rivedere qualcuno che da tempo non sentivi più, di conoscere nuove persone, di ricominciare quel fantastico viaggio verso l'ignoto che è la vita.

Rialzati, rimetti sulle spalle lo zaino e ricomincia a camminare. Guarda avanti, non indietro. Apri te stessa alle nuove esperienze, riconosci ciò che di bello ti circonda - un mattino di sole, un prato verdissimo, il cielo blu, la neve sulle montagne, le altre persone che camminano lungo il tuo stesso percorso e che sono anch'esse in cerca di qualcuno con cui parlare e camminare. Apri i tuoi occhi e vedrai che intorno ci sono tante altre persone con cui fare insieme tratti di questo viaggio.

Che ne dici?

Un abbraccio fortissimo!
Non rimarrò a terra per sempre.. è un passaggio che devo passare... il brutto è incontrare nuove persone con cui parlare.. perchè non sono così brava a parlare.. anzi sono molto introversa... e non sono neanche di quelle persone che attacca bottone con tutti..
Sai davanti a un pc è più facile parlare, ma neanche il pc è vita reale...
E' solo più facile sfogarsi quando nella realtà non puoi parlare...
Farò da sola molte cose, uscirò da sola,andrò a pattinare, al cinema a teatro... andrò in montagna da sola... magari prima o poi qualcuno incontrerò ma non la vedo così semplice per come sono tutto qui.

Micol*

Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da Micol* » 23/11/2010, 11:28

duca.bambaluc ha scritto:Allora, lancio un sasso nello stagno perché negli ultimi giorni ho visto tante presentazioni di donne che trovano in crisi perché il rapporto con il compagno si è rotto.

Mi piacerebbe sentire un po' di esperienze, e fare un po' di "terapia di gruppo".


Ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie che non avevo ancora 17 anni. A 28 anni mi sono sposato con lei. Non abbiamo avuto crisi fino ad un momento preciso: la morte di suo padre. Nei mesi successivi alla morte lei passò attraverso una fase di riflessione sul suo passato; probabilmente la mancanza di un elemento importante nella sua vita causò un processo di riassestamento alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Durante eventi drammatici si cambia, e la morte del padre cambiò profondamente mia moglie. Nel giro di poche settimane era diventata una donna completamente diversa da quella che conoscevo prima. Non riuscivo a capire il cambiamento, non riuscivo ad entrare in sintonia con la nuova persona.

Il nostro rapporto entrò in crisi profonda. Non ultimo anche a causa del mio lavoro, che mi porta a viaggiare molto, per oltre 4 anni fummo sull'orlo della separazione.

Eravamo cresciuti insieme, quando ci eravamo messi insieme il mondo sembrava bello e il futuro brillante. Non avevamo mai avuto particolari problemi dalla vita. Non eravamo solo marito e moglie, ma anche amici. Eravamo completamente assuefatti uno all'altro.

Ad un tratto, ti accorgi che il rapporto che andava avanti tranquillamente non funziona più. Anzi: non esiste più. Lei era diventata un'altra donna, una donna molto più grande e matura mentre io ero rimasto quello di prima.

Ricordo il senso di vertigine e nausea la prima volta che pensai di separarci, il non volerci credere, il dolore profondo e lancinante pensando ai nostri figli. Ricordo le litigate, le urla, le sedie rotte, la disperazione. Ricordo il partire il lunedì mattina e non sapere cosa succederà; rientrare nel garage e andare a controllare se la sua macchina c'era ancora.

Entrato in crisi, rielaborai tutta la mia vita. Chi ero io? Avevo sempre pensato di essere troppo intelligente per finire in una situazione come questa. Eppure sul lavoro la speranza di una carriera era svanita, ed ora anche nella vita privata si profilava un naufragio. Possibile che io, 60 al liceo e 110 e lode all'università, potessi sbagliare, potessi fallire?

Per la prima volta dovevo guardare la vita dal basso. In un doloroso processo di accettazione della realtà, capii tante cose.
Che andare a bene a scuola non vuol dire necessariamente riuscire nella vita.
Che nella vita ci vuole coraggio, e si deve crescere continuamente. Io invece ero rimasto fermo ai miei 17 anni, perché la mancanza di difficoltà mi aveva fatto rimanere nella mia "comfort zone".
Che avevo rinunciato ad amicizie ed interessi, rimanendo fondamentalmente solo, chiudendomi nel regno dorato del matrimonio.

Capii che quando ci si incontra da giovani, ciò che si cerca è molto diverso da quello che si cerca quando si è più grandi. Io e lei, tutti e due, non eravamo cresciuti. Lei non era cresciuta come donna, io come uomo. Lei non sapeva come trattare un uomo ed io non sapevo come trattare una donna. Allora credevo nell'amore eterno, nell'annullarmi per lei in lei (anche se poi l'ambizione mi portava a trascurarla). Ora tutto cambiava.

Oggi sono passati quasi 6 anni da allora. Sono cambiato profondamente anche io. La situazione è migliorata moltissimo; nel quel poco che ci rimane dopo aver pensato ai figli c'è la voglia di "orbitarci" attorno.
Lei per me è una donna completamente diversa, nuova. Ho dovuto accettare, per crescere, che lei abbia una sua vita autonoma in cui il mio diritto di interferire è minimo, e lo stesso è successo con me per lei. Abbiamo ripreso a coltivare ognuno le sue passioni e le sue amicizie, che non sono necessariamente in comune.

Sappiamo tutti e due che se le cose non dovessero funzionare, le nostre vite potrebbero dividersi. Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo vivere insieme per sempre. Ciò implica che rimanere insieme è ogni giorno una scelta consapevole, alla cui base c'è un progetto di vita. E' quasi un contratto, e ripensando alla formula che si pronuncia in comune o davanti all'altare ne colgo ora la profondità: è un giuramento di fedeltà che si basa sulla cosciente volontà di due persone, con tutto ciò che un giuramento comporta; è molto di più di due persone che si piacciono.

L'amore non può risolversi nell'assuefazione dell'uno all'altro. Come in un atomo, le due cariche orbitano una intorno all'altra, ma senza potersi fondere in un'unica entità. La preservazione dell'identità implica che ciascuna delle due persone rimanga se stessa, con una propria vita ed una propria indipendenza.

Ecco, a tutte le donne che si sentono perse perché il loro compagno le ha lasciate, o loro hanno infine deciso di lasciarlo, dico che dovete sempre mantenere la vostra identità. Mai annullarsi per lui, mai cambiare per lui. Voi siete voi, avete una vostra dignità, e il vostro compagno vi deve amare perché voi siete così.

Non annullatevi in nome dell'amore eterno. Vivete la vostra vita, sviluppate le vostre capacità, seguite ciò che vi piace. Avete diritto alla vostra felicità. E ciò se dovesse portare alla crisi con il vostro compagno, allora vuol dire che il rapporto non era solido e ben equilibrato; forse era basato solo sull'attrazione fisica, o sulla vostra voglia di essere innamorate, o sul sogno di una famiglia - una bella casa, i figli, ecc. - ma non su un progetto condiviso.

Ricordatevi sempre che la vita è bella e va vissuta. Non va buttata via, ma neanche tenuta chiusa. Spiegate le ali, non abbiate paura di volare. Uscite con le vostre amiche, con i vostri amici. Cercate nuove amicizie. Troverete lungo la vostra strada compagni occasionali, giusto per fare un breve tratto, ed altri per fare un po' di strada in più; forse vi accorgerete ad un tratto che uno è quello con cui è bello viaggiare anche se non si sa dove andare. Ma se cercate un compagno a tutti i costi, potreste prendere quello sbagliato - quindi: non abbiate fretta.

Quando scegliete il vostro compagno, fatelo con giudizio. Non foderatevi gli occhi con il prosciutto dell'amore. Non permettete al cieco amore di far tacere quella vocina che è il vostro intuito.

E per voi che avete un compagno che non vi fa uscire, che non rispetta la vostra identità, che non vi lascia spazi, che non vi fa crescere: lasciatelo. Meglio prima che dopo. Perché prima o poi vi accorgerete di quello che vi ha tolto (con la vostra implicita accettazione) e che non potrete riavere, e proverete rancore e rabbia verso lui e verso voi stesse.
Ciao Duca.....Molto bella l'analisi che hai fatto della tua storia d'amore ma all'inizio parli di donne alle quali è finito un rapporto.....Quando ciò accade soprattutto all'inizio consigli se ne ascoltano pochi perchè si è intrappolate dal rumore del dolore e non trovi pace in nulla.Poi sai riuscire a capirsi veramente è qualcosa di molto difficile ci vuole tempo e sofferenza e come hai detto tu ci sono voluti anni per arrivare ad un compromesso con la tua compagna.Il consiglio di non annullarsi per una persona è giustissimo anche se per quel che mi riguarda faceva parte di un'età più giovane, donne e non più ragazzine che vivono in funzione di un amore si vogliono anche poco bene forse è su questo che ognuno di noi dovrebbe lavorare sulla prorpia autostima e non legare la propria felicità sempre a qualcun altro.E poi concordo con te sul fatto che bisogna usare più razionalità nel scegliere un compagno perchè i "sensi" fanno prendere lucciole per lanterne eheheheh!!!E poi diciamo anche che avere più esperienze ti fa capire prima un po di cose no?Un amore nato da ragazzini è un amore che resta a metà (il mio dire a metà non è offensivo) che ha bisogno di più tempo per evolversi e soprattutto lo vedo limitante nel far maturare le persone (ovviamente non per tutti è così).Comunque essere riuscito a superare momenti di crisi ed essere riuscito a cambiare pur continuando a restare insieme accettando il cambiamento reciproco non è cosa da poco.......

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kim90
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Messaggio da kim90 » 23/11/2010, 20:43

Io penso questo,
le coppie che si sono incontrate a tarda età sono quelle che tendono a perdurare di più, diversamente le coppie che si sono svezzate da giovanissime trovano più difficoltà a tenere alta la fiamma dell’amore.
Credo sia normale che accada, non mi si dica il contrario, anormale invece è il fatto di non riuscire a gestire l’incombente appiattimento della sfera affettiva a tal punto da trascinare il rapporto fino all’acme, senza possibilità di recupero.
La coppia deve avere giudizio nel riuscire a mantenere attivi i sentimenti.

Nel passato era diverso, la cultura maschilista faceva sì che per forza maggiore tutto durasse, la donna sotto gli occhi di una società additante rimaneva impassibile pur se il rapporto era spento, oggi invece con i pari diritti e l’emancipazione femminile i fantasmi non fanno più paura, ovvero prima o poi la giovane coppia ai primi segnali di appiattimento demoliscono il loro mondo come un muro di cartone.

Per cui mi riallaccio alle mie frasi di apertura, meglio i rapporti iniziati tardi che precocemente, i vissuti di una persona stabilizzano le proprie scelte!
Non è un regola, ma spesso è così che funziona.

_

Ospite


Messaggio da Ospite » 23/11/2010, 22:01

Tendenzialmente faccio fatica a leggere e concentrarmi su post chilometrici come questo, però debbo dire che, l'entusiasmo e l'enfasi che traspare dalla descrizione del rapporto e le considerazioni finali, mi hanno conquistato l'attenzione per la partecipazione emotiva che mi è sembrato di percepire.
Ho letto almeno tre volte, e tutto sommato vi ravviso una storia per nulla originale o nuova, quanto piuttosto una classica genesi sentimentale e relazionale, tipica di persone del nostro tempo.
Le varie tappe descritte sono sintomatiche di un amore nato in età giovanile, dove è perfettamente naturale e conforme idealizzare tutto, e basarsi con grande partecipazione di esclusività sul rapporto di coppia. Intesa, euforia, progettualità e perfino una sorta di invincibilità nei confronti del destino, inquadrato unicamente come roseo e perfetto così come questo amore immenso e condiviso.

Trovo totalmente normale anche lo smarrimento provato verso la crisi. La caduta delle certezze e il ripensamento che fà dolore. Mi ha colpito invece il riferimento ai risultati scolastici come elemento di maturità e capacità nella vita. Nel senso che accorgersene solo dopo che, i 60/60 alla maturità non valgono un fico secco quando si parla di convivenza e coppia, mi sembra alquanto infantile e poco pratico.

Il processo di consapevolezza che segue, è a dir poco necessario se si vuole salvare il salvabile, sebbene accorgersi tardi che la propria identità è importante e và preservata, lo trovo un pò in controtendenza con quella tipica integrità e solidità di carattere e ideali che contraddistingue la gioventù. Probabilmente qui ha giocato la scoperta dell'amore in maniera fortemente precoce, quindi un annullamento pressochè totale dei propri spazi anche interiori, in nome del nuovo sentimento che affiorava prepotentemente.

Quando sul finale enunci questi consigli alle donne deluse o lasciate, appari a mio parere un pochino patetico, anche se quello che dici sinceramente ha del valore e delle fondatezze. Chiaro però che nessuna e nessuno può imparare a vivere il rapporto perchè glielo insegna qualcun'altro, e magari i muri contro andare a sbattare sono anche utili per demolire un pò di orgoglio e presunzione. Tu hai capito bene che, contornare un amore di troppa sicurezza e infallibilità, può poi portare a cocenti delusioni.
E' però anche vero sai che, se nella nascita di un sentimento, si potesse già avere a disposizione la sfera di cristallo per conoscerne tutti i probabili tranelli e ostacoli, tanti non partirebbero neppure. E forse nemmeno l'innamoramento saprebbe di spontaneità e gioia, così come tutte le cose belle sull'atto di nascere.

Kurtz

Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da Kurtz » 23/11/2010, 22:41

duca.bambaluc ha scritto:Allora, lancio un sasso nello stagno...
Per quella che è la mia esperienza non c'è stato un evento grave a generare una crisi; semplicemente siamo cambiati, cresciuti. Ci siamo conosciuti a 22 anni, un'età in cui a volte forse si crede di poter avere il controllo di tutto, ma in realtà si deve ancora maturare molto. Un bel rapporto, equilibrato, ma dopo un po' di anni le cose hanno cominciato a non essere più le stesse ed abbiamo iniziato ad "allontanarci". Non è questione di colpe da attribuire, di errori commessi, che ci sono stati, è ovvio, chi non li commette? La verità è che entrambi siamo cambiati dai ragazzini che eravamo quando ci siamo innamorati, ma abbiamo preso, per così dire, strade diverse, inseguendo prospettive diverse, desideri differenti. Non eravamo più sulla stessa lunghezza d'onda, o meglio, eravamo arrivati di fronte ad un bivio: da una parte la separazione, dall'altra la sfida di ricostruire un rapporto da persone differenti quali eravamo. Io avrei preferito almeno tentare la seconda strada, lei ha scelto la prima. E' comunque una sensazione molto strana sentire dopo nove anni una vocina nella testa che ti ripete "probabilmente non è lei la donna della tua vita" quando fino a non molto tempo avevi delle certezze che ritenevi assolutamente incrollabili.

Un saluto.

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airlander
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Messaggio da airlander » 24/11/2010, 7:55

duca.bambaluc ha scritto:Allora, lancio un sasso nello stagno...
non esitono ricette o rimedi a tutto ciò, ne serve immaginare di possibili soluzioni, per il semplice fatto che nulla rimane sempre uguale a se stesso, guai se fosse così, che noia sarebbe l'esistenza, ed allora, per una legge naturale della fisica, in cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, anche nella vita accade questo, ed è perfetta l’analisi di Kurtz sotto riportata
Kurtz ha scritto:[...]
Per quella che è la mia esperienza non c'è stato un evento grave a generare una crisi; semplicemente siamo cambiati, cresciuti. Ci siamo conosciuti a 22 anni, un'età in cui a volte forse si crede di poter avere il controllo di tutto, ma in realtà si deve ancora maturare molto. Un bel rapporto, equilibrato, ma dopo un po' di anni le cose hanno cominciato a non essere più le stesse ed abbiamo iniziato ad "allontanarci". Non è questione di colpe da attribuire, di errori commessi, che ci sono stati, è ovvio, chi non li commette? La verità è che entrambi siamo cambiati dai ragazzini che eravamo quando ci siamo innamorati, ma abbiamo preso, per così dire, strade diverse, inseguendo prospettive diverse, desideri differenti. Non eravamo più sulla stessa lunghezza d'onda, o meglio, eravamo arrivati di fronte ad un bivio: da una parte la separazione, dall'altra la sfida di ricostruire un rapporto da persone differenti quali eravamo. Io avrei preferito almeno tentare la seconda strada, lei ha scelto la prima. E' comunque una sensazione molto strana sentire dopo nove anni una vocina nella testa che ti ripete "probabilmente non è lei la donna della tua vita" quando fino a non molto tempo avevi delle certezze che ritenevi assolutamente incrollabili.
Un saluto.
è più consono affermare che non è più lei adesso, perchè nel frattempo si è evoluti in modalità diverse, ed un'altra persona sicuramente arriverà a colmare gli spazi che si sono formati, generando nuove emozioni e sensazioni forse anche più appaganti ed intense, perchè ora maggiormente consapevoli; mai arrestarsi ritenendo che esista la fine del percorso ;)
non cercare di diventare un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore
albert einstein
http://www.youtube.com/watch?v=8kaC4yCRR48

Vediac

Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da Vediac » 25/11/2010, 23:47

duca.bambaluc ha scritto: L'amore non può risolversi nell'assuefazione dell'uno all'altro. Come in un atomo, le due cariche orbitano una intorno all'altra, ma senza potersi fondere in un'unica entità. La preservazione dell'identità implica che ciascuna delle due persone rimanga se stessa, con una propria vita ed una propria indipendenza.

Ecco, a tutte le donne che si sentono perse perché il loro compagno le ha lasciate, o loro hanno infine deciso di lasciarlo, dico che dovete sempre mantenere la vostra identità. Mai annullarsi per lui, mai cambiare per lui. Voi siete voi, avete una vostra dignità, e il vostro compagno vi deve amare perché voi siete così.

Non annullatevi in nome dell'amore eterno. Vivete la vostra vita, sviluppate le vostre capacità, seguite ciò che vi piace. Avete diritto alla vostra felicità. E ciò se dovesse portare alla crisi con il vostro compagno, allora vuol dire che il rapporto non era solido e ben equilibrato; forse era basato solo sull'attrazione fisica, o sulla vostra voglia di essere innamorate, o sul sogno di una famiglia - una bella casa, i figli, ecc. - ma non su un progetto condiviso.
Credo che la tua sia una storia emblematica e pur non avendo vissuto una vicenda così forte condivido la visione ideale dei rapporti che ne hai ricavato.

A volte penso che forse, chi più, chi meno, sia anche in qualche modo condizionato da un cultura ideale dell'amore per come ci viene rappresentato tanto dall'arte quanto da un antico retaggio spirituale e religioso.

Cresciamo in una società che ancora oggi celebra in molte forme l'amore come un annullamento definitivo di sé all'interno di un rapporto.
La concezione di un amore che sia un arricchimento interiore possibile per entrambi in una certa stagione della vita ma non necessariamente in un'altra non è contemplata, così come è difficile riuscire ad avere una sorta di razionalità dei sentimenti che consenta di non subirli ma semplicemente di viverli.

Affrontando argomenti come questo noto spesso come si vadano a formare quasi sempre due grandi fazioni: quella di chi sostiene e incoraggia l'assoluta irrazionalità del sentimento e quella di chi ritiene comunque necessaria una certa riflessione più distaccata su di esso.

L'ideale potrebbe essere una sintesi delle due posizioni.

D'altra parte può anche succedere che una stessa persona abbia bisogno di maggiore irrazionalità in un dato momento della propria esistenza per poi invece maturare una emotività meno istintiva.

L'importante alla fine è essere felici o pensare di esserlo stati almeno per un po'.

Cielosole

Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da Cielosole » 27/11/2010, 15:42

duca.bambaluc ha scritto:Allora, lancio un sasso nello stagno perché negli ultimi giorni ho visto tante presentazioni di donne che trovano in crisi perché il rapporto con il compagno si è rotto.

Mi piacerebbe sentire un po' di esperienze, e fare un po' di "terapia di gruppo".


Ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie che non avevo ancora 17 anni. A 28 anni mi sono sposato con lei. Non abbiamo avuto crisi fino ad un momento preciso: la morte di suo padre. Nei mesi successivi alla morte lei passò attraverso una fase di riflessione sul suo passato; probabilmente la mancanza di un elemento importante nella sua vita causò un processo di riassestamento alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Durante eventi drammatici si cambia, e la morte del padre cambiò profondamente mia moglie. Nel giro di poche settimane era diventata una donna completamente diversa da quella che conoscevo prima. Non riuscivo a capire il cambiamento, non riuscivo ad entrare in sintonia con la nuova persona.

Il nostro rapporto entrò in crisi profonda. Non ultimo anche a causa del mio lavoro, che mi porta a viaggiare molto, per oltre 4 anni fummo sull'orlo della separazione.

Eravamo cresciuti insieme, quando ci eravamo messi insieme il mondo sembrava bello e il futuro brillante. Non avevamo mai avuto particolari problemi dalla vita. Non eravamo solo marito e moglie, ma anche amici. Eravamo completamente assuefatti uno all'altro.

Ad un tratto, ti accorgi che il rapporto che andava avanti tranquillamente non funziona più. Anzi: non esiste più. Lei era diventata un'altra donna, una donna molto più grande e matura mentre io ero rimasto quello di prima.

Ricordo il senso di vertigine e nausea la prima volta che pensai di separarci, il non volerci credere, il dolore profondo e lancinante pensando ai nostri figli. Ricordo le litigate, le urla, le sedie rotte, la disperazione. Ricordo il partire il lunedì mattina e non sapere cosa succederà; rientrare nel garage e andare a controllare se la sua macchina c'era ancora.

Entrato in crisi, rielaborai tutta la mia vita. Chi ero io? Avevo sempre pensato di essere troppo intelligente per finire in una situazione come questa. Eppure sul lavoro la speranza di una carriera era svanita, ed ora anche nella vita privata si profilava un naufragio. Possibile che io, 60 al liceo e 110 e lode all'università, potessi sbagliare, potessi fallire?

Per la prima volta dovevo guardare la vita dal basso. In un doloroso processo di accettazione della realtà, capii tante cose.
Che andare a bene a scuola non vuol dire necessariamente riuscire nella vita.
Che nella vita ci vuole coraggio, e si deve crescere continuamente. Io invece ero rimasto fermo ai miei 17 anni, perché la mancanza di difficoltà mi aveva fatto rimanere nella mia "comfort zone".
Che avevo rinunciato ad amicizie ed interessi, rimanendo fondamentalmente solo, chiudendomi nel regno dorato del matrimonio.

Capii che quando ci si incontra da giovani, ciò che si cerca è molto diverso da quello che si cerca quando si è più grandi. Io e lei, tutti e due, non eravamo cresciuti. Lei non era cresciuta come donna, io come uomo. Lei non sapeva come trattare un uomo ed io non sapevo come trattare una donna. Allora credevo nell'amore eterno, nell'annullarmi per lei in lei (anche se poi l'ambizione mi portava a trascurarla). Ora tutto cambiava.

Oggi sono passati quasi 6 anni da allora. Sono cambiato profondamente anche io. La situazione è migliorata moltissimo; nel quel poco che ci rimane dopo aver pensato ai figli c'è la voglia di "orbitarci" attorno.
Lei per me è una donna completamente diversa, nuova. Ho dovuto accettare, per crescere, che lei abbia una sua vita autonoma in cui il mio diritto di interferire è minimo, e lo stesso è successo con me per lei. Abbiamo ripreso a coltivare ognuno le sue passioni e le sue amicizie, che non sono necessariamente in comune.

Sappiamo tutti e due che se le cose non dovessero funzionare, le nostre vite potrebbero dividersi. Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo vivere insieme per sempre. Ciò implica che rimanere insieme è ogni giorno una scelta consapevole, alla cui base c'è un progetto di vita. E' quasi un contratto, e ripensando alla formula che si pronuncia in comune o davanti all'altare ne colgo ora la profondità: è un giuramento di fedeltà che si basa sulla cosciente volontà di due persone, con tutto ciò che un giuramento comporta; è molto di più di due persone che si piacciono.

L'amore non può risolversi nell'assuefazione dell'uno all'altro. Come in un atomo, le due cariche orbitano una intorno all'altra, ma senza potersi fondere in un'unica entità. La preservazione dell'identità implica che ciascuna delle due persone rimanga se stessa, con una propria vita ed una propria indipendenza.

Ecco, a tutte le donne che si sentono perse perché il loro compagno le ha lasciate, o loro hanno infine deciso di lasciarlo, dico che dovete sempre mantenere la vostra identità. Mai annullarsi per lui, mai cambiare per lui. Voi siete voi, avete una vostra dignità, e il vostro compagno vi deve amare perché voi siete così.

Non annullatevi in nome dell'amore eterno. Vivete la vostra vita, sviluppate le vostre capacità, seguite ciò che vi piace. Avete diritto alla vostra felicità. E ciò se dovesse portare alla crisi con il vostro compagno, allora vuol dire che il rapporto non era solido e ben equilibrato; forse era basato solo sull'attrazione fisica, o sulla vostra voglia di essere innamorate, o sul sogno di una famiglia - una bella casa, i figli, ecc. - ma non su un progetto condiviso.

Ricordatevi sempre che la vita è bella e va vissuta. Non va buttata via, ma neanche tenuta chiusa. Spiegate le ali, non abbiate paura di volare. Uscite con le vostre amiche, con i vostri amici. Cercate nuove amicizie. Troverete lungo la vostra strada compagni occasionali, giusto per fare un breve tratto, ed altri per fare un po' di strada in più; forse vi accorgerete ad un tratto che uno è quello con cui è bello viaggiare anche se non si sa dove andare. Ma se cercate un compagno a tutti i costi, potreste prendere quello sbagliato - quindi: non abbiate fretta.

Quando scegliete il vostro compagno, fatelo con giudizio. Non foderatevi gli occhi con il prosciutto dell'amore. Non permettete al cieco amore di far tacere quella vocina che è il vostro intuito.

E per voi che avete un compagno che non vi fa uscire, che non rispetta la vostra identità, che non vi lascia spazi, che non vi fa crescere: lasciatelo. Meglio prima che dopo. Perché prima o poi vi accorgerete di quello che vi ha tolto (con la vostra implicita accettazione) e che non potrete riavere, e proverete rancore e rabbia verso lui e verso voi stesse.
Il tuo scritto e le tue parole sono non solo bellissime ma ricche di verità. Devi essere una persona molto speciale e la tua storia lo dimostra e, come vedi, le persone molto speciali riescono a vivere una vita piena e serena e a trovare sempre la via d'uscita e quel cambiamento che non necessariamente deve spaventare ma che può portare a ritrovare la felicità esattamente dove pensavamo non ci fosse più. Grazie per aver condiviso la tua storia, servirà a molti

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justeyes89
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Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da justeyes89 » 14/08/2011, 18:23

duca.bambaluc ha scritto:Allora, lancio un sasso nello stagno perché negli ultimi giorni ho visto tante presentazioni di donne che trovano in crisi perché il rapporto con il compagno si è rotto.

Mi piacerebbe sentire un po' di esperienze, e fare un po' di "terapia di gruppo".


Ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie che non avevo ancora 17 anni. A 28 anni mi sono sposato con lei. Non abbiamo avuto crisi fino ad un momento preciso: la morte di suo padre. Nei mesi successivi alla morte lei passò attraverso una fase di riflessione sul suo passato; probabilmente la mancanza di un elemento importante nella sua vita causò un processo di riassestamento alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Durante eventi drammatici si cambia, e la morte del padre cambiò profondamente mia moglie. Nel giro di poche settimane era diventata una donna completamente diversa da quella che conoscevo prima. Non riuscivo a capire il cambiamento, non riuscivo ad entrare in sintonia con la nuova persona.

Il nostro rapporto entrò in crisi profonda. Non ultimo anche a causa del mio lavoro, che mi porta a viaggiare molto, per oltre 4 anni fummo sull'orlo della separazione.

Eravamo cresciuti insieme, quando ci eravamo messi insieme il mondo sembrava bello e il futuro brillante. Non avevamo mai avuto particolari problemi dalla vita. Non eravamo solo marito e moglie, ma anche amici. Eravamo completamente assuefatti uno all'altro.

Ad un tratto, ti accorgi che il rapporto che andava avanti tranquillamente non funziona più. Anzi: non esiste più. Lei era diventata un'altra donna, una donna molto più grande e matura mentre io ero rimasto quello di prima.

Ricordo il senso di vertigine e nausea la prima volta che pensai di separarci, il non volerci credere, il dolore profondo e lancinante pensando ai nostri figli. Ricordo le litigate, le urla, le sedie rotte, la disperazione. Ricordo il partire il lunedì mattina e non sapere cosa succederà; rientrare nel garage e andare a controllare se la sua macchina c'era ancora.

Entrato in crisi, rielaborai tutta la mia vita. Chi ero io? Avevo sempre pensato di essere troppo intelligente per finire in una situazione come questa. Eppure sul lavoro la speranza di una carriera era svanita, ed ora anche nella vita privata si profilava un naufragio. Possibile che io, 60 al liceo e 110 e lode all'università, potessi sbagliare, potessi fallire?

Per la prima volta dovevo guardare la vita dal basso. In un doloroso processo di accettazione della realtà, capii tante cose.
Che andare a bene a scuola non vuol dire necessariamente riuscire nella vita.
Che nella vita ci vuole coraggio, e si deve crescere continuamente. Io invece ero rimasto fermo ai miei 17 anni, perché la mancanza di difficoltà mi aveva fatto rimanere nella mia "comfort zone".
Che avevo rinunciato ad amicizie ed interessi, rimanendo fondamentalmente solo, chiudendomi nel regno dorato del matrimonio.

Capii che quando ci si incontra da giovani, ciò che si cerca è molto diverso da quello che si cerca quando si è più grandi. Io e lei, tutti e due, non eravamo cresciuti. Lei non era cresciuta come donna, io come uomo. Lei non sapeva come trattare un uomo ed io non sapevo come trattare una donna. Allora credevo nell'amore eterno, nell'annullarmi per lei in lei (anche se poi l'ambizione mi portava a trascurarla). Ora tutto cambiava.

Oggi sono passati quasi 6 anni da allora. Sono cambiato profondamente anche io. La situazione è migliorata moltissimo; nel quel poco che ci rimane dopo aver pensato ai figli c'è la voglia di "orbitarci" attorno.
Lei per me è una donna completamente diversa, nuova. Ho dovuto accettare, per crescere, che lei abbia una sua vita autonoma in cui il mio diritto di interferire è minimo, e lo stesso è successo con me per lei. Abbiamo ripreso a coltivare ognuno le sue passioni e le sue amicizie, che non sono necessariamente in comune.

Sappiamo tutti e due che se le cose non dovessero funzionare, le nostre vite potrebbero dividersi. Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo vivere insieme per sempre. Ciò implica che rimanere insieme è ogni giorno una scelta consapevole, alla cui base c'è un progetto di vita. E' quasi un contratto, e ripensando alla formula che si pronuncia in comune o davanti all'altare ne colgo ora la profondità: è un giuramento di fedeltà che si basa sulla cosciente volontà di due persone, con tutto ciò che un giuramento comporta; è molto di più di due persone che si piacciono.

L'amore non può risolversi nell'assuefazione dell'uno all'altro. Come in un atomo, le due cariche orbitano una intorno all'altra, ma senza potersi fondere in un'unica entità. La preservazione dell'identità implica che ciascuna delle due persone rimanga se stessa, con una propria vita ed una propria indipendenza.

Ecco, a tutte le donne che si sentono perse perché il loro compagno le ha lasciate, o loro hanno infine deciso di lasciarlo, dico che dovete sempre mantenere la vostra identità. Mai annullarsi per lui, mai cambiare per lui. Voi siete voi, avete una vostra dignità, e il vostro compagno vi deve amare perché voi siete così.

Non annullatevi in nome dell'amore eterno. Vivete la vostra vita, sviluppate le vostre capacità, seguite ciò che vi piace. Avete diritto alla vostra felicità. E ciò se dovesse portare alla crisi con il vostro compagno, allora vuol dire che il rapporto non era solido e ben equilibrato; forse era basato solo sull'attrazione fisica, o sulla vostra voglia di essere innamorate, o sul sogno di una famiglia - una bella casa, i figli, ecc. - ma non su un progetto condiviso.

Ricordatevi sempre che la vita è bella e va vissuta. Non va buttata via, ma neanche tenuta chiusa. Spiegate le ali, non abbiate paura di volare. Uscite con le vostre amiche, con i vostri amici. Cercate nuove amicizie. Troverete lungo la vostra strada compagni occasionali, giusto per fare un breve tratto, ed altri per fare un po' di strada in più; forse vi accorgerete ad un tratto che uno è quello con cui è bello viaggiare anche se non si sa dove andare. Ma se cercate un compagno a tutti i costi, potreste prendere quello sbagliato - quindi: non abbiate fretta.

Quando scegliete il vostro compagno, fatelo con giudizio. Non foderatevi gli occhi con il prosciutto dell'amore. Non permettete al cieco amore di far tacere quella vocina che è il vostro intuito.

E per voi che avete un compagno che non vi fa uscire, che non rispetta la vostra identità, che non vi lascia spazi, che non vi fa crescere: lasciatelo. Meglio prima che dopo. Perché prima o poi vi accorgerete di quello che vi ha tolto (con la vostra implicita accettazione) e che non potrete riavere, e proverete rancore e rabbia verso lui e verso voi stesse.
il fatto di annullarsi per l'altra persona é un errore che fanno in molti,me compresa.Però sono ancora dell'idea che non sia poi così sbagliato,ma sotto sotto mi rendo conto che con il tempo e la maturità cambierò idea ed é giusto così.In tante coppie succede ciò che é successo a te.Il partner cambia e non lo si riconosce più,ma anche se si lotta,moltissime volte la coppia scoppia.E' triste ma é così.E non é questione di sentimenti sinceri o meno.Le cose vanno come devono andare e quando arrivi ad un certo punto,non le puoi più fermare.
Preoccupati più del carattere che della tua reputazione,perchè il carattere è ciò che sei,la reputazione ciò che gli altri pensano di te

Anonimo Italiano

Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da Anonimo Italiano » 18/08/2011, 11:11

duca.bambaluc ha scritto:Allora, lancio un sasso nello stagno perché negli ultimi giorni ho visto tante presentazioni di donne che trovano in crisi perché il rapporto con il compagno si è rotto.

Mi piacerebbe sentire un po' di esperienze, e fare un po' di "terapia di gruppo".


Ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie che non avevo ancora 17 anni. A 28 anni mi sono sposato con lei. Non abbiamo avuto crisi fino ad un momento preciso: la morte di suo padre. Nei mesi successivi alla morte lei passò attraverso una fase di riflessione sul suo passato; probabilmente la mancanza di un elemento importante nella sua vita causò un processo di riassestamento alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Durante eventi drammatici si cambia, e la morte del padre cambiò profondamente mia moglie. Nel giro di poche settimane era diventata una donna completamente diversa da quella che conoscevo prima. Non riuscivo a capire il cambiamento, non riuscivo ad entrare in sintonia con la nuova persona.

Il nostro rapporto entrò in crisi profonda. Non ultimo anche a causa del mio lavoro, che mi porta a viaggiare molto, per oltre 4 anni fummo sull'orlo della separazione.

Eravamo cresciuti insieme, quando ci eravamo messi insieme il mondo sembrava bello e il futuro brillante. Non avevamo mai avuto particolari problemi dalla vita. Non eravamo solo marito e moglie, ma anche amici. Eravamo completamente assuefatti uno all'altro.

Ad un tratto, ti accorgi che il rapporto che andava avanti tranquillamente non funziona più. Anzi: non esiste più. Lei era diventata un'altra donna, una donna molto più grande e matura mentre io ero rimasto quello di prima.

Ricordo il senso di vertigine e nausea la prima volta che pensai di separarci, il non volerci credere, il dolore profondo e lancinante pensando ai nostri figli. Ricordo le litigate, le urla, le sedie rotte, la disperazione. Ricordo il partire il lunedì mattina e non sapere cosa succederà; rientrare nel garage e andare a controllare se la sua macchina c'era ancora.

Entrato in crisi, rielaborai tutta la mia vita. Chi ero io? Avevo sempre pensato di essere troppo intelligente per finire in una situazione come questa. Eppure sul lavoro la speranza di una carriera era svanita, ed ora anche nella vita privata si profilava un naufragio. Possibile che io, 60 al liceo e 110 e lode all'università, potessi sbagliare, potessi fallire?

Per la prima volta dovevo guardare la vita dal basso. In un doloroso processo di accettazione della realtà, capii tante cose.
Che andare a bene a scuola non vuol dire necessariamente riuscire nella vita.
Che nella vita ci vuole coraggio, e si deve crescere continuamente. Io invece ero rimasto fermo ai miei 17 anni, perché la mancanza di difficoltà mi aveva fatto rimanere nella mia "comfort zone".
Che avevo rinunciato ad amicizie ed interessi, rimanendo fondamentalmente solo, chiudendomi nel regno dorato del matrimonio.

Capii che quando ci si incontra da giovani, ciò che si cerca è molto diverso da quello che si cerca quando si è più grandi. Io e lei, tutti e due, non eravamo cresciuti. Lei non era cresciuta come donna, io come uomo. Lei non sapeva come trattare un uomo ed io non sapevo come trattare una donna. Allora credevo nell'amore eterno, nell'annullarmi per lei in lei (anche se poi l'ambizione mi portava a trascurarla). Ora tutto cambiava.

Oggi sono passati quasi 6 anni da allora. Sono cambiato profondamente anche io. La situazione è migliorata moltissimo; nel quel poco che ci rimane dopo aver pensato ai figli c'è la voglia di "orbitarci" attorno.
Lei per me è una donna completamente diversa, nuova. Ho dovuto accettare, per crescere, che lei abbia una sua vita autonoma in cui il mio diritto di interferire è minimo, e lo stesso è successo con me per lei. Abbiamo ripreso a coltivare ognuno le sue passioni e le sue amicizie, che non sono necessariamente in comune.

Sappiamo tutti e due che se le cose non dovessero funzionare, le nostre vite potrebbero dividersi. Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo vivere insieme per sempre. Ciò implica che rimanere insieme è ogni giorno una scelta consapevole, alla cui base c'è un progetto di vita. E' quasi un contratto, e ripensando alla formula che si pronuncia in comune o davanti all'altare ne colgo ora la profondità: è un giuramento di fedeltà che si basa sulla cosciente volontà di due persone, con tutto ciò che un giuramento comporta; è molto di più di due persone che si piacciono.

L'amore non può risolversi nell'assuefazione dell'uno all'altro. Come in un atomo, le due cariche orbitano una intorno all'altra, ma senza potersi fondere in un'unica entità. La preservazione dell'identità implica che ciascuna delle due persone rimanga se stessa, con una propria vita ed una propria indipendenza.

Ecco, a tutte le donne che si sentono perse perché il loro compagno le ha lasciate, o loro hanno infine deciso di lasciarlo, dico che dovete sempre mantenere la vostra identità. Mai annullarsi per lui, mai cambiare per lui. Voi siete voi, avete una vostra dignità, e il vostro compagno vi deve amare perché voi siete così.

Non annullatevi in nome dell'amore eterno. Vivete la vostra vita, sviluppate le vostre capacità, seguite ciò che vi piace. Avete diritto alla vostra felicità. E ciò se dovesse portare alla crisi con il vostro compagno, allora vuol dire che il rapporto non era solido e ben equilibrato; forse era basato solo sull'attrazione fisica, o sulla vostra voglia di essere innamorate, o sul sogno di una famiglia - una bella casa, i figli, ecc. - ma non su un progetto condiviso.

Ricordatevi sempre che la vita è bella e va vissuta. Non va buttata via, ma neanche tenuta chiusa. Spiegate le ali, non abbiate paura di volare. Uscite con le vostre amiche, con i vostri amici. Cercate nuove amicizie. Troverete lungo la vostra strada compagni occasionali, giusto per fare un breve tratto, ed altri per fare un po' di strada in più; forse vi accorgerete ad un tratto che uno è quello con cui è bello viaggiare anche se non si sa dove andare. Ma se cercate un compagno a tutti i costi, potreste prendere quello sbagliato - quindi: non abbiate fretta.

Quando scegliete il vostro compagno, fatelo con giudizio. Non foderatevi gli occhi con il prosciutto dell'amore. Non permettete al cieco amore di far tacere quella vocina che è il vostro intuito.

E per voi che avete un compagno che non vi fa uscire, che non rispetta la vostra identità, che non vi lascia spazi, che non vi fa crescere: lasciatelo. Meglio prima che dopo. Perché prima o poi vi accorgerete di quello che vi ha tolto (con la vostra implicita accettazione) e che non potrete riavere, e proverete rancore e rabbia verso lui e verso voi stesse.
Nonostante sia una triste storia è stato molto bello leggerti.
Inoltre i consigli che hai dato nella parte finale del tuo messaggio sono eccezionali.
Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.

Ospite

Re: Amori giovani che muoiono crescendo...

Messaggio da Ospite » 24/08/2011, 22:31

justeyes89 ha scritto:[...]
Il fatto di annullarsi per l'altra persona é un errore che fanno in molti,me compresa.Però sono ancora dell'idea che non sia poi così sbagliato,ma sotto sotto mi rendo conto che con il tempo e la maturità cambierò idea ed é giusto così.
Se l'annullamento avviene in un periodo di vitalità sentimentale di stampo giovanile, io credo sia un passaggio quasi obbligato della persona. Accadesse ad un'età più avanzata invece, a me appare come un sinonimo di grave immaturità, e scarsa stima verso se stessi.
justeyes89 ha scritto:[...]
In tante coppie succede ciò che é successo a te.Il partner cambia e non lo si riconosce più,ma anche se si lotta,moltissime volte la coppia scoppia.E' triste ma é così.E non é questione di sentimenti sinceri o meno.Le cose vanno come devono andare e quando arrivi ad un certo punto,non le puoi più fermare.
Se in questi casi si perguisse invece il proposito di annullarsi per la controparte, si finirebbe per suicidarsi o qualcosa del genere. Per fortuna la logica e la razionalità entrano in gioco, e impediscono inutili sofferenze.