Amore: tanto rumore per nulla?

Relazioni di coppia: esperienze, storie, delusioni, consigli

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gioialuna
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Amore: tanto rumore per nulla?

Messaggio da gioialuna » 27/10/2010, 10:26

Ogni tanto ho come l’impressione che l’amore sia solo una convenzione sociale. Mi spiego: un uomo e una donna in età giovanile, quando si è ancora disposti a credere all’innamoramento (e per di più eterno), quando la chimica viene scambiata facilmente come sintomo d’amore,quando c’è voglia di progettualità sia per convenzione sociale o religiosa o solo per desiderio di procreazione, arrivano quasi automaticamente a definire il tutto con un matrimonio. Insomma realizzazione di vita: lavoro, matrimonio, figli. Dopo di ché può subentrare un affetto sincero, un impegno comune per la famiglia e quanto si è costruito, una quieta sopportazione per reciproca compagnia, una insoddisfazione nel realizzare come il progetto sia insufficiente a mantenere alto il rapporto o forse in qualche rarissimo caso, una amore “protetto”. Con questo intendo un rapporto dove entrambi si impegnano a mantenere viva sia la passione che un certo romanticismo giocoso, dove arrivano a demolirlo per ricostruirlo ogni volta adeguandolo al loro crescere come persone individuali. Insomma due persone unite e complici. Un’utopia? Non sono ancora riuscita a capirlo! Intorno a me non vedo tante coppie realizzate e felici, è quello che mi preoccupa! Invece pensando a volte a coppie “celebri” (che so.. Mondaini e Vianello, Fo e Rame, ma anche il per me eroico Gino Strada e purtroppo la moglie scomparsa) sembra che spesso siano unite molto da un progetto comune, di lavoro, artistico, insomma una cosa dove la coppia può riversare nuova passione,quando forse cala quella “da innamorati”, è che però probabilmente aiuta a mantenere l’unione amorosa. Per alcuni può essere un progetto di famiglia, ugualmente importante, inteso come figli, è qui però a volte accade che quando i figli se ne vanno la coppia va in crisi. Queste considerazioni le ho perché mi rendo conto che se non si arriva al progetto matrimoniale-familiare (o di convivenza eh) entro una certa età o se questo progetto fallisce, poi si fa fatica a credere ancora che sia possibile condividere la propria vita con un'altra persona ma subentra una specie di egoistico individualismo dove nessuno accetta più di dover in qualche modo rendere conto a qualcun altro delle sue decisioni, dove ciascuno vuole gestire da solo le proprio scelte e per questo non si impegna più veramente nella costruzione di un rapporto. Tutto diventa superficiale e sostituibile, nei discorsi c’è spesso un io o un io e te ma mai un sentito noi. E’ come se prima uno lo fa perché è abitudine farlo e poi ormai c’è dentro e va avanti , mentre passata l’età della illusione romantica e l’età del condizionamento "genitoriale o societario" o addirittura passata l’età fisiologica della procreazione, poi non si riesca più a crederci fino in fondo. Magari c’è l’intesa e basterebbe poco per lasciarsi andare e scoprire che potrebbe essere comunque amore (e forse ancora più vero perché senza quei condizionamenti detti prima) ma non si prova neanche, nella per me assurda convinzione che significherebbe rinunciare a sé stessi. E allora io mi chiedo: sono solo una povera ingenua con reminescenze adolescenziali io che coscientemente potrei (e vorrei) fidarmi di un altra persona e accogliere la sua fiducia, ha ancora un senso alla mia età e di questi tempi crederci? O alla fine è tutto solo passione che poi diventa affetto e a volte è solo o l’uno o l’altro? Oppure è solo il desiderio di amare, perché si è innamorati dell’amore che rende la vita più lieve e meno solitaria, o perché si segue una convenzione sociale? Non vorrei parlare di me, è chiaro che se tiro fuori l’argomento è per il momento che vivo ma sinceramente sento continuamente gente insoddisfatta, donne e uomini che decidono di stare soli o vivere relazioni a metà, per paura, per non impegnarsi, per la propria autonomia, per delusioni passate, anche affermando magari di essere innamorati, oppure dichiarando sorridendo che l’amore è quello giovanile e ormai non ci si innamora più ma si decide più logicamente “un andar d’accordo”, e questo vivere tiepidamente le emozioni poi secondo me porta a non viverle affatto. Io stessa mi chiedo se potrei ancora convivere, affrontare il quotidiano al 100% ad esempio. Un amico mi ha detto un giorno "è perchè c'è il consumismo veloce anche nei rapporti, si vuole una cosa ma poi la felicità è breve e se ne cerca subito un altra"?! Anche leggendo le ultime mail qui nel forum sono andata in confusione, non capisco se sono sognatrice o ho solo troppo poco amore per me stessa e ancora mi affido a qualcun altro per la ricerca di una felicità completa. Insomma l’amore c’è o si costruisce? Lo ammetto, sono in confusione, spero almeno di aver più o meno spiegato bene il mio confusionario pensiero. Mi piacerebbe leggere opinioni di miei coscritti o quasi, ma solo perché credo (e spero) che i più giovani abbiano più entusiasmo e non vedano ancora la cosa in questo modo, spero per loro eh! Grazie a tutti!

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Mister71
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Re: Amore: tanto rumore per nulla?

Messaggio da Mister71 » 27/10/2010, 15:51

gioialuna ha scritto:Ogni tanto ho come l’impressione che l’amore sia solo una convenzione sociale. Mi spiego: un uomo e una donna in età giovanile, quando si è ancora disposti a credere all’innamoramento (e per di più eterno), quando la chimica viene scambiata facilmente come sintomo d’amore,quando c’è voglia di progettualità sia per convenzione sociale o religiosa o solo per desiderio di procreazione, arrivano quasi automaticamente a definire il tutto con un matrimonio. Insomma realizzazione di vita: lavoro, matrimonio, figli. Dopo di ché può subentrare un affetto sincero, un impegno comune per la famiglia e quanto si è costruito, una quieta sopportazione per reciproca compagnia, una insoddisfazione nel realizzare come il progetto sia insufficiente a mantenere alto il rapporto o forse in qualche rarissimo caso, una amore “protetto”. Con questo intendo un rapporto dove entrambi si impegnano a mantenere viva sia la passione che un certo romanticismo giocoso, dove arrivano a demolirlo per ricostruirlo ogni volta adeguandolo al loro crescere come persone individuali. Insomma due persone unite e complici. Un’utopia? Non sono ancora riuscita a capirlo! Intorno a me non vedo tante coppie realizzate e felici, è quello che mi preoccupa! Invece pensando a volte a coppie “celebri” (che so.. Mondaini e Vianello, Fo e Rame, ma anche il per me eroico Gino Strada e purtroppo la moglie scomparsa) sembra che spesso siano unite molto da un progetto comune, di lavoro, artistico, insomma una cosa dove la coppia può riversare nuova passione,quando forse cala quella “da innamorati”, è che però probabilmente aiuta a mantenere l’unione amorosa. Per alcuni può essere un progetto di famiglia, ugualmente importante, inteso come figli, è qui però a volte accade che quando i figli se ne vanno la coppia va in crisi. Queste considerazioni le ho perché mi rendo conto che se non si arriva al progetto matrimoniale-familiare (o di convivenza eh) entro una certa età o se questo progetto fallisce, poi si fa fatica a credere ancora che sia possibile condividere la propria vita con un'altra persona ma subentra una specie di egoistico individualismo dove nessuno accetta più di dover in qualche modo rendere conto a qualcun altro delle sue decisioni, dove ciascuno vuole gestire da solo le proprio scelte e per questo non si impegna più veramente nella costruzione di un rapporto. Tutto diventa superficiale e sostituibile, nei discorsi c’è spesso un io o un io e te ma mai un sentito noi. E’ come se prima uno lo fa perché è abitudine farlo e poi ormai c’è dentro e va avanti , mentre passata l’età della illusione romantica e l’età del condizionamento "genitoriale o societario" o addirittura passata l’età fisiologica della procreazione, poi non si riesca più a crederci fino in fondo. Magari c’è l’intesa e basterebbe poco per lasciarsi andare e scoprire che potrebbe essere comunque amore (e forse ancora più vero perché senza quei condizionamenti detti prima) ma non si prova neanche, nella per me assurda convinzione che significherebbe rinunciare a sé stessi. E allora io mi chiedo: sono solo una povera ingenua con reminescenze adolescenziali io che coscientemente potrei (e vorrei) fidarmi di un altra persona e accogliere la sua fiducia, ha ancora un senso alla mia età e di questi tempi crederci? O alla fine è tutto solo passione che poi diventa affetto e a volte è solo o l’uno o l’altro? Oppure è solo il desiderio di amare, perché si è innamorati dell’amore che rende la vita più lieve e meno solitaria, o perché si segue una convenzione sociale? Non vorrei parlare di me, è chiaro che se tiro fuori l’argomento è per il momento che vivo ma sinceramente sento continuamente gente insoddisfatta, donne e uomini che decidono di stare soli o vivere relazioni a metà, per paura, per non impegnarsi, per la propria autonomia, per delusioni passate, anche affermando magari di essere innamorati, oppure dichiarando sorridendo che l’amore è quello giovanile e ormai non ci si innamora più ma si decide più logicamente “un andar d’accordo”, e questo vivere tiepidamente le emozioni poi secondo me porta a non viverle affatto. Io stessa mi chiedo se potrei ancora convivere, affrontare il quotidiano al 100% ad esempio. Un amico mi ha detto un giorno "è perchè c'è il consumismo veloce anche nei rapporti, si vuole una cosa ma poi la felicità è breve e se ne cerca subito un altra"?! Anche leggendo le ultime mail qui nel forum sono andata in confusione, non capisco se sono sognatrice o ho solo troppo poco amore per me stessa e ancora mi affido a qualcun altro per la ricerca di una felicità completa. Insomma l’amore c’è o si costruisce? Lo ammetto, sono in confusione, spero almeno di aver più o meno spiegato bene il mio confusionario pensiero. Mi piacerebbe leggere opinioni di miei coscritti o quasi, ma solo perché credo (e spero) che i più giovani abbiano più entusiasmo e non vedano ancora la cosa in questo modo, spero per loro eh! Grazie a tutti!
Ciao...

Questo argomento è più grande di una montagna. Da dove vogliamo cominciare? :) :)

Cerchiamo di ridurlo a poche cose: io penso che l'insoddisfazione dipenda da troppi motivi, ce n'è almeno uno per ogni essere umano,ma forse si possono rilevare delle costanti, delle cause valide per più persone, ad esempio:

secondo me la scelta del partner non è fatta sempre in piena cognizione, forse per la paura di rimanere soli, per scarsa conoscenza delle proprie emozioni e pensieri "reali", oppure perché si spera che le cose possano migliorare in futuro.

Inoltre, penso che si attribuisca alla "routine" una reputazione peggiore di quella effettiva, come se questa fosse il segnale che il rapporto sta avviandosi al tramonto. Non è così.

C'è anche una routine piacevole, stabile e calda. Come un bel paesaggio, non vorresti che cambiasse. Allora la domanda è: che routine siamo stati capaci di creare insieme?

Se si cerca di tenere sempre acceso il fuoco, finendo con il vivere una specie di tensione continua "per paura di scadere nella routine", è perché si è dimenticato che anche una brace può essere piacevole, senza fiamme.

Per quanto mi riguarda, è molto più delicato il primo punto... la persona giusta con la quale creare una sintonia in equilibrio.

Ciao...

gioialuna
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Re: Amore: tanto rumore per nulla?

Messaggio da gioialuna » 28/10/2010, 8:14

Mister71 ha scritto:[...]
Questo argomento è più grande di una montagna. Da dove vogliamo cominciare? :) :)
eh lo so lo so... :)
Mister71 ha scritto:[...]
C'è anche una routine piacevole, stabile e calda. Come un bel paesaggio, non vorresti che cambiasse. Allora la domanda è: che routine siamo stati capaci di creare insieme?
Se si cerca di tenere sempre acceso il fuoco, finendo con il vivere una specie di tensione continua "per paura di scadere nella routine", è perché si è dimenticato che anche una brace può essere piacevole, senza fiamme.
Ma questo è quello che penso anch'io ! infatti quando dico che io ci crederei ancora è perchè penso che si possa arrivare a quello, però bisogna crederci un minimo e anche "lavorarci" un minimo! Certo trovare la persona giusta... eh! diciamo che bisognerebbe trovare anche una persona che abbia questo stesso intento, quindi una minima voglia di impegnarsi, nel senso di dare e avere fiducia di un altra persona! di essere un pò meno egoista.. di aver voglia di crescere insieme a un altra persona..

Grazie della risposta! :DD

ernesto
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Re: Amore: tanto rumore per nulla?

Messaggio da ernesto » 28/10/2010, 19:24

gioialuna ha scritto:Ogni tanto ho come l’impressione che l’amore sia solo una convenzione sociale. Mi spiego: un uomo e una donna in età giovanile, quando si è ancora disposti a credere all’innamoramento (e per di più eterno), quando la chimica viene scambiata facilmente come sintomo d’amore,quando c’è voglia di progettualità sia per convenzione sociale o religiosa o solo per desiderio di procreazione, arrivano quasi automaticamente a definire il tutto con un matrimonio. Insomma realizzazione di vita: lavoro, matrimonio, figli. Dopo di ché può subentrare un affetto sincero, un impegno comune per la famiglia e quanto si è costruito, una quieta sopportazione per reciproca compagnia, una insoddisfazione nel realizzare come il progetto sia insufficiente a mantenere alto il rapporto o forse in qualche rarissimo caso, una amore “protetto”. Con questo intendo un rapporto dove entrambi si impegnano a mantenere viva sia la passione che un certo romanticismo giocoso, dove arrivano a demolirlo per ricostruirlo ogni volta adeguandolo al loro crescere come persone individuali. Insomma due persone unite e complici. Un’utopia? Non sono ancora riuscita a capirlo! Intorno a me non vedo tante coppie realizzate e felici, è quello che mi preoccupa! Invece pensando a volte a coppie “celebri” (che so.. Mondaini e Vianello, Fo e Rame, ma anche il per me eroico Gino Strada e purtroppo la moglie scomparsa) sembra che spesso siano unite molto da un progetto comune, di lavoro, artistico, insomma una cosa dove la coppia può riversare nuova passione,quando forse cala quella “da innamorati”, è che però probabilmente aiuta a mantenere l’unione amorosa. Per alcuni può essere un progetto di famiglia, ugualmente importante, inteso come figli, è qui però a volte accade che quando i figli se ne vanno la coppia va in crisi. Queste considerazioni le ho perché mi rendo conto che se non si arriva al progetto matrimoniale-familiare (o di convivenza eh) entro una certa età o se questo progetto fallisce, poi si fa fatica a credere ancora che sia possibile condividere la propria vita con un'altra persona ma subentra una specie di egoistico individualismo dove nessuno accetta più di dover in qualche modo rendere conto a qualcun altro delle sue decisioni, dove ciascuno vuole gestire da solo le proprio scelte e per questo non si impegna più veramente nella costruzione di un rapporto. Tutto diventa superficiale e sostituibile, nei discorsi c’è spesso un io o un io e te ma mai un sentito noi. E’ come se prima uno lo fa perché è abitudine farlo e poi ormai c’è dentro e va avanti , mentre passata l’età della illusione romantica e l’età del condizionamento "genitoriale o societario" o addirittura passata l’età fisiologica della procreazione, poi non si riesca più a crederci fino in fondo. Magari c’è l’intesa e basterebbe poco per lasciarsi andare e scoprire che potrebbe essere comunque amore (e forse ancora più vero perché senza quei condizionamenti detti prima) ma non si prova neanche, nella per me assurda convinzione che significherebbe rinunciare a sé stessi. E allora io mi chiedo: sono solo una povera ingenua con reminescenze adolescenziali io che coscientemente potrei (e vorrei) fidarmi di un altra persona e accogliere la sua fiducia, ha ancora un senso alla mia età e di questi tempi crederci? O alla fine è tutto solo passione che poi diventa affetto e a volte è solo o l’uno o l’altro? Oppure è solo il desiderio di amare, perché si è innamorati dell’amore che rende la vita più lieve e meno solitaria, o perché si segue una convenzione sociale? Non vorrei parlare di me, è chiaro che se tiro fuori l’argomento è per il momento che vivo ma sinceramente sento continuamente gente insoddisfatta, donne e uomini che decidono di stare soli o vivere relazioni a metà, per paura, per non impegnarsi, per la propria autonomia, per delusioni passate, anche affermando magari di essere innamorati, oppure dichiarando sorridendo che l’amore è quello giovanile e ormai non ci si innamora più ma si decide più logicamente “un andar d’accordo”, e questo vivere tiepidamente le emozioni poi secondo me porta a non viverle affatto. Io stessa mi chiedo se potrei ancora convivere, affrontare il quotidiano al 100% ad esempio. Un amico mi ha detto un giorno "è perchè c'è il consumismo veloce anche nei rapporti, si vuole una cosa ma poi la felicità è breve e se ne cerca subito un altra"?! Anche leggendo le ultime mail qui nel forum sono andata in confusione, non capisco se sono sognatrice o ho solo troppo poco amore per me stessa e ancora mi affido a qualcun altro per la ricerca di una felicità completa. Insomma l’amore c’è o si costruisce? Lo ammetto, sono in confusione, spero almeno di aver più o meno spiegato bene il mio confusionario pensiero. Mi piacerebbe leggere opinioni di miei coscritti o quasi, ma solo perché credo (e spero) che i più giovani abbiano più entusiasmo e non vedano ancora la cosa in questo modo, spero per loro eh! Grazie a tutti!
Leggendoti riflettevo sul fatto di considerare l' " ingenuità" giovanile o il "cinismo" dell'età adulta come possibili "strutture" di un rapporto d' "amore".Ci si domanda se tra un'uomo e una donna possa crescere una "realtà" differente?.Non so.
Forse è possibile vedere un'altra persona come si vede se stesso:consentirgli tutti i gesti e i movimenti che si consentono a se stesso,godere che li faccia come si gode a farli noi,non sentirsi privati di cosa che faccia con altri come noi non ci sentiamo privati di cosa che facciamo con altri.Vuol dire forse amare questa persona come noi stesso.Mi chiedo ma questo amore si chiama carità?

Ciao
le orecchie ascoltano....

soleluna69
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Messaggio da soleluna69 » 28/10/2010, 22:43

Carissima Gioialuna,io ho capito perfettamente il tuo discorso..certe frasi e certe domande avrei potuto scriverle io stessa...e io che pensavo che questo dipendesse dalla mia "vissuta" vita...probabilmente allora è l'età invece..
io son sempre stata una grandissima romantica alla ricerca dell'amore..innamorata dell'amore come scrivi tu...
ma poi quest'amore finiva, inesorabilmente e molto presto..

in gioventù pensavo di non aver ancora trovato la persona giusta..e così cambiavo..mi son sposata 3 volte..
spesso poi ho pensato di essere io non capace di amare, di condividere,di scendere a compromessi....e senz'altro molto di vero in questo c'è..
ma c'è qualcuno che è davvero capace di fare tutto questo?

poi ho capito che ciò che consideravo amore era la fase dell'innamoramento, quella che dura naturalmente qualche mese, così per tutti non solo per me e che quindi questa finiva perchè si esauriva e non perchè la persona era sbagliata..oppure era passione...

e così ho deciso di provare a superare quella fase e conoscere le varie fasi dell'amore...sperimentarle con gioia e non con rassegnazione per ciò che non avevo più..

invece mi sono ritrovata in quelle situazioni tragicomiche di cui sentivo parlare dalla gente, dalla televisione, nei libri e che sempre avevo pensato che io mai avrei vissuto..

ora sono una moglie frustrata ed insoddisfatta...praticamente separata in casa per volere soprattutto di lui che ha smesso di provarci ancor prima di me..molto prima di me e che dice che "l'amore è una malattia infettiva adolescenziale di persone che non sono mentalmente e spiritualmente cresciute"...

non mi sento cinica a pensare che l'amore per una persona per lungo tempo non "funzioni", più che non esista, se non per rarissime persone..
io stimo e amo mio marito, ma non funziona...ognuno ha il suo bagaglio, le sue dinamiche , le sue magagne da sciogliere e che questo s'incastri con quelle di un'altra persona lo vedo davvero difficile..
la convivenza è troppo complicata secondo me...
forse funzione per chi non vive insieme..
l'affetto, il bene, quelli sì, ma l'amore complice che ti fa desiderare di star con quella persona per sempre no..

ma ciò che è stupendo per me è che non sono triste..non mi sento vuota..non mi sento che mi manchi qualcosa ( a parte forse il rapporto fisico)...
perchè sono innamorata della mia piccolina,amo gli altri miei figli, amo anche degli amici....spesso amo la vita e sempre amo immensamente la natura che posso trovare ovunque, quando mi serve..
so amare anche un conoscente e avere lampi d'amore per uno sconosciuto o un libro..
Carpe diem!..ci credo ancora..

Kurtz

Re: Amore: tanto rumore per nulla?

Messaggio da Kurtz » 29/10/2010, 19:00

gioialuna ha scritto:...nei discorsi c’è spesso un io o un io e te ma mai un sentito noi...
Credo che il nocciolo della questione sia proprio questo. Le parole "noi", "nostro", indicano un impegno, ma anche un atteggiamento mentale verso la coppia all'interno della coppia stessa. La vita non è mai una linea piatta, cambiano tante cose, progetti, prospettive, modi di ragionare e di vedere le cose, e non è facile sapersi adattare come coppia ai vari mutamenti. Individualmente è senza dubbio più semplice. Anch'io attorno a me noto un calante uso del "noi" verso un più gettonato "io e te". I motivi di impegni presi sempre più alla leggera? Forse ce ne sono troppi, ma credo che il tuo amico non abbia torto parlando di "consumismo veloce": siamo inzuppati nel consumismo veloce dove tutto è facile; anzi, troppo veloce e troppo facile e spesso perdiamo il contatto con la realtà. Per questo mi trovo d'accordo con Mister71: sempre meno riusciamo a valorizzare ciò che abbiamo attorno; sempre meno riusciamo a trovare la felicità nelle piccole cose. E in questo contesto fatichiamo a capire se con il partner ci sia o meno quell'alchimia necessaria e indispensabile per poter costruire un'unione solida ed equilibriata. Oppure fatichiamo a ritrovarla dopo un momento difficile. Ma di fondo deve esserci il "noi". Se solo ci fosse stato più "noi" nella mia vita e meno "io e te", "mio e tuo", i miei problemi si sarebbero risolti con meno lacrime e travasi di bile.

Mi rendo conto di non avere la tua età e ho forti dubbi di esserti stato d'aiuto. :)

Un saluto

gioialuna
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Età: 58

Re: Amore: tanto rumore per nulla?

Messaggio da gioialuna » 02/11/2010, 9:30

Kurtz ha scritto:[...]

Mi rendo conto di non avere la tua età e ho forti dubbi di esserti stato d'aiuto. :)

Un saluto
Tutti le risposte sono di aiuto.. :)

Kurtz ha scritto:[...]


... anche un atteggiamento mentale verso la coppia all'interno della coppia stessa...
... sempre meno riusciamo a valorizzare ciò che abbiamo attorno; sempre meno riusciamo a trovare la felicità nelle piccole cose. E in questo contesto fatichiamo a capire se con il partner ci sia o meno quell'alchimia necessaria e indispensabile per poter costruire un'unione solida ed equilibriata. Oppure fatichiamo a ritrovarla dopo un momento difficile...
Un saluto
Concordo...

Ciao auguri anche a te allora...!