Un consiglio per una situazione delicata

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Inno
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Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 0:40

Sarò lunghissimo.

La storia con la mia ex è iniziata 6/7 anni fa. Ha 8 anni meno di me. E' una ragazza difficile, che ha avuto tanti problemi nell'infanzia, in parte risolti ma non tutti.
Già alle elementari ha cominciato a farsi del male (fisicamente). E' stata anoressica, tanto da rischiare la vita, bulimica e perennemente in cura per depressione. Ha disturbi della personalità (disturbo bipolare).
Per come la vedo io, questi problemi vengono soprattutto dalla sua vita familiare. Solo per farvi capire vi dico che sua mamma è cresciuta a cinghiate e ha fatto uguale da genitore. Finché non è diventata testimone di geova, come tutta la famiglia e parenti annessi (esclusa la mia ex).
Tutta questa situazione, che non so quanto vi potete immaginare, mi ha portato a cercare di aiutarla investendo molto su di lei.

Quando l'ho conosciuta ci ho messo una settimana a capire come erano le cose. Le dissi che non mi sembrava il caso di proseguire oltre.
Ma lei iniziò a bersi lo spirito e così pensai che forse facevo bene a stargli accanto: male non gliene avrei fatto e, più in la, la situazione poteva essere diversa e avrei potuto lasciarla "meglio". Non la vedevo per me.
Per un bel po sono stato con lei per quel motivo. Lo sa anche lei.
Col tempo è migliorata dal punto di vista della depressione e cercavo di fargli prendere più contatto con la realtà. E' passata dal ricevere 50/100 euro al mese da sua mamma (prese dal suo stipendio di apprendista decoratrice di ceramica) all'aprirsi un conto in banca su cui versare gli assegni e da cui, lei, prendeva qualcosa da dare ai suoi.
Cercando di farla diventare più indipendente però, ho sempre avuto contro i suoi che, invece, cercavano di tenerla il più possibile a freno (per protezione ovviamente).
I suoi problemi si sono via via attenuati e diventando più "matura", le cose sono migliorate anche tra noi e da parte mia è nato l'amore.
Tuttavia, ha sempre avuto una scala di valori sballata e i suoi problemi di personalità la portano a fare anche cose che lei non vorrebbe fare, ma fa, pur di non mettere in crisi un rapporto che può avere con un'altra persona. Anche solo di amicizia (o che lei crede tale). Questo l'ha portata al tradimento sessuale. E' difficile da credere ma è così.
Il peggio è che quel lui (conosciuto frequentando un corso regionale di potatura), pur sapendo delle medicine che lei prendeva per curarsi di depressione e non solo, ha pure insistito per farlo senza protezione...tanto per una volta non succede niente!
Zac.

A "danno" fatto, ha cominciato a dire che si prende le sue responsabilità (non gli pare il vero, l'ha fatto apposta...), che la sposa subito, che vuole suo figlio anche fosse handicappato a causa delle medicine ecc. Oro che cola per i suoi per i quali la cosa più importante a quel punto era che non abortisse, si sposasse e andasse via di casa. Anche se col primo che passa e che loro neppure conoscono.
Da parte mia, e forse era anche fare troppo, gli avevo dato la possibilità di convivere insieme. Non incinta però...
Nonostante lei dicesse a me, ai suoi e all'altro di voler stare con me e non con lui, ci sono tanti modi per persuadere una persona debole.
Tra cui dire che se abortiva non avrebbe più rivisto la famiglia.
O che poteva partorire e darlo in adozione.
Durante un controllo all'ospedale, lei ha chiesto di voler abortire senza dirlo a nessuno (neppure a me). Gli diedero l'appuntamento per gli esami del sangue ecc. Quando il nuovo lui lo ha scoperto gli ha stracciato il foglio perché il figlio è suo...
Lei ha minacciato pure il suicidio, e lui per tutta risposta gli diceva che prima partoriva, gli dava il figlio e poi poteva fare quello che voleva.
Circondata da queste belle personcine, e comunque mai convinta lei stessa di voler abortire (lei è credente ed io agnostico), ha deciso di portare a termine la gravidanza per poi darlo in adozione e tornare con me. Sia il nuovo lui che i suoi non facevano che dirgli che l'avrebbero tenuto loro al posto suo...
Poiché non sapeva come dirmelo, mi disse che, se io volevo, lei abortiva per me. Ma il giorno dopo non ci sarebbe stata più...
Gli dissi quello che voleva: che se avesse fatto qualcosa mi avrebbe fatto solo ancora più male e quindi doveva tenerlo e che per quanto riguarda noi, avremmo visto dopo.
Ma sapevo bene cosa succedeva...i suoi e il nuovo lui la raccontavano, ma non la vedevano allo stesso modo.

Non potendoci più vedere o sentire, lei ha "provato" a stare con lui: spinta dai suoi, da lui che l'accompagna di qua e di la ecc. Però non ha mai smesso di mandarmi messaggi tipo ti amo, ti penso, ecc...
Ha tenuto due piedi in una scarpa insomma.
Ho ignorato i suoi sms per 3 settimane perché mi sentivo tradito doppiamente.
Ora non si cura per la depressione: ha dovuto smettere di botto.
Una volta il nuovo lui gli ha preso il cellulare e ha visto una mia risposta ad un suo sms. Lui e i suoi lo controllano sempre.
E così avvisa sua mamma e io me la vedo arrivare a dirmi che non le devo scrivere ne rispondere.
E che se lei fa qualcosa io l'avrei sulla coscienza...Io?

Ora, negli ultimi messaggi che lei mi ha mandato ieri e stamani, in pratica mi prega di salvarla perché non ce la fa più, che ha detto a lui di voler stare con me per sempre e che la risposta è "tu hai mio figlio quindi stai con me". E di nuovo non ce la fo più ecc...
Fino a chiedermi di sposarla appena partorito.
Ho preferito non copiare il testo.
Non gli ho risposto perché non so cosa dirgli.
Con un sms poi...questa cosa mi fa saltare i nervi.
Non gli posso dire di si.
So cosa vorrei: star bene, e questa situazione promette solo male.
Certo per lei sarebbe meglio le dicessi di si.
Ed è vero che vorrei credere di poter stare con lei, perché i sentimenti ci sono ancora.
E' sempre stata una ragazza impegnativa, ma ha pure pregi che magari non troverei in nessun'altra, non posso fare a meno di pensarci.
Ora mi viene pure la paura che lei arriverebbe a fare qualche sciocchezza. Non ora: non lo farebbe per il figlio che porta.
Ma dopo aver partorito dovrà riconoscere suo figlio come suo, sposarsi ed andare via di casa.
E' dura prendersi di botto impegni mai presi prima e crescere un figlio. Soprattutto farlo con chi non ami e non ti rispetta.
Ma io non posso pensare di dover avere a che fare con un figlio non mio (uno può pure cercarlo e adottarlo ma qui è diverso) e sebbene lei abbia sempre detto di potersene separare, a me non pare possibile.
Ne posso pensare di dover avere a che fare con i suoi genitori.
In tutto questo poi, lei non è solo vittima. Cioè, io la vedo così, ma forse ho il prosciutto sugli occhi.
Non posso dirgli si, ma non posso neanche dirgli no. Non così.
Sarebbe più semplice se mi avesse tradito e avesse scelto un altro. Definitivamente però.
Per quanto difficile, questa storia stavo cercando di buttarmela alle spalle.
Lo sapevo che non ci sarebbe stata bene con l'altro, ma sinceramente pensavo che l'avrebbe capito in qualche anno di tempo.

Ospite

Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Ospite » 14/11/2009, 3:26

Inno ha scritto:E' sempre stata una ragazza impegnativa, ma ha pure pregi che magari non troverei in nessun'altra, non posso fare a meno di pensarci.
Ora mi viene pure la paura che lei arriverebbe a fare qualche sciocchezza. Non ora: non lo farebbe per il figlio che porta.
Ma dopo aver partorito dovrà riconoscere suo figlio come suo, sposarsi ed andare via di casa.
E' dura prendersi di botto impegni mai presi prima e crescere un figlio. Soprattutto farlo con chi non ami e non ti rispetta.
Ma io non posso pensare di dover avere a che fare con un figlio non mio (uno può pure cercarlo e adottarlo ma qui è diverso) e sebbene lei abbia sempre detto di potersene separare, a me non pare possibile.
Ne posso pensare di dover avere a che fare con i suoi genitori.
In tutto questo poi, lei non è solo vittima. Cioè, io la vedo così, ma forse ho il prosciutto sugli occhi.
Non posso dirgli si, ma non posso neanche dirgli no. Non così.
Sarebbe più semplice se mi avesse tradito e avesse scelto un altro. Definitivamente però.
Per quanto difficile, questa storia stavo cercando di buttarmela alle spalle.
Lo sapevo che non ci sarebbe stata bene con l'altro, ma sinceramente pensavo che l'avrebbe capito in qualche anno di tempo.
Si', e' certamente come dici tu: una situazione molto, ma molto delicata.

Non capisco pero' per cosa intendi: "Ma ha pure pregi che magari non troverei in nessun'altra". Scusami se mi permetto: ma io non vedo molto pregio in una donna o in un uomo che tradisce! Esistono ragazze senza molti grilli per la testa, serie, decisive e compatte nelle loro decisioni e convinzioni sebbene hanno vissuto momenti tragici nella vita! La tua ex dara’ alla luce a un figlio che non e' tuo, con un uomo che nemmeno lei stessa conosce e o ama; pero' e' anche adulta e un rapporto con lui l'ha voluto e continua ad averlo. Non capisco per quale motivo tu voglia assumerti responsabilita’ che non sono tue, o non sono mai state tue. Maturare nella vita vuole dire assumersi le proprie di responsabilita’ e la tua ex di questo ne e’ del tutto incapace. Se dici pero' di volerla aiutare, consigliale di curare il disturbo bipolare; ma pure qui, deve lei stessa volerlo; i medicinali vengono offerti non forzati!

Mi dispiace davvero molto della situazione che stai attraversando pero’ non vedo come una persona possa illudersi di poter vivere un futuro tranquillo e con un pizzico di felicita’, quando circondato da continua tragicita’ e distruzione.

Ciao.

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da george clooney » 14/11/2009, 8:26

Inno ha scritto: La storia con la mia ex è iniziata 6/7 anni fa.perennemente in cura per depressione. Ha disturbi della personalità (disturbo bipolare).

.
La tua è una storia davvero complicata..Amare ed avere accanto una persona affetta da disturbo bipolare è logorante; non parlo per esperienza diretta, ma conosco persone che si sono trovate in questa situazione e mi hanno detto che è un inferno allo stato puro.. Si tratta di una malattia a forte componente genetica, per cui non sono i genitori la causa di questo disturbo. La caratteristica predominante delle persone affette da disturbi bipolari sono l'instabilità, l'assolutà incapacità di gestire rapporti d'amicizia o d'amore in maniera costante. Stiamo parlando di persone che, a causa di questa malattia, non sono equilibrate; tutto nella loro vita si svolge in maniera altalenante. Capisco che tu le vuoi bene, ma vista la situazione ingarbugliata, (adesso lei ha un figlio avuto da un altro), non vedo come tu possa esserle di aiuto, nonostante la tua buona volontà.. Probabilmente se tu adesso le stessi accanto non faresti che creare ancora più confusione nella sua testa di quella che già ha..Spesso, nemmeno i genitori riescono a gestire nel migliore dei modi la malattia di questi ragazzi; non è cosa semplice..

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Mister71 » 14/11/2009, 11:21

Inno ha scritto:Sarò lunghissimo.

La storia con la mia ex è iniziata 6/7 anni fa. Ha 8 anni meno di me. E' una ragazza difficile, che ha avuto tanti problemi nell'infanzia, ...
.
Ciao...

Istintivamente ti direi di tirarti fuori e in modo definitivo da questa specie di labirinto in cui ti sei cacciato, però una risposta così non renderebbe giustizia né a te né alla ragazza che hai descritto...
Quindi, prova a riflettere "soltanto" sulle tue motivazioni, togliendo di mezzo per qualche istante quelle apparenti, come l'amore.
Cosa ti spinge davvero a continuare? Si potrebbe parlare anche di notevole altruismo, ma è davvero così?
La persona di cui parli ha bisogno di un aiuto autorevole e strutturato, non di perdersi nei mille risvolti di una esistenza, che se è capace di mettere a dura prova l'equilibrio emotivo di una persona normale, figuriamoci quello di chi è purtroppo già abbondantemente compromesso.

Cercare di aiutare qualcuno è nobile, soprattutto se ci sembra di provare anche qualche sentimento, però ci sono situazioni di questo tipo di fronte alle quali dobbiamo arrenderci. Se vedi che qualcuno non sa nuotare, tu ti lanci e cerchi di trascinarlo a riva. Ma se il mare è troppo grosso e la persona ormai lontana, allora - secondo me - devi lasciare che tutto si compia secondo le sue premesse. La malattia mentale è un buco nero nel quale si sprofonda, e quando l'assetto emotivo si è consolidato, puoi mettere una pezza qua e là, puoi arginare, ma non molto altro...

Insomma, rifletti sulle tue motivazioni, sui tuoi bisogni affettivi, sulle cose non dette dentro di te, e anche sulla distanza che separa la persona a cui tieni dalla possibilità di avere una vita "normale"...
Ciao.

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da tropicsnow » 14/11/2009, 11:42

Inno ha scritto:

La storia con la mia ex è iniziata 6/7 anni fa. Ha 8 anni meno di me. E' una ragazza difficile, che ha avuto tanti problemi nell'infanzia, in parte risolti ma non tutti.


I suoi problemi si sono via via attenuati e diventando più "matura", le cose sono migliorate anche tra noi e da parte mia è nato l'amore.
Tuttavia, ha sempre avuto una scala di valori sballata e i suoi problemi di personalità la portano a fare anche cose che lei non vorrebbe fare, ma fa, pur di non mettere in crisi un rapporto che può avere con un'altra persona. Anche solo di amicizia (o che lei crede tale). Questo l'ha portata al tradimento sessuale.

secondo me l'unica cosa che puoi fare è assicurarti che si curi, che vada da uno specialista e che tenga sotto controllo il suo disturbo.


Inno ha scritto:
Ma dopo aver partorito dovrà riconoscere suo figlio come suo


volendo, lei non ha alcun obbligo di riconoscere come suo questo bimbo. il problema è capire se lo voglia veramente...
Inno ha scritto: So cosa vorrei: star bene, e questa situazione promette solo male.

secondo me, per questa ragazza provi affetto, senso di responsabilità ed è normale dato che hai trascorso diversi anni insieme a lei, ma non credo che tu voglia anche trascorrere il resto della tua vita con lei. sai che ci staresti solo male perchè essendo così instabile, quello che ha fatto ora potrà rifarlo in futuro. tu te la senti di farti carico di tutte le conseguenze che lei, con le sue azioni, determinerà? di essere sempre vigile, di non por mai fare troppo affidamento su di lei, di vivere sempre nel dubbio? chiediti questo. credo che la risposta la troverai da solo...

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 12:39

affabile ha scritto:[...]

Si', e' certamente come dici tu: una situazione molto, ma molto delicata.

Non capisco pero' per cosa intendi: "Ma ha pure pregi che magari non troverei in nessun'altra". Scusami se mi permetto: ma io non vedo molto pregio in una donna o in un uomo che tradisce! Esistono ragazze senza molti grilli per la testa, serie, decisive e compatte nelle loro decisioni e convinzioni sebbene hanno vissuto momenti tragici nella vita!

Lo so, tu hai ragione.
Parlo di tutte quelle cose, anche le piccole cose, che ti fanno amare una persona.
Sarà perchè i sentimenti da parte mia ci sono ancora, ma appunto, le vedo speciali.
Con la testa dico la stessa cosa che dici tu.

affabile ha scritto: La tua ex dara’ alla luce a un figlio che non e' tuo, con un uomo che nemmeno lei stessa conosce e o ama; pero' e' anche adulta e un rapporto con lui l'ha voluto e continua ad averlo. Non capisco per quale motivo tu voglia assumerti responsabilita’ che non sono tue, o non sono mai state tue.

Magari non conta più niente, ma il rapporto che ha avuto e continua ad avere non l'ha proprio voluto.
C'erto il tradimento c'è stato, ma la scelta che ha fatto dopo, di continuare ad avere quel rapporto, è dovuta all'illusione di poter poi tornare insieme a me e a non poter accettare l'idea di perdere famiglia e parenti se non avesse fatto così.
Non è proprio una libera scelta.
Ma comunque non voglio e non posso prendermi la responsabilità di un figlio non mio.
Non ho dubbi su questo.
affabile ha scritto: Maturare nella vita vuole dire assumersi le proprie di responsabilita’ e la tua ex di questo ne e’ del tutto incapace.

Hai ragione, è così.
Uno dei motivi che mi ha fatto andare avanti per tanti anni però, era vedere che le responsabilità non gli venivano date.
Neppure quelle piccole, perché è dalla piccole cose che si comincia.
Voglio dire che i suoi non le permettevano di guidare l'auto anche se ha la patente, ma neppure di prendere l'autobus.
Ho dovuto lottare anche perché si prendesse una bicicletta per poter arrivare in farmacia da sola figurati.
E non è che ho sbagliato io a volergliele dare.

affabile ha scritto: Se dici pero' di volerla aiutare, consigliale di curare il disturbo bipolare; ma pure qui, deve lei stessa volerlo; i medicinali vengono offerti non forzati!

Da subito, quando la conobbi, le dicevo che doveva andare da uno psicologo.
Lei non voleva e per i suoi era una perdita di tempo.
Più volte lo dicevo, tutte le volte che la vedevo ricadere.
Ma ora era seguita da 1/2 anni, da quando ce l'hanno mandata dal pronto soccorso, l'ultima volta che si è fatta del male.
Senza per altro mai dirmi il perché.
Ora ovviamente non può curarsi per la gravidanza ma parla comunque con uno psichiatra e con una psicologa.


affabile ha scritto: Mi dispiace davvero molto della situazione che stai attraversando pero’ non vedo come una persona possa illudersi di poter vivere un futuro tranquillo e con un pizzico di felicita’, quando circondato da continua tragicita’ e distruzione.

Ciao.

Tranquillo non lo sono mai stato infatti.
Ma la felicità la trovavo anche nelle piccole cose e quindi c'era.
Anche l'andare al mercato insieme, per dire, per me erano momenti felici.
Poi, è vero, c'erano altri momenti. Anche lunghi.
Ma anche pensando che non è più il caso, non so come dirglielo.
Le sue parole sono: "Salvami, ti prego,non ce la fo più".
E a me suonano male.

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 12:54

george clooney ha scritto:[...]
La tua è una storia davvero complicata..Amare ed avere accanto una persona affetta da disturbo bipolare è logorante; non parlo per esperienza diretta, ma conosco persone che si sono trovate in questa situazione e mi hanno detto che è un inferno allo stato puro..
Ho dovuto mandar giù tante cose.
Non ero sereno, questo è sicuro.
Ma ci sono lo stesso i momenti belli.

george clooney ha scritto: Si tratta di una malattia a forte componente genetica, per cui non sono i genitori la causa di questo disturbo. La caratteristica predominante delle persone affette da disturbi bipolari sono l'instabilità, l'assolutà incapacità di gestire rapporti d'amicizia o d'amore in maniera costante. Stiamo parlando di persone che, a causa di questa malattia, non sono equilibrate; tutto nella loro vita si svolge in maniera altalenante.

Si, lo so bene. Anche quel disturbo comunque non si presenta sempre allo stesso modo.
Più che altro non ha capacità di giudizio: quello che l'ha portata al tradimento appunto.

http://www.apc.it/disturbo_bipolare.asp
...
Durante le fasi maniacali la persona può presentare disinibizione eccessiva e, in genere, comportamenti socialmente inappropriati.
...
Anche il desiderio sessuale può aumentare, diventando quasi impellente, con comportamenti impulsivi.
...

Nel primo periodo in cui stavo con lei, mi sono trovato a dover fare l'amore senza volerlo fare. Anche se mi è sempre piaciuta fisicamente. Non provavo piacere. Lei lo sa.
E' difficile descrivere cosa succedeva se non la assecondavo.

La componente genetica può essere importante ma anche no, a seconda del tipo di disturbo.
So che probabilmente non guarirà, ma quando parlo della situazione familiare intendo che la porta al peggio.
La mia impressione è quella.
La vedevo migliorare con me.
Ed ora peggiorerà.

Io devo comunque dirgli qualcosa e non so ancora cosa.
Non posso vederla o sentirla al telefono, ma neppure mandargli un sms se non so che non è con lui o i suoi perché la controllano.
Infatti lei mi scrive la mattina, quando è fuori per uno stage.
Allora lunedì mattina bisognerà che gli risponda.
Qualunque risposta è meglio di niente se lei sta li ad aspettarla no?

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 13:03

george clooney ha scritto: Capisco che tu le vuoi bene, ma vista la situazione ingarbugliata, (adesso lei ha un figlio avuto da un altro), non vedo come tu possa esserle di aiuto, nonostante la tua buona volontà.. Probabilmente se tu adesso le stessi accanto non faresti che creare ancora più confusione nella sua testa di quella che già ha..Spesso, nemmeno i genitori riescono a gestire nel migliore dei modi la malattia di questi ragazzi; non è cosa semplice..
Non potrei stargli accanto neppure volendo ora.
Lei non può uscire di casa dove e quando vuole.
La testa mi dice chiaro che per me prima finisce e meglio è.
E che per lei sarebbe meglio stare con me.
Con il cuore sono legato ancora a lei e lei dice altrettanto, anche se non so fino a che punto i suoi sentimenti sono affidabili.
Anche ora che dice di aver capito.
Forse dovrei dirgli che ci deve un pò credere nella nuova storia con l'altro?
E' il colmo, oltre a starci male per me mi tocca consolarla e darla in mano ad un ....
Vi giuro che è da un pò che quando sento un'ambulanza passare mi viene in mente lei (abitiamo non tanto lontani).

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Ospite » 14/11/2009, 13:38

Inno ha scritto:Tranquillo non lo sono mai stato infatti.
Ma la felicità la trovavo anche nelle piccole cose e quindi c'era.
Anche l'andare al mercato insieme, per dire, per me erano momenti felici.
Poi, è vero, c'erano altri momenti. Anche lunghi.
Ma anche pensando che non è più il caso, non so come dirglielo.
Le sue parole sono: "Salvami, ti prego,non ce la fo più".
E a me suonano male.
Certo ti capisco; le vuoi ancora bene e come dici appunto, la famiglia sembra avere sempre e comunque il sopravvento su di lei o qualsiasi decisione lei prenda.

Ma la cosa che faccio molta fatica a capire e': come puo' una persona di eta' adulta, cioe' di circa 30 anni (quindi non minorenne) lasciarsi tutelare volutamente dai propri genitori, e/o di vivere una vita fatta di "prigionia" affettiva etc. a meno che' i genitori stessi o il padre del bambino, essendo ovviamente a conoscenza del suo stato psicologico, abbiano chiesto al Tribunale il permesso o il diritto di poterla tutelare.

Per il fatto che lei ti dica di "salvarla", chiederei consigli da degli esperti. Dopo di che' lascierei a loro. Ho tuttavia il sospetto che con lei ti troverai sempre e comunque con le mani legate...

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 14:03

Mister71 ha scritto:[...]

Ciao...

Istintivamente ti direi di tirarti fuori e in modo definitivo da questa specie di labirinto in cui ti sei cacciato, però una risposta così non renderebbe giustizia né a te né alla ragazza che hai descritto...
Quindi, prova a riflettere "soltanto" sulle tue motivazioni, togliendo di mezzo per qualche istante quelle apparenti, come l'amore.
Cosa ti spinge davvero a continuare? Si potrebbe parlare anche di notevole altruismo, ma è davvero così?
La persona di cui parli ha bisogno di un aiuto autorevole e strutturato, non di perdersi nei mille risvolti di una esistenza, che se è capace di mettere a dura prova l'equilibrio emotivo di una persona normale, figuriamoci quello di chi è purtroppo già abbondantemente compromesso.

Ciao anche a te e grazie per la risposta.
Il tuo consiglio di riflette sulle mie motivazioni è giusto, e l'ho fatto.
Vedi: se io potessi tornare indietro di 4 mesi lo farei nonostante tutto. E questo però sempre pensando di migliorare la situazione, non di rimanere sempre uguale. E la situazione migliorava.
Stavo con lei per un motivo e per lo stesso motivo le avevo proposto di convivere anche dopo quello che era successo.
Non è un motivo apparente. E non è solo altruismo.
Ma ora la situazione non è più la stessa.
Tante cose ho sopportato e potevo accettare di dover sopportare.
Un figlio non mio no.
Questo per quanto riguarda me.

Per quanto riguarda lei:
Tu hai capito che non parliamo di una persona con un suo equilibrio normale.
Se io sono quello più adatto per lei non lo so. Cioè: ci saranno milioni di persone migliori di me.
Ma la sua scelta era tra due.
Posso dirti che sia il suo psichiatra che la psicologa le consigliavano di stare con me, rinunciando alla gravidanza e pure ai genitori se necessario.
E questo sapendo la sua situazione familiare e dopo aver conosciuto l'altro lui: un ex tossico-dipendente (con questo non voglio offendere nessuno, ma se parliamo di dover aiutare in modo autorevole e strutturato...), che si cura con medicine più forti di quelle che prendeva lei, disoccupato, che le dice che si può pure suicidare dopo che ha partorito ecc.
http://it.wikipedia.org/wiki/Psicosi_maniaco-depressiva#Disturbo_bipolare_e_suicidio
Il suo psichiatra è stato più chiaro dicendole che per il SUO bene era meglio se stava con me. Per il mio no...
Le ha detto chiaro che si stava scavando la fossa con le sue mani quando doveva decidere cosa fare.
Mister71 ha scritto: Cercare di aiutare qualcuno è nobile, soprattutto se ci sembra di provare anche qualche sentimento, però ci sono situazioni di questo tipo di fronte alle quali dobbiamo arrenderci. Se vedi che qualcuno non sa nuotare, tu ti lanci e cerchi di trascinarlo a riva. Ma se il mare è troppo grosso e la persona ormai lontana, allora - secondo me - devi lasciare che tutto si compia secondo le sue premesse. La malattia mentale è un buco nero nel quale si sprofonda, e quando l'assetto emotivo si è consolidato, puoi mettere una pezza qua e là, puoi arginare, ma non molto altro...

Insomma, rifletti sulle tue motivazioni, sui tuoi bisogni affettivi, sulle cose non dette dentro di te, e anche sulla distanza che separa la persona a cui tieni dalla possibilità di avere una vita "normale"...
Ciao.
I dubbi che ho sono più su di lei che su di me.
Non è che mi "sembra" di provare qualche sentimento...
Guardate che pure l'amore per una persona handicappata può essere vero (e non è questo il caso). Molti possono non capire come potessi essere innamorato e cosa ci trovassi di buono, ma vi potrei fare l'elenco delle cose che mi piacevano di lei.
Ho scritto un messaggio lungo, ma non abbastanza per raccontare anni.
Ho raccontato il problema, non le cose belle.
Però di fronte a questa situazione, come dici, forse non posso che arrendermi.
Ma anche così, dovrei farlo nel modo per lei migliore vista la situazione.

george clooney
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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da george clooney » 14/11/2009, 15:46

Inno ha scritto:[...]
.
La testa mi dice chiaro che per me prima finisce e meglio è.
E che per lei sarebbe meglio stare con me.
Con il cuore sono legato ancora a lei e lei dice altrettanto, anche se non so fino a che punto i suoi sentimenti sono affidabili.
.
Dalle tue parole si capisce che tieni molto a lei e che le vuoi un gran bene; però sei anche molto combattuto perchè ti rendi conto che stando con lei finiresti per vivere una vita priva di "normalità".. Concordo in pieno con il consiglio che ti ha dato Mister71; e cioè che questa ragazza necessita di un aiuto autorevole e che ci sono situazioni di fronte alle quali dobbiamo arrenderci perchè sono più grandi di noi..

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da arietina76 » 14/11/2009, 16:19

george clooney ha scritto:[...]



Dalle tue parole si capisce che tieni molto a lei e che le vuoi un gran bene; però sei anche molto combattuto perchè ti rendi conto che stando con lei finiresti per vivere una vita priva di "normalità".. Concordo in pieno con il consiglio che ti ha dato Mister71; e cioè che questa ragazza necessita di un aiuto autorevole e che ci sono situazioni di fronte alle quali dobbiamo arrenderci perchè sono più grandi di noi..
quoto anch'io sia george che mister! ci sono situazioni di fronte alle quali serve un aiuto specializzato, perchè con le nostre sole forze non possiamo farcela.

miriamnew

Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da miriamnew » 14/11/2009, 17:16

Posso dirti che sia il suo psichiatra che la psicologa le consigliavano di stare con me, rinunciando alla gravidanza e pure ai genitori se necessario.
E questo sapendo la sua situazione familiare e dopo aver conosciuto l'altro lui: un ex tossico-dipendente (con questo non voglio offendere nessuno, ma se parliamo di dover aiutare in modo autorevole e strutturato...), che si cura con medicine più forti di quelle che prendeva lei, disoccupato, che le dice che si può pure suicidare dopo che ha partorito ecc.
Il suo psichiatra è stato più chiaro dicendole che per il SUO bene era meglio se stava con me. Per il mio no...
Le ha detto chiaro che si stava scavando la fossa con le sue mani quando doveva decidere cosa fare.

[...]



Mi sembra piuttosto strano che degli specialisti si orientino in questo senso... voglio dire, in una situazione così delicata è evidente che la prima cosa da fare è darle tutte le cure necessarie per permetterle di raggiungere un equilibrio con se stessa. Non si tratta di scegliere tra due persone quella più giusta... una scelta del genere avrebbe senso in una situazione normale... ma così non è, questa ragazza non ha commesso un errore per leggerezza, ma perché affetta da una patologia seria, che persiste e proprio perché persiste, può portarla a commettere la stessa cosa anche in futuro o altri atti che comunque potrebbero portare gravi conseguenze.
Andrebbe tutelata e protetta da se stessa, facendole comprendere che al primo posto c'è solo lei, il suo benessere psicofisico e che quindi deve lasciarsi curare, senza avere nessun uomo accanto.
Tu potresti starle accanto con il tuo affetto, ma solo da amico, consigliarle che per il suo bene deve lasciarsi aiutare dalle persone giuste, seguendola in questo percorso un pò da lontano.
Posso solo immaginare quanto ti faccia soffrire tutto questo ma considera che sei in vicolo cieco, devi dare una svolta decisiva a questa situazione.

cescoFran


Messaggio da cescoFran » 14/11/2009, 17:39

Ma sei sicuro che quando ti scrive non pensi una cosa, poi dopo un paio d'ore pensa un'altra(e all'altro). Visto il disturbo che ha, non è improbabile, può essere che un pò pensi a te e voler tornare con te, un pò invece sia, non dico soddisfatta, ma le va bene star con l'altro.
Situazione difficile, ma devi prendere una decisione chiara, o bianco o nero, il grigio(cioè ronzarle attorno, non la farà star bene, anzi).Secondo mè ho lasci perdere tutto(sarà dura per te, perchè si capisce che le vuoi bene), oppure la porti via di la, ma dovete proprio sparire, lei non deve più vedere ne il tipo ne i genitori; ma lei sarebbe pronta a una cosa del genere?

Che situazione.

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 17:40

tropicsnow ha scritto:[...]


secondo me l'unica cosa che puoi fare è assicurarti che si curi, che vada da uno specialista e che tenga sotto controllo il suo disturbo.

[...]
Ora non posso fare proprio niente, ma per quello, come ho detto da qualche altra parte, è seguita da uno psichiatra e da una psicologa.
Almeno credo...quando doveva decidere cosa fare (se abortire o no) e i dott. le consigliavano di non continuare, i suoi facevano discorsi che potete immaginarvi: "anche loro sono persone...possono sbagliare...nessuno ha diritto di uccidere un bimbo...che ne sanno cosa è meglio per te...".
E l'altro: "chissà come gliel'hanno data la laurea..." ecc
Qualche appuntamento infatti l'ha saltato...
La psicologa la mandò da un'assistente sociale, ma sua mamma gli è passata sopra senza problemi.

tropicsnow ha scritto:
volendo, lei non ha alcun obbligo di riconoscere come suo questo bimbo. il problema è capire se lo voglia veramente...

[...]
Ecco, questo è uno dei miei pensieri.
Perché da quando le ho proposto di convivere, quello che è cambiato è che aspetta un figlio (cioè...c'era anche prima...).
Dall'inizio mi ha detto di "non poterlo uccidere ma di potersene separare". Capisco e rispetto questo pensiero.
Quando le dicevo che se lo teneva tra noi finiva, lei mi chiedeva se io dicevo così perché pensavo che lei non avrebbe potuto poi separarsene.
Si: il motivo per cui dicevo che finiva è quello. Ho sempre pensato che sarebbe stato nella sua vita e non poteva essere nella mia.
Ma per questa risposta ha deciso di tenerlo: lei aveva in testa di non riconoscerlo come suo e di voler stare con me.
A me pare impossibile che possa davvero farlo. Tutti dicono, ed è ovvio, che con i mesi che passano ci si affeziona.
Ma non è solo questo, non sono io che mi preoccupo di portarla a fare un'ecografia, è l'altro. Sapevo che andava così perché i suoi genitori vogliono così. Lei non è libera di scegliere di fare come vuole. Non mi chiederebbe di "salvarla".
tropicsnow ha scritto: secondo me, per questa ragazza provi affetto, senso di responsabilità ed è normale dato che hai trascorso diversi anni insieme a lei, ma non credo che tu voglia anche trascorrere il resto della tua vita con lei. sai che ci staresti solo male perchè essendo così instabile, quello che ha fatto ora potrà rifarlo in futuro. tu te la senti di farti carico di tutte le conseguenze che lei, con le sue azioni, determinerà? di essere sempre vigile, di non por mai fare troppo affidamento su di lei, di vivere sempre nel dubbio? chiediti questo. credo che la risposta la troverai da solo...
Forse è un amore incompleto.
So che non mi ha dato tutto quello di cui avevo bisogno.
Ma so anche che quello che non mi dava era perché non poteva, non perché non voleva.
Vista una mia storia precedente, quando iniziai con lei mi dissi che voler dare non è meno importante di poterlo fare.
Ci vorrebbero tutti e due è vero e allora comunque sottovalutai la cosa.
Ma quanti stanno con qualcuno per soldi, senza avere affetto, attenzione e amore?
Stavo con lei ugualmente, volentieri. Non l'avrei lasciata per i suoi problemi che conoscevo fin dall'inizio. E' amore?
Alcuni possono dire di no e altri direbbero che è quello il vero amore: quello che non finisce.

Come dici, dovrei chiedermi se vorrei passare la vita con una persona così.
Ecco, se sapessi che sarebbe sempre così no perché non ce la potrei farei.
Non si guarisce dai suoi problemi. Si può star meglio, quanto non posso saperlo.
Una persona così non dovrebbe stare con nessuno?

Ma comunque sia, io ora non posso fare niente per lei e forse neppure dopo.
Non posso dirle "si, ci sposiamo".
Ma neanche no perché non so come la prende.
Ho pensato che ora potrei dirle vedremo.
Dirle di tenere duro e che potrebbe essere felice con lui è una bugia che non riesco a dire.
In questi mesi credo che il mio attaccamento a lei e ai ricordi si affievolirà sempre più.
E lei forse si affezionerà al bimbo che porta, deciderà di tenerlo e potremo voltare pagina.

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 17:48

affabile ha scritto:[...]



Certo ti capisco; le vuoi ancora bene e come dici appunto, la famiglia sembra avere sempre e comunque il sopravvento su di lei o qualsiasi decisione lei prenda.

Ma la cosa che faccio molta fatica a capire e': come puo' una persona di eta' adulta, cioe' di circa 30 anni (quindi non minorenne) lasciarsi tutelare volutamente dai propri genitori, e/o di vivere una vita fatta di "prigionia" affettiva etc. a meno che' i genitori stessi o il padre del bambino, essendo ovviamente a conoscenza del suo stato psicologico, abbiano chiesto al Tribunale il permesso o il diritto di poterla tutelare.
Lei è insicura e non ha stima di se. Dopo le medie, un'età fondamentale per lo sviluppo della personalità, lei non era con amici a fare le cose che si fanno alla sua età. Faceva avanti e indietro tra ospedali, per farsi lavande gastriche e flebo per l'anoressia, e una casa isolata sul cucuzzolo di una collina. Dove dava da mangiare di nascosto ai topini che si trovava in camera. Perchè così si sentiva di servire a qualcuno. Dove, lei dice, ha visto morire per amore una formica che ne ha vista un'altra morta. Vero o no, chi può fermarsi a guardare e pensarlo?
E dove uno zio ha abusato di lei, motivo per il quale si sono trasferiti.

Tra i suoi problemi ci metterei che ha una personalità dipendente.
http://www.ipsico.org/disturbo_dipendente_di_personalit%C3%A0.htm
...
Li ferisce essere disapprovati, tendono ad assoggettarsi agli altri e farebbero qualsiasi cosa pur di piacere agli altri. Al fine di scongiurare l’abbandono dalle persone da cui dipendono, concordano su ciò che ritengono sbagliato piuttosto che esprimere un disaccordo.
...

Magari ce l'ha scritto nella sua cartella clinica...
E posso dirvi che in casa sua ho assistito a scene che pensavo ormai di poter vedere solo in tv, in film ambientati nell'inizio del '900.
Ho visto sua mamma dirle che non poteva uscire se non mangiava un pezzo di torta. Ho visto lei mangiarla per poi, a casa mia, chiudersi a chiave in bagno.
E probabilmente non ti puoi immaginare come si comportano i testimoni di geova con chi non la pensa come loro. Neppure io lo sapevo prima.

Non importa chiedere una tutela, è bastato dire "tu fai come dico io altrimenti te ne vai di casa e non sei più mia figlia".

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da george clooney » 14/11/2009, 17:57

Inno ha scritto:[...]

E probabilmente non ti puoi immaginare come si comportano i testimoni di geova con chi non la pensa come loro. Neppure io lo sapevo prima.

Non importa chiedere una tutela, è bastato dire "tu fai come dico io altrimenti te ne vai di casa e non sei più mia figlia".
Mah, guarda, su questo non sono d'accordo..Conosco di persona alcuni Testimoni di Geova e ti posso garantire che non impongono nulla a nessuno, anzi..vivono e lasciano vivere..Le persone non sono tutte uguali, non si deve mai generalizzare.. Pensi che fra i cattolici, o i buddisti, o gli evangelisti (ecc.) una frase del genere "tu fai come dico io, altrimenti te ne vai e non sei più mia figlia", non possa uscire dalla bocca? Io credo proprio di si; qui non c'entra la religione, ma le singole persone.. Probabilmente i genitori di questa ragazza non sono in grado di gestire questa situazione indipendentemente dalla religione a cui appartengono..Mi sembra di aver letto che la mamma di questa ragazza ha passato un'infanzia non proprio felice; hai detto che più che cinghiate non si prendeva..probabilmente questo ha contribuito notevolmente a fare di lei una mamma che lascia a desiderare..

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da mamma Luli » 14/11/2009, 18:04

arietina76 ha scritto:[...]



quoto anch'io sia george che mister! ci sono situazioni di fronte alle quali serve un aiuto specializzato, perchè con le nostre sole forze non possiamo farcela.
Anch'io sono d'accordo con loro. Guarda, proprio in questi giorni, ho avuto notizia che la figlia di un mio amico, sposata da solo tre anni, si è appena separata (e come stia in questo momento penso che solo tu possa capirlo). Anche lui è affetto dallo stesse problema della tua ex, anche se in forma molto più lieve, tanto è vero che durante il fidanzamento questo problema non si era manifestato nella sua pienezza e, d'altra parte, né lui né i suoi genitori lo avevano mai fatto presente. C'erano state delle crisi, scambiate e curate per depressioni, ma niente di più.
Purtroppo con il passare degli anni questo problema aumenta invece di diminuire, e alla fine diventa insostenibile.
Capisco che a una richiesta di aiuto è difficile restare in silenzio, però io ti consiglierei di parlare con i medici a cui le si sta rivolgendo o a cui si è rivolta in passato, per chiedere a loro consigli su come ti devi comportare.
Questo perché tante volte, credendo di far bene, non si aiuta una persona ma, anzi, le si aumenta il disagio.
Mi scuserai se un pò crudemente, ma direttamente com'è nel mio carattere, sottolineo il fatto che, mentre tu sei una persona sana e ragioni e vedi le cose in modo "sano", lei non lo è e pertanto non può, né potrà, vedere le cose nel tuo stesso modo. Anzi, molto spesso, quello che sarebbe giusto per te, per lei potrebbe essere deleterio.
Per questo t'invito a parlare con i medici specializzati prima di fare qualsiasi cosa. Anche prima di rispondere al suo sos, perché, anche cercando di fare il suo bene, potresti sbagliare e fare il suo male.
Ti ripeto, io non conosco direttamente il problema di cui parli, ma ho nella mia famiglia un bambino in affido. E se lo abbiamo noi è quindi perché nella sua ci sono grossi problemi. Ti dico che noi siamo seguiti da uno psicologo e un assistente sociale del centro affidi proprio per "interpretare" i comportamenti della famiglia, oltre ai suoi, e ti assicuro che spesse volte il loro aiuto ci è stato indispensabile.
Spero che tu capisca che qualsiasi cosa, anche se non ti è piaciuta, l'ho detta però con grande affetto. Ed è con lo stesso affetto che ti consiglio di interpellare uno specialista anche per te stesso, per aiutarti a superare questo difficile momento. Un abbraccio

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 18:12

george clooney ha scritto:[...]



Dalle tue parole si capisce che tieni molto a lei e che le vuoi un gran bene; però sei anche molto combattuto perchè ti rendi conto che stando con lei finiresti per vivere una vita priva di "normalità".. Concordo in pieno con il consiglio che ti ha dato Mister71; e cioè che questa ragazza necessita di un aiuto autorevole e che ci sono situazioni di fronte alle quali dobbiamo arrenderci perchè sono più grandi di noi..
Oltre ad essere seguita da psichiatra e psicologa non vedo possibile un altro aiuto (ne lo posso decidere io). Parla con loro, ma anche così mi chiede di salvarla. Che devo fare? Smettere di risponderle?
Mister71 mi sembrava di capire che parlasse del nuovo lui riferendosi all'aiuto autorevole (ma posso aver capito male). Ma l'altro è quello che dice che non gli importa se si suicida...
Per quanto riguarda i suoi, vogliono che lei si sposi con lui. Non importa se lei non vuole.
Qui gli unici sani di mente sono i dott. che la seguono, e già lo fanno.
Io sono l'ultimo che può fare qualcosa ora.

Di testa sono d'accordo con tutti voi, sapevo che mi avreste detto così, e cerco di seguirla la testa.
Ma ho raccontato tutto per farvi capire che non posso solo dirgli un semplice no.
Dirgli vedremo mi sembra la cosa migliore (per lei). O no?

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da tropicsnow » 14/11/2009, 18:20

Inno ha scritto:[...]

Non importa chiedere una tutela, è bastato dire "tu fai come dico io altrimenti te ne vai di casa e non sei più mia figlia".
ecco quanto possono essere devastanti i genitori per un figlio!

Inno ha scritto: Ma quanti stanno con qualcuno per soldi, senza avere affetto, attenzione e amore?
Stavo con lei ugualmente, volentieri. Non l'avrei lasciata per i suoi problemi che conoscevo fin dall'inizio. E' amore?
Alcuni possono dire di no e altri direbbero che è quello il vero amore: quello che non finisce.

Come dici, dovrei chiedermi se vorrei passare la vita con una persona così.
Ecco, se sapessi che sarebbe sempre così no perché non ce la potrei farei.
Non si guarisce dai suoi problemi. Si può star meglio, quanto non posso saperlo.
Una persona così non dovrebbe stare con nessuno?
io non dubito dei tuoi sentimenti nei suoi confronti, ma di lei si può dire lo stesso? dici che non ha autostima, che è molto dipendente dagli altri... e se il suo attaccamento a te fosse dovuto a tutto quello che c'è intorno e non al vero motivo per cui stare insieme e cioè l'amore? tu stesso dici che non ce la faresti a farti carico ad oltranza di una simile situazione...

se invece sei sicuro del tuo amore per lei allora lotta per stare insieme a lei con tutto ciò che ne conseguirà: conosci la situazione e sai a cosa dovrai far fronte...

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da george clooney » 14/11/2009, 18:29

Inno ha scritto:[...]



Oltre ad essere seguita da psichiatra e psicologa non vedo possibile un altro aiuto (ne lo posso decidere io). Parla con loro, ma anche così mi chiede di salvarla. Che devo fare? Smettere di risponderle?
Mister71 mi sembrava di capire che parlasse del nuovo lui riferendosi all'aiuto autorevole (ma posso aver capito male). Ma l'altro è quello che dice che non gli importa se si suicida...
Per quanto riguarda i suoi, vogliono che lei si sposi con lui. Non importa se lei non vuole.
Qui gli unici sani di mente sono i dott. che la seguono, e già lo fanno.
Io sono l'ultimo che può fare qualcosa ora.

Di testa sono d'accordo con tutti voi, sapevo che mi avreste detto così, e cerco di seguirla la testa.
Ma ho raccontato tutto per farvi capire che non posso solo dirgli un semplice no.
Dirgli vedremo mi sembra la cosa migliore (per lei). O no?
Proprio così; i dottori sono gli unici in grado di poter aiutare questa ragazza, grazie ad un supporto psicologico e farmacologico di cui lei non può fare assolutamente a meno.
Mister71 quando ti parlava di aiuto autorevole non credo proprio si riferisse al suo nuovo lui, ma a personale medico competente.. Io credo che con questa ragazza devi essere più chiaro possibile; è vero che soffre di una grave patologia, ma non è stupida..Se ti sei convinto del fatto che non puoi esserle di aiuto, devi metterti da parte. Questo è il mio punto di vista.

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 14/11/2009, 19:05

miriamnew ha scritto:Posso dirti che sia il suo psichiatra che la psicologa le consigliavano di stare con me, rinunciando alla gravidanza e pure ai genitori se necessario.
E questo sapendo la sua situazione familiare e dopo aver conosciuto l'altro lui: un ex tossico-dipendente (con questo non voglio offendere nessuno, ma se parliamo di dover aiutare in modo autorevole e strutturato...), che si cura con medicine più forti di quelle che prendeva lei, disoccupato, che le dice che si può pure suicidare dopo che ha partorito ecc.
Il suo psichiatra è stato più chiaro dicendole che per il SUO bene era meglio se stava con me. Per il mio no...
Le ha detto chiaro che si stava scavando la fossa con le sue mani quando doveva decidere cosa fare.

[...]



Mi sembra piuttosto strano che degli specialisti si orientino in questo senso... voglio dire, in una situazione così delicata è evidente che la prima cosa da fare è darle tutte le cure necessarie per permetterle di raggiungere un equilibrio con se stessa. Non si tratta di scegliere tra due persone quella più giusta... una scelta del genere avrebbe senso in una situazione normale... ma così non è, questa ragazza non ha commesso un errore per leggerezza, ma perché affetta da una patologia seria, che persiste e proprio perché persiste, può portarla a commettere la stessa cosa anche in futuro o altri atti che comunque potrebbero portare gravi conseguenze.
Andrebbe tutelata e protetta da se stessa, facendole comprendere che al primo posto c'è solo lei, il suo benessere psicofisico e che quindi deve lasciarsi curare, senza avere nessun uomo accanto.
Tu potresti starle accanto con il tuo affetto, ma solo da amico, consigliarle che per il suo bene deve lasciarsi aiutare dalle persone giuste, seguendola in questo percorso un pò da lontano.
Posso solo immaginare quanto ti faccia soffrire tutto questo ma considera che sei in vicolo cieco, devi dare una svolta decisiva a questa situazione.
Il suo bene non è quello di stare da sola.
Ma non lo dico solo io.
Deve curarsi e seguire terapie, e lo fa (faceva per quanto riguarda le medicine).
E certamente lei non avrebbe dovuto essere costretta a fare una scelta tra me e l'altro, o meglio, tra me e tutti i suoi parenti.
Non doveva essere costretta ad una scelta del genere per decidere se tenere il figlio.
Avrebbe dovuto scegliere indipendentemente da quello che potevo volere io, l'altro o i suoi.
E' in questo senso che si sono orientati i dott.
Poichè lei diceva loro di non volerlo, loro l'hanno mandata da un'assistente sociale perchè rischiava di essere buttata fuori casa da un giorno all'altro.
L'assistente gli chiarì che solo lei doveva decidere se voleva prendersi la responsabilità di un figlio e se si sentiva di poterlo fare (c'ero anch'io li). Anche senza ne me ne l'altro magari, la sua decisione non doveva dipendere da noi. O che poteva comunque darlo in adozione.
Le disse che doveva pensarci una settimana, senza interferenze di nessuno. A tal proposito, stabilirono che sarebbe andata dai suoi nonni e ne io ne l'altro dovevamo cercarla in quella settimana e si raccomandò con sua mamma di non influenzarla.
Provate un pò ad indovinare?

Lei non potrà scegliere di non riconoscere suo figlio se io non gli do l'alternativa di cambiare tutto e dire addio ai parenti.
Se io non sono li per lei, lei dovrà riconoscerlo e sposarsi con chi dall'inizio ha detto di non volere. Una persona che non è indipendente non può scegliere quello che vuole e il dramma nel dramma è che sono proprio i suoi ad aver sempre voluto decidere per lei.
Per la famiglia e l'altro, al primo posto non c'è lei, mi sembra chiaro se leggi anche le altre risposte. Quindi sarà difficile che venga un aiuto in questo senso da loro.

Con tutti questi messaggi ho intasato il forum però forse ora vi è più chiara la situazione.
Io non posso starle accanto neppure come amico ora.
Più che altro cercavo un consiglio su cosa rispondere alla sua richiesta di matrimonio sapendo che non posso dirgli si e sapendo i problemi che ha.

Vi ringrazio comunque molto di tutte queste vostre risposte.

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da arietina76 » 14/11/2009, 19:05

Inno ha scritto:[...]



Oltre ad essere seguita da psichiatra e psicologa non vedo possibile un altro aiuto (ne lo posso decidere io). Parla con loro, ma anche così mi chiede di salvarla. Che devo fare? Smettere di risponderle?
Mister71 mi sembrava di capire che parlasse del nuovo lui riferendosi all'aiuto autorevole (ma posso aver capito male). Ma l'altro è quello che dice che non gli importa se si suicida...Per quanto riguarda i suoi, vogliono che lei si sposi con lui. Non importa se lei non vuole.
Qui gli unici sani di mente sono i dott. che la seguono, e già lo fanno.
Io sono l'ultimo che può fare qualcosa ora.
Di testa sono d'accordo con tutti voi, sapevo che mi avreste detto così, e cerco di seguirla la testa.
Ma ho raccontato tutto per farvi capire che non posso solo dirgli un semplice no.
Dirgli vedremo mi sembra la cosa migliore (per lei). O no?
anch'io non credo proprio che mister71 si riferisse all'altro, ma ad un aiuto specializzato, quale può essere quello medico.
dici che sei l'unico che puoi fare qualcosa... attento però a non investirti di un ruolo che non ti compete e che è superiore alla tue forze (come a quelle di qualunque altro essere umano). devi domandarti se tu puoi davvero far qualcosa, nel senso che ne sei in grado, o se vorresti. potere e volere sono due concetti molto diversi. tu sei innamorato o comunque legato a questa ragazza, e quindi non so fino a che punto tu possa avere una visione lucida della situazione, per capire se vuoi oppure se puoi far qualcosa...

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da mamma Luli » 14/11/2009, 19:08

Inno ha scritto:[...]



Oltre ad essere seguita da psichiatra e psicologa non vedo possibile un altro aiuto (ne lo posso decidere io). Parla con loro, ma anche così mi chiede di salvarla. Che devo fare? Smettere di risponderle?

Dirgli vedremo mi sembra la cosa migliore (per lei). O no?
NO!!! Come ti ho scritto sopra, secondo me, prima di esserti fatto consigliare dai suoi medici non devi fare niente!!!!

Tizi

Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Tizi » 14/11/2009, 19:32

Inno ha scritto:Sarò lunghissimo.

La storia con la mia ex è iniziata 6/7 anni fa. Ha 8 anni meno di me. E' una ragazza difficile, che ha avuto tanti problemi nell'infanzia, in parte risolti ma non tutti.
Già alle elementari ha cominciato a farsi del male (fisicamente). E' stata anoressica, tanto da rischiare la vita, bulimica e perennemente in cura per depressione. Ha disturbi della personalità (disturbo bipolare).
Per come la vedo io, questi problemi vengono soprattutto dalla sua vita familiare. Solo per farvi capire vi dico che sua mamma è cresciuta a cinghiate e ha fatto uguale da genitore. Finché non è diventata testimone di geova, come tutta la famiglia e parenti annessi (esclusa la mia ex).
Tutta questa situazione, che non so quanto vi potete immaginare, mi ha portato a cercare di aiutarla investendo molto su di lei.

Quando l'ho conosciuta ci ho messo una settimana a capire come erano le cose. Le dissi che non mi sembrava il caso di proseguire oltre.
Ma lei iniziò a bersi lo spirito e così pensai che forse facevo bene a stargli accanto: male non gliene avrei fatto e, più in la, la situazione poteva essere diversa e avrei potuto lasciarla "meglio". Non la vedevo per me.
Per un bel po sono stato con lei per quel motivo. Lo sa anche lei.
Col tempo è migliorata dal punto di vista della depressione e cercavo di fargli prendere più contatto con la realtà. E' passata dal ricevere 50/100 euro al mese da sua mamma (prese dal suo stipendio di apprendista decoratrice di ceramica) all'aprirsi un conto in banca su cui versare gli assegni e da cui, lei, prendeva qualcosa da dare ai suoi.
Cercando di farla diventare più indipendente però, ho sempre avuto contro i suoi che, invece, cercavano di tenerla il più possibile a freno (per protezione ovviamente).
I suoi problemi si sono via via attenuati e diventando più "matura", le cose sono migliorate anche tra noi e da parte mia è nato l'amore.
Tuttavia, ha sempre avuto una scala di valori sballata e i suoi problemi di personalità la portano a fare anche cose che lei non vorrebbe fare, ma fa, pur di non mettere in crisi un rapporto che può avere con un'altra persona. Anche solo di amicizia (o che lei crede tale). Questo l'ha portata al tradimento sessuale. E' difficile da credere ma è così.
Il peggio è che quel lui (conosciuto frequentando un corso regionale di potatura), pur sapendo delle medicine che lei prendeva per curarsi di depressione e non solo, ha pure insistito per farlo senza protezione...tanto per una volta non succede niente!
Zac.

A "danno" fatto, ha cominciato a dire che si prende le sue responsabilità (non gli pare il vero, l'ha fatto apposta...), che la sposa subito, che vuole suo figlio anche fosse handicappato a causa delle medicine ecc. Oro che cola per i suoi per i quali la cosa più importante a quel punto era che non abortisse, si sposasse e andasse via di casa. Anche se col primo che passa e che loro neppure conoscono.
Da parte mia, e forse era anche fare troppo, gli avevo dato la possibilità di convivere insieme. Non incinta però...
Nonostante lei dicesse a me, ai suoi e all'altro di voler stare con me e non con lui, ci sono tanti modi per persuadere una persona debole.
Tra cui dire che se abortiva non avrebbe più rivisto la famiglia.
O che poteva partorire e darlo in adozione.
Durante un controllo all'ospedale, lei ha chiesto di voler abortire senza dirlo a nessuno (neppure a me). Gli diedero l'appuntamento per gli esami del sangue ecc. Quando il nuovo lui lo ha scoperto gli ha stracciato il foglio perché il figlio è suo...
Lei ha minacciato pure il suicidio, e lui per tutta risposta gli diceva che prima partoriva, gli dava il figlio e poi poteva fare quello che voleva.
Circondata da queste belle personcine, e comunque mai convinta lei stessa di voler abortire (lei è credente ed io agnostico), ha deciso di portare a termine la gravidanza per poi darlo in adozione e tornare con me. Sia il nuovo lui che i suoi non facevano che dirgli che l'avrebbero tenuto loro al posto suo...
Poiché non sapeva come dirmelo, mi disse che, se io volevo, lei abortiva per me. Ma il giorno dopo non ci sarebbe stata più...
Gli dissi quello che voleva: che se avesse fatto qualcosa mi avrebbe fatto solo ancora più male e quindi doveva tenerlo e che per quanto riguarda noi, avremmo visto dopo.
Ma sapevo bene cosa succedeva...i suoi e il nuovo lui la raccontavano, ma non la vedevano allo stesso modo.

Non potendoci più vedere o sentire, lei ha "provato" a stare con lui: spinta dai suoi, da lui che l'accompagna di qua e di la ecc. Però non ha mai smesso di mandarmi messaggi tipo ti amo, ti penso, ecc...
Ha tenuto due piedi in una scarpa insomma.
Ho ignorato i suoi sms per 3 settimane perché mi sentivo tradito doppiamente.
Ora non si cura per la depressione: ha dovuto smettere di botto.
Una volta il nuovo lui gli ha preso il cellulare e ha visto una mia risposta ad un suo sms. Lui e i suoi lo controllano sempre.
E così avvisa sua mamma e io me la vedo arrivare a dirmi che non le devo scrivere ne rispondere.
E che se lei fa qualcosa io l'avrei sulla coscienza...Io?

Ora, negli ultimi messaggi che lei mi ha mandato ieri e stamani, in pratica mi prega di salvarla perché non ce la fa più, che ha detto a lui di voler stare con me per sempre e che la risposta è "tu hai mio figlio quindi stai con me". E di nuovo non ce la fo più ecc...
Fino a chiedermi di sposarla appena partorito.
Ho preferito non copiare il testo.
Non gli ho risposto perché non so cosa dirgli.
Con un sms poi...questa cosa mi fa saltare i nervi.
Non gli posso dire di si.
So cosa vorrei: star bene, e questa situazione promette solo male.
Certo per lei sarebbe meglio le dicessi di si.
Ed è vero che vorrei credere di poter stare con lei, perché i sentimenti ci sono ancora.
E' sempre stata una ragazza impegnativa, ma ha pure pregi che magari non troverei in nessun'altra, non posso fare a meno di pensarci.
Ora mi viene pure la paura che lei arriverebbe a fare qualche sciocchezza. Non ora: non lo farebbe per il figlio che porta.
Ma dopo aver partorito dovrà riconoscere suo figlio come suo, sposarsi ed andare via di casa.
E' dura prendersi di botto impegni mai presi prima e crescere un figlio. Soprattutto farlo con chi non ami e non ti rispetta.
Ma io non posso pensare di dover avere a che fare con un figlio non mio (uno può pure cercarlo e adottarlo ma qui è diverso) e sebbene lei abbia sempre detto di potersene separare, a me non pare possibile.
Ne posso pensare di dover avere a che fare con i suoi genitori.
In tutto questo poi, lei non è solo vittima. Cioè, io la vedo così, ma forse ho il prosciutto sugli occhi.
Non posso dirgli si, ma non posso neanche dirgli no. Non così.
Sarebbe più semplice se mi avesse tradito e avesse scelto un altro. Definitivamente però.
Per quanto difficile, questa storia stavo cercando di buttarmela alle spalle.
Lo sapevo che non ci sarebbe stata bene con l'altro, ma sinceramente pensavo che l'avrebbe capito in qualche anno di tempo.
Ho letto tutti i tuoi post e tutte le risposte che hai ricevuto ed ho avuto la conferma che in questo forum ci sono delle persone splendide.
Cosa aggiungere di più, posso soltanto dirti che un po’ ti capisco, capisco quello che hai vissuto e che stai vivendo perché una persona con questi disturbi, anche se più lievi, la conosco molto bene.
Purtroppo questa è una malattia che non permette a delle persone non competenti di aiutare più di tanto il soggetto. Quando una persona con un alto senso di responsabilità, con disponibilità, altruismo e con amore ovviamente, viene a contatto con questo tipo di soggetti, finisce per annullarsi completamente, si sopravvive sperando che i momenti di euforia siano sempre maggiori e più lunghi di quelli di depressione di abbattimento, si tenta inconsciamente, di cambiare le cose, si pensa di poter cambiare la situazione insomma, ci si sopravvaluta in un certo senso e si finisce per non vivere più, o meglio si vive solo per l’altro ma… quanto può durare? E’dura una vita intera vissuta in questo modo, improvvisamente puoi ritrovarti svuotato di energie, di cadere tu stesso in depressione.
Forse sei innamorato di lei, sicuramente ci tieni molto ed allora cerca di aiutarla, se lei e le persone che ha intorno te lo consentono ma, mi permetto di darti un consiglio, vivi la tua vita, non puoi e non è giusto che tu rinunci alla tua vita, alla tua serenità, alla tua felicità.
Con lei sarà sempre così, ci saranno periodi migliori alternati a periodi bui ma vivrai sempre sul filo del rasoio, sempre con quella preoccupazione dentro che non ti lascia mai, senza sapere mai che giorno sarà quello successivo.

Ciao Inno, un abbraccio.

gimern

Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da gimern » 15/11/2009, 2:24

Inno ha scritto:[...]



Oltre ad essere seguita da psichiatra e psicologa non vedo possibile un altro aiuto (ne lo posso decidere io). Parla con loro, ma anche così mi chiede di salvarla. Che devo fare? Smettere di risponderle?
Mister71 mi sembrava di capire che parlasse del nuovo lui riferendosi all'aiuto autorevole (ma posso aver capito male). Ma l'altro è quello che dice che non gli importa se si suicida...
Per quanto riguarda i suoi, vogliono che lei si sposi con lui. Non importa se lei non vuole.
Qui gli unici sani di mente sono i dott. che la seguono, e già lo fanno.
Io sono l'ultimo che può fare qualcosa ora.

Di testa sono d'accordo con tutti voi, sapevo che mi avreste detto così, e cerco di seguirla la testa.
Ma ho raccontato tutto per farvi capire che non posso solo dirgli un semplice no.
Dirgli vedremo mi sembra la cosa migliore (per lei). O no?
Ciao,
ho cercato di leggere tutto con la massima attenzione e per questo ho ripetuto la mia lettura due o tre volte. Sicuramente la situazione non è semplice e la cosa migliore da fare è consultarsi con gli specialisti.

Per quanto ho letto fino ad ora mi sono fatta un'idea che potrebbe o meglio sarà sicuramente sbagliata, ma io la penso così.
Scusami per la franchezza, ma a me sembra che tu voglia lasciarle la porta aperta (dirle vedremo) per dare una chance a te stesso, oltre che a lei.
Sei talmente preso da questa persona e dalla sua storia, ti sei talmente occupato di lei in questi anni che oggi sei entrato in quella spirale nella quale non riesci più a vedere con lucidità la tua posizione.
Tu l'hai amata e probabilmente la ami ancora, ma soprattutto tu VUOI occuparti di lei.
Capisco che tu non voglia occuparti del figlio che lei avrà dall'altro, ma ti sembra giusto assecondarla e farle capire che se non avrà il bambino con sè tu la riprenderai? Poi se tu dopo il parto non la riprendessi con te dopo averle fatto credere che potesse accadere con quel "vedremo", credi che una persona tanto instabile potrà reggere la delusione?

Il problema è che qualunque cosa tu decida di fare, non sarà facile accettarne le conseguenze.
Mi spiego: se le dici "vedremo" lasciandovi una porta aperta e poi cerchi realmente di tornare con lei, dovrai lottare per sempre contro la sua famiglia, l'altro uomo e soprattutto contro i suoi sensi di colpa, che, vista la sua instabilità e i suoi reali problemi, si presenteranno sicuramente.
Se, invece, le dirai: no mi spiace non c'è futuro, correrai il rischio che lei partorisca e poi tenti di togliersi la vita; oppure, forse, potrebbe anche essere che lei possa sfruttare il restante periodo della gravidanza, nella quale sembra chiaro che non si farà del male, per dimenticarti definitivamente e provare a stare con l'altro.
E qui mi pongo un'altra domanda: tu sei pronto per dirle addio? Sei pronto ad uscire dalla sua vita?
Solo tu puoi sapere quello che vuoi, io mi sono permessa di dirti come la penso, ma in una situazione così complicata non credo sinceramente di essere capace di poter far altro se non questo.

Raperonzolo

Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Raperonzolo » 15/11/2009, 15:12

Caro Inno, il tuo passato è intenso e complicato e sinceramente mi dispiace veramente che tu debba affrontare una situazione del genere. Ho letto e riletto i tuoi messaggi e mi sono chiesta: Che diritto ho io di dare consigli?Posso aiutarlo?
Non credo di poterci riuscire con un messaggio, però voglio farti sapere che qui siamo in tanti a starti vicino e che non sei solo.
L'unica cosa che mi sento di dirti è che, prima di qualunque decisione, di qualsiasi cambiamento, forse la tua ex ragazza dovrebbe prendere coscienza di doversi curare con un percorso che non sia solo farmacologico e cercare di capire cosa vuole (compatibilmente con la sua malattia), per poter riprendere in mano la sua vita.
Se lei non fa questo, tu rischi di sacrificare mesi, anni, in nome di un amore che non potrà mai essere adulto da parte sua...

In bocca al lupo.

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Messaggio da Inno » 15/11/2009, 17:27

cescoFran ha scritto:Ma sei sicuro che quando ti scrive non pensi una cosa, poi dopo un paio d'ore pensa un'altra(e all'altro). Visto il disturbo che ha, non è improbabile, può essere che un pò pensi a te e voler tornare con te, un pò invece sia, non dico soddisfatta, ma le va bene star con l'altro.
Sono sicuro che E' stato così per un po. Ora credo non sia così.
Ma se mi chiedi se sono sicuro...se l'avessi sentita potevo magari esserlo, ma dagli sms no.
cescoFran ha scritto: Situazione difficile, ma devi prendere una decisione chiara, o bianco o nero, il grigio(cioè ronzarle attorno, non la farà star bene, anzi).Secondo mè ho lasci perdere tutto(sarà dura per te, perchè si capisce che le vuoi bene), oppure la porti via di la, ma dovete proprio sparire, lei non deve più vedere ne il tipo ne i genitori; ma lei sarebbe pronta a una cosa del genere?

Che situazione.
Hai capito come stanno le cose.
Non so quanto rispondergli agli sms sia ronzargli intorno, ma è quello che ho fatto fin'ora. Forse ho sbagliato a dirgli che non possiamo stare insieme nonostante i miei sentimenti.
Non posso risponderle si per diversi motivi. Ormai in realtà non so cosa gli passa per la testa di preciso.
Ho capito che non posso decidere da solo come mi hanno fatto notare altri.

Chiedi se sarebbe pronta: è lei che mi chiede di "salvarla" e portarla "lontano, lontano".

grazie

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 15/11/2009, 17:34

mamma Luli ha scritto:[...]


Purtroppo con il passare degli anni questo problema aumenta invece di diminuire, e alla fine diventa insostenibile.
Riguardo al disturbo bipolare, una psicologa che non conosce la mia ex, mi disse che va trattato da subito ed è comunque una malattia difficile.
Lei non è stata seguita per troppo tempo.
Mi disse che tendono ad allungarsi i momenti depressivi e accorciarsi gli altri.
Una mazzata perchè è come sentirsi dire che non ha speranza.
Mi sono aggrappato al fatto che non la conosceva. Io stesso so del disturbo bipolare solo perchè mi ha detto così la mia ex.
Non è che ho letto la cartella clinica e non sò in effetti come è valutata dallo psichiatra. Nel senso che non so il livello di gravità e come la vede lui.
mamma Luli ha scritto: Capisco che a una richiesta di aiuto è difficile restare in silenzio, però io ti consiglierei di parlare con i medici a cui le si sta rivolgendo o a cui si è rivolta in passato, per chiedere a loro consigli su come ti devi comportare.
Questo perché tante volte, credendo di far bene, non si aiuta una persona ma, anzi, le si aumenta il disagio.
Mi scuserai se un pò crudemente, ma direttamente com'è nel mio carattere, sottolineo il fatto che, mentre tu sei una persona sana e ragioni e vedi le cose in modo "sano", lei non lo è e pertanto non può, né potrà, vedere le cose nel tuo stesso modo. Anzi, molto spesso, quello che sarebbe giusto per te, per lei potrebbe essere deleterio.
Per questo t'invito a parlare con i medici specializzati prima di fare qualsiasi cosa. Anche prima di rispondere al suo sos, perché, anche cercando di fare il suo bene, potresti sbagliare e fare il suo male.
Ti ripeto, io non conosco direttamente il problema di cui parli, ma ho nella mia famiglia un bambino in affido. E se lo abbiamo noi è quindi perché nella sua ci sono grossi problemi. Ti dico che noi siamo seguiti da uno psicologo e un assistente sociale del centro affidi proprio per "interpretare" i comportamenti della famiglia, oltre ai suoi, e ti assicuro che spesse volte il loro aiuto ci è stato indispensabile.
Spero che tu capisca che qualsiasi cosa, anche se non ti è piaciuta, l'ho detta però con grande affetto. Ed è con lo stesso affetto che ti consiglio di interpellare uno specialista anche per te stesso, per aiutarti a superare questo difficile momento. Un abbraccio

Ci sono stato una volta da una psicologa (vedi sopra) per questa storia. Per una parte che qui non posso raccontare. Presi l'appuntamento prima di decidere se davvero andare a convivere con lei. E ci andai quando questa scelta non c'era più da farla. Ma quello che mi disse (più che altro parlai io) altri me l'hanno detto qui: dovrei pensare a me stesso.
Non ci sono tornato perché la decisione di metterci una pietra sopra l'avevo presa. Che poi non c'era niente da decidere, solo da rendersi conto di come stavano le cose nonostante gli sms che mi arrivavano. E dopo un pò ho appunto cominciato a scrivere qui per superare meglio il distacco.
Ora magari, di nuovo, serve un parere più autorevole (per dirla come Mister71).
Grazie.

In una tua successiva risposta mi hai di nuovo dato questo tuo consiglio: non arrabbiarti, è che qualche volta mentre rispondo arriva un altro commento e io non lo leggo prima di inviare il mio...oppure non rispondo in ordine.

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Re: Un consiglio per una situazione delicata

Messaggio da Inno » 15/11/2009, 17:41

Tizi ha scritto:[...]



Ho letto tutti i tuoi post e tutte le risposte che hai ricevuto ed ho avuto la conferma che in questo forum ci sono delle persone splendide.
Cosa aggiungere di più, posso soltanto dirti che un po’ ti capisco, capisco quello che hai vissuto e che stai vivendo perché una persona con questi disturbi, anche se più lievi, la conosco molto bene.
Purtroppo questa è una malattia che non permette a delle persone non competenti di aiutare più di tanto il soggetto. Quando una persona con un alto senso di responsabilità, con disponibilità, altruismo e con amore ovviamente, viene a contatto con questo tipo di soggetti, finisce per annullarsi completamente, si sopravvive sperando che i momenti di euforia siano sempre maggiori e più lunghi di quelli di depressione di abbattimento, si tenta inconsciamente, di cambiare le cose, si pensa di poter cambiare la situazione insomma, ci si sopravvaluta in un certo senso e si finisce per non vivere più, o meglio si vive solo per l’altro ma… quanto può durare? E’dura una vita intera vissuta in questo modo, improvvisamente puoi ritrovarti svuotato di energie, di cadere tu stesso in depressione.
Forse sei innamorato di lei, sicuramente ci tieni molto ed allora cerca di aiutarla, se lei e le persone che ha intorno te lo consentono ma, mi permetto di darti un consiglio, vivi la tua vita, non puoi e non è giusto che tu rinunci alla tua vita, alla tua serenità, alla tua felicità.
Con lei sarà sempre così, ci saranno periodi migliori alternati a periodi bui ma vivrai sempre sul filo del rasoio, sempre con quella preoccupazione dentro che non ti lascia mai, senza sapere mai che giorno sarà quello successivo.

Ciao Inno, un abbraccio.

Sarà perché conosci questa persona e vedi la mia vicenda dal di fuori, ma hai descritto bene quello che mi è successo.
Anche se il nostro rapporto forse era migliore di come pensi.
Per ora non ero svuotato di energie, ma semplicemente le mie non bastavano per entrambi.
Oltre a quello che hai detto, succedeva anche che il suo senso di insoddisfazione lo imputasse più a me e ben poco a se stessa.
Non si accorgeva di quanto facevo per lei e di quanto lei poco facesse (anche solo per se stessa). Forse ora si è accorta che non erano scontate le attenzioni che gli davo. Magra consolazione....
Il tuo consiglio è quello giusto per me. Più ci penso e più lo so.
Ma ecco cosa sento: "vivi la tua vita, non puoi e non è giusto che tu rinunci alla tua vita, alla tua serenità, alla tua felicità" mi da l'idea di mettere su di lei una condanna a tempo per levarla da me.
Questo lo sento ora che mi chiede aiuto, non prima.
Se poi succedesse qualcosa, sapere di non aver fatto niente quando avrei potuto per pensare a me, mi darebbe un senso di colpa che non posso neanche immaginarmi.
Perciò forse farò quello che è bene per lei: qualunque cosa sia.
E ho capito che probabilmente non posso saperlo io.
Se potessi scrivere io la fine, scriverei che loro due vissero felici e contenti.

Ciao