Sophia ha scritto:[...]
Premetto che non ho grande simpatia per Stirner, che è un avversario del liberalismo, che invece ritengo un'importantissimo filone di pensiero che io tra l'altro condivido (sono una Milliana

)
Ma tralasciando questo, sono nettamente contraria a tutto quello che Stirner dice in questo passo che riporti!
Come si fa a considerare il sentimento dell'amore una proprietà, un qualcosa che gli altri devono guadagnare? Si ama, se fosse come dice lui nessuno soffrirebbe per amore perché ci si innamorerebbe solo di chi ci vuole, di chi vuole comprare questa nostra proprietà, ma non è così...
Inoltre perchè dice che l'amore non mistico è amore necessariamente interessato??? Potrebbe non esserlo, come potrebbe esserlo l'amore mistico, ad esempio il mio amore per Dio può essere dettato dalla mia paura di andare all'inferno.
E poi dire "io utilizzo il mondo e le donne" mi sembra una cosa bruttisssima

... mi sembra già tanto riuscire a non farsi sopraffare dalle mondo, dagli eventi, figurati se si può riuscire a usare il mondo!! E lasciamo stare l'utilizzare le donne che mi sa tanto di concetto maschilista!!!
Beh,maschilista non credo proprio..se leggi meglio non potrai fare a meno di notare che il nostro amico precisa anche che le donne si comportano allo stesso modo nei suoi confronti:lo usano e lo consumano..insomma la cosa è reciproca e non unilaterale...io non mi considero un anarchico individualista come Stirner poichè considero l'uomo un animale sociale,che ha potuto sopravvivere sulla terra grazie alla sua innata tendenza a costituirsi in comunità. Non amo particolarmente il liberalismo spinto degli economisti"classici",anche se riconosco dei meriti al pensiero dell'ultimo dei classici J.S.Mill, il quale si differenzia da quello del primo dei classici cioè Adamo Smith soprattutto per il concetto di "giustizia distributiva" che auspicabilmente dovrebbe integrare il concetto di "giustizia commutativa" realizzata dalle forze del mercato rimediando in questo modo alle diseguaglianze generate dalla diversità delle posizioni di partenza che caratterizzano i vari individui fin dalla loro nascita...l'intervento dello stato dovrebbe quindi integrare il funzionamento del libero mercato...non amo il “libertarismo” di Rothbard né lo Stato minimo di Nozick(lo Stato guardiano notturno il cui compito dovrebbe limitarsi solo all’amministrazione della giustizia e alla difesa del territorio). Mi considero un Keynesiano ma non di quelli integralisti….ciò non toglie che nel leggere Stirner mi abbiano incuriosito alcune riflessioni- anche se allo stesso tempo trovo che alcune delle tue critiche siano più che fondate e condivisibili- : Stirner dice in sostanza (riporto da varie fonti): i diritti mi sono stati concessi e non sono atto della mia libertà: basta ciò per considerarli un qualcosa che imbriglia la libertà; non sono io che mi approprio dei diritti, sono un qualcosa che gli altri mi concedono, importa poco se questa concessione avvenga ad opera di pochi, uno o molti.é sempre un qualcosa di collettivo, a Stirner interessa invece l'individualità (per questo Striner critica la concezione socialista e comunista di collettività).
Una parte importante dell'"Unico e le sue proprietà" dimostra come non esiste una vera e assoluta "libera concorrenza" in presenza di uno Stato:si concorre sempre e solo con la grazia dello Stato. Lo Stato, in altre parole, concede diritti (tra i quali quello di potere essere in concorrenza).
L'io è un unico. Un unico irripetibile e irriducibile, senza scopi o fini particolari che lo vincolerebbero a qualcosa di estraneo per cui non sarebbe più padrone di se stesso. Stirner pone l'individuo al centro del mondo come un assoluto: anche la libertà deve essere assoluta in sé e per sé, se non lo fosse non sarebbe più libertà, non dobbiamo cercare di limitarla. Da qui il rifiuto di Stato, Chiesa.Va da sé, però, che un siffatto modello di libertà non è praticabile, perché la libertà di un individuo non può coincidere con quella di un altro individuo. Sta, comunque, di fatto che la libertà può essere esclusivamente assoluta.Il problema risiede nel trovare un compromesso tra libertà assoluta (impraticabile) e libertà determinata (che non è autentica libertà).
Per Stirner il liberalismo e il socialismo non sono che nuovi fantasmi e feticci che
alienano l'uomo singolo. Ogni ideale che pretenda di subordinare l'individuo è una forma patologica di ossessione e di pregiudizio che si traduce nella schiavitù delle gerarchie, sia che esse si appellino a Dio oppure al dovere e all'altruismo sociale. La libertà autentica non ha altro principio, centro e fine che l'io singolo. Essa coincide, con il diritto dell'io alla proprietà di se stesso, la quale si manifesta nella volontà di disporre di ogni cosa. Per l'io singolo anche gli altri io sono, oggetti e non persone, mezzi del suo interesse e anche del suo amore, perché, dice Stirner, l'amore degli altri uomini mi rende felice e tale sentimento è incarnato nella mia natura, ma non perché vi sia una legge che mi impone di amare. Scrive Miro Renzaglia:
“Può sorgere il dubbio se una opzione così estrema di rimessa a se stesso non conduca ad una apolitia assoluta, ad una assoluta rinuncia ad intervenire nel mondo inteso come storia. Ma questo è solo un altro dei molti fraintendimenti per cui il nichilismo non gode di buona fama. Il nichilismo è, in concreto, un atteggiamento interno all’uomo, che non esiterei a definire finanche “spirituale” se, anche in questo caso, non temessi gli equivoci che intorno allo “spirito” sono sorti da millenni di abuso religioso. Insomma, in termini appropriati, se si vuole parlare di nichilismo a ragion veduta è del tutto inadeguato pensarlo come regressione verso il degenerato, l’in-forme o il de-forme...
In realtà, “essere per il nulla”, anziché essere, che so? per la carriera, per dio, per il denaro, per il potere, per il successo, per la piccola o grande fama, culle di ogni narcisismo onanistico, consente all’uomo una libertà interiore che non gli impedisce di immergersi nella storia e nelle vicende del proprio tempo”. legge che mi impone di amare.
Secondo Stirner la storia odierna(egli si riferisce ovviamente al periodo storico in cui visse..) è la storia della borghesia "che è l'erede delle classi privilegiate(che comandavano prima della rivoluzione francese). In effetti i diritti dei baroni, che furono loro tolti come usurpazioni(grazie alla rivoluzione francese), non fecero che passare alla borghesia: nelle mani della nazione, i privilegi cessarono d’essere tali per divenire diritti, dello stato" . Lo stato diventa un tutto, "il vero uomo", e il valore del singolo consiste nell’essere un cittadino.
Il liberalismo é la sua dottrina politica per cui la libertà politica é dipendenza dallo stato e dalle sue leggi, indica il rapporto diretto tra cittadino e lo stato."La libertà individuale sulla quale veglia geloso il liberalismo borghese" consiste nel far sì che una persona non dipenda da un'altra, ma all'interno di un preciso ordinamento. La borghesia "vuole un padrone impersonale" , garantisce la libertà espressa dalla legalità, richiede obbedienza allo Stato.Questo per quanto riguarda l'aspetto politico della questione...tornando all'argomento dell'amore non trovi interessante questo passaggio?Cioè:"L'amore "interessato" è completamente diverso da quello "disinteressato" di tipo mistico:in quest'ultimo caso interviene una necessità morale che fa sì che l'oggetto dell'amore mi divenga sacro,ossia che io mi vincoli ad esso per dovere,per coscienza, per giuramento...allora non è più l'oggetto a esistere per me,ma sono io a esistere per esso. Se io credo di "dover" qualcosa all'oggetto del mio amore allora amo in modo mistico o romantico".La tua risposta però non mi ha convinto molto:"Inoltre perchè dice che l'amore non mistico è amore necessariamente interessato??? Potrebbe non esserlo, come potrebbe esserlo l'amore mistico, ad esempio il mio amore per Dio può essere dettato dalla mia paura di andare all'inferno"....in questo caso però interverrebbe una "necessità morale" dettata dalla paura di disobbedire ad un precetto divino incorrendo in una punizione o no?