Salvare un matrimonio si può?

Relazioni di coppia: esperienze, storie, delusioni, consigli

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Ospite

Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Ospite » 02/03/2008, 18:11

Apro questo topic per affrontare il tema delle crisi matrimoniali, per conoscere le vostre esperienze al riguardo, per sapere se è possibile porvi rimedio. L'amore, quello vissuto con l'intensità dell'innamoramento, ha una durata relativamente breve (due/tre anni), rispetto almeno alla durata di un matrimonio, poichè questo sentimento lentamente si avvia verso un legame caratterizzato dall'attaccamento e da una forma di amore più maturo. La psicologia, almeno, insegna questo e trovo che i riscontri siano anche piuttosto visibili nella realtà.
E' sempre vero che per risolvere queste crisi l'unico modo è investire e cercare di trovare l'intesa di un tempo? Come affrontare l'appiattimento dettato dalla routine? Ma se noi evolviamo e maturiamo come individui (mi viene da pensare a quelle coppie che si sono conosciute in età molto giovane), avendo intrapreso un percorso di crescita personale e differenziato rispetto all'altro, sarà sempre possibile trovare un punto d'incontro? Ed ancora, la minaccia di un terzo elemento in una coppia in crisi, davvero ristabilisce un equilibrio o contribuisce a minare ulteriormente un equilibrio già precario?

agos69

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da agos69 » 03/03/2008, 1:47

Lady Morgana ha scritto:Apro questo topic per affrontare il tema delle crisi matrimoniali, per conoscere le vostre esperienze al riguardo, per sapere se è possibile porvi rimedio. L'amore, quello vissuto con l'intensità dell'innamoramento, ha una durata relativamente breve (due/tre anni), rispetto almeno alla durata di un matrimonio, poichè questo sentimento lentamente si avvia verso un legame caratterizzato dall'attaccamento e da una forma di amore più maturo. La psicologia, almeno, insegna questo e trovo che i riscontri siano anche piuttosto visibili nella realtà.
E' sempre vero che per risolvere queste crisi l'unico modo è investire e cercare di trovare l'intesa di un tempo? Come affrontare l'appiattimento dettato dalla routine? Ma se noi evolviamo e maturiamo come individui (mi viene da pensare a quelle coppie che si sono conosciute in età molto giovane), avendo intrapreso un percorso di crescita personale e differenziato rispetto all'altro, sarà sempre possibile trovare un punto d'incontro? Ed ancora, la minaccia di un terzo elemento in una coppia in crisi, davvero ristabilisce un equilibrio o contribuisce a minare ulteriormente un equilibrio già precario?
Credo, senza voler esagerare, che il problema lo vivono moltissime coppie, soprattutto, come dici, chi ha alle spalle molti anni di convivenza.
Credo inoltre che sia normale tutto ciò, nel senso che l'emozioni dei primi incontri, il doversi raccontare, ascoltare, scoprire, sia naturale, ma che poi con il passare del tempo si affievolisce, si spegne, ci si abitua all'altro.
Poi per molti la meta da raggiungere è il matrimonio, dove si cade nel rilassamento totale, se questo succede ad entrambi non c'è pericolo, vivranno insieme per lungo tempo senza sfumature.
Il problema nasce quando uno dei due non accetta l'adattamento, la routine, sente il bisogno di provare emozioni forti, come quelli che provava in passato per il prorpio uomo/donna.
La cosa migliore è provare ha parlarne, se c'è nè la possibilità, cercando di spronare l'altro a ricercare qualcosa di stimolante, ma non è facile, ecco che per me l'altro/a può essere di aiuto, cioè per chi comunque non vuole distruggere una famiglia, soprattutto quando ci sono di mezzo i figli, può ritrovare quelle emozioni perdute senza farsi male, senza dover rinunciare a tutto, con il rischio di ritrovarsi senza nulla, anche perchè con il tempo potrebbe succedere la stessa cosa già successa precedentemente.
Conosco storie di coppie dove hanno vissuto tranquillamente con il prorpio uomo/donna pur avendo ""l'altro/a"" con cui passare momenti intensi.
Magari può capitare di incontrare una coppia che lei o lui "" dipende "" ha lo stesso problema,"" routine "" ma tutti e due con l'interesse di mantenere integra la famiglia, e che magari nasca qualcosa di intenso....
Ricette giuste secondo me non c'è ne sono, tutto dipende da vari fattori che possono portare ad una scelta anzichè un'altra

Ospite


Messaggio da Ospite » 05/03/2008, 10:22

francy64 ha scritto:[...]


Lady, so che le situazioni per comprenderle appieno bisogna viverle, la mia vuol essere una semplice opinione…

Tu cercheresti un uomo che ti renda appagata a tutto tondo, sincerità ed esclusività, serietà ed affidabilità, senza biechi compromessi. Però sei sposata con figli…penso che un uomo dotato di queste caratteristiche si rivolga preferibilmente a una donna libera.
E infatti nella vita bisogna fare chiarezza ed essere onesti con se stessi: la difficoltà maggiore sta nel prendere posizioni nette e cioè stabilire se stare di qua o di la. Spesso si preferisce stare nel mezzo per infinite paure, una condizione che lascia aperte tutte le situazioni (comprese quelle che generano sofferenza) a cui si cerca di far fronte con emozioni piuttosto forti che riportino l'entusiasmo e reprimano quelle stesse sofferenze. L'errore più grande che si compie è pensare egoisticamente e stupidamente che la relazione extra riporti vigore nel rapporto ufficiale.
Io sono arrivata alla conclusione (ma credo di aver scoperto l'acqua calda) che per essere felici bisogna agire per esserlo prendendo decisioni definitive ragion per cui, qualunque decisione io prenderò, baserò la mia nuova relazione (sia che riguardi un altro uomo o quello che ho sposato) su quei pilastri lì garantendo a questo rapporto sincerità, esclusività e serietà. Certo c'è la questione dei figli e della loro salute psichica.. anche su questo bisogna lavorare e trovare il modo per renderli felici attraverso un modello felice di coppia che non sia stantia ma che sappia trasmettere il significato ed il contenuto dei sentimenti che non sono contenuti nelle condizioni falsate e di ripiego. C'è di mezzo la propria coscienza... l'elaborazione di certi lutti richiede tempo e riflessione.
francy64 ha scritto:[...]
Un amore clandestino può essere un piacevole diversivo, ma vissuto con la consapevolezza della sua fugacità e della necessità di scendere a ovvi compromessi.
Inoltre prima o poi uno dei 2 (di solito l’uomo), passate le emozioni e l’adrenalina dei primi tempi, chiude la relazione per non mettere a rischio il nido familiare che si era creato e in cui ci sta comodo comodo…
Indubbiamente sì, ti quoto in pieno francy ed è per questo che le situazioni transitorie sono più distruttive che costruttive. Vivere una condizione precaria in cui c'è comunque un certo coinvolgimento emotivo non è il massimo. Io penso che sia un'offesa ai sentimenti.
Se AMI davvero quell'amore ti fa prendere decisioni importanti, guardi la persona a cui tieni e te la porti via con te dandogli tutto te stesso/stessa senza sconti. Se inizia a dare le briciole c'è una forte contraddizione, una persona che si ama si rispetta non si tiene come riserva.

ciao

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Lucrezia
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Messaggio da Lucrezia » 05/03/2008, 10:35

Lady Morgana ha scritto: L'errore più grande che si compie è pensare egoisticamente e stupidamente che la relazione extra riporti vigore nel rapporto ufficiale.
Credo che nessuno pensi una cosa del genere, infatti succede il contrario: innamorarsi di un'altra persona quando il matrimonio e' in crisi non fa che confermare o cristallizzare la situazione matrimoniale.

Se gia' si voleva solo bene al partner o lo si ignorava del tutto l'entrata di un'altra persona nel rapporto non fa che allargare le crepe.

Il problema di sconvolgere gli equilibri e' fondamentale nella scelta sul da farsi.
Ragionare a freddo prendendo come regola fissa la sincerita' e l'onesta' e' riduttivo e difficilmente attuabile.
Lo e' solo a livello teorico ma praticamente e' arduo.
Bisogna considerare che una scelta sconvolge la vita a piu' persone che non sempre sono in grado di superare la crisi senza danni irreversibili e a volte quella che sembra una decisione apportunista e di comodo e' migliore di una scelta che sembra onesta ma che in fondo e' egoistica e nociva agli equilibri a volte fragili delle persone.

Che poi una persona per onesta' sia pronta a rinunciare alla propria felicita' piuttosto che affrontare un divorzio o rimanere nella clandestinita' e' una altro discorso.

Poi, scusate,....si parla sempre a livello di sentimenti, e questo mi sta bene, ma ci sono casi (il 90%) che contemplano problemi economici insormontabili e la scelta della sincerita' non verte piu' sulla rottura degli equilibri famigliari ma sulla capacita' di pagare mutui di case in comune o di dare il pane a fine giornata ai figli.
Scusate se e' poco.....

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francy64
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Messaggio da francy64 » 05/03/2008, 11:14

Lady Morgana ha scritto:[...]E infatti nella vita bisogna fare chiarezza ed essere onesti con se stessi: la difficoltà maggiore sta nel prendere posizioni nette e cioè stabilire se stare di qua o di la. Spesso si preferisce stare nel mezzo per infinite paure, una condizione che lascia aperte tutte le situazioni (comprese quelle che generano sofferenza) a cui si cerca di far fronte con emozioni piuttosto forti che riportino l'entusiasmo e reprimano quelle stesse sofferenze. L'errore più grande che si compie è pensare egoisticamente e stupidamente che la relazione extra riporti vigore nel rapporto ufficiale.
Io sono arrivata alla conclusione (ma credo di aver scoperto l'acqua calda) che per essere felici bisogna agire per esserlo prendendo decisioni definitive...
ciao
Lady, cerco di mettermi nei panni di una donna che vive una sofferta crisi matrimoniale.
Ci sono 3 alternative:
1) Cercare fuori casa l’amore.
2) Cercare di rivitalizzare il matrimonio.
3) Separarsi.

-La prima soluzione è la più istintiva, quando si è in crisi e si ha fame di sentimenti viene naturale provare fuori casa. Si mantengono le sicurezze del matrimonio e i figli beneficiano dei genitori. Occorre considerare la nuova relazione solo come un piacevole diversivo, senza riporvi troppe aspettative e senza lasciarsi coinvolgere dai sentimenti, sapendo che prima o poi finirà. Un amore part-time. Se si riesce a mantenere un certo distacco emotivo una relazione siffatta è una buona soluzione in attesa di decidere cosa fare della propria vita.

-La seconda soluzione in teoria è la più facile, in pratica quando il gelo tra i coniugi è consolidato e il solco diviene profondo, non è facile riaccendere il fuoco. Bisognerebbe capire quando è iniziato il distacco, analizzare le ragioni, comprendere a fare ammenda ciascuno dei propri errori e soprattutto capire se si vuole invecchiare insieme. Sono situazioni che solo chi le vive può valutare.
Più delicato è il caso di chi ha il partner malato…

-La terza soluzione richiede elevate disponibilità finanziarie e persone su cui contare per l’aiuto pratico coi figli, oltre alla capacità di entrambi i coniugi di mantenere il ruolo genitoriale senza farsi la guerra. Non è detto che i figli dei separati abbiano più disagi…
Questa, a mio parere ,è l’unica via che lascia in futuro la speranza di incontrare una persona seria, affidabile per un amore duraturo ed esclusivo.

Ciao.

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Lucrezia
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Messaggio da Lucrezia » 05/03/2008, 14:00

francy64 ha scritto:[...]




-La terza soluzione richiede elevate disponibilità finanziarie e persone su cui contare per l’aiuto pratico coi figli, oltre alla capacità di entrambi i coniugi di mantenere il ruolo genitoriale senza farsi la guerra. Non è detto che i figli dei separati abbiano più disagi…
Questa, a mio parere ,è l’unica via che lascia in futuro la speranza di incontrare una persona seria, affidabile per un amore duraturo ed esclusivo.
Ciao.
Ne ho viste tante di coppie fare questa fine, veramente tante.
Va bene la soluzione iniziale, ma che poi abbiano incontrato partners affidabili per un amore duraturo ed esclusivo proprio no.
Anzi, le ho viste annaspare in un mare di infelicita', tra difficolta' economiche e avventure in serie, non volute.
Serie di partners occasionali che facevano soffrire o rapporti via via sempre piu' distruttivi.
Li vedevo come falene impazzite sbattere verso un lampione notturno che prometteva felicita', cercando disperatamente un po' di affetto e mi facevano molta pena.
Certo non era peggio di un matrimonio infelice, ma da li a vederli appagati in un rapporto stabile ce ne passa.


La sicurezza e l'affidabilita' di un rapporto non sta affatto nella situazione ma nelle persone che lo provano.
Il fatto che gli amori clandestini finiscano non e' per le diverse intenzioni od aspettative degli innamorati in questione, ma perche' l'amore finisce a prescindere, prima o poi, in quasi tutte le coppie.
Ma non sempre.... 8)

Ospite


Messaggio da Ospite » 05/03/2008, 14:49

francy64 ha scritto:[...]


-La prima soluzione è la più istintiva, quando si è in crisi e si ha fame di sentimenti viene naturale provare fuori casa. Si mantengono le sicurezze del matrimonio e i figli beneficiano dei genitori. Occorre considerare la nuova relazione solo come un piacevole diversivo, senza riporvi troppe aspettative e senza lasciarsi coinvolgere dai sentimenti, sapendo che prima o poi finirà. Un amore part-time. Se si riesce a mantenere un certo distacco emotivo una relazione siffatta è una buona soluzione in attesa di decidere cosa fare della propria vita.
Direi che è la soluzione più diretta che fa fronte ad una necessità impellente. Credo che in un primo momento, a causa del vuoto affettivo che si avverte, ci si sente disposti a tutto, si diventa persino eroi nel senso che si crede di poter tranquillamente frenare l'eventuale crescita e maggior coinvolgimento di una storia part-time e a tempo determinato. Se la storia è destinata a durare poco allora non ci sono grossi problemi, quando la storia inizia a durare nel tempo trovo davvero impossibile riuscire a restare distaccati emotivamente. Il guaio è che ci si innamora e si vive questo sentimento in maniera molto conflittuale: la consapevolezza che finirà e che lui o lei non sarà mai totalmente tua/tuo e la paura dell'arrivo di quel momento che farà soffrire moltissimo, almeno uno dei due. Sarebbe troppo bello se l'amore finisse nello stesso momento per entrambi ma purtroppo non è così.
Sono dell'avviso che quando queste cose capitano una tantum allora servono per crescere e per quantificare meglio il tuo stato d'insoddisfazione per potervi porre rimedio secondo ciò che quell'esperienza ha fatto nascere in te.

francy64 ha scritto:[...]-La terza soluzione richiede elevate disponibilità finanziarie e persone su cui contare per l’aiuto pratico coi figli, oltre alla capacità di entrambi i coniugi di mantenere il ruolo genitoriale senza farsi la guerra. Non è detto che i figli dei separati abbiano più disagi…
Questa, a mio parere ,è l’unica via che lascia in futuro la speranza di incontrare una persona seria, affidabile per un amore duraturo ed esclusivo.
Già le difficoltà economiche e l'aiuto. Sicuramente sono decisioni che stravolgono un equilibrio familiare ma trovo più costruttivo fare un sacrificio in più per affrontare la nuova realtà (che ha tutti i presupposti per migliorare la qualità della tua vita) che affrontare sacrifici e rischi inutili per vivere un qualcosa che non ha insita nessuna ricchezza e che alla fine ti lascia nello stato in cui eri forse con qualche ruga in più e minor voglia di metterti in gioco. Purtroppo il problema è IL CORAGGIO e se non lo hai paghi pesantemente.



Lucrezia ha scritto:[...]



Ne ho viste tante di coppie fare questa fine, veramente tante.
Va bene la soluzione iniziale, ma che poi abbiano incontrato partners affidabili per un amore duraturo ed esclusivo proprio no.
Anzi, le ho viste annaspare in un mare di infelicita', tra difficolta' economiche e avventure in serie, non volute.
Serie di partners occasionali che facevano soffrire o rapporti via via sempre piu' distruttivi.
Li vedevo come falene impazzite sbattere verso un lampione notturno che prometteva felicita', cercando disperatamente un po' di affetto e mi facevano molta pena.
Certo non era peggio di un matrimonio infelice, ma da li a vederli appagati in un rapporto stabile ce ne passa.
Quelle persone non hanno trovato un loro equilibrio, cercano affetto in maniera indistinta senza guardare al tipo di persona in cui lo ricercano. Sanno benissimo che si avventurano in storie sbagliate e senza futuro ma malgrado ciò si gettano senza pensare. Io penso che ognuno potrebbe trovarsi in situazioni difficili per carità, si spera sempre però che le esperienze servano da insegnamento e non vengano sprecate inutilmente.
Credo anche che se uno vuole ricostruirsi davvero, con maturità e cervello, debba porsi nella condizione di farlo dove c'è un solo rischio da accettare: quello di restar solo. Quale delle due condizioni è più penalizzante? Dipende dal grado di sofferenza in entrambe le condizioni. E' la sofferenza che fa decidere.

Lucrezia ha scritto:[...]La sicurezza e l'affidabilita' di un rapporto non sta affatto nella situazione ma nelle persone che lo provano.
Il fatto che gli amori clandestini finiscano non e' per le diverse intenzioni od aspettative degli innamorati in questione, ma perche' l'amore finisce a prescindere, prima o poi, in quasi tutte le coppie.
Ma non sempre.... 8)
La sicurezza è data anche dalle scelte che devono convergere in un'unica direzione e devono tendere alla condivisione di tutti gli aspetti del quotidiano non solo quelli della passionalità e della fisicità. Tu ami una persona perchè ci vivi insieme e di lei conosci ogni aspetto. Gli incontri clandestini ti consentono di vivere un rapporto parziale e ci si innamora solo di quella fetta lì non dell'intero.
E poi per me AMORE è tenere tutto per se, non è divisibile e non si tollera che l'altro o l'altra faccia l'amore con un altro e condivida la vita (quella vera e di coppia) con un'altro essere. Mi fa orrore pensare di essere stata fra le braccia dell'amante e che magari mi ha anche detto TI AMO e sapere che poi torna a casa e altrettanto fa con la moglie (è così.. anche se si dice che è per il quieto vivere, se è vero, ma è così).

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francy64
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Messaggio da francy64 » 05/03/2008, 17:11

Lady Morgana ha scritto:[...]Sono dell'avviso che quando queste cose capitano una tantum allora servono per crescere e per quantificare meglio il tuo stato d'insoddisfazione per potervi porre rimedio secondo ciò che quell'esperienza ha fatto nascere in te.

Purtroppo il problema è IL CORAGGIO e se non lo hai paghi pesantemente.
Credo anche che se uno vuole ricostruirsi davvero, con maturità e cervello, debba porsi nella condizione di farlo dove c'è un solo rischio da accettare: quello di restar solo.

E poi per me AMORE è tenere tutto per se, non è divisibile e non si tollera che l'altro o l'altra faccia l'amore con un altro e condivida la vita (quella vera e di coppia) con un'altro essere. Mi fa orrore pensare di essere stata fra le braccia dell'amante e che magari mi ha anche detto TI AMO e sapere che poi torna a casa e altrettanto fa con la moglie (è così.. anche se si dice che è per il quieto vivere, se è vero, ma è così).
Più una persona è esigente e conscia del proprio valore e meno accetta compromessi.

Lady, sei una donna in gamba e hai saputo mettere a frutto la recente esperienza, rendendoti conto delle tue esigenze. Tu pretendi molto da un uomo e sai che ciò a cui aspiri non è compatibile con la clandestinità.
Ma non rovinarti il fegato rimuginando su cosa faceva lui con la moglie…quello che conta è il futuro e la direzione da dare alla tua vita.
Ma prima di scindere un matrimonio valuta bene, specie se tuo marito ha le qualità citate…

Qualunque sia la tua decisione, ti auguro ogni bene.

Ospite


Messaggio da Ospite » 05/03/2008, 19:58

francy64 ha scritto:[...]

Tu pretendi molto da un uomo e sai che ciò a cui aspiri non è compatibile con la clandestinità.
Io credo che ognuno chieda di essere felice e di sentirsi importante per l'altro. Purtroppo il matrimonio fa sottovalutare certi aspetti che devono restare vivi, si pensa non ci sia nulla più da difendere e da preservare. La cosa che mi fa più rabbia è che l'elemento insoddisfatto cerca fuori e l'altro neanche se ne accorge. Questo conferma il grado d'interesse che ha e quanto ti osserva. Alla fine ho il sentore che si diventa parte dell'arredamento e che non si venga considerati più come esseri umani ma come utilità.
Quanto all'esigenza si, lo sono diventata ancor di più perchè conosco il mio valore e la ricchezza che mi porto dentro e siccome sono consapevole di quanto sono in grado di dare vorrei trovare un uomo ricettivo e meritevole, un uomo che sappia apprezzare e riconoscere e che non si soffermi sull'esteriorità perchè ahimè quando qualcuno è di aspetto gradevole.. he he he.. diventa papabile per un solo verso.
francy64 ha scritto:[...]Ma non rovinarti il fegato rimuginando su cosa faceva lui con la moglie…quello che conta è il futuro e la direzione da dare alla tua vita.
Assolutamente no, ho completamente voltato pagina ed ho ritrovato il sorriso e nuovi stimoli. Mi fa piacere aver acquisito un'esperienza che mi mancava che mi ha reso ancora più guardinga ed intransigente oltre che insofferente verso una certa categoria di vili.

francy64 ha scritto:[...]Ma prima di scindere un matrimonio valuta bene, specie se tuo marito ha le qualità citate…
Grazie francy, vedrò cosa fare.

LadyM

Ospite

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Ospite » 07/03/2008, 17:25

Lady Morgana ha scritto:Apro questo topic per affrontare il tema delle crisi matrimoniali, per conoscere le vostre esperienze al riguardo, per sapere se è possibile porvi rimedio. L'amore, quello vissuto con l'intensità dell'innamoramento, ha una durata relativamente breve (due/tre anni), rispetto almeno alla durata di un matrimonio, poichè questo sentimento lentamente si avvia verso un legame caratterizzato dall'attaccamento e da una forma di amore più maturo. La psicologia, almeno, insegna questo e trovo che i riscontri siano anche piuttosto visibili nella realtà.
E' sempre vero che per risolvere queste crisi l'unico modo è investire e cercare di trovare l'intesa di un tempo? Come affrontare l'appiattimento dettato dalla routine? Ma se noi evolviamo e maturiamo come individui (mi viene da pensare a quelle coppie che si sono conosciute in età molto giovane), avendo intrapreso un percorso di crescita personale e differenziato rispetto all'altro, sarà sempre possibile trovare un punto d'incontro? Ed ancora, la minaccia di un terzo elemento in una coppia in crisi, davvero ristabilisce un equilibrio o contribuisce a minare ulteriormente un equilibrio già precario?
alla domanda rispondo: si deve salvare un matrimonio è nostro dovere.

e all'appiattimento non ci si deve arrivare, perchè ogni giorno devi tenere vivo la fiamma del rapporto di coppia
All'appiattimento poi è difficile rimediare!!

Ospite

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Ospite » 07/03/2008, 17:56

controcorrente ha scritto:[...]



alla domanda rispondo: si deve salvare un matrimonio è nostro dovere.
Sicuramente, a condizione che ci sia da salvare un qualcosa che si sta perdendo stando attenti a non coltivare un principio o un valore dentro il quale non c'è contenuto. Una volta ascoltari questa frase: un matrimonio non è un rito e una formalità, non è uno Status da difendere, un matrimonio è essenzialmente il suo contenuto. La parola matrimonio da sola non significa niente, non è niente, è solo un Istituto che una comunità si è costruita per organizzarsi e per regolarsi. Il resto sta a noi..

Mistermagister

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Mistermagister » 08/03/2008, 19:12

Lady Morgana ha scritto:Una volta ascoltai questa frase: un matrimonio non è un rito e una formalità, non è uno Status da difendere, un matrimonio è essenzialmente il suo contenuto. La parola matrimonio da sola non significa niente, non è niente, è solo un Istituto che una comunità si è costruita per organizzarsi e per regolarsi. Il resto sta a noi..
Allora perchè sposarsi.. ? ;)

Ospite

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Ospite » 08/03/2008, 19:21

Mistermagister ha scritto:[...]



Allora perchè sposarsi.. ? ;)
Beh perchè ci si crede ma nel senso che si crede a quello che si condivide, è un modo per suggellare quella unione di fronte a Dio o allo Stato (con tutto il rispetto per le convivenze).

Quando quel contenuto viene svuotato, quando non si ha motivo per restare insieme, viene vanificato il senso di quella unione. Restare insieme perchè si è sposati non ha senso, quel rito non dovrebbe condizionare le nostre scelte. In questo senso intendevo.

Mistermagister

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Mistermagister » 08/03/2008, 20:04

Lady Morgana ha scritto:
Beh perchè ci si crede ma nel senso che si crede a quello che si condivide, è un modo per suggellare quella unione di fronte a Dio o allo Stato (con tutto il rispetto per le convivenze).

Quando quel contenuto viene svuotato, quando non si ha motivo per restare insieme, viene vanificato il senso di quella unione. Restare insieme perchè si è sposati non ha senso, quel rito non dovrebbe condizionare le nostre scelte. In questo senso intendevo.
Non avevo snaturato la finalità del tuo pensiero, peraltro come sempre attento, profondo e ottimamente espresso, ma da quest'ultima considerazione "quel rito non dovrebbe condizionare le nostre scelte" mi viene in mente che proprio all'interno di quel rito è richiesta solenne promessa dell'esatto contrario: "nella buona e nella cattiva sorte; nella ricchezza e nella povertà; nella malattia e nella salute; finchè morte non vi separi.." .

Direi che propendiamo a dimenticare in fretta e in maniera opportunistica il significato di quel "giuramento", inserito in un contesto che a mio modo di vedere tende proprio a condizionare preventivamente l'eventualità di una separazione, assolutamente in linea col fatto che la chiesa necessita della famiglia e della sofferenza (sull'eutanasia interverrò nell'apposito topic..) poichè per essa sono linfa vitale..

Sono convinto che a quella "soglia di non ritorno" si potrebbe benissimo evitare di arrivarci con un po' di buona volontà da parte di entrambi, tuttavia un matrimonio DEVE essere salvato soprattutto in presenza di figli, non è tollerabile che essi paghino solo perchè noi scegliamo il percorso con minor resistenza, ma è altresì un atto di responsabilità verso una decisione che si presuppone sia stata attentamente e lentamente maturata, per mesi, a volte anche anni. Nessuno più, oggi come oggi, ci costringe a sposarci, se lo facciamo è perchè quella persona non può più rappresentare un incognita, l'abbiamo radiografata giungendo ad una diagnosi inequivocabile, di assoluta serenità.. se così non è stato, forse, sposarsi è stato il voler vivere un sogno che purtroppo non è riuscito a trasformarsi in realtà. :)

Ospite

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Ospite » 08/03/2008, 21:05

Mistermagister ha scritto:[...]

... ma da quest'ultima considerazione "quel rito non dovrebbe condizionare le nostre scelte" mi viene in mente che proprio all'interno di quel rito è richiesta solenne promessa dell'esatto contrario: "nella buona e nella cattiva sorte; nella ricchezza e nella povertà; nella malattia e nella salute; finchè morte non vi separi..".
Questa che citi è la formula di rito che appartiene al matrimonio concordatario, recitata davanti al un ministro di Dio. Chi si sposa in Chiesa dovrebbe farlo perchè la sua scelta è conforme al reale credo religioso. Se tu credi nell'eternità del vincolo matrimoniale, così com'è inteso dalla Chiesa, che è indissolubile (il divorzio non è riconosciuto dalla Chiesa ma solo dallo Stato) allora sono anche d'accordo con te. Molte volte però si sceglie il matrimonio concordatario per forma, per fasto e per consuetudine. Questo è l'errore che si commette. Il matrimonio civile recita solo gli articoli del codice civile che stabiliscono i reciproci diritti e doveri.

Mistermagister ha scritto:[...]
Direi che propendiamo a dimenticare in fretta e in maniera opportunistica il significato di quel "giuramento", inserito in un contesto che a mio modo di vedere tende proprio a condizionare preventivamente l'eventualità di una separazione, assolutamente in linea col fatto che la chiesa necessita della famiglia e della sofferenza (sull'eutanasia interverrò nell'apposito topic..) poichè per essa sono linfa vitale..
Caro amico Mister, è vero, non discuto che oggi come oggi, di fronte ad un numero sempre più crescente di matrimoni falliti (i dati parlano chiaro ahimè) non possiamo che trarre la conclusione che si sottovaluta il senso di questo impegno. Anche io sono convinta che non sempre ci si sposa convinti o forse ci si sposa perchè tanto si sa che c'è sempre il rimedio della separazione che ci restituisce quella libertà di un tempo. Secondo me ogni scelta della vita andrebbe valutata meglio e se non ci si sente convinti bisognerebbe desistere dall'assumere certi impegni.
Voglio però includere in questa disamina tutte le possibili realtà esistenti se me lo consenti: io penso che nella vita niente è immutabile, le persone cambiano anche a fronte di particolari eventi che possono vivere durante la loro esistenza. C'è la maturazione delle persone e con ciò mi riferisco a coloro che si sono conosciuti molto giovani e ad un certo punto non si ritrovano più. Il vincolo resta tale ma noi dentro mutiamo. E' assolutamente normale questo, trovo pericoloso il contrario. Infine i sentimenti possono non cambiare ma finire completamente e questo per qualcuno potrebbe significare un malessere dettato dal fatto di voler forzare una volontà difforme rispetto ad una promessa che venne fatta quando, al contrario, si amava e quindi in piena regola. Non si può giurare su una cosa che nessuno mai potrà garantire che non muterà mai, questo è il punto.

Riguardo al fatto che la Chiesa necessita della famiglia e della sofferenza, io direi che la famiglia è la cellula sociale, questo è dal punto di vista statuale, è organizzazione e garanzia della trasmissione dei diritti. Ma a parte il senso e il contenuto che la Chiesta e lo Stato danno a questa realtà poi esiste la realtà più spicciola che è l'uomo, un uomo che vorrebbe star bene e trasmettere a chi gli sta intorno (i figli per primi) questo suo stato d'animo positivo. Un genitore infelice non potrà trasmettere alcunchè ai figli, non potrà garantire loro ciò che non ha.

Mistermagister ha scritto:[...]
Sono convinto che a quella "soglia di non ritorno" si potrebbe benissimo evitare di arrivarci con un po' di buona volontà da parte di entrambi, tuttavia un matrimonio DEVE essere salvato soprattutto in presenza di figli, non è tollerabile che essi paghino solo perchè noi scegliamo il percorso con minor resistenza, ma è altresì un atto di responsabilità verso una decisione che si presuppone sia stata attentamente e lentamente maturata, per mesi, a volte anche anni.
Un matrimonio deve essere salvato se si capisce che ci sono spiragli sui quali si può investire per il bene di tutti. In questo caso ci vuole non buona volontà ma un atto di eroismo se per ricucire un rapporto non del tutto spento ci sono degli scogli durissimi da superare. Credo anche però che sia necessario il nostro equilibrio, non è sempre detto che una scelta, apparentemente egoistica sia nociva per i figli. I figli attingono dai genitori e capiscono quando in casa la situazione è tesa è difficile. Ora se non c'è possibilità di risolvere meglio evitare ai figli di respirare quel clima insostenibile che va a svantaggio del loro equilibrio e della loro educazione: i figli vanno educati all'amore e alla sincerità, non ai compromessi di cui un giorno potrebbero sentirsi responsabili. Comunque è vero ciò che dici: in presenza di figli ci vuole maggiore attenzione nel prendere decisioni così definitive dal significato per niente trascurabile.
Mistermagister ha scritto:[...]Nessuno più, oggi come oggi, ci costringe a sposarci, se lo facciamo è perchè quella persona non può più rappresentare un incognita, l'abbiamo radiografata giungendo ad una diagnosi inequivocabile, di assoluta serenità.. se così non è stato, forse, sposarsi è stato il voler vivere un sogno che purtroppo non è riuscito a trasformarsi in realtà.
Caro Mister questa è la condizione ideale ma vedi si può anche errare per i più disparati motivi. In caso di errore bisogna trovare la soluzione migliore per non pagare le conseguenze per tutta la vita. Anche questa è realtà. Credo che i rimedi debbano esserci, e mi pare ci siano ed anche previsti dalla legge com'è giusto che sia.

otttoz

forse e' giusto

Messaggio da otttoz » 08/03/2008, 22:37

forse e' giusto il vecchio detto
"amarsi sempre, sposarsi mai".
Lo si dice probabilmente perche' non lo si fa.
:)

Ospite

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Ospite » 10/03/2008, 10:34

Lady Morgana ha scritto:[...]

Sicuramente, a condizione che ci sia da salvare un qualcosa che si sta perdendo stando attenti a non coltivare un principio o un valore dentro il quale non c'è contenuto. Una volta ascoltari questa frase: un matrimonio non è un rito e una formalità, non è uno Status da difendere, un matrimonio è essenzialmente il suo contenuto. La parola matrimonio da sola non significa niente, non è niente, è solo un Istituto che una comunità si è costruita per organizzarsi e per regolarsi. Il resto sta a noi..
Sono d'accordo, Lady. Per come sono fatta io (lontana dalle istituzioni), assolutamente nessun formalismo o questione di principio nel matrimonio, tutt'altro! Per me matrimonio significa aver scelto di vivere in coppia.
A volte sembra che diventi una questione di principio non dover mai rinunciare a niente di sè ed imporre a tutti i costi la propria personalità.
Si antepone il proprio Ego a quello che invece è la scelta del matrimonio.
Uno dei miei motti è: "con impegno fino in fondo"; se ti sei sposato devi tenere vivo il matrimonio.
Dicevo sempre a mio marito che tutte le sere (o le mattine) doveva domandarsi se voleva continuare a stare con me, e in questo caso fare qualcosa per alimentare il rapporto.
Cogliere le opportunità per risvegliare l'affetto, l'amore, la solidarietà, la collaborazione e tutte quelle cose che hanno fatto di due persone un unico insieme.

jesca82


Messaggio da jesca82 » 21/03/2008, 23:53

Il mio matrimonio tantissime volte e' stato messo in crsi da tante cose da tanti fattori e ancora tante tante volte siamo io e mio marito arrivato al punto di separarci.Ma unendo le nostre forze e considerando la nostra bimba abbiamo stretto i denti e siamo andati comunque avanti.Per me tutt'ora non e' semplice.Perche' io e lui abbiamo caratteri e modi di fare molto differenti l'uno dall'altro.Pero' ora ho imparato, dopo tanta sofferenza e dopo tanti momenti brutti, negativi, che quando sono in difficolta'cerco di pensare che quel momento deve solo passare e che se lui sta dicendo o facendo qualcosa che a me non va' be'....nessuno e' perfetto.E poi vedo mia figlia....la mia unica ragione di vita :!:

lory18

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da lory18 » 22/03/2008, 1:48

Mistermagister ha scritto:[...]



Non avevo snaturato la finalità del tuo pensiero, peraltro come sempre attento, profondo e ottimamente espresso, ma da quest'ultima considerazione "quel rito non dovrebbe condizionare le nostre scelte" mi viene in mente che proprio all'interno di quel rito è richiesta solenne promessa dell'esatto contrario: "nella buona e nella cattiva sorte; nella ricchezza e nella povertà; nella malattia e nella salute; finchè morte non vi separi.." .

Direi che propendiamo a dimenticare in fretta e in maniera opportunistica il significato di quel "giuramento", inserito in un contesto che a mio modo di vedere tende proprio a condizionare preventivamente l'eventualità di una separazione, assolutamente in linea col fatto che la chiesa necessita della famiglia e della sofferenza (sull'eutanasia interverrò nell'apposito topic..) poichè per essa sono linfa vitale..

Sono convinto che a quella "soglia di non ritorno" si potrebbe benissimo evitare di arrivarci con un po' di buona volontà da parte di entrambi, tuttavia un matrimonio DEVE essere salvato soprattutto in presenza di figli, non è tollerabile che essi paghino solo perchè noi scegliamo il percorso con minor resistenza, ma è altresì un atto di responsabilità verso una decisione che si presuppone sia stata attentamente e lentamente maturata, per mesi, a volte anche anni. Nessuno più, oggi come oggi, ci costringe a sposarci, se lo facciamo è perchè quella persona non può più rappresentare un incognita, l'abbiamo radiografata giungendo ad una diagnosi inequivocabile, di assoluta serenità.. se così non è stato, forse, sposarsi è stato il voler vivere un sogno che purtroppo non è riuscito a trasformarsi in realtà. :)
Concordo con te, MM, io penso che, se si decide di affrontare il matrimonio davanti a Dio si dovrebbero, rispettare le regole del rito solenne. Il matrimonio non è uno scherzo e, dal momento che si esce dalla chiesa,dobbiamo cominciare a intraprendere un cammino lungo vicino alla persona che si ama. Questo però comporta, molta pazienza, dedizione e cura reciproca, molte volte tutto questo non si rispetta o si và a senso unico, comportando così la freddezza del rapporto o addirittura la rottura.Spesso si tende anche a idealizzare il partner, questo succede maggiormente a noi donne, purtroppo e, non vediamo la persona com'è realmente, è uno sbaglio perchè poi quando ci svegliamo, delusione totale!!! :? Io parlo per la mia esperienza, però se il bene c'è è più semplice però cominci a vedere il partner con occhi diversi. La crisi c'è stata, qualche anno fà ma, lottando con tutte le forze, sono arrivata a un punto quasi accettabile, ho lottato e lotto sopratutto io, anche per i figli, però voglio dire che se ne vale la pena e il bene ancora c'è, bisogna armarsi di pazienza e volontà per riprendere quello che si stà per perdere.Almeno posso dire che, ho provato a salvare tutto, poi il futuro chissà!!! Io ho cambiato completamente la mia vita, adesso sono piena di amicizie, sia di persona che virtuali e sono contenta. Ho i miei interessi e, non voglio fermarmi e,mio marito, se vuole mi segue, ma guai ricadere con la monotonia, questa, secondo me è la malattia matrimoniale. :D

Ospite

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Ospite » 22/03/2008, 19:08

lory18 ha scritto:[...]
... ma guai ricadere con la monotonia, questa, secondo me è la malattia matrimoniale. :D
Questo è il punto. Purtroppo a volerne uscire bisogna essere in due. A volte capita che si perdono le energie o addirittura non è facile trovare l'ingrediente che riaccende quella fiammella spenta o quasi. A volte è davvero difficile recuperare. Anche far leva sul bene.. cosa ti fa pensare che ci sia bene o affetto o abitudine? Guarda che le abitudini sono difficili da scardinare.

lory18

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da lory18 » 22/03/2008, 20:08

Lady Morgana ha scritto:[...]



Questo è il punto. Purtroppo a volerne uscire bisogna essere in due. A volte capita che si perdono le energie o addirittura non è facile trovare l'ingrediente che riaccende quella fiammella spenta o quasi. A volte è davvero difficile recuperare. Anche far leva sul bene.. cosa ti fa pensare che ci sia bene o affetto o abitudine? Guarda che le abitudini sono difficili da scardinare.
E' naturale che bisogna essere in due, infatti noi ci siamo messi in discussione entrambi, nel caso mio è, successa una cosa che, ha fatto riaccendere qualcosa che si era spento, per una telefonata partita senza che lui se ne accorgesse, io ho sentito tutto quello che diceva e, lui non se ne è accorto. Da lì, poi ci siamo chiariti, lui era in servizio di lavoro e, si è spiegato. Dopo di chè, siamo tornati insieme abbiamo fatto dei patti, ci siamo fatti aiutare dall'esterno, capisco che non tutti sono disponibili, sopratutto gli uomini, la situazione è migliorata, sopratutto io sono cambiata, non sono più come prima, praticamente ero nulla. Come ho spiegato in precedenza, non si frequentava nessuno, adesso praticamente la situazione in mano l'ho presa più io, ho dovuto fare per forza così, se nò era la fine, io non potevo più vivere così. Stò creandomi un bel giro di amicizie usciamo spesso, adesso siamo soci di un'associazione culturale e, penso, che al più presto ne farò parte io. Tutto questo cambiamento mi è costato tanto, per come ero io, è stata una fatica enorme credimi.. Dopo tanti anni di convivenza, non si può pretendere di avere una passione travolgente, subentra un'altro tipo di bene forse anche più stabile. Io almeno la penso così, non voglio fare la super,perchè tutti mi dicevano di separarmi, sono andata contro tutti, il bene ancora c'era, e, quindi ho voluto riprovare.Certo se poi neanche il bene c'è più, diventa un rapporto quasi fraterno, così non và bene. Dipende dalle situazioni!!

Ospite

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da Ospite » 22/03/2008, 21:04

lory18 ha scritto:[...]

Certo se poi neanche il bene c'è più, diventa un rapporto quasi fraterno, così non và bene. Dipende dalle situazioni!!
Io credo che non si possa smettere di voler bene ad una persona, quando soprattutto questa non ha mancato verso di te in maniera piuttosto grave. Purtroppo credo che in alcune situazioni si arrivi alla stanchezza molto presto rispetto alla norma perchè si è iniziato un rapporto in età molto giovane, è come se la maturazione in quella coppia fosse avvenuta all'insegna di una relazione solo a due, ognuno con i suoi limiti che non consentono uno sviluppo maggiore proprio perchè si dispone di risorse limitate, limitate alle caratteristiche di quella coppia. Io credo che nella vita si abbia bisogno di sperimentare, di misurarsi per conoscersi bene attraverso storie con uomini o donne diverse per raggiungere una certa stabilità personale. Fidanzarsi troppo giovani, vivere sempre e solo accanto a quella persona ti fa guardare il mondo in maniera limitata perchè le stesse esperienze vissute sono limitate. Se nella vita ti capita un qualcosa di diverso ti perdi perchè pur non essendo molto giovane (anagraficamente) hai conosciuto solo il tuo piccolo mondo.
Come conciliare questa necessità con i limiti della coppia? Con il tradimento a fini terapeutici? :rolleyes:
E poi non pensi che alla fine il mutato sentimento verso l'altro che non è passione ma attaccamento e maggiore affiatamento, vissuto e quant'altro, possa penalizzare fortemente l'eros tanto da ritenerlo un optional nell'ambito della coppia? Molte volte si dice che la coppia deve rinnovarsi ma se il trasporto si affievolisce perchè il tipo di affetto cambia che si fa? Si forzano le cose? Ci si accontenta? E fino a che punto????

lory18

Re: Salvare un matrimonio si può?

Messaggio da lory18 » 22/03/2008, 23:47

Lady Morgana ha scritto:[...]



Io credo che non si possa smettere di voler bene ad una persona, quando soprattutto questa non ha mancato verso di te in maniera piuttosto grave. Purtroppo credo che in alcune situazioni si arrivi alla stanchezza molto presto rispetto alla norma perchè si è iniziato un rapporto in età molto giovane, è come se la maturazione in quella coppia fosse avvenuta all'insegna di una relazione solo a due, ognuno con i suoi limiti che non consentono uno sviluppo maggiore proprio perchè si dispone di risorse limitate, limitate alle caratteristiche di quella coppia. Io credo che nella vita si abbia bisogno di sperimentare, di misurarsi per conoscersi bene attraverso storie con uomini o donne diverse per raggiungere una certa stabilità personale. Fidanzarsi troppo giovani, vivere sempre e solo accanto a quella persona ti fa guardare il mondo in maniera limitata perchè le stesse esperienze vissute sono limitate. Se nella vita ti capita un qualcosa di diverso ti perdi perchè pur non essendo molto giovane (anagraficamente) hai conosciuto solo il tuo piccolo mondo.
Come conciliare questa necessità con i limiti della coppia? Con il tradimento a fini terapeutici? :rolleyes:
E poi non pensi che alla fine il mutato sentimento verso l'altro che non è passione ma attaccamento e maggiore affiatamento, vissuto e quant'altro, possa penalizzare fortemente l'eros tanto da ritenerlo un optional nell'ambito della coppia? Molte volte si dice che la coppia deve rinnovarsi ma se il trasporto si affievolisce perchè il tipo di affetto cambia che si fa? Si forzano le cose? Ci si accontenta? E fino a che punto????
Cara Morgana, nessuno più di me ti capisce, mi sono sposata a 22 anni, ero inesperta in tutto, uscivo da una famiglia dove, mio padre sempre assente per lavoro, chi mandava avanti tutto era mia madre, praticamente un carabiniere, non mi faceva uscire con le amiche o, se succedeva il giro del quartiere e, a casa. Mio marito, per 20 anni anche lui, mi chiudeva come persona e, se uscivo dopo un pò me lo ritrovavo dietro per vedere dove andavo, io ero persa per lui, facevo tutto quello che diceva e, anche un pò con la paura, fino a che, sono successe delle cose che mi hanno portato a dire basta. Devi capire che io qualsiasi cosa affrontavo e, ancor oggi, mi costava fatica e ansia, pure la semplice uscita da sola, prendere l'autobus, cose semplici che fanno tutti, tanto sono stata bloccata e, sopratutto ho permesso io che succedesse, perchè solo avessi avuto un pò di determinazione e un carattere forte, sarebbe stato tutto più semplice. Per questo ti dico che anch'io ho i miei torti, sono stata troppo permissiva.Infatti hai ragione quando dici che, se hai un età adulta e, ti capita qualcosa di diverso, ti senti persa, infatti io adesso sono arrabbiata con me stessa al pensiero che, tutte queste cose si fanno all'età giusta,e no a quest'età, ho perso gli anni più belli. Ma la passione, io penso dura al massimo 1 anno, e poi? Credo invece che, prima dobbiamo trovare il nostro equilibrio, poi si può fare la scelta giusta. Questo è il mio modo di pensare, magari mi sbaglio!!! :?

otttoz

matrimonio, eh.....

Messaggio da otttoz » 23/03/2008, 7:06

Mia moglie ed io siamo stati felici per vent'anni. Poi ci siamo incontrati.

astronoma2008

Re: matrimonio, eh.....

Messaggio da astronoma2008 » 23/03/2008, 16:54

otttoz ha scritto:Mia moglie ed io siamo stati felici per vent'anni. Poi ci siamo incontrati.

A parte gli scherzi..per esperienza personale credo che nel matrimonio ci voglia grande maturità per portarlo avanti.
Io ho solo 30 anni ma mi sono separata pochi anni fa,per il bene di nostra figlia siamo tornati insieme e forse anche x il nostro perchè non è poi così facile ricominciare..ma a distanza di un anno ecco riaffiorare i dubbi..
forse non è così una passeggiata come credevo o forse non siamo tagliati per vivere insieme sereni..
spero nei vostri pareri qui o in privato CERTO E' DIFFICILISSIMO vivere in 2 e condividere tutto.