netilib ha scritto:PF. non prendetela personalmente, ma secondo me c'è un che di codardia - oltre a una vena assai sviluppata di masochismo... - nell'adagiarsi in situazioni simili...
Ti racconto un aneddoto Netilib: proprio sul ponte che e' sopra il laghetto dell'EUR a Roma in direzione centro c'e' una curva.
In quella curva da qualche tempo c'e' un piccolo altarino con fiori, sciarpe, fotografie, bigliettini e una foto di un ragazzo sorridente incollata su un palo della luce.
Niente di nuovo .. se ne vedono tanti e chi e' di Roma ed e' di passaggio sapra' che non sto' inventando nulla.
E' il punto in cui la vita di un ragazzo sicuramente giovane si e' spezzata per sempre gettando nella disperazione tutti quelli che lo conoscevano.
L'altro giorno mi e' capitato di passarci proprio quando c'erano alcuni ragazzi in silenzio.
Ero di passaggio e non potevo fermarmi ma in un attimo ho visto anche la figura di un uomo di mezza eta' ... un mio coetaneo insomma, che si apprestava a sistemare mazzi di fiori.
Sicuramente era il padre di quel ragazzo.
Ho proseguito la mia strada ma non ho potuto fare a meno di pensare a quell'uomo, al giorno in cui e' stato chiamato ... non so ... dall'ospedale, dai vigili, dalla polizia ... insomma da qualcuno che gli comunicava che suo figlio non c'era piu'.
Netilib ... io non piango mai ... ma quella volta ho pianto come un ragazzino perche', pur se da lontano, ho percepito fortemente il dolore di quell'uomo.
I miei figli sono di la' che dormono beati nei loro letti ed io, fortunatamente, non ho conosciuto il dramma della perdita di un figlio, ho paura solo a pensarci.
Non ho, per fortuna, nemmeno conosciuto il dolore della perdita di un genitore.
Ma credo fortemente a una cosa: le mie lacrime saranno state sentite, pesanti, partecipate, condivise a quelle di quell'uomo ... ma mai e poi mai saranno le sue stesse lacrime e cioe' quelle di chi la tragedia l'ha vissuta interamente sulla propria pelle.
Perdonerai il contrasto con quello che, apparentemente, sembra un argomento di gran lunga piu' leggero ma se mi dimostrerai con i fatti che hai esperienza diretta di convivenza con una persona che ha rischiato (e che rischia ancora) di morire allora sarai autorizzato a giudicare quelli che sono i miei ultimi tre anni di vita, le scelte che ho fatto e quelle che ho intenzione di fare.
Se cosi' non fosse, il tuo contributo, peraltro non richiesto, per quello che riguarda me, varra' meno di niente.
Sono grande e vaccinato e so quello che faccio,
sono intervenuto in questo thread solo per portare la mia esperienza e per dire all'amico AnimaCandida che dovrebbe valutare se vale la pena continuare a convivere con una persona se non ci sono motivi piu' che validi.
Come vedi non siamo poi cosi' in disaccordo.
Solo AnimaCandida, analizzando la sua situazione, potra' rispondere alla mia domanda e fare le sue scelte, leggo che ha 37 anni ... non 17.
Concludo chiedendo scusa se mi sono dilungato ma, visto che hai parlato, consentimelo, molto superficialmente, di codardia e masochismo, vorrei che rispondessi a questa domanda:
Se il sottoscritto avesse mollato la persona quando era in un letto d'ospedale, oppure adesso quando il futuro di questa persona e' cosi' incerto (per il rischio costante di recidiva) quale sarebbe il tuo giudizio?
Aspetto solo la tua risposta ma chiedo a chiunque altro, per favore, di astenersi dal fare ulteriori commenti, grazie.