Mistermagister ha scritto:
Non conosco a fondo nè la situazione nè i protagonisti, ma che fiducia può infonderti una persona che tradisce, ora la moglie.. un domani.. forse anche te?
Una risposta razionale, lineare ... di buon senso la tua, caro MM.
Potrei prenderla pari pari e sottoscriverla prima di spedirla alla nostra amica cucciolotta perche' chiunque, me compreso, avrebbe dato la tua risposta.
Il fatto e' che le passioni, gli amori, viaggiano su binari lontanissimi dalla razionalita', dal buon senso, dalla ragione.
Non si spiegherebbe, infatti, perche' ci si innamora quasi sempre di chi non ti si fila nemmeno di striscio, di quello/a che non ti pensa manco da lontano, di quella/o che sicuramente, per ragioni di distanza, familiari o di altro rappresenta il classico "amore impossibile".
Spesso l'uomo si innamora della donna di un altro solo perche' nella "competizione" e' destinato a perdere o ha gia' perso, perche' lei ha scelto o sembra scegliere l'altro .... credo che anche per le donne sia cosi'.
E allora .... come la mettiamo?
Come risolviamo questa contraddizione che e' nella natura stessa dell'uomo? (uomo in senso lato)
Lungi da me pensare di avere questa risposta ... posso solo provare a esortare cucciolotta a coltivare questo suo amore per il solo piacere di provarlo, per avere il cuore caldo, per assaporare i brividi che questa passione le suscita.
Giacomo Leopardi scrisse quella che secondo me e' la poesia piu' bella che sia mai stata scritta.
E' dedicata a una donna morta, ormai impossibile da raggiungere, eppure trasuda di un amore totale, definitivo, inconsolabile.
Il poeta ne trae beneficio per se stesso nel ricordo, nel pensiero, nell'immaginazione.
A SILVIA
Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perché non rendi poi
Quel che prometti allor? perché di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Né teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
... l'amore e' anche sofferenza, malinconia, solitudine ... ma ci tiene vivi!
Solo il tempo puo' far capire i sentimenti dell'altro, se cucciolotta e' solo un elemento nel quale rifugiarsi lontano dalla routine familiare o se rappresenta un amore ricambiato.
