Boccino ha scritto:non si guarisce facilmente...e non ci sono medicine....ne rimedi..non si sa quando passa...non si sa nemmeno quanto fa male...fa bene solo il tempo..e tanto..perche' piu' e stata la grandezza di un amore...e tanto piu' sara' lunga la sofferenza quando finisce...come in matematica:grandezza direttamente proporzionale.matematica sentimentale...
in questa materia avete mai preso dieci?come la vivete quando siete lasciati?
a non mi sono lasciato tranquilli

sono single e super felice @_@ anche se ogni tanto qualche trombatina in piu' sarebbe meglio

Io caro concittadino non credo che la proporzionalità sia così diretta...anche perchè volendo applicare una equazione,dovrebbero essere inserite e ponderate altre variabili che percepiamo più o meno consapevolmente su cui non entro perchè altrimenti dal forum verrò bandito dopo appena due giorni di permanenza
Io no ho mai avuto un dieci reciproco...non ha mai avuto la fortuna di essere amato da chi amavo, ma sempre cose a metà e in quanto tali tutte finite più o meno tardi rispetto a quanto era sano vivessero.
Quando ero innamorato davvero,quando toccai l'apice,anni addietro,quando il grande filosofo appena iniziava la sua scalata al potere, l'inganno dell'uomo (e fammi citare dracula

) mi portò ad una reazione tale da esser lasciato,anche se ormai erano mesi che ero demolito,quindi al solito,il mo comportamento fu coerente con i dictat del filosofo e non con la mia volontà che era quella di amarla sempre e comunque,contro ogni evidenza e ogni impedimento.
Non mangiavo più e non ridevo più. Iniziò una lunga guerra tra il risentimento e la voglia di riaverla vicino. Indecisione...dolore..frustrazione...poi entusiasmo...poi entusiasmo corrotto dal dubbio...niente più studio,niente divetimento...solo una sofferenza costante,con picchi e declini di intensità.
Non ci sono rimedi dici...io penso di si.
Le altre volte che sono stato lasciato,pur non essendo poi così innamorato,ho sofferto moltissimo...ma qui entrano in gioco le altre variabili di cui accennavo...e l'equazione non è così semplice...
Quando ho dovuto lasciare è stata una agonia lo stesso. Una sofferenza più costante e pesante,meno violenta quanto l'esser lasciato,ma dura lo stesso modo a esaurirsi.
Il rimedio a cui accennavo,dopo molte relazioni e situazioni diverse,è ahimè il più antico e spietato...un addio e la ferma volontà di non voltarsi mai più indietro. Dico questo in base a come sono io,non dico che sia meglio per chiunque. Il tempo passa...lo strappo iniziale è terribile e lo sforzo per mantenere la decisione è faticoso....tanto faticoso. Ma il pensiero si fa violento..costante...ma non ha di che nutrirsi se non pensieri e ricordi...lentamente perde di intensità...riesce a sollevarsi con forza sempre meno spesso...pian piano diventa malinconia...che continua a non potersi nutrire...invecchia...muore.
Nell'equazione andrebbe messa l'immagine che si ha di se stessi e parte dei vuoti delle due persone che vengono riempiti dall'altro...
Mi spiego: una ragazza mi disse di amarmi. Ma ciò che amava era solo ciò che riempivo. Era insicura e con una immagine di se molto negativa. Il mio interesse era dunque prezioso perchè lei ritenendomi ricco di qualità andava a colmare in parte tale insicurezza. Lei non amava me, ma il vuoto che io colmavo. E questo è stato dimostrato negli anni,perchè quando io ero in difficoltà lei non mi fu vicina,ma si trovò un amico provolone che coprendola di complimenti colmava lo stesso vuoto che io trascuravo stando male. E poi ha fatto lo stesso con lui...e con l'amico intermedio...e così farà tutta la vita...
E allora...mi chiedo...dove finisce il supplire alle insicurezze e dove inizia un vero sentimento? può essere che l'amore vero nasca solo a partire da uno stato di benessere che viene arricchito esponenzialmente dal sentimento?
in termini matematici

da 10 a 100 è diverso rispetto a: da -100 a 10...o no?