arietina76 ha scritto:[...]
hai perfettamente ragione.
spesso poi quelle stesse persone, a cui ti riferisci, non solo non ce la fanno a parlare di ciò che sentono, ma in fondo non ci provano neppure, crogiolandosi su quel famoso "io sono fatto così".
in questo modo finiscono col giustificare qualunque comportamento, perchè non è colpa loro ma di madre natura (loro sono fatti così!), e così facendo evitano di fare anche il benchè minimo passo verso il prossimo.
hai ragione anche sull'ultimo punto: invece di arrovellarsi nel non-dialogo, sarebbe così bello sentire le cose (belle o brutte, che esse siano) dalla voce del diretto interessato...
riporto le parole di arietina76 soprattutto perchè, infine, pongono l'accento sulla questione, a mio parere, fondamentale: l'esigenza del proprio 'io'!...seppure soprattutto in situazioni che travolgono il nostro intimo affettivo, dove il sentimento di delusione e frustrazione, rabbia e rancore, magari la fiducia tradita, sono (ci mancherebbe) naturali, eppure l'esigenza di 'stringersi' in noi stessi è più forte: perchè dobbiamo aver qualcosa che ci resta in mano, scassato, impaurito, ostinato, ma pur sempre ci resta qualcosa. Eppure potrebbe essere un occasione per fermarsi un attimo e dirsi: bene, mai io davvero sento che sia giusto essermi lasciato andare alla rabbia? Davvero non posso far di meglio per me stesso e lei/lui?.
Insomma mettersi intimamente un pò in discussione...e al diavolo il proprio ego! Purtroppo devo dire che quello che ho vissuto e visto non è così!
....e le nostre sembrano futili considerazioni fuori dalla realtà...sembrano
c''è un filo che lega queste situazioni, basta pensare anche alla situazione di cui parla tropic...davvero alla fine diventa snervante!
e che dire di poli_opposti per quanto riguarda una conflittualità ormai oltre le soglie normali, non ce la facciamo più...bamby, che quando non permettiamo che le porte almeno del nostro pensare di quale rapporto si può parlare?...scusatemi, frettolosamente ma ho inteso così.
l'unica risposta che mi dò è questa: non v'è una maturità personale e affettiva sufficiente per affrontare una rottura di coppia!
(veramente credo neppure per mettersi insieme...)
due si piacciono, ok, che ci si conosca (non a distanza), ma vis a vis, che si vada con la giusta delicatezza ma anche saggezza a 'scrutare' l'interiorità del compagno o della compagna, nel tempo giusto, ma senza attendere le 'calende greche', che si veda, s'interpelli; insomma lui o lei devono farsi 'conoscere', per quello che sono, ma farsi conoscere! Capacità di dialogho, di saper fissarti negli occhi e avere il coraggio di dire chi e cosa cerca, forza e debolezzza di un carattere che sia capace di essere 'aperto' all'altro/a...e saper 'discernere' in se, soprattutto la donna, perchè credo che 'rischia' sempre di più, perchè nella sua natura lei mette tutto in gioco, perchè per lei amare e vivere è la stessa cosa, perchè non vuol più soffrire...ma soltanto e finalmente la giusta serenità...nell'amare ed essere amata!
chiedo scusa per sto papiro e colgo l'occasione per salutare tutti!
arriverderci tra un pò di tempo...eh si vado in vacanza!
un cinque ai maschietti e un inchino di grazia alle madame!
ciao!