allargare la compagnia o no?

L'amicizia, gli amici, gruppi di amici: idee, esperienze, consigli, riflessioni

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arietina76
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allargare la compagnia o no?

Messaggio da arietina76 » 15/09/2011, 19:28

ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da tempest » 15/09/2011, 21:49

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
Ciao,
io assomiglio a questa tua amica :) , se ci sono persone che non conosco ( a meno che non si tratti di una sola persona tra tante ) tendo a diventare "mezza muta", non succede sempre ma succede abbastanza spesso, quindi siccome io esco con l'intento di stare bene e sentirmi a mio agio, a volte rinuncio. Anche io, se sono in confidenza, non mi faccio problemi a dire: " fate pure senza di me, io verrò un'altra volta". Mi pare corretto così: nessuno deve sentirsi obbligato a fare qualcosa che non ha voglia di fare, allo stesso tempo nessuno deve rinunciare alla compagnia di altre persone per far sentire a proprio agio un'unica persona... ci deve essere massima libertà, l'importante è che si organizzi anche qualche uscita tra amici senza estranei in modo che chi è meno espansivo non rimanga sempre tagliato fuori.

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Messaggio da airlander » 16/09/2011, 6:27

prima di diventare amici si è estranei, rinunciare a conoscere significa eludere la possibilità di scoprire l'esistenza di altre entità a noi affini, magari perdendo l'occasione di trovare proprio chi da sempre sognavamo di incontrare ed allora.....perchè rinuciare ad esistere? ;)
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Messaggio da aldebaran » 16/09/2011, 8:20

airlander ha scritto:prima di diventare amici si è estranei, rinunciare a conoscere significa eludere la possibilità di scoprire l'esistenza di altre entità a noi affini, magari perdendo l'occasione di trovare proprio chi da sempre sognavamo di incontrare ed allora.....perchè rinuciare ad esistere? ;)
sottoscrivo, magari questo discorso di non partecipare ad uscite se ci sono dei "nuovi" può avere senso se si ha avuto la possibilità di conoscerli una prima volta e ci si è trovati a disagio in loro compagnia, ma precludere a priori la possibilità di fare nuove conoscenze e nuove amicizie...non so, io ho pensato a questa parola: misantropia, un atteggiamento mentale che rispetto (ognuno ha il suo carattere ed è libero di fare le sue scelte!) ma che certo può avere un peso nel causare questa condizione di solitudine che affligge tanta parte del mondo che ci circonda

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da arietina76 » 16/09/2011, 8:55

tempest ha scritto:[...]


Ciao,
io assomiglio a questa tua amica :) , se ci sono persone che non conosco ( a meno che non si tratti di una sola persona tra tante ) tendo a diventare "mezza muta", non succede sempre ma succede abbastanza spesso, quindi siccome io esco con l'intento di stare bene e sentirmi a mio agio, a volte rinuncio. Anche io, se sono in confidenza, non mi faccio problemi a dire: " fate pure senza di me, io verrò un'altra volta". Mi pare corretto così: nessuno deve sentirsi obbligato a fare qualcosa che non ha voglia di fare, allo stesso tempo nessuno deve rinunciare alla compagnia di altre persone per far sentire a proprio agio un'unica persona... ci deve essere massima libertà, l'importante è che si organizzi anche qualche uscita tra amici senza estranei in modo che chi è meno espansivo non rimanga sempre tagliato fuori.
capisco cosa intendi dire, anche perchè anch'io all'inizio, con chi non conosco, non sono eccessivamente espansiva o chiaccherona: anzi, sapessi quante persone mi hanno detto che a prima vista sembro antipatica e sulle mie, e poi invece quando mi sciolgo sono davvero di compagnia! :D
però io non arrivo a rinunciare all'uscita: non lo trovo giusto nè per me, perchè come ha detto Airlander, così facendo mi lascerei condizionare dal mio carattere e rinuncerei a conoscere nuove persone, sia per gli altri, perchè - pur con la massima libertà possibile - penso che uno alla fine si sente in qualche modo condizionato.
la persona in questione, poi, si comporta così sempre, indipendentemente dalle ragioni dell'uscita insieme....
per esempio (così mi spiego meglio), al mio compleanno avevo deciso di andare a mangiare fuori con gli amici, e tra questi c'erano inevitabilmente anche un paio di persone amiche solo mie, e non del resto del gruppo.
be', sono venuti tutti comunque, tranne questa persona, che mi ha detto sinceramente (di questo devo dargliene atto) di non venire proprio perchè nella tavolata ci sarebbero state 2-3 persone che non conosceva (preciso comunque che la tavolata non era molto numerosa, quindi non si sarebbe trovata sola tra estranei all'altro capo del tavolo).
ecco, anche questo secondo me non è un comportamento giusto: un conto è un'uscita "qualunque", nel senso che non ha un significato aprticolare, un altro è festeggiare qualcuno.
ma vedo che questo metro di comportamento viene applicato sempre e comunque, senza nessuna distinzione..... :rolleyes:

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da Mister71 » 16/09/2011, 10:27

arietina76 ha scritto:[...]



...
per esempio (così mi spiego meglio), al mio compleanno avevo deciso di andare a mangiare fuori con gli amici, e tra questi c'erano inevitabilmente anche un paio di persone amiche solo mie, e non del resto del gruppo.
be', sono venuti tutti comunque, tranne questa persona, che mi ha detto sinceramente (di questo devo dargliene atto) di non venire proprio perchè nella tavolata ci sarebbero state 2-3 persone che non conosceva

Buongiorno Arietina... :)
Penso che sia semplicemente una forma di immaturità emotiva, una inconsapevolezza su una parte del proprio vissuto... La ragazza in questione dovrebbe capire - se ne ha voglia - quale sia l'origine di questo come di altri comportamenti...
Alla fine, è questo che distingue davvero due persone: non tanto il fatto di avere o meno qualche "lacuna" ma di volerla considerare come qualcosa da conoscere meglio e poi abbandonare.

Porta pazienza... Nella mente di ognuno di noi, c'è sempre un pò di polvere dovuta alla strada percorsa...

Ciao!

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da tempest » 17/09/2011, 0:26

Mister71 ha scritto:[...]




Buongiorno Arietina... :)
Penso che sia semplicemente una forma di immaturità emotiva, una inconsapevolezza su una parte del proprio vissuto... La ragazza in questione dovrebbe capire - se ne ha voglia - quale sia l'origine di questo come di altri comportamenti...
Alla fine, è questo che distingue davvero due persone: non tanto il fatto di avere o meno qualche "lacuna" ma di volerla considerare come qualcosa da conoscere meglio e poi abbandonare.

Porta pazienza... Nella mente di ognuno di noi, c'è sempre un pò di polvere dovuta alla strada percorsa...

Ciao!
Perchè ci si dovrebbe sempre psicoanalizzare? Non si può avere semplicemente un carattere diverso e non avere così tanta voglia di cambiarlo? La ragazza in questione è sincera, non impone nulla a nessuno, ha degli amici, evidentemente sta bene anche da sola ogni tanto... non è una disturbata.... Può anche vivere bene anche così! :)

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da Mister71 » 17/09/2011, 10:39

tempest ha scritto:[...]


Perchè ci si dovrebbe sempre psicoanalizzare? Non si può avere semplicemente un carattere diverso e non avere così tanta voglia di cambiarlo? La ragazza in questione è sincera, non impone nulla a nessuno, ha degli amici, evidentemente sta bene anche da sola ogni tanto... non è una disturbata.... Può anche vivere bene anche così! :)
Ciao Tempest...

Mettiamola così: ci sono due situazioni, nella prima la ragazza in questione ha un contatto umano con altri, si diverte, si rilassa e trascorre del tempo. Nell'altra tutto questo non accade perché lei decide di rimanere in disparte, vista la presenza di altre persone nel gruppo, senza che queste costituiscano un motivo reale di pericolo o di minaccia per lei. Il differenziale è costituito semplicemente da questa presenza, per il resto lei troverebbe giovamento in una uscita successiva per le stesse ragioni di una precedente. Ma non ci va.
Se la ragazza trova gratificante la prima situazione, nel momento in cui dovesse privarsene, dovrebbe chiedersi se questo accade per ragioni valide, effettive oppure no. Se invece le due situazioni sono gratificanti allo stesso modo, (ma io non credo proprio) nel senso che lo stare con persone che le piacciono equivale allo starsene a casa, allora io mi interrogherei sul reale senso di attaccamento a questi "amici"... Il punto è che quando abbiamo delle difficoltà emotive, che tu definisci "carattere" (ce le abbiamo tutti, Tempest, anche io, a scanso di equivoci) tendiamo sempre a giustificarle, a proteggerle, a non metterle mai in discussione, "normalizzandole" come un aspetto del nostro modo di essere e basta. Ma questo è un errore, e anche un modo di proteggerci dalla fatica di andare a toccare qualcosa che è meglio lasciare dov'è.
Se la ragazza gode della presenza altrui, e se ne priva, allora quel "carattere" è un ostacolo, sempre che quelle persone non siano "davvero" pericolose per lei, quindi dovrebbe guardare cosa c'è dentro per potersene liberare in modo da non privarsi di una fonte innocente e naturale di gratificazione, che è assimilabile al suo contrario, cioé starsene a casa solo nella forma che ha preso la sua giustificazione mentale. Almeno credo...

Ciao Tempest... alla prossima. :)

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da justeyes89 » 17/09/2011, 16:46

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
ciao arietina.Io purtroppo sono simile alla tua amica,ma sinceramente non credo nè di essere nel giusto e né ne vado fiera.E' uno stato di chiusura mentale molto limitante,perché non c'è niente di male a conoscere persone nuove.Purtroppo io ho difficoltà perché ho paura di dare un'impressione sbagliata o di fidarmi troppo e rimanere delusa,così risolvo il problema a monte e rinuncio ancor prima di vedere se la cosa può funzionare o no.Non voglio giustificare la tua amica,non psicanalizziamo sempre su tutto,però cerca di portare pazienza,anzi spingila ad essere più aperta.All'inizio non ne sarà felice e continuerà a fare l'indifferente,ma credimi dentro ci soffre.Piano piano,grazie ad un'amica vera e sincera come te,smusserà gli spigoli del suo carattere. ;)
Preoccupati più del carattere che della tua reputazione,perchè il carattere è ciò che sei,la reputazione ciò che gli altri pensano di te

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da tempest » 17/09/2011, 21:05

Mister71 ha scritto:[...]



Ciao Tempest...

Mettiamola così: ci sono due situazioni, nella prima la ragazza in questione ha un contatto umano con altri, si diverte, si rilassa e trascorre del tempo. Nell'altra tutto questo non accade perché lei decide di rimanere in disparte, vista la presenza di altre persone nel gruppo, senza che queste costituiscano un motivo reale di pericolo o di minaccia per lei. Il differenziale è costituito semplicemente da questa presenza, per il resto lei troverebbe giovamento in una uscita successiva per le stesse ragioni di una precedente. Ma non ci va.
Se la ragazza trova gratificante la prima situazione, nel momento in cui dovesse privarsene, dovrebbe chiedersi se questo accade per ragioni valide, effettive oppure no. Se invece le due situazioni sono gratificanti allo stesso modo, (ma io non credo proprio) nel senso che lo stare con persone che le piacciono equivale allo starsene a casa, allora io mi interrogherei sul reale senso di attaccamento a questi "amici"... Il punto è che quando abbiamo delle difficoltà emotive, che tu definisci "carattere" (ce le abbiamo tutti, Tempest, anche io, a scanso di equivoci) tendiamo sempre a giustificarle, a proteggerle, a non metterle mai in discussione, "normalizzandole" come un aspetto del nostro modo di essere e basta. Ma questo è un errore, e anche un modo di proteggerci dalla fatica di andare a toccare qualcosa che è meglio lasciare dov'è.
Se la ragazza gode della presenza altrui, e se ne priva, allora quel "carattere" è un ostacolo, sempre che quelle persone non siano "davvero" pericolose per lei, quindi dovrebbe guardare cosa c'è dentro per potersene liberare in modo da non privarsi di una fonte innocente e naturale di gratificazione, che è assimilabile al suo contrario, cioé starsene a casa solo nella forma che ha preso la sua giustificazione mentale. Almeno credo...

Ciao Tempest... alla prossima. :)
Non mi convince, se il proprio "carattere" non è causa di grave disagio sociale ed emotivo, io sono per lasciare che le cose siano fatte con spontaneità. Quando facciamo un "lavoro" su noi stessi ci imponiamo qualcosa che non ci piace, che è sforzo, che è contro le nostre inclinazioni... no...nel tempo libero credo che scegliere che cosa fare in tutta libertà e serenità sia l'atteggiamento migliore.
Ciao Mister... :)

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da bluver » 18/09/2011, 11:19

arietina76 ha scritto:[...]



capisco cosa intendi dire, anche perchè anch'io all'inizio, con chi non conosco, non sono eccessivamente espansiva o chiaccherona: anzi, sapessi quante persone mi hanno detto che a prima vista sembro antipatica e sulle mie, e poi invece quando mi sciolgo sono davvero di compagnia! :D
però io non arrivo a rinunciare all'uscita: non lo trovo giusto nè per me, perchè come ha detto Airlander, così facendo mi lascerei condizionare dal mio carattere e rinuncerei a conoscere nuove persone, sia per gli altri, perchè - pur con la massima libertà possibile - penso che uno alla fine si sente in qualche modo condizionato.
la persona in questione, poi, si comporta così sempre, indipendentemente dalle ragioni dell'uscita insieme....
per esempio (così mi spiego meglio), al mio compleanno avevo deciso di andare a mangiare fuori con gli amici, e tra questi c'erano inevitabilmente anche un paio di persone amiche solo mie, e non del resto del gruppo.
be', sono venuti tutti comunque, tranne questa persona, che mi ha detto sinceramente (di questo devo dargliene atto) di non venire proprio perchè nella tavolata ci sarebbero state 2-3 persone che non conosceva (preciso comunque che la tavolata non era molto numerosa, quindi non si sarebbe trovata sola tra estranei all'altro capo del tavolo).
ecco, anche questo secondo me non è un comportamento giusto: un conto è un'uscita "qualunque", nel senso che non ha un significato aprticolare, un altro è festeggiare qualcuno.
ma vedo che questo metro di comportamento viene applicato sempre e comunque, senza nessuna distinzione..... :rolleyes:
davanti alla situazione che hai descritto mi vengono in mente molte sfacettature e molte domande. L'amica in qustione come fa a fare nuove conoscenze? se proponi un incontro te, lei e una persona che non conosce accetta ? il rifiuto è solo in caso di "compagnia".
sai ho avuto vicino per un periodo una persona che in mezzo a gente sconosciuta provava un vero disagio e per quanto io non ritenessi che la situazine fosse normale non mi sentivo di metterla in situazioni difficili. Ogni disagio deve essere inizialmente percepito dal diretto interessato e lui deve decidere di superarlo. potrebbe anche essere il caso di una persona che adotta altri stilidi "incontro"e la capisco nel momento che con sincerità manifesta la sua preferenza a non uscire in situazioni che non sono nelle sue corde. Io stessa per quanto non abbia molti problemi a frequentare persone nuove, avendo poco tempo ibero accetto uscite solo se so di poter stare bene e non per fare favori a qualcuno. Inoltre io non posso dire di avere o aver avuto una vera e propria compagnia: ho sempre amato frequentare persone anch molto diverse fra loro che mettevo in contatto solo se c'erano dlle possibili affinità e accettazione reciproca
Io son come loro in perpetuo volo

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da justeyes89 » 18/09/2011, 11:36

bluver ha scritto:[...]



davanti alla situazione che hai descritto mi vengono in mente molte sfacettature e molte domande. L'amica in qustione come fa a fare nuove conoscenze? se proponi un incontro te, lei e una persona che non conosce accetta ? il rifiuto è solo in caso di "compagnia".
sai ho avuto vicino per un periodo una persona che in mezzo a gente sconosciuta provava un vero disagio e per quanto io non ritenessi che la situazine fosse normale non mi sentivo di metterla in situazioni difficili. Ogni disagio deve essere inizialmente percepito dal diretto interessato e lui deve decidere di superarlo. potrebbe anche essere il caso di una persona che adotta altri stilidi "incontro"e la capisco nel momento che con sincerità manifesta la sua preferenza a non uscire in situazioni che non sono nelle sue corde. Io stessa per quanto non abbia molti problemi a frequentare persone nuove, avendo poco tempo ibero accetto uscite solo se so di poter stare bene e non per fare favori a qualcuno. Inoltre io non posso dire di avere o aver avuto una vera e propria compagnia: ho sempre amato frequentare persone anch molto diverse fra loro che mettevo in contatto solo se c'erano dlle possibili affinità e accettazione reciproca
ecco io in questo caso io accetterei.Non so l'amica di arietina,ma in una stanza di quattro persone per esempio,riesco a fare amicizia con più faciltà,diverso invece se ci fossero dieci persone a me sconosciute.Sai a volte é anche la situazione.Penso sia lo stesso per questo ragazza.Se avesse conosciuto le persone singolarmente,una alla volta,non avrebbe avuto nessun disagio.C'é da dire che questo non é sempre possibile,e non tutti sono disposti a venirci incontro,così si passa per strani e asociali.Io credo sia solo una questione di carattere,non c'é niente di patologico.Hai centrato il punto comunque...
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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da L'Uomo dell'Alpe » 18/09/2011, 12:11

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
E pensare che a me accade il contrario. Quando ci sono sempre le solite facce, diserto e cambio comitiva.
Ciò che non ho mai sopportato è il rischio che la compagnia si chiuda a riccio al mondo circostante, con l'instaurarsi di amicizie appiccicose ed eccessivamente confidenziali. Eventualità, queste ultime, a me molto fastidiose, limitanti della mia libertà. Accade molto spesso, almeno per ciò che ho potuto constatare.
Non pochi hanno preso male queste mie scelte, quasi offendendosi, pensando (e male) che magari io considerassi poco interessante la loro compagnia; ecco allora che molte comitive mi chiudevano la porta, ergendo una corazza al loro piccolo e rassicurante recinto. Contenti loro...

Comunque Arietina, non si preoccupi più di tanto per la Sua amica. L'importante è dimostrarle sempre disponibilità e apertura, come in effetti Lei già ha fatto e bene. Ognuno deve essere libero, libero d'invitare o meno altre persone nelle comitive, libero di restare a casa se la presenza dell'estraneo non fa piacere. In quest'ultimo caso credo però sia necessaria sì una compagnia, ma di psicoterapeuti. Perchè non è una questione di carattere, né di espansività.

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da arietina76 » 18/09/2011, 15:25

justeyes89 ha scritto:[...]



ecco io in questo caso io accetterei.Non so l'amica di arietina,ma in una stanza di quattro persone per esempio,riesco a fare amicizia con più faciltà,diverso invece se ci fossero dieci persone a me sconosciute.Sai a volte é anche la situazione.Penso sia lo stesso per questo ragazza.Se avesse conosciuto le persone singolarmente,una alla volta,non avrebbe avuto nessun disagio.C'é da dire che questo non é sempre possibile,e non tutti sono disposti a venirci incontro,così si passa per strani e asociali.Io credo sia solo una questione di carattere,non c'é niente di patologico.Hai centrato il punto comunque...
guarda, la persona in questione non diserta le uscite (anche se borbotta parecchio) solo se c'è una sola persona che non conosce. è già capitato che si aggreghino due persone che non conosce, e in quel caso non c'è niente da fare: rifiuta categoricamente.
ed è capitata la stessa cosa quando ho festeggiato il mio compleanno: cena con gli amici, ma ha rifiutato perchè c'erano 3 persone che non conosceva. e il fatto che in quel caso si festeggiasse il mio compleanno non è servito a smuoverla.... :rolleyes:

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da justeyes89 » 18/09/2011, 16:38

arietina76 ha scritto:[...]



guarda, la persona in questione non diserta le uscite (anche se borbotta parecchio) solo se c'è una sola persona che non conosce. è già capitato che si aggreghino due persone che non conosce, e in quel caso non c'è niente da fare: rifiuta categoricamente.
ed è capitata la stessa cosa quando ho festeggiato il mio compleanno: cena con gli amici, ma ha rifiutato perchè c'erano 3 persone che non conosceva. e il fatto che in quel caso si festeggiasse il mio compleanno non è servito a smuoverla.... :rolleyes:
a me é successo proprio ieri.Volevo festeggiare anticipatamente il mio compleanno perché cade di martedi ed essendo un giorno lavorativo,volevo festeggiarlo di sabato cioé ieri.Dovevano venire un paio di persone amiche di amici e sinceramente non mi ha fatto piacere,ma non ho fatto storie più di tanto perché non volevo rovinare l'armonia ma non ti nego che mi faceva sentire a disagio la cosa.Alla fine non sono venute ma non per mio volere,per altri motivi.Devi insistere e non arrenderti al primo no.Ci vuole pazienza,poi dipende quanto ci tieni e che grado di sopportazione hai.Può essere anche che tu non abbia voglia di starle dietro e di incentivarla,per carità.Non possiamo sempre fare da balia agli altri.Gli psicoterapeuti comunque non servono in questo caso.Ognuno ha il proprio carattere.Se dovessimo consigliare di andare da uno specialista ogni volta che qualcuno ha qualche problema,non avremmo più un euro,con quello che costano! ;)
Preoccupati più del carattere che della tua reputazione,perchè il carattere è ciò che sei,la reputazione ciò che gli altri pensano di te

simonsaid

Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da simonsaid » 18/09/2011, 16:46

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
E' solo una questione caratteriale...niente da psicanalizzare...Ognuno è fatto a modo suo....Risevatezza, timidezza...lati umani interessanti e genuini.....Uscire con le stesse persone la rassicurano.....

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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da tempest » 19/09/2011, 1:40

bluver ha scritto:[...]
se proponi un incontro te, lei e una persona che non conosce accetta ?
In questo caso anche io, ad esempio, accetto. Già con 2 persone sconosciute sono più in difficoltà.

Ariete1968

Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da Ariete1968 » 29/10/2011, 19:33

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
Buonasera Arietina
Per esperienza personale, sono stato spesso messo da parte da quelli che consideravo amici, posso dirti che non è piacevole, ma se veramente siete amiche come dite, sai anche i gusti di lei e lei sa i motivi per cui non la inviteresti, quindi non dovrebbero esserci problemi se quando inviti persone nuove non la coinvolgi e invece la coinvolgi sempre quando uscite con persone che conoscete, essere amici vuol dire anche conoscere i gusti dell'altro, almeno io la penso così, spero di esserti stato utile, Massimo

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fabius.ol
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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da fabius.ol » 04/03/2012, 10:44

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
E' proprio una questione di carattere, anch'io sono così tendo a chiudermi e per non fare come dici tu il musone preferisco spesso rinunciare. Il mio pensiero è che preferisco stare da solo piuttosto che annoiare gli altri della compagnia ed evitare di essere additato come guastafeste, daltronde se siete molto amiche ne potreste parlare tranquillamente, e farti dire direttamente da lei le motivazioni di questo comportamento. Comunque ora sto provando a vincere queste situazioni nei limiti del possibile, non è che la mattina ti alzi ed hai la parlantina pronta, sono piccoli passi, cercando di non rinunciare all'uscita, cercando di partecipare alle discussioni, ed un pò la mia presenza nel forum è un allenamento a far ciò.
Spero di esserti stato d'aiuto nel capire la tua amica, ciao.
Quando la solitudine ti spezza il cuore Non star lì a contare gli errori Non aspettare che l'amore torni Non sprecare il tuo tempo

raffaella83
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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da raffaella83 » 28/08/2012, 20:19

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
io penso che non bisogna precludersi la possibilità di fare nuove amicizie ...certo rimanere solo ed esclusivamente nel proprio ambiente è ,come dire... una condizione di agio e di sicurezza..conoscere nuova gente invece ci porta automaticamente a metterci in gioco ,nel senso che è come se ci esponessimo a nuovi giudizi... io penso che la tua amica abbia paura del confronto ,una paura data d un suo disagio interiore che invece in te trova accettazione.... forse più che assecondarla dovresti spronarla e parlare apertamente chiedendole in cosa lei si sente accettata da te tanto da concepirti come sua unica esclusiva...così ne capirai il disagio e potrai aiutarla a superalo e a conforntarsi..questo ,ovviamente se tieni alla sua persona..se è un'amicizia profonda..in caso contrario,ti direi :continua a invitarla per evitare che si isoli ma sentiti libera e lascia stare l'imbarazzo..se hai voglia di uscire con altra gente ,fallo!!
raffaella

gabdab
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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da gabdab » 28/08/2012, 21:36

Penso che possiate trovare un compromesso uscendo + spesso .
Cioè la sera degli esterni e la sera degli orsetti :)
Tanto in casa fa caldo ..
Poi se uno passa una serata in casa non è la fine del mondo , bisogna coltivare altri interessi .
Aggiungo anche , meglio soli che male accompagnati , putacaso la compagnia sia troppo propensa a consumare alcolici o che ..
arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)

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ISOLOTTA
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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da ISOLOTTA » 29/08/2012, 15:06

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
Raccontato così il comportamento della tua amica pare effettivamente infantile, ma mi riconosco in parte e posso provare a spiegare cosa portava me a rinunciare all'uscita. Ci sono dei periodi in cui ho bisogno di essere chiusa nel mio guscio, sono in assetto pigiamoso. L'unica cosa che mi convince ad uscire è il senso di casa che mi danno le uscite con gli amici di sempre, che sanno come sono, per cui non devo mettere neanche una minimaschera mondana. Se sono in tale assetto orsettesco e vengo a sapere che uscire comporterà l'essere "visibile" ad un estraneo/a nulla mi convincerà a non stare a casetta. Non è ripicca, è unicamente voglia di cuccia.
Non so se è così anche per la tua amica. Per me era una reazione inconscia, dicevo non mi và e finiva lì. Se avessi saputo che gli altri avrebbero limitato la loro libertà per far uscire di casa me...al mini malessere da orsaggine momentanea si sarebbe aggiunto il senso di colpa. Per cui suggerisco di prendere le uscite come vengono. Se ci sono "ospiti" amen, la tua amica resterà a casa. Lo trovo giusto.
Lotti

pegaso74

Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da pegaso74 » 07/09/2012, 23:47

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
E' una cosa che un po' capita anche a me... se in un gruppo di amici che conosco, si inserisce qualche nuova persona divento più taciturno e mi sento un po' a disagio, però io l'ho abbastanza superata, anche perchè poi spesso si ha modo di conoscere delle ottime persone, magari questa ragazza si deve solo abituare...
Ma non ho ben capito, prima eravate un gruppo fisso e poi avete iniziato a invitare altre persone? O il gruppo è stato sempre aperto?

george clooney
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Messaggio da george clooney » 13/09/2012, 18:14

aldebaran ha scritto:[...]



sottoscrivo, magari questo discorso di non partecipare ad uscite se ci sono dei "nuovi" può avere senso se si ha avuto la possibilità di conoscerli una prima volta e ci si è trovati a disagio in loro compagnia, ma precludere a priori la possibilità di fare nuove conoscenze e nuove amicizie..
Sono d'accordo con te a con Airlander.Credo che la ragazza in questione sia fondamentalmente insicura di sè stessa; per questo motivo al solo pensiero di trovarsi in mezzo a gente che non conosce, preferisce declinare l'invito..
Facendo così però non solo si preclude la possibilità di conoscere gente nuova (cosa che magari a lei non interessa), ma soprattutto mette a disagio o peggio ancora fa dispiacere chi l'ha invitata, ossia un amico /a...

Silvi68
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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da Silvi68 » 14/09/2012, 22:48

fabius.ol ha scritto:[...]



E' proprio una questione di carattere, anch'io sono così tendo a chiudermi e per non fare come dici tu il musone preferisco spesso rinunciare. Il mio pensiero è che preferisco stare da solo piuttosto che annoiare gli altri della compagnia ed evitare di essere additato come guastafeste, daltronde se siete molto amiche ne potreste parlare tranquillamente, e farti dire direttamente da lei le motivazioni di questo comportamento. Comunque ora sto provando a vincere queste situazioni nei limiti del possibile, non è che la mattina ti alzi ed hai la parlantina pronta, sono piccoli passi, cercando di non rinunciare all'uscita, cercando di partecipare alle discussioni, ed un pò la mia presenza nel forum è un allenamento a far ciò.
Spero di esserti stato d'aiuto nel capire la tua amica, ciao.

Anch'io non mi sento a mio agio con persone nuove. Sarà l'insicurezza, sarà che ho avuto molte delusioni nelle amicizie, che ho perso un po' di fiducia. In effetti tra una cosa e l'altra è un bel periodo che frequento pochissime persone e tendo a stare nel mio guscio. Ho la sensazione però che questo periodo stia per terminare, lasciando il posto ad una maggior apertura. Vedremo.

belele77
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Re: allargare la compagnia o no?

Messaggio da belele77 » 14/09/2012, 22:58

arietina76 ha scritto:ho un quesito da proporre.
nella mia compagnia c'è una persona che si sente a disagio quando, magari nell'andare a vedere un film o semplicemente a cena, si uniscono persone "esterne", a loro volta amici o conoscenti di qualcuno di noi. dice che non dipende dalle persone in questione, ma dal suo carattere: si sente a disagio, rimane in silenzio - quasi musona - tutta la sera e alla fine non si diverte.
capita così sempre più spesso che si proponga di fare qualcosa, a cui di volta in volta si uniscono amici dell'uno o dell'altro, ed è proprio questo il problema: se qualcuno propone di unirsi a noi, lei immancabilmente non viene, non partecipa alle uscite.
io per questo mi trovo a volte quasi in imbarazzo: da un lato so che certe iniziative potrebbero interessare altre persone, ma sono quasi in imbarazzo a parlarne, perchè so che se dovessero unirsi a noi, la persona in questione diserterebbe, e questo comunque mi dispiace.
ho fatto presente questo alla diretta interessata (è una fanciulla), che mi ha risposto serafica che per lei non è un problema rinunciare alla serata, e di non farmi problemi a coinvolgere altre persone.
in realtà, parlando con un'altra persona della compagnia ho detto che questo mi sembra un atteggiamento quasi infantile e un pò egoistico: neanch'io sono troppo espansiva con chi non conosco, ma non per questo rinuncio all'uscita o metto gli altri di fronte ad un: "visto che viene lui/lei e non lo/la conosco, io non vengo". insomma, a me sembrerebbe di mettere in difficoltà o in imbarazzo gli altri.......
c'è chi mi ha però risposto di non vederla in questi termini, perchè soltanto una questione di carattere, di espansività.
voi che ne dite?
grazie anticipatamente! :D

p.s. spero di non aver fatto troppi errori di battitura, perchè sto andando di fretta! ;)
penso sia più che altro una questione di insicurezza, e di un pizzico di timidezza, senza fatti da dover analizzare o particolari esperienze che possano lasciare un segno negativo. Ci sono persone che si trovano bene quando sanno di avere le proprie persone fidate e basta, è come una sorta di nido dove potersi rilassare al meglio; un nuovo ingresso all'inizio può produrre disagio o appunto insicurezza che non permettono di godersi alla fine la serata come bisognerebbe (sono infatti d'accordo che il precludersi la possibilità di nuove conoscenze può essere una gran fregatura; c'è sempre da imparare nel bene o nel male). Mi fa pensare il fatto che sia una fanciulla perché quando ero più giovane, adolescente, anch'io ero così, a volte anche esageratamente. Poi però le cose sono un po' cambiate o meglio le ho viste in modo diverso, appunto come ho appena detto. Nel mio caso è stata solo questione di tempo.