Il tema solitudine ricorre spesso nelle nostre conversazioni,penso che infondo ognuno la sperimenta. Vorrei condividere con voi alcuni pensieri al riguardo che ho letto in un libro molto interessante che affronta appunto questo argomento. Citando Quinodoz l'autore dice:"la solitudine ha due facce:può eseere una consigliera mortale,ma,quando la si addomestica può diventare un'amica infinitamente preziosa".
I momenti di solitudine non arrivano per caso,significa che abbiamo bisogno di una pausa per stare un po' con noi stessi,per ascoltarci,capire di cosa abbiamo veramente bisogno e chiederci:chi sono io senza gli "altri"?
"C'è quindi una solitudine sana,gratificante,feconda,quella per cui ci si pone senza turbamento di fronte a se stessi e che apre alla vita.(...)C'è una solitudine illuminante,come momento necessario per la presa di coscienza di sè e dell'altro in piena distinzione e autonomia,e una solitudine carica di ombre,dove non c'è spazio per l'incontro,ma ci si sente esclusi e si esclude,si è lontani e si allontana(...) C'è una solitudine che va cercata e c'è una solitudine che va evitata.
("Dentro la solitudine" di Vittorio Luigi Castellazzi)
