fino a che punto vale un'amicizia?

L'amicizia, gli amici, gruppi di amici: idee, esperienze, consigli, riflessioni

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Merlino
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Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da Merlino » 10/02/2010, 13:41

giuseppe62 ha scritto:[...]

E se non dovesse trovarla questa forza di cui quasi tutti parlate?
e rendendosi conto di essere rimasta completamente sola potrebbe commettere qualche sciocchezza?
[...]
quattro anni e grazie ad un amico, che ha avuto una pazienza, un affetto nei miei confronti senza pari, ne sono uscito fuori, ma solo grazie ad un amico e sono stati quattro anni di pianti, disperazione ecc.
[...]
La forza può trovarla SOLO dentro lei stessa ed in nessun altro.
E la nostra amica ha fatto, secondo me, anche troppo!
Rischia di rovinare sè stessa senza risolvere nulla!

Quindi, come già detto, il mio consiglio è di allontanarsi, almeno per un po' di tempo!

Saluti.

Ares87
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Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da Ares87 » 10/02/2010, 13:49

arietina76 ha scritto:[...]



consentimi una cosa, Ares.
secondo me c'è una sostanziale differenza tra abbandono e comprensione dei propri limiti.
in questo caso non si tratta di abbandonare un'amica: per me abbandonare vuol dire lavarsene le mani, dire "arragianti, non sono problemi miei".
qui si tratta invece di dire: "io ho fatto tutto quello che potevo, e anche di più. adesso sta a te....."
sono due approcci completamente diversi.
in linea di principio, Ares, è giustissimo tutto quello che dici, ma in pratica può succedere di doversi scontrare con problemi che noi non siamo in grado di risolvere. e non perchè perchè abbandoniamo l'amico in difficoltà, ma solo perchè siamo essere umani, e non possiamo davvero (perchè non è fisiologicamente possibile) risolvere problemi tanto importanti, se dietro non c'è anche la volontà del diretto interessato.
dici di capire cosa prova sbarbie.... io non so quali esperienze tu abbia alle spalle, magari sei passato in una situazione analoga....
comunque mi permetto di dirti questo: in questi casi il senso di impotenza, di smarrimento, e anche di dolore perchè non riconosci più l'amico/a che avevi, sono tanti pesanti da schiacciarti. e quando vedi la profonda indifferenza con cui vieni trattato (perchè, come dici tu, l'interessato vede solo i suoi problemi), ti manca quasi il fiato dallo stupore (in senso negativo, ovviamente), perchè ti domandi se quella è davvero la persona, l'amico che conoscevi.
ti crollano le mille certezze che avevi, e le parti finiscono per invertirsi: sei partito per aiutare qualcuno, e finisci tu stesso per aver bisogno di aiuto, perchè hai dato così tanto, senza ricevere nulla in cambio, da rimanerne prosciugato.
ed è prima di arrivare a questo che bisogna sedersi in un angolo, e attendere che dall'altra parte ci sia un segnale.
non credere, poi, che la scelta di "sedersi" sia facile: credimi, specialmente all'inizio costa tanta fatica e tanto dolore quanto aiutare e stare accanto, anzi, forse persino di più. perchè l'affetto che provi per quella persona ti farebbe correre da lei al volo, e tu invece devi importi, quasi con violenza, di non farlo....
ma questo non è egoismo, ma solo presa di coscienza dei propri limiti e spirito di conservazione.
io ci ho messo un bell'annetto abboandante per decidermi a sedermi in quell'angolo (ammazzate però, se le arietine hanno la testa dura! :DD ): spero sinceramente che sbarbie ci metta meno di me......
Se si decide di farsi da parte perchè si pensa che questo possa essere d'aiuto più della nostra presenza (che è un pò quello che dite tu, affabile e altri se non ho capito male) è un discorso che capisco anche se non lo condivido per niente. Se invece lo si fa perchè uno non ne può più ed è stufo di essere trattato male, per me non è un comportamento da amico...

Io ho un amico da più o meno vent'anni perchè ci siamo conosciuti all'asilo. Nei miei momenti difficili per me è stato fondamentale, come io lo sono stato per lui nei suoi. Sicuramente (per fortuna) non abbiamo mai conosciuto la vera depressione e quindi posso solo immaginare questa situazione, ma il concetto rimane lo stesso per me. Anche prendendo coscienza dei propri limiti, anche sapendo che non possiamo essere noi a risolvere il problema non è vero che non si può fare niente. Perchè per chi soffre, il fatto di sapere di avere una spalla su cui piangere (anche se magari poi non lo fa) è un qualcosa che serve.
parola ha scritto:[...] ares tu sei un ottimo rgazzo.... se avessi la tua età ti chiederei la mano ... /(devo avertelo già detto )
hai pero' una visione idealista dell'amicizia, come è giusto alla tua età.
hahahahahah... grazie grazie, mi fa piacere... 8) comunque è vero, può darsi sia un pò idealista, questo non lo nego..
Mister71 ha scritto:[...] E i fatti concreti dipendono da condizioni, che cambiano con il tempo. L'amicizia è disponibilità reciproca, dialogo bilaterale, conoscenza del mondo dell'altra persona, e - ripeto - abbondanti quanto massicce dosi di reciprocità... che non è il risultato di un calcolo da ragioniere, del tipo "io ti do questo tu mi dai quello" ma un modo articolato e anche sottile di venirsi incontro. C'è molta concretezza, e poco moralismo, non è un mondo fatto di giudizi di valore, ma di alleanza reciproca che si nutre di fatti...
Quando certe condizioni cambiano, l'amicizia ne risente, e tutti i migliori propositi sono aria fritta, perché contano solo i fatti, nelle loro mille varianti...

Non c'è "una amicizia vera che vale fino alla fine" perché anche le migliori amicizie possono risentire - concretamente - di certi cambiamenti, di situazioni nuove, di qualcosa di diverso che causa fratture, incomprensioni, e anche riavvicinamenti...
Il punto è se uno ci crede o no. Per me l'amicizia che dura fino alla fine esiste ed è quella che rimane qualunque cosa accada. Io parlo in base alla mia esperienza personale, riguardo quell'amico di cui dicevo sopra. Ci sono state incomprensioni, litigi (anche seri), io poi ho vissuto a lungo in diverse città ed eravamo lontani... eppure la nostra amicizia ha resistito a tutto questo e ancora oggi per me è come se avessi un fratello. E non riesco a immaginare niente che possa cambiare le cose.

La penso esattamente come Giuseppe.. Partendo dal presupposto che una persona depressa non credo sia contenta di esserlo, nè che non voglia cambiare, quanto magari non sappia come fare, non vedo come da sola possa trovare la forza di rialzarsi...

Ospite

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da Ospite » 10/02/2010, 13:58

giuseppe62 ha scritto:E se non dovesse trovarla questa forza di cui quasi tutti parlate? e rendendosi conto di essere rimasta completamente sola potrebbe commettere qualche sciocchezza?
No, io non la lascerei a costo di ammalarmi ma non la lascerei.
Lo so che potrebbe essere uno stimolo come non lo ptrebbe essere.
Capisco che le tue forze stanno cedendo perchè vedi un'amica che si sta lasciando andare, ma anche da lontano stalle vicino.
Hai detto che ha consultato un dottore, sappi che ci sono anche medicine per riequilibrare lo stato d'animo senza creare alcuna dipendenza.
Questo consulto medico comunque io lo vedo positivo, evidentemente la ragazza nel suo io, vuole essere aiutata, è disposta a farsi aiutare.
Ricordo che quando mi sono lasciato con la mia ex compagna (mancavano pochi giorni al matrimonio) sono stato malissimo per circa quattro anni e grazie ad un amico, che ha avuto una pazienza, un affetto nei miei confronti senza pari, ne sono uscito fuori, ma solo grazie ad un amico e sono stati quattro anni di pianti, disperazione ecc.
Da quanto ho potuto capire leggendo, il problema non e' solo ed esclusivamente la depressione, ma anche il fatto che questa ragazza abusi di alcohol. La cosa piu' grave e controproducente che una persona possa fare per se stessa e' proprio questa...prendere medicinali/farmaci e poi di consumare bevande alcoliche.

Sono a mio avviso situazioni molto delicate che poi dovrebbero pure "allarmare" la famiglia di lei, ma a quanto pare la famiglia di questa ragazza ne nega e/o rifiuta di vedere l'esistenza di un problema. Tutto cio' e' davvero molto triste perche' dovrebbero loro essere i primi a volerla aiutare...o perlomeno a "unirsi" e/o a tendere una mano di supporto ai diversi tentativi di sbarbie...

Ritengo poi che il proverbio "l'unione fa la forza!" sia molto vero...

dope_addiction

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da dope_addiction » 10/02/2010, 16:14

sbarbie ha scritto:Mi stavo chiedendo fino a che punto si può continuare ad essere amici.
Il mio caso forse è un po' anomalo, ma forse qualcun altro vive la mia stessa situazione.

Una tra le mie amiche più care sta vivendo un momento veramente difficile da + di un anno. Le sono sempre rimasta accanto in tutti questi mesi, cercando di aiutarla in tutto, ma ora mi chiedo se ne è valsa veramente la pena.
Ho cercato di capirla, assecondarla e spronarla a superare la sua depressione, ma niente.
Negli ultimi mesi l'ho sempre cercata io, le telefonavo sempre io perchè lei "sta troppo male" per fare tutto. Negli ultimi 2 mesi poi la situazione è peggiorata dopo che il suo ragazzo l'ha lasciata (dopo appena 3 settimane) .... lei si è chiusa in casa, non risponde al telefono, la devi chiamare per 4-5 giorni e forse ti risponde. La chiami per una pizza, un caffè, un pranzo, un cinema o una semplice passeggiata e lei si tira indietro all'ultimo minuto quando ormai ti sei già preparata.
Siamo andate qualche giorno via per allontanarla da tutto, ma niente, mi ha rovinato i miei giorni di vacanza con le sue ansie, le crisi di pianto e di panico.
Non so come comportarmi con lei .... adesso provo rabbia nei suoi confronti perchè sta buttando via la sua vita, mentre tutti gli amici intorno a lei cercano in tutti i modi di aiutarla.
Non riesco + a capirla, o forse non ce la faccio + a sopportare tutto questo e i suoi continui rifiuti per qualsiasi uscita. Non viene neanche a casa mia per una pizza!!!! :(

Forse siamo troppo diverse, ma la mia comprensione e pazienza si è esaurita. Ci sto male nel perdere così le persone, ma altrimenti continuo a farmi del male da sola nel tentativo di aiutare una persona che non vuole essere aiutata e pensa soltanto a se stessa.
Io penso che nelle tue possibilità stai facendo il possibile, ma non trovo di certo "utile" scuoterla lasciandola nella solitudine. Ogni storia è personale è vero, ma a volte quando si è depressi, anche se non si vuole vedere e sentire nessuno, sapere che qualcuno c'è ti dà un minimo di forza almeno per tirare avanti. Se poi non sei in grado o non te la senti di continuare, puoi avere comunque la coscienza pulita per averci provato..Dal canto mio una situazione simile la stò vivendo con la mia attuale compagna, ma "fortunatamente" la capisco, essendo stato nella sua stessa situazione (e con molti altri problemi) ed essendo fresco fresco da circa 15 mesi di cure in un centro terapeutico. Capisco quando ci si sente impotenti, ma per un amico o una compagna io personalmente tornerei tranquillamente in depressione, sono malato io nei rapporti, ma l'abbandono o il tradimento non lo concepisco, per me è sinonimo di poco rispetto, ed è l'unico valore che ho radicato nelle vene.

Ospite

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da Ospite » 10/02/2010, 16:19

Ares87 ha scritto:[...]



Se si decide di farsi da parte perchè si pensa che questo possa essere d'aiuto più della nostra presenza (che è un pò quello che dite tu, affabile e altri se non ho capito male) è un discorso che capisco anche se non lo condivido per niente. Se invece lo si fa perchè uno non ne può più ed è stufo di essere trattato male, per me non è un comportamento da amico...

. Anche prendendo coscienza dei propri limiti, anche sapendo che non possiamo essere noi a risolvere il problema non è vero che non si può fare niente. Perchè per chi soffre, il fatto di sapere di avere una spalla su cui piangere (anche se magari poi non lo fa) è un qualcosa che serve.

La penso esattamente come Giuseppe.. Partendo dal presupposto che una persona depressa non credo sia contenta di esserlo, nè che non voglia cambiare, quanto magari non sappia come fare, non vedo come da sola possa trovare la forza di rialzarsi...
non ne saprai molto, ma sei davvero in gamba !
è esattamente cosi'(credimi) come dice sia giuseppe che affabile.
il fatto è che bisogna essere forti e preparati e maturi : per esempio non ci si puo' arrabbiare perchè qualcuno"sta a letto" invece di venire all'aperitivo...
per me non c'è mai troppo nel dare, a meno che ci si ammali!per questo non concordo con merlino.

Runner

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da Runner » 10/02/2010, 16:56

parola ha scritto:[...]


già ci va dalla psichiatra. bsogna vedere se si trova bene.
a mio parere non c'è una durata media del percorso: di solito dura 2 anni, ma puo' essere anche meno o di piu. dipende anche da condizioni esterne!
A mio modesto giudizio deve essere supportata da una psicologa (non psichiatra), che la aiuti a scavare dentro se stessa per tirare fuori ciò che le causa dolore (e c'è sempre tanto dentro di noi da scoprire). Eventualmente la psicologa le consiglierà un'aiuto farmacologico prescitto da uno psichiatra.
Il solo farmaco non la può aiutare serve una psicoterapia.

Ciao........ a presto

dope_addiction

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da dope_addiction » 10/02/2010, 16:58

Runner ha scritto:[...]



A mio modesto giudizio deve essere supportata da una psicologa (non psichiatra), che la aiuti a scavare dentro se stessa per tirare fuori ciò che le causa dolore (e c'è sempre tanto dentro di noi da scoprire). Eventualmente la psicologa le consiglierà un'aiuto farmacologico prescitto da uno psichiatra.
Il solo farmaco non la può aiutare serve una psicoterapia.

Ciao........ a presto
santissime parole :!:

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arietina76
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Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da arietina76 » 10/02/2010, 17:37

dope_addiction ha scritto:[...]



Io penso che nelle tue possibilità stai facendo il possibile, ma non trovo di certo "utile" scuoterla lasciandola nella solitudine. Ogni storia è personale è vero, ma a volte quando si è depressi, anche se non si vuole vedere e sentire nessuno, sapere che qualcuno c'è ti dà un minimo di forza almeno per tirare avanti. Se poi non sei in grado o non te la senti di continuare, puoi avere comunque la coscienza pulita per averci provato..Dal canto mio una situazione simile la stò vivendo con la mia attuale compagna, ma "fortunatamente" la capisco, essendo stato nella sua stessa situazione (e con molti altri problemi) ed essendo fresco fresco da circa 15 mesi di cure in un centro terapeutico. Capisco quando ci si sente impotenti, ma per un amico o una compagna io personalmente tornerei tranquillamente in depressione, sono malato io nei rapporti, ma l'abbandono o il tradimento non lo concepisco, per me è sinonimo di poco rispetto, ed è l'unico valore che ho radicato nelle vene.
io sono d'accordo con te e con gli altri, quando dite che, per un amico o una compagna, si tenta di fare tutto il possibile. la penso anch'io nello stesso modo e, quando è toccato a me (e mi tocca, ancora), l'ho fatto e lo rifarei.
può arrivare però il momento in cui una persona si accorge di non poetr far più niente, a parte mettersi da parte e attendere qualche segnale.
in questi casi farsi da parte non è sinonimo di abbandonare, e non è neppure una scelta, perchè si può parlare di scelta solo quando davanti a sè si hanno diverse opzioni. in questi casi, invece, mettersi in un angolo è l'unica cosa che rimane da fare, ed è una costrizione, perchè tu vorresti fare tutt'altro, saresti pronto a disfare il mondo per aiutare questo amico o questo compagno. e invece ti trovi di fronte ad un muro di cemento, che non puoi abbattere. non perchè non vorresti farlo, ma semplicemente perchè lui è di cemento, e tu sei di creta. è una lotta impari, che prescinde completamente dall'idea che noi abbiamo dell'amicizia.
credo che tutti, di fronte ad un amico in difficoltà, siamo pronti a dire che va aiutato, perchè è davvero così.
ma se questa persona per prima non vuole o non riesce ad aiutare se stessa, e con te smette di fare l'amico, allora ogni tuo sforzo è vanificato, perchè il suo comportamento, il suo vedere solo i propri problemi, non gli consente neppure di cogliere e comprendere appieno l'aiuto che tu stai offrendo.
so benissimo quanto si soffre e si vuole aiutare un amico in difficoltà: io, ancora oggi, mi staccherei un braccio, se questo servisse ad aiutare il mio amico. ma purtroppo, come nel caso di sbarbie, non tutto dipende da me. io, come sbarbie, ho fatto di tutto per aiutare un amico, senza risultato, oerchè - come ho già scritto - il suo dolore e il suo concentrarsi su se stesso gli hanno impedito di vedere davvero me e quello che stavo dando (in termini di aiuto e supporto, intendo). sono stata spesso fraintesa o non capita, ferita a morte con parole che non meritavo, senza mai vedere una via di uscita alla situazione.
per questo dico che ci sono imprese che vanno al di là delle nostre forze, e a volte non resta altro da fare che prenderne atto, sperando solo che la situazione possa cambiare....

scusate la lunghezza, ma purtroppo è un argomento per me molto sentito e, purtroppo, ancora fresco.....

dope_addiction

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da dope_addiction » 10/02/2010, 18:37

arietina76 ha scritto:[...]



io sono d'accordo con te e con gli altri, quando dite che, per un amico o una compagna, si tenta di fare tutto il possibile. la penso anch'io nello stesso modo e, quando è toccato a me (e mi tocca, ancora), l'ho fatto e lo rifarei.
può arrivare però il momento in cui una persona si accorge di non poetr far più niente, a parte mettersi da parte e attendere qualche segnale.
in questi casi farsi da parte non è sinonimo di abbandonare, e non è neppure una scelta, perchè si può parlare di scelta solo quando davanti a sè si hanno diverse opzioni. in questi casi, invece, mettersi in un angolo è l'unica cosa che rimane da fare, ed è una costrizione, perchè tu vorresti fare tutt'altro, saresti pronto a disfare il mondo per aiutare questo amico o questo compagno. e invece ti trovi di fronte ad un muro di cemento, che non puoi abbattere. non perchè non vorresti farlo, ma semplicemente perchè lui è di cemento, e tu sei di creta. è una lotta impari, che prescinde completamente dall'idea che noi abbiamo dell'amicizia.
credo che tutti, di fronte ad un amico in difficoltà, siamo pronti a dire che va aiutato, perchè è davvero così.
ma se questa persona per prima non vuole o non riesce ad aiutare se stessa, e con te smette di fare l'amico, allora ogni tuo sforzo è vanificato, perchè il suo comportamento, il suo vedere solo i propri problemi, non gli consente neppure di cogliere e comprendere appieno l'aiuto che tu stai offrendo.
so benissimo quanto si soffre e si vuole aiutare un amico in difficoltà: io, ancora oggi, mi staccherei un braccio, se questo servisse ad aiutare il mio amico. ma purtroppo, come nel caso di sbarbie, non tutto dipende da me. io, come sbarbie, ho fatto di tutto per aiutare un amico, senza risultato, oerchè - come ho già scritto - il suo dolore e il suo concentrarsi su se stesso gli hanno impedito di vedere davvero me e quello che stavo dando (in termini di aiuto e supporto, intendo). sono stata spesso fraintesa o non capita, ferita a morte con parole che non meritavo, senza mai vedere una via di uscita alla situazione.
per questo dico che ci sono imprese che vanno al di là delle nostre forze, e a volte non resta altro da fare che prenderne atto, sperando solo che la situazione possa cambiare....

scusate la lunghezza, ma purtroppo è un argomento per me molto sentito e, purtroppo, ancora fresco.....
Quello che dici è vero, ma io parto da un presupposto diverso, aiuto la persona ma cerco comunque di tenere presente che non posso pretendere che l'altra persona migliori perchè io la stò aiutando, è già tanto se riesco a vivere in maniera equilibrata io :DD
Sembrerà magari poco possibile, ma è a mio avviso l'unico modo per stare vicini ad una persona senza star male eccessivamente e lo sanno bene i miei amici che tutt'ora mi stanno appresso e si preoccupano spesso per le mie fasi "zen"

mamma Luli
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Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da mamma Luli » 10/02/2010, 19:23

affabile ha scritto:[...]



Da quanto ho potuto capire leggendo, il problema non e' solo ed esclusivamente la depressione, ma anche il fatto che questa ragazza abusi di alcohol. La cosa piu' grave e controproducente che una persona possa fare per se stessa e' proprio questa...prendere medicinali/farmaci e poi di consumare bevande alcoliche.

Sono a mio avviso situazioni molto delicate che poi dovrebbero pure "allarmare" la famiglia di lei, ma a quanto pare la famiglia di questa ragazza ne nega e/o rifiuta di vedere l'esistenza di un problema. Tutto cio' e' davvero molto triste perche' dovrebbero loro essere i primi a volerla aiutare...o perlomeno a "unirsi" e/o a tendere una mano di supporto ai diversi tentativi di sbarbie...

Ritengo poi che il proverbio "l'unione fa la forza!" sia molto vero...
Anche per me l'amicizia è una valore importante, nelle situazioni difficili che tutti noi comuni mortali, anche se in forme diverse, siamo costretti a vivere può essere anche un aiuto fondamentale. Quindi Sbarbie ti capisco se tu senti in dovere di continuarla ad aiutare.
Però, vorrei porti una domanda: sei davvero sicura di essere in grado di farlo? Ti giuro, non conoscendoti e non conoscendo lei, non lo dico in modo polemico, ma è solo un tentativo di cercare di esaminare il problema insieme a te.
Anch'io ho avuto un familiare in depressione e logicamente non l'ho lasciato solo ma l'ho seguito in tutto il suo percorso fino alla guarigione. Però ti assicuro che spesso mi sono posta la stessa domanda che sto facendo a te e molto spesso non sapevo proprio se stavo o no agendo nel modo giusto. Questo perché il nostro limite è alto sia perché non siamo specialisti della materia, sia perché è difficile ragionare lucidamente quando siamo coinvolti nei nostri affetti.
Arietina ti ha detto una cosa bellissima, cioè quella di farle sapere che ci sei, che può contare su di te, che basterà un suo cenno e tu ti farai avanti ma che ora deve aver fiducia nel suo medico e seguire quanto lui le dirà.
Ha ragione anche affabile quando dice che depressione, alcol e farmaci sono una miscela esplosiva, non basta l'amicizia per aiutarla.
La sua famiglia dici che non capisce la gravità del suo malassere ma, ti chiedo, hai provato te a parlare con loro? perché molto spesso i genitori, magari sbagliando, ma sono gli ultimi ad accorgersi del malessere dei loro figli. Io un tentativo con loro lo farei, poi potrei dire, in coscienza di aver fatto tutto il possibile!

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arietina76
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Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da arietina76 » 10/02/2010, 19:34

dope_addiction ha scritto:[...]



Quello che dici è vero, ma io parto da un presupposto diverso, aiuto la persona ma cerco comunque di tenere presente che non posso pretendere che l'altra persona migliori perchè io la stò aiutando, è già tanto se riesco a vivere in maniera equilibrata io :DD
Sembrerà magari poco possibile, ma è a mio avviso l'unico modo per stare vicini ad una persona senza star male eccessivamente e lo sanno bene i miei amici che tutt'ora mi stanno appresso e si preoccupano spesso per le mie fasi "zen"
è proprio questo il punto, dope: di fronte all'enormità di certe problematiche, può finire che sia proprio tu a non vivere più in maniera equilibrata.
rischi cioè che la persona che aiuti, invece di aggrapparsi a te per salire, nuotando come può, finisca col mettere la tua testa sott'acqua, per farvi affogare assieme. e allora sei tu che finisci col vivere male, e passi, come ho già detto, da "colui che aiuta" a "colui che ha bisogno di essere aiutato".
non è sempre così, ci macherebbe, ma di fronte a problemi tanto gravi, come una depressione, può succedere anche questo: che tu parti con le migliori intenzioni e che alla fine, invece, finisci distrutto e accantonato, come un cumulo di macerie....

dope_addiction

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da dope_addiction » 10/02/2010, 20:40

arietina76 ha scritto:[...]



è proprio questo il punto, dope: di fronte all'enormità di certe problematiche, può finire che sia proprio tu a non vivere più in maniera equilibrata.
rischi cioè che la persona che aiuti, invece di aggrapparsi a te per salire, nuotando come può, finisca col mettere la tua testa sott'acqua, per farvi affogare assieme. e allora sei tu che finisci col vivere male, e passi, come ho già detto, da "colui che aiuta" a "colui che ha bisogno di essere aiutato".
non è sempre così, ci macherebbe, ma di fronte a problemi tanto gravi, come una depressione, può succedere anche questo: che tu parti con le migliori intenzioni e che alla fine, invece, finisci distrutto e accantonato, come un cumulo di macerie....
Il rischio c'è, è vero, c'è da dire però che almeno per me, preferisco affondare in compagnia che guardare gli altri affogare da soli..Non che sia giusto, questo modo di fare non sempre paga anzi..

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Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da sbarbie » 11/02/2010, 9:19

La sua famiglia dici che non capisce la gravità del suo malassere ma, ti chiedo, hai provato te a parlare con loro? perché molto spesso i genitori, magari sbagliando, ma sono gli ultimi ad accorgersi del malessere dei loro figli. Io un tentativo con loro lo farei, poi potrei dire, in coscienza di aver fatto tutto il possibile!

Purtroppo ho già provato + volte a parlare con loro, ma preferiscono NON VEDERE piuttosto che accettare la situazione.
Mi sento veramente impotente perchè sono sola nel cercare di aiutarla. Lo so anch'io che non si lascia soli un amico in difficoltà, soprattutto quando è depresso ed è proprio per questo che non so cosa fare.

Ospite

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da Ospite » 11/02/2010, 9:31

sbarbie ha scritto:La sua famiglia dici che non capisce la gravità del suo malassere ma, ti chiedo, hai provato te a parlare con loro? perché molto spesso i genitori, magari sbagliando, ma sono gli ultimi ad accorgersi del malessere dei loro figli. Io un tentativo con loro lo farei, poi potrei dire, in coscienza di aver fatto tutto il possibile!

Purtroppo ho già provato + volte a parlare con loro, ma preferiscono NON VEDERE piuttosto che accettare la situazione.
Mi sento veramente impotente perchè sono sola nel cercare di aiutarla. Lo so anch'io che non si lascia soli un amico in difficoltà, soprattutto quando è depresso ed è proprio per questo che non so cosa fare.
da che specialista va? psichiatra? psicologo? si trova bene? chi glielo ha consigliato? il suo problema con l'alcol è forte (allora dovrebbe andare al noa)?
conosci il suo medico di base? e lo specialista? conosci che tipo di terapia fa?
i consigli non servono se la'ltro non li accetta. tieni, poi, conto che davvero tu ne sai poco...
NON DARTI ADDOSSO!
un bacio

sbarbie
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Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da sbarbie » 11/02/2010, 10:41

parola ha scritto:[...]



da che specialista va? psichiatra? psicologo? si trova bene? chi glielo ha consigliato? il suo problema con l'alcol è forte (allora dovrebbe andare al noa)?
conosci il suo medico di base? e lo specialista? conosci che tipo di terapia fa?
i consigli non servono se la'ltro non li accetta. tieni, poi, conto che davvero tu ne sai poco...
NON DARTI ADDOSSO!
un bacio
Lo specialista è uno psicologo consigliato dal suo medico di base. Non li conosco entrambi, ma da quello che mi raccontava si trovava abbastanza bene. Ha avuto qualche difficoltà nelle prime sedute ad aprirsi con lui, ma superata la prima fase iniziale, dopo gli raccontava tutti i suoi problemi.
Il suo problema con l'alcol (a mio modesto giudizio) è abbastanza grave, ma lei non lo ammette neanche con se stessa.
Il problema è che spesso evita i pasti e beve una bottiglia di vino al giorno, prendendo comunque dei farmaci. L'ultima volta che siamo andate a cena insieme ha mangiato metà pizza bevendo, nell'ordine, 2 birre medie, 2 grappe e 1 limoncino.
Il problema è che lei non lo sente neanche + l'acol, ma non ammette di avere un problema. Dice che regge l'alcol e quindi non si rende conto che a volte esagera, soprattutto perchè spesso è a stomaco vuoto o quasi.

dope_addiction

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da dope_addiction » 11/02/2010, 12:16

sbarbie ha scritto:[...]



Lo specialista è uno psicologo consigliato dal suo medico di base. Non li conosco entrambi, ma da quello che mi raccontava si trovava abbastanza bene. Ha avuto qualche difficoltà nelle prime sedute ad aprirsi con lui, ma superata la prima fase iniziale, dopo gli raccontava tutti i suoi problemi.
Il suo problema con l'alcol (a mio modesto giudizio) è abbastanza grave, ma lei non lo ammette neanche con se stessa.
Il problema è che spesso evita i pasti e beve una bottiglia di vino al giorno, prendendo comunque dei farmaci. L'ultima volta che siamo andate a cena insieme ha mangiato metà pizza bevendo, nell'ordine, 2 birre medie, 2 grappe e 1 limoncino.
Il problema è che lei non lo sente neanche + l'acol, ma non ammette di avere un problema. Dice che regge l'alcol e quindi non si rende conto che a volte esagera, soprattutto perchè spesso è a stomaco vuoto o quasi.
E' normale che i genitori NON VOGLIONO vedere certe cose, lo fanno i suoi, lo hanno fattoi miei e tanti altri lo faranno, anche se la situazione prima o poi la dovranno affrontare..Per quanto riguarda te, scusami se mi permetto, ma tu sei la sua amica non una terapista. Non pè tuo il compito di aiutarla ad uscire da quel treno, ma è tuo il compito di starle vicino (se te la senti anche se lei non dovesse migliorare) ma senza pretese sulla sua "guarigione" altrimenti tu starai male sempre per lei e per forza di cozse ti allontanerai, anche questo l'ho provato con dei vecchi amici che miu stavano vicini ma con la pretesa che mi riprendessi, chi invece ha anteposto la speranza alla pretesa è rimasto.
Per quanto riguarda i farmaci, spero che la smetta di mischiarli con l'alcol, qualcuno in particolare come il roipnol se mischiato all'alcol appunto, non fà un bell'effetto...

Ospite

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da Ospite » 11/02/2010, 12:44

sbarbie ha scritto:[...]



Lo specialista è uno psicologo consigliato dal suo medico di base. Non li conosco entrambi, ma da quello che mi raccontava si trovava abbastanza bene. Ha avuto qualche difficoltà nelle prime sedute ad aprirsi con lui, ma superata la prima fase iniziale, dopo gli raccontava tutti i suoi problemi.
Il suo problema con l'alcol (a mio modesto giudizio) è abbastanza grave, ma lei non lo ammette neanche con se stessa.
Il problema è che spesso evita i pasti e beve una bottiglia di vino al giorno, prendendo comunque dei farmaci. L'ultima volta che siamo andate a cena insieme ha mangiato metà pizza bevendo, nell'ordine, 2 birre medie, 2 grappe e 1 limoncino.
Il problema è che lei non lo sente neanche + l'acol, ma non ammette di avere un problema. Dice che regge l'alcol e quindi non si rende conto che a volte esagera, soprattutto perchè spesso è a stomaco vuoto o quasi.
mi spiace sbarbie! probabilmente va da uno psichiatra (lo psicologo non puo' dare farmaci).
chi glieli dà i farmaci?
il problema coll'alcol è grave ed è un circolo vizioso colla depressione nel senso che è depressa e beve, ma puo' essere anche che l'alcol (mischiato con TUTTI i farmaci non va bene) la renda depressa.
ho il sopettto che non abbia detto allo psichiatra che ha dei problemi coll' alcol perchè non se ne rende conto .
se glielo avesse detto probabilmente le sedute dallo psichiatra (o peggio dallo psicologo) non sarebbero sufficienti, a mio parere (anche se non conosco il caso) ed il dottore avrebbe agito diversamente.
il problema del'alcolismo è forte e diminuisce anche l'effetto dei farmaci: non solo non fa bene mischiarli colla'lcol, ma chi ha avuto problemi di dipendenze si trova piu' in difficoltà nell'avere effetti benefici coi farmaci antidepressivi (per motivi chimici).
in piu' se non è sincera col dottore ti posso dire PER CERTO che c'è poco da fare !
tu pero' cerca di stare bene!

dope_addiction

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da dope_addiction » 11/02/2010, 12:59

parola ha scritto:[...]



mi spiace sbarbie! probabilmente va da uno psichiatra (lo psicologo non puo' dare farmaci).
chi glieli dà i farmaci?
il problema coll'alcol è grave ed è un circolo vizioso colla depressione nel senso che è depressa e beve, ma puo' essere anche che l'alcol (mischiato con TUTTI i farmaci non va bene) la renda depressa.
ho il sopettto che non abbia detto allo psichiatra che ha dei problemi coll' alcol perchè non se ne rende conto .
se glielo avesse detto probabilmente le sedute dallo psichiatra (o peggio dallo psicologo) non sarebbero sufficienti, a mio parere (anche se non conosco il caso) ed il dottore avrebbe agito diversamente.
il problema del'alcolismo è forte e diminuisce anche l'effetto dei farmaci: non solo non fa bene mischiarli colla'lcol, ma chi ha avuto problemi di dipendenze si trova piu' in difficoltà nell'avere effetti benefici coi farmaci antidepressivi (per motivi chimici).
in piu' se non è sincera col dottore ti posso dire PER CERTO che c'è poco da fare !
tu pero' cerca di stare bene!
giusto per informazione buona parte degli antidepressivi e stabilizzatori d'umore se mischiati all'alcol non ne diminuiscono l'effetto, ma i danno "na pezza" incredibile, nel senso che entri ci si addormenta e ci si può ritrovare al pronto soccorso, nello specifico non sò a dosaggi medici se succede la stessa cosa, ma prese in forti dosi a me (e non solo) facevano questo effetto. Altri farmaci sempre antidepressivi, come il roipnol, bevendoci sopra dopo un breve periodo ha fatto aumentare la depressione con un aumento dei tentati suicidi finchè non sono intervenuto con altre sostanze per rieqilibrare.
Riguardo alle dipendenze, le benzodiazepine possono funzionare bene comunque il problema sono i dosaggi, che stroncherebbero una persona non abituata, ma a lungo andare deteriora anche chi ha il fisico rodato ad assumerli

Ospite

Re: fino a che punto vale un'amicizia?

Messaggio da Ospite » 11/02/2010, 15:28

dope_addiction ha scritto:[...]



giusto per informazione buona parte degli antidepressivi e stabilizzatori d'umore se mischiati all'alcol non ne diminuiscono l'effetto, ma i danno "na pezza" incredibile, nel senso che entri ci si assumerli
ok! diciamo che non danno lo stesso effetto delle persone depresse che non hanno mai bevuto o mai si sono drogate.
ciao