La mia storia
Inviato: 12/12/2009, 19:41
Ciao a tutti.
Mi chiamo Giuseppe ed ho 24 anni. Vivo a Cremona e questa è la mia storia.
Nel 2005 mi sono diplomato e mi sono ritrovato praticamente da solo, i compagni di classe con cui avevo legato sono spariti tutti(per qualche anno ho provato a cercarli, ma niente) ed in pratica per 5 anni gli sono servito solo per aiutarli a scuola quando avevano difficoltà in qualcosa. Purtroppo le cose non andavano bene neanche con gli "amici" "esterni" alla scuola, i problemi erano veramente tanti e, nonostante li avessi fatti presente più e più volte, non si sono mai degnati di venirmi incontro. I problemi che avevo con loro erano più o meno questi:
. scarsa importanza delle mie considerazioni.
. scarsa importanza della mia presenza(se io non potevo esserci la serata/uscita la facevano tranquillamente senza di me, se però non poteva qualcun'altro, si rimandava perchè ci fosse l'assente)
. totale disinteresse di cosa potessi dire o fare.
Fattostà che, pur di non rimaner da solo, faccio buon viso a cattivo gioco e continuo a frequentarli, anche se le occasioni di incontro sono sempre sporadiche e minime.
Non bastasse, mi iscrivo all'Accademia di Belle Arti di Brescia ma mi rendo conto che non fa per me e decido di ritirarmi e finisco col passare un anno in casa a far nulla. Particolare importante che mi accade all'accademia: nessuno dei miei compagni di corso si degna di rivolgermi la parola, ne tantomeno di sedersi di fianco a me(in una lezione, una ragazza piuttosto di sedersi di fianco a me, nell'ultimo posto rimasto libero, s'è girata mezza università per trovare una sedia). Comunque li per li non faccio caso a queste cose e mi limito a chiudere il "caso" come un "esperienza fallimentare", cosa che può capitare.
Nel 2006 mi iscrivo a Scienze e Tecnologie della Comunicazione allo/a IULM di Milano e, sotto il profilo accademico, le cose vanno decisamente meglio, i corsi mi piacciono e passo 6 esami su 9. Socialmente, però, è nuovamente uno schifo, nuovamente nessuno si degna a rivolgermi la parola(nemmeno per le cose più stupide) e nessuno si siede MAI vicino a dove mi siedo io, piuttosto stanno in piedi. Fattostà che inizio a star male e a settembre dello stesso anno mi viene disgnosticata una Depressione maggiore. Per me è una mazzata incredibile. I miei "amici", quelli che ho definito "esterni", non mi aiutano minimamente, nonostante li metta al corrente della mia situazione. Questo sarà la strappo definitivo che mi porterà poi a lasciarli definitivamente.
Nei 3 anni seguenti non capita assolutamente niente di che sotto il profilo sociale, anche se con la mia forza, riesco ad andare avanti con gli esami e pian piano riesco ad uscire dalla depressione grazie alle cure a cui mi sono sottoposto.
Ad oggi comunque rimango ancora da solo, senza nessuno.
Seguendo il consiglio dei miei genitori, mi trovo un lavoro perchè "magari le cose andranno diversamente", ovviamente non è così. Per quanto ci siano 6 ragazzi della mia età(pù o meno), come al solito non mi rivolgono la parola.
Giusto per precisare, non è che sia una persona estremamente timida, sono timido nei limiti normali, al quali si devono aggiungere fattori come:
. mi piace farmi i fatti miei
. non sono molto "propenso", viste le mie esperienze.
Va detto però, che se c'è l'occasione, parlo e mi apro, ma evidentemente ciò non basta(sul lavoro, in più di un occasione l'ho fatto, ma zero, zero, zero... a malapena mi salutano)
Mi chiamo Giuseppe ed ho 24 anni. Vivo a Cremona e questa è la mia storia.
Nel 2005 mi sono diplomato e mi sono ritrovato praticamente da solo, i compagni di classe con cui avevo legato sono spariti tutti(per qualche anno ho provato a cercarli, ma niente) ed in pratica per 5 anni gli sono servito solo per aiutarli a scuola quando avevano difficoltà in qualcosa. Purtroppo le cose non andavano bene neanche con gli "amici" "esterni" alla scuola, i problemi erano veramente tanti e, nonostante li avessi fatti presente più e più volte, non si sono mai degnati di venirmi incontro. I problemi che avevo con loro erano più o meno questi:
. scarsa importanza delle mie considerazioni.
. scarsa importanza della mia presenza(se io non potevo esserci la serata/uscita la facevano tranquillamente senza di me, se però non poteva qualcun'altro, si rimandava perchè ci fosse l'assente)
. totale disinteresse di cosa potessi dire o fare.
Fattostà che, pur di non rimaner da solo, faccio buon viso a cattivo gioco e continuo a frequentarli, anche se le occasioni di incontro sono sempre sporadiche e minime.
Non bastasse, mi iscrivo all'Accademia di Belle Arti di Brescia ma mi rendo conto che non fa per me e decido di ritirarmi e finisco col passare un anno in casa a far nulla. Particolare importante che mi accade all'accademia: nessuno dei miei compagni di corso si degna di rivolgermi la parola, ne tantomeno di sedersi di fianco a me(in una lezione, una ragazza piuttosto di sedersi di fianco a me, nell'ultimo posto rimasto libero, s'è girata mezza università per trovare una sedia). Comunque li per li non faccio caso a queste cose e mi limito a chiudere il "caso" come un "esperienza fallimentare", cosa che può capitare.
Nel 2006 mi iscrivo a Scienze e Tecnologie della Comunicazione allo/a IULM di Milano e, sotto il profilo accademico, le cose vanno decisamente meglio, i corsi mi piacciono e passo 6 esami su 9. Socialmente, però, è nuovamente uno schifo, nuovamente nessuno si degna a rivolgermi la parola(nemmeno per le cose più stupide) e nessuno si siede MAI vicino a dove mi siedo io, piuttosto stanno in piedi. Fattostà che inizio a star male e a settembre dello stesso anno mi viene disgnosticata una Depressione maggiore. Per me è una mazzata incredibile. I miei "amici", quelli che ho definito "esterni", non mi aiutano minimamente, nonostante li metta al corrente della mia situazione. Questo sarà la strappo definitivo che mi porterà poi a lasciarli definitivamente.
Nei 3 anni seguenti non capita assolutamente niente di che sotto il profilo sociale, anche se con la mia forza, riesco ad andare avanti con gli esami e pian piano riesco ad uscire dalla depressione grazie alle cure a cui mi sono sottoposto.
Ad oggi comunque rimango ancora da solo, senza nessuno.
Seguendo il consiglio dei miei genitori, mi trovo un lavoro perchè "magari le cose andranno diversamente", ovviamente non è così. Per quanto ci siano 6 ragazzi della mia età(pù o meno), come al solito non mi rivolgono la parola.
Giusto per precisare, non è che sia una persona estremamente timida, sono timido nei limiti normali, al quali si devono aggiungere fattori come:
. mi piace farmi i fatti miei
. non sono molto "propenso", viste le mie esperienze.
Va detto però, che se c'è l'occasione, parlo e mi apro, ma evidentemente ciò non basta(sul lavoro, in più di un occasione l'ho fatto, ma zero, zero, zero... a malapena mi salutano)