come si aiuta un amico in una simile situazione?

L'amicizia, gli amici, gruppi di amici: idee, esperienze, consigli, riflessioni

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arietina76
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Messaggio da arietina76 » 07/08/2009, 8:35

Angel80 ha scritto:A me sembra che sei un ottima amica, ma in questo momento la sua vista è offuscata dal dolore, porta pazienza con il tempo non passerà, ma si affievolirà. Io ho perso mio padre a 15 anni e tanti mi dicevano che il tempo guarisce le ferite, beh non è così... affievolisce il dolore, ma nel corso degli anni si ripresenta sempre. Quando passa il tempo ti arrendi e la visione della tua vita cambia e si concretizza in certezza che ovviamente devi accettare...questo è l'immagine orribile del dolore. Tra un po' si renderà conto di quello che hai fatto per lui in un momento di bisogno e quando accadrà il vostro rapporto acquisterà maggior solidità...stai tranquilla, secondo me non hai sbagliato in niente ;) ;)
mi dispiace moltissimo per la perdita che hai subito e per il dolore che sei stata costretta ad affrontare così giovane.
oltre al ringraziamento per le tue parole, ti mando anche un forte abbraccio

Angel80


Messaggio da Angel80 » 07/08/2009, 14:35

arietina76 ha scritto:[...]



mi dispiace moltissimo per la perdita che hai subito e per il dolore che sei stata costretta ad affrontare così giovane.
oltre al ringraziamento per le tue parole, ti mando anche un forte abbraccio


Sono contenta di averti confortato un po'...la tua situazione non è facile da gestire e soprattutto richiede molta pazienza. Non giustifico certi suoi atteggiamenti, ma è come essere in un tunnel e non vedere mai la luce, probabilmente si sente perso e il peso della responsabilità dei bambini+il lavoro non lo aiutano di certo... :'( :'( tienici aggiornati :ciao:

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aradis
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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da aradis » 04/09/2009, 21:59

arietina76 ha scritto:ciao a tutti, vorrei sottoprvi un problema che mi sta molto a cuore, e per cui sono alla disperata ricerca di suggerimenti.....
un mio carissimo amico (anzi, col bene che gli voglio forse dovrei dire "fratello"), nonché collega con cui divido lo studio, è rimasto vedovo circa sette mesi, a seguito di una malattia tanto terribile quanto fulminante della moglie. tenete presente che ha solo qualche anno puù di me e ha due bambini veramente piccoli.
quando si è assentato completamente dallo studio per questi problemi, io non ho esitato, vista la nostra amicizia, a farmi carico del suo lavoro, lavorando spesso anche il sabato e la domenica senza chiedere (ci mancherebbe altro!) nulla, affinchè almeno sul lavoro non perdesse niente.
con il passare dei mesi, si è ripreso sul lavoro, ma sul piano personale è un disastro.in particolare, vedo un continuo rifiuto della mia amicizia extra-lavorativa. non vuole nemmeno che vada mai a trovare lui o i bambini (cosa che prima facevo regolarmente), se gli mando sms nel fine settimana o gli telefono per sapere come va neanche mi risponde... e sul lavoro, sembra che la mia semplice presenza in ufficio sia un problema e lo faccia sbottare, andando qualche volte verso la pura cattiveria gratuita... la situazione è sempre più spesso intollerabile, si taglia l'aria con il coltello, e diventa un brutto lavorare, anzi, un brutto vivere...
allora vi domando: qual è l'atteggiamento o il modo di fare giusto in una simile situazione, ammesso che ce ne sia uno? a volte mi domando se sono io a sbagliare qualcosa, o se è il suo dolore a parlare....spero per voi di no, ma qualcuno ha vissuto esperienze simili?
alcuni mi dicono che devo avere solo pazienza e tempo, ma basterà?
si accettano suggerimenti....
scusate se il post è troppo lungo, ma è una situazione complicata e difficile, anche da spiegare.
ringrazio anticipatamente quanti vorranno dirmi la loro.
Dolcissima arietina76,
lo sentivo, che eri una ragazza appunto "dolce" e con tanto amore dentro...
Devo dire che hai avuto molti sostenitori ed anche loro sono stati squisiti nei tuoi confronti. Sono felice di essere entrata in questo forum ed aver appurato che esistono ancora persone gentili e comprensive con le quali potermi rapportare.
Non posso che accodarmi e sostenere i loro consigli. Non conosco il tuo amico, ma immagino che il dolore lo abbia portato a rifugiarsi in se stesso e ad escludere il mondo circostante. Probabilmente come ha già scritto qualcuno potrebbe vederti anche come la perenne fotografia di un mondo allegro che non c'è più e mi viene anche il sospetto che possa pensare che tu voglia sostituirti a colei che non c'è più.
In entrambi i casi il tuo voler a tutti i costi aiutarlo e quasi obbligarlo ad esprimersi, a sfogarsi con te non porta i frutti sperati, anzi a quanto sembra lo spinge sempre più all'acredine nei tuoi confronti. Per cui se il tuo primo modo di protenderti verso di lui ha dato questi risultati, può solo significare che non puoi continuare ad usare quella strada. Come ti hanno detto gli altri, lascia che metabolizzi il suo dolore... e devo avvertirti comunque che potrebbe uscire da questo stato dopo moltissimo tempo. Non sarà facile per te! Per quello che mi sento di dirti è che probabilmente l'unica cosa che potrai fare è di seguirlo "da lontano" per quanto si possa in pochi metri quadrati. Essere lì, ma quasi non esserci. Non frappore pareti né fisiche né morali. Rispondigli con cortesia, ma non accennare a nessun tipo di avvicinamento. Sarà lui, quando comincerà ad aver nostalgia del tuo calore che un giorno si riavvicinerà. E come dicevo nell'altro post, toccherà a te in quel momento decidere se hai aspettato troppo o se ci sarà ancora posto nel tuo cuore per lui. Nel frattempo devi pensare a te stessa e fare qualsiasi cosa che impegni il tuo tempo e la tua mente. Non puoi attendere all'infinito e rimanere sola senza amici in attesa del suo risveglio. E' crudele. Fa male, lo so. Però questo comportamento farà bene a tutti e due. Lui vedrà sfuggirgli la sua cara amica e forse lo porterà ad un riavvicinamento più rapido. Tu avrai modo, nel frattempo, di conoscere altre persone che riempiranno il vuoto che ora senti e il dolore si affievolirà. Per te è veramente obbligatorio distrarti. Frequenta qualche circolo sportivo e vacci la sera (orario adulti). Pratica qualche sport dove sono presenti ambo i sessi. In questo periodo va di moda la difesa personale (è sempre utile sapersi difendere). Non puoi spengerti... Devi vivere la tua vita!!!!

Ti lascio con una poesia di Trilussa (poeta ironico romano). Solo per strapparti un sorriso (magari, almeno mezzo ;) ) Credo che tu non sia romana, ma spero comprenda come è scritto. Sennò dimmelo che ti mando un file sonoro con la mia voce! (scherzo!!).
si intitola:

ER GATTO e ER CANE

Un Gatto soriano
diceva a un barbone:
Nun porto rispetto
nemmanco ar padrone,
perché a l'occasione
je sgraffio la mano;
ma tu che lo lecchi
te becchi le bòtte:
te mena, te sfotte,
te mette in catena
cór muso rinchiuso
e un cerchio cór bollo
sull'osso der collo.
Seconno la moda
te taja li ricci,
te spunta la coda...
che belli capricci!
Io, guarda, so' un Gatto,
so' un ladro, lo dico:
ma a me nun s'azzarda
de famme 'ste cose...-
Er Cane rispose:
Ma io...je so' amico!


Un abbraccio. :ciao: ;) ;)

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arietina76
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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 05/09/2009, 9:55

aradis ha scritto:[...]
Dolcissima arietina76,
lo sentivo, che eri una ragazza appunto "dolce" e con tanto amore dentro...
Devo dire che hai avuto molti sostenitori ed anche loro sono stati squisiti nei tuoi confronti. Sono felice di essere entrata in questo forum ed aver appurato che esistono ancora persone gentili e comprensive con le quali potermi rapportare.
Non posso che accodarmi e sostenere i loro consigli. Non conosco il tuo amico, ma immagino che il dolore lo abbia portato a rifugiarsi in se stesso e ad escludere il mondo circostante. Probabilmente come ha già scritto qualcuno potrebbe vederti anche come la perenne fotografia di un mondo allegro che non c'è più e mi viene anche il sospetto che possa pensare che tu voglia sostituirti a colei che non c'è più.
In entrambi i casi il tuo voler a tutti i costi aiutarlo e quasi obbligarlo ad esprimersi, a sfogarsi con te non porta i frutti sperati, anzi a quanto sembra lo spinge sempre più all'acredine nei tuoi confronti. Per cui se il tuo primo modo di protenderti verso di lui ha dato questi risultati, può solo significare che non puoi continuare ad usare quella strada. Come ti hanno detto gli altri, lascia che metabolizzi il suo dolore... e devo avvertirti comunque che potrebbe uscire da questo stato dopo moltissimo tempo. Non sarà facile per te! Per quello che mi sento di dirti è che probabilmente l'unica cosa che potrai fare è di seguirlo "da lontano" per quanto si possa in pochi metri quadrati. Essere lì, ma quasi non esserci. Non frappore pareti né fisiche né morali. Rispondigli con cortesia, ma non accennare a nessun tipo di avvicinamento. Sarà lui, quando comincerà ad aver nostalgia del tuo calore che un giorno si riavvicinerà. E come dicevo nell'altro post, toccherà a te in quel momento decidere se hai aspettato troppo o se ci sarà ancora posto nel tuo cuore per lui. Nel frattempo devi pensare a te stessa e fare qualsiasi cosa che impegni il tuo tempo e la tua mente. Non puoi attendere all'infinito e rimanere sola senza amici in attesa del suo risveglio. E' crudele. Fa male, lo so. Però questo comportamento farà bene a tutti e due. Lui vedrà sfuggirgli la sua cara amica e forse lo porterà ad un riavvicinamento più rapido. Tu avrai modo, nel frattempo, di conoscere altre persone che riempiranno il vuoto che ora senti e il dolore si affievolirà. Per te è veramente obbligatorio distrarti. Frequenta qualche circolo sportivo e vacci la sera (orario adulti). Pratica qualche sport dove sono presenti ambo i sessi. In questo periodo va di moda la difesa personale (è sempre utile sapersi difendere). Non puoi spengerti... Devi vivere la tua vita!!!!

Ti lascio con una poesia di Trilussa (poeta ironico romano). Solo per strapparti un sorriso (magari, almeno mezzo ;) ) Credo che tu non sia romana, ma spero comprenda come è scritto. Sennò dimmelo che ti mando un file sonoro con la mia voce! (scherzo!!).
si intitola:

ER GATTO e ER CANE

Un Gatto soriano
diceva a un barbone:
Nun porto rispetto
nemmanco ar padrone,
perché a l'occasione
je sgraffio la mano;
ma tu che lo lecchi
te becchi le bòtte:
te mena, te sfotte,
te mette in catena
cór muso rinchiuso
e un cerchio cór bollo
sull'osso der collo.
Seconno la moda
te taja li ricci,
te spunta la coda...
che belli capricci!
Io, guarda, so' un Gatto,
so' un ladro, lo dico:
ma a me nun s'azzarda
de famme 'ste cose...-
Er Cane rispose:
Ma io...je so' amico!


Un abbraccio. :ciao: ;) ;)
gazie aradis per le tue parole e anche per la poesia (l'ho capita perfettamente anche se sono pavese).
hai ragione quando dici che devo impegnare corpo e mente, mi sto organizzando, pensavo prorpio a una palestra, e mi piace molto anche l'idea del corso di auto-difesa.
hai ragione anche quando dici che devo aiutarlo "da lontano", è quello che sto cercando di fare, anche se non è facile, perchè è un pò lontano dal mio carattere. è una situazione così difficile e delicata, e io mi sento il classico elefante in una cristalleria.....
sai, appena è rientrato al lavoro si era appoggiato completamente a me: parlava tanto, si confidava, piangevamo insieme. aveva persino paura ad andare in macchina da solo, e voleva che lo accompagnassi. poi, tutto a un tratto (credo perchè al dolore e allo smarrimento si è aggiunta la rabbia per quello che è successo) ha cambiato completamente modo di fare, ed è subentrato il rifiuto nei miei confronti, e non è una bella sensazione. mi sento come se, nel momento critico, di me andasse bene tutto (l'amica e la collega), e adesso che l'emergenza si è un pò arrestata, di me andasse bene sono la collega, mentre l'amica può essere gettata nella spazzatura, perchè ormai non serve più. so che probabilmente lui non la vive così, ma questa è la sensazione che provo io, e non è bello. anche perchè aiutare lui ha portato (a torto o a ragione) il distacco di quelli che credevo amici di vecchia data.
ecco perchè in altro post ho scritto che i veri amici li vedi nel momento del bisogno: io avevo bisogno (anche solo di parlare o di un consiglio), e io li ho visti andarsene. forse è scomoda un'amica che ti parla di una simile situazione....
anche la mia famiglia non mi appoggia in questa decisione di aiutarlo, e anzi "martella contro" tutti i giorni, rendendo tutto ancora più pesante....
io comunque vado avanti lo stesso, sia per lui sia per i suoi bambini. se io decidessi di andarmene e di dividere lo studio, molto probabilmente sarebbe costretto a chiudere (questo me l'ha sempre riconosciuto!), perchè non riuscerebbe più a gestire tutto: adesso ci sono io che lavoro 12-14 ore tutti i giorni per portare avanti non solo il mio, ma anche il suo lavoro, consentendogli di tenere aperto e di guadagnare. io non posso andarmene, in un certo senso sono costretta a tenere duro (o almeno a provarci): non posso mandare a casa da quei due piccoli un papà - anche - lavorativamente distrutto, preoccupato su come fare a mantenerli e a come conciliare casa/lavoro. sarebbero paure e preoccupazioni che, pur non volendo, finirebbero col ripercuotersi anche sui bimbi, e loro hanno già perso la mamma: non devono subire anche gli effetti di un "fallimento lavorativo". questa una cosa che non posso permettere, loro hanno diritto a un papà che, quando arriva a casa, è tutto per loro, con la testa e con il cuore. adesso hanno bisogno tutti e 3 di stringersi tra loro e vedere che, nonostante tutto, sono ancora una vera famiglia.
un paio di colleghi mi hanno detto che sono un'imbecille a non sfruttare la situazione, perchè se volessi, adesso che ho praticamente tutto in mano io, potrei tranquillamente soffiargli i clienti sotto il naso, per non dire l'intero studio, e relative entrate economiche. io sono rimasta inorridita e - scusami l'espressione - schifata!è vero quello che hanno detto: se volessi potrei farlo tranquillamente, anzi qualche suo cliente mi ha proposto di passare a me, visto che lo seguivo io. ma io ho rifiutato per rispetto all'amicizia e all'intera situazione. io avrò mille difetti (anzi, forse sono persino ottimista a dire che ne ho solo 1000!), però una cosa è certa: io non passo sopra le tragedie familiari degli altri, non sono uno sciacallo!prima di ridurmi ad un simile livello, preferirei morire di fame!
scusa se sono stata un pò lunga, ma voi del forum siete gli unici che mi state ad ascoltare sull'argomento, e quindi quando ne ho l'occasione inizio a parlare a ruota libera e non la finisco più!
ti ringrazio ancora tantissimo per le tue parole e per i tuoi consigli

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Messaggio da tempest » 05/09/2009, 13:46

arietina...e se fosse giunto il momento di spronarlo un po' questo tuo amico? In veste di "collega" intendo: piano piano cominciare ad affidargli di nuovo un po' più di lavoro? Tu non puoi andare avanti così, lavorando 14 ore al giorno ( poi in palestra dormi ! ) , lui deve anche ritrovare poco a poco la concentrazione e l'impegno per il suo lavoro.... con i tempi giusti e con tatto certamente, ma tentare un graduale ritorno alla normalità forse è la strada da percorrere....
Ciao

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Messaggio da arietina76 » 05/09/2009, 14:42

tempest ha scritto:arietina...e se fosse giunto il momento di spronarlo un po' questo tuo amico? In veste di "collega" intendo: piano piano cominciare ad affidargli di nuovo un po' più di lavoro? Tu non puoi andare avanti così, lavorando 14 ore al giorno ( poi in palestra dormi ! ) , lui deve anche ritrovare poco a poco la concentrazione e l'impegno per il suo lavoro.... con i tempi giusti e con tatto certamente, ma tentare un graduale ritorno alla normalità forse è la strada da percorrere....
Ciao
devo dirti che ormai la concetrazione sul lavoro l'ha trovata, il suo è proprio un problema di tempo. i bambini sono piccoli (5 e 2 anni), e ogni quasi giorno c'è qualcosa che lo tiene più del previsto fuori studio: accompagnarli all'asilo, alle visite del piediatra, una volta si svegliano con la febbre e deve aspettare a casa il dottore, l'altra volta c'è la riunione con le maestre dell'asilo.... spesso e volentieri ci sono mille contrattempi che rosicchiano spesso il tempo che può dedicare al lavoro e che gli impongono di restare coi bimbi, specialmente ora che sono senza la mamma...
quando ancora si comprtava normalmente con me, mi diceva che gli dispiaceva che dovessi farmi carico io di tanto del suo lavoro. ma d'altronde non vedo molte alternative, ora come ora... e poi i bambini pian piano cresceranno, ogni giorno che passa è un piccolo traguardo in questo senso. quando saranno più grandini e indipendenti si ristabilirà un equilibrio diverso, ma adesso non ci sono altre soluzioni....
c'è di buono che sul lavoro io sono un "trattore", nel senso che marcio parecchio e non mi spaventa lavorare sodo. e, per fortuna, sopporto bene la fatica, che inizia a farsi sentire più che altro il giovedì e il venerdì. il peso maggiore, comunque, non è la stanchezza fisica, ma quella mentale di reggere una situazione tanto pesante tutta da sola, senza avere una valvola di sfogo, come qualcuno a cui raccontare, la sera, la tua giornata e confrontarti. essere in costante tensione e non avere nessuno che, anche con una semplice battuta, te la allenta....

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Messaggio da aradis » 06/09/2009, 12:11

arietina76 ha scritto:[...]

devo dirti che ormai la concetrazione sul lavoro l'ha trovata, il suo è proprio un problema di tempo. i bambini sono piccoli (5 e 2 anni), e ogni quasi giorno c'è qualcosa che lo tiene più del previsto fuori studio: accompagnarli all'asilo, alle visite del piediatra, una volta si svegliano con la febbre e deve aspettare a casa il dottore, l'altra volta c'è la riunione con le maestre dell'asilo.... spesso e volentieri ci sono mille contrattempi che rosicchiano spesso il tempo che può dedicare al lavoro e che gli impongono di restare coi bimbi, specialmente ora che sono senza la mamma...
quando ancora si comprtava normalmente con me, mi diceva che gli dispiaceva che dovessi farmi carico io di tanto del suo lavoro. ma d'altronde non vedo molte alternative, ora come ora... e poi i bambini pian piano cresceranno, ogni giorno che passa è un piccolo traguardo in questo senso. quando saranno più grandini e indipendenti si ristabilirà un equilibrio diverso, ma adesso non ci sono altre soluzioni....
c'è di buono che sul lavoro io sono un "trattore", nel senso che marcio parecchio e non mi spaventa lavorare sodo. e, per fortuna, sopporto bene la fatica, che inizia a farsi sentire più che altro il giovedì e il venerdì. il peso maggiore, comunque, non è la stanchezza fisica, ma quella mentale di reggere una situazione tanto pesante tutta da sola, senza avere una valvola di sfogo, come qualcuno a cui raccontare, la sera, la tua giornata e confrontarti. essere in costante tensione e non avere nessuno che, anche con una semplice battuta, te la allenta....
Tempest ha detto:

"arietina...e se fosse giunto il momento di spronarlo un po' questo tuo amico? In veste di "collega" intendo: piano piano cominciare ad affidargli di nuovo un po' più di lavoro? Tu non puoi andare avanti così, lavorando 14 ore al giorno ( poi in palestra dormi ! ) , lui deve anche ritrovare poco a poco la concentrazione e l'impegno per il suo lavoro.... con i tempi giusti e con tatto certamente, ma tentare un graduale ritorno alla normalità forse è la strada da percorrere...."


Concordo pienamente con Tempest, anche perché il tuo amico non può avere "la botte piena e la moglie ubriaca"!!! Non bastano i suoi apprezzamenti sul lavoro nei tuoi confronti (tra l'altro fatti soltanto in prima istanza). Che comodità: lui può dedicarsi completamente ai suoi piccoli vivendo di rendita. Caspita!! Sarebbe il sogno di ogni madre lavoratrice!! Ci sono donne rimaste vedove o lasciate dai mariti che si sono rimboccate le maniche, riuscendo addirittura a fare 2 lavori e a seguire i propri figli. Capisco che sicuramente per lui questo stravolgimento della sua vita è stato uno choc, che la perdita della moglie ha notevolmente inciso in tutto questo. Si sono aggiunte altre incombenze e nuove preoccupazioni a cui non era abituato, nonché altre problematiche nel far coincidere la vita lavorativa con i vari "corri di qua e corri di là" per venire incontro alle esigenze dei bambini. Tutto questo però non può ricadere su di te. E' lui che si deve rimboccare le maniche. Non puoi lavorare 14 ore tutti i giorni ed attendere che i bambini siano grandini. Quanti anni dovresti aspettare??? Che tu ti sacrificassi così tanto per un irriconoscente non l'avevo capito!! Anche se per l'amicizia il mio pensiero precedente rimane lo stesso, dalla parte lavorativa sicuramente qualcosa deve cambiare. Tu non puoi entrare nella sua vita (LUI NON VUOLE!) e sarà anche giusto (sempre per lui intendo!) ed è altrettanto giusto che tu hai una TUA VITA, che non puoi assolutamente bruciare così per amore, anche se fraterno e/o perché ti si stringe il cuore per i suoi due "scriccioli". Comprendo il tuo il tuo scrupolo di coscienza, ma sembra che dall'altra parte ci sia qualcuno se si è organizzato la sua vita in piena comodità. Che sa che comunque c'è qualcuno che porta avanti il suo lavoro e nel contempo "non rompe" e non "recrimina". Mi dispiace dirti questo ma per quello che scrivi e quello che riesco a percepire dal di fuori questa sembra essere la situazione.
Condivido tutto il pensiero di Tempest, nonché che alla fine in palestra dormi!!
Visto che il tuo aiuto d'amica non lo accetta, assumesse qualcuno che si prenda cura dei bambini mentre lui è al lavoro. Oppure questo signore non ha una mamma, una sorella che possa aiutarlo in tal senso??
A me sembra un bell'egoista!! Tu devi lavorare anche per lui e lui non ha nessuna riconoscenza per te? Ma scherziamo! Fin quando tu continuarai a fare il suo lavoro, lui non capirà mai quanto ti dovrebbe essere grato per quanto hai fatto finora!!!! Se continui a farlo, anche se pur incosciamente penserà che per te non è faticoso, che ci riesci con estrema facilità!! Non parlargli di amicizia, di aiuto morale e quant'altro, ma fagli sapere di non riuscire più a reggere la situazione lavorativa. Digli che stai lavorando 14 ore al giorno e che verso il fine settimana sei al limite delle forze. Che finora l'hai fatto perché le forze te lo consentivano, ma ora comincia a pesare, che deve gradulamente organizzarsi e riprendere il suo lavoro. Che anche tu hai una tua vita e non riesci neanche ad organizzarti per iscriverti ad una palestra (questo della palestra è un esempio, ma puoi dirgli qualsiasi altra cosa... anche che non riesci ad uscire con gli amici perchè sei troppo stanca, inventa tu qualcosa di credibile!) Non può ricadere tutto sulle tue spalle!! Non sei Wonder-woman! E un'altra cosa. Lo sai come potrebbe andare a finire?? (scusa sin d'ora la cruda franchezza!) Che magari si trova una nuova compagna alla quale tu non piacerai perché ti sentirà come una rivale e lui troverà il modo di scaricarti completamente per lei! Pensa se ciò accadesse! Per quanto tempo ti sarai preoccupata, affanata per lui e i suoi bambini e dopo: Arrivederci e neanche Grazie!!!
Ripeto che per quanto riguarda il rapporto di amicizia rimane valido quanto ti ho scritto nel precedente messaggio, ma nella vita lavorativa qualcosa deve assolutamente cambiare. Per te stessa. Devi amare prima di tutto te stessa! Non è per egoismo, ma semplice e sana autostima!
Stai mettendo prima del tuo benessere, quello di lui e della sua famiglia!
Quando anteporrai te stessa ti accorgerai di quante altre persone intorno a te saranno felici di averti come amica, cominciando da lui!!!
Scusami, ma questo "signore" mi ha fatto proprio "arrabbiare"!!
Per quanto sia triste la sua condizione, non può approfittare della tua dolcezza e disponibilità con così "poco" amore nei tuoi confronti!
Tanti auguri cara e scusami se posso sembrarti crudele, ma non è così!!
Sarò felice di conoscere gli ulteriori sviluppi, se ancora lo vorrai.
Ciao.
Un immenso abbraccio. :heart:

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Messaggio da arietina76 » 06/09/2009, 13:16

aradis ha scritto:[...]
Concordo pienamente con Tempest, anche perché il tuo amico non può avere "la botte piena e la moglie ubriaca"!!! Non bastano i suoi apprezzamenti sul lavoro nei tuoi confronti (tra l'altro fatti soltanto in prima istanza). Che comodità: lui può dedicarsi completamente ai suoi piccoli vivendo di rendita. Caspita!! Sarebbe il sogno di ogni madre lavoratrice!! Ci sono donne rimaste vedove o lasciate dai mariti che si sono rimboccate le maniche, riuscendo addirittura a fare 2 lavori e a seguire i propri figli. Capisco che sicuramente per lui questo stravolgimento della sua vita è stato uno choc, che la perdita della moglie ha notevolmente inciso in tutto questo. Si sono aggiunte altre incombenze e nuove preoccupazioni a cui non era abituato, nonché altre problematiche nel far coincidere la vita lavorativa con i vari "corri di qua e corri di là" per venire incontro alle esigenze dei bambini. Tutto questo però non può ricadere su di te. E' lui che si deve rimboccare le maniche. Non puoi lavorare 14 ore tutti i giorni ed attendere che i bambini siano grandini. Quanti anni dovresti aspettare??? Che tu ti sacrificassi così tanto per un irriconoscente non l'avevo capito!! Anche se per l'amicizia il mio pensiero precedente rimane lo stesso, dalla parte lavorativa sicuramente qualcosa deve cambiare. Tu non puoi entrare nella sua vita (LUI NON VUOLE!) e sarà anche giusto (sempre per lui intendo!) ed è altrettanto giusto che tu hai una TUA VITA, che non puoi assolutamente bruciare così per amore, anche se fraterno e/o perché ti si stringe il cuore per i suoi due "scriccioli". Comprendo il tuo il tuo scrupolo di coscienza, ma sembra che dall'altra parte ci sia qualcuno se si è organizzato la sua vita in piena comodità. Che sa che comunque c'è qualcuno che porta avanti il suo lavoro e nel contempo "non rompe" e non "recrimina". Mi dispiace dirti questo ma per quello che scrivi e quello che riesco a percepire dal di fuori questa sembra essere la situazione.
Condivido tutto il pensiero di Tempest, nonché che alla fine in palestra dormi!!
Visto che il tuo aiuto d'amica non lo accetta, assumesse qualcuno che si prenda cura dei bambini mentre lui è al lavoro. Oppure questo signore non ha una mamma, una sorella che possa aiutarlo in tal senso??
A me sembra un bell'egoista!! Tu devi lavorare anche per lui e lui non ha nessuna riconoscenza per te? Ma scherziamo! Fin quando tu continuarai a fare il suo lavoro, lui non capirà mai quanto ti dovrebbe essere grato per quanto hai fatto finora!!!! Se continui a farlo, anche se pur incosciamente penserà che per te non è faticoso, che ci riesci con estrema facilità!! Non parlargli di amicizia, di aiuto morale e quant'altro, ma fagli sapere di non riuscire più a reggere la situazione lavorativa. Digli che stai lavorando 14 ore al giorno e che verso il fine settimana sei al limite delle forze. Che finora l'hai fatto perché le forze te lo consentivano, ma ora comincia a pesare, che deve gradulamente organizzarsi e riprendere il suo lavoro. Che anche tu hai una tua vita e non riesci neanche ad organizzarti per iscriverti ad una palestra (questo della palestra è un esempio, ma puoi dirgli qualsiasi altra cosa... anche che non riesci ad uscire con gli amici perchè sei troppo stanca, inventa tu qualcosa di credibile!) Non può ricadere tutto sulle tue spalle!! Non sei Wonder-woman! E un'altra cosa. Lo sai come potrebbe andare a finire?? (scusa sin d'ora la cruda franchezza!) Che magari si trova una nuova compagna alla quale tu non piacerai perché ti sentirà come una rivale e lui troverà il modo di scaricarti completamente per lei! Pensa se ciò accadesse! Per quanto tempo ti sarai preoccupata, affanata per lui e i suoi bambini e dopo: Arrivederci e neanche Grazie!!!
Ripeto che per quanto riguarda il rapporto di amicizia rimane valido quanto ti ho scritto nel precedente messaggio, ma nella vita lavorativa qualcosa deve assolutamente cambiare. Per te stessa. Devi amare prima di tutto te stessa! Non è per egoismo, ma semplice e sana autostima!
Stai mettendo prima del tuo benessere, quello di lui e della sua famiglia!
Quando anteporrai te stessa ti accorgerai di quante altre persone intorno a te saranno felici di averti come amica, cominciando da lui!!!
Scusami, ma questo "signore" mi ha fatto proprio "arrabbiare"!!
Per quanto sia triste la sua condizione, non può approfittare della tua dolcezza e disponibilità con così "poco" amore nei tuoi confronti!
Tanti auguri cara e scusami se posso sembrarti crudele, ma non è così!!
Sarò felice di conoscere gli ulteriori sviluppi, se ancora lo vorrai.
Ciao.
Un immenso abbraccio. :heart:
non hai niente di cui scusarti.io ho sempre detto - e lo ribadisco - che preferisco sempre e comunque la verità, e apprezzo molto che le persone che ti dicono in faccia quello che pensano. ti ringrazio quindi per essere stata onesta con me e avermi detto come la pensi.
credimi, è una situazione tanto difficile, in cui in realtà nemmeno io so esattamente cosa pensare e cosa fare.
sarei una bugiarda (e io non lo sono mai!) se non ammettessi di aver pensato almeno 1000 volte le stesse cose che mi hai scritto tu: che alla fine non sono problemi miei, che non può "crogiolarsi" nella situazione, ecc. ma soprattutto ho pensato milioni di volte che è irriconoscente, perchè, con quello che faccio, non merito quel trattamento umano.e che forse non ne vale la pena.e, detto tra noi, ho pensato mille volte che sono una stupida (per non dire altro) ad aiutarlo così.
altre volte però "tocco con mano" il suo dolore e vedo quanto è ancora distrutto, e allora ho proprio l'impressione che proprio non ci arrivi a vedere al di là del suo naso e a riorganizzarsi la vita. non so come spiegarlo.... il mio giudizio poi è certamente annebbiato dal fatto che lo conoscevo anche prima di questa tragedia familiare, e sapevo che persona era prima: era uno che non si approffittava mai di niente, ma che anzi, se gli facevi 1 qualunque favore, contraccambiava in 1000 modi. adesso è come "se fosse in trance", se non vedesse niente....
sul fatto che devo ritagliarmi più spazi ti do pienamente ragione. stavo guardando poco fa gli orari delle palestre che ho preso e ho visto che, per frequentarne una, dovrei comunque ridurre di 1 ora e mezza/2 l'orario, perchè gli orari in gran parte coincidono. e ho deciso di iscrivermi comunque, con conseguente riduzione di orario (la settimana prossima farò il certificato medico). vedremo cosà farà lui.....
quanto al rapporto umano, ho deciso di chiudermi a riccio: non mi farò più sentire per telefono, e in studio non parlerò di altro se non di lavoro a monosillabi. insomma, cercherò io il distacco. come lui in questi mesi mi ha escluso completamente dalla sua vita, adesso lo farò io. ho fatto chilometri per venirgli incontro, adesso tocca a lui fare due passi nella mia direzione e dimostrarmi qualcosa, perchè il suo atteggiamento mi ha molto ferito e amareggiato. adesso lascio la palla a lui. se veramente è ancora mio amico, capirà e farà quei due passi verso di me, e io riaprirò la porta. se non li fa, vorrà dire che, ancora una volta, ho fatto un enorme errore di valutazione ed un pessimo investimento umano, e dovrò meditare seriamente sul da farsi....
quanto al "come può finire", visto il suo attuale atteggiamento io ho paura che possa finire così senza neanche una compagna di mezzo, pensa un pò....!
ti ringrazio per quello che hai detto (ribadisco che apprezzo molto la sincerità nelle persone), e ti garantisco che ci sto meditando su parecchio...
ti mando un abbraccio anch'io :P

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Messaggio da tropicsnow » 06/09/2009, 13:48

arietina76 ha scritto:[...]



non hai niente di cui scusarti.io ho sempre detto - e lo ribadisco - che preferisco sempre e comunque la verità, e apprezzo molto che le persone che ti dicono in faccia quello che pensano. ti ringrazio quindi per essere stata onesta con me e avermi detto come la pensi.
credimi, è una situazione tanto difficile, in cui in realtà nemmeno io so esattamente cosa pensare e cosa fare.
sarei una bugiarda (e io non lo sono mai!) se non ammettessi di aver pensato almeno 1000 volte le stesse cose che mi hai scritto tu: che alla fine non sono problemi miei, che non può "crogiolarsi" nella situazione, ecc. ma soprattutto ho pensato milioni di volte che è irriconoscente, perchè, con quello che faccio, non merito quel trattamento umano.e che forse non ne vale la pena.e, detto tra noi, ho pensato mille volte che sono una stupida (per non dire altro) ad aiutarlo così.
altre volte però "tocco con mano" il suo dolore e vedo quanto è ancora distrutto, e allora ho proprio l'impressione che proprio non ci arrivi a vedere al di là del suo naso e a riorganizzarsi la vita. non so come spiegarlo.... il mio giudizio poi è certamente annebbiato dal fatto che lo conoscevo anche prima di questa tragedia familiare, e sapevo che persona era prima: era uno che non si approffittava mai di niente, ma che anzi, se gli facevi 1 qualunque favore, contraccambiava in 1000 modi. adesso è come "se fosse in trance", se non vedesse niente....
sul fatto che devo ritagliarmi più spazi ti do pienamente ragione. stavo guardando poco fa gli orari delle palestre che ho preso e ho visto che, per frequentarne una, dovrei comunque ridurre di 1 ora e mezza/2 l'orario, perchè gli orari in gran parte coincidono. e ho deciso di iscrivermi comunque, con conseguente riduzione di orario (la settimana prossima farò il certificato medico). vedremo cosà farà lui.....
quanto al rapporto umano, ho deciso di chiudermi a riccio: non mi farò più sentire per telefono, e in studio non parlerò di altro se non di lavoro a monosillabi. insomma, cercherò io il distacco. come lui in questi mesi mi ha escluso completamente dalla sua vita, adesso lo farò io. ho fatto chilometri per venirgli incontro, adesso tocca a lui fare due passi nella mia direzione e dimostrarmi qualcosa, perchè il suo atteggiamento mi ha molto ferito e amareggiato. adesso lascio la palla a lui. se veramente è ancora mio amico, capirà e farà quei due passi verso di me, e io riaprirò la porta. se non li fa, vorrà dire che, ancora una volta, ho fatto un enorme errore di valutazione ed un pessimo investimento umano, e dovrò meditare seriamente sul da farsi....
quanto al "come può finire", visto il suo attuale atteggiamento io ho paura che possa finire così senza neanche una compagna di mezzo, pensa un pò....!
ti ringrazio per quello che hai detto (ribadisco che apprezzo molto la sincerità nelle persone), e ti garantisco che ci sto meditando su parecchio...
ti mando un abbraccio anch'io :P
ciao...
capisco che sia una situazione difficile, e posso anche capire che ti senti delusa perchè non ti vedi riconosciuto quello che stai facendo per il tuo amico/collega, ma io credo che non dovresti essere così drastica perchè lui in questo momento non è in grado di fare quei due passi verso di te. lui sta vivendo adesso nel suo microcosmo in cui è solo come non mai con due figli piccoli da gestire e crescere per cui non riesce a vedere oltre questo... riduci pure l'orario di lavoro per ritagliarti i tuoi spazi, come per la palestra, ma non allontanarlo, non mettere distanza tra te e lui, perchè se lui non ce la fa rischi di perderlo, e potresti pentirtene se veramente gli sei tanto legata. come hai detto tu, prima che accadesse tutto ciò non era così egoista per cui aspetta, quella forte adesso sei tu mentre lui è fragile, gli è crollato il mondo addosso e non può rimettere tutto posto in breve tempo. se ti allontani per lui sarà un'ulteriore perdita, un altro abbandono...

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Messaggio da tempest » 06/09/2009, 15:41

arietina76 ha scritto:[...]



non hai niente di cui scusarti.io ho sempre detto - e lo ribadisco - che preferisco sempre e comunque la verità, e apprezzo molto che le persone che ti dicono in faccia quello che pensano. ti ringrazio quindi per essere stata onesta con me e avermi detto come la pensi.
credimi, è una situazione tanto difficile, in cui in realtà nemmeno io so esattamente cosa pensare e cosa fare.
sarei una bugiarda (e io non lo sono mai!) se non ammettessi di aver pensato almeno 1000 volte le stesse cose che mi hai scritto tu: che alla fine non sono problemi miei, che non può "crogiolarsi" nella situazione, ecc. ma soprattutto ho pensato milioni di volte che è irriconoscente, perchè, con quello che faccio, non merito quel trattamento umano.e che forse non ne vale la pena.e, detto tra noi, ho pensato mille volte che sono una stupida (per non dire altro) ad aiutarlo così.
altre volte però "tocco con mano" il suo dolore e vedo quanto è ancora distrutto, e allora ho proprio l'impressione che proprio non ci arrivi a vedere al di là del suo naso e a riorganizzarsi la vita. non so come spiegarlo.... il mio giudizio poi è certamente annebbiato dal fatto che lo conoscevo anche prima di questa tragedia familiare, e sapevo che persona era prima: era uno che non si approffittava mai di niente, ma che anzi, se gli facevi 1 qualunque favore, contraccambiava in 1000 modi. adesso è come "se fosse in trance", se non vedesse niente....
sul fatto che devo ritagliarmi più spazi ti do pienamente ragione. stavo guardando poco fa gli orari delle palestre che ho preso e ho visto che, per frequentarne una, dovrei comunque ridurre di 1 ora e mezza/2 l'orario, perchè gli orari in gran parte coincidono. e ho deciso di iscrivermi comunque, con conseguente riduzione di orario (la settimana prossima farò il certificato medico). vedremo cosà farà lui.....
quanto al rapporto umano, ho deciso di chiudermi a riccio: non mi farò più sentire per telefono, e in studio non parlerò di altro se non di lavoro a monosillabi. insomma, cercherò io il distacco. come lui in questi mesi mi ha escluso completamente dalla sua vita, adesso lo farò io. ho fatto chilometri per venirgli incontro, adesso tocca a lui fare due passi nella mia direzione e dimostrarmi qualcosa, perchè il suo atteggiamento mi ha molto ferito e amareggiato. adesso lascio la palla a lui. se veramente è ancora mio amico, capirà e farà quei due passi verso di me, e io riaprirò la porta. se non li fa, vorrà dire che, ancora una volta, ho fatto un enorme errore di valutazione ed un pessimo investimento umano, e dovrò meditare seriamente sul da farsi....
quanto al "come può finire", visto il suo attuale atteggiamento io ho paura che possa finire così senza neanche una compagna di mezzo, pensa un pò....!
Sono d'accordo sul questa tua decisione, soprattutto sull'evitare di chiamarlo e sul fatto di parlare esclusivamente di lavoro, un tuo cambiamento porterà forse ad un "risveglio" dalla trance in cui si trova, prima, oppresso dal dolore, ti ha presa per scontata, adesso dovrebbe essere arrivato il momento per lui di riallacciare un minimo di relazioni normali e di capire, soprattutto, quanto hai fatto per lui. Io però ti consiglierei di essere molto parca di parole, sì, ma non "dura", lui deve comprendere la tua tristezza, non scambiare questa tristezza e amarezza per rancore ( e visto il suo stato mentale ed emotivo potrebbe fare questo errore ), quindi io direi: fermezza, ( piano piano tornare ad una ripartizione del lavoro più equilibrata, orari normali ecc ) senso pratico ( ha dei problemi con i bimbi? Darei un pratico e pacato suggerimento di trovara una brava tata per aiutarlo ), modo di fare educato e non duro, ma nettamente diverso da prima.

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Messaggio da aradis » 06/09/2009, 17:46

tempest ha scritto:[...]


Sono d'accordo sul questa tua decisione, soprattutto sull'evitare di chiamarlo e sul fatto di parlare esclusivamente di lavoro, un tuo cambiamento porterà forse ad un "risveglio" dalla trance in cui si trova, prima, oppresso dal dolore, ti ha presa per scontata, adesso dovrebbe essere arrivato il momento per lui di riallacciare un minimo di relazioni normali e di capire, soprattutto, quanto hai fatto per lui. Io però ti consiglierei di essere molto parca di parole, sì, ma non "dura", lui deve comprendere la tua tristezza, non scambiare questa tristezza e amarezza per rancore ( e visto il suo stato mentale ed emotivo potrebbe fare questo errore ), quindi io direi: fermezza, ( piano piano tornare ad una ripartizione del lavoro più equilibrata, orari normali ecc ) senso pratico ( ha dei problemi con i bimbi? Darei un pratico e pacato suggerimento di trovara una brava tata per aiutarlo ), modo di fare educato e non duro, ma nettamente diverso da prima.

Quanto hai detto è perfetto!!! Concordo in pieno!!! Nessuna asprezza dei toni, ma fermezza e distacco!! Niente di più di una semplice collega!!
Ciao

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Messaggio da arietina76 » 06/09/2009, 18:54

aradis ha scritto:[...]




Quanto hai detto è perfetto!!! Concordo in pieno!!! Nessuna asprezza dei toni, ma fermezza e distacco!! Niente di più di una semplice collega!!
Ciao
aradis, tempest, topicsnow: vi ringrazio tantissimo per i vistri consigli, ho molto su cui riflettere, e credo che in ognuno dei vostri interventi ci sia molto di cui far tesoro.
ancora mille grazie, e un abbraccio a tutte e tre. :sun:

p.s. vi terrò aggiornate....

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 25/11/2011, 21:51

arietina76 ha scritto:ciao a tutti, vorrei sottoprvi un problema che mi sta molto a cuore, e per cui sono alla disperata ricerca di suggerimenti.....
un mio carissimo amico (anzi, col bene che gli voglio forse dovrei dire "fratello"), nonché collega con cui divido lo studio, è rimasto vedovo circa sette mesi, a seguito di una malattia tanto terribile quanto fulminante della moglie. tenete presente che ha solo qualche anno puù di me e ha due bambini veramente piccoli.
quando si è assentato completamente dallo studio per questi problemi, io non ho esitato, vista la nostra amicizia, a farmi carico del suo lavoro, lavorando spesso anche il sabato e la domenica senza chiedere (ci mancherebbe altro!) nulla, affinchè almeno sul lavoro non perdesse niente.
con il passare dei mesi, si è ripreso sul lavoro, ma sul piano personale è un disastro.in particolare, vedo un continuo rifiuto della mia amicizia extra-lavorativa. non vuole nemmeno che vada mai a trovare lui o i bambini (cosa che prima facevo regolarmente), se gli mando sms nel fine settimana o gli telefono per sapere come va neanche mi risponde... e sul lavoro, sembra che la mia semplice presenza in ufficio sia un problema e lo faccia sbottare, andando qualche volte verso la pura cattiveria gratuita... la situazione è sempre più spesso intollerabile, si taglia l'aria con il coltello, e diventa un brutto lavorare, anzi, un brutto vivere...
allora vi domando: qual è l'atteggiamento o il modo di fare giusto in una simile situazione, ammesso che ce ne sia uno? a volte mi domando se sono io a sbagliare qualcosa, o se è il suo dolore a parlare....spero per voi di no, ma qualcuno ha vissuto esperienze simili?
alcuni mi dicono che devo avere solo pazienza e tempo, ma basterà?
si accettano suggerimenti....
scusate se il post è troppo lungo, ma è una situazione complicata e difficile, anche da spiegare.
ringrazio anticipatamente quanti vorranno dirmi la loro.
se ci fosse Dies Irae (a cui peraltro tirerò le orecchie quando riapparirà, perchè sta latitando un pò troppo.... ;) ), direbbe: mi sembra di vedere topic morti..... :DD

scherzi a parte, è passata una vita da quando ho aperto questo topic, che peraltro è quello che mi ha portato su questi lidi e che ha sancito la vostra condanna a sopportarmi..... ;) :DD
e siccome ci lamentiamo sempre che, della maggior parte dei topic aperti non si sa mai come si evolvono e come va a finire, ho pensato per una volta di fare il contrario, e di dirvi come sono andate le cose (o forse come stanno andando ancora).
ho passato parecchi momenti difficili, in cui ho continuato a tenere duro e a credere in un'amicizia di cui, in realtà, non si vedeva nulla: cosa che tra l'altro quasi tutti mi dicevano (anche se io sono stata testarda ;) ).
il punto di rottura è stato però raggiunto alla fine dell'anno scorso, quando io, assentandomi per un fine settimana all'estero, sono rimasta bloccata dal gelo (con conseguente cancellazione del mio volo e soggiorno prorogato a forza di una settimana), e proprio in quei giorni è venuto a mancare il papà di quell' "amico". ho cercato di contattarlo per sapere come stava, ma non ha mai risposto nè alle mie telefonate nè ai miei sms.
e al ritorno sono subita corsa da lui abbracciandolo e dicendogli che, da quando ero stata informata dell'ulteriore perdita che aveva subito, avevo passato ogni momento di quel "soggiorno forzato" a pensare a lui, ai suoi bambini, a cosa stavano provando.
ma ho anche scoperto che lui aveva passato quell'intera settimana a parlare male di me con conoscenti, amici e colleghi: non semplici apprezzamenti negativi, ma vere e proprie ingiurie, accompagnate da una discreta dose di falsità (tipo il fatto che me ne sarei andata senza neanche avvisarlo, fregandomene della situazione) e condite da una serie di vere e proprie frasi volgari ( nel vero senso della parola) nei miei confronti.
prima me le hanno riferite più persone, che neppure si conoscono tra loro, e poi ho avuto la conferma definitiva: ha dimenticato aperto sul mio pc il file con gli sms che aveva mandato a destra e sinistra, con relativo scambio di sberleffi e denigrazione nei miei confronti. :rolleyes: frasi indegne, che non sto qui a scrivere perchè sarebbe censurate....
mi sono sentita stupida, umiliata, ferita, derisa, e pugnalata alle spalle. :'(
con le lacrime agli occhi gli ho parlato dicendogli quello che avevo saputo, dicendogli anche che, con tutto quello che avevo fatto per lui, doveva solo vergognarsi e che così aveva ucciso l'amica che era in me.
e per tutta risposta lui si è messo a sghignazzare, dicendo che non aveva ucciso nessuno, che non dovevamo mica essere amici per forza e che se aveva detto certe cose la colpa era soltanto mia e della situazione in cui si è trovato. :'( :'( :'(
per me è stato difficile, tremendamente difficile, riuscire a separare il privato e il lavoro, e a mantenere con lui rapporti - appunto - di mero lavoro, ma alla fine ce l'ho fatta: ho pensato che non potevo permettergli più di danneggiarmi in nessun modo.
dal 1° gennaio di quest'anno ormai in me è subentrata un'indifferenza assoluta, una calma glaciale: mi comporto come mi comportarei col primo che passa per strada, perchè lui per me è questo, adesso: un estraneo.
se devo essere sincera, vedo che da settembre è leggermente cambiato, nel cerca che cerca un riavvicinamento nei miei confronti, dicendomi tra l'altro spesso che mi vuole bene. ma io con altrettanta frequenza gli rispondo che per me non è più così, anche se ogni volta lui alla fine ride, come se pensasse che scherzassi. e invece è proprio così: per me non è più nulla.
avrei potuto ancora passare su molte cose, ma non sulle pugnalate alla schiena, sulla mancanza di rispetto e cattiveria (e ripeto, uso eufemismi) mascherati da una finta cordialità.
ieri mi ha riferito che una persona che conosce gli ha detto che ha un buon carattere. per un pò non gli ho dato corda, ma alla quarta volta che lo diceva per provare una mia risposta, gli ho risposto che a quella persona auguro un quarto di quello che lui ha detto e fatto a me, per sapere cosa prova.
e oggi - non so se casualmente o no - mi ha regalato un sacchetto di gianduiotti artigianali.
ma questi tentativi di "avvicinamento" non bastano: io non riesco più a considerarlo un amico, a credere nei suoi gesti, a fidarmi di lui. per me la nostra amicizia è un capitolo chiuso: mi spiace solo per tutto il tempo che ho perso a farmi mille domande.
devo dire comunque che adesso, paradossalmente, sono serena e tranquilla: capendo o ritenendo che non ci sia amicizia da parte sua, ma solo opportunità, ho smesso di farmi mille domande per i suoi comportamenti e le sue parole, e nello stesso tempo ho smesso di rimugianare sul mio comportamento. da questo punto di vista solo assolutamente tranquilla, ormai. :)
ecco, questo è il punto a cui siamo....

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da airlander » 26/11/2011, 16:27

arietina76 ha scritto:[...]
se ci fosse Dies Irae (a cui peraltro tirerò le orecchie quando riapparirà, perchè sta latitando un pò troppo.... ;) ), direbbe: mi sembra di vedere topic morti..... :DD
scherzi a parte, è passata una vita da quando ho aperto questo topic, che peraltro è quello che mi ha portato su questi lidi e che ha sancito la vostra condanna a sopportarmi..... ;) :DD
e siccome ci lamentiamo sempre che, della maggior parte dei topic aperti non si sa mai come si evolvono e come va a finire, ho pensato per una volta di fare il contrario, e di dirvi come sono andate le cose (o forse come stanno andando ancora).
ho passato parecchi momenti difficili, in cui ho continuato a tenere duro e a credere in un'amicizia di cui, in realtà, non si vedeva nulla: cosa che tra l'altro quasi tutti mi dicevano (anche se io sono stata testarda ;) ).
il punto di rottura è stato però raggiunto alla fine dell'anno scorso, quando io, assentandomi per un fine settimana all'estero, sono rimasta bloccata dal gelo (con conseguente cancellazione del mio volo e soggiorno prorogato a forza di una settimana), e proprio in quei giorni è venuto a mancare il papà di quell' "amico". ho cercato di contattarlo per sapere come stava, ma non ha mai risposto nè alle mie telefonate nè ai miei sms.
e al ritorno sono subita corsa da lui abbracciandolo e dicendogli che, da quando ero stata informata dell'ulteriore perdita che aveva subito, avevo passato ogni momento di quel "soggiorno forzato" a pensare a lui, ai suoi bambini, a cosa stavano provando.
ma ho anche scoperto che lui aveva passato quell'intera settimana a parlare male di me con conoscenti, amici e colleghi: non semplici apprezzamenti negativi, ma vere e proprie ingiurie, accompagnate da una discreta dose di falsità (tipo il fatto che me ne sarei andata senza neanche avvisarlo, fregandomene della situazione) e condite da una serie di vere e proprie frasi volgari ( nel vero senso della parola) nei miei confronti.
prima me le hanno riferite più persone, che neppure si conoscono tra loro, e poi ho avuto la conferma definitiva: ha dimenticato aperto sul mio pc il file con gli sms che aveva mandato a destra e sinistra, con relativo scambio di sberleffi e denigrazione nei miei confronti. :rolleyes: frasi indegne, che non sto qui a scrivere perchè sarebbe censurate....
mi sono sentita stupida, umiliata, ferita, derisa, e pugnalata alle spalle. :'(
con le lacrime agli occhi gli ho parlato dicendogli quello che avevo saputo, dicendogli anche che, con tutto quello che avevo fatto per lui, doveva solo vergognarsi e che così aveva ucciso l'amica che era in me.
e per tutta risposta lui si è messo a sghignazzare, dicendo che non aveva ucciso nessuno, che non dovevamo mica essere amici per forza e che se aveva detto certe cose la colpa era soltanto mia e della situazione in cui si è trovato. :'( :'( :'(
per me è stato difficile, tremendamente difficile, riuscire a separare il privato e il lavoro, e a mantenere con lui rapporti - appunto - di mero lavoro, ma alla fine ce l'ho fatta: ho pensato che non potevo permettergli più di danneggiarmi in nessun modo.
dal 1° gennaio di quest'anno ormai in me è subentrata un'indifferenza assoluta, una calma glaciale: mi comporto come mi comportarei col primo che passa per strada, perchè lui per me è questo, adesso: un estraneo.
se devo essere sincera, vedo che da settembre è leggermente cambiato, nel cerca che cerca un riavvicinamento nei miei confronti, dicendomi tra l'altro spesso che mi vuole bene. ma io con altrettanta frequenza gli rispondo che per me non è più così, anche se ogni volta lui alla fine ride, come se pensasse che scherzassi. e invece è proprio così: per me non è più nulla.
avrei potuto ancora passare su molte cose, ma non sulle pugnalate alla schiena, sulla mancanza di rispetto e cattiveria (e ripeto, uso eufemismi) mascherati da una finta cordialità.
ieri mi ha riferito che una persona che conosce gli ha detto che ha un buon carattere. per un pò non gli ho dato corda, ma alla quarta volta che lo diceva per provare una mia risposta, gli ho risposto che a quella persona auguro un quarto di quello che lui ha detto e fatto a me, per sapere cosa prova.
e oggi - non so se casualmente o no - mi ha regalato un sacchetto di gianduiotti artigianali.
ma questi tentativi di "avvicinamento" non bastano: io non riesco più a considerarlo un amico, a credere nei suoi gesti, a fidarmi di lui. per me la nostra amicizia è un capitolo chiuso: mi spiace solo per tutto il tempo che ho perso a farmi mille domande.
devo dire comunque che adesso, paradossalmente, sono serena e tranquilla: capendo o ritenendo che non ci sia amicizia da parte sua, ma solo opportunità, ho smesso di farmi mille domande per i suoi comportamenti e le sue parole, e nello stesso tempo ho smesso di rimugianare sul mio comportamento. da questo punto di vista solo assolutamente tranquilla, ormai. :)
ecco, questo è il punto a cui siamo....
tutto ciò potrà farti solo che bene finalmente hai aperto gli occhi, ma cosa aspetti a separare anche la situazione lavorativa?
non cercare di diventare un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore
albert einstein
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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 26/11/2011, 17:33

airlander ha scritto:[...]



tutto ciò potrà farti solo che bene finalmente hai aperto gli occhi, ma cosa aspetti a separare anche la situazione lavorativa?
hai ragione, tutto questo mi ha fatto solo bene, nel senso che, passata la botta iniziale (e ti assicuro che all'inizio l'ho presa male davvero), capire come stavano realmente le cose (insomma, aprire gli occhi) ha placato il mio animo, sotto molti punti di vista. ;)
per la situazione lavorativa, non è che non ci abbia pensato, anzi: almeno 1000 volte ho pensato di andarmene sbattendo la porta.
ma sono ancora agli inizi della carriera (diciamo così ;) ) e con la crisi che c'è in giro, si rischia poi di pagare l'orgoglio.... :rolleyes:
dopo una lunga riflessione (e ti giuro che è stata proprio lunga :DD ) ho preferito spaccare la situazione e me stessa in due, lasciando per ora la situazione lavorativa com'è.
ma non ti credere: anche questa situazione non è destinata a durare in eterno..... ;)

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da airlander » 26/11/2011, 17:42

arietina76 ha scritto:[...]

hai ragione, tutto questo mi ha fatto solo bene, nel senso che, passata la botta iniziale (e ti assicuro che all'inizio l'ho presa male davvero), capire come stavano realmente le cose (insomma, aprire gli occhi) ha placato il mio animo, sotto molti punti di vista. ;)
per la situazione lavorativa, non è che non ci abbia pensato, anzi: almeno 1000 volte ho pensato di andarmene sbattendo la porta.
ma sono ancora agli inizi della carriera (diciamo così ;) ) e con la crisi che c'è in giro, si rischia poi di pagare l'orgoglio.... :rolleyes:
dopo una lunga riflessione (e ti giuro che è stata proprio lunga :DD ) ho preferito spaccare la situazione e me stessa in due, lasciando per ora la situazione lavorativa com'è.
ma non ti credere: anche questa situazione non è destinata a durare in eterno..... ;)
ok in fondo la "vendetta" è un piatto che è sempre meglio gustare da freddo ;)
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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da george clooney » 26/11/2011, 18:12

arietina76 ha scritto:[...]






ma ho anche scoperto che lui aveva passato quell'intera settimana a parlare male di me con conoscenti, amici e colleghi: non semplici apprezzamenti negativi, ma vere e proprie ingiurie, accompagnate da una discreta dose di falsità (tipo il fatto che me ne sarei andata senza neanche avvisarlo, fregandomene della situazione) e condite da una serie di vere e proprie frasi volgari ( nel vero senso della parola) nei miei confronti.
prima me le hanno riferite più persone, che neppure si conoscono tra loro, e poi ho avuto la conferma definitiva: ha dimenticato aperto sul mio pc il file con gli sms che aveva mandato a destra e sinistra, con relativo scambio di sberleffi e denigrazione nei miei confronti. :rolleyes: frasi indegne, che non sto qui a scrivere perchè sarebbe censurate....
A volte certi individui si rivelano delle personcine piccole piccole..
Hai fatto bene a non farti prendere dall'impulsività venendo via..Hai agito saggiamente considerando la carenza di lavoro che c'è al giorno d'oggi; ma appena ti è posssibile, non esitare neanche un minuto ad interrompere i rapporti lavorativi con questa persona..

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da tempest » 26/11/2011, 21:03

george clooney ha scritto:[...]



A volte certi individui si rivelano delle personcine piccole piccole..
Hai fatto bene a non farti prendere dall'impulsività venendo via..Hai agito saggiamente considerando la carenza di lavoro che c'è al giorno d'oggi; ma appena ti è posssibile, non esitare neanche un minuto ad interrompere i rapporti lavorativi con questa persona..
Sono d'accordo.
Aspetta il momento opportuno per andartene e lasciarlo, possibilmente, nella m**** più profonda.
Per il resto sono contenta di leggere che ora sei serena, io ero tra quelli che avevano dato credito alla "bontà" dell'individuo in questione :rolleyes: ed è emerso che ho preso una cantonata.
Il tempo guarisce le ferite, per fortuna, ma io qualche piccola soddisfazione me la prenderei.... :[ Ti ha regalato i giaduiotti? Beh, io li avrei buttati nel cestino della carta/spazzatura in bella vista!

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 27/11/2011, 14:47

tempest ha scritto:[...]


Sono d'accordo.
Aspetta il momento opportuno per andartene e lasciarlo, possibilmente, nella m**** più profonda.
Per il resto sono contenta di leggere che ora sei serena, io ero tra quelli che avevano dato credito alla "bontà" dell'individuo in questione :rolleyes: ed è emerso che ho preso una cantonata.
Il tempo guarisce le ferite, per fortuna, ma io qualche piccola soddisfazione me la prenderei.... :[ Ti ha regalato i giaduiotti? Beh, io li avrei buttati nel cestino della carta/spazzatura in bella vista!
tranquilla, Tempest: io ho preso una cantonata ben più grossa! :DD
ci ho messo davvero tanto per rendermi conto della situazione, e diciamo pure che mi sono arresa soltanto quando sono stata messa di fronte all'evidenza, mio malgrado. :rolleyes:
adesso sono molto più serena, perchè ho finito di farmi mille domande e paranoie: prima mi domandavo perchè un amico si comportasse così, dove sbagliassi io, cosa dovevo fare di più o semplicemente di diverso. Insomma, tutte domande che avevano come presupposto il fatto che fossimo amici. Ma venuto a mancare questo, anche le domande sono cadute. ;)
è subentrata, piuttosto, un'infinita pena nei confronti di me stessa: per tutte le energie spese e l'affetto dato, per tutte le paranoie che mi sono fatta quando invece non era il caso.
è vero, il tempo guarisce le ferite, anche se le ferite più importanti lasciano sempre una cicatrice, e io di cicatrici ne ho accumulate parecchie.
e proprio per questo penso che, a tempo debito, qualche piccola soddisfazione avrò ancora voglia di prendermela.... ;)
i gianduiotti comunque li ho regalati via: non ne ho toccato neanche uno. :[

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airlander
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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da airlander » 27/11/2011, 16:20

arietina76 ha scritto:[...]
tranquilla, Tempest: io ho preso una cantonata ben più grossa! :DD
ci ho messo davvero tanto per rendermi conto della situazione, e diciamo pure che mi sono arresa soltanto quando sono stata messa di fronte all'evidenza, mio malgrado. :rolleyes:
adesso sono molto più serena, perchè ho finito di farmi mille domande e paranoie: prima mi domandavo perchè un amico si comportasse così, dove sbagliassi io, cosa dovevo fare di più o semplicemente di diverso. Insomma, tutte domande che avevano come presupposto il fatto che fossimo amici. Ma venuto a mancare questo, anche le domande sono cadute. ;)
è subentrata, piuttosto, un'infinita pena nei confronti di me stessa: per tutte le energie spese e l'affetto dato, per tutte le paranoie che mi sono fatta quando invece non era il caso.
è vero, il tempo guarisce le ferite, anche se le ferite più importanti lasciano sempre una cicatrice, e io di cicatrici ne ho accumulate parecchie.
e proprio per questo penso che, a tempo debito, qualche piccola soddisfazione avrò ancora voglia di prendermela.... ;)
i gianduiotti comunque li ho regalati via: non ne ho toccato neanche uno. :[
certo che questo personaggio deve avere proprio la faccia come il di dietro per arrivare dopo tutto questo a pensare di poterti addolcire con dei semplici gianduiotti.....che persona orribile.
non cercare di diventare un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore
albert einstein
http://www.youtube.com/watch?v=8kaC4yCRR48