come si aiuta un amico in una simile situazione?

L'amicizia, gli amici, gruppi di amici: idee, esperienze, consigli, riflessioni

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arietina76
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come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 17/07/2009, 16:16

ciao a tutti, vorrei sottoprvi un problema che mi sta molto a cuore, e per cui sono alla disperata ricerca di suggerimenti.....
un mio carissimo amico (anzi, col bene che gli voglio forse dovrei dire "fratello"), nonché collega con cui divido lo studio, è rimasto vedovo circa sette mesi, a seguito di una malattia tanto terribile quanto fulminante della moglie. tenete presente che ha solo qualche anno puù di me e ha due bambini veramente piccoli.
quando si è assentato completamente dallo studio per questi problemi, io non ho esitato, vista la nostra amicizia, a farmi carico del suo lavoro, lavorando spesso anche il sabato e la domenica senza chiedere (ci mancherebbe altro!) nulla, affinchè almeno sul lavoro non perdesse niente.
con il passare dei mesi, si è ripreso sul lavoro, ma sul piano personale è un disastro.in particolare, vedo un continuo rifiuto della mia amicizia extra-lavorativa. non vuole nemmeno che vada mai a trovare lui o i bambini (cosa che prima facevo regolarmente), se gli mando sms nel fine settimana o gli telefono per sapere come va neanche mi risponde... e sul lavoro, sembra che la mia semplice presenza in ufficio sia un problema e lo faccia sbottare, andando qualche volte verso la pura cattiveria gratuita... la situazione è sempre più spesso intollerabile, si taglia l'aria con il coltello, e diventa un brutto lavorare, anzi, un brutto vivere...
allora vi domando: qual è l'atteggiamento o il modo di fare giusto in una simile situazione, ammesso che ce ne sia uno? a volte mi domando se sono io a sbagliare qualcosa, o se è il suo dolore a parlare....spero per voi di no, ma qualcuno ha vissuto esperienze simili?
alcuni mi dicono che devo avere solo pazienza e tempo, ma basterà?
si accettano suggerimenti....
scusate se il post è troppo lungo, ma è una situazione complicata e difficile, anche da spiegare.
ringrazio anticipatamente quanti vorranno dirmi la loro.

Ace


Messaggio da Ace » 17/07/2009, 18:04

...sono cose che dispiacciono sempre.

Io sinceramente non ci sono passato e tu nemmeno.
Sfortunatamente al tuo amico è accaduto e non è facile da "esterni" comprendere fino in fondo cosa può provocare una tragedia del genere.

Il fatto che abbia ripreso a lavorare non significa necessariamente che sia in fase di recupero,ma magari,avendo 2 figli a cui dedicarsi...è facile che abbia dovuto rinunciare per il bene loro a prendersi un po' di tempo per se stesso.
E allora subentrano i momenti di sconforto,di solitudine,di frustrazione e perchè no...anche rancore,dopotutto è successo a lui e non ad altri.
Però li manifesta con te ed io questo lo considerei un buon punto di ripartenza.
In situazioni cosi delicate,bisogna star attenti ad insistere o a sapersi fermare sempre al momento giusto.
Se non sai regolarti bene con lui,secondo me è meglio che ti giudichi troppo insistente che menefreghista.

Serve tanto tanto tempo a lui e tanta tanta pazienza a te.
Siete amici da un sacco di tempo,questo lo sa bene,non ti preoccupare.
Coraggio a lui e...coraggio a te!
;)

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da george clooney » 17/07/2009, 18:27

arietina76 ha scritto:ciao a tutti, vorrei sottoprvi un problema che mi sta molto a cuore, e per cui sono alla disperata ricerca di suggerimenti.....
.
Il tuo amico è stato colpito da una perdita molto dolorosa e difficile da affrontare..Con ogni probabilità sta elaborando il lutto; per fare questo deve avere il tempo necessario per riuscire ad accettare la perdita subita. Spesso si sente l'esigenza di starsene da soli, senza avere pressioni alcune da parte di terze persone. Il proceso del lutto è lento e progressivo. Sicuramente lui ha capito che tu lo vuoi aiutare e gli stai offrendo il tuo sostegno, ma probabilmente in questo momento ha bisogno di starsene da solo e di gestire il suo dolore. Magari se tu fossi un amico, invece che un'amica, accetterebbe più di buon grado un aiuto, ci hai pensato?

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Messaggio da arietina76 » 17/07/2009, 18:29

Ace ha scritto:...sono cose che dispiacciono sempre.

Io sinceramente non ci sono passato e tu nemmeno.
Sfortunatamente al tuo amico è accaduto e non è facile da "esterni" comprendere fino in fondo cosa può provocare una tragedia del genere.

Il fatto che abbia ripreso a lavorare non significa necessariamente che sia in fase di recupero,ma magari,avendo 2 figli a cui dedicarsi...è facile che abbia dovuto rinunciare per il bene loro a prendersi un po' di tempo per se stesso.
E allora subentrano i momenti di sconforto,di solitudine,di frustrazione e perchè no...anche rancore,dopotutto è successo a lui e non ad altri.
Però li manifesta con te ed io questo lo considerei un buon punto di ripartenza.
In situazioni cosi delicate,bisogna star attenti ad insistere o a sapersi fermare sempre al momento giusto.
Se non sai regolarti bene con lui,secondo me è meglio che ti giudichi troppo insistente che menefreghista.

Serve tanto tanto tempo a lui e tanta tanta pazienza a te.
Siete amici da un sacco di tempo,questo lo sa bene,non ti preoccupare.
Coraggio a lui e...coraggio a te!
;)

ti ringrazio per le tue parole di incoraggiamento, mi ha fatto sinceramente bene sentirle. spero che sia come dici, che sia un punto da cui ripartire. io dico sempre che è meglio che sfoghi con me che non con i suoi bimbi (con loro è sempre un padre splendido e sorridente, nonostante tutto), anche se per me è difficile. spesso però mi trovo a domandarmi se riuscirà mai a superare questo momento. so che per lui 7 mesi sono niente, ma per me fino ad ora è stato un calvario, di cui ancora non si vede l'uscita.
spero, almeno, che si renda conto della mia amicizia, perchè - ti dico la verità - a volte mi tratta con una tale freddeza, distacco e anche rabbia ingiustificata, che mi trovo io a dubitare della sua amicizia. ma poi mi dico che non è lui a parlare, ma il suo dolore...
in più in questi mesi difficili, in cui sento tanto il bisogno di parlare, sono i miei amici più stretti ad avere dato forfait. ti faccio 1 esempio: ho un'amicizia quasi ventennale con una ragazza, che è sempre stata solida (o almeno io credevo), l'ho aiutata quando ha avuto problemi familiari - poi risolti - e di lavoro, che le ho risolto io. quando ho iniziato io a parlarle dei miei problemi (quando fino ad ora era sempre stato il contrario, e io per lei c'ero), s'è letteralmente data, la chiamo o le mado sms e neanche mi risponde! questo da qualche mese. ti sembra normale?forse è anche per questo che risento tanto della situazione: mi sento abbandonata, sola e impotente, sotto tutti i punti di vista. anche per questo mi sono iscritta al forum, sentivo la necessità di parlare con qualcuno che avesse voglia di ascoltarmi..
ti ringrazio ancora per le tue parole e spero di risentirti presto, anche per temi più leggeri.
ciao

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 17/07/2009, 18:45

george clooney ha scritto:[...]



Il tuo amico è stato colpito da una perdita molto dolorosa e difficile da affrontare..Con ogni probabilità sta elaborando il lutto; per fare questo deve avere il tempo necessario per riuscire ad accettare la perdita subita. Spesso si sente l'esigenza di starsene da soli, senza avere pressioni alcune da parte di terze persone. Il proceso del lutto è lento e progressivo. Sicuramente lui ha capito che tu lo vuoi aiutare e gli stai offrendo il tuo sostegno, ma probabilmente in questo momento ha bisogno di starsene da solo e di gestire il suo dolore. Magari se tu fossi un amico, invece che un'amica, accetterebbe più di buon grado un aiuto, ci hai pensato?
no, devo dire che amico o amica cambia poco. conosco bene un paio di suoi amici e sono stati a contattarmi in separata sede per sapere come sta, perché con loro si fa vedere tranquillo e non si confida, non fa trapelare niente.
almeno io posso dire che con me non si mostra tranquillo: è sempre arrabbiato, scorbutico e a volte gratuitamente maleducato. ti dirò di più: ho notato che se qualche suo amico gli tende una mano (ad es. invitandolo a cena), lui cortesemente rifiuta con un sorriso e sembra tranquillo. poi, quando siamo da soli, con me fa la sfuriata, grida e si arrabbia dicendo che ha solo voglia di starsene da solo e non vuole nessuno. anche quando le "gaffes" le fanno gli altri, la sfuriata è sempre la mia.
per questo ti dico che non vedo una grande differenza tra amica e amico...però hai ragione: la perdita è stata tremenda. spero veramente che il tempo possa fare qualcosa.
grazie.

george clooney
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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da george clooney » 17/07/2009, 19:05

arietina76 ha scritto:[...]



no, devo dire che amico o amica cambia poco. conosco bene un paio di suoi amici e sono stati a contattarmi in separata sede per sapere come sta, perché con loro si fa vedere tranquillo e non si confida, non fa trapelare niente.
almeno io posso dire che con me non si mostra tranquillo: è sempre arrabbiato, scorbutico e a volte gratuitamente maleducato. ti dirò di più: ho notato che se qualche suo amico gli tende una mano (ad es. invitandolo a cena), lui cortesemente rifiuta con un sorriso e sembra tranquillo. poi, quando siamo da soli, con me fa la sfuriata, grida e si arrabbia dicendo che ha solo voglia di starsene da solo e non vuole nessuno. anche quando le "gaffes" le fanno gli altri, la sfuriata è sempre la mia.
per questo ti dico che non vedo una grande differenza tra amica e amico...però hai ragione: la perdita è stata tremenda. spero veramente che il tempo possa fare qualcosa.
grazie.
Il tempo è un'ottima medicina, questo è sicuro..Una volta vidi un film (di cui non ricordo il titolo) nel quale il protagonista principale perse la moglie (proprio come il tuo amico); lui la amava moltissimo e la sua perdita fu devastante. Un'amica, tentò di stargli accanto(anche ai suoi figli), ma lui respinse il suo aiuto molto bruscamente, proprio come fa il tuo amico con te..Il motivo? Pensava che la sua amica volesse prendere il posto della moglie..Più lei voleva aiutarlo e più lui si allontanava..Per questo motivo ti ho chiesto se potrebbe esserci differenza se ad aiutarlo fosse un amico..Ovviamente sono semplici supposizioni; non conosco il tuo amico e la vostra situazione, per cui non posso dire nulla al riguardo.. Mi dispiace che ti tratti male, ma calcola che lo fa perchè dentro ha tanto dolore..Coraggio!

Ace


Messaggio da Ace » 17/07/2009, 19:21

arietina76 ha scritto:[...]




ti ringrazio per le tue parole di incoraggiamento, mi ha fatto sinceramente bene sentirle. spero che sia come dici, che sia un punto da cui ripartire. io dico sempre che è meglio che sfoghi con me che non con i suoi bimbi (con loro è sempre un padre splendido e sorridente, nonostante tutto), anche se per me è difficile. spesso però mi trovo a domandarmi se riuscirà mai a superare questo momento. so che per lui 7 mesi sono niente, ma per me fino ad ora è stato un calvario, di cui ancora non si vede l'uscita.
spero, almeno, che si renda conto della mia amicizia, perchè - ti dico la verità - a volte mi tratta con una tale freddeza, distacco e anche rabbia ingiustificata, che mi trovo io a dubitare della sua amicizia. ma poi mi dico che non è lui a parlare, ma il suo dolore...
in più in questi mesi difficili, in cui sento tanto il bisogno di parlare, sono i miei amici più stretti ad avere dato forfait. ti faccio 1 esempio: ho un'amicizia quasi ventennale con una ragazza, che è sempre stata solida (o almeno io credevo), l'ho aiutata quando ha avuto problemi familiari - poi risolti - e di lavoro, che le ho risolto io. quando ho iniziato io a parlarle dei miei problemi (quando fino ad ora era sempre stato il contrario, e io per lei c'ero), s'è letteralmente data, la chiamo o le mado sms e neanche mi risponde! questo da qualche mese. ti sembra normale?forse è anche per questo che risento tanto della situazione: mi sento abbandonata, sola e impotente, sotto tutti i punti di vista. anche per questo mi sono iscritta al forum, sentivo la necessità di parlare con qualcuno che avesse voglia di ascoltarmi..
ti ringrazio ancora per le tue parole e spero di risentirti presto, anche per temi più leggeri.
ciao
Sette mesi sono niente purtroppo e sicuramente come te starà dubitando di cavarne le gambe.
Il fatto che mantiene un profilo distaccato con gli altri e si sfoghi poi con te secondo me è positivo,ne puoi dedurre che in quel momento è davvero se stesso.
Ha bisogno di esternare i suoi sentimenti e tu fai la parte nobile del "Pungiball".
So che è difficile vederlo sotto questa luce e che ogni volta finisci per chiederti se ne vale la pena...ma ti sei fatta l'esempio da sola parlando della tua amica: quando ce n'è bisogno DAVVERO,non sempre si trova qualcuno disposto a prendersi i "cazzotti" altrui.
Anche se tu in precedenza lo hai fatto.

Questo purtroppo l'ho passato anche io e finita l'incredulità iniziale, rimane solo una grande delusione.
Però non si può star con le mani in mano..faccio parte della scuola di pensiero "Alza il dito medio e prosegui a testa bassa". ;)

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Messaggio da arietina76 » 17/07/2009, 19:44

Ace ha scritto:[...]



Sette mesi sono niente purtroppo e sicuramente come te starà dubitando di cavarne le gambe.
Il fatto che mantiene un profilo distaccato con gli altri e si sfoghi poi con te secondo me è positivo,ne puoi dedurre che in quel momento è davvero se stesso.
Ha bisogno di esternare i suoi sentimenti e tu fai la parte nobile del "Pungiball".
So che è difficile vederlo sotto questa luce e che ogni volta finisci per chiederti se ne vale la pena...ma ti sei fatta l'esempio da sola parlando della tua amica: quando ce n'è bisogno DAVVERO,non sempre si trova qualcuno disposto a prendersi i "cazzotti" altrui.
Anche se tu in precedenza lo hai fatto.

Questo purtroppo l'ho passato anche io e finita l'incredulità iniziale, rimane solo una grande delusione.
Però non si può star con le mani in mano..faccio parte della scuola di pensiero "Alza il dito medio e prosegui a testa bassa". ;)
troppo forte la tua scuola di pensiero, mi sa che devo iscrivermi. li fate i corsi per principianti?
però hai ragione, hai capito perfettamente quello che provo, perchè è vero: spesso mi trovo a domandarmi se ne vale la pena, perchè è veramente difficle, a volte se ne è uscito con delle frasi pessime, che mi hanno veramente ferito...
poi però penso al suo immenso dolore, al bene altrettanto immenso che gli voglio, ai suoi 2 bimbi. e al fatto che se volessi, potrei "divedere" lo studio e abbandonarlo in qualunque momento, il che per lui, adesso, vorrebbe dire rischiare seriamente la chiusura. allora vado oltre, dicendomi che il tempo migliorerà le cose e tornerà l'affiatamento che c'era prima. perchè da parte mia l'amicizia non è vcenuta meno, anzi, cresce ogni giorno che passa. certo, non so per lui...
ti ringrazio tanto per le tue parole, non so se è solo un'impressione, ma mi sembra che tu abbia capito bene il mio stato d'animo.
spero di risentirti ancora.
un abbraccio

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Messaggio da filo1979 » 17/07/2009, 21:18

Permettimi di dirti una cosa...fondamentalmente credo che tu sia una "troppo buona" , ti fai in quattro per gli altri anche quando questi non ricambiano perlomeno con una gentilezza od un briciolo di riconoscenza, il fatto che il tuo amico abbia subito un colpo così duro non mi pare comunque una giustificazione alle 'mazzate' che ti prendi, avanti così e finirai per stare più male TE di lui.
Prenditi un pò di tempo per te e i tuoi interessi, lascialo un pò da solo senza "forzare" nulla (magari chessò, vede questo tuo continuo insistere non come un aiuto ma come una voglia di "sostituirsi" alla sua perdita e per ora non lo vive bene).

Riguardo la tua "amica" che si è data alla fuga quando tu ne avevi bisogno, beh, non era davvero un'amica allora...banale, ma preferisco avere 2 amici fidati piuttosto che 100 che lo sono solo a parole...fai un pò di selezione e vivi meglio.
;)

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da tempest » 17/07/2009, 21:22

arietina76 ha scritto:
con il passare dei mesi, si è ripreso sul lavoro, ma sul piano personale è un disastro.in particolare, vedo un continuo rifiuto della mia amicizia extra-lavorativa. non vuole nemmeno che vada mai a trovare lui o i bambini (cosa che prima facevo regolarmente), se gli mando sms nel fine settimana o gli telefono per sapere come va neanche mi risponde... e sul lavoro, sembra che la mia semplice presenza in ufficio sia un problema e lo faccia sbottare, andando qualche volte verso la pura cattiveria gratuita... la situazione è sempre più spesso intollerabile, si taglia l'aria con il coltello, e diventa un brutto lavorare, anzi, un brutto vivere...
allora vi domando: qual è l'atteggiamento o il modo di fare giusto in una simile situazione, ammesso che ce ne sia uno? a volte mi domando se sono io a sbagliare qualcosa, o se è il suo dolore a parlare....spero per voi di no, ma qualcuno ha vissuto esperienze simili?
alcuni mi dicono che devo avere solo pazienza e tempo, ma basterà?
si accettano suggerimenti....
scusate se il post è troppo lungo, ma è una situazione complicata e difficile, anche da spiegare.
ringrazio anticipatamente quanti vorranno dirmi la loro.
Per l'amicizia extra lavorativa non insisterei, come già detto da tutti, starà elaborado il terribile dolore, a modo suo, coni suoi tempi ( ovviamente lunghi vista la perdita) e gli lascerei spazio totale.
Sul piano lavorativo invece credo che parlargli potrebbe essere la cosa migliore. Se persistesse col trattare male te e nessun altro, io credo che gli chiederei il motivo, gli farei notare la differenza di "trattamento" tra te e gli altri colleghi e cercherei di capire il perchè del suo rifiuto o della sua rabbia. Potrebbe forse essere come dicono altri quì, potrebbe essere il segno che con te "non si trattiene" e non finge una serenità che ovviamente non ha, ma potrebbe anche essereci dell'altro, un tuo atteggiamento mal interpretato, un comportamento non gradito, forse una calunnia o un sospetto di qualche natura... francamente trattandosi di un'amicizia fraterna io proverei a parlargli per affrontare il discorso.
Se non te la sentissi di parlare di persona, potresti anche scrivergli per dirgli che se qualche tuo comportamento l'avesse per caso ferito, vorresti solo saperlo, per scusarti e per porvi rimedio...

Non so se è un buon consiglio...ma è l'unico che mi sento di dare...

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 17/07/2009, 22:02

tempest ha scritto:[...]



Per l'amicizia extra lavorativa non insisterei, come già detto da tutti, starà elaborado il terribile dolore, a modo suo, coni suoi tempi ( ovviamente lunghi vista la perdita) e gli lascerei spazio totale.
Sul piano lavorativo invece credo che parlargli potrebbe essere la cosa migliore. Se persistesse col trattare male te e nessun altro, io credo che gli chiederei il motivo, gli farei notare la differenza di "trattamento" tra te e gli altri colleghi e cercherei di capire il perchè del suo rifiuto o della sua rabbia. Potrebbe forse essere come dicono altri quì, potrebbe essere il segno che con te "non si trattiene" e non finge una serenità che ovviamente non ha, ma potrebbe anche essereci dell'altro, un tuo atteggiamento mal interpretato, un comportamento non gradito, forse una calunnia o un sospetto di qualche natura... francamente trattandosi di un'amicizia fraterna io proverei a parlargli per affrontare il discorso.
Se non te la sentissi di parlare di persona, potresti anche scrivergli per dirgli che se qualche tuo comportamento l'avesse per caso ferito, vorresti solo saperlo, per scusarti e per porvi rimedio...

Non so se è un buon consiglio...ma è l'unico che mi sento di dare...
cara tempest, hai ragione sul fatto che non devo insistere sull'amicizia extra-lavorativa, e infatti è quello che sto cercando di fare. non ti nascondo però che la cosa mi dispiace, perchè questa amicizia fuori dal lavoro prima c'era, c'era sempre stata. proprio grazie a questa amicizia ero diventata amica anche di sua moglie, in pratica di casa. proprio per questo faccio fatica a capire certi atteggiamenti, perchè io con lui mi comporto nello stesso modo. anche per questo motivo spero non si tratti di sospetti o calunnie: perchè il mio comportamento non è mai cambiato...

in parte, poi, do anche ragione a filo1979, quando dice che forse sono troppo "brava". anch'io mi rendo conto che tante cose non sono giuste - primi fra tutti i suoi scatti nei miei confronti -, ma quando poi lo vedi con le lacrime agli occhi o con il magone, mentre guarda le foto della sua famiglia passare sul desktop nello screensaver, diventa difficle staccarsi dalla situazione e, in qualche modo, fregarsene. diventa difficle dire: arrangiati un pò, io mi tiro fuori da una simile situazione! o almeno, è difficile per me. che poi io probabilmente non sappia scegliere le vere amicizie, guarda, non posso darti torto,specialmente in questo periodo!
vi ringrazio entrambi per i vostri consigli
:o :o :o

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Messaggio da filo1979 » 17/07/2009, 22:04

Non dico di fregartene, non ce la farei neanche io, ma almeno di non starci male pure TU!
Non è che per 'solidarietà' devi farti venire il magone pure te, resta presente, sii a disposizione se ti chiederà un favore, ma non continuare a "pressarlo"...poi oh, io ti dico così, ma non conoscendo a fondo la tua situazione non mi voglio permettere di dare giudizi eh!

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Messaggio da arietina76 » 17/07/2009, 22:07

filo1979 ha scritto:Non dico di fregartene, non ce la farei neanche io, ma almeno di non starci male pure TU!
Non è che per 'solidarietà' devi farti venire il magone pure te, resta presente, sii a disposizione se ti chiederà un favore, ma non continuare a "pressarlo"...poi oh, io ti dico così, ma non conoscendo a fondo la tua situazione non mi voglio permettere di dare giudizi eh!
adesso il concetto è più chiaro, e forse hai ragione tu, forse senza nemmeno volerlo in qualche modo sono pressante... questo non mi sento proprio di escluderlo... :o

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da tempest » 17/07/2009, 22:48

arietina76 ha scritto:[...]



cara tempest, hai ragione sul fatto che non devo insistere sull'amicizia extra-lavorativa, e infatti è quello che sto cercando di fare. non ti nascondo però che la cosa mi dispiace, perchè questa amicizia fuori dal lavoro prima c'era, c'era sempre stata. proprio grazie a questa amicizia ero diventata amica anche di sua moglie, in pratica di casa. proprio per questo faccio fatica a capire certi atteggiamenti, perchè io con lui mi comporto nello stesso modo. anche per questo motivo spero non si tratti di sospetti o calunnie: perchè il mio comportamento non è mai cambiato...
La cosa è già più chiara...è nelle tue stesse parole: "amica di sua moglie, in pratica di casa", si, tu ti comporti allo stesso modo, ma la tua presenza ricorda un mondo che ora è andato distrutto per sempre, non è "colpa" tua o di lui, è solo terribilmente umano e comprensibile che la tua presenza nell'ambito familiare possa essere causa di ulteriore dolore...
Devi avere molta pazienza, forse col tempo le cose cambieranno, ma non è sicuro, se scattano certi meccanismi di difesa poi è dura tornare indietro ed esporsi di nuovo, quest'uomo starà facendo i salti mortali e le cose più assurde per provare a sentire un po' meno dolore...

Per il lavoro invece, se le cose non migliorassero, gli parlerei...

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da serena82 » 17/07/2009, 23:01

george clooney ha scritto:[...]



Il tuo amico è stato colpito da una perdita molto dolorosa e difficile da affrontare..Con ogni probabilità sta elaborando il lutto; per fare questo deve avere il tempo necessario per riuscire ad accettare la perdita subita. Spesso si sente l'esigenza di starsene da soli, senza avere pressioni alcune da parte di terze persone. Il proceso del lutto è lento e progressivo. Sicuramente lui ha capito che tu lo vuoi aiutare e gli stai offrendo il tuo sostegno, ma probabilmente in questo momento ha bisogno di starsene da solo e di gestire il suo dolore. Magari se tu fossi un amico, invece che un'amica, accetterebbe più di buon grado un aiuto, ci hai pensato?
Quoto tutto... molto probabilmente in questo momento ha bisogno di starsene da solo e di pensare esclusivamente ai suoi due bimbi... con questo non voglio dire che non ci tiene alla tua amicizia, ma penso che, per ora, voglia ritagliarsi un momento per lui! L'unica cosa che puoi fare, se vuoi aiutarlo e se credi nella vostra amicizia, è rispettare questo suo momento!
ogni persona brilla di luce propria in mezzo a tutte le altre

Eire

Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da Eire » 18/07/2009, 9:21

arietina76 ha scritto:ciao a tutti, vorrei sottoprvi un problema che mi sta molto a cuore, e per cui sono alla disperata ricerca di suggerimenti.....
un mio carissimo amico (anzi, col bene che gli voglio forse dovrei dire "fratello"), nonché collega con cui divido lo studio, è rimasto vedovo circa sette mesi, a seguito di una malattia tanto terribile quanto fulminante della moglie. tenete presente che ha solo qualche anno puù di me e ha due bambini veramente piccoli.
quando si è assentato completamente dallo studio per questi problemi, io non ho esitato, vista la nostra amicizia, a farmi carico del suo lavoro, lavorando spesso anche il sabato e la domenica senza chiedere (ci mancherebbe altro!) nulla, affinchè almeno sul lavoro non perdesse niente.
con il passare dei mesi, si è ripreso sul lavoro, ma sul piano personale è un disastro.in particolare, vedo un continuo rifiuto della mia amicizia extra-lavorativa. non vuole nemmeno che vada mai a trovare lui o i bambini (cosa che prima facevo regolarmente), se gli mando sms nel fine settimana o gli telefono per sapere come va neanche mi risponde... e sul lavoro, sembra che la mia semplice presenza in ufficio sia un problema e lo faccia sbottare, andando qualche volte verso la pura cattiveria gratuita... la situazione è sempre più spesso intollerabile, si taglia l'aria con il coltello, e diventa un brutto lavorare, anzi, un brutto vivere...
allora vi domando: qual è l'atteggiamento o il modo di fare giusto in una simile situazione, ammesso che ce ne sia uno? a volte mi domando se sono io a sbagliare qualcosa, o se è il suo dolore a parlare....spero per voi di no, ma qualcuno ha vissuto esperienze simili?
alcuni mi dicono che devo avere solo pazienza e tempo, ma basterà?
si accettano suggerimenti....
scusate se il post è troppo lungo, ma è una situazione complicata e difficile, anche da spiegare.
ringrazio anticipatamente quanti vorranno dirmi la loro.
Ciao,
aiuatere in questi casi diventa molto molto difficile perchè si viaggia su binari delicatissimi! il tuo amico ha subito una perdita gravissima e il fatto che sia irrecuperabile come situazione non facilita la sua ripresa. Probabilmente stà attraversando quella che nella fase del lutto è detta chiusura e rifiuto...e non si lascia andare completamente al dolore per i figli e il fatto che sia tornato a lavoro non significa neinte.

Non saprei dirti come comportarti...ti dico come mi comporterei io se mi trovassi in un situazione simile: farei capire che ci sono senza insistenza, rispetterei i suoi spazi e i suoi bisogni. Sono sicuro che arriverà il momento in cui sentirà il bisogno di parlare e lasciare andare il suo dolore...e allora tu sarai li.
Capisco che sia terribile vedere un amico stare cosi, chiuso in sestesso e nel suo dolore, ma credo sia una fase che deve affrontare con i suoi tempi.

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 18/07/2009, 11:47

Eire ha scritto:[...]



Ciao,
aiuatere in questi casi diventa molto molto difficile perchè si viaggia su binari delicatissimi! il tuo amico ha subito una perdita gravissima e il fatto che sia irrecuperabile come situazione non facilita la sua ripresa. Probabilmente stà attraversando quella che nella fase del lutto è detta chiusura e rifiuto...e non si lascia andare completamente al dolore per i figli e il fatto che sia tornato a lavoro non significa neinte.

Non saprei dirti come comportarti...ti dico come mi comporterei io se mi trovassi in un situazione simile: farei capire che ci sono senza insistenza, rispetterei i suoi spazi e i suoi bisogni. Sono sicuro che arriverà il momento in cui sentirà il bisogno di parlare e lasciare andare il suo dolore...e allora tu sarai li.
Capisco che sia terribile vedere un amico stare cosi, chiuso in sestesso e nel suo dolore, ma credo sia una fase che deve affrontare con i suoi tempi.
care tempest, serena82 ed eire, vi ringrazio tantissimo per la vostra opinione e per i vostri consigli, che apprezzo davvero tanto e che mi hanno dato tanto su cui riflettere.
probabilmente è vero che, senza accorgermene e con la migliore volontà, sono pressante o in qualche modo insistente, e forse non coordinata con i suoi tempi. cercherò di seguire i vostri consigli e di essere "meno", in ogni senso.
devo dire poi, in tutta sincerità, di non aver mai pensato che la mia presenza potesse essere un dolore - "ricordo" del mondo che ha perso.ho sempre pensato che la mia vicinanza, come quella degli altri amici, potesse essere quasi un segno di continuità, come posso dire... un punto di riferimento per lui. non avevo mai ragionato in questi termini, e sono contenta che me lo abbiate fatto notare, proprio perchè io non la vedevo così. ribadisco: mi avete dato parecchio su cui riflettere.
è inutile: è importante confrontarsi con gli altri (specialmente su situazioni così delicate): puoi anche non condividerne il pensiero, ma inevitabilmente sei portato a riflettere e ad allargare la tua visuale, mettendoti sempre in discussione.
vi ringrazio ancora :o

Ospite

Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da Ospite » 18/07/2009, 13:49

arietina76 ha scritto:sul fatto che non devo insistere sull'amicizia extra-lavorativa, e infatti è quello che sto cercando di fare. non ti nascondo però che la cosa mi dispiace, perchè questa amicizia fuori dal lavoro prima c'era, c'era sempre stata. proprio grazie a questa amicizia ero diventata amica anche di sua moglie, in pratica di casa. proprio per questo faccio fatica a capire certi atteggiamenti, perchè io con lui mi comporto nello stesso modo. anche per questo motivo spero non si tratti di sospetti o calunnie: perchè il mio comportamento non è mai cambiato...

in parte, poi, do anche ragione a filo1979, quando dice che forse sono troppo "brava". anch'io mi rendo conto che tante cose non sono giuste - primi fra tutti i suoi scatti nei miei confronti -, ma quando poi lo vedi con le lacrime agli occhi o con il magone, mentre guarda le foto della sua famiglia passare sul desktop nello screensaver, diventa difficle staccarsi dalla situazione e, in qualche modo, fregarsene. diventa difficle dire: arrangiati un pò, io mi tiro fuori da una simile situazione! o almeno, è difficile per me. che poi io probabilmente non sappia scegliere le vere amicizie, guarda, non posso darti torto,specialmente in questo periodo!
vi ringrazio entrambi per i vostri consigli
:o :o :o
Ciao.

Prima di tutto devo dirti che mi spiace moltissimo per te ed il tuo amico. Mi trovo molto d'accordo comunque con quanto cerco' di spiegarti george:
george clooney ha scritto:Il tempo è un'ottima medicina, questo è sicuro..Una volta vidi un film nel quale il protagonista principale perse la moglie; lui la amava moltissimo e la sua perdita fu devastante. Un'amica, tentò di stargli accanto, ma lui respinse il suo aiuto molto bruscamente, proprio come fa il tuo amico con te...Il motivo? Pensava che la sua amica volesse prendere il posto della moglie...
Credo la situazione sia esattamente come l'ha descritta george, ma c'e' di piu'; a mio avviso l'importanza di essere anche una buona amica/o e' di sapere riconoscere anche quando allontanarsi "in modo sano" e lasciare "privacy" ad una persona la quale mi sembra, ne ha bisogno. Devo confessarti che non tutti riescono ad assimilare il dolore allo stesso modo. C'e' chi abbisogna il colloquio, chi di starsene in compagnia e anche chi, di starsene da solo. Io di lutti ne ho avuti molti nel corso della mia vita e personalmente ho sempre provato di volermene rimanere da sola.

Subito dopo la morte del mio ex-marito (e il padre dei miei due bambini) avvenuta nel 2003, chiesi alla mia migliore amica, che pure lei come te ed il tuo amico, mi voleva a tutti i costi aiutare e a starmi vicina; di, per cortesia, lasciarmi per alcuni mesi da sola, di non insistere con telefonate varie e fermate/visite a casa ect. perche' sentivo un gran disogno di rimanere da sola e di un po' di "Privacy". Non mi sentivo di esprimere quel che provavo dentro me stessa con nessuno. L'assicurai che per ora non avevo una spiegazione vera e propria da darle, era solo quello che provavo; ma che avevo bisogno rispettasse il mio desiderio, di rimanere comunque paziente e di sostenermi nel "silenzio"; prima o poi ne sarei uscita e ritornata da lei io stessa. E cosi' fu e posso dirti che la nostra amicizia da quel giorno si e' rinforzata ancora di piu', perche' appunto riusci' a capirmi e ad ascoltarmi.

Quindi, capisco il volere aiutare e sostenera una persona nel dolore, ma credo sia molto importante rispettare gli spazi di questa. E' ovvio: questo tuo amico ama ancora la moglie, la mamma dei suoi bambini, e poi, come spiegare ogni sera quando corichi a letto i bambini, che la mamma non ritornera' mai piu'? Sono situazioni molto devastanti e per chi non le ha mai provate, non puo' capire. Credo comunque che per il rispetto verso lui, sua moglie e i bambini, sia giusto tu lo lasci libero, non stressando la situazione con domande del perche', del per come o del per cosa si comporta in questo modo. Lascia esplori se stesso, ma soprattutto i suoi sentimenti...eh si', anche di dolore.

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Messaggio da tempest » 18/07/2009, 14:12

affabile ha scritto:Subito dopo la morte del mio ex-marito (e il padre dei miei due bambini) avvenuta nel 2003, chiesi alla mia migliore amica, che pure lei come te ed il tuo amico, mi voleva a tutti i costi aiutare e a starmi vicina; di, per cortesia, lasciarmi per alcuni mesi da sola, di non insistere con telefonate varie e fermate/visite a casa ect. perche' sentivo un gran disogno di rimanere da sola e di un po' di "Privacy". Non mi sentivo di esprimere quel che provavo dentro me stessa con nessuno.
:( affabile, accidenti, ci sei passata in prima persona... mi dispiace...

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 18/07/2009, 14:14

affabile ha scritto:[...]



Ciao.

Prima di tutto devo dirti che mi spiace moltissimo per te ed il tuo amico. Mi trovo molto d'accordo comunque con quanto cerco' di spiegarti george:

[...]



Credo la situazione sia esattamente come l'ha descritta george, ma c'e' di piu'; a mio avviso l'importanza di essere anche una buona amica/o e' di sapere riconoscere anche quando allontanarsi "in modo sano" e lasciare "privacy" ad una persona la quale mi sembra, ne ha bisogno. Devo confessarti che non tutti riescono ad assimilare il dolore allo stesso modo. C'e' chi abbisogna il colloquio, chi di starsene in compagnia e anche chi, di starsene da solo. Io di lutti ne ho avuti molti nel corso della mia vita e personalmente ho sempre provato di volermene rimanere da sola.

Subito dopo la morte del mio ex-marito (e il padre dei miei due bambini) avvenuta nel 2003, chiesi alla mia migliore amica, che pure lei come te ed il tuo amico, mi voleva a tutti i costi aiutare e a starmi vicina; di, per cortesia, lasciarmi per alcuni mesi da sola, di non insistere con telefonate varie e fermate/visite a casa ect. perche' sentivo un gran disogno di rimanere da sola e di un po' di "Privacy". Non mi sentivo di esprimere quel che provavo dentro me stessa con nessuno. L'assicurai che per ora non avevo una spiegazione vera e propria da darle, era solo quello che provavo; ma che avevo bisogno rispettasse il mio desiderio, di rimanere comunque paziente e di sostenermi nel "silenzio"; prima o poi ne sarei uscita e ritornata da lei io stessa a farmi sentire. E cosi' fu e posso dirti che la nostra amicizia si e' rinforzata ancora di piu', perche' riusci' ad ascoltarmi.

Quindi capisco il volere aiutare e sostenera una persona nel dolore, ma credo sia molto importante rispettare gli spazi di questa. E' ovvio che questo tuo amico ama ancora la moglie, la mamma dei suoi bambini, e poi come spiegare, prima di coricarli a letto ogni sera, che la mamma non ritornera' mai piu'? Sono situazioni molto devastanti e per chi non le ha mai provate, non puo' capire. Credo comunque che per il rispetto verso lui, sua moglie e i bambini, sia giusto tu lo lasci libero, non stressando la situazione con domande del perche', del per come o del per cosa si comporta in questo modo. Lascia esplori se stesso, ma soprattutto i suoi sentimenti...eh si', anche di dolore.

grazie 1000, affabile, per i tuoi consigli, di cui spero di far tesoro e che apprezzo tantissimo, in particolare perchè vengono da una persona che è passata nello stesso dolore, e che quindi può certamente capire tante cose, tanti atteggiamenti, sicuramente meglio di me. è vero. solo chi ci è passato può comprendere davvero, me ne accorgo un pò di più ogni giorno che passa. anche se sapevo che, una volta rientrato al lavoro, sarebbe stato difficile, in realtà non ero preparata... un conto è sapere che sarà una situazione difficile e delicata, un conto è trovarsi ad affrontarla. e molto spesso si rischia di sbagliare non solo per menefreghismo, ma anche per troppo affetto. mi dispiace per la terribile esperienza che hai subito, e sono contenta se 6 riuscita a superare quei difficili momenti. mi rincuora tanto e mi da speranza (perchè, ti garantisco, usciamo da una settimana veramente difficile) anche sapere che, superato il dolore, avete ritrovato la vostra amicizia più forte di prima.non ti nascondo che parte della mia paura è anche quella: ogni tanto ho paura che, alla fine del suo percorso, saremo 2 estranei.per questo la tua testimonianza mi ha veramente scaldato il cuore, non è un modo di dire.
spero che vorrai scrivermi ancora, per confrontarci o anche solo per fare due chiacchere. mi farebbe piacere.
ho capito giusto dalla tua "scheda" (non so come si chiama tecnicamente il profilo a lato del messaggio), sei italiana ma vivi negli USA?

Ospite


Messaggio da Ospite » 18/07/2009, 16:01

tempest ha scritto: :( affabile, accidenti, ci sei passata in prima persona... mi dispiace...
Ti ringrazio tempest!
arietina76 ha scritto:grazie 1000, affabile, per i tuoi consigli, spero che vorrai scrivermi ancora, per confrontarci o anche solo per fare due chiacchere. mi farebbe piacere.
Grazie! Farebbe piacere pure a me. :)
arietina76 ha scritto:ho capito giusto dalla tua "scheda" (non so come si chiama tecnicamente il profilo a lato del messaggio), sei italiana ma vivi negli USA?
Si, hai capito giusto! Sono italiana e ancora ora di cittadinanza, nata e cresciuta a Vicenza. Resido negli Stati Uniti da oramai 24 anni.

Ritornando a quanto si discuteva, vorrei lasciarti con delle bellissime parole scritte dal mio cantautore-musicista compositore preferito, da sempre, Riccardo Cocciante, cui trovo il Poeta piu' grande mai esistito ai nostri tempi. Quando puoi, leggilo. La sua canzone esprime anche in forma femminile la rabbia, la ribellione, il dolore/sofferenza cui accompagnano situazioni di questo tipo, come situazioni ovviamente di diversi altri tipi.

Devi solo cliccare il titolo.
Ciao, a presto. :)

[url=http://www.italianissima.net/testi/quandofi.htm] Quando Finisce un Amore[/url]
di A.Cassella - M.Luberti - R. Cocciante

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Messaggio da arietina76 » 19/07/2009, 11:34

affabile ha scritto:[...]



Ti ringrazio tempest!

[...]



Grazie! Farebbe piacere pure a me. :)

[...]




Si, hai capito giusto! Sono italiana e ancora ora di cittadinanza, nata e cresciuta a Vicenza. Resido negli Stati Uniti da oramai 24 anni.

Ritornando a quanto si discuteva, vorrei lasciarti con delle bellissime parole scritte dal mio cantautore-musicista compositore preferito, da sempre, Riccardo Cocciante, cui trovo il Poeta piu' grande mai esistito ai nostri tempi. Quando puoi, leggilo. La sua canzone esprime anche in forma femminile la rabbia, la ribellione, il dolore/sofferenza cui accompagnano situazioni di questo tipo, come situazioni ovviamente di diversi altri tipi.

Devi solo cliccare il titolo.
Ciao, a presto. :)

[url=http://www.italianissima.net/testi/quandofi.htm] Quando Finisce un Amore[/url]
di A.Cassella - M.Luberti - R. Cocciante

grazie ancora per i tuoi consigli. sono andata a leggere il testo della canzone di Cocciante: molto bella e molto "illuminante", spiega molto bene e fa riflettere
a risentirci
:D

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Messaggio da george clooney » 19/07/2009, 19:46

tempest ha scritto:[...]


:( affabile, accidenti, ci sei passata in prima persona... mi dispiace...
Dispiace anche a me Affabile..Non oso immaginare che periodo doloroso hai dovuto passare..

ScissorHands

Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da ScissorHands » 03/08/2009, 23:33

arietina76 ha scritto:ciao a tutti, vorrei sottoprvi un problema che mi sta molto a cuore, e per cui sono alla disperata ricerca di suggerimenti.....
un mio carissimo amico (anzi, col bene che gli voglio forse dovrei dire "fratello"), nonché collega con cui divido lo studio, è rimasto vedovo circa sette mesi, a seguito di una malattia tanto terribile quanto fulminante della moglie. tenete presente che ha solo qualche anno puù di me e ha due bambini veramente piccoli.
quando si è assentato completamente dallo studio per questi problemi, io non ho esitato, vista la nostra amicizia, a farmi carico del suo lavoro, lavorando spesso anche il sabato e la domenica senza chiedere (ci mancherebbe altro!) nulla, affinchè almeno sul lavoro non perdesse niente.
con il passare dei mesi, si è ripreso sul lavoro, ma sul piano personale è un disastro.in particolare, vedo un continuo rifiuto della mia amicizia extra-lavorativa. non vuole nemmeno che vada mai a trovare lui o i bambini (cosa che prima facevo regolarmente), se gli mando sms nel fine settimana o gli telefono per sapere come va neanche mi risponde... e sul lavoro, sembra che la mia semplice presenza in ufficio sia un problema e lo faccia sbottare, andando qualche volte verso la pura cattiveria gratuita... la situazione è sempre più spesso intollerabile, si taglia l'aria con il coltello, e diventa un brutto lavorare, anzi, un brutto vivere...
allora vi domando: qual è l'atteggiamento o il modo di fare giusto in una simile situazione, ammesso che ce ne sia uno? a volte mi domando se sono io a sbagliare qualcosa, o se è il suo dolore a parlare....spero per voi di no, ma qualcuno ha vissuto esperienze simili?
alcuni mi dicono che devo avere solo pazienza e tempo, ma basterà?
si accettano suggerimenti....
scusate se il post è troppo lungo, ma è una situazione complicata e difficile, anche da spiegare.
ringrazio anticipatamente quanti vorranno dirmi la loro.
Secondo me dovresti limitarti a stargli vicino ma a suo modo,nel senso che devi imparare a prendere quel che ti lascia prendere.
Lui avrà bisogno di tempo ed in queste situazioni la cosa peggiore è dire "ti capisco" oppure conta su di me.Questo non per dire che non devi dargli appoggio ma nel senso che gli dai un appoggio non palese.Un appoggio che probabilmente lui cercherà e comprenderà successivamente ma che ora gli sembrerebbe soltanto un'invasione,magari ipocrita,del suo dolore.

Deve vivere il suo dolore e metabolizzarlo prima in sè,quel che puoi fare tu nell'ombra e cercare di tenerlo ancorato alla realta,poco a poco,nel modo in cui lui te lo permette.

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 04/08/2009, 10:48

ScissorHands ha scritto:[...]



Secondo me dovresti limitarti a stargli vicino ma a suo modo,nel senso che devi imparare a prendere quel che ti lascia prendere.
Lui avrà bisogno di tempo ed in queste situazioni la cosa peggiore è dire "ti capisco" oppure conta su di me.Questo non per dire che non devi dargli appoggio ma nel senso che gli dai un appoggio non palese.Un appoggio che probabilmente lui cercherà e comprenderà successivamente ma che ora gli sembrerebbe soltanto un'invasione,magari ipocrita,del suo dolore.

Deve vivere il suo dolore e metabolizzarlo prima in sè,quel che puoi fare tu nell'ombra e cercare di tenerlo ancorato alla realta,poco a poco,nel modo in cui lui te lo permette.
ti ringrazio per le tue parole. ho capito cosa intendete dire tu e gli altri, e sto cercando di fare tesoro dei vostri consigli. ti faccio un esempio: quest'anno rimaniamo chiusi tutto agosto,e quindi staremmo un bel pò senza vederci.mi sono ripromessa di nin telefonargli per sentire come sta neanche una volta: se vuole, si farà vivo lui.per ora sto mantenendo il proposito, ma quanta fatica!avevamo- a detta di tutti - un rapporto di amicizia tanto bello e stretto, che per me adesso è difficile... è difficile dover star ferma a vedere il suo dolore senza nemmeno poterlo abbracciare (perchè so che verrei allontanata in malo modo), essere trattata come un'estranea quando il mio affetto verso di lui è rimasto immutato (anzi, forse si è ingingantito), non poter mai passare per un rapido saluto da lui e dai bambini, cosa che prima facevo quotidianamente e adesso mi è stata vietata...
probabilmente risento molto di questa situazione anche perchè, contemporaneamente, gli amici più stretti che avevo si sono allontanati.non voglio entrare nei dettagli perchè verrebbe troppo lunga, comunque il succo è questo:quando ho parlato con loro di questa situazione, mi è stato detto che lui stava strumentalizzando la propria situazione familiare per farsi aiutare senza neanche dire grazie, e che, se decidevo di continuare ad aiutare lui (umanamente e sul lavoro, che non riesce più a gestire da solo), poi non dovevo lamentarmi con loro.non ho molto gradito il discorso sulla strumentalizzazione, perchè secondo me offensivo di fronte a una tale tragedia familiare, oltre che falso. morale: spariti tutti, deserto. così adesso mi ritrovo da una parte un amico distrutto, che trattandomi da estranea - a volte con un pizzico di cattiveria - mi fa spesso dubitare della sua attuale amicizia, dall'altra qualche ex-amico che ha tagliato tutti i ponti con me. bell'affare...
speriamo che il tempo possa fare qualcosa.
ti ringrazio ancora :D
p.s. quanto ai due errori da non fare ("ti capisco" e "conta su di me"), ho paura di averli già fatti nei mesi scorsi. poi, vedendo che le mie parole non erano gradite e anzi molto spesso venivano fraintese, ho smesso, per fortuna....

Ace

Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da Ace » 04/08/2009, 17:36

arietina76 ha scritto:[...]



ti ringrazio per le tue parole. ho capito cosa intendete dire tu e gli altri, e sto cercando di fare tesoro dei vostri consigli. ti faccio un esempio: quest'anno rimaniamo chiusi tutto agosto,e quindi staremmo un bel pò senza vederci.mi sono ripromessa di nin telefonargli per sentire come sta neanche una volta: se vuole, si farà vivo lui.per ora sto mantenendo il proposito, ma quanta fatica!avevamo- a detta di tutti - un rapporto di amicizia tanto bello e stretto, che per me adesso è difficile... è difficile dover star ferma a vedere il suo dolore senza nemmeno poterlo abbracciare (perchè so che verrei allontanata in malo modo), essere trattata come un'estranea quando il mio affetto verso di lui è rimasto immutato (anzi, forse si è ingingantito), non poter mai passare per un rapido saluto da lui e dai bambini, cosa che prima facevo quotidianamente e adesso mi è stata vietata...
probabilmente risento molto di questa situazione anche perchè, contemporaneamente, gli amici più stretti che avevo si sono allontanati.non voglio entrare nei dettagli perchè verrebbe troppo lunga, comunque il succo è questo:quando ho parlato con loro di questa situazione, mi è stato detto che lui stava strumentalizzando la propria situazione familiare per farsi aiutare senza neanche dire grazie, e che, se decidevo di continuare ad aiutare lui (umanamente e sul lavoro, che non riesce più a gestire da solo), poi non dovevo lamentarmi con loro.non ho molto gradito il discorso sulla strumentalizzazione, perchè secondo me offensivo di fronte a una tale tragedia familiare, oltre che falso. morale: spariti tutti, deserto. così adesso mi ritrovo da una parte un amico distrutto, che trattandomi da estranea - a volte con un pizzico di cattiveria - mi fa spesso dubitare della sua attuale amicizia, dall'altra qualche ex-amico che ha tagliato tutti i ponti con me. bell'affare...
speriamo che il tempo possa fare qualcosa.
ti ringrazio ancora :D
p.s. quanto ai due errori da non fare ("ti capisco" e "conta su di me"), ho paura di averli già fatti nei mesi scorsi. poi, vedendo che le mie parole non erano gradite e anzi molto spesso venivano fraintese, ho smesso, per fortuna....
Non devi fartene una colpa...semplicemente non è affatto facile azzeccare il dosaggio delle parole sempre in base al suo umore.
Ti stai comportando bene e vedrai che quando il tempo avrà fatto il suo corso lo apprezzerà e te ne sarà grato.
In bocca al lupo.

Un appunto.
Se una volta,tipo dopo 2 settimane, ti va di chiamarlo,fallo.
Oltre a fargli piacere (ma non aspettare te lo dica) servirà a te per tastare il terreno.
Dopotutto da settembre siete di nuovo fianco a fianco...tornare da 1 mese di ferie e ripiombare nella situazione spiccicata senza un po' di preallarme..

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Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da arietina76 » 04/08/2009, 17:47

Ace ha scritto:[...]



Non devi fartene una colpa...semplicemente non è affatto facile azzeccare il dosaggio delle parole sempre in base al suo umore.
Ti stai comportando bene e vedrai che quando il tempo avrà fatto il suo corso lo apprezzerà e te ne sarà grato.
In bocca al lupo.
balsamo per il mio povero cuoricino... grazie :D

ScissorHands

Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da ScissorHands » 04/08/2009, 19:58

arietina76 ha scritto:[...]



ti ringrazio per le tue parole. ho capito cosa intendete dire tu e gli altri, e sto cercando di fare tesoro dei vostri consigli. ti faccio un esempio: quest'anno rimaniamo chiusi tutto agosto,e quindi staremmo un bel pò senza vederci.mi sono ripromessa di nin telefonargli per sentire come sta neanche una volta: se vuole, si farà vivo lui.per ora sto mantenendo il proposito, ma quanta fatica!avevamo- a detta di tutti - un rapporto di amicizia tanto bello e stretto, che per me adesso è difficile... è difficile dover star ferma a vedere il suo dolore senza nemmeno poterlo abbracciare (perchè so che verrei allontanata in malo modo), essere trattata come un'estranea quando il mio affetto verso di lui è rimasto immutato (anzi, forse si è ingingantito), non poter mai passare per un rapido saluto da lui e dai bambini, cosa che prima facevo quotidianamente e adesso mi è stata vietata...
probabilmente risento molto di questa situazione anche perchè, contemporaneamente, gli amici più stretti che avevo si sono allontanati.non voglio entrare nei dettagli perchè verrebbe troppo lunga, comunque il succo è questo:quando ho parlato con loro di questa situazione, mi è stato detto che lui stava strumentalizzando la propria situazione familiare per farsi aiutare senza neanche dire grazie, e che, se decidevo di continuare ad aiutare lui (umanamente e sul lavoro, che non riesce più a gestire da solo), poi non dovevo lamentarmi con loro.non ho molto gradito il discorso sulla strumentalizzazione, perchè secondo me offensivo di fronte a una tale tragedia familiare, oltre che falso. morale: spariti tutti, deserto. così adesso mi ritrovo da una parte un amico distrutto, che trattandomi da estranea - a volte con un pizzico di cattiveria - mi fa spesso dubitare della sua attuale amicizia, dall'altra qualche ex-amico che ha tagliato tutti i ponti con me. bell'affare...
speriamo che il tempo possa fare qualcosa.
ti ringrazio ancora :D
p.s. quanto ai due errori da non fare ("ti capisco" e "conta su di me"), ho paura di averli già fatti nei mesi scorsi. poi, vedendo che le mie parole non erano gradite e anzi molto spesso venivano fraintese, ho smesso, per fortuna....
Il tempo aiuta sicuramente,ma a volte va anche sostenuto.A questo proposito ti consiglierei di non sparire completamente durante il tempo in cui non vi vedrete,mandargli almeno un sms,in modo da non essere invadente e da dargli un appiglio presente se lui vorrà tornare ad avvicinarsi.

r_elio

Re: come si aiuta un amico in una simile situazione?

Messaggio da r_elio » 06/08/2009, 21:12

arietina76 ha scritto:ciao a tutti, vorrei sottoprvi un problema che mi sta molto a cuore, e per cui sono alla disperata ricerca di suggerimenti.....
un mio carissimo amico (anzi, col bene che gli voglio forse dovrei dire "fratello"), nonché collega con cui divido lo studio, è rimasto vedovo circa sette mesi, a seguito di una malattia tanto terribile quanto fulminante della moglie. tenete presente che ha solo qualche anno puù di me e ha due bambini veramente piccoli.
quando si è assentato completamente dallo studio per questi problemi, io non ho esitato, vista la nostra amicizia, a farmi carico del suo lavoro, lavorando spesso anche il sabato e la domenica senza chiedere (ci mancherebbe altro!) nulla, affinchè almeno sul lavoro non perdesse niente.
con il passare dei mesi, si è ripreso sul lavoro, ma sul piano personale è un disastro.in particolare, vedo un continuo rifiuto della mia amicizia extra-lavorativa. non vuole nemmeno che vada mai a trovare lui o i bambini (cosa che prima facevo regolarmente), se gli mando sms nel fine settimana o gli telefono per sapere come va neanche mi risponde... e sul lavoro, sembra che la mia semplice presenza in ufficio sia un problema e lo faccia sbottare, andando qualche volte verso la pura cattiveria gratuita... la situazione è sempre più spesso intollerabile, si taglia l'aria con il coltello, e diventa un brutto lavorare, anzi, un brutto vivere...
allora vi domando: qual è l'atteggiamento o il modo di fare giusto in una simile situazione, ammesso che ce ne sia uno? a volte mi domando se sono io a sbagliare qualcosa, o se è il suo dolore a parlare....spero per voi di no, ma qualcuno ha vissuto esperienze simili?
alcuni mi dicono che devo avere solo pazienza e tempo, ma basterà?
si accettano suggerimenti....
scusate se il post è troppo lungo, ma è una situazione complicata e difficile, anche da spiegare.
ringrazio anticipatamente quanti vorranno dirmi la loro.
DUE SEMPLICPAROLE.
IO credo che in questo momento qualunque cosa tu faccia o dica, potrebbe non servire a nulla, anzi potrebbe rinverdire il suo dolore, lascia tutto al tempo, e aspetta che sia lui a chiederti aiuto, vedrai che prima o poi il tempo lenirà un poco le ferite,e allora avrà bisogno dei suoi amici per tornare a vivere
Un saluto

Angel80


Messaggio da Angel80 » 07/08/2009, 5:36

A me sembra che sei un ottima amica, ma in questo momento la sua vista è offuscata dal dolore, porta pazienza con il tempo non passerà, ma si affievolirà. Io ho perso mio padre a 15 anni e tanti mi dicevano che il tempo guarisce le ferite, beh non è così... affievolisce il dolore, ma nel corso degli anni si ripresenta sempre. Quando passa il tempo ti arrendi e la visione della tua vita cambia e si concretizza in certezza che ovviamente devi accettare...questo è l'immagine orribile del dolore. Tra un po' si renderà conto di quello che hai fatto per lui in un momento di bisogno e quando accadrà il vostro rapporto acquisterà maggior solidità...stai tranquilla, secondo me non hai sbagliato in niente ;) ;)