flymedown ha scritto:Mi piacerebbe avere la vostra opinione su questa cosa che mi è capitata per capire, ha 38 anni, se ho sbagliato in qualcosa.
Ho sempre avuto molte "amicizie" tra, diciamo un pò stravaganti e normali, ho messo tra virgolette amicizie perché ora le ritengo tali e penso che questa parola sia un pò grossa da affibbiare a loro, eppure in passato ne abbiamo passate molte insieme, di tutti i tipi fin dall'èta di 17 anni.
Tra chi si è sposato, chi ha la ragazza, chi è ancora libero ci siamo sempre sentiti e ritrovati....eravamo una compagnia molto unità, poi è successo qualcosa che non mi aspettavo.
di
Un giorno dissi (2004/2005) ai miei amici che mi avevano diagnostico una malattia difficilmente curabile che mi avrebbe portato a fare terapie periodiche e da quel giorno le cose tra noi cambiarono.
Ricordo ancora i loro occhi quando glielo dissi, occhi increduli che fissavano il vuoto.
Nonostante la mia vita sia quella di sempre ho visto la loro amicizia lentamente svanire pur parlando loro di quanto mi succedeva rassicurandoli su quella che mi sembrava fosse la loro preoccupazione, li ho sempre cercati per continuare la vita di sempre ma vedevo che più andavo avanti e più mi guardavano con pietà e con l'insicurezza di chi non sa cosa dire, così, un giorno, chiesi il perché, ad uno di loro, di cosa stava succedendo...... mi disse che alcuni di loro erano in difficoltà con me perché non sapevano come comportarsi.
Cercai di recuperare qualcosa parlando con loro ma vedevo che le cose non andavano anche se mi dissero che dopo la chiaccherata erano più sereni e da lì............le cose sono come sono ora e praticamente non ci sentiamo a meno che non chiami io per sapere come stanno.
Ora mi chiedo com'è possibile che coloro che ritieni amici spariscano senza farsi sentire, è la paura di sentire qualcosa che non vogliono oppure è la paura di non sapere cosa dire?... eppure non ho mai fatto carico a nessuno della mia situazione.
Come è possibile che la mia malattia abbia fatto crollare quel mondo in cui vivevo?
Ora ho anche altre amicizie che non hanno lo stesso comportamento e pur non frequentandoci frequentemente ci si sente spesso, ma mi rimane il groppo in gola per quelle persone con cui sono nato che non ci si sente più.
Mi domando se il loro modo di comportarsi sia indifferenza oppure ancora "paura" di sentire.
Di tutta quella vecchia compagnia solo uno è rimasto amico veramente mentre altri che ritenevo più uniti sono spariti.
Ogni tanto quando incrocio uno di loro vedo che mi guardano ancora con pietà e mi dicono le solite frasi di circostanza "cerca di stare sereno, stai su di morale, sei forte"........MA DICO IO "io sono sereno e ho una vita normale e dopo tanti anni di cui non hai mai voluto sapere niente mi vieni a rassicurare invece di spiegarmi il vostro comportamento".
Non riesco a capire se ho sbagliato in qualche cosa oppure.....a volte capita che di tanti amici ti trovi a mettere tante croci.
Purtroppo sì, è possibile eccome ,e capita a tante persone che ad un certo punto della loro vita si ammalano (il caso piu classico è quello di chi finisce sulla sedia a rotelle ) e vengono scansate da quelli che credevano amici. Purtroppo in qualche caso perfino dai familiari, quasi che questi rinfacciassero loro di aver compromesso il quieto equilibrio del loro microambiente, e quello che era stato l'ordine consacrato delle cose o la qualità della vita. Penso che si tratti di paura di sentire piuttosto che di indifferenza.
Le persone che ti frequentano adesso probabilmente sono veri amici, gli altri no.
Ci sono persone che(quando ti salutano) ti salutano esternando imbarazzo
se non sei riuscito a finire gli studi o se non sei riuscito ad aver successo nel campo per cui hai studiato, figuriamoci se ti ammali. L'uomo è crudele anche in questo modo. Ma non sono tutti così, questo ti incoraggi.