Aiuto per una vera amicizia

L'amicizia, gli amici, gruppi di amici: idee, esperienze, consigli, riflessioni

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hamlet

Aiuto per una vera amicizia

Messaggio da hamlet » 05/01/2008, 1:12

Cari amici, spero di trovare qui in questo forum qualcuno con cui discutere e confrontarmi su problemi che da giorni occupano la mia mente. Tutti dicono che io sia bravo a scrivere, ma la verità è che nell’esprimere i sentimenti, quello che sento nel mio animo, sono veramente una frana. Qui, e solo in questa oasi, sento di poter parlare liberamente dando sfogo a quella timidezza che frena l’espressione delle mie emozioni. Spero di riuscire intanto ad iniziare il discorso.... e se riuscirò a finirlo accenderò un cero a non so chi. Mi piacerebbe parlare con voi di amicizia, ma partiamo dal principio. Vedete, sull’amicizia sono sempre stato scettico. E sapete perché? Non perché abbia difficoltà a dialogare con gli altri; no, quello no. Dialogare con gli altri non è mai stato difficile per me . Parlo con tutti senza particolari problemi. Sapete dove sta il vero problema? Nel significato da attribuire all’amicizia in sé. Vedete, forse sarò sentimentale, sarò fuori dal mondo, ma per me l’amicizia è una forma d’amore. Per considerare amica una persona, devo sentire di provare fiducia assoluta, cieca verso di lui. E, soprattutto, devo essere pronto a fare qualsiasi cosa per il suo bene. Per me questa è l’amicizia. Per il mio animo, le persone verso cui non provo questi sentimenti non sono amici ; sono meteore, sono ombre che se ne vanno così come sono comparse. Non dico che anche loro non siano importanti, questo no ; è sempre bello parlare, confrontarsi con gli altri, imparare da loro. E, fino a poco tempo fa, sono andato avanti così. Tante persone con cui parlare, ridere, scherzare, ma mai vere amicizie, non ho mai incontrato persone a cui donare tutto me stesso. E, soprattutto, ormai avrete capito come ragiono, ho sempre rifiutato fermamente di avere una compagnia di amici. Perché, secondo me, le compagnie di amici, almeno quelle che io ho avuto modo di osservare, sono la celebrazione del vuoto più profondo. Nei gruppi noto una vicinanza poco più che fisica tra persone, vedo persone che non sono sé stesse perché temono il giudizio (con giusta ragione, perchè ognuno a questa età è sempre pronto ad ergersi giudice dei difetti degli altri senza guardare dentro di sè) di chi gli sta accanto, vedo persone che hanno una paura tremenda di rimanere sole e così rinunciano ad essere sé stesse, alla loro natura pur di rivendicare l’appartenenza ad un gruppo. E, a dimostrazione di questo, basta osservare cosa fanno queste compagnie nei momenti di ritrovo : vanno nei bar o nelle discoteche e, come pecoroni, si ubriacano (se va bene) oppure si drogano. Punto. Non si va oltre. Poi, escono, si mettono in macchina, musica ad alto volume, e magari ogni tanto ci scappa pure il morto. Ma mi dite dove stiamo andando a finire? E’ questa l’amicizia? Ecco l’origine del mio scetticismo. Ho sempre fermamente rinunciato a questo tipo di rapporti, per questo non ho mai voluto far parte di una compagnia. E, credetemi, non ho vissuto male. Anzi, la capacità di stare felicemente da solo, accettando serenamente i miei limiti, i miei difetti, insomma me stesso, è sempre stata la mia forza. Ho sempre avuto un equilibrio perché ho due genitori fantastici, con cui si può comunicare liberamente, e perché ho sempre tratto la mia forza dalla natura e dal piacere per la conoscenza. Oggi, però ,le cose sono cambiate. Forse, finalmente, ho trovato un vero amico, una di quelle persone a cui senti di voler bene come se fosse un fratello, un membro della famiglia. Non so se il mio sentimento sia ricambiato. Il cuore e l’intuito (che, a dire il vero, non mi hanno mai tradito) mi dicono di sì. Sapete però, quest’amico ha un carattere non facile : guardo nei suoi occhi, e intimamente vedo una persona molto fragile. Non mi ha mai detto niente, ed è ovvio che sia così perché è molto riservato, ma secondo me ha una paura tremenda di rimanere da solo. E, allora, per reazione, è come se cercasse di ostentare numerose amicizie (pardon, pseudo-amici, “compagni di ubriacatura”, quelli di cui parlavo prima). Quando siamo in classe, cerca in tutti i modi di mostrarsi simpatico e socievole con gli altri, cerca di parlare con tutti, ma in un modo ostentato, credetemi, anomalo. E la questione è molto più anomala perché è come se volesse dimostrare a me (perché l’atteggiamento è accentuato quando io lo guardo) che lui ha tanti amici, quasi volesse dirmi che lui non ha bisogno di me. Ad esempio, quando si è in gruppo, lui si allontana vistosamente da me per far vedere che parla con altri. Insomma, è come se volesse dimostrare a sé stesso che ha tanti amici e che può fare benissimo a meno di me. Ma, secondo me, è una farsa colossale : prima di tutto perché me lo dice il cuore, e io del mio intuito mi fido. Poi, quando non sto bene, è l’unico a chiamarmi per chiedere notizie sul mio stato di salute. E poi perché qualche volta si è fatto scappare qualcosa (un giorno mi ha detto : “mi diverto a parlar male, così per scherzo, anche del mio migliore amico, l’altro” se ha detto l’altro, vuol dire che uno dei due ero io?). E un’altra volta mi ha detto : “mi piacerebbe partire per un viaggio lungo, per fare attendere ai miei amici il mio ritorno”. Ha parlato in questo modo perché è intimamente fragile, come dicevo prima? Boh, fatto è che gli voglio veramente bene come se fosse mio fratello. Forse, come si chiamano, le mie sono “seghe” mentali, frutto del mio pensiero contorto. Ma sinceramente non credo. Grazie a tutti per l’aiuto.

vista3

Re: Aiuto per una vera amicizia

Messaggio da vista3 » 05/01/2008, 6:36

Ciao hamlet.
rileggiti il profilo del tuo amico: ecco, quello sei tu.

Ciao

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tempest
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Re: Aiuto per una vera amicizia

Messaggio da tempest » 05/01/2008, 12:14

hamlet ha scritto:Cari amici, spero di trovare qui in questo forum qualcuno con cui discutere e confrontarmi su problemi che da giorni occupano la mia mente. Tutti dicono che io sia bravo a scrivere, ma la verità è che nell’esprimere i sentimenti, quello che sento nel mio animo, sono veramente una frana. Qui, e solo in questa oasi, sento di poter parlare liberamente dando sfogo a quella timidezza che frena l’espressione delle mie emozioni. Spero di riuscire intanto ad iniziare il discorso.... e se riuscirò a finirlo accenderò un cero a non so chi. Mi piacerebbe parlare con voi di amicizia, ma partiamo dal principio. Vedete, sull’amicizia sono sempre stato scettico. E sapete perché? Non perché abbia difficoltà a dialogare con gli altri; no, quello no. Dialogare con gli altri non è mai stato difficile per me . Parlo con tutti senza particolari problemi. Sapete dove sta il vero problema? Nel significato da attribuire all’amicizia in sé. Vedete, forse sarò sentimentale, sarò fuori dal mondo, ma per me l’amicizia è una forma d’amore. Per considerare amica una persona, devo sentire di provare fiducia assoluta, cieca verso di lui. E, soprattutto, devo essere pronto a fare qualsiasi cosa per il suo bene. Per me questa è l’amicizia. Per il mio animo, le persone verso cui non provo questi sentimenti non sono amici ; sono meteore, sono ombre che se ne vanno così come sono comparse. Non dico che anche loro non siano importanti, questo no ; è sempre bello parlare, confrontarsi con gli altri, imparare da loro. E, fino a poco tempo fa, sono andato avanti così. Tante persone con cui parlare, ridere, scherzare, ma mai vere amicizie, non ho mai incontrato persone a cui donare tutto me stesso. E, soprattutto, ormai avrete capito come ragiono, ho sempre rifiutato fermamente di avere una compagnia di amici. Perché, secondo me, le compagnie di amici, almeno quelle che io ho avuto modo di osservare, sono la celebrazione del vuoto più profondo. Nei gruppi noto una vicinanza poco più che fisica tra persone, vedo persone che non sono sé stesse perché temono il giudizio (con giusta ragione, perchè ognuno a questa età è sempre pronto ad ergersi giudice dei difetti degli altri senza guardare dentro di sè) di chi gli sta accanto, vedo persone che hanno una paura tremenda di rimanere sole e così rinunciano ad essere sé stesse, alla loro natura pur di rivendicare l’appartenenza ad un gruppo. E, a dimostrazione di questo, basta osservare cosa fanno queste compagnie nei momenti di ritrovo : vanno nei bar o nelle discoteche e, come pecoroni, si ubriacano (se va bene) oppure si drogano. Punto. Non si va oltre. Poi, escono, si mettono in macchina, musica ad alto volume, e magari ogni tanto ci scappa pure il morto. Ma mi dite dove stiamo andando a finire? E’ questa l’amicizia? Ecco l’origine del mio scetticismo. Ho sempre fermamente rinunciato a questo tipo di rapporti, per questo non ho mai voluto far parte di una compagnia. E, credetemi, non ho vissuto male. Anzi, la capacità di stare felicemente da solo, accettando serenamente i miei limiti, i miei difetti, insomma me stesso, è sempre stata la mia forza. Ho sempre avuto un equilibrio perché ho due genitori fantastici, con cui si può comunicare liberamente, e perché ho sempre tratto la mia forza dalla natura e dal piacere per la conoscenza. Oggi, però ,le cose sono cambiate. Forse, finalmente, ho trovato un vero amico, una di quelle persone a cui senti di voler bene come se fosse un fratello, un membro della famiglia. Non so se il mio sentimento sia ricambiato. Il cuore e l’intuito (che, a dire il vero, non mi hanno mai tradito) mi dicono di sì. Sapete però, quest’amico ha un carattere non facile : guardo nei suoi occhi, e intimamente vedo una persona molto fragile. Non mi ha mai detto niente, ed è ovvio che sia così perché è molto riservato, ma secondo me ha una paura tremenda di rimanere da solo. E, allora, per reazione, è come se cercasse di ostentare numerose amicizie (pardon, pseudo-amici, “compagni di ubriacatura”, quelli di cui parlavo prima). Quando siamo in classe, cerca in tutti i modi di mostrarsi simpatico e socievole con gli altri, cerca di parlare con tutti, ma in un modo ostentato, credetemi, anomalo. E la questione è molto più anomala perché è come se volesse dimostrare a me (perché l’atteggiamento è accentuato quando io lo guardo) che lui ha tanti amici, quasi volesse dirmi che lui non ha bisogno di me. Ad esempio, quando si è in gruppo, lui si allontana vistosamente da me per far vedere che parla con altri. Insomma, è come se volesse dimostrare a sé stesso che ha tanti amici e che può fare benissimo a meno di me. Ma, secondo me, è una farsa colossale : prima di tutto perché me lo dice il cuore, e io del mio intuito mi fido. Poi, quando non sto bene, è l’unico a chiamarmi per chiedere notizie sul mio stato di salute. E poi perché qualche volta si è fatto scappare qualcosa (un giorno mi ha detto : “mi diverto a parlar male, così per scherzo, anche del mio migliore amico, l’altro” se ha detto l’altro, vuol dire che uno dei due ero io?). E un’altra volta mi ha detto : “mi piacerebbe partire per un viaggio lungo, per fare attendere ai miei amici il mio ritorno”. Ha parlato in questo modo perché è intimamente fragile, come dicevo prima? Boh, fatto è che gli voglio veramente bene come se fosse mio fratello. Forse, come si chiamano, le mie sono “seghe” mentali, frutto del mio pensiero contorto. Ma sinceramente non credo. Grazie a tutti per l’aiuto.
Ciao Hamlet,
Se io fossi in te, ( e a dir la verità ero effettivamente come te ) quando mi trovassi solo col mio amico, porterei il discorso, non in modo forzato...con l'occasione giusta, sulla concezione di amicizia. Gli direi semplicemente quello che hai detto quì.
Gli direi del perchè non amo le "compagnie", di che cosa sono gli amici veri per me, del fatto che sono come fratelli, che gli altri sono "conoscenze" ...insomma gli farei capire che all'interno del "gruppo" esistono dei legami più forti, le vere amicizie appunto. Sembrerà un messaggio:" io non ho bisogno di fingere di avere tanti amici, di essere popolare...perchè so quello che conta per me". Se è l'amico che tu credi, ti apprezzerà ancora di più, e forse piano piano cambierà atteggiamento, e non si "vergognerà" di mostrarsi particolarmente legato a te anche quando siete in gruppo.
E' un ragazzo influenzabile, tu invece hai una personalità forte, è probabile, se davvero ti è amico, che venga influenzato ( nel senso buono ) da te e non dal "gruppo".

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Re: Aiuto per una vera amicizia

Messaggio da massi24 » 05/01/2008, 13:19

hamlet ha scritto:Cari amici, spero di trovare qui in questo forum qualcuno con cui discutere e confrontarmi su problemi che da giorni occupano la mia mente.
Per essere che sei scettico sull'amicizia, hai iniziato il discorso chiamandoci "cari amici" e ti sei sfogato come se ci conoscessi da sempre e avessi bisogno del nostro aiuto..
Secondo me non sei scettico sull'amicizia, ma piuttosto sei insicuro degli altri perchè dici che secondo te tutte le compagnie fanno certe cose e non ci si può fidare l'uno dell'altro.
Io penso che in ogni compagnia potresti trovare uno che la pensa esattamente come te e quindi condividere le tue cose. Certo, se non le frequenti e le giudichi solamente.. è anche vero però che se le persone non ti ispirano, non cercheresti mai di conoscerle.
Forse il tuo amico si sente solo ma non vuole ammetterlo a sè stesso, forse lo "scartano" e vuole convincersi che non è così..
forse anche lui "è scettico" sull'amicizia e la vede come te, però sente che c'è un legame nei tuoi confronti.
A volte le amicizie si legano dopo anni di frequentazioni, magari voi vi conoscete relativamente da poco.. io ho un carissimo amico da quando avevo 16 anni ed è una persona stupenda e mi fido ciecamente di lui. Forse avete bisogno solo di condividere delle cose.. chessò, un paio di uscite serali, andate a mangiarvi una pizza una volta alla settimana, frequentatevi fuori dalla scuola.. e vedi che succede

Ospite

Re: Aiuto per una vera amicizia

Messaggio da Ospite » 06/01/2008, 0:04

hamlet ha scritto:Cari amici, spero di trovare qui in questo forum qualcuno con cui discutere e confrontarmi su problemi che da giorni occupano la mia mente.
Anche a me piace occuparmi dei problemi che occupano la mia mente ;)

Per definizione l'amicizia è quel sentimento d'affetto che ci lega ad un soggetto. Forse tu attribuisci significati più profondi a questa parola che comunque mi vede identificata in questo forum. In ogni caso ognuno si relaziona con i tipi che meglio crede e di solito questi vengono chiamate "amici". Non per nulla di solito si aggiunge un aggettivo alla parola -amico- come per intendere che ci potrebbe essere anche un cattivo-amico, anzi di solito ho sentito dire -non è un buon amico-. Non sono riuscita a capire se hai trovato degli -amici- come intendi tu e se comunque senti l'esigenza di avere degli amici-amici.
Personalmente ritengo che un amico non deve essere identico, tale e quale a me, sia nei gusti che nelle scelte però la sua diversità deve essere tollerabile perchè altrimenti staremmo sempre a litigare; dal mio modo di fare potrebbe essere anche accettabile un amico-bisbetico, che è rarissimo, e un amico-piantagrane che è odioso però, frequentandoci assiduamente il contatto andrebbe in acido.
Caspiterina quante sfumature :rolleyes: L'unica cosa da evitare è quella di giudicarli perchè, proprio per il fatto che si relazionano con noi, prima di tutto, dovremmo giudicare noi stessi.

:D

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randy64
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Re: Aiuto per una vera amicizia

Messaggio da randy64 » 06/01/2008, 2:03

hamlet ha scritto:Cari amici, spero di trovare qui in questo forum qualcuno con cui discutere e confrontarmi su problemi che da giorni occupano la mia mente.
Ciao hamlet stai cercando l'amicizia per cui sei sulla rotta giusta.Devi solo aver pazienza il percorso e' lungo ma ogni giorno fa crescere e le emozioni sono tante perche' sei alla ricerca di un tesoro.Ti consiglio un libro e magari ragalane uno anche al tuo amico,ti aiutera ' a capire con lui come conoscere e far crescere uno dei sentimenti piu' veri che possa esserci tra persone."Amico e' colui a cui piace e che desidera fare del bene ad un altro e che ritiene che i sui sentimenti siano ricambiati" Credici ma ripeto abbi pazienza il percorso e' lungo per ottenere AMICIZIA VERA.
il libro e':L'AMICIZIA di F.ALBERONI

un saluto dalla nave dell'amicizia
RANDY IL CORSARO
:ciao:
Ragione e sentimento sono il timone e la vela della nostra anima navigante. Kahlil Gibran

settepunte

Re: Aiuto per una vera amicizia

Messaggio da settepunte » 06/01/2008, 21:39

hamlet ha scritto:Cari amici, spero di trovare qui in questo forum qualcuno con cui discutere e confrontarmi su problemi che da giorni occupano la mia mente. Tutti dicono che io sia bravo a scrivere, ma la verità è che nell’esprimere i sentimenti, quello che sento nel mio animo, sono veramente una frana. Qui, e solo in questa oasi, sento di poter parlare liberamente dando sfogo a quella timidezza che frena l’espressione delle mie emozioni. Spero di riuscire intanto ad iniziare il discorso.... e se riuscirò a finirlo accenderò un cero a non so chi. Mi piacerebbe parlare con voi di amicizia, ma partiamo dal principio. Vedete, sull’amicizia sono sempre stato scettico. E sapete perché? Non perché abbia difficoltà a dialogare con gli altri; no, quello no. Dialogare con gli altri non è mai stato difficile per me . Parlo con tutti senza particolari problemi. Sapete dove sta il vero problema? Nel significato da attribuire all’amicizia in sé. Vedete, forse sarò sentimentale, sarò fuori dal mondo, ma per me l’amicizia è una forma d’amore. Per considerare amica una persona, devo sentire di provare fiducia assoluta, cieca verso di lui. E, soprattutto, devo essere pronto a fare qualsiasi cosa per il suo bene. Per me questa è l’amicizia. Per il mio animo, le persone verso cui non provo questi sentimenti non sono amici ; sono meteore, sono ombre che se ne vanno così come sono comparse. Non dico che anche loro non siano importanti, questo no ; è sempre bello parlare, confrontarsi con gli altri, imparare da loro. E, fino a poco tempo fa, sono andato avanti così. Tante persone con cui parlare, ridere, scherzare, ma mai vere amicizie, non ho mai incontrato persone a cui donare tutto me stesso. E, soprattutto, ormai avrete capito come ragiono, ho sempre rifiutato fermamente di avere una compagnia di amici. Perché, secondo me, le compagnie di amici, almeno quelle che io ho avuto modo di osservare, sono la celebrazione del vuoto più profondo. Nei gruppi noto una vicinanza poco più che fisica tra persone, vedo persone che non sono sé stesse perché temono il giudizio (con giusta ragione, perchè ognuno a questa età è sempre pronto ad ergersi giudice dei difetti degli altri senza guardare dentro di sè) di chi gli sta accanto, vedo persone che hanno una paura tremenda di rimanere sole e così rinunciano ad essere sé stesse, alla loro natura pur di rivendicare l’appartenenza ad un gruppo. E, a dimostrazione di questo, basta osservare cosa fanno queste compagnie nei momenti di ritrovo : vanno nei bar o nelle discoteche e, come pecoroni, si ubriacano (se va bene) oppure si drogano. Punto. Non si va oltre. Poi, escono, si mettono in macchina, musica ad alto volume, e magari ogni tanto ci scappa pure il morto. Ma mi dite dove stiamo andando a finire? E’ questa l’amicizia? Ecco l’origine del mio scetticismo. Ho sempre fermamente rinunciato a questo tipo di rapporti, per questo non ho mai voluto far parte di una compagnia. E, credetemi, non ho vissuto male. Anzi, la capacità di stare felicemente da solo, accettando serenamente i miei limiti, i miei difetti, insomma me stesso, è sempre stata la mia forza. Ho sempre avuto un equilibrio perché ho due genitori fantastici, con cui si può comunicare liberamente, e perché ho sempre tratto la mia forza dalla natura e dal piacere per la conoscenza. Oggi, però ,le cose sono cambiate. Forse, finalmente, ho trovato un vero amico, una di quelle persone a cui senti di voler bene come se fosse un fratello, un membro della famiglia. Non so se il mio sentimento sia ricambiato. Il cuore e l’intuito (che, a dire il vero, non mi hanno mai tradito) mi dicono di sì. Sapete però, quest’amico ha un carattere non facile : guardo nei suoi occhi, e intimamente vedo una persona molto fragile. Non mi ha mai detto niente, ed è ovvio che sia così perché è molto riservato, ma secondo me ha una paura tremenda di rimanere da solo. E, allora, per reazione, è come se cercasse di ostentare numerose amicizie (pardon, pseudo-amici, “compagni di ubriacatura”, quelli di cui parlavo prima). Quando siamo in classe, cerca in tutti i modi di mostrarsi simpatico e socievole con gli altri, cerca di parlare con tutti, ma in un modo ostentato, credetemi, anomalo. E la questione è molto più anomala perché è come se volesse dimostrare a me (perché l’atteggiamento è accentuato quando io lo guardo) che lui ha tanti amici, quasi volesse dirmi che lui non ha bisogno di me. Ad esempio, quando si è in gruppo, lui si allontana vistosamente da me per far vedere che parla con altri. Insomma, è come se volesse dimostrare a sé stesso che ha tanti amici e che può fare benissimo a meno di me. Ma, secondo me, è una farsa colossale : prima di tutto perché me lo dice il cuore, e io del mio intuito mi fido. Poi, quando non sto bene, è l’unico a chiamarmi per chiedere notizie sul mio stato di salute. E poi perché qualche volta si è fatto scappare qualcosa (un giorno mi ha detto : “mi diverto a parlar male, così per scherzo, anche del mio migliore amico, l’altro” se ha detto l’altro, vuol dire che uno dei due ero io?). E un’altra volta mi ha detto : “mi piacerebbe partire per un viaggio lungo, per fare attendere ai miei amici il mio ritorno”. Ha parlato in questo modo perché è intimamente fragile, come dicevo prima? Boh, fatto è che gli voglio veramente bene come se fosse mio fratello. Forse, come si chiamano, le mie sono “seghe” mentali, frutto del mio pensiero contorto. Ma sinceramente non credo. Grazie a tutti per l’aiuto.

ciao amico, non farti para, che non ne hai bisogno,come tu stesso dici, siamo qua agganciati!