La mia situazione: totalmente solo :-(

L'amicizia, gli amici, gruppi di amici: idee, esperienze, consigli, riflessioni

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stefanolandia

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da stefanolandia » 16/09/2007, 17:42

England ha scritto:Credo che il periodo in cui cominciai a sentirmi solo risalga al 1992. Allora frequentavo la 2^ media.
Nella nostra classe arrivò un ripetente che, oltre a deridermi con parole come “sfigato” e “gay”, ogni giorno mi colpiva con pugni sulla spalla destra. Non ci volle molto tempo perché una parte della classe ne, seguisse l’esempio. I restanti compagni dimostravano una totale indifferenza a questa situazione.
Il 9 giugno 1993 ebbi un incidente in motorino: per un mio errore di manovra, mi scontrai con un furgone che giungeva nella direzione opposta. Grazie al casco ed alla velocità moderata, me la cavai con alcune escoriazioni guaribili in cinque giorni. Una settimana più tardi, prima di entrare in classe per sostenere gli esami di 3^media, i miei compagni si “scatenarono” in un coro di derisioni: “Solo tu potevi fare una cosa simile, sfigato!”. Nessuno sapeva come si era svolto l’incidente, nessuno mi chiese spiegazioni: avrei voluto che quello stesso incidente capitasse ad uno qualsiasi di loro per comparare le reazioni ed i commenti che ne sarebbero sorti.
Tre mesi dopo, iniziai le superiori con la convinzione che il nuovo corso di studi ed i nuovi compagni sarebbero stati sicuramente migliori: mi sbagliavo. Ricordo ancora con rabbia e tristezza la prima lezione di educazione fisica di quell’anno: durante corsa di “riscaldamento” in palestra, un ragazzo cominciò, senza motivo, a darmi calci approfittando dei momenti in cui il professore guardava altrove. Durante il viaggio di ritorno da una gita a Torino, mentre sonnecchiavo al mio posto, un compagno mi ustionò intenzionalmente con un accendino. Anche in questo caso, i professori non videro nulla (o non vollero vedere, ma il risultato non cambia). Per il resto dell’anno, subii furti di oggetti e danneggiamenti vari: quaderni strappati, vestiti sporcati con pennarelli, sputi e, ovviamente, insulti. Il resto della classe, a parte ualche debole obiezione, non fece mai nulla di concreto per porre fine a questa situazione.
Superai l’anno con fatica, anche a causa della paura che mi attanagliava ogni mattina quando varcavo il portone di ragioneria e delle notti tormentato dalle domande: “Perché? Cosa sbaglio? Cosa devo fare?”.
L’anno successsivo fu peggiore, tanto che alla fine fui bocciato per i miei scarsi risultati. Riuscire a concentrarmi nello studio era praticamente impossibile. La sera mi addormentavo con il terrore di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo. Pur avendo “denunciato” ogni fatto, non fu preso mai nessun provvedimento.
Permettetemi di elencare persone e fatti che hanno contributo a questa situazione: la cattiveria di alcuni compagni, l’indifferenza degli altri, la mia scarsa autostima, il mio carattere un po’ chiuso, i miei errori di valutazione di certe situazioni, l’incapacità di alcuni professori a far valere la propria autorità.
Con il cambio di classe, la situazione migliorò molto, ma durò solo un anno. Sette dei miei “vecchi” compagni di classe dovettero ripetere il terzo anno e furono inseriti nella mia sezione. Domanda retorica: cosa fanno i ragazzi che frequentano persone anche poco più grandi di loro? Risposta: ne prendono l’esempio, anche – e soprattutto – per quanto riguarda gli aspetti negativi. Per tutti ero “stupido”, “incapace”, non meritavo di essere considerato.
Giunto finalmente all’Unviversità, cambiai città e cominciò il più bel periodo della mia vita. Si studiava, ma c’era anche il tempo per una cena in compagnia, una serata al cinema o, semplicemente, sedersi a chiacchierare su una panchina nel cortile dell’ateneo. Ammetto che terminai gli studi fuori corso anche a causa del tempo perso in “attività ricreative”.
Paragonandolo con oggi e citando un famoso scritto di Primo Levi, l’Università fu solo una “tregua”.
Mi laureai il 15 giugno 2005. Quello fu l’ultimo giorno in cui incontrai molti dei miei compagni. Internet e telefono non mi sono d’aiuto nel mio tentativo di “riallacciare i vecchi rapporti”. Nessuno mi contatta. Sono sempre io a cercare di parlare con gli altri ma, molto spesso, tutto si riduce a brevi chiamate da parte mia . Alcuni non rispondono , nessuno mi chiama anche semplicemente per fare le classiche “due chiacchiere”. Le uniche mail che ricevo sono quelle delle newsletter sportive a cui sono iscirtto, oltre ad una buona dose di spamming.
Nella mia triennale carriera di precario, ho incontrato molte persone, ma non ho mai instaurato con loro un rapporto che andasse oltre il necessario aspetto lavorativo. Le uniche telefonate che ricevo sono quelle dei miei genitori, che mi chiamano ogni sera. Ho una famiglia splendida. Per questo mi sento molto fortunato, ma a 28 anni vorrei avere qualcun altro oltre ad un padre, una madre, un fratello, una nonna e gli zii. Forse è proprio a causa di questa solitudine che mi terrorizza più la morte di uno qualunque di loro che la morte di me stesso.
Le serate trascorrono fra cinema e libri, le mie due passioni. Uscire la sera da solo sperando di incontrare qualcuno è sempre stato improduttivo, oltre che triste ed avvilente.
Riassumendo in poche righe questo mio lungo sfogo, mi sento solo. Non lo sopporto più, ma non posso curare questo mio malessere perché l’amicizia non è un medicinale che si acquista in farmacia, nemmeno con la ricetta del medico curante.

Ciao,

quel che è capitato a te è capitato anche a tanta altra gente.
Io ho cambiato tante di quelle volte scuola, causa motivi di lavoro di mio padre, che ogni volta, ogni anno scolastico era tutto un ricominciare a fare nuove amicizie e vivere le stesse situazioni.
Non sono quasi mai stato vessato dai miei compagni con insulti o peggio,
ma ciò non toglie gli stupidi siano sempre esistiti.
A scuola si son sempre formate le cricche di studenti : c'è sempre stato il gruppetto degli studenti più casinisti e rompiscatole,quello dei bulletti, quello dei secchioni,ecc.
Viverlo come l'hai vissuto tu il periodo della scuola è però una cosa davvero brutta, perchè, a distanza di anni dal mio diploma, penso ancora che quelli siano stati alcuni degli anni più felici della mia vita.
Comunque,se vuoi un consiglio, non ti guardare più alle spalle,
il passato lascialo andare,pensa soltanto alle persone a cui vuoi bene,che sono importanti per te,di quello che è stato e di chi non ti ha capito fregatene.Hai ancora tanto tempo per essere felice.
Se poi oggi sei ancora solo,non hai amicizie,non ti preoccupare anch'io ormai posso contare sulle dita di una mano gli amici che mi son rimasti,
perciò spero tramite questo sito di allargare i miei orizzonti conoscitivi.

Ciao

ikim

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da ikim » 06/01/2008, 14:19

England ha scritto: Riassumendo in poche righe questo mio lungo sfogo, mi sento solo. Non lo sopporto più, ma non posso curare questo mio malessere perché l’amicizia non è un medicinale che si acquista in farmacia, nemmeno con la ricetta del medico curante.
Ciao, chissa se frequenti ancora questo forum e leggi i messaggi.
Sono rimasta molto colpita dalla sincerità del tuo sfogo, con percorsi diversi siamo giunti alla stessa situazione di solitudine, o magari nel frattempo la tua vita è cambiata (te lo auguro). Mi piacerebbe condividere pensieri, emozioni, di chi come me fatica a capire il senso della vita, vorrebbe sentirsi normale, avere una vita ben inquadrata come quella di tutti, e invece vive in una gabbia che forse si è costruita da solo. Come dici tu non ci sono medicinali in vendita, non so nemmeno io quale sia la soluzione per risolvere il problema, mi piacerebbe avere dei suggerimenti in merito.

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massi24
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Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da massi24 » 06/01/2008, 15:48

ikim ha scritto:


Mi piacerebbe condividere pensieri, emozioni, di chi come me fatica a capire il senso della vita, vorrebbe sentirsi normale, avere una vita ben inquadrata come quella di tutti, e invece vive in una gabbia che forse si è costruita da solo.
Ciao Ikim. ho letto tutto il topic e visto che ci sono delle cose che accomunano un pò tutti.
Vorrei però aggiungere una cosa: non devi dire che "vorresti sentirti normale", perchè lo sei.. se ti autoconvinci del contrario comincia la lunga discesa verso gli abissi del nulla.
Bisogna imparare a lottare, perchè i nostri peggiori nemici siamo noi stessi.
Io abito in Emilia da quasi otto anni, dopo 23 di vita in Sardegna. Anche io pochissimi amici, uno vero e sincero al di sopra di tutto che per mia sfortuna sta nell'isoletta.. e combatto ancora oggi per capire come andare avanti in solitudine. Fortunatamente ogni tanto esco con qualche collega e due o tre amici li ho anche qui..
Sono abbastanza timido perciò fatico a relazionarmi (in larga parte con l'universo femminile, per cui se pensi che ho 31 anni la cosa non mi piace affatto) però se capita di uscire con amici e conoscere nuova gente, non mi tiro indietro perchè se facesi il contrario so che mi sto scavando la fossa da solo..
E avevo i genitori lontani, anch'essi abbastanza avanti con l'età.. e pure io che pensavo:"E se muoiono?" e passavo intere notti a chiedermelo, terrorizzato. Cosa ne ho ottenuto? Che avere paura non è servito a nulla, mio babbo è morto due anni e mezzo fa.. e mia madre è come se lo fosse..
Qualcuno qualche tempo fa mi disse che noi è come se avessimo le ali, bisognava avere solo il coraggio di aprirle e cominciare il nostro viaggio.. ovunque le nostre ali ci portassero.
Non facciamoci abbattere da noi stessi.

Massi

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tempest
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Messaggio da tempest » 06/01/2008, 16:55

Anche la mia vita è così...single ( se non per qualche breve sfortunata interruzione ) poche amiche che vedo ogni tanto, i contatti "virtuali" e i miei genitori, uniche persone che mi amano davvero. Se va avanti così, quando non ci saranno più loro, ci sarà il nulla.
Capiso iKim, perchè anche io mi domando da una vita perchè ciò che è naturale per quasi tutti, a me è negato. Perchè sono sempre stata sola? Il mio carattere? Il destino? Io provo a stare meglio che posso, e a dir la verità mi "arrangio" abbastanza bene, sembro una persona "normale" ( non in questo momento, che è nero come la notte più nera...e dai miei post si capisce :rolleyes: ) ma temo il passare del tempo, temo che la mia "forza" verrà meno...e allora ci sarà la depressione ad aspettarmi.

Massi...le tue parole su tua mamma mi hanno colpito...non voglio essere indiscreta e non ti chiedo niente, però ti abbraccio. :( :heart:
T.

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Messaggio da massi24 » 06/01/2008, 17:17

tempest ha scritto:
Massi...le tue parole su tua mamma mi hanno colpito...non voglio essere indiscreta e non ti chiedo niente, però ti abbraccio. :( :heart:
T.
Mi avvolgo nel tuo abbraccio e ti avvolgo nel mio :)

Mistermagister

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da Mistermagister » 06/01/2008, 17:57

ikim ha scritto:Mi piacerebbe condividere pensieri, emozioni, di chi come me fatica a capire il senso della vita, vorrebbe sentirsi normale, avere una vita ben inquadrata come quella di tutti, e invece vive in una gabbia che forse si è costruita da solo. Come dici tu non ci sono medicinali in vendita, non so nemmeno io quale sia la soluzione per risolvere il problema, mi piacerebbe avere dei suggerimenti in merito.
Ciao Miky.. ;)
penso che non ci siano suggerimenti generali ma circostanze "personalizzate"che si adattano a ciascuno di noi.
Dare un senso alla propria vita è un compito senz'altro difficile ma la differenza forse è convincersi che non è impossibile. Faccio sempre la solita domanda: TU, che cosa vuoi dalla vita? Una volta che ti sei posta la domanda in maniera chiara, ritieni davero impossibile conseguire quell'obiettivo?

Io sono convinto che la gabbia di cui parli sia davvero autocostruita, forse lì dentro ci si sente anche al riparo dai pericoli di cui sentiamo tanto parlare e tutto sommato ci sta anche bene così.. ma fino a quando?

Il virtuale in questo senso risolve parecchi problemi, c'è un monitor che funge da filtro e siamo noi che vi applichiamo le regole.

Frequento questo bel posto da un po' di tempo ormai e mi accorgo che si affolla sempre più di belle persone, anche tra i nuovi iscritti ci sono personalità, sensibilità e simpatie che varrebbe la pena approfondire.

Poi le domande sorgono legittimamente: saranno davvero come appaiono? Ci possiamo davvero fidare? E se prendo un'altra batosta?
Non siamo mai al riparo da queste cose purtroppo, sia nel virtuale che nella vita reale, io continuo a prediligere il supporto di un sorriso, di una risata, di un rossore, di un emozione sfuggita involontariamente dal mio interlocutore piuttosto che immaginarmela, se è così anche per te qual'è il problema? Io non trovo così difficile far amicizie, ponendo come uniche condizioni il rispetto e la sincerità, ma tu ritieni siano così rare le persone che condividerebbero questi ideali?

Noto che sei di Milano, una metropoli super popolata, che offre notevoli opportunità e con una mentalità abbastanza aperta. Se ti senti sola a Milano non è sicuramente grave, è il tuo carattere e lo rispettiamo, ma le possibilità non ti mancherebbero.. basterebbe solamente che tu ne cogliessi qualcuna.

In bocca al lupo per tutto e.. credici.. qualunque cosa tu faccia.. ;)

stefanolandia

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da stefanolandia » 06/01/2008, 18:21

ikim ha scritto:[...]



Ciao, chissa se frequenti ancora questo forum e leggi i messaggi.
Sono rimasta molto colpita dalla sincerità del tuo sfogo, con percorsi diversi siamo giunti alla stessa situazione di solitudine, o magari nel frattempo la tua vita è cambiata (te lo auguro). Mi piacerebbe condividere pensieri, emozioni, di chi come me fatica a capire il senso della vita, vorrebbe sentirsi normale, avere una vita ben inquadrata come quella di tutti, e invece vive in una gabbia che forse si è costruita da solo. Come dici tu non ci sono medicinali in vendita, non so nemmeno io quale sia la soluzione per risolvere il problema, mi piacerebbe avere dei suggerimenti in merito.
Ciao Ikim e ciao a tutti voi del forum,

Ho passato omai la trentina e anch'io come England e come molti altri ho dei problemi a relazionarmi con chi mi stà attorno, soprattutto donne.
Sono timido è vero, ma non credo che questo sia davvero il problema.Io
mi ci nascondo dietro questo difetto e lo uso come scusa per giustificare quello che è il mio comportamento.Mi dico che non è colpa mia,ma in realtà non lo è davvero?
Ho sempre creduto nell'amicizia e questo è proprio buffo se penso che amici non ne ho mai avuti molti e quei pochi che ho avuto son pure riuscito a perderli; la vita è strana : cerchi di orientare la tua esistenza verso degli obiettivi che poni come fulcro della tua vita e quelli sono proprio gli obiettivi che mai riesci a raggiungere, che ti sfuggono anche se ti stanno davanti.
Amore, amicizia...2 grandi sentimenti.
Ma mi sfuggono e non capisco perchè.Per quanto tento di essere aperto verso gli altri ...non ce la faccio proprio.
Non è una situazione che ha radici nelle scuole elementari o medie,non ho sofferto le angherie e i soprusi di England, ma questo senso che ho di alienazione dal mondo, questo mancato senso di appartenenza,di non sentirmi a casa neanche nella mia città, io non so da dove venga.
C'è un muro che divide me dal resto del mondo : è come quando cala la nebbia, sai che sei attorniato da tanta gente, ma non vedi nessuno.
In questo ha ragione England, non c'è una medicina e non esiste un dottore che ti possa aiutare a guarire.
Ho una famiglia splendida,mia sorella ha dato alla luce una bimba stupenda da qualche giorno e così sono diventato ancora una volta zio,..
è la mia famiglia la mia forza! Senza di loro io sarei anche meno di quello che sono.
Ho sempre avuto la sensazione di essere un vuoto a perdere.
E così ho deciso di ricominciare in questo anno con uno spirito diverso.
Poi le cose potranno andare sempre da schifo, o forse in fondo al tunnel
vedrò la luce.
E chi lo sà quel che sarà.Proviamoci; Dio mi ha dato la vita e sarebbe un torto verso di Lui gettare la spugna,...anche se ogni giorno che passa fà sempre più male.

Ciao

netilib

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da netilib » 06/01/2008, 18:35

stefanolandia ha scritto:[...]

Ciao Ikim e ciao a tutti voi del forum,

Ho passato omai la trentina e anch'io come England e come molti altri ho dei problemi a relazionarmi con chi mi stà attorno, soprattutto donne.
Sono timido è vero, ma non credo che questo sia davvero il problema.Io
mi ci nascondo dietro questo difetto e lo uso come scusa per giustificare quello che è il mio comportamento.Mi dico che non è colpa mia,ma in realtà non lo è davvero?
Ho sempre creduto nell'amicizia e questo è proprio buffo se penso che amici non ne ho mai avuti molti e quei pochi che ho avuto son pure riuscito a perderli; la vita è strana : cerchi di orientare la tua esistenza verso degli obiettivi che poni come fulcro della tua vita e quelli sono proprio gli obiettivi che mai riesci a raggiungere, che ti sfuggono anche se ti stanno davanti.
Amore, amicizia...2 grandi sentimenti.
Ma mi sfuggono e non capisco perchè.Per quanto tento di essere aperto verso gli altri ...non ce la faccio proprio.
Non è una situazione che ha radici nelle scuole elementari o medie,non ho sofferto le angherie e i soprusi di England, ma questo senso che ho di alienazione dal mondo, questo mancato senso di appartenenza,di non sentirmi a casa neanche nella mia città, io non so da dove venga.
C'è un muro che divide me dal resto del mondo : è come quando cala la nebbia, sai che sei attorniato da tanta gente, ma non vedi nessuno.
In questo ha ragione England, non c'è una medicina e non esiste un dottore che ti possa aiutare a guarire.
Ho una famiglia splendida,mia sorella ha dato alla luce una bimba stupenda da qualche giorno e così sono diventato ancora una volta zio,..
è la mia famiglia la mia forza! Senza di loro io sarei anche meno di quello che sono.
Ho sempre avuto la sensazione di essere un vuoto a perdere.
E così ho deciso di ricominciare in questo anno con uno spirito diverso.
Poi le cose potranno andare sempre da schifo, o forse in fondo al tunnel
vedrò la luce.
E chi lo sà quel che sarà.Proviamoci; Dio mi ha dato la vita e sarebbe un torto verso di Lui gettare la spugna,...anche se ogni giorno che passa fà sempre più male.

Ciao
Direi che sei a metà dell'opera... Riconoscere un problema è già averlo mezzo risolto...
Io sono una via di mezzo... In realtà troppa gente attorno troppo spesso mi da fastidio. Ho bisogno di avere i miei spazi. Ma poi ho bisogno anche di amici. Dopo un recente mutamento radicale e repentino della mia vita sentimentale, sto ricominciando a ricostruire un universo più largo di conoscenze, amici, ecc... Non funziona così velocemente, ma ci sono segnali molto incoraggianti...
Nei momenti di "bonaccia" questo forum mi ha aiutato tantissimo...
Credo che quando si è soli il problema è che si ha troppa fretta. Questa è la grande trappola in cui non bisogna cadere. Quando si trova qualcuno che dimostra un minimo di interesse non lo si molla più col risultato di... farlo scappare. E così ci si trova di nuovo soli e si ricomincia la stessa storia.... Le amicizie si costruiscono a poco a poco... E quelle vere possono interrompersi per anni e poi riprendere. E' l'esperienza che sto facendo io. Sto ricontattando vecchie amicizie che si sono interrotte tanto tempo fa e sta funzionando. Accanto a gente indifferente mi ritrovo con persone entusiaste di riprendere i contatti.
Le esperienze positive sono possibili! Vi auguro di viverle pure voi al più presto!

Thomas

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da Thomas » 08/01/2008, 13:29

England ha scritto:Credo che il periodo in cui cominciai a sentirmi solo risalga al 1992. Allora frequentavo la 2^ media.
Nella nostra classe arrivò un ripetente che, oltre a deridermi con parole come “sfigato” e “gay”, ogni giorno mi colpiva con pugni sulla spalla destra. Non ci volle molto tempo perché una parte della classe ne, seguisse l’esempio. I restanti compagni dimostravano una totale indifferenza a questa situazione.
Il 9 giugno 1993 ebbi un incidente in motorino: per un mio errore di manovra, mi scontrai con un furgone che giungeva nella direzione opposta. Grazie al casco ed alla velocità moderata, me la cavai con alcune escoriazioni guaribili in cinque giorni. Una settimana più tardi, prima di entrare in classe per sostenere gli esami di 3^media, i miei compagni si “scatenarono” in un coro di derisioni: “Solo tu potevi fare una cosa simile, sfigato!”. Nessuno sapeva come si era svolto l’incidente, nessuno mi chiese spiegazioni: avrei voluto che quello stesso incidente capitasse ad uno qualsiasi di loro per comparare le reazioni ed i commenti che ne sarebbero sorti.
Tre mesi dopo, iniziai le superiori con la convinzione che il nuovo corso di studi ed i nuovi compagni sarebbero stati sicuramente migliori: mi sbagliavo. Ricordo ancora con rabbia e tristezza la prima lezione di educazione fisica di quell’anno: durante corsa di “riscaldamento” in palestra, un ragazzo cominciò, senza motivo, a darmi calci approfittando dei momenti in cui il professore guardava altrove. Durante il viaggio di ritorno da una gita a Torino, mentre sonnecchiavo al mio posto, un compagno mi ustionò intenzionalmente con un accendino. Anche in questo caso, i professori non videro nulla (o non vollero vedere, ma il risultato non cambia). Per il resto dell’anno, subii furti di oggetti e danneggiamenti vari: quaderni strappati, vestiti sporcati con pennarelli, sputi e, ovviamente, insulti. Il resto della classe, a parte ualche debole obiezione, non fece mai nulla di concreto per porre fine a questa situazione.
Superai l’anno con fatica, anche a causa della paura che mi attanagliava ogni mattina quando varcavo il portone di ragioneria e delle notti tormentato dalle domande: “Perché? Cosa sbaglio? Cosa devo fare?”.
L’anno successsivo fu peggiore, tanto che alla fine fui bocciato per i miei scarsi risultati. Riuscire a concentrarmi nello studio era praticamente impossibile. La sera mi addormentavo con il terrore di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo. Pur avendo “denunciato” ogni fatto, non fu preso mai nessun provvedimento.
Permettetemi di elencare persone e fatti che hanno contributo a questa situazione: la cattiveria di alcuni compagni, l’indifferenza degli altri, la mia scarsa autostima, il mio carattere un po’ chiuso, i miei errori di valutazione di certe situazioni, l’incapacità di alcuni professori a far valere la propria autorità.
Con il cambio di classe, la situazione migliorò molto, ma durò solo un anno. Sette dei miei “vecchi” compagni di classe dovettero ripetere il terzo anno e furono inseriti nella mia sezione. Domanda retorica: cosa fanno i ragazzi che frequentano persone anche poco più grandi di loro? Risposta: ne prendono l’esempio, anche – e soprattutto – per quanto riguarda gli aspetti negativi. Per tutti ero “stupido”, “incapace”, non meritavo di essere considerato.
Giunto finalmente all’Unviversità, cambiai città e cominciò il più bel periodo della mia vita. Si studiava, ma c’era anche il tempo per una cena in compagnia, una serata al cinema o, semplicemente, sedersi a chiacchierare su una panchina nel cortile dell’ateneo. Ammetto che terminai gli studi fuori corso anche a causa del tempo perso in “attività ricreative”.
Paragonandolo con oggi e citando un famoso scritto di Primo Levi, l’Università fu solo una “tregua”.
Mi laureai il 15 giugno 2005. Quello fu l’ultimo giorno in cui incontrai molti dei miei compagni. Internet e telefono non mi sono d’aiuto nel mio tentativo di “riallacciare i vecchi rapporti”. Nessuno mi contatta. Sono sempre io a cercare di parlare con gli altri ma, molto spesso, tutto si riduce a brevi chiamate da parte mia . Alcuni non rispondono , nessuno mi chiama anche semplicemente per fare le classiche “due chiacchiere”. Le uniche mail che ricevo sono quelle delle newsletter sportive a cui sono iscirtto, oltre ad una buona dose di spamming.
Nella mia triennale carriera di precario, ho incontrato molte persone, ma non ho mai instaurato con loro un rapporto che andasse oltre il necessario aspetto lavorativo. Le uniche telefonate che ricevo sono quelle dei miei genitori, che mi chiamano ogni sera. Ho una famiglia splendida. Per questo mi sento molto fortunato, ma a 28 anni vorrei avere qualcun altro oltre ad un padre, una madre, un fratello, una nonna e gli zii. Forse è proprio a causa di questa solitudine che mi terrorizza più la morte di uno qualunque di loro che la morte di me stesso.
Le serate trascorrono fra cinema e libri, le mie due passioni. Uscire la sera da solo sperando di incontrare qualcuno è sempre stato improduttivo, oltre che triste ed avvilente.
Riassumendo in poche righe questo mio lungo sfogo, mi sento solo. Non lo sopporto più, ma non posso curare questo mio malessere perché l’amicizia non è un medicinale che si acquista in farmacia, nemmeno con la ricetta del medico curante.
provai la tua stessa sensazione di terrore la sera prima dormire anche io quando ero alle medie...allora ero parecchio preso di mira...e non sapevo come difendermi...la cosa andò avanti anche se in maniera piu lieve i primi due anni delle superiori...dopodichè...
incominciai ad allargare gli orizzonti, diventai amico ( e lo sono stretto tutto ora) di alcuni ragazzi e da li cambiai....
cambio il mio modo di fare, carattere e tutto...
ma devo dire grazie a loro, purtroppo tu non hai incontrato brave persone nella tua vita e di questo me ne dispiace...
ma non è mai troppo tardi...
la cosa migiore è iscriverti da qualche parte..(palestra, ballo, nuoto) li vedrai che qualche conoscente te lo farai...e perchè no magari trovi qualche bella ragazza!
ciao...

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England
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Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da England » 08/01/2008, 22:00

Thomas ha scritto:[...]
la cosa migiore è iscriverti da qualche parte..(palestra, ballo, nuoto) li vedrai che qualche conoscente te lo farai...e perchè no magari trovi qualche bella ragazza!
ciao...
Ti ringrazio del consiglio (così come ringrazio tutti i "partecipanti" a questa discussione).
Al momento, avendo cominciato un nuovo lavoro da meno di una settimana, non me la sento di iscrivermi a corsi extra - lavorativi (devo capire bene come organizzarmi). Comunque, sono certo che, in un prossimo futuro segurò il tuo consiglio.
Io ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile ("A beautiful mind")

ventoinpoppa

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da ventoinpoppa » 16/01/2008, 0:46

Lady Morgana ha scritto:[...]



Mi è capitato di leggere tanti interventi simili a questo, interventi che parlano di solitudine. Io credo che bisogna cambiare un pò atteggiamento riguardo a questo tipo di problematica... Che tipo di rapporto hanno quelle persone con la gente che le circonda? Non sempre è oro quello che luccica guardate. Quanta superficialità regna anche nelle comitive, quanto opportunismo c'è nelle amicizie che sembrano molto strette, quanta falsità c'è dietro un sorriso. Guardate che se ascoltate le persone pochi possono vantarsi di avere degli Amici, semmai possono vantarsi di avere conoscenze transitorie. ...

Lady M.
Sante parole! Ma chi ti manda?? E' tutto vero! Io vengo da un'altra città, vivo a Roma per lavoro.. e ovunque c'è questa situazione.. cioè.. le amicizie numerose non sono altro che conoscenze fatte su ipocrisia ed opportunismo. Io di amici veri ho solo me stesso.

Leona

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da Leona » 24/01/2008, 1:36

England ha scritto:[...]


Ti ringrazio del consiglio (così come ringrazio tutti i "partecipanti" a questa discussione).
Al momento, avendo cominciato un nuovo lavoro da meno di una settimana, non me la sento di iscrivermi a corsi extra - lavorativi (devo capire bene come organizzarmi). Comunque, sono certo che, in un prossimo futuro segurò il tuo consiglio.


Chissà magari il nuovo lavoro ha portato delle nuove amicizie...

Ma vorrei ricollegarmi ad alcune cose che sono state scritte.

Una è che sarebbe meglio dimenticare il passato: è giusto guardare avanti, ma prima di dimenticare credo sia necessario risolvere, altrimenti si rischia di entrare sempre nello stesso giro vizioso mentale, ovvero quello derivato dalle esperienze negative.

Noi siamo i nostri pensieri.. la percezione della nostra realtà, come ci vediamo, come vediamo quello che ci sta intorno, è mediato direttamente dalle nostre convinzioni.

lo sa bene chi ha ad esempio, una fobia verso il diverso: non è importante l'oggetto, è importante come viene percepito... in quel caso diventa pericoloso ma non lo è in se'.

Per tornare a England.. la percezione di te stesso quando eri alle medie ha portato forse gli altri a infierire su di te.
Come ti sentivi?
Fragile? Debole? Ti sentivi così perchè non avevi un alleato con il quale andare di fronte al mondo?

Molto normale.. ma purtroppo capita che una situazione comune generi reazioni a catena nelle quali si rimane invischiati.

Quando secoli fa ho fatto un corso di teatro, ci era stato insegnato a impostare un'andatura in rapporto ad un'emozione: la postura depressa ad esempio, o quella del timido, o quella dell'entusiasta.

Ebbene è proprio così anche nella realtà: ci si imposta una personalità a seconda sia di come ci percepiamo e in rapporto anche a come ci vedono gli altri.

Niente di più facile che rispettare un'etichetta.

Poi però-- è necessario cambiare.
Una volta che si possiedono gli strumenti, se si vuole, si può uscire da una situazione.
A cominciare, ne sono convinta, dal proprio stato fisico.

Se la percezione di se' è quella di una persona indifesa, cosa ci impedisce di diventare forti attraverso l'apprendimento (serio e continuativo) di un arte marziale?

Ho conosciuto un maestro che, abitando all'estero (i suoi erano emigrati per lavoro) in una zona degradata, le prendeva dai bulli tutti i giorni, al punto di non volere più uscire di casa.
Per caso trovò la pubblicità di un corso di karate e si iscrisse:

"Dal momento in cui mi sentii forte, stranamente non ebbi più bisogno di esercitare la mia forza... e dire che tante volte avevo sognato di farlo.. è come se le persone percepissero chi colpire.. avvertono la debolezza degli altri."

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Reginadellaluna
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Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da Reginadellaluna » 24/02/2008, 0:20

England ha scritto:Credo che il periodo in cui cominciai a sentirmi solo risalga al 1992. Allora frequentavo la 2^ media.
Nella nostra classe arrivò un ripetente che, oltre a deridermi con parole come “sfigato” e “gay”, ogni giorno mi colpiva con pugni sulla spalla destra. Non ci volle molto tempo perché una parte della classe ne, seguisse l’esempio. I restanti compagni dimostravano una totale indifferenza a questa situazione.
Il 9 giugno 1993 ebbi un incidente in motorino: per un mio errore di manovra, mi scontrai con un furgone che giungeva nella direzione opposta. Grazie al casco ed alla velocità moderata, me la cavai con alcune escoriazioni guaribili in cinque giorni. Una settimana più tardi, prima di entrare in classe per sostenere gli esami di 3^media, i miei compagni si “scatenarono” in un coro di derisioni: “Solo tu potevi fare una cosa simile, sfigato!”. Nessuno sapeva come si era svolto l’incidente, nessuno mi chiese spiegazioni: avrei voluto che quello stesso incidente capitasse ad uno qualsiasi di loro per comparare le reazioni ed i commenti che ne sarebbero sorti.
Tre mesi dopo, iniziai le superiori con la convinzione che il nuovo corso di studi ed i nuovi compagni sarebbero stati sicuramente migliori: mi sbagliavo. Ricordo ancora con rabbia e tristezza la prima lezione di educazione fisica di quell’anno: durante corsa di “riscaldamento” in palestra, un ragazzo cominciò, senza motivo, a darmi calci approfittando dei momenti in cui il professore guardava altrove. Durante il viaggio di ritorno da una gita a Torino, mentre sonnecchiavo al mio posto, un compagno mi ustionò intenzionalmente con un accendino. Anche in questo caso, i professori non videro nulla (o non vollero vedere, ma il risultato non cambia). Per il resto dell’anno, subii furti di oggetti e danneggiamenti vari: quaderni strappati, vestiti sporcati con pennarelli, sputi e, ovviamente, insulti. Il resto della classe, a parte ualche debole obiezione, non fece mai nulla di concreto per porre fine a questa situazione.
Superai l’anno con fatica, anche a causa della paura che mi attanagliava ogni mattina quando varcavo il portone di ragioneria e delle notti tormentato dalle domande: “Perché? Cosa sbaglio? Cosa devo fare?”.
L’anno successsivo fu peggiore, tanto che alla fine fui bocciato per i miei scarsi risultati. Riuscire a concentrarmi nello studio era praticamente impossibile. La sera mi addormentavo con il terrore di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo. Pur avendo “denunciato” ogni fatto, non fu preso mai nessun provvedimento.
Permettetemi di elencare persone e fatti che hanno contributo a questa situazione: la cattiveria di alcuni compagni, l’indifferenza degli altri, la mia scarsa autostima, il mio carattere un po’ chiuso, i miei errori di valutazione di certe situazioni, l’incapacità di alcuni professori a far valere la propria autorità.
Con il cambio di classe, la situazione migliorò molto, ma durò solo un anno. Sette dei miei “vecchi” compagni di classe dovettero ripetere il terzo anno e furono inseriti nella mia sezione. Domanda retorica: cosa fanno i ragazzi che frequentano persone anche poco più grandi di loro? Risposta: ne prendono l’esempio, anche – e soprattutto – per quanto riguarda gli aspetti negativi. Per tutti ero “stupido”, “incapace”, non meritavo di essere considerato.
Giunto finalmente all’Unviversità, cambiai città e cominciò il più bel periodo della mia vita. Si studiava, ma c’era anche il tempo per una cena in compagnia, una serata al cinema o, semplicemente, sedersi a chiacchierare su una panchina nel cortile dell’ateneo. Ammetto che terminai gli studi fuori corso anche a causa del tempo perso in “attività ricreative”.
Paragonandolo con oggi e citando un famoso scritto di Primo Levi, l’Università fu solo una “tregua”.
Mi laureai il 15 giugno 2005. Quello fu l’ultimo giorno in cui incontrai molti dei miei compagni. Internet e telefono non mi sono d’aiuto nel mio tentativo di “riallacciare i vecchi rapporti”. Nessuno mi contatta. Sono sempre io a cercare di parlare con gli altri ma, molto spesso, tutto si riduce a brevi chiamate da parte mia . Alcuni non rispondono , nessuno mi chiama anche semplicemente per fare le classiche “due chiacchiere”. Le uniche mail che ricevo sono quelle delle newsletter sportive a cui sono iscirtto, oltre ad una buona dose di spamming.
Nella mia triennale carriera di precario, ho incontrato molte persone, ma non ho mai instaurato con loro un rapporto che andasse oltre il necessario aspetto lavorativo. Le uniche telefonate che ricevo sono quelle dei miei genitori, che mi chiamano ogni sera. Ho una famiglia splendida. Per questo mi sento molto fortunato, ma a 28 anni vorrei avere qualcun altro oltre ad un padre, una madre, un fratello, una nonna e gli zii. Forse è proprio a causa di questa solitudine che mi terrorizza più la morte di uno qualunque di loro che la morte di me stesso.
Le serate trascorrono fra cinema e libri, le mie due passioni. Uscire la sera da solo sperando di incontrare qualcuno è sempre stato improduttivo, oltre che triste ed avvilente.
Riassumendo in poche righe questo mio lungo sfogo, mi sento solo. Non lo sopporto più, ma non posso curare questo mio malessere perché l’amicizia non è un medicinale che si acquista in farmacia, nemmeno con la ricetta del medico curante.
ciao england mi dispiace per tutto quello che hai passato a scuola,anche per me non è stato facile,ma ho deciso di dimenticare tutto e andare avanti e lostesso devi fare anche tu,sò che ti senti solo anch'io mi sento sola se vuoi possiamo essere amici! fammi sapere!

Montag

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da Montag » 24/02/2008, 1:58

England ha scritto:[...]


Ti ringrazio del consiglio (così come ringrazio tutti i "partecipanti" a questa discussione).
Al momento, avendo cominciato un nuovo lavoro da meno di una settimana, non me la sento di iscrivermi a corsi extra - lavorativi (devo capire bene come organizzarmi). Comunque, sono certo che, in un prossimo futuro segurò il tuo consiglio.
Diciamo che abbiamo avuto molte cose in comune, in più non ho avuto neanche la possibilità di fare amicizie via 'università' e mi sono trasferito di ben 1000 km annientando ogni possibile 'vecchia amicizia'. Ho hobbies del tutto particolari e poco diffusi che limitano le mie possibilità sul dialogo 'standard'. Pian piano in questi mesi sto costruendo delle amicizie, ma con grande sforzo, e il mio lato introverso non mi aiuta di certo. Ho deciso comunque di cambiare, di darmi nuove possibilità. Di scendere a compromessi più di quanto avessi mai fatto. Così ho deciso di forzarmi di frequentare nuovi posti, di accettare ogni possibilità di incontrare gente nuova (a costo di essere pesantemente a disagio), insomma di sfruttare ogni occasione possibile, perchè la realtà è che esser da soli è la peggior pena che si può provare (e non parlo di 'ragazza' ma proprio di amicizie). Il punto è proprio questo, fino a qualche anno fa, volevo cambiare ma non c'era abbastanza forza in me, e anzi non volevo 'mollare' l'essenza del mio carattere 'particolare', poichè non potevo credere che, per farsi accettare, bisognasse scendere così tanto a compromessi. Purtroppo però è proprio così, la nostra società ci impone delle regole non scritte che bisogna seguire.
E nonostante ciò che possa dire qualcuno, non si può essere sempre 'se stessi' e basta. Per interfacciarsi con gli altri, sopratutto per gente come me e te, bisogna cambiare. Accetta questo e fatti del male per sentirti meglio in futuro, non è mai troppo tardi ;)
(nuovo lavoro da una settimana? fregatene e iscriviti da qualche parte, mai rimandare qualcosa del genere, è un consiglio ;), la vita viene prima del lavoro)

tizy

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da tizy » 24/02/2008, 12:09

England ha scritto:Credo che il periodo in cui cominciai a sentirmi solo risalga al 1992. Allora frequentavo la 2^ media.
Nella nostra classe arrivò un ripetente che, oltre a deridermi con parole come “sfigato” e “gay”, ogni giorno mi colpiva con pugni sulla spalla destra. Non ci volle molto tempo perché una parte della classe ne, seguisse l’esempio. I restanti compagni dimostravano una totale indifferenza a questa situazione.
Il 9 giugno 1993 ebbi un incidente in motorino: per un mio errore di manovra, mi scontrai con un furgone che giungeva nella direzione opposta. Grazie al casco ed alla velocità moderata, me la cavai con alcune escoriazioni guaribili in cinque giorni. Una settimana più tardi, prima di entrare in classe per sostenere gli esami di 3^media, i miei compagni si “scatenarono” in un coro di derisioni: “Solo tu potevi fare una cosa simile, sfigato!”. Nessuno sapeva come si era svolto l’incidente, nessuno mi chiese spiegazioni: avrei voluto che quello stesso incidente capitasse ad uno qualsiasi di loro per comparare le reazioni ed i commenti che ne sarebbero sorti.
Tre mesi dopo, iniziai le superiori con la convinzione che il nuovo corso di studi ed i nuovi compagni sarebbero stati sicuramente migliori: mi sbagliavo. Ricordo ancora con rabbia e tristezza la prima lezione di educazione fisica di quell’anno: durante corsa di “riscaldamento” in palestra, un ragazzo cominciò, senza motivo, a darmi calci approfittando dei momenti in cui il professore guardava altrove. Durante il viaggio di ritorno da una gita a Torino, mentre sonnecchiavo al mio posto, un compagno mi ustionò intenzionalmente con un accendino. Anche in questo caso, i professori non videro nulla (o non vollero vedere, ma il risultato non cambia). Per il resto dell’anno, subii furti di oggetti e danneggiamenti vari: quaderni strappati, vestiti sporcati con pennarelli, sputi e, ovviamente, insulti. Il resto della classe, a parte ualche debole obiezione, non fece mai nulla di concreto per porre fine a questa situazione.
Superai l’anno con fatica, anche a causa della paura che mi attanagliava ogni mattina quando varcavo il portone di ragioneria e delle notti tormentato dalle domande: “Perché? Cosa sbaglio? Cosa devo fare?”.
L’anno successsivo fu peggiore, tanto che alla fine fui bocciato per i miei scarsi risultati. Riuscire a concentrarmi nello studio era praticamente impossibile. La sera mi addormentavo con il terrore di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo. Pur avendo “denunciato” ogni fatto, non fu preso mai nessun provvedimento.
Permettetemi di elencare persone e fatti che hanno contributo a questa situazione: la cattiveria di alcuni compagni, l’indifferenza degli altri, la mia scarsa autostima, il mio carattere un po’ chiuso, i miei errori di valutazione di certe situazioni, l’incapacità di alcuni professori a far valere la propria autorità.
Con il cambio di classe, la situazione migliorò molto, ma durò solo un anno. Sette dei miei “vecchi” compagni di classe dovettero ripetere il terzo anno e furono inseriti nella mia sezione. Domanda retorica: cosa fanno i ragazzi che frequentano persone anche poco più grandi di loro? Risposta: ne prendono l’esempio, anche – e soprattutto – per quanto riguarda gli aspetti negativi. Per tutti ero “stupido”, “incapace”, non meritavo di essere considerato.
Giunto finalmente all’Unviversità, cambiai città e cominciò il più bel periodo della mia vita. Si studiava, ma c’era anche il tempo per una cena in compagnia, una serata al cinema o, semplicemente, sedersi a chiacchierare su una panchina nel cortile dell’ateneo. Ammetto che terminai gli studi fuori corso anche a causa del tempo perso in “attività ricreative”.
Paragonandolo con oggi e citando un famoso scritto di Primo Levi, l’Università fu solo una “tregua”.
Mi laureai il 15 giugno 2005. Quello fu l’ultimo giorno in cui incontrai molti dei miei compagni. Internet e telefono non mi sono d’aiuto nel mio tentativo di “riallacciare i vecchi rapporti”. Nessuno mi contatta. Sono sempre io a cercare di parlare con gli altri ma, molto spesso, tutto si riduce a brevi chiamate da parte mia . Alcuni non rispondono , nessuno mi chiama anche semplicemente per fare le classiche “due chiacchiere”. Le uniche mail che ricevo sono quelle delle newsletter sportive a cui sono iscirtto, oltre ad una buona dose di spamming.
Nella mia triennale carriera di precario, ho incontrato molte persone, ma non ho mai instaurato con loro un rapporto che andasse oltre il necessario aspetto lavorativo. Le uniche telefonate che ricevo sono quelle dei miei genitori, che mi chiamano ogni sera. Ho una famiglia splendida. Per questo mi sento molto fortunato, ma a 28 anni vorrei avere qualcun altro oltre ad un padre, una madre, un fratello, una nonna e gli zii. Forse è proprio a causa di questa solitudine che mi terrorizza più la morte di uno qualunque di loro che la morte di me stesso.
Le serate trascorrono fra cinema e libri, le mie due passioni. Uscire la sera da solo sperando di incontrare qualcuno è sempre stato improduttivo, oltre che triste ed avvilente.
Riassumendo in poche righe questo mio lungo sfogo, mi sento solo. Non lo sopporto più, ma non posso curare questo mio malessere perché l’amicizia non è un medicinale che si acquista in farmacia, nemmeno con la ricetta del medico curante.
Ciao, ti capisco benissimo perchè sono in una situazione simile alla tua, ho solo un'amica ma è sposata quindi vederci ed uscire è molto raro, ho una sorella poco più piccola di me ma lei ha la sua vita, il suo fidanzato...sono praticamente sempre sola, ad uscire da sola non ci penso proprio x gli stessi motivi tuoi e il peso della solitudine a volte si fa sentire come un macigno...se hai voglia di fare quattro chiacchiere con me io sono qui ;)

Lunatikamina

ti capisco benissimo

Messaggio da Lunatikamina » 25/02/2008, 22:51

ciao!ti capisco veramente bene..sono appena pssata da una condizione in cui ero circondata,se non di amici,di persone ?? volevano divertirsi con me,a cui ero simpatica e ?? mi erano simpatiche...amici ne avevo,ma poi ho scoperto cm sono fatti veramente e x colpaLORO abbiamo lititgato,e ora mi trovo sola.Con i miei compagni di scuola ???? se siamo molto amici,il rapporto si ferma là,gli altri preferisocno stare dalla parte di quelle "strafiere"delle mie ex ????? piuttosto che dalla mia,quella di una sfigata.Sono stata depressa seriamente x molto tempo,non volevo uscire,non mi impegnavo in niente,e come avrai capito sono parecchio lunatika,quindi ogni tnt ho delle ricadute,ma ???? se ?? ancora in ???? situazione ho capito ?? devo cercare(e devi ???? tu)di vivere senza avere paura di sbagliare o di vergognarti.chiedi ai tuoi compagni di lavoro di prendervi un caffè insieme,come io sto cercando di fare con quelli della mia scuola,non avere paura di una loro possibile reazione,non avere paura di essere insultato,?? chi non si crea certi problemi(tipo quellodi non piacere alle persone)non li ha!Ho sperimentato su di me che ??? ho paura alla fine la mia paura si avverra,quando invece sono tranquilla e credo a me stessa,sono + accettata e ben voluta.Cerca di fare tu il primo passo x costruire un amicizia o qualcosa di + con colleghi e conoscenti di vista,probabilmente loro ?? lo fanno frenati dal tuo comportamente che,essendo pauroso,senza che te ne accorgi potrebbe dimostrarsi ostile e rassegnato.Magari sono persone ?? vedono te sicuro come tu vedi loro invece...e magari si sentono sole come te...a tutti fa piacere un nuovo amico,e come ho giàd etto se ?? ti crei questi problemi di ?? piacere alla gente,poi ?? li avrai sicuramente!
c'è differenza di età fra di noi ma penso ?? i consigli ?? ti ho dato valgano per tutte le età!
spero di riuscire aseguirli ??? io!
un bacio!
Mina

agos69

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da agos69 » 26/02/2008, 4:28

England ha scritto:Credo che il periodo in cui cominciai a sentirmi solo risalga al 1992. Allora frequentavo la 2^ media.
Nella nostra classe arrivò un ripetente che, oltre a deridermi con parole come “sfigato” e “gay”, ogni giorno mi colpiva con pugni sulla spalla destra. Non ci volle molto tempo perché una parte della classe ne, seguisse l’esempio. I restanti compagni dimostravano una totale indifferenza a questa situazione.
Il 9 giugno 1993 ebbi un incidente in motorino: per un mio errore di manovra, mi scontrai con un furgone che giungeva nella direzione opposta. Grazie al casco ed alla velocità moderata, me la cavai con alcune escoriazioni guaribili in cinque giorni. Una settimana più tardi, prima di entrare in classe per sostenere gli esami di 3^media, i miei compagni si “scatenarono” in un coro di derisioni: “Solo tu potevi fare una cosa simile, sfigato!”. Nessuno sapeva come si era svolto l’incidente, nessuno mi chiese spiegazioni: avrei voluto che quello stesso incidente capitasse ad uno qualsiasi di loro per comparare le reazioni ed i commenti che ne sarebbero sorti.
Tre mesi dopo, iniziai le superiori con la convinzione che il nuovo corso di studi ed i nuovi compagni sarebbero stati sicuramente migliori: mi sbagliavo. Ricordo ancora con rabbia e tristezza la prima lezione di educazione fisica di quell’anno: durante corsa di “riscaldamento” in palestra, un ragazzo cominciò, senza motivo, a darmi calci approfittando dei momenti in cui il professore guardava altrove. Durante il viaggio di ritorno da una gita a Torino, mentre sonnecchiavo al mio posto, un compagno mi ustionò intenzionalmente con un accendino. Anche in questo caso, i professori non videro nulla (o non vollero vedere, ma il risultato non cambia). Per il resto dell’anno, subii furti di oggetti e danneggiamenti vari: quaderni strappati, vestiti sporcati con pennarelli, sputi e, ovviamente, insulti. Il resto della classe, a parte ualche debole obiezione, non fece mai nulla di concreto per porre fine a questa situazione.
Superai l’anno con fatica, anche a causa della paura che mi attanagliava ogni mattina quando varcavo il portone di ragioneria e delle notti tormentato dalle domande: “Perché? Cosa sbaglio? Cosa devo fare?”.
L’anno successsivo fu peggiore, tanto che alla fine fui bocciato per i miei scarsi risultati. Riuscire a concentrarmi nello studio era praticamente impossibile. La sera mi addormentavo con il terrore di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo. Pur avendo “denunciato” ogni fatto, non fu preso mai nessun provvedimento.
Permettetemi di elencare persone e fatti che hanno contributo a questa situazione: la cattiveria di alcuni compagni, l’indifferenza degli altri, la mia scarsa autostima, il mio carattere un po’ chiuso, i miei errori di valutazione di certe situazioni, l’incapacità di alcuni professori a far valere la propria autorità.
Con il cambio di classe, la situazione migliorò molto, ma durò solo un anno. Sette dei miei “vecchi” compagni di classe dovettero ripetere il terzo anno e furono inseriti nella mia sezione. Domanda retorica: cosa fanno i ragazzi che frequentano persone anche poco più grandi di loro? Risposta: ne prendono l’esempio, anche – e soprattutto – per quanto riguarda gli aspetti negativi. Per tutti ero “stupido”, “incapace”, non meritavo di essere considerato.
Giunto finalmente all’Unviversità, cambiai città e cominciò il più bel periodo della mia vita. Si studiava, ma c’era anche il tempo per una cena in compagnia, una serata al cinema o, semplicemente, sedersi a chiacchierare su una panchina nel cortile dell’ateneo. Ammetto che terminai gli studi fuori corso anche a causa del tempo perso in “attività ricreative”.
Paragonandolo con oggi e citando un famoso scritto di Primo Levi, l’Università fu solo una “tregua”.
Mi laureai il 15 giugno 2005. Quello fu l’ultimo giorno in cui incontrai molti dei miei compagni. Internet e telefono non mi sono d’aiuto nel mio tentativo di “riallacciare i vecchi rapporti”. Nessuno mi contatta. Sono sempre io a cercare di parlare con gli altri ma, molto spesso, tutto si riduce a brevi chiamate da parte mia . Alcuni non rispondono , nessuno mi chiama anche semplicemente per fare le classiche “due chiacchiere”. Le uniche mail che ricevo sono quelle delle newsletter sportive a cui sono iscirtto, oltre ad una buona dose di spamming.
Nella mia triennale carriera di precario, ho incontrato molte persone, ma non ho mai instaurato con loro un rapporto che andasse oltre il necessario aspetto lavorativo. Le uniche telefonate che ricevo sono quelle dei miei genitori, che mi chiamano ogni sera. Ho una famiglia splendida. Per questo mi sento molto fortunato, ma a 28 anni vorrei avere qualcun altro oltre ad un padre, una madre, un fratello, una nonna e gli zii. Forse è proprio a causa di questa solitudine che mi terrorizza più la morte di uno qualunque di loro che la morte di me stesso.
Le serate trascorrono fra cinema e libri, le mie due passioni. Uscire la sera da solo sperando di incontrare qualcuno è sempre stato improduttivo, oltre che triste ed avvilente.
Riassumendo in poche righe questo mio lungo sfogo, mi sento solo. Non lo sopporto più, ma non posso curare questo mio malessere perché l’amicizia non è un medicinale che si acquista in farmacia, nemmeno con la ricetta del medico curante.
Mi spiace per quello che hai subito in passato e per il fatto che ancora adesso ti senti solo, la solitudine è una brutta cosa, non avere con chi parlare, con chi confrontarsi, con chi scambiare le proprie opinioni e un problema molto serio, ma non per questo ti devi avvilire, vedi oggi grazie a forum come questo hai la possibilità di comunicare e magari di conoscere qualcuno che ti sia veramente amico.
I bulli ci sono sempre stati, oggi se ne parla, lo riconoscono apertamente anche le TV. in passato invece veniva volutamente coperto e fatto passare come avvenimenti isolati, ma non era così, io sono stato sempre molto riservato, non ho mai avuto simpatia per le baraonde, ma non mi sono mai fatto mettere le mani addosso, reagivo molto male, quindi ho evitato le persecuzioni.
Non avvilirti, vedrai che troverai anche tu degli amici, ricordati che non è importante averne tanti, ma pochi e buoni....ciao
:ciao:

Ospite

Re: La mia situazione: totalmente solo :-(

Messaggio da Ospite » 26/02/2008, 15:57

Lady Morgana ha scritto:[...]



. Guardate che se ascoltate le persone pochi possono vantarsi di avere degli Amici, semmai possono vantarsi di avere conoscenze transitorie. . Le cose cambiano quando noi vogliamo mantenere il riserbo, non vogliamo aprirci più di tanto e non vogliamo sapere più di tanto. A quel punto supplisce una passione che si ha in comune. C'è da dire comunque che chi maggiormente si espone maggiormente incorre in delusioni proprio perchè è difficile trovare l'amicizia disinteressata. Meglio non farsi prendere dall'ansia e dalla smania di trovare a tutti i costi compagnia (non amicizia in senso stretto), meglio aspettare le condizioni migliori che essere circondati di falsi, di pettegoli e di opportunisti. A sto punto meglio quella solitudine che può riempirsi temporaneamente di tante belle cose dove la compagnia di se stessi è assolutamente più gratificante rispetto alle false alternative. Con questo non voglio fare un elogio alla solitudine (per l'amor di Dio) voglio solo che si riesca a guardare oltre le apparenze e a credere e a ricercare non la quantità ma la qualità.

Lady M.
Io non sono d’accordo con te e con molti altri. Io ho degli AMICI e non mi sembra di essere l’unica, capisco i problemi di trasferimento (questo si’), capisco il terrore della morte dei genitori ( e il desiderio di sostituirli), capisco la difficoltà di vivere a milano ma non concordo con nulla.
Bisogna aprirsi, non rinchiudersi ad aspettare chissà cosa, a rimurginare e a puntare sull’amicizia assoluta di poche persone. Nessuno è infallibile, siamo sicuri noi di essere stati sempre dei buoni amici? Le amicizie possono durare un anno o piu’( le mie anche da quindici anni), hanno delle fasi, ci sono degli errori, qualche volta un’amica si è dimenticata di chiamarmi prima di un’operazione medica grave e va bene, ho detto, “ricominciamo”. Qualcun altro era vicino a me, per certi problemi alcuni, per altri c'erano altre persone, per altri ancora ero sola. Anche io ho cercato di dare , non mantenere il riserbo (come facevo prima ) far si’ che i miei amici fossero parte della mia vita ed io della loro.
Io sono fortunata, ma mi sono data da fare. E l’esempio di massi (con cui magari ho bisticciato varie volte ;) ) che nonostante tutto mantiene sempre aperto un canale, una volontà d’aiuto,la mancanza sua di recriminazioni, l’apertura che dimostra verso gli altri mi dà quasi l’impressione di non essere l’unica che la pensa così. Si puo’ sempre ricominciare: il futuro è dietro l’angolo. e corre sulle linee di internet(per qunato riguarda l'amicizia), ma anche sui tram di milano.
basta andarci sui tram e guardare bene.....
non si puo' partire con l'idea che gli altri siano pettegoli, opportunisti etc... gli altri sono esattamente come noi. lo dice anche la canzone ;)

rosy

Re: ti capisco benissimo

Messaggio da rosy » 26/02/2008, 17:45

Lunatikamina ha scritto:ciao!ti capisco veramente bene..sono appena pssata da una condizione in cui ero circondata,se non di amici,di persone ?? volevano divertirsi con me,a cui ero simpatica e ?? mi erano simpatiche...amici ne avevo,ma poi ho scoperto cm sono fatti veramente e x colpaLORO abbiamo lititgato,e ora mi trovo sola.Con i miei compagni di scuola ???? se siamo molto amici,il rapporto si ferma là,gli altri preferisocno stare dalla parte di quelle "strafiere"delle mie ex ????? piuttosto che dalla mia,quella di una sfigata.Sono stata depressa seriamente x molto tempo,non volevo uscire,non mi impegnavo in niente,e come avrai capito sono parecchio lunatika,quindi ogni tnt ho delle ricadute,ma ???? se ?? ancora in ???? situazione ho capito ?? devo cercare(e devi ???? tu)di vivere senza avere paura di sbagliare o di vergognarti.chiedi ai tuoi compagni di lavoro di prendervi un caffè insieme,come io sto cercando di fare con quelli della mia scuola,non avere paura di una loro possibile reazione,non avere paura di essere insultato,?? chi non si crea certi problemi(tipo quellodi non piacere alle persone)non li ha!Ho sperimentato su di me che ??? ho paura alla fine la mia paura si avverra,quando invece sono tranquilla e credo a me stessa,sono + accettata e ben voluta.Cerca di fare tu il primo passo x costruire un amicizia o qualcosa di + con colleghi e conoscenti di vista,probabilmente loro ?? lo fanno frenati dal tuo comportamente che,essendo pauroso,senza che te ne accorgi potrebbe dimostrarsi ostile e rassegnato.Magari sono persone ?? vedono te sicuro come tu vedi loro invece...e magari si sentono sole come te...a tutti fa piacere un nuovo amico,e come ho giàd etto se ?? ti crei questi problemi di ?? piacere alla gente,poi ?? li avrai sicuramente!
c'è differenza di età fra di noi ma penso ?? i consigli ?? ti ho dato valgano per tutte le età!
spero di riuscire aseguirli ??? io!
un bacio!
Mina
ciao Mina tra noi c è una notevole differenza di età ,magare penserai cosa vuole sta vecchieta ,tranquilla mi piace frequentare persone di tutte le fascie d età la mia migliore amica ha 28 anni.Quello che mi ha stupito è leggere la tua sofferenza,capisco che ogni età ha i suoi problemi ma mi spaventa vedere che una ragazza di 15 anni abbia vissuto questa depressione dovresti solo sorridere alla vita.,poi trovo in te un controsenso,dai dei consigli su un argomento in cui te stessa ti lamenti ma.....Amore mi fai tanta tenerezza hai davanti a te una vita intera ,non sempre sarà facile ma tutto dipende da noi ,quando un amica ti delude via..ce ne saranno altre e poi altre ancora...però ricordati anche noi dobbiamo dare non solo ricevere ciao rosy

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Re: ti capisco benissimo

Messaggio da Merlino » 26/02/2008, 21:42

Lunatikamina ha scritto:ciao!ti capisco veramente bene..sono appena pssata da una condizione in cui ero circondata,se non di amici,di persone ?? volevano divertirsi con me,a cui ero simpatica e ?? mi erano simpatiche...amici ne avevo,ma poi ho scoperto cm sono fatti veramente e x colpaLORO abbiamo lititgato,e ora mi trovo sola.Con i miei compagni di scuola ???? se siamo molto amici,il rapporto si ferma là,gli altri preferisocno stare dalla parte di quelle "strafiere"delle mie ex ????? piuttosto che dalla mia,quella di una sfigata.Sono stata depressa seriamente x molto tempo,non volevo uscire,non mi impegnavo in niente,e come avrai capito sono parecchio lunatika,quindi ogni tnt ho delle ricadute,ma ???? se ?? ancora in ???? situazione ho capito ?? devo cercare(e devi ???? tu)di vivere senza avere paura di sbagliare o di vergognarti.chiedi ai tuoi compagni di lavoro di prendervi un caffè insieme,come io sto cercando di fare con quelli della mia scuola,non avere paura di una loro possibile reazione,non avere paura di essere insultato,?? chi non si crea certi problemi(tipo quellodi non piacere alle persone)non li ha!Ho sperimentato su di me che ??? ho paura alla fine la mia paura si avverra,quando invece sono tranquilla e credo a me stessa,sono + accettata e ben voluta.Cerca di fare tu il primo passo x costruire un amicizia o qualcosa di + con colleghi e conoscenti di vista,probabilmente loro ?? lo fanno frenati dal tuo comportamente che,essendo pauroso,senza che te ne accorgi potrebbe dimostrarsi ostile e rassegnato.Magari sono persone ?? vedono te sicuro come tu vedi loro invece...e magari si sentono sole come te...a tutti fa piacere un nuovo amico,e come ho giàd etto se ?? ti crei questi problemi di ?? piacere alla gente,poi ?? li avrai sicuramente!
c'è differenza di età fra di noi ma penso ?? i consigli ?? ti ho dato valgano per tutte le età!
spero di riuscire aseguirli ??? io!
un bacio!
Mina
Per cortesia, non usare abbreviazioni altrimenti il tuo messaggio diventa difficile e pesante da leggere.

Grazie.

Ciao.