Per conto mio, la diatriba è già finita!Andyphone ha scritto:tappo e Merlino continuate la eventuale diatriba tra voi in privato per cortesia.
Grazie.




Ho perso tutto. Come trovare un aiuto, vero.
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Messaggio da Ares87 » 15/07/2010, 18:53
Andyphone ha scritto:tappo e Merlino continuate la eventuale diatriba tra voi in privato per cortesia.
Grazie.
Posso dire solo una cosa su questo fatto del lagnarsi?
Esiste anche la possibilità (che spesso Merlino non considera

E siccome tutti quanti, chi più chi meno, abbiamo bisogno di sfogarci, non vedo posto migliore di un forum pieno zeppo di estranei virtuali pronti comunque ad ascoltare.
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Messaggio da tempest » 15/07/2010, 21:58
Sono d'accordo su tutto.Sims ha scritto:[...]
So che dici la verità ma chi non ti conosce e legge che tu parli di chi sta male come di persone che non tirano fuori gli attributi e che si lagnano mi sembra giustificato dal farsi una cattiva opinione di te. A nessuno - che soffre, per di più - piace sentirsi dire che si lagna invano e che la felicità è lì a portata di mano, se solo lo volesse. Tu dici che ti sei cambiato la vita... non so quanto possa essere possibile che sia dipeso interamente da te.
[...]
Mi sembra un concetto un po' forte: quelli che ora sono infelici e non sono riusciti a trovare la felicità sono tutte persone a cui la vita ha dato qualcuno che li consola e gli permette di autocommiserarsi? A volte ho creduto che tu avessi alle spalle degli studi specialistici ma qui o non ho capito o hai semplificato un po' troppo. E poi: la vita è una ruota che gira e mi spiace dirlo ma chi adesso dall'alto di storie funzionanti, lavori ben pagati e sicuri, ritrovata serenità ecc sottovaluta i casini altrui prima o poi potrebbe essere nella stessa situazione e viceversa. Non ci sono vincenti e perdenti, magari persone più sensibili, magari altri più forti e reattivi. Una pluralità che mi fa discordare dal tono del tuo commento e di quello di Merlino, perché mi sento punta sul vivo.
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Messaggio da tropicsnow » 17/07/2010, 12:17
certo la ruota gira ma quando si tratta di un periodo... penso a quelle persone che sono 8-10 anni se non di più che sono sempre nelle stesse condizioni e aspettano ancora che la ruoti giri... in questi casi bisogna pensare che la fortuna si sia dimenticata di loro?parola ha scritto:[...]
sta tranquillo, tappo, come dice sims, è una ruota che gira ...


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Messaggio da tempest » 17/07/2010, 13:46
Se si presentano....tropicsnow ha scritto:[...]
certo la ruota gira ma quando si tratta di un periodo... penso a quelle persone che sono 8-10 anni se non di più che sono sempre nelle stesse condizioni e aspettano ancora che la ruoti giri... in questi casi bisogna pensare che la fortuna si sia dimenticata di loro?o forse dipende anche dalla predisposizione, da un atteggiamento positivo e di apertura che possa pemettere di cogliere le opportunità che si presentano?
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Messaggio da arietina76 » 17/07/2010, 14:11
sono d'accordo. è vero che molte persone non colgono le opportunità che vengono loro offerte, perchè rimangono concentrate sulla loro "sfortuna" e passano il tempo a piangersi addosso.tempest ha scritto:[...]
Se si presentano....
è altrettanto vero però, secondo me, che non tutti abbiamo di fronte a noi le stesse ccasioni da sfruttare, e che in molti casi il lasciarsi andare all'autocommiserazione (o al fare la lagna, per usare un'espressione ricorrente nel forum) dipende proprio da questo...
Messaggio da Micol* » 17/07/2010, 14:22
In parte condivido questo discorso nel senso che se si sta parlando di delusioni o eventi che possono causare momenti no è giusto ad un certo punto dire basta è ora di muoversi, per altre situazioni dove subentrano stati depessivi o ci sono delle patologie, credo non sia semplice dire su su mouversi...Non è semplice riuscire a capire e a stare vicino a persone che vivono questa situazione. Immagino solo la loro disperazione....tropicsnow ha scritto:[...]
certo la ruota gira ma quando si tratta di un periodo... penso a quelle persone che sono 8-10 anni se non di più che sono sempre nelle stesse condizioni e aspettano ancora che la ruoti giri... in questi casi bisogna pensare che la fortuna si sia dimenticata di loro?o forse dipende anche dalla predisposizione, da un atteggiamento positivo e di apertura che possa pemettere di cogliere le opportunità che si presentano?
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Messaggio da tempest » 17/07/2010, 14:36
E' quello che volevo dire io con quel "SE", dovevo spiegarmi...arietina76 ha scritto:[...]
sono d'accordo. è vero che molte persone non colgono le opportunità che vengono loro offerte, perchè rimangono concentrate sulla loro "sfortuna" e passano il tempo a piangersi addosso.
è altrettanto vero però, secondo me, che non tutti abbiamo di fronte a noi le stesse ccasioni da sfruttare, e che in molti casi il lasciarsi andare all'autocommiserazione (o al fare la lagna, per usare un'espressione ricorrente nel forum) dipende proprio da questo...
Se non capitano le occasioni non puoi coglierle.
Io non condivido la linea di pensiero di tropicsnow e Merlino, che individuano principalmente due categorie di persone: quelle che si danno una mossa e quelle che si piangono addosso. Non si nasce con lo stesso carattere, la stessa forza, la stessa sensibilità. Non si vive nelle stesse circostanze e con le stesse occasioni davanti.
Trovo inoltre che a volte ( nb: sottolineo a volte )quelli che si "danno una mossa" hanno la sensibilità di un muro di cemento ( beati loro in certi casi ), "soffrono" per una settimana e poi dimenticano tutto, vale per gli amori finiti, per le amicizie perdute, per i "fallimenti" personali... non si lagnano perchè in fondo non sentono il peso della delusione o il senso di perdita.
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Messaggio da tropicsnow » 17/07/2010, 15:17
tempest ha scritto:
E' quello che volevo dire io con quel "SE", dovevo spiegarmi...
Se non capitano le occasioni non puoi coglierle.
Io non condivido la linea di pensiero di tropicsnow e Merlino, che individuano principalmente due categorie di persone: quelle che si danno una mossa e quelle che si piangono addosso. Non si nasce con lo stesso carattere, la stessa forza, la stessa sensibilità. Non si vive nelle stesse circostanze e con le stesse occasioni davanti.
hai ragione. però quando ti capita una perdita, un dispiacere, e ti assicuro che son capitati anche a me e ho impiegato anche mesi per riprendermi, hai davanti due scelte: o cerchi di fare qualcosa per riprenderti e andare avanti o continuare a stare male. nel primo caso riuscirai a guadagnarci qualcosa almeno in serenità nel secondo caso niente. per quanto gli altri possano consigliarti e starti vicino il dolore è solo tuo e solo tu puoi trovare la chiave per elaborarlo e superarlo.
secondo me qui non si tratta di avere o meno sensibilità ma semplicemente di non crearsi illusioni. se non ti crei illusioni e non vivi in funzione di qualcun'altro etc. nel momento in cui qualcosa va male riuscirai più facilmente a riprenderti. anche qui, secondo me, dipende da quanto conosci i tuoi limiti e le tue reali possibilità così da non crearti inutili aspettative. è ovvio che si sta male quando si perde una persona a cui si è legati affettivamente o non si riesce a conseguire un risultato in cui si è investito però, ripeto, dipende se si è messo in conto anche la sconfitta oppure no e si si ha una concreta consapevolezza delle condizioni di partenza e degli sviluppi conseguiti.tempest ha scritto: Trovo inoltre che a volte ( nb: sottolineo a volte )quelli che si "danno una mossa" hanno la sensibilità di un muro di cemento ( beati loro in certi casi ), "soffrono" per una settimana e poi dimenticano tutto, vale per gli amori finiti, per le amicizie perdute, per i "fallimenti" personali... non si lagnano perchè in fondo non sentono il peso della delusione o il senso di perdita.

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Messaggio da arietina76 » 17/07/2010, 17:32
in linea teorica il tuo discorso non fa una piega, e lo condivido tutto.tropicsnow ha scritto:[...]
hai ragione. però quando ti capita una perdita, un dispiacere, e ti assicuro che son capitati anche a me e ho impiegato anche mesi per riprendermi, hai davanti due scelte: o cerchi di fare qualcosa per riprenderti e andare avanti o continuare a stare male. nel primo caso riuscirai a guadagnarci qualcosa almeno in serenità nel secondo caso niente. per quanto gli altri possano consigliarti e starti vicino il dolore è solo tuo e solo tu puoi trovare la chiave per elaborarlo e superarlo.
[...]
secondo me qui non si tratta di avere o meno sensibilità ma semplicemente di non crearsi illusioni. se non ti crei illusioni e non vivi in funzione di qualcun'altro etc. nel momento in cui qualcosa va male riuscirai più facilmente a riprenderti. anche qui, secondo me, dipende da quanto conosci i tuoi limiti e le tue reali possibilità così da non crearti inutili aspettative. è ovvio che si sta male quando si perde una persona a cui si è legati affettivamente o non si riesce a conseguire un risultato in cui si è investito però, ripeto, dipende se si è messo in conto anche la sconfitta oppure no e si si ha una concreta consapevolezza delle condizioni di partenza e degli sviluppi conseguiti.
come scrivi tu, è vero che quando ti capita una perdita o un dispiacere, le scelte sono due: o fare qualcosa per riprenders e ricominciare a vivere, oppure continuare a stare male.
questo è vero, anzi verissimo, non ci sono alternative, sono le uniche due opzioni.
ma un conto è sapere questo razionalmente, altro è riuscire davvero (intendo non solo di testa,ma anche di cuore) a scegliere la seconda opzione.
proprio perchè, come dici, il dolore è personale e ognuno di noi lo elabora a modo proprio (lezione che ho imparato sulla mia pelle!), non è così semplice, così automatico riuscire ad andare avanti. ognuno di noi ha il proprio carattere, la propria forza, la propria sensibilità, la propria vulnerabilità... e per alcuni l'unica chiave per elaborare un dolore troppo grande è proprio sfogarlo in tutta la sua potenza, passando anche attraverso la fase dell'autocommiserazione e della "lagna". per alcuni,in alcune dolorose fasi della vita, non è tanto un modo per evitare di mettersi in gioco e di andare avanti, ma piuttosto l'unico modo per sostenere l'insostenibile e non impazzire.
mi scuserai, poi,Tropic, ma non ho mai creduto molto al "mettere in conto la sconfitta". o meglio, credo che ognuno di noi in vari momenti razionalmente si sia detto di averla messa in conto.
ma credo anche che poi nessuno di noi sia davvero preparato alla sconfitta, quando questa arriva....
comunque sia, tornando in tema, sono d'accordo con te e merlino quando dite che molto dipende da noi. molto ma non tutto.
non ditemi che tutti abbiamo le stesse possibilità o le stesse opportunità, perchè non credo sia vero.
a ognuno di noi capitano avvenimenti (a volte anche gravi) sui quali davvero non abbiamo nessuna signoria, nessun poter di intervento, e rispetto ai quali ciò che ci distingue è solo la capacità di reazione, che, come sia io sia tempest abbiamo detto, dipende davvero da un'infinità di fattori, tra cui anche la violenza con cui questi avvenimenti si presentano....
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Messaggio da tappo » 17/07/2010, 18:54
meno male che ogni tanto qualcuno che la pensa come me c'è.... io sono convintissimo che su questo forum c'è molta gente che è nelle stesse condizioni di noi che facciamo la "lagna" (sempre per restare in tema) ma non lo dicono per non sentirsi criticare... ...tempest ha scritto:[...]
Io non condivido la linea di pensiero di tropicsnow e Merlino, che individuano principalmente due categorie di persone: quelle che si danno una mossa e quelle che si piangono addosso. Non si nasce con lo stesso carattere, la stessa forza, la stessa sensibilità. Non si vive nelle stesse circostanze e con le stesse occasioni davanti.
PEr querlli che scrivono che basta darsi una mossa e cogliere le occasioni, dico anche la stessa cosa.. ma siamo sicuri che queste occasioni capitano a tutti??!!
per quanto riguarda il mio caso, ma voi credete che sia così facile riprendersi da un'esperienza come un terremoto, che ti ha distrutto casa, ha cancellato il passato.... io, come esempio per far capire cosa si prova dopo un terremoto, faccio quello dell'hard disk del PC... quando si rompe si perdono tutti i dati ed è impossibile recuperarli.. così è il terremoto: non hai più una casa dove hai vissuto per 30 anni, non hai più il tuo paese, non hai più una fotografia oppure un oggetto che ti possa ricollegare al passato, non hai più punti di riferimento.. nel giro di pochi minuti ti vedi cancellato tutto e ti ritrovi catapultato in una nuova città dove non hai amici, non conosci nessuno... ma in quel momento tutto questo non ti interessa, ringrazi solo il caso che per il momento sei vivo e non sei rimassto, come tanta altra gente, sotto le macerie.....
Io in questi 8 anni ho provato a conoscere gente, ci sono riuscito ma alla fine, non so se per colpa mia che ho conosciuto sempre lo stesso tipo di persone o perchè, come ho sempre scritto, qui la gente è molto strana, (vive con i suoi gruppi e non accetta gente estranea) non sentendomi a mio agio per il modo come venivo trattato, mi sono allontantato.. e questo è successo per 2 volte... il 2° gruppo mi ha detto anche che loro non erano come i primi che avevo conosciuto, però alla fine si sono comportati come loro..... ultimamente ho conosciuto un 3° gruppo.. anche loro tante chiacchiere di dover organizzare cene, uscite assieme ma alla fine non si vedono e non rispondono al cell. quando cerco di contattarli... se li trovi per strada se possono ti evitano....... a questo punto, come ho scritto in altri 3D, mi sono talmente abituato al comportamneto di questa gente che ormai mi sono creato un mondo tutto mio in casa, da dove non voglio più uscire.... e purtoppo ogni tanto questo mi porta a lagnarmi, ma alla fine sto bene così

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Messaggio da tropicsnow » 17/07/2010, 18:56
arietina76 ha scritto:
in linea teorica il tuo discorso non fa una piega, e lo condivido tutto.
come scrivi tu, è vero che quando ti capita una perdita o un dispiacere, le scelte sono due: o fare qualcosa per riprenders e ricominciare a vivere, oppure continuare a stare male.
questo è vero, anzi verissimo, non ci sono alternative, sono le uniche due opzioni.
ma un conto è sapere questo razionalmente, altro è riuscire davvero (intendo non solo di testa,ma anche di cuore) a scegliere la seconda opzione.
proprio perchè, come dici, il dolore è personale e ognuno di noi lo elabora a modo proprio (lezione che ho imparato sulla mia pelle!), non è così semplice, così automatico riuscire ad andare avanti. ognuno di noi ha il proprio carattere, la propria forza, la propria sensibilità, la propria vulnerabilità... e per alcuni l'unica chiave per elaborare un dolore troppo grande è proprio sfogarlo in tutta la sua potenza, passando anche attraverso la fase dell'autocommiserazione e della "lagna". per alcuni,in alcune dolorose fasi della vita, non è tanto un modo per evitare di mettersi in gioco e di andare avanti, ma piuttosto l'unico modo per sostenere l'insostenibile e non impazzire.
mi scuserai, poi,Tropic, ma non ho mai creduto molto al "mettere in conto la sconfitta". o meglio, credo che ognuno di noi in vari momenti razionalmente si sia detto di averla messa in conto.
ma credo anche che poi nessuno di noi sia davvero preparato alla sconfitta, quando questa arriva....
comunque sia, tornando in tema, sono d'accordo con te e merlino quando dite che molto dipende da noi. molto ma non tutto.
non ditemi che tutti abbiamo le stesse possibilità o le stesse opportunità, perchè non credo sia vero.
a ognuno di noi capitano avvenimenti (a volte anche gravi) sui quali davvero non abbiamo nessuna signoria, nessun poter di intervento, e rispetto ai quali ciò che ci distingue è solo la capacità di reazione, che, come sia io sia tempest abbiamo detto, dipende davvero da un'infinità di fattori, tra cui anche la violenza con cui questi avvenimenti si presentano....
anche io son d'accordo con te. preciso che la "lagna" a cui faccio riferimento io è qualcosa che si trascina da lungo tempo non una perdita o un avvenimento appena accaduto. qui la prima reazione è sicuramente di sconforto, di smarrimento etc... e ci sta tutta. poi i tempi di reazione cambiano a seconda della portata dell'evento e della personalità di ognuno di noi. ma quando il periodo difficile si trasforma in decenni allora lì c'è qualcosa che non ha funzionato...
nella mia vita, e non sto a raccontarlo perchè sarebbe troppo lungo, c'è stato un evento per me drammatico che mi ha cambiato molto: la vecchia tropicsnow è morta e al suo posto è rinata una nuova persona. grazie ad esso ho scoperto delle potenzialità e una forza che non sapevo di avere proprio perchè ero sola e da sola ho dovuto reagire. ho cominciato a vedere le cose da un'altra prospettiva e ho imparato a combattere. da allora son cambiate molte cose e anche se mi ha segnato molto (non è stato l'unico sebbene quello decisivo) oggi ne sono quasi felice. passo per quella insensibile e rigida? preferisco così... sono come le piante grasse che a me piacciono tanto: fuori tanti aculei e un fusto robusto dentro chi immaginerebbe un contenuto così tenero? infatti quando muoiono non te ne accorgi subito perchè all'esterno continuano a mostrare tutto il loro splendore. se ne accorgerà solo chi ha imparato a conoscerle...

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Messaggio da arietina76 » 17/07/2010, 19:56
su questo mi trovi pienamente d'accordo. se una certa situazione dura da decenni, allora c'è qualcosa che non va...tropicsnow ha scritto:[...]
anche io son d'accordo con te. preciso che la "lagna" a cui faccio riferimento io è qualcosa che si trascina da lungo tempo non una perdita o un avvenimento appena accaduto. qui la prima reazione è sicuramente di sconforto, di smarrimento etc... e ci sta tutta. poi i tempi di reazione cambiano a seconda della portata dell'evento e della personalità di ognuno di noi. ma quando il periodo difficile si trasforma in decenni allora lì c'è qualcosa che non ha funzionato...
nella mia vita, e non sto a raccontarlo perchè sarebbe troppo lungo, c'è stato un evento per me drammatico che mi ha cambiato molto: la vecchia tropicsnow è morta e al suo posto è rinata una nuova persona. grazie ad esso ho scoperto delle potenzialità e una forza che non sapevo di avere proprio perchè ero sola e da sola ho dovuto reagire. ho cominciato a vedere le cose da un'altra prospettiva e ho imparato a combattere. da allora son cambiate molte cose e anche se mi ha segnato molto (non è stato l'unico sebbene quello decisivo) oggi ne sono quasi felice. passo per quella insensibile e rigida? preferisco così... sono come le piante grasse che a me piacciono tanto: fuori tanti aculei e un fusto robusto dentro chi immaginerebbe un contenuto così tenero? infatti quando muoiono non te ne accorgi subito perchè all'esterno continuano a mostrare tutto il loro splendore. se ne accorgerà solo chi ha imparato a conoscerle...
io intendevo semplicemente dire che bisogna distinguere i casi di chi davvero non riesce a reagire a una data situazione e di chi, semplicemente, si adagia sugli allori, e in qualche modo "strumentalizza" (passatemi il termine, che metto tra virgolette) quella stessa situazione per compiangersi,pur avendo le capacità e la possibilità di reagire.
mi dispiace molto per l'evento drammatico che hai passato, e anche se non so di cosa si tratta, ti mando un abbraccione formato gigante.
ho capito perfettamente il tuo discorso: in fondo, nel bene e nel male noi siamo il frutto delle esperienze vissute, che ci plasmano e ci modellano, in un certo senso.
e anch'io come te, a causa di alcuni avvenimenti, sono diventata una pianta grassa....

Messaggio da Ospite » 17/07/2010, 21:54
Non ho capito pero’ di che parliamo, tropic.tropicsnow ha scritto:[...]
certo la ruota gira ma quando si tratta di un periodo... penso a quelle persone che sono 8-10 anni se non di più che sono sempre nelle stesse condizioni e aspettano ancora che la ruoti giri... in questi casi bisogna pensare che la fortuna si sia dimenticata di loro?o forse dipende anche dalla predisposizione, da un atteggiamento positivo e di apertura che possa pemettere di cogliere le opportunità che si presentano?
solo di perdite affettive????
Prescindiamo dalla saga tappo, che ha avuto risorse grazie a cui potrebbe riprendersi.
è ovvio che se la questione è atavica il problema è da specialista (da cui la gente non va)
pero' potrebbe esserci una malattia che dura da decenni o la povertà protratta. In questo caso cosa dici “ alzati perché ti lagni?”. Tu potresti essere anche fortissima, ma avere un trauma, una violenza da cui non ci si riprende. Non so, dipende…..
io ho ci ho messo una vita a riprendermi, ma non mi vergogno di averci messo anni. ognuno ha le possibilità, le conoscenze, le opportunità (come dice perfettamente arietina) che ha!!!!! non ne farei questione di tempo !!!!

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Messaggio da dies irae » 19/07/2010, 13:45
parola ha scritto:[...]
Non ho capito pero’ di che parliamo, tropic.
solo di perdite affettive????
Prescindiamo dalla saga tappo, che ha avuto risorse grazie a cui potrebbe riprendersi.
è ovvio che se la questione è atavica il problema è da specialista (da cui la gente non va)
pero' potrebbe esserci una malattia che dura da decenni o la povertà protratta. In questo caso cosa dici “ alzati perché ti lagni?”. Tu potresti essere anche fortissima, ma avere un trauma, una violenza da cui non ci si riprende. Non so, dipende…..
io ho ci ho messo una vita a riprendermi, ma non mi vergogno di averci messo anni. ognuno ha le possibilità, le conoscenze, le opportunità (come dice perfettamente arietina) che ha!!!!! non ne farei questione di tempo !!!!
completamente d'accordo.
ad esempio se una persona nell'infanzia e adolescenza ha vissuto in situazioni ambientali che l'ha portata a sviluppare problemi caratteriali rilevanti, manca sicuramente degli strumenti di cui dispone qualcuno che invece è cresciuto in un ambiente sano.
come si fa a parlare di lagna in quel caso? è profondamente ingiusto.
d'altronde il mondo non sta ad aspettare la gente che ha problemi a relazionarsi. il mondo ci vuole brillanti, solari, attivi, socievoli, efficienti... e ricordiamo inoltre che il mondo siamo noi.
noi siamo sicuri di avere la coscienza a posto al riguardo?
o magari tendiamo a relazionarci con certe persone, e ad ignorarne altre?
certo ognuno ha la responsabilità di dover fare qualcosa per i suoi problemi, nessuno può risolverli al posto suo. ma anche la società ha le sue colpe, nel momento in cui fa distingue la gente "in" da quella "out".
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Messaggio da arietina76 » 19/07/2010, 13:47
quoto tutto.dies irae ha scritto:[...]
completamente d'accordo.
ad esempio se una persona nell'infanzia e adolescenza ha vissuto in situazioni ambientali che l'ha portata a sviluppare problemi caratteriali rilevanti, manca sicuramente degli strumenti di cui dispone qualcuno che invece è cresciuto in un ambiente sano.
come si fa a parlare di lagna in quel caso? è profondamente ingiusto.
d'altronde il mondo non sta ad aspettare la gente che ha problemi a relazionarsi. il mondo ci vuole brillanti, solari, attivi, socievoli, efficienti... e ricordiamo inoltre che il mondo siamo noi.
noi siamo sicuri di avere la coscienza a posto al riguardo?
o magari tendiamo a relazionarci con certe persone, e ad ignorarne altre?
certo la persona ha la responsabilità di dover fare qualcosa per i suoi problemi, nessuno può risolverli al posto suo. ma anche la società ha le sue colpe, nel momento in cui fa distingue la gente "in" da quella "out".
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Messaggio da Merlino » 19/07/2010, 14:00
Sono "IN" quelli che si sentono "IN".dies irae ha scritto:[...]
completamente d'accordo.
ad esempio se una persona nell'infanzia e adolescenza ha vissuto in situazioni ambientali che l'ha portata a sviluppare problemi caratteriali rilevanti, manca sicuramente degli strumenti di cui dispone qualcuno che invece è cresciuto in un ambiente sano.
come si fa a parlare di lagna in quel caso? è profondamente ingiusto.
d'altronde il mondo non sta ad aspettare la gente che ha problemi a relazionarsi. il mondo ci vuole brillanti, solari, attivi, socievoli, efficienti... e ricordiamo inoltre che il mondo siamo noi.
noi siamo sicuri di avere la coscienza a posto al riguardo?
o magari tendiamo a relazionarci con certe persone, e ad ignorarne altre?
certo ognuno ha la responsabilità di dover fare qualcosa per i suoi problemi, nessuno può risolverli al posto suo. ma anche la società ha le sue colpe, nel momento in cui fa distingue la gente "in" da quella "out".
Sono "OUT" quelli che si sentono "OUT".
Se non impariamo ad avere di noi stessi, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri?
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Messaggio da Merlino » 19/07/2010, 14:13
Rikardo ha scritto:Smettila Merlo, io sono un ragazzino ventenne abbandonato da tutto e da tutti.
La mia superfidanzatina m'ha lasciato ed adesso ce l'hanno tutti con me, zi zi, perchè sono brutto e cattivo.
E' poi non 'è vero che mi lagno come un bimbo, no no.





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Messaggio da dies irae » 19/07/2010, 14:25
nel gruppo con cui esco frequentemente ce n'è qualcuna che la società ha emarginato, alcune di loro hanno storie anche abbastanza pesanti di discriminazione alle spalle, per cui non posso seguirti in pieno in quello che dici.Merlino ha scritto:[...]
Sono "IN" quelli che si sentono "IN".
Sono "OUT" quelli che si sentono "OUT".
Se non impariamo ad avere di noi stessi, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri?
però capisco ciò che dici, io cerco spesso, forte della mia esperienza, di spronare chi ne ha bisogno a lavorare pesantemente su sè stessi, a fare continua autoanalisi e palestra mentale, anche se è dura e viene spontaneo voler lasciare riposare gli scheletri nei loro comodi armadi.
se i problemi non si affrontano tanto rimangono li a rovinarti la vita, distrarsi e non pensarci significa solo rimandare una cura necessaria, su questo ti dò ragione.
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Messaggio da Merlino » 19/07/2010, 14:31
La discriminazione, come il razzismo, ci sono e ci saranno anche in futuro.dies irae ha scritto:[...]
nel gruppo con cui esco frequentemente ce n'è qualcuna che la società ha emarginato, alcune di loro hanno storie anche abbastanza pesanti di discriminazione alle spalle, per cui non posso seguirti in pieno in quello che dici.
però capisco ciò che dici, io cerco spesso, forte della mia esperienza, di spronare chi ne ha bisogno a lavorare pesantemente su sè stessi, a fare continua autoanalisi e palestra mentale, anche se è dura e viene spontaneo voler lasciare riposare gli scheletri nei loro comodi armadi.
se i problemi non si affrontano tanto rimangono li a rovinarti la vita, distrarsi e non pensarci significa solo rimandare una cura necessaria, su questo ti dò ragione.
E chi ne è vittima, soffre molto (parlo per esperienza diretta.)!!!
In tali casi, si può reagire facendo la vittima ("ce l'hanno tutti con me, non ho speranza, non ce la farò mai, ecc...") oppure aggredendo la vita e tirando fuori le unghie.
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Messaggio da dies irae » 19/07/2010, 14:51
Merlino ha scritto:[...]
La discriminazione, come il razzismo, ci sono e ci saranno anche in futuro.
E chi ne è vittima, soffre molto (parlo per esperienza diretta.)!!!
In tali casi, si può reagire facendo la vittima ("ce l'hanno tutti con me, non ho speranza, non ce la farò mai, ecc...") oppure aggredendo la vita e tirando fuori le unghie.
getto la spugna, perchè ho la sensazione che potrebbe andare molto per le lunghe

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Messaggio da tropicsnow » 19/07/2010, 15:16
non sono del tutto d'accordo. anche io ho avuto un'infanzia non molto facile e allora? proprio per questo mi aspettavo che gli altri mi capissero e mi giustificassero e coloro che non lo facevano erano insensibili. poi mi è stato inferto il colpo di grazia: mi son trovata in una situazione più grande di me che non ho saputo gestire e che ha cambiato tutto e mi ha fatto molto soffrire. lì mi son resa conto che ero io a non avere i mezzi e la capacità di far fronte ai problemi. non era colpa degli altri. da lì ho cominciato ad attivarmi per diventare una persona più consapevole di me stessa e più forte. ed è un processo continuo...dies irae ha scritto:[...]
completamente d'accordo.
ad esempio se una persona nell'infanzia e adolescenza ha vissuto in situazioni ambientali che l'ha portata a sviluppare problemi caratteriali rilevanti, manca sicuramente degli strumenti di cui dispone qualcuno che invece è cresciuto in un ambiente sano.
come si fa a parlare di lagna in quel caso? è profondamente ingiusto.
d'altronde il mondo non sta ad aspettare la gente che ha problemi a relazionarsi. il mondo ci vuole brillanti, solari, attivi, socievoli, efficienti... e ricordiamo inoltre che il mondo siamo noi.
noi siamo sicuri di avere la coscienza a posto al riguardo?
o magari tendiamo a relazionarci con certe persone, e ad ignorarne altre?
certo ognuno ha la responsabilità di dover fare qualcosa per i suoi problemi, nessuno può risolverli al posto suo. ma anche la società ha le sue colpe, nel momento in cui fa distingue la gente "in" da quella "out".
quanto al relazionarci con alcuni e non altri, io direi che non c'è nessun obbligo a relazionarsi con tutti. noi scegliamo le persone, scegliamo gli amici, scegliamo il partner, scegliamo quelle persone con cui ci sentiamo più in sintonia, più vicine a noi e al nostro modo di pensare e sentire...
Merlino ha scritto:[...]
Sono "IN" quelli che si sentono "IN".
Sono "OUT" quelli che si sentono "OUT".
Se non impariamo ad avere di noi stessi, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri?
come non quotarti!



Messaggio da Ospite » 19/07/2010, 16:24
allora parlaimo di infanzia e di problemi psicologici derivanti dalla socializzazione che di questo forum è l'argomento principe.tropicsnow ha scritto:[...]
non sono del tutto d'accordo. anche io ho avuto un'infanzia non molto facile e allora? proprio per questo mi aspettavo che gli altri mi capissero e mi giustificassero e coloro che non lo facevano erano insensibili. poi mi è stato inferto il colpo di grazia: mi son trovata in una situazione più grande di me che non ho saputo gestire e che ha cambiato tutto e mi ha fatto molto soffrire. lì mi son resa conto che ero io a non avere i mezzi e la capacità di far fronte ai problemi. non era colpa degli altri. da lì ho cominciato ad attivarmi per diventare una persona più consapevole di me stessa e più forte. ed è un processo continuo...
quanto al relazionarci con alcuni e non altri, io direi che non c'è nessun obbligo a relazionarsi con tutti. noi scegliamo le persone, scegliamo gli amici, scegliamo il partner, scegliamo quelle persone con cui ci sentiamo più in sintonia, più vicine a noi e al nostro modo di pensare e sentire...
io non ne ho avuti.
in effetti ci sono persone (ed alcune le ho conosciute) con grossi problemi: TU (e si vede che devi aver vissuto qualcosa nella vita passata e non vuoi fare la super woman percè si vede chi ha sofferto )hai delle risorse che altri non hanno; non hai sviluppato delle patologie.
ti ricordi quando parlavamo della analisi o meglio (io la preferisco) della psicoterapia?
è una buona strada, ma molti per soldi o per ignoranza non hanno la possibilità di accedervi.
alcuni (ti assicuro non io) hanno dei traumi, delle cose irrisolte, delle mancanze accettazioni di se' ( identità sessuale, abusi ) che non possono essrre risolte con la frase " ci vuole l'autostima". non hanno avuto la possibilità di crearsi l'autostima.
ed anche la psicoterapia abbisogna di una certa intelligenza, di un certo quoziente intelettivo. i miei parenti psichiatri me lo dicono sempre: tu potresti farla ed anche io (vedi come sono presuntuosa), altri no.
che ci sia gente che se la tira addosso è vero, (moltissima), ma certe volte vedo sofferenza allo stato puro ed esclusione ad parte degli altri (va bene, non dobbiamo frequentare tutti, ma non solo chi ha fortuna).
ciao
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Messaggio da dies irae » 19/07/2010, 16:46
tropicsnow ha scritto: anche io ho avuto un'infanzia non molto facile e allora?
e allora proprio per questo dovresti comprendere chi non ce la fa ad emergere come te, perchè sai quanto è stato difficile farlo.
è da chi invece la Sofferenza non l'ha mai conosciuta, che non mi aspetto niente, perchè non ha la minima idea di ciò che c'è al di là del proprio naso.
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