Borges

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duca.bambaluc
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Borges

Messaggio da duca.bambaluc » 12/11/2010, 10:28

A chi piace Borges?

Ai tempi del liceo, il mio prof di religione (un laico) ci parlava di Borges ed Escher come artisti che, nella letteratura e nelle arti figurative, affrontarono e cercarono di rappresentare l'infinito.

L'Aleph mi piace moltissimo, soprattutto il racconto "L'immortale", con le sue pagine inquietanti e allo stesso tempo affascinanti, sulla città degli immortali, il labirinto di cunicoli, gli immortali, ed ovviamente il finale. Lo sto rileggendo ora per ritrovare alcuni particolari, e sento ancora un brivido corrermi lungo la schiena. Anche il racconto "Asterione", quattro pagine sulla mia edizione tascabile, lascia a bocca aperta tanto quanto il racconto "L'impostore" di Philip Dick, simile nell'idea di fondo; "La scrittura del dio" è l'epitome forse di Borges.

Tuttavia il "Manuale di zoologia fantastica" non mi è piaciuto e non sono riuscito a leggerlo.

Devo fare altre prove, ho messo nella lista dei desideri "Il libro di sabbia", che dalla descrizione affronta nuovamente il tema dell'infinito ed i suoi paradossi, e "Storia dell'eternità".
Duca Bambaluc
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ildilemmadelprigioniero

Re: Borges

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 20/11/2010, 0:21

duca.bambaluc ha scritto:
Ai tempi del liceo, il mio prof di religione (un laico) ci parlava di Borges ed Escher come artisti che, nella letteratura e nelle arti figurative, affrontarono e cercarono di rappresentare l'infinito.

"
Tratto da L’artefice di Jorge Luis Borges:

Il luogo era la facoltà di Lettere e Filosofia; l’ora, il crepuscolo. Tutto (come suole accadere nei sogni) era indistinto; le cose erano leggermente alterate e come ingrandite. Leggevamo auctoritates; io parlavo con Pedro Henrìquez Ureña (…) Bruscamente, ci stordì un clamore, di manifestazione o di musici ambulanti. Grida umane e animali giungevano dal Basso. Una voce gridò: “Vengono!”, e poi “Gli dei! Gli dei!” Quattro o cinque esseri uscirono dalla turba e occuparono la pedana dell’aula magna. Tutti applaudimmo, piangendo; erano gli dei che tornavano, dopo un esilio di secoli. Ingigantiti dalla pedana, la testa gettata all’indietro e il petto in fuori, ricevettero superbi il nostro omaggio. Uno reggeva un ramo, che senza dubbio si addiceva alla semplice botanica dei sogni; un altro, con largo gesto, protendeva una mano che era un artiglio; una delle facce di Giano guardava con diffidenza il becco ricurvo di Thoth. Forse eccitato dai nostri applausi, uno, non so più quale, proruppe in uno strido vittorioso, incredibilmente aspro, qualcosa tra il gargarismo e il fischio. Le cose, da quel momento, cambiarono.

Tutto cominciò col sospetto (che forse era eccessivo) che gli dei non sapessero parlare. Secoli di vita fuggitiva e ferina avevano atrofizzato quello che in essi c’era di umano; la luna dell’Islam e la croce di Roma erano state implacabili con questi profughi. Fronti basse, denti gialli, baffi radi di mulatti o cinesi e musi bestiali rendevano evidente la degenerazione della stirpe olimpica. Le loro vesti non corrispondevano a una povertà decorosa e onesta, ma al lusso deplorevole delle bische e dei lupanari dei bassifondi. A un occhiello rosseggiava un garofano sanguigno; sotto una giacca attillata s’indovinava la sporgenza di un pugnale. Bruscamente, sentimmo che giocavano l’ultima carta, che erano astuti, ignoranti e crudeli come vecchi animali da preda e che, se ci fossimo lasciati vincere dalla paura o dalla compassione, avrebbero finito col distruggerci.

Estraemmo le pesanti rivoltelle (d’improvviso ci furono rivoltelle nel sogno) e gioiosamente demmo morte agli dei.


Adoro Escher, è stato passato anche dalle mie parti lungo il suo viaggio in Italia... ;)

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duca.bambaluc
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Re: Borges

Messaggio da duca.bambaluc » 21/11/2010, 11:26

ildilemmadelprigioniero ha scritto:[...]


Tratto da L’artefice di Jorge Luis Borges:

Il luogo era la facoltà di Lettere e Filosofia; l’ora, il crepuscolo. Tutto (come suole accadere nei sogni) era indistinto; le cose erano leggermente alterate e come ingrandite. Leggevamo auctoritates; io parlavo con Pedro Henrìquez Ureña (…) Bruscamente, ci stordì un clamore, di manifestazione o di musici ambulanti. Grida umane e animali giungevano dal Basso. Una voce gridò: “Vengono!”, e poi “Gli dei! Gli dei!” Quattro o cinque esseri uscirono dalla turba e occuparono la pedana dell’aula magna. Tutti applaudimmo, piangendo; erano gli dei che tornavano, dopo un esilio di secoli. Ingigantiti dalla pedana, la testa gettata all’indietro e il petto in fuori, ricevettero superbi il nostro omaggio. Uno reggeva un ramo, che senza dubbio si addiceva alla semplice botanica dei sogni; un altro, con largo gesto, protendeva una mano che era un artiglio; una delle facce di Giano guardava con diffidenza il becco ricurvo di Thoth. Forse eccitato dai nostri applausi, uno, non so più quale, proruppe in uno strido vittorioso, incredibilmente aspro, qualcosa tra il gargarismo e il fischio. Le cose, da quel momento, cambiarono.

Tutto cominciò col sospetto (che forse era eccessivo) che gli dei non sapessero parlare. Secoli di vita fuggitiva e ferina avevano atrofizzato quello che in essi c’era di umano; la luna dell’Islam e la croce di Roma erano state implacabili con questi profughi. Fronti basse, denti gialli, baffi radi di mulatti o cinesi e musi bestiali rendevano evidente la degenerazione della stirpe olimpica. Le loro vesti non corrispondevano a una povertà decorosa e onesta, ma al lusso deplorevole delle bische e dei lupanari dei bassifondi. A un occhiello rosseggiava un garofano sanguigno; sotto una giacca attillata s’indovinava la sporgenza di un pugnale. Bruscamente, sentimmo che giocavano l’ultima carta, che erano astuti, ignoranti e crudeli come vecchi animali da preda e che, se ci fossimo lasciati vincere dalla paura o dalla compassione, avrebbero finito col distruggerci.

Estraemmo le pesanti rivoltelle (d’improvviso ci furono rivoltelle nel sogno) e gioiosamente demmo morte agli dei.
Borges.... fantastico!
Duca Bambaluc
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ildilemmadelprigioniero

Re: Borges

Messaggio da ildilemmadelprigioniero » 24/11/2010, 18:37

duca.bambaluc ha scritto:[...]



Borges.... fantastico!
Già. Sempre da L'Artefice:

In una stalla, quasi all'ombra della nuova chiesa di pietra, un uomo dagli occhi grigi, e dalla barba grigia, sdraiato tra il fetore delle bestie, umilmente cerca la morte come chi cerca il sonno. Il giorno, fedele a vaste leggi segrete, sposta e confonde le ombre nel povero recinto; fuori, le terre arate e una gora piena di foglie morte e qualche orma di lupo nella fanghiglia nera ai margini del bosco. L'uomo dorme e sogna, dimentico. II rintocco dell'Avemaria lo sveglia. Nei regni d'Inghilterra il suono delle campane è ormai costume della sera, ma l'uomo, da bambino, ha visto il volto di Woden, l'orrore divino, e il giubilo, il rozzo idolo di legno carico di monete romane e di pesanti vesti, il sacrificio di cavalli, cani e prigionieri. Prima dell'alba morirà e moriranno insieme a lui, e non torneranno, le ultime immagini dirette dei riti pagani; il mondo sarà un po’ più povero quando questo sàssone sarà morto.
Fatti che popolano lo spazio e che scompaiono allorchè qualcuno muore possono meravigliarci, ma una cosa, o un numero infinito di cose, muore in ogni agonia, a meno che non esista una memoria dell'universo, come hanno ipotizzato i teosofi. Nel tempo c’è stato un giorno che spense gli ultimi occhi che videro Cristo; la battaglia di Junín e l'amore di Elena morirono con la morte di un uomo. Cosa morirà con me quando morirò, quale forma patetica o fuggevole perderà il mondo? La voce di Macedonio Fernàndez, l'immagine di un cavallo sauro nei campi incolti di Serrano e Charcas, una barretta di zolfo nel cassetto d'uno scrittoio di mogano?

NextSpring

Re: Borges

Messaggio da NextSpring » 07/02/2011, 10:30

duca.bambaluc ha scritto:A chi piace Borges?
A me.... è uno dei miei scrittori preferiti.
Come definirlo poi... poeta... scrittore?
Di certo "vedeva" nelle profondità dell'anima e ne conosceva il linguaggio onirico