Citate un libro

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Re: Citate un libro

Messaggio da Ospite » 24/04/2009, 21:31

etherealmirror ha scritto:"Nella perfezione in cui già ci si presentano in Omero, gli Dèi greci non possono certo intendersi come prodotti della necessità e del bisogno: tali esseri sicuramente non sono stati inventati da un animo scosso dall'angoscia. Non è per ritrarsi dalla vita, che una geniale fantasia ha proiettato nel vuoto le loro immagini. Attraverso queste parla una religione della vita, non già una religione del dovere o dell'ascetismo o della spiritualità. Tutte queste figure esprimono il trionfo dell'esistenza, un rigoglioso sentimento di vita accompagna il loro culto. Esse non pretendono: in loro è divinizzare ciò che sussiste, sia esso buono o cattivo.
(...) Perciò una teodicea non fu mai un problema ellenico: ci si guardò
dall'addossare agli dèi l'esistenza del mondo, e quindi la responsabilità per la sua configurazione. Anche gli dèi sono sottomessi all'anánke":questo è un riconoscimento della più rara sapienza.
Vedere la propria esistenza - quale si
presenta - in uno specchio trasfigurante, e difendersi con questo specchio dalla Medusa, ecco la strategia geniale della «volontà» ellenica, in generale per poter vivere. Come avrebbe infatti potuto sopportare altrimenti l'esistenza quel popolo infinitamente sensibile, così splendidamente recettivo al dolore, se tale esistenza non gli si fosse rivelata, avvolta da una gloria superiore, nei suoi dèi? Lo stesso impulso che trae alla vita l'arte, in quanto integrazione e compimento che inducono a continuare la vita, fece sorgere altresì il mondo olimpico, un mondo della bellezza,della quiete, del godimento. Sotto l'influsso di una tale religione, la vita viene intesa nel mondo omerico come qualcosa in sé desiderabile: la vita cioè nel chiaro splendore solare di tali Dèi.
Si tratta del mondo trasfigurato dell'occhio, che crea artisticamente nel sogno, con le palpebre abbassate. La contemplazione, la bellezza e l'illusione circoscrivono la sfera dell'arte apollinea.Anche la poesia epica vuol condurci a questo stato di sogno: non dobbiamo veder nulla con gli occhi aperti e dobbiamo pascerci delle immagini interiori, alla cui produzione cerca di stimolarci il rapsodo con i suoi concetti.(…) La misura, sotto il cui giogo si moveva il nuovo mondo di dèi olimpii (di fronte al mondo abbattuto dei Titani), era quella della bellezza: il limite che il Greco doveva mantenere era quello della bella illusione. Il fine più intimo di una cultura rivolta all'illusione e alla misura può certo essere soltanto quello di velare la verità. L'instancabile indagatore al servizio della verità così come il tracotante Titano, viene richiamato con l'ammonizione del medén ágan.Con Prometeo viene mostrato alla grecità un esempio di come un eccessivo avanzamento della conoscenza umana agisca in modo ugualmente rovinoso per chi promuove tale avanzamento e per chi ne usufruisce.In un mondo così costruito e artificiosamente difeso penetrò allora il suono estatico della festa di Dioniso, dove tutto l'eccesso della natura in gioia, dolore e conoscenza si manifestò in uno stesso tempo. Tutto quello che sino allora valeva come limite e come determinazione di misura si dimostrò a quel punto una artificiosa illusione: l' «eccesso» si svelò come verità.(...) E la cosa più misteriosa si realizzò: venne allora al mondo l'armonia, che nel suo movimento fa immediatamente comprendere la volontà della natura. In compagnia di Dioniso si fecero ormai udire cose che nel mondo apollineo stavano artificiosamente nascoste: tutto il fulgore degli dèi olimpici impallidì dinnanzi alla sapienza di Sileno. Un'arte che nella sua ebbrezza estatica diceva la verità, scacciò le Muse delle arti dell'illusione; nell'oblio di sé degli stati dionisiaci perì l'individuo con i suoi limiti e le sue misure: eminente un crepuscolo degli Dèi (del” politeismo perfetto”).

F. Nietzsche "La visione dionisiaca del mondo"
Molto interessante.

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serena82
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Messaggio da serena82 » 25/04/2009, 14:40

breve ha scritto:[...]




E' curioso - a morsi-, a bracciate arrivi prima, in volo immediatamente ... a morsi c'arrivi dopo un secolo ... però c'ha la vista acuta, la vede con l'altro da oltre l'oceano e poi decide di attraversarlo a morsi... oppure la vede qui e decide di attraversare l'oceano per non vederla.
Me la spiegheresti?
Non ho avuto il piacere di leggere il libro e volevo sapere se è tutto così.
Eh ti lascio la sorpresa... ti conviene prendere il libro e leggerlo, altrimenti levo la curiosità anche agli altri forumisti!! Comunque è stato un libro molto piacevole..lo consiglio!! ;)
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Zoe80
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Messaggio da Zoe80 » 28/04/2009, 15:25

Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

Da poesie d'amore di Jacques Prévert
Detesto quello che tu dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo.
Voltaire

gargoyle

Re: Citate un libro

Messaggio da gargoyle » 04/05/2009, 22:36

amary ha scritto:Vi chiedo di scrivere qui uno stralcio che vi ha particolarmente colpito di un libro che avete letto. Magari una frase, mezza pagina che vi ha emozionato anche se il libro nel suo complesso puo esservi risultato meno interessante.
Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono - le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella vostra testa sembravano sconfinate , e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto , come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto , senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate. Questa è la cosa peggiore , secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di una che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare
"Stand By Me" - Stephen King

etherealmirror

Re: Citate un libro

Messaggio da etherealmirror » 04/05/2009, 22:42

gargoyle ha scritto:[...]



Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono - le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella vostra testa sembravano sconfinate , e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto , come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto , senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate. Questa è la cosa peggiore , secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di una che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare
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Messaggio da serena82 » 05/05/2009, 15:24

Non c'è mai un perchè a un ricordo. Arriva all'improvviso, così, senza chiedere permesso. E non sai mai quando se ne andrà. L'unica cosa che sai è che purtroppo tornerà di nuovo. Ma di solito sono attimi. E ormai so come fare. Basta non fermarsi troppo. Appena arriva quel ricordo, allontanarsene velocemente, farlo subito, senza rimpianti, senza concessioni, senza metterlo a fuoco, senza giocarci. Senza farsi male.

Ho voglia di te - Federico Moccia
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etherealmirror


Messaggio da etherealmirror » 05/05/2009, 15:32

serena82 ha scritto:Non c'è mai un perchè a un ricordo. Arriva all'improvviso, così, senza chiedere permesso. E non sai mai quando se ne andrà. L'unica cosa che sai è che purtroppo tornerà di nuovo. Ma di solito sono attimi. E ormai so come fare. Basta non fermarsi troppo. Appena arriva quel ricordo, allontanarsene velocemente, farlo subito, senza rimpianti, senza concessioni, senza metterlo a fuoco, senza giocarci. Senza farsi male.

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Messaggio da serena82 » 06/05/2009, 11:50

E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
la felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente...
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...
la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose...
...e impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande
Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.


La felicità - Volo del Mattino - Fabio Volo
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Re: Citate un libro

Messaggio da george clooney » 06/05/2009, 21:33

serena82 ha scritto:[...]



Le donne sono come fiori: se cerchi di aprirli con la forza, i petali ti restano in mano e il fiore muore. Perchè
solamente con il calore si schiudono. E l'amore e la tenerezza insieme sono il sole per un donna. Avrei dovuto
semplicemente amarla. Poi sarebbe stato tutto naturale. Perchè una donna, quando si sente amata, si apre
e dà tutto il suo mondo.

Fabio Volo - tratto da E' una vita che ti aspetto
Cambiare posto al cuore con il cervello. Impara a pensare con il cuore e ad amare con la testa. Pensare con il cuore ti costringe ad agire con amore; e ogni cosa da amare facendolo con la testa ti costringe ad amare nel modo giusto. Amare con la testa non vuol dire essere razionali, ma vuol dire coltivare un'educazione al sentimento che non sarà mai distruttivo.

"E' una vita che ti aspetto" - Fabio Volo.

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Messaggio da serena82 » 11/05/2009, 19:35

Mi sentivo già innamorato, ma di innamorarsi sono capaci tutti, e a tutti può accadere. Amare una persona è un'altra cosa.
Quello l'ho dovuto imparare.


Un posto nel mondo - Fabio Volo
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Messaggio da george clooney » 11/05/2009, 20:38

"L'amore è una forza selvaggia. Quando cerchiamo di controllarlo, ci distrugge. Quando tentiamo di imprigionarlo, ci rende schiavi. Quando ci sforziamo di capirlo, ci lascia smarriti e confusi." (Paulo Coelho) - tratto da "Lo Zahir".

etherealmirror

Re: Citate un libro

Messaggio da etherealmirror » 14/05/2009, 17:46

amary ha scritto:Vi chiedo di scrivere qui uno stralcio che vi ha particolarmente colpito di un libro che avete letto. Magari una frase, mezza pagina che vi ha emozionato

“ Vinnie mise la testa fuori dall’ufficio: “ Che cosa ne dite del gioco del sacchetto in fiamme” .Tutte ci voltammo nella sua direzione. “ Di solito è uno scherzo che si fa alla gente sulla veranda davanti a casa” disse Vinnie. Metti della cacca di cane in un sacchetto. Poi metti il sacchetto sotto il portico dello sfigato e suoni il campanello. Quindi gli dai fuoco e scappi a gambe levate. Quando la vittima apre la porta, vede il sacchetto in fiamme e lo calpesta per spegnerlo.” “ E?” “ E si sporca tutta la scarpa” disse Vinnie. “Suona bene” disse Lula. “L’unica cosa che ci serve è un po’ di cacca di cane”. Tutti rivolgemmo l’attenzione a Bob. Connie prese un sacchetto di carta marrone dal cassetto in basso.”Io ho il sacchetto e tu puoi usare la confezione vuota del pollo come paletta”. Misi il guinzaglio a Bob e uscii con Lula dalla porta sul retro per passeggiare un po’. Bob fece pipì circa quaranta volte, ma non fornì alcun contributo per il sacchetto. “Non sembra ispirato” disse Lula. “Forse dovremmo portarlo al parco”. Il parco era a soli due isolati di distanza, perciò accompagnammo Bob e rimanemmo a ciondolare in giro aspettando che rispondesse alla chiamata della natura. Solo che la natura non lo chiamava. “Hai mai notato che quando non ti serve della cacca di cane sembra essercene ovunque?” disse Lula. “E ora che ne vogliamo un po’…” Poi spalancò gli occhi. “Aspetta un attimo. Cane a ore dodici. Ed è un cane grosso”. Infatti qualcuno stava portando il cane a passeggio nel parco. La bestia era grande e nera. L’anziana donna dall’altra parte del guinzaglio era bianca e minuta.(…) Aveva con sé un sacchetto di plastica e un fazzoletto di carta nella mano. Il sacchetto era vuoto.” Non che voglia essere blasfema o cose simili” disse Lula. “Ma è il buon Dio che ci manda quel cane.” Il cane si fermò improvvisamente e si accovacciò. Lula, Bob e io attraversammo il prato. (…) Tutti correvamo a gran velocità quando la donna alzò lo sguardo e ci vide. Il colorito sparì dal suo viso. “Sono vecchia” disse. “Non ho denaro”. “Andate via non fatemi del male”. “Non vogliamo il suo denaro” disse Lula. “ Vogliamo la cacca.” La donna tirò il guinzaglio. “ Non potete prendere la cacca. Devo portarla a casa…è la legge”. “ La legge non dice che < lei > deve portarla a casa” disse Lula. “Dice solo che qualcuno deve farlo. E noi ci offriamo volontarie”. “Non so se sia giusto” disse la donna. “Non ho mai sentito una cosa del genere. Credo di dover essere io a portare la cacca a casa”. “D’accordo” fece Lula “le pagheremo la cacca”. Lula mi guardò. “Dalle un paio di banconote”. Frugai nelle tasche. “Non ho soldi con me. Non ho preso il portafoogli.” “Non accetterò niente di meno di cinque dollari” disse la donna. “Il fatto è che non abbiamo denaro con noi” spiegò Lula. “Allora la cacca è mia” disse la donna. “Col cavolo” replicò Lula, spingendo da parte la donna e raccogliendo la cacca con la confezione del pollo. “Ne abbiamo bisogno noi”. “Aiuto!” strillò la donna. “Mi rubano la cacca! Ferme! Ladre!” Continua….

Janet Evanovich “Cacciatrice di taglie”, Rizzoli

etherealmirror

Re: Citate un libro

Messaggio da etherealmirror » 15/07/2009, 0:09

amary ha scritto:Vi chiedo di scrivere qui uno stralcio che vi ha particolarmente colpito di un libro che avete letto.
"Le società umane conobbero poi un’accelerata evoluzione culturale che fa aumentare vertiginosamente, da un lato, la complessità dei ruoli, delle gerarchie e degli apparati della trasmissione culturale; dall’altro, la distanza dalle altre specie viventi, fino al punto di produrre «l’illusoria idea dell’uomo fuori o al di sopra della natura».
È dunque una somma di capacità mentali e attitudini sociali accresciute che ha determinato, nell’animale Homo Sapiens, lo sviluppo degli atteggiamenti irrazionali. Il di più di irrazionalità/spiritualità è, in primo luogo, una risposta adattativa a un di più di razionalità che comportava alcuni effetti psicologicamente difficili da gestire - primo tra tutti la consapevolezza della morte. In secondo luogo, una conseguenza - e uno strumento - delle relazioni di potere. Qualcosa che, per certi versi, ci ha aiutato a vivere meglio - «soprattutto a morire, meglio»; per altri, ha alimentato quei grandi e potenti movimenti organizzati che sono le religioni con ricadute che «non sempre sono un bene per tutti gli individui"

Danilo Mainardi. L’animale irrazionale. L’uomo, la natura e i limiti della ragione. Oscar Mondadori, Milano 2002

Gine88

Re: Citate un libro

Messaggio da Gine88 » 15/07/2009, 0:21

gargoyle ha scritto:[...]



Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono - le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella vostra testa sembravano sconfinate , e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto , come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto , senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate. Questa è la cosa peggiore , secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di una che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare
"Stand By Me" - Stephen King
E' la stessa frase che volevo postare io...non ho mai letto il libro intero, ho trovato questa citazione in un diario quando ero piccola e mi è sempre rimasta impressa...è bellissima, e rispecchia una situazione che ci troviamo a vivere molto più spesso di quanto crediamo.

Eire

Re: Citate un libro

Messaggio da Eire » 15/07/2009, 10:16

amary ha scritto:Vi chiedo di scrivere qui uno stralcio che vi ha particolarmente colpito di un libro che avete letto. Magari una frase, mezza pagina che vi ha emozionato anche se il libro nel suo complesso puo esservi risultato meno interessante.
Chissa forse la persona che legge potra rivivere l' emozione che voi vedete riassunta in quelle poche righe.

Per me la scelta è stata ardua. In genere raccolgo in un libricino le frasi che mi hanno colpito di tutti i libri che ho letto.
Alla fine mi sono decisa per questa:

Lo strinse profondamente dentro di sè e tutti i suoi sensi si dilatarono fino a quando comprese che aveva trascorso libera i propri confini, che lei s' era dissolta e che lui s' era dissolto e che insieme avevano formato un essere nuovo. Per sempre, pensò. Per sempre.
Judith Krantz, La figlia di Mistral

Cosa di meglio per cominciare che non la celebrazione del senso dell'amore che crea una nuova vita? Io la trovo bellissima.
:welove:

"C'è un luogo dove la pace della natura
filtra in noi come la luce del sole tra gli alberi
dove i venti ci comunicano la loro forza
e gli affanni si staccano da noi come foglie.
Non è difficile arrivarci:
basta guardarsi dentro
ed avere un cuore pulito."

Da R.Battaglia "un cuore Pulito"

shania72

Re: Citate un libro

Messaggio da shania72 » 16/07/2009, 23:52


Ricorda sempre che tu sei il dono e tale devi essere per tutte le persone che ti circondano. Non entrare nella vita di qualcuno se non riesci a essere un dono (lo sei sempre, ma a volte non ne sei consapevole). Quando qualcuno entra
inaspettatamente nella tua vita, cerca di capire quale dono è venuto a ricevere da te.Per quale altra ragione una persona dovrebbe venire da te, se non per
ricevere un regalo? E cosi facendo ti ha fatto a sua volta un dono, quello
di permetterti di comprendere e realizzare Chi Sei. Se capisci questa semplice verità, scoprirai la più grande verità: IO VI MANDO SOLTANTO ANGELI.


Neal Donald Walsch - Conversazioni con Dio Volume Primo

etherealmirror

Re: Citate un libro

Messaggio da etherealmirror » 17/07/2009, 13:57

amary ha scritto:Vi chiedo di scrivere qui uno stralcio che vi ha particolarmente colpito di un libro che avete letto.
"L’identificazione della parola di Dio con Dio è la conseguenza logica del processo di valorizzazione della scrittura magistralmente messo in atto: «In principio era il Verbo».
[…] Nulla di più di un segno parlante si presta a essere divinizzato. Di fronte a questo le altre divinità perdono senso: «Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l’impulso del momento» [1 Corano 12,2].
Gli «idoli muti» non avevano valore perché non erano dotati della parola, anzi comunicavano con l’umanità solo perché era l’umanità a trasferire senso in essi: parlavano quindi come l’umanità desiderava.(...) Sarebbe bastato contrapporre a esse una divinità che era Parola essa stessa".
Bruno Ballardini "GLPB" ed. Roma, minimum fax 2006

etherealmirror

Re: Citate un libro

Messaggio da etherealmirror » 05/09/2009, 10:37

amary ha scritto:Vi chiedo di scrivere qui uno stralcio che vi ha particolarmente colpito di un libro che avete letto. Magari una frase
“Nel 1977 il mio esame finale all’MBA sul caso delle moto Honda chiedeva
se l’azienda dovesse entrate nel mercato globale delle autovetture.
Chi rispondeva di sì era automaticamente bocciato, infatti:

&#61607;I mercati erano saturi
&#61607;Esistevano concorrenti molto forti in Europa, Usa e Giappone
&#61607;Honda non aveva alcuna esperienza nel settore automobilistico
&#61607;Honda non aveva nessun sistema distributivo.

Nel 1985 mia moglie guidava una automobile Honda”
(Richard Rumlet)

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Re: Citate un libro

Messaggio da tropicsnow » 20/09/2009, 18:40

amary ha scritto:Vi chiedo di scrivere qui uno stralcio che vi ha particolarmente colpito di un libro che avete letto.
:welove:
"È molto piacevole ascoltarlo parlare, anche se quello che racconta ti è del tutto indifferente, perché ti parla davvero, si rivolge a te. È la prima volta che incontro qualcuno che si preoccupa di me quando mi parla: non aspetta l'approvazione o il disappunto, mi guarda con l'aria di dire: "Chi sei? Vuoi parlare con me? Mi fa proprio piacere stare con te! ". Ecco cosa volevo dire con la parola gentilezza, questo modo di fare che dà all'altro la sensazione di esserci."

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Messaggio da tropicsnow » 16/11/2009, 18:39

ci sono persone che indossano la rabbia come un cappotto, si avvolgono nella disperazione come in una sciarpa, abbottonano uno dopo l’altro recriminazioni e lamenti. Io, invece, voglio infilarmi il tuo amore come un maglione; un maglione morbido, soffice; un amore-maglione della taglia giusta, che non mi stringa, ma mi abbracci e scaldi. Così come fai tu.

versi tratti dall’antologia "Valer la pena" di Juan Gelman, poeta argentino

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Messaggio da The Etherealmirror » 19/02/2012, 20:10

Uno dei libri che colpirono di più il giovane Darwin fu il trattato del teologo William Paley "Evidenze dell'esistenza e degli attributi della divinità raccolte dalle apparenze della natura" (1803). Il trattato comincia così:

"Supponiamo che nell'attraversare una brughiera il mio piede urti contro un sasso, e mi venga da chiedermi come ha fatto quell'oggetto a trovarsi in quel posto; potrei rispondere che il sasso, per quanto ne so, potrebbe anche essere esistito da sempre, e forse non sarebbe proprio facile dimostrare che una simile risposta è assurda. Ma supponiamo che
per terra abbia trovato invece un orologio, e che mi ponga la stessa domanda; in questo caso non mi sentirei proprio di dare la stessa risposta e dire che anche l'orologio potrebbe essere esistito da sempre... no, quell'orologio deve essere stato fatto da qualcuno: deve essere esistito da qualche parte, qualche tempo fa, un artigiano che l'ha costruito con uno scopo preciso, che sapeva come costruirlo, e che l'ha progettato proprio per l'uso che se ne fa.
Tutte le prove di un disegno, tutte le manifestazioni di un progetto che esistono in un orologio esistono anche nelle opere della natura; con la differenza che in natura le opere sono molto più numerose e molto più grandiose, e lo sono a un punto tale che sfida ogni calcolo".

Paley passa poi a descrivere gli organi del corpo umano, e nel caso dell'occhio gli viene spontaneo confrontarlo con il telescopio. Tutti e due sono strumenti ottici, e Paley conclude che "é esattamente la stessa cosa dire che l'occhio è stato progettato per vedere come dire che il telescopio è stato progettato per estendere la visione dell'occhio".
Gli organi hanno uno scopo, quindi richiedono un progetto. Questo è il punto su cui Paley martella innumerevoli volte e sul quale poggia tutta la teologia naturale.

Darwin fu molto colpito dall'esempio dell'occhio (...).
Darwin affronta questo problema nel capitolo sesto del "L'Origine della specie", nel paragrafo dedicato agli 'Organi di estrema perfezione e complessità' e scrive così:

Il più semplice organo cui si possa dare il nome di occhio consiste di un nervo ottico circondato da cellule pigmentate e coperto di membrana trasparente, ma senza cristallino o altro corpo rifrangente.
Possiamo tuttavia, secondo Jourdain, scendere a un gradino ancora più basso e trovare che aggregati di cellule pigmentate, apparentemente dotate di funzione visiva, sono prive di nervi e sono semplicemente appoggiate su un tessuto sarcodiale. Occhi così semplici non sono capaci di visione distinta, e servono solo a distinguere la luce dall'oscurità. In certe stelle di mare, piccole depressioni dello strato pigmentato che circonda il nervo sono riempite da una sostanza trasparente, gelatinosa, che forma una superficie convessa simile alla cornea degli animali superiori.
In questa semplice concentrazione dei raggi luminosi raggiungiamo il primo gradino, e di gran lunga il più importante, verso la formazione di un vero occhio capace di formare immagini; infatti basta collocare l'estremità nuda del nervo ottico, che in qualche animale inferiore è profondamente sepolto nel corpo e in altri è vicino alla superficie, a una distanza appropriata dall'apparato di concentrazione, perché vi si formi sopra una immagine.
Nella grande classe degli Articolati, possiamo partire da un nervo ottico ricoperto di pigmento, che forma talvolta una sorta di pupilla, ma priva di cristallino o di altro apparecchio ottico. Per gli insetti, si sa che le numerose faccette sulla cornea dei grandi occhi composti formano vere lenti, e che i coni includono filamenti nervosi stranamente modificati'.
Ma gli organi degli Articolati sono talmente diversi fra loro che Muller in passato costituì tre classi principali con sette suddivisioni, oltre a una quarta classe principale di semplici occhi aggregati.
Quando riflettiamo su questi fatti... non è più tanto difficile ritenere che la selezione naturale abbia potuto trasformare il semplice apparato di un nervo ottico ricoperto di pigmento e rivestito da una membrana trasparente, in uno strumento ottico perfetto come è quello di qualsiasi membro della classe degli Articolati'.

Darwin conclude così che la selezione naturale può offrire un'altra soluzione al problema di Paley. Un organo di estrema perfezione può essere costruito in tempi brevi sulla base di un progetto, come fa un artigiano, ma se ci sono milioni di anni a disposizione può anche essere costruito con tanti piccoli aggiustamenti successivi ad opera della selezione naturale. Questa, però, non è ancora una conclusione soddisfacente, perché il risultato finale non cambia e le due soluzioni sembrano equivalenti. Darwin si chiede quindi se esistono degli argomenti sperimentali che ci permettono di fare una scelta fra la soluzione del Divino Artigiano di Paley e quella della selezione naturale. E uno dei più convincenti lo trova nelle innumerevoli imperfezioni che esistono anche nell'organo più perfetto.
Se un ingegnere dovesse costruire un occhio, non si sognerebbe mai di mettere nella retina i recettori della luce capovolti, ossia con la parte sensibile rivolta non verso la luce ma nella direzione opposta, eppure questo è ciò troviamo anche negli occhi più sofisticati.
Innumerevoli altri esempi simili dimostrano che la struttura degli organi non è affatto quella che ci si aspetterebbe dall'esecuzione di un progetto, ma dalla lunga e paziente sovrapposizione di esperimenti successivi che non ripartono mai da zero e quindi continuano a mostrare le tracce dei primi tentativi.

A questo punto, l'argomento di Paley e della teologia naturale, che tanto aveva impressionato Darwin in gioventù, diventa molto poco convincente e la ragione è costretta ad ammettere che l'umile spiegazione della selezione naturale ha tutte le sembianze della "verità".

Marcello Barbieri, "I Codici Organici" (Quod editore, 2000)

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Messaggio da Marcello80 » 20/02/2012, 14:57

"E' tutto molto semplice da capire. La paura è il primo nemico naturale che un uomo deve superare lungo la strada verso la conoscenza. Inoltre, tu sei curioso e questo sistema le cose. Imparerai tuo malgrado: è la regola."

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Re: Citate un libro

Messaggio da nimu » 20/02/2012, 17:46

"il cammino che stai facendo è il cammino del Potere.
il viaggio che prima si rivelava una tortura perchè volevi soltanto arrivare,adesso comincia a trasformarsi in piacere:nel piacere della ricerca e dell'avventura.
con questo stai alimentando una cosa molto importante:i tuoi sogni.
l'uomo non può mai smettere di sognare.il sogno è il nutrimento dell'anima.
molte volte, nel corso dell'esistenza, vediamo che i nostri sogni svaniscono e che i nostri desideri vengono frustrati,tuttavia è necessario continuare a sognare,altrimenti la nostra anma muore.....
......il Buon Combattimento è quello che viene intrapreso in nome dei nostri sogni.
Quando essi esplodono in noi con tutto il loro vigore,vale a dire in gioventù,abbiamo molto coraggio, ma non sappiamo ancora batterci.
Dopo tanti sforzi,finalmente impariamo a lottare,e a quel punto non abbiamo piu lo stesso coraggio per combattere.
A causa di ciò, ci rivoltiamo e combattiamo contro noi stessi,diventando il nostro peggior nemico.
Uccidiamo i nostri sogni perche abbiamo paura di combattere!

il cammino di santiago
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Messaggio da tropicsnow » 21/04/2012, 19:18

"La seduzione che trasmette una mente originale, acuta, intuitiva e brillante non è epidermica come una qualsiasi attrazione fisica, è abissale, intima, viscerale; è come immergersi nel sublime, senza bagnarsi, come librarsi in volo, senza essere dotati di ali, come attraversare il sovrannaturale, senza essere un Dio".

"Non importa quanto siano distanti due menti, quando posseggono affinità intellettive; si nutrono anche a distanza, si respirano, si toccano, ognuno percepisce l'odore dell'altro e si fondono in un unico pensiero".


Paola Melone

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Gesualdo Bufalino, "Diceria dell'untore"

Messaggio da Birnam wood prophecy » 26/06/2012, 23:02

(..) Io col passato ho rapporti di tipo vizioso, e lo imbalsamo in me, lo accarezzo senza posa, come taluno fa coi cadaveri amati. Le strategie per possederlo sono le solite, e le adopero tutt'e due. Dapprincipio mi visito da forestiero turista, con agio, sostando davanti a ogni cocciopesto, a ogni anticaglia regale; bracconiere di ricordi, non voglio spaventare la selvaggina. Poi metto da parte le lusinghe, l'educazione, lancio a ritroso dentro me stesso occhi crudeli di Parto, lesti a cogliere e a fuggire. Dagli attimi che dissotterro - quanti ne ho vissuti apposta per potermeli ricordare! - non so cavare pensieri, io non ho una testa forte, e il pensiero o mi spaventa o mi stanca. Ma bagliori, invece... bagliori di luce e ombra, e quell'odore di accaduto, rimasto nascosto con milioni d'altri per anni e anni in un castone invisibile, quassopra, dietro la fronte... Sento a volte che basterebbe un niente, un filo di forza in più o un demone suggeritore... e sforzerei il muro, otterrei, io che il Non Essere indigna e l'Essere intimidisce, il miracolo del Bis, il bellissimo Riessere... Riessere, this is the question (..)

Birnam wood prophecy


Messaggio da Birnam wood prophecy » 17/07/2012, 22:10

Il sogno del drogato

Ieri notte ho sognato d’esser collegato
a un enorme narghilè con un bocchino,
quando improvvisamente è saltato fuori
un genio arabo e m’ha fatto l’occhiolino.
“Esaudirò tutti i tuoi desideri”, mi dice,
mentre io una sillaba non so proferire.
“Amico”, ho gridato, “ mi faresti felice
Se un po’ di roba mi potessi fornire!”.
Al che lui sorridendo m’ha preso per mano,
in un lampo abbiam traversato l’orizzonte,
là dove m’ha portato m’è subito apparso
un mucchio d’hashish alto come un monte!
Vicino alla riva dove scorreva il Romilar,
sugli alberi fiorivan pillole rosa e viola,
spuntavan funghi vividi come l’arcobaleno,
così belli che mi sentivo un nodo in gola.
S’avvicinano le fanciulle, al rallentatore,
le ghirlande di ipomee fra i capelli,
portando intere manciate di cocaina,
ansiose di condividere quei bianchi granelli.
Abbiamo passato giorni a fumare e scopare,
a crogiolarci nel panama rosso e fiorente,
a ingollare peyote e tè alla noce moscata,
e i dolcetti all’erba ottimi per la mente.
Potevo stare lì a godermela per sempre (…).
Ma volete sapere una cosa?
Il mio genio era un agente della Narco,
e così mi ha arrestato lì sul posto.
Mi ha riportato in questo freddo mondo,
e ora sono in prigione dovunque mi trovo…
e sogno i giorni beati (…),
e mi chiedo, sarò mai libero di nuovo?



Thomas Pynchon, "L'arcobaleno della gravità" (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli,
pagg. 474-475).

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Re: Citate un libro

Messaggio da Etere » 13/02/2013, 20:15

amary ha scritto: uno stralcio che vi ha particolarmente colpito di un libro
Federico Caffè vedeva nel futuro:

«Da tempo sono convinto che la sovrastruttura finanziario-borsistica, con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati, favorisca non già il vigore competitivo, ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di risparmiatori, in un quadro istituzionale che, di fatto, consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi. Esiste una evidente incoerenza tra i condizionamenti di ogni genere – legislativi, sindacali, sociali – che vincolano l’attività produttiva «reale» nei vari settori agricolo, industriale, di intermediazione commerciale, e la concreta licenza di espropriare l’altrui risparmio che esiste nei mercati finanziari».

F. Caffè, «Un’economia in ritardo», 1976.

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Messaggio da iki » 24/02/2013, 16:51

Sì, mi hanno rimproverato non poco, e per la guerra, e per la pace... Ma tutto è venuto a suo tempo... Tout vient à point à celui qui sait attendre...

Pallina5


Messaggio da Pallina5 » 06/04/2013, 21:58

" In che strano,incomprensibile modo gioca il nostro destino!Riceviamo mai ciò che desideriamo? Raggiungiamo ciò a cui sembrano preparate apposta le nostre forze?"

"....Come gioca stranamente il nostro destino!" "...Tutto è inganno,tutto è sogno, nulla è ciò che sembra!"

Da " I racconti di Pietroburgo- La prospettiva Nevskij-" di Gogol'

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Calvin Tomkins: "Duchamp: A Biography"

Messaggio da Etere » 15/01/2014, 10:36

«In occasione delle nozze della sorella Suzanne con il suo amico intimo Jean Crotti, che si celebrarono a Parigi il 14 aprile 1919, Duchamp inviò per posta un regalo alla coppia. Si trattava di istruzioni per appendere un trattato di geometria alla finestra del loro appartamento fissandolo con una corda, in modo che il vento potesse “sfogliare il libro, scegliere i problemi, voltare le pagine e strapparle.(...) Adesso la pioggia, il sole, la notte e le sue diverse lune potranno giocare con la geometria. E mentre il vento legge, il libro rimane vivo. Le pagine, assorbendo umidità, calore e tempo modificano i loro grafici e quello che era piano ora non lo è più. E (...) si espandono nelle tre dimensioni. In questa maniera, questo semplice artefatto si trasforma in un generatore di simboli e speculazioni, anche se alcuni personaggi non potranno che vederci null'altro che un libro appeso”. Può darsi che la mancanza di allegria di questo Ready made malheureux, come lo chiamò Duchamp, fosse un regalo davvero sconcertante per due novelli sposi, ma Suzanne e Jean seguirono le istruzioni di Duchamp con grande buonumore. Anzi, arrivarono a fotografare quel libro aperto sospeso in aria - unica testimonianza rimasta dell'opera, che non riuscì a sopravvivere a una simile esposizione agli elementi.(...) Negli ultimi anni, Duchamp confessò a un intervistatore di essersi divertito a screditare “la serietà di un libro carico di principi” come quello e addirittura insinuò davanti a un altro giornalista che, esponendolo alle inclemenze del tempo, “il trattato avesse finalmente capito quattro cose della vita”».

[URL=http://www.imagebam.com/image/9e9f4d301333804][img]http://thumbnails112.imagebam.com/30134/9e9f4d301333804.jpg[/img][/URL]


L'originale "sfortunato" :DD:

[URL=http://www.imagebam.com/image/627b7a301334515][img]http://thumbnails110.imagebam.com/30134/627b7a301334515.jpg[/img][/URL]