Ho scritto un libro
Inviato: 09/03/2007, 14:44
A chi mi ha scritto chiedendomi se veramente ho scritto un libro: sì, è vero ed è stato pubblicato; è in libreria già. Alla mia età! Sembro un po’ in ritardo, vero?
Ma no! Il fatto sta che una decina d’anni fa ho avuto un infortunio di salute che avrebbe dovuto mandarmi nell’aldilà. Ne sono uscito bene! L’esperienza vissuta però mi ha fornito una inattesa ispirazione e quanto ho scritto mi è uscito in un batti baleno.
Credo che sia normale, e non da “folli” come me, pensare alla morte come quel sinistro mietitore, quella donna vestita col saio nero che impugna una falce fienaia.
E chi non avrebbe paura nel trovarsi davanti a lei?
Ed allora quale orribile sensazione provare? Come sarà il tuo personale e unico dialogo con lei? Cosa dire?
“Allora mi fai vedere il tuo viso?
“Dai! Siediti, non rimanere lì in fondo. Avvicinati un po’ e fatti vedere meglio. Sai, così in ombra non ti si vede per niente e fai una certa paura. Una massa scura nella quasi oscurità. Eppoi sei dietro alla lampada ed è ancora peggio”
“Fammi vedere come sei messa, che vestiti hai e come sei fatta”
E’ proprio su questo tenore che si svolge la mia conversazione con lei.
Ho inteso ribaltare tutte le consuete convenzioni letterarie basate sulla paura e sull’angoscia, di chi in lei vede solo la fine.
Può questo tornare utile a chi vive o ha vissuto la mia stessa esperienza? Credo, almeno spero, di sì.
In qualunque libreria lo si può trovare precisando autore (Anna Toniole) titolo (Dialogo con la Morte) Editore (il Filo - Viterbo). Ciao, Big (pronto a discuterne con tutti).
Ma no! Il fatto sta che una decina d’anni fa ho avuto un infortunio di salute che avrebbe dovuto mandarmi nell’aldilà. Ne sono uscito bene! L’esperienza vissuta però mi ha fornito una inattesa ispirazione e quanto ho scritto mi è uscito in un batti baleno.
Credo che sia normale, e non da “folli” come me, pensare alla morte come quel sinistro mietitore, quella donna vestita col saio nero che impugna una falce fienaia.
E chi non avrebbe paura nel trovarsi davanti a lei?
Ed allora quale orribile sensazione provare? Come sarà il tuo personale e unico dialogo con lei? Cosa dire?
“Allora mi fai vedere il tuo viso?
“Dai! Siediti, non rimanere lì in fondo. Avvicinati un po’ e fatti vedere meglio. Sai, così in ombra non ti si vede per niente e fai una certa paura. Una massa scura nella quasi oscurità. Eppoi sei dietro alla lampada ed è ancora peggio”
“Fammi vedere come sei messa, che vestiti hai e come sei fatta”
E’ proprio su questo tenore che si svolge la mia conversazione con lei.
Ho inteso ribaltare tutte le consuete convenzioni letterarie basate sulla paura e sull’angoscia, di chi in lei vede solo la fine.
Può questo tornare utile a chi vive o ha vissuto la mia stessa esperienza? Credo, almeno spero, di sì.
In qualunque libreria lo si può trovare precisando autore (Anna Toniole) titolo (Dialogo con la Morte) Editore (il Filo - Viterbo). Ciao, Big (pronto a discuterne con tutti).
