Considerazioni sull'aborto da un punto di vista psicologico

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NextSpring

Considerazioni sull'aborto da un punto di vista psicologico

Messaggio da NextSpring » 05/03/2011, 11:20

Per ragioni personali, il tema dell'aborto mi ha toccato da vicino.
Se trovo in rete discussioni inerenti mi ci soffermo.

Ne riporto qui una che mi ha colpito in modo particolare, perchè parla di aborto in un'ottica psicologica. Cioè non se ne parla in termini morali, legali o altro.... ma solo in base agli effetti che esso può avere sulla psiche di chi abortisce.
Cosa spesso trascurata
L' aborto volontario sembra essere un'esperienza sempre destrutturante per la psiche femminile. La ragione sta nel fatto che esso rappresenta un contatto estremamente ravvicinato con la morte.
La psiche, di fronte al pensiero della morte, si destruttura, perché istintivamente l'uomo se ne difende e si ribella alla sua ineluttabilità. Procurare la morte di un altro essere è a sua volta un'esperienza drammatica difficilmente sostenibile. La donna che sente in sé il compiersi di un evento mortale contro il frutto del concepimento, vi partecipa sia inconsciamente sia consapevolmente e il trauma che ne riceve lascia segni incancellabili.Per tutte queste ragioni la donna può andare incontro ad una sorta di "sindrome del boia".
Una sindrome è un insieme di segni in collegamento fra loro e sufficientemente costanti da formare un Gestalt coerente e riconoscibile. Sarebbe corretto distinguere "segno" da "sintomo". Il segno sarebbe la manifestazione esterna, per cosi dire oggettiva, che l'osservatore e quindi il clinico può vedere direttamente; mentre il sintomo sarebbe la sensazione soggettiva.
La sindrome del boia colpisce chi ha il compito di eseguire le condanne a morte, ovvero il "boia", è talmente disturbato psichicamente dall'obbligo di compiere un dovere che ripugna alla natura umana, che se ne difende con reazioni che in particolare si esprimono in patologie paranoidi. Proprio una componente paranoide è quella che si riscontra nelle donne che hanno voluto abortire: per negare l'omicidio che hanno commesso e la vicinanza cosi immediata con la morte di un altro, mettono in atto un meccanismo di difesa che è molto simile a quello di chi, per ufficio, è stato delegato, in questa o quella realtà sociale, ad eseguire le sentenze di morte emanate dai tribunali. Angoscia ancora più tragica in chi, come la donna, sa bene che la vita che sopprime è quella di un innocente.

Condividete quasta interpretazione? Trovate altre possibili ragioni di disagio legate all'aborto?
Tenendo presente le conseguenze psicologiche che esso provoca, e tenendo da parte le convinzioni morali, ritenete che sia ragionevole praticarlo?
Fonte:
http://www.lavalledelleco.net/t523-aborto-e-psiche

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damabianca
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Re: Considerazioni sull'aborto da un punto di vista psicolog

Messaggio da damabianca » 05/03/2011, 12:13

NextSpring ha scritto:Per ragioni personali, il tema dell'aborto mi ha toccato da vicino.
Se trovo in rete discussioni inerenti mi ci soffermo.

Ne riporto qui una che mi ha colpito in modo particolare, perchè parla di aborto in un'ottica psicologica. Cioè non se ne parla in termini morali, legali o altro.... ma solo in base agli effetti che esso può avere sulla psiche di chi abortisce.
Cosa spesso trascurata

[...]



Fonte:
http://www.lavalledelleco.net/t523-aborto-e-psiche

Ottimo spunto.
Merita di essere raccolto.

premetto che secondo me l'aborto o il non aborto sono da intendersi come eventi profondi, per tanto rientrano nell'ambito intimo e soltanto successivamente in quello pubblico.
Detesto che agita bandiere sia abortiste che anti abortiste.
E' una questione di vita e di amore che coinvolge persone e non una guerra ideologica tra schieramenti.
Quello che va perso se si fa così è il senso del problema.

Soffermarsi sugli aspetti psicologici significa non dimenticare che l'aborto è un lutto per chi è costretto a praticarlo. Dopo essersi misurati con l'eventualità di essere madri non si è più le stesse. E' un esperienza fondamentale.
Ne consegue che abortire e non abortire lasciano segni dentro di noi.
Ciò implica l'importanza di scegliere con coscienza e liberta, e di avere in questo il massimo rispetto.
Essere madri è una scelta d'amore e per triste che sia, non si può imporre. In gioco c'è la felicità di chi deve arrivare.

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Maggiolina25
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Re: Considerazioni sull'aborto da un punto di vista psicolog

Messaggio da Maggiolina25 » 23/03/2011, 11:25

NextSpring ha scritto:Per ragioni personali, il tema dell'aborto mi ha toccato da vicino.
Se trovo in rete discussioni inerenti mi ci soffermo.

Ne riporto qui una che mi ha colpito in modo particolare, perchè parla di aborto in un'ottica psicologica. Cioè non se ne parla in termini morali, legali o altro.... ma solo in base agli effetti che esso può avere sulla psiche di chi abortisce.
Cosa spesso trascurata

[...]



Fonte:
http://www.lavalledelleco.net/t523-aborto-e-psiche
Non sono del tutto d'accordo con le asserzioni da te riportate, NextSpring.
Molto dipende dall'animo, dal sentire e dalla sensibilità della donna che decide di praticare tale atto, poi dalle circosanze che la inducono a compierlo, e infine dalla concezione stessa che la donna ha del feto che porta dentro di sé.
Partendo dalla fine, se la donna non considera il feto come vita umana in tutto e per tutto, già la cosa cambia perché non si avverte esattamente la sensazione di "uccidere" un innocente.
Con questo non voglio dire che non si avverta un disagio interno, ma che questo sia meno forte di come descritto e con minori conseguenze a livello psicologico.

Gli altri due fattori possono idurre addirittura ad avere un senso di sollievo, di liberazione quasi. Non a tutte la maternità o la prospettiva di una imminente nascita porta gli stessi, dolci, pensieri.
Donne già reduci da precedenti traumi psicologici, più o meno forti, con "simboli" (per dirla come nell'articolo) più o meno evidenti, hanno una percezione notevolmente differente.
A voler parlare con grandi numeri sotto mano, nella maggior parte dei casi può anche accadere quanto su menzionato. Ma non è detto.
Inoltre ci sono madri che uccidono i propri figli ben più grandi di un embrione, già nati e cresciuti, e non portano segni evidenti di nessun genere...
Maggiolina

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Re: Considerazioni sull'aborto da un punto di vista psicolog

Messaggio da Cuordileone » 04/04/2011, 18:58

Dopo aver assistito a un convegno in contraddittorio sul posto aborto, poco tempo fa su invito di un amico, ho capito che tali questioni possono essere giudicate solo dagli specialisti, data la loro complessità e delicatezza. In altre parole, se la sindrome post aborto esista, come incida, quali siano i sintomi e le conseguenze, sono cose che possono dire solo i medici, in particolare gli psicoterapeuti e gli psichiatri. Per quanto mi riguarda, posso perciò solo rifarmi agli studi scientifici pubblicati. Tra questi, mi hanno consigliato quelli del Dott. Dario Casadei, psicoterapeuta, e, circa i legami vitali tra madre e figlio fin dal concepimento, quelli del Dott. Bellieni, neonatologo presso il Policlinico di Siena. Riporto, ad esempio, un breve sunto di quanto affermato dal Dott. Casadei:
"Negli otre 400 lavori scientifici prodotti dal 1995 ad oggi a livello mondiale si definiscono tre quadri gnoseologici: la psicosi post-aborto, che insorge subito dopo l'aborto, può perdurare per oltre sei mesi, ed è un disturbo di natura prevalentemente psichiatrica; lo stress post-aborto, insorge tra i tre e i sei mesi e rappresenta il disturbo più lieve sinora osservato; la sindrome post-abortiva, un insieme di disturbi che possono insorgere subito dopo l'interruzione, come dopo svariati anni, poichè possono rimanere a lungo latenti a livello inconscio.
Secondo l'Elliot Institute for Social Sciences Research, il 90% delle donne soffre della perdita di autostima; il 20% soffre gravemente di sintomi di tipo di stress post-traumatico; il 50% soffre dello stesso disturbo seppur in modo meno grave; il 60% presenta sintomi depressivi. In altri studi anglosassoni non sono riportate statistiche su ulteriori aspetti, quali gli incubi notturni, le difficoltà di relazione interpersonale, gli stati di panico, di depressione e di disagio di fronte a donne gravide e a bambini piccoli.
Quanto descritto ed indagato nei lavori di ricerca non può che portare ad un'unica conclusione: l'aborto volontario non è una soluzione, bensì è a sua volta causa di problematiche, anche gravi. Questa presa di coscienza deve fare superare le diversità di opinione di tipo ideologico, riportando un clima di onestà scientifica". (D. Casadei).
damabianca ha scritto:Soffermarsi sugli aspetti psicologici significa non dimenticare che l'aborto è un lutto per chi è costretto a praticarlo.
Purtroppo, nella società odierna, esistono anche casi in cui si pratica l'aborto come "atto di libertà" volontario.
damabianca ha scritto:Essere madri è una scelta d'amore e per triste che sia, non si può imporre. In gioco c'è la felicità di chi deve arrivare.
Giusto, non solo quella di chi deve arrivare, ma anche quella di sua madre. E' proprio per questo che l'aborto è l'unica scelta che chiude ogni possibilità di felicità al nascituro, mentre potrebbero esservene nella sua vita se lo si facesse nascere. Dall'altro lato, mentre ho trovato chi si è pentita di aver abortito (ho ascoltato da una ragazza la sua storia: mi ha fatto piangere per mezz'ora continua e nelle due settimane successive quando ci pensavo), non ho mai incontrato nessuna che si sia pentita di aver cambiato idea e di non aver abortito.

NextSpring

Re: Considerazioni sull'aborto da un punto di vista psicolog

Messaggio da NextSpring » 02/06/2011, 19:39

Maggiolina25 ha scritto:[...]



Molto dipende dall'animo, dal sentire e dalla sensibilità della donna che decide di praticare tale atto, poi dalle circosanze che la inducono a compierlo, e infine dalla concezione stessa che la donna ha del feto che porta dentro di sé.
...
E' vero, ci sono tante cose da considerare

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Messaggio da justeyes89 » 07/06/2011, 22:50

Io sono a favore della libera scelta di una donna ad essere madre o meno,ma non vorrei assolutamente che l'aborto possa diventare un metodo contraccettivo!Mi spiego meglio.Molte volte mi capita di sentire donne (e non vi dico il grado di familiarità che hanno con me perché me ne vergogno terribilmente)che hanno rapporti non protetti con molta facilità tanto pensano:"Ma se rimango incinta abortisco".Ecco a parte il discorso moralistico,trovo tutto questo vergognoso e ingiusto!Mi sembra di far parte di un altro mondo!A voi é capitato di sentire discorsi del genere?
Preoccupati più del carattere che della tua reputazione,perchè il carattere è ciò che sei,la reputazione ciò che gli altri pensano di te

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Messaggio da puffetta » 11/06/2011, 13:06

justeyes89 ha scritto:Io sono a favore della libera scelta di una donna ad essere madre o meno,ma non vorrei assolutamente che l'aborto possa diventare un metodo contraccettivo!Mi spiego meglio.Molte volte mi capita di sentire donne (e non vi dico il grado di familiarità che hanno con me perché me ne vergogno terribilmente)che hanno rapporti non protetti con molta facilità tanto pensano:"Ma se rimango incinta abortisco".Ecco a parte il discorso moralistico,trovo tutto questo vergognoso e ingiusto!Mi sembra di far parte di un altro mondo!A voi é capitato di sentire discorsi del genere?
se si resta a parlare per giorni interi su cosa sia meglio o peggio non si arriverà mai ad una conclusione. resteremmo qui per giorni e non si capisce la verità. ogni donna è un caso a sè, e ogni feto ha una storia sua .il bello è che noi dall'esterno non possiamo giudicare, nè sapere. una madre che ha perso il suo bambino non lo scorderà mai, e ognio anno ricorderà il suo compleanno. ricorderà i terribili momenti del risveglio dopo l'intervento. risorderà l'orrenda solitudine che ha provato nel non sdentire più il suo piccolo dentro di sè.
ma ogni storia è un caso a parte. ma tutti accumunati da un profondo dolore.

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Messaggio da justeyes89 » 12/06/2011, 7:55

puffetta ha scritto:[...]


ma ogni storia è un caso a parte. ma tutti accumunati da un profondo dolore.
Non sono d'accordo.Non tutte le donne vivono l'aborto in questo modo.C'é una persona a me molto cara,che ha abortito per più di una volta senza avere il minimo pentimento.Non voglio giudicarla né voglio prendere le sue parti,ma ti posso assicurare che quando si parla dei suoi aborti (e sono più di due),non ha né rimorsi né dolore. :rolleyes:
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dolcissima27

Re: Considerazioni sull'aborto da un punto di vista psicolog

Messaggio da dolcissima27 » 12/06/2011, 17:51

NextSpring ha scritto:Per ragioni personali, il tema dell'aborto mi ha toccato da vicino.
Se trovo in rete discussioni inerenti mi ci soffermo.

Ne riporto qui una che mi ha colpito in modo particolare, perchè parla di aborto in un'ottica psicologica. Cioè non se ne parla in termini morali, legali o altro.... ma solo in base agli effetti che esso può avere sulla psiche di chi abortisce.
Cosa spesso trascurata

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Fonte:
http://www.lavalledelleco.net/t523-aborto-e-psiche
Ciao io concordo in pieno sulla considerazione dell'aborto e io sinceramente non farei mai una cosa del genere e se involontariamente dovesse succedere potrei sofffrire da morire perchè non è mica bello uccidere una vita.

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Messaggio da puffetta » 12/06/2011, 21:31

justeyes89 ha scritto:[...]



Non sono d'accordo.Non tutte le donne vivono l'aborto in questo modo.C'é una persona a me molto cara,che ha abortito per più di una volta senza avere il minimo pentimento.Non voglio giudicarla né voglio prendere le sue parti,ma ti posso assicurare che quando si parla dei suoi aborti (e sono più di due),non ha né rimorsi né dolore. :rolleyes:
si tratterà di una persona poco matura, poco intelligente e molto egoista. non si può rimanere indifferenti nell'aver causato la morte di qualcuno, tantomeno di tuo figlio. è il frutto delle tua ossa.

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Messaggio da justeyes89 » 12/06/2011, 22:11

puffetta ha scritto:[...]



si tratterà di una persona poco matura, poco intelligente e molto egoista. non si può rimanere indifferenti nell'aver causato la morte di qualcuno, tantomeno di tuo figlio. è il frutto delle tua ossa.
poco matura sicuramente (pur avendo tre figli e 33 anni),molto egoista quasi sicuramente ma poco intelligente no.Non si può pretendere che tutte le donne vivano una situazione cosi delicata allo stesso modo,né si può fare un inno all'aborto.Io non dico che bisogna viverlo con gioia,ma neanche con una profonda disperazione.Non é sicuramente una cosa di cui andar fiera,ma la vita a volte ti impone di fare delle scelte e bisogna prenderle senza versare lacrime di coccodrillo...
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Ospite


Messaggio da Ospite » 04/07/2011, 0:51

justeyes89 ha scritto:[...]



Non sono d'accordo.Non tutte le donne vivono l'aborto in questo modo.C'é una persona a me molto cara,che ha abortito per più di una volta senza avere il minimo pentimento.Non voglio giudicarla né voglio prendere le sue parti,ma ti posso assicurare che quando si parla dei suoi aborti (e sono più di due),non ha né rimorsi né dolore. :rolleyes:



:O Ma sono un pò allibita. Alla fine restare incinte non è poi così facile, siamo fertili solo tre o quattro giorni al mese. Nessuno le aveva mai illustrato i metodi contraccettivi? Poi immagino che se sfigatamente accade una volta, e per tante motivazioni si è costretti ad abortire, non riesco a concepire il fatto di prendere il tutto a cuor leggero. Poi farlo più di due....no ma davvero, scusate, mi fa rabbrividere, la vedo una cosa non umana. A me psicologicamente devasterebbe una cosa del genere. Mi ha molto toccato la storia di una mia amica che stava andando ad abortire perchè non era in grado di sostenere economicamente un bambino, ma poi proprio all'ultimo, ma veramente all'ultimo, ha deciso di tenerlo. Quindi non riesco a concepire un aborto fatto con leggerezza e senza conseguenze per la psiche.

Cuordileone
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Messaggio da Cuordileone » 18/11/2011, 16:50

justeyes89 ha scritto:[...]



Non sono d'accordo.Non tutte le donne vivono l'aborto in questo modo.C'é una persona a me molto cara,che ha abortito per più di una volta senza avere il minimo pentimento.Non voglio giudicarla né voglio prendere le sue parti,ma ti posso assicurare che quando si parla dei suoi aborti (e sono più di due),non ha né rimorsi né dolore. :rolleyes:
Carissime/i, anche se è un po' che non partecipo per motivi personali, ho pensato diverse volte a questo topic, difficile da sviluppare per la delicatezza intrinseca del tema, maggiore di quella che si può immaginare...Comunque, riprendo da quanto sopra riportato: cara justeyes89, volevo farti sapere che una mia amica psichiatra (e mamma), consulente in questo settore, mi ha una volta illustrato le varie forme (chissà che un giorno non riusciremo a parlarne) che la "sindrome post-aborto", come la chiamano gli specialisti, può assumere: tra queste, anche l'apparente indifferenza della donna che abortisce volontariamente, indifferenza che si è vista accompagnata alla tendenza alla "serialità" negli aborti, proprio in un tentativo di dimostrare a se stesse che "è una cosa normale" e che "non c'è niente di male". Con ciò non voglio dire che questo sia certamente il caso della persona che conosci, ma neanche escluderlo, anzi propenderei per dire che molto, ma molto, probabilmente è così. In tale ipotesi, è cosa prudente non lasciarsi ingannare da donne che praticano, spesso inconsapevolmente, tentativi di far credere anche agli altri che ciò che sentono profondamente disumano in realtà non lo sia, in modo da potersene "convincere" anche loro. Detto questo, penso che l'argomento in questione possa essere affrontato, data la domanda di apertura del topic, solo da un punto di vista scientifico e non soggettivo. Dire "sono d'accordo" o "non sono d'accordo" o che ogni donna e ogni aborto è "una storia a sè", a mio parere è un soggettivizzare in maniera "agnostica" quelle che invece sono evidenze scientifiche, che, nel corso degli anni, hanno permesso di rilevare frequenti ricorrenze delle stesse variabili, fino ad identificare dei veri e propri ambiti di diagnosi medica. In altre parole: pensare che le proprie opinioni o esperienze personali rappresentino l'intera realtà della questione, o che la esauriscano, costituisce un riduzionismo ingiustificato che non porta ad alcuna conclusione, dato che ognuno di noi potrebbe avere una sua opinione, diversa da quella di ogni altro, mentre, proprio a causa dell'importanza e della profondità dell'argomento, è opportuno affrontarlo scientificamente, in modo da trovare delle risposte condivise.

Cuordileone
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Messaggio da Cuordileone » 18/11/2011, 17:30

Ospite ha scritto:[...]






:O Ma sono un pò allibita. Alla fine restare incinte non è poi così facile, siamo fertili solo tre o quattro giorni al mese. Nessuno le aveva mai illustrato i metodi contraccettivi?
Ecco, i metodi contraccetivi. Senza entrare nel merito, credo sia su questo tasto che bisogna insistere nel caso si volessero evitare gravidanze, anche perchè oggi si è anche cominciato a confondere i metodi abortivi con quelli contraccettivi, inventando di sana pianta la cosiddetta "contraccezione d'emergenza" o "di urgenza" (pillola del giorno dopo, dei 5 giorni dopo, RU486, etc.). Tale confusione, fatta di disinformazione sistematica a vantaggio di forti interessi economici delle multinazionali farmaceutiche sulla pelle e sulla vita delle donne, è arrivata persino a catalogare l'aborto come "metodo di regolazione delle nascite", postulando un equivalente "diritto" connesso alla "salute sessuale". Ora, a prescindere da cosa si pensi dei contraccettivi (quelli veri, ovviamente), voglio formulare un'ipotesi per la persona che ho quotato e per justeyes89: potrebbe anche essere che la persona conosciuta da justeyes89 non voglia usarli perchè ritiene artificiale un rapporto in cui tra i corpi si frappongano questi dispositivi, fisici o chimici che siano. In tal caso, cosa si potrebbe proporre per poter vivere un rapporto realmente naturale? Non so se siete a conoscenza dei cosiddetti metodi di regolazione naturale della fertilità: questi sono metodi che si basano sulla sola conoscenza e rispetto del proprio corpo, della sua natura e dei suoi ritmi e, dopo un adeguato periodo di apprendimento, possono essere usati validamente da ogni donna, in qualunque stato si trovi. Sono scientificamente i più sicuri per evitare gravidanze indesiderate (si confronti l'indice di efficacia con altri metodi, cd. Indice Pearl), perchè si basano sulle "finestre" fertili e infertili di ogni ciclo mestruale, e non costano nulla. Ci sono centri e consultori in tutta Italia che li insegnano gratuitamente, basta cercare sul web. Questa è la risposta, non certo l'aborto o metodi contraccetivi che alterano il funzionamento dell'organismo... Non capisco perchè tante donne non considerano un vero rispetto del proprio corpo, facendosi mettere le mani addosso da chirurghi e infermieri, facendosi introdurre corpi estranei fisici o chimici (prima, durante o dopo i rapporti), quando basterebbe imparare a conoscere la natura. In realtà, ci sono molti che hanno interesse a non far vedere come la natura fa tutto per bene, poichè perderebbero i loro soldi.

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Messaggio da justeyes89 » 20/11/2011, 14:12

Cuordileone ha scritto:[...]



Ecco, i metodi contraccetivi. Senza entrare nel merito, credo sia su questo tasto che bisogna insistere nel caso si volessero evitare gravidanze, anche perchè oggi si è anche cominciato a confondere i metodi abortivi con quelli contraccettivi, inventando di sana pianta la cosiddetta "contraccezione d'emergenza" o "di urgenza" (pillola del giorno dopo, dei 5 giorni dopo, RU486, etc.). Tale confusione, fatta di disinformazione sistematica a vantaggio di forti interessi economici delle multinazionali farmaceutiche sulla pelle e sulla vita delle donne, è arrivata persino a catalogare l'aborto come "metodo di regolazione delle nascite", postulando un equivalente "diritto" connesso alla "salute sessuale". Ora, a prescindere da cosa si pensi dei contraccettivi (quelli veri, ovviamente), voglio formulare un'ipotesi per la persona che ho quotato e per justeyes89: potrebbe anche essere che la persona conosciuta da justeyes89 non voglia usarli perchè ritiene artificiale un rapporto in cui tra i corpi si frappongano questi dispositivi, fisici o chimici che siano. In tal caso, cosa si potrebbe proporre per poter vivere un rapporto realmente naturale? Non so se siete a conoscenza dei cosiddetti metodi di regolazione naturale della fertilità: questi sono metodi che si basano sulla sola conoscenza e rispetto del proprio corpo, della sua natura e dei suoi ritmi e, dopo un adeguato periodo di apprendimento, possono essere usati validamente da ogni donna, in qualunque stato si trovi. Sono scientificamente i più sicuri per evitare gravidanze indesiderate (si confronti l'indice di efficacia con altri metodi, cd. Indice Pearl), perchè si basano sulle "finestre" fertili e infertili di ogni ciclo mestruale, e non costano nulla. Ci sono centri e consultori in tutta Italia che li insegnano gratuitamente, basta cercare sul web. Questa è la risposta, non certo l'aborto o metodi contraccetivi che alterano il funzionamento dell'organismo... Non capisco perchè tante donne non considerano un vero rispetto del proprio corpo, facendosi mettere le mani addosso da chirurghi e infermieri, facendosi introdurre corpi estranei fisici o chimici (prima, durante o dopo i rapporti), quando basterebbe imparare a conoscere la natura. In realtà, ci sono molti che hanno interesse a non far vedere come la natura fa tutto per bene, poichè perderebbero i loro soldi.
sinceramente non sono per niente d'accordo su ciò che dici.Non vorrei sbagliarmi quindi te lo chiedo,ti stai riferendo al calcolo dell'ovulazione di Ogino-Knauss?No perché dire che sia un metodo contraccettivo é ridicolo e da irresponsabili.Mi dispiace contraddirti,ma l'argomento é talmente vasto che affrontarlo solo da un punto di vista scientifico é riduttivo.Io non credo che esista una verità assoluta perché é un argomento assolutamente soggettivo,quindi fare della psicanalisi può risultare utile fino ad un certo punto perché non tutte le donne ragionano allo stesso modo.
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Messaggio da Cuordileone » 20/11/2011, 23:32

justeyes89 ha scritto:[...]



Non vorrei sbagliarmi quindi te lo chiedo,ti stai riferendo al calcolo dell'ovulazione di Ogino-Knauss?No perché dire che sia un metodo contraccettivo é ridicolo e da irresponsabili.
Ogino-Knauss? Ma scherziamo? Una teoria (non un metodo!) di 40 anni fa?? Certo che sarebbe ridicolo e irresponsabile definirlo un metodo contraccettivo, specialmente da parte mia, che conosco molto bene una persona "figlia di Ogino-Knauss". Io mi riferivo a metodi messi a punto in periodi più recenti, la cui validità è unanimemente riconosciuta dalla comunità scientifica (come, per esempio, dall'OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità), proprio in base agli indici di efficacia internazionalmente adottati (indice Pearl). Purtrtoppo, non sono ancora molto conosciuti, fai un giro su questo sito: http://www.confederazionemetodinaturali.it/nuovo/languages/ita/index.html

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Messaggio da alessandroamici » 25/11/2011, 18:10

Io ritengo che sia ragionevole praticare l'aborto e rispettare questa scelta.
Che ci siano conseguenze di tipo psicologico, ok, dunque?
Nella vita ogni scelta comporta delle conseguenze, ci piaccia o meno, il fatto che nei Paesi più moderni sia presente pure il lusso di fare analisi psicologiche, discussioni e compagnia varia, non cambia i fatti.
Poi, nel frattempo, la tecnologia è andata avanti, ci sarebbe pure la cosiddetta pillola del giorno dopo, che mi pare in Italia sia ancora vietata, che potrebbe ridurre drasticamente certe problematiche.
Però non ho seguito più da vicino questa specifica innovazione perché sono decisamente stanco dell'infinito tempo che viene passato a fare discorsi anziché agire concretamente per migliorare la situazione.
Qui in Italia si chiacchiera tanto, troppo, ma alla fine, non viene fatto niente concretamente.
I problemi non si risolvono magicamente con i discorsi ma ci vogliono i fatti.
L'aborto è una procedura sempre esistita, non è una novità dell'ultima ora, quindi perlomeno cerchiamo di renderla il meno impattante possibile.

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Messaggio da justeyes89 » 26/11/2011, 19:20

alessandroamici ha scritto:Io ritengo che sia ragionevole praticare l'aborto e rispettare questa scelta.
Che ci siano conseguenze di tipo psicologico, ok, dunque?
Nella vita ogni scelta comporta delle conseguenze, ci piaccia o meno, il fatto che nei Paesi più moderni sia presente pure il lusso di fare analisi psicologiche, discussioni e compagnia varia, non cambia i fatti.
Poi, nel frattempo, la tecnologia è andata avanti, ci sarebbe pure la cosiddetta pillola del giorno dopo, che mi pare in Italia sia ancora vietata, che potrebbe ridurre drasticamente certe problematiche.
Però non ho seguito più da vicino questa specifica innovazione perché sono decisamente stanco dell'infinito tempo che viene passato a fare discorsi anziché agire concretamente per migliorare la situazione.
Qui in Italia si chiacchiera tanto, troppo, ma alla fine, non viene fatto niente concretamente.
I problemi non si risolvono magicamente con i discorsi ma ci vogliono i fatti.
L'aborto è una procedura sempre esistita, non è una novità dell'ultima ora, quindi perlomeno cerchiamo di renderla il meno impattante possibile.
no non é vietata la pillola del giorno dopo,anzi,mi sembra che ne sia uscita una nuova la pillola del dopodomani,pensa te che roba.
Preoccupati più del carattere che della tua reputazione,perchè il carattere è ciò che sei,la reputazione ciò che gli altri pensano di te

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Re: Considerazioni sull'aborto da un punto di vista psicolog

Messaggio da psiche » 24/03/2012, 18:03

NextSpring ha scritto:Per ragioni personali, il tema dell'aborto mi ha toccato da vicino.
Se trovo in rete discussioni inerenti mi ci soffermo.

Ne riporto qui una che mi ha colpito in modo particolare, perchè parla di aborto in un'ottica psicologica. Cioè non se ne parla in termini morali, legali o altro.... ma solo in base agli effetti che esso può avere sulla psiche di chi abortisce.
Cosa spesso trascurata

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Fonte:
http://www.lavalledelleco.net/t523-aborto-e-psiche
Io tra tirocinio e servizio civile, sono stata 1 anno e mezzo in un consultorio familiare, esperienza molto toccante. Ho visto tante donne, sia prima dell'aborto (erano soprattutto immigrate e adolescenti), sia donne in gravidanza, sia neomamme. L'articolo è troppo secco e lapidario, forse perché troppo divulgativo. Non fa che elencare dei sintomi, con nomi "accattivanti" e suggestioni, non sempre rappresentativi della condizione delle donne pre e dopo aborto. Ho visto donne piagere e colpevolizzarsi, donne che lo usavano come contraccettivo e non sembravano farsi nessun problema, anzi incastravano data e ora dell'intervento come se fosse uno dei tanti impegni della giornata, tra una ceretta dell'estestista e una messinpiega dal parrucchiere (giuro) e donne che soffrivano tanto, ma poi nel primo anno erano ??? riuscite ad elaborare il lutto. Dipende non solo dalla donna, dalla sua personalità, dalla sua storia precedente, ma anche dal suo contesto, dalla reazione del partner, dalla possibilità di ricevere un sostegno psicologico, dal fatto di essere o meno giudicata. Purtroppo spesso sono colpevolizzate, sono giudicate, non possono vivere le loro emozioni, devono vivere quelle che la chiesa, la società o chiunque altro stabilisce per loro e ragionare con i criteri che altri impongono. Non c'è spazio per vivere ed elaborare l'evento. A prescindere dalle motivazioni che le hanno portate a questa scelta, non vengono ascoltate, ma solo e subito giudicate. In più, non ricevono un sostegno prima e dopo. Essere giudicate e non avere un sostegno, sono cose davvero brutte e frequenti, che l'articolo doveva riportare...ma forse il giornalista non ha messo piede in consultorio ed era più interessato a banalizzare il tutto che ad altro.