kim90 ha scritto:[...]
Alone di pessimismo? E perchè mai!
Penso forse di non essermi spiegato bene; ribadisco che la tendenza di oggi è quella di inventare il più possibile attività sempre diverse, purtroppo in maniera parossistica – manca il criterio di rimanere agganciati alle basi “istituzionalizzate e pure di ogni attività”, troppa corsa e fantasia e poca attenzione.
Per quanto riguarda il free fight e le relative discipline collaterali, non ne sono mai stato contrario, anzi! . Negli anni 80, agli albori del Full e della Kick boxing, ero già favorevole alle mitiche scelte di Oyama quando trasformò lo stile kyokushinkai nel vero Karate Full Contact (nulla a che vedere con il Full Contact contemporaneo), lì eravamo un passo dal free fight o dall' Ultimate Fighting, visto che in molti tornei imposero il contatto pieno senza protezioni ed il corpo a corpo.
Per il resto ognuno faccia la propria scelta, non potrei pensarla diversamente, altrimenti non mi sarei dilettato a fare scarpinate come quella nel 1999 a Milano per uno stage di Marco Ruas Campione indiscusso di Vale Tudo vincitore dell’UFC VII.
Inoltre anch’io ho avuto modo di vedere all’opera Secombs , Ferretti, Sergio Maggiori...
Per quanto riguarda lo Street Boulder Contest, non vedo cosa tu intenda per disciplina – ci andrei cauto.
Attualmente l’unico organismo competente (istituzione) che si occupa della promozione e la formazione nell’arrampicata su strutture artificiali (palestre artificiali) è la FASI – Associazione Italiana Arrampicata Sportiva, nata nel 1987. Lo Street Boulder... è un divertimento come lo è il Tree Climbing , a mio avviso definirla disciplina è improprio. Cosa ha di educativo salire sui monumenti o strutture urbane? Immagino che a questo punto oseremmo definire disciplina anche il fatto di realizzare graffiti e disegni su mura e mezzi pubblici?!
Ovviamente poi ognuno la pensi come vuole.
Per maggiori informazioni:
http://www.rocciaeresina.it/INDOOR/sbc06/sbc06.htm
Saluti
Mi permetto di farti qualche precisazione.
Mas Oyama non ha compiuto nessun passo verso il vale-tudo, k1, free-fight o ché: semplicemente nel suo periodo è stato quello più 'open minded' tra i maestri di budo, notando che i boxers thailandesi chiavassero di mazzate ogni combattente dell'asia: da qui, egli capì ch eurgesse qualche modifica allo stile
Altro conto è stata l'evoluzione dal karate alla kickboxing, grazie a nomi come Bill Wallace e Benny 'the jet Urquidez', che con il loro approccio metodologico crearono un nuovo 'stile' (con ormai nulla a che vedere con la matrice originaria), dando vita ad una vera e propria scissione all'interno di tutte le federazioni del karate nipponico.
I nomi che citi non sono riconosciuti all'interno dell'odierno circuito del vale-tudo: a parte Marco Ruas, proveniente dal mondo della luta livre (storica avversaria dei Gracie in brasile), oggi esiste una nomea di tutt'altro spessore.
Sakara è un campione relativamente nuovo all'interno del circuito 'no holds barred', e continua a combattere: gli altri, come Ruas, hanno fatto una sporadica apparizione per creare proseliti col marketing multi-level, e relative scuole (anche loro, dove però competono in circuiti modesti).
L'unica eccezione è Pedro Rizzo, che però non ho capito bene da che parte stia (pare che la politica a lui non interessi

).
Sul 'parcour' non saprei dirti molto in effetti, e concordo con te sul fatto che non sia istituzionalizzato, però in america, patria delle lobbies riconosciute legalmente e alla 'luce del sole', qualcosa comincia a muoversi, in tale campo..
I graffitari a me non piacevano, fino a poco tempo fa'; ora invece riconosco in loro una capacità artistica che andrebbe riconosciuta, e quindi anche qui istituzionalizzata, in contesti appropriati.
Pensa che a tal proposito, avevo letto recentemente di una proposta fiananziata da alcuni istituti d'arte, per un corso tenuto da graffitari per alcuni ragazzi, in alucne zone periferiche disagiate, col fine di creare un ponte con la società per evitare la 'ghettizzazione'. ci sono aree dismesse che con alcuni accorgimenti diverrebbero più 'interessanti' garzie anche ai graffiti (vecchi vagoni abbandonati, periferie in 'disuso'..in modo da aprire musei a cielo aperto).
Tutto questo con forme di concertazione tra comune, prefetto, enti locali, istituzioni scolastiche (anche università) e giovani artisti. sebbene io preferisca usare termini alternativi alla 'concertazione', come possono essere le forme di investimento miste.
Un saluto anche a te!
Atlas