......da leggere...

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sardus
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......da leggere...

Messaggio da sardus » 09/11/2006, 20:44

Ajo'!! :D

DONNE di Diego Cugia...

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, finita mai, per una donna...

Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede,anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.

Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un
giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi
sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi.
E hai pianto.

Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato.
Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole.

Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori fuori migliaia i tasselli.
Un puzzle inestricabile.

Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la
trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.

Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma?
Ti avvincerà lentamente.

Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.

Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

Cherry


Messaggio da Cherry » 10/11/2006, 9:34

..non ho parole..

sil88

Re: ......da leggere...

Messaggio da sil88 » 10/11/2006, 9:52

sardus ha scritto:Ajo'!! :D

DONNE di Diego Cugia...

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, finita mai, per una donna...

Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede,anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.

Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un
giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi
sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi.
E hai pianto.

Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato.
Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole.

Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori fuori migliaia i tasselli.
Un puzzle inestricabile.

Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la
trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.

Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma?
Ti avvincerà lentamente.

Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.

Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa.
un po' lunga ma molto bella.. bravo sardus :D :D :D

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Messaggio da Beta » 10/11/2006, 10:16

Cherry ha scritto:..non ho parole..
Le ha usate tutte sardus.... :DD

Buone le foto, troppo rapida la sequenza...
Non è il genere letterario che amo, anche se associato a musica e/o immagini dovrebbe funzionare.

Al lettore non lasci scampo. Deve correre e precipitarsi da un riga all'altra per seguire (ammesso che ci sia) il filo del discorso.

Le donne in fondo sono anche così..... ;)
La differenza fra la donna disonesta e l'onesta è che, di solito, la prima è bella.

vannik

Re: ......da leggere...

Messaggio da vannik » 10/11/2006, 12:48

sardus ha scritto:Ajo'!! :D

DONNE di Diego Cugia...

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, finita mai, per una donna...

Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede,anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.

Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un
giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi
sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi.
E hai pianto.

Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato.
Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole.

Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori fuori migliaia i tasselli.
Un puzzle inestricabile.

Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la
trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.

Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma?
Ti avvincerà lentamente.

Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.

Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa.
Complimenti Sardus per la scelta...è bellissima :yoman:

...e non credo che Cugia si preoccupi così tanto delle critiche
stilistiche ;)

mimma

Re: ......da leggere...

Messaggio da mimma » 10/11/2006, 14:09

sardus ha scritto:Ajo'!! :D

DONNE di Diego Cugia...

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, finita mai, per una donna...

Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede,anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.

Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un
giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi
sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi.
E hai pianto.

Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato.
Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole.

Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori fuori migliaia i tasselli.
Un puzzle inestricabile.

Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la
trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.

Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma?
Ti avvincerà lentamente.

Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.

Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa.
Bella anzi di più!
Mi calza a pennello.... sembra proprio scritta per me.
:ciao:

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Messaggio da sardus » 11/11/2006, 22:56

Ajo'!! :D



STORIELLA

Non so dirvi se sia realmente accaduta o no. Ve la propongo ugualmente: a me è piaciuta e mi ha dato da pensare…

Ero un ragazzino delle superiori. Un giorno vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola. Il suo nome era Arturo e sembrava stesse portando tutti i suoi libri. Dissi tra me e me: “Perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì? Deve essere un ragazzo davvero strano”. Io avevo il mio week end pianificato (feste e una partita di pallone con i miei amici), così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato.
Mentre stavo camminando, vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro ad Arturo. Gli arrivarono addosso facendo cadere tutti suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango. I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in là. Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi rapì il cuore! Così mi incamminai verso di lui mentre stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi. Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli:
"Quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere!".
Arturo mi guardò e disse:
"Grazie!".
C'era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine. Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva. Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima. Lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata. Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri. Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a calcio con i miei amici e lui disse di si. Trascorremmo assieme tutto il weekend e più lo conoscevo più Arturo mi piaceva così come piaceva ai miei amici. Arrivò il lunedì mattina ed ecco Arturo di nuovo con tutta la pila dei libri. Lo fermai e gli dissi:
"Amico, finirà che ti costruirai muscoli incredibili con questa pila di libri che ti porti appresso ogni giorno!".
Egli rise e mi diede metà dei libri. Nei successivi quattro anni io e Arturo diventammo amici per la pelle. Una volta adolescenti, cominciammo a pensare all'università. Arturo decise per Roma ed io per un'altra città. Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi. Arturo sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di cause e litigi. Arturo era il primo della nostra classe e io l'ho sempre preso in giro per essere un secchione. Arturo doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui molto felice di non essere al suo posto a parlare sul podio. Il giorno del diploma vidi Arturo: aveva un ottimo aspetto. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Si era un po’ riempito nell'aspetto e stava molto bene con gli occhiali. Aveva “qualcosa in più” e tutte le ragazze lo amavano. Ragazzi, vi confesso che qualche volta ero un po’ geloso: oggi era uno di quei giorni! Vidi che era un po’ nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi:
"Giovane, te la caverai alla grande!".
Mi guardò con uno dei suoi sguardi (quelli pieni di gratitudine che lo caratterizzavano da sempre), sorrise e mi disse:
"Grazie!".
Dopodichè iniziò il suo discorso schiarendosi la voce:
"Nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti, ma più di tutti i tuoi amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi possiate fare. Voglio raccontarvi una storia…" e proseguì narrando per filo e per segno cosa accadde il giorno del nostro incontro!
Quando sentii che il mio amico Arturo aveva pianificato di suicidarsi durante il week end seguente rimasi a bocca aperta. Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola, cosicchè la madre non fosse costretta a farlo in seguito e di come si stesse portando a casa tutte le sue cose. Arturo mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso:
"Ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi dissuase dal compiere quel terribile gesto".
Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni. ll ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole. Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine. Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento.

MORALE: non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni. Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona, in meglio o in peggio. Cercate sempre il buono negli altri.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da Beta » 12/11/2006, 7:13

sardus ha scritto:Ajo'!! :D



STORIELLA

Non so dirvi se sia realmente accaduta o no. Ve la propongo ugualmente: a me è piaciuta e mi ha dato da pensare…

La storia potrà o meno essere vera e la si trova in più posti nel web...

http://www.camperclublagranda.it/amici.htm

http://sheenuzza.leonardo.it/blog/2005/ott/pag1/ottobre.html

http://www.sandrodiremigio.com/dixit/dixit_definitivo_06.htm

ecc. ecc.


Ma valeva la pena raccontarla..... ;)
La differenza fra la donna disonesta e l'onesta è che, di solito, la prima è bella.

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Messaggio da Sims » 12/11/2006, 11:14

sardus ha scritto:Ajo'!! :D
STORIELLA

Non so dirvi se sia realmente accaduta o no. Ve la propongo ugualmente: a me è piaciuta e mi ha dato da pensare…

Ero un ragazzino delle superiori. Un giorno vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola. Il suo nome era Arturo e sembrava stesse portando tutti i suoi libri. Dissi tra me e me: “Perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì? Deve essere un ragazzo davvero strano”. Io avevo il mio week end pianificato (feste e una partita di pallone con i miei amici), così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato.
Mentre stavo camminando, vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro ad Arturo. Gli arrivarono addosso facendo cadere tutti suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango. I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in là. Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi rapì il cuore! Così mi incamminai verso di lui mentre stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi. Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli:
"Quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere!".
Arturo mi guardò e disse:
"Grazie!".
C'era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine. Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva. Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima. Lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata. Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri. Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a calcio con i miei amici e lui disse di si. Trascorremmo assieme tutto il weekend e più lo conoscevo più Arturo mi piaceva così come piaceva ai miei amici. Arrivò il lunedì mattina ed ecco Arturo di nuovo con tutta la pila dei libri. Lo fermai e gli dissi:
"Amico, finirà che ti costruirai muscoli incredibili con questa pila di libri che ti porti appresso ogni giorno!".
Egli rise e mi diede metà dei libri. Nei successivi quattro anni io e Arturo diventammo amici per la pelle. Una volta adolescenti, cominciammo a pensare all'università. Arturo decise per Roma ed io per un'altra città. Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi. Arturo sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di cause e litigi. Arturo era il primo della nostra classe e io l'ho sempre preso in giro per essere un secchione. Arturo doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui molto felice di non essere al suo posto a parlare sul podio. Il giorno del diploma vidi Arturo: aveva un ottimo aspetto. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Si era un po’ riempito nell'aspetto e stava molto bene con gli occhiali. Aveva “qualcosa in più” e tutte le ragazze lo amavano. Ragazzi, vi confesso che qualche volta ero un po’ geloso: oggi era uno di quei giorni! Vidi che era un po’ nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi:
"Giovane, te la caverai alla grande!".
Mi guardò con uno dei suoi sguardi (quelli pieni di gratitudine che lo caratterizzavano da sempre), sorrise e mi disse:
"Grazie!".
Dopodichè iniziò il suo discorso schiarendosi la voce:
"Nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti, ma più di tutti i tuoi amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi possiate fare. Voglio raccontarvi una storia…" e proseguì narrando per filo e per segno cosa accadde il giorno del nostro incontro!
Quando sentii che il mio amico Arturo aveva pianificato di suicidarsi durante il week end seguente rimasi a bocca aperta. Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola, cosicchè la madre non fosse costretta a farlo in seguito e di come si stesse portando a casa tutte le sue cose. Arturo mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso:
"Ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi dissuase dal compiere quel terribile gesto".
Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni. ll ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole. Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine. Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento.

MORALE: non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni. Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona, in meglio o in peggio. Cercate sempre il buono negli altri.
Grazie, Sardus.
Le fonti a cui attingere informazioni sono tante, disponibili a tutti noi, ma la sensibilità di scegliere le parole più dolci per parlare delle donne o degli amici o della vita in generale è un dono che non tutti hanno.
Grazie perché le tue selezioni sono sempre balsamo per i nostri piccoli grandi mali.

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Messaggio da sardus » 24/11/2006, 23:15

Ajo'!! :D

"La vita non è qualcosa,
ma un occasione per realizzare qualcosa" Hebbel



Ciò che l'uomo soffre, vive, ama, spera,
piange viene conservato nel libro della sua vita.
Nelle ore di solitudine di sofferenza, di gioia,
di entusiasmo scriviamo un capitolo della nostra storia,
portiamo un mattone per costruire la nostra vita,
il nostro vero e unico monumento.
Cosa ha da rimpiangere la persona anziana?
Forse di non avere più dinnanzi a sè
tante occasioni belle, tante esperienze da fare,
tante possibilità da lavorare,
di realizzare qualcosa?
E invece, la sua vita è già così ricca,
che niente e nessuno può intaccarla.
Il tesoro accumulato è inesauribile.
La vita dell'uomo è una costruzione:
la costruzione del proprio monumento.
E gli anziani hanno alle loro spalle
il più delle volte un monumento così perfetto,
così vissuto e sofferto
da destare l'invidia di tutti.
Possono essere ben fieri
della loro esistenza.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 25/11/2006, 0:18

Ajo'!! :D

UN CONTADINO...
...che aveva appena comprato
uno stallone andò disperato dal
maestro zen dicendo:

“Maestro lo stallone non c’è più, lo
stallone non c’è più”.

Il maestro replicò: “chissà se è bene o
Male?” Il contadino tornò triste e
infelice al suo lavoro. Due giorni dopo lo
stallone fece ritorno e portò con sé
due giumente. Il contadino felice andò
dal Maestro zen dicendo:

“il cavallo è tornato e ne ha portato altre due con sé”

Il Maestro replicò: “Chissà se è bene o è male”?:
Tre giorni dopo il contadino ricomparve
piangendo perché il suo unico figlio, suo
solo aiutante alla fattoria, era stato
disarcionato da uno dei cavalli, ora era
immobile e non poteva lavorare.
Il Maestro Zen replicò ancora: “Chissà
se è bene o male?”. Alcuni giorni dopo un
gruppo di soldati venne alla fattoria
perché stavano arruolando tutti gli
uomini di giovane età per la guerra:
poiché il figlio del contadino era
immobilizzato non lo presero...
........e cosi' via.....
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 26/11/2006, 23:19

Ajo!! :D

Le quattro....sorti?

C’era un ricco commerciante che aveva quattro mogli.
La moglie che amava di più era la quarta. La vestiva con vestiti lussuosi e gli concedeva ogni delicatezza. Si occupava di lei con la massima cura e non gli negava le cose migliori

Amava molto anche la terza moglie. Era molto orgoglioso di lei e cercava sempre di mostrarla ai suoi amici. Eppure il mercante aveva molta paura che potesse fuggire con qualche altro uomo.

Amava molto la sua seconda moglie. Si trattava di una persona molto paziente ed egli la considerava la sua confidente. Ogni qualvolta che si trovava a dover affrontare qualche problema si rivolgeva alla sua seconda moglie ed essa lo aiutava a superare il momento difficile

La prima moglie infine era una compagna molto fedele e aveva dato un grande contributo alla sua fortuna commerciale e alla cura della famiglia. Tuttavia il commerciante non l’amava e ben difficilmente seguiva il suo consiglio.

Un giorno il commerciante si ammalò e si rese conto che non avrebbe avuto più molto da vivere. Pensando alla sua vita lussuosa diceva a se stesso: “E’ vero che ho quattro mogli, ma quando muoio sarò solo. Ah quanto sarò solo!”

Disse alla quarta moglie: “ Ti ho amato più, ti ho rivestito degli abiti più raffinati e non ho trascurato per te nessuna cura. Ora sto morendo, vuoi seguirmi e continuare a farmi compagnia?” “Certo che no!” esclamò la quarta moglie e si allontanò senza dire altro. La risposta trafisse il cuore del mercante come un coltello affilato

Triste, il mercante disse allora alla terza moglie: “Ti ho amato tanto per il tutto il corso nella mia vita. Ora sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia?” “No, rispose la terza moglie, la vita è davvero buona qui, e mi risposerò quando tu morirai!” Il cuore del mercante divenne freddo come ghiaccio.

Disse allora alla seconda moglie: “ Mi sono sempre rivolto a te e tu mi hai sempre aiutato. Adesso ti chiedo di aiutarmi ancora. Sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia?”. “Mi dispiace, questa volta non posso aiutarti, disse la seconda moglie, al massimo posso farti seppellire”. Questa risposta colpì il mercante come un fulmine e ne fu devastato.

Sentì un grido: “Io verrò con te, ti seguirò ovunque tu andrai”. Il mercante guardò su e vide la sua prima moglie. Era così magra da sembrare denutrita. Molto dispiaciuto il mercante disse: “Avrei dovuto occuparmi meglio di te”.


Ebbene ognuno di noi prende quattro mogli nella sua vita:

La quarta moglie è il tuo corpo. Non importa lo sforzo con il quale lo curi, dovrai lasciarlo.La tua terza moglie è ciò che possiedi, la tua condizione, la tua ricchezza. Quando muori tutto va agli altri.La seconda moglie sono la tua famiglia e i tuoi amici. Per quanto ci stiano vicini nella vita non possono stare con te nella morte..
La prima moglie è invece la tua anima. Tanto trascurata e negletta nella ricerca dei beni materiali e dei piaceri sensuali. E’ davvero l’unica cosa che ti segue ovunque tu vada.
Sarebbe bene occuparsi di essa e coltivarla prima di essere sul letto di morte e disperarsi.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 15/12/2006, 20:38

Ajo'!! :D



A noi nati piu di quarant'anni fa....

A ben pensarci, è difficile credere che siamo vissuti fino ad oggi!!
Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di
averla) senza cinture di sicurezza e senza air bag.

... E viaggiare nel cassone posteriore di una pickup, in un
pomeriggio torrido, era un regalo speciale.

I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.

Bevevamo l'acqua dalla canna del giardino, non da una bottiglia. Che
orrore!!

Andavamo in bicicletta senza usare un casco.

Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri "carri giocattolo". Ci
lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a
quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E
dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema.... noi
da soli!!!

Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno; i nostri
genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò
sapevano che non eravamo in pericolo.

Non esistevano i cellulari. Incredibile!!

Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti... e
non c'erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva
la colpa. Ti ricordi degli incidenti?

Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevano male
e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte
senza che i nostri genitori lo sapessero mai.

Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene
di zucchero... ma nessuno di noi era obeso.

Ci dividevamo una Fanta con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e
nessuno mai morì a causa dei germi.

Non avevamo la Playstation, nè il Nintendo, nè dei videogiochi.

Nè la TV via cavo, nè le videocassette, nè il PC, nè internet;
avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo.
Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o
entravamo e parlavamo con loro.

Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli! Nel mondo freddo e
crudele!

Senza controllo! Come siamo sopravissuti?!

Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi. Giocavamo con
dei vermi e altri animaletti e, malgrado le avvertenze dei genitori,
nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci
non si riempirono di vermi.

Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano
rifare la seconda elementare. Che orrore!!! Non si cambiavano i
voti, per nessun motivo.

I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava
una cicca in classe.

Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno
si nascondeva dietro a un altro. L'idea che i nostri genitori ci
avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro
erano sempre dalla parte della legge.

Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e
nessuno li metteva in galera per questo.

Sapevamo che quando i genitori dicevano "NO", significava proprio NO.

I giocattoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non
ogni volta che si andava al supermercato. I nostri genitori ci
facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa.

E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci diedero tutto
ciò che volevamo.

Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio e
ottimi risolutori di problemi.

Negli ultimi 50 anni c'è stata un'esplosione di innovazioni e nuove
idee.

Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, e abbiamo
imparato a gestirli.

Chi si ritrova??? :D
_________________
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Messaggio da catia » 16/12/2006, 10:38

sardus ha scritto:Ajo'!! :D



A noi nati piu di quarant'anni fa....

A ben pensarci, è difficile credere che siamo vissuti fino ad oggi!!
Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di
averla) senza cinture di sicurezza e senza air bag.

... E viaggiare nel cassone posteriore di una pickup, in un
pomeriggio torrido, era un regalo speciale.

I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.

Bevevamo l'acqua dalla canna del giardino, non da una bottiglia. Che
orrore!!

Andavamo in bicicletta senza usare un casco.

Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri "carri giocattolo". Ci
lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a
quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E
dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema.... noi
da soli!!!

Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno; i nostri
genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò
sapevano che non eravamo in pericolo.

Non esistevano i cellulari. Incredibile!!

Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti... e
non c'erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva
la colpa. Ti ricordi degli incidenti?

Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevano male
e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte
senza che i nostri genitori lo sapessero mai.

Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene
di zucchero... ma nessuno di noi era obeso.

Ci dividevamo una Fanta con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e
nessuno mai morì a causa dei germi.

Non avevamo la Playstation, nè il Nintendo, nè dei videogiochi.

Nè la TV via cavo, nè le videocassette, nè il PC, nè internet;
avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo.
Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o
entravamo e parlavamo con loro.

Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli! Nel mondo freddo e
crudele!

Senza controllo! Come siamo sopravissuti?!

Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi. Giocavamo con
dei vermi e altri animaletti e, malgrado le avvertenze dei genitori,
nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci
non si riempirono di vermi.

Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano
rifare la seconda elementare. Che orrore!!! Non si cambiavano i
voti, per nessun motivo.

I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava
una cicca in classe.

Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno
si nascondeva dietro a un altro. L'idea che i nostri genitori ci
avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro
erano sempre dalla parte della legge.

Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e
nessuno li metteva in galera per questo.

Sapevamo che quando i genitori dicevano "NO", significava proprio NO.

I giocattoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non
ogni volta che si andava al supermercato. I nostri genitori ci
facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa.

E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci diedero tutto
ciò che volevamo.

Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio e
ottimi risolutori di problemi.

Negli ultimi 50 anni c'è stata un'esplosione di innovazioni e nuove
idee.

Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, e abbiamo
imparato a gestirli.

Chi si ritrova??? :D
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Ehi! Sardus, che c'eri anche te a giocare a pallone in piazzetta?
Capperi, se mi ci ritrovo!

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Messaggio da sardus » 23/01/2007, 20:50

Ajo'!! :D

"Un giorno un'insegnante chiese ai suoi studenti di fare una lista dei nomi
degli altri studenti nella stanza su dei fogli di carta, lasciando
un po' di spazio sotto ogni nome.
Poi disse loro di pensare la cosa più bella che potevano dire su
ciascuno dei loro compagni di classe e scriverla.

Ci volle tutto il resto dell'ora per finire il lavoro, ma
all'uscita ciascuno degli studenti consegnò il suo foglio.

Quel sabato l'insegnante scrisse il nome di ognuno su un foglio
separato, e vi aggiunse la lista di tutto ciò che gli altri avevano detto su
di lui/lei.

Il lunedì successivo diede ad ogni studente la propria lista.
Poco dopo, l'intera classe stava sorridendo.

"Davvero?" sentì sussurrare. "Non sapevo di contare così tanto
per qualcuno!" e "Non pensavo di piacere tanto agli altri" erano le frasi
più pronunciate.

Nessuno parlò più di quei fogli in classe, e la prof non seppe
se i ragazzi l'avessero discussa dopo le lezioni o con i genitori, ma non
aveva importanza: l'esercizio era servito al suo scopo.
Gli studenti erano felici di se stessi e divennero sempre più
uniti.

Molti anni più tardi, uno degli studenti venne a mancare
e la sua insegnante partecipò al funerale. Non aveva mai visto un
soldato nella bara prima di quel momento: sembrava così bello e così
maturo...

La chiesa era riempita dai suoi amici. Uno ad uno quelli che lo
amavano si avvicinarono alla bara, e l'insegnante fu l'ultima a salutare la
salma. Mentre stava lì, uno dei soldati presenti le domandò "Lei era
l'insegnante di matematica di Mark?". Lei annuì, dopodiché lui le disse
"Mark parlava di lei spessissimo"

Dopo il funerale, molti degli ex compagni di classe di Mark
andarono insieme al rinfresco. I genitori di Mark stavano lì, ovviamente in
attesa di parlare con la sua insegnante.
"Vogliamo mostrarle una cosa", disse il padre, estraendo un
portafoglio dalla sua tasca. "Lo hanno trovato nella sua giacca, quando venne ucciso. Pensiamo che possa riconoscerlo"

Aprendo il portafoglio, estrasse con attenzione due pezzi di
carta che erano stati ovviamente piegati, aperti e ripiegati molte volte.
L'insegnante seppe ancora prima di guardare che quei fogli erano quelli in
cui lei aveva scritto tutti i complimenti che i compagni di classe di Mark
avevano scritto su di lui.

"Grazie mille per averlo fatto", disse la madre di Mark. "Come
può vedere, Mark lo conservò come un tesoro"

Tutti gli ex compagni di classe di Mark iniziarono ad
avvicinarsi.

Charli sorrise timidamente e disse "Io ho ancora la mia lista.
E' nel primo cassetto della mia scrivania a casa".

La moglie di Chuck disse che il marito le aveva chiesto di
metterla nell'album di nozze, e Marilyn aggiunse che la sua era conservata
nel suo diario.

Poi Vicki, un'altra compagna, aprì la sua agenda e tirò fuori la
sua lista un po' consumata, mostrandola al gruppo. "La porto sempre con me, penso che tutti l'abbiamo conservata"
In quel momento l'insegnante si sedette e pianse. Pianse per
Mark e per tutti i suoi amici che non l'avrebbero più rivisto."

Ci sono così tante persone al mondo che spesso dimentichiamo che
la vita finirà un giorno o l'altro. E non sappiamo quando accadrà.

Perciò dite alle persone cui volete bene che le amate e che vi importa di loro, che sono speciali e importanti.

Diteglielo prima che sia troppo tardi o potrai perdere un'occasione che non tornerà mai più !
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

argentina


Messaggio da argentina » 23/01/2007, 22:51

grazie sardus!!!! bellissimo tutto!!

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Messaggio da sardus » 31/01/2007, 23:19

Ajo'!! :)

The first day of school our professor introduced himself and challenged us to get to know someone we didn't already know. I stood up to look around when a gentle hand touched my shoulder.

I turned around to find a wrinkled, little old lady beaming up at me with a smile that lit up her entire being.

She said, "Hi handsome. My name is Rose. I'm 87 yrs. old. Can I give you a hug?"

I laughed and enthusiastically responded, "Of course you may!" and she gave me a giant squeeze.

"Why are you in college at such a young, innocent age?" I asked.

She jokingly replied, "I'm here to meet a rich husband, get married, and have a couple of kids..."

"No seriously," I asked. I was curious what may have motivated her to be taking on this challenge at her age.

"I always dreamed of having a college education and now I'm getting one!" she told me.

After class we walked to the student union building and shared a chocolate milkshake.

We became instant friends. Every day for the next 3 months we would leave class together and talk njava-script. I was always mesmerized listening to this "time machine" as she shared her wisdom and experience with me.

Over the course of the year, Rose became a campus icon and she easily made friends wherever she went. She loved to dress up and she reveled in the attention bestowed upon her from the other students. She was living it up.

At the end of the semester we invited Rose to speak at our football banquet. I'll never forget what she taught us. She was introduced and stepped up to the podium. As she began to deliver her prepared speech, she dropped her 3 x 5 cards on the floor.

Frustrated and a little embarrassed she leaned into the microphone and simply said, "I'm sorry I'm so jittery. I gave up beer for Lent and this whiskey is killing me! I'll never get my speech back in order so let me just tell you what I know."

As we laughed she cleared her throat and began, "We do not stop playing because we are old; we grow old because we stop playing.

There are only four secrets to staying young, being happy, and achieving success. You have to laugh and find humor every day. You've got to have a dream. When you lose your dreams, you die.

We have so many people walking around who are dead and don't even know it!

There is a huge difference between growing older and growing up.

If you are 19 yrs. old and lie in bed for one full year and don't do one productive thing, you will turn 20 yrs. old. If I am 87 yrs. old and stay in bed for a year and never do anything I will turn 88.

Anybody can grow older. That doesn't take any talent or ability. The idea is to grow up by always finding opportunity in change. Have no regrets.

The elderly usually don't have regrets for what we did, but rather for things we did not do. The only people who fear death are those with regrets."

She concluded her speech by courageously singing "The Rose."

She challenged eac h of us to study the lyrics and live them out in our daily lives. At the year's end Rose finished the college degree she had begun all those years ago.

One week after graduation Rose died peacefully in her sleep

Over two thousand college students attended her funeral in tribute to the wonderful woman who taught by example that it's never too late to be all you can possibly be.

When you finish reading this, please send t his peaceful word of advice to your friends and family, they'll really enjoy it!

These words have been passed along in loving memory of ROSE.

REMEMBER, GROWING OLDER IS MANDATORY. GROWING UP IS OPTIONAL. We make a Living by what we get, We make a Life by what we give.

God promises a safe landing, not a calm passage. If God brings you to it, He will bring you through it.

Pass this message to 7 people except you and me. You will receive a miracle tomorrow (if you don't think so...look out your window when you wake in the morning and think about it)

If you choose not, then you refuse to bless someone else.

"Good friends are like stars.........You don't always see them, but you know they are always there."
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da Andyphone » 31/01/2007, 23:44

sardus ha scritto:Ajo'!! :)

The first day of school our professor introduced himself and challenged us to get to know someone we didn't already know. I stood up to look around when a gentle hand touched my shoulder. [...]


... e la traduzione? ;)
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Messaggio da sardus » 03/09/2007, 15:32

Benritrovati!!! :D

Un discepolo chiese ad un Maestro Illuminato: "Maestro come mai non sono ancora felice?"
"Perché stai ancora rincorrendo la felicità. La felicità non può essere cercata, non si può andare alla ricerca della felicità. La felicità è un derivato, è una conseguenza naturale. Se ne fai uno scopo, non la troverai mai. Ti sfuggirà sempre. Arriva silenziosamente, arriva come un sussurro, arriva come la tua ombra. Quando sei totalmente assorto in qualcosa e non pensi assolutamente alla felicità... eccola! Quando invece ci pensi, non c'è mai: è molto timida. Quando ti guardi attorno scompare; quando cominci a pensare: 'Sono felice o no?', non lo sei.
Un uomo felice non pensa mai alla felicità: è talmente felice, come potrebbe pensare alla felicità? Solo un uomo infelice pensa alla felicità e, pensandoci, diventa ancora più infelice".

Ho sentito raccontare...
Un vecchio cane vide un cucciolo che rincorreva la propria coda e gli chiese: "perché stai correndo dietro alla tua coda?" E il cagnolino rispose: "Ho scoperto i segreti della filosofia, ho risolto i problemi dell'universo che nessun cane prima di me aveva affrontato nel modo giusto: ho imparato che la felicità è una cosa importante per un cane e che la felicità si trova nella mia coda. Ecco perché la sto rincorrendo, e quando l'avrò afferrata possederò la felicità".
Il vecchio cane rispose: "Figliolo, anch'io ho considerato i problemi dell'universo, per quanto potevo, e mi sono fatto delle opinioni. Anch'io ho scoperto che la felicità è una bella cosa per un cane, e che la felicità è nella mia coda, ma ho anche notato che quando mi occupo delle mie cose... la coda mi viene dietro! Non ho bisogno di rincorrerla...".
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da catia » 03/09/2007, 17:34

sardus ha scritto:Benritrovati!!! :D

Un discepolo chiese ad un Maestro Illuminato: "Maestro come mai non sono ancora felice?"
"Perché stai ancora rincorrendo la felicità. La felicità non può essere cercata, non si può andare alla ricerca della felicità. La felicità è un derivato, è una conseguenza naturale. Se ne fai uno scopo, non la troverai mai. Ti sfuggirà sempre. Arriva silenziosamente, arriva come un sussurro, arriva come la tua ombra. Quando sei totalmente assorto in qualcosa e non pensi assolutamente alla felicità... eccola! Quando invece ci pensi, non c'è mai: è molto timida. Quando ti guardi attorno scompare; quando cominci a pensare: 'Sono felice o no?', non lo sei.
Un uomo felice non pensa mai alla felicità: è talmente felice, come potrebbe pensare alla felicità? Solo un uomo infelice pensa alla felicità e, pensandoci, diventa ancora più infelice".

Ho sentito raccontare...
Un vecchio cane vide un cucciolo che rincorreva la propria coda e gli chiese: "perché stai correndo dietro alla tua coda?" E il cagnolino rispose: "Ho scoperto i segreti della filosofia, ho risolto i problemi dell'universo che nessun cane prima di me aveva affrontato nel modo giusto: ho imparato che la felicità è una cosa importante per un cane e che la felicità si trova nella mia coda. Ecco perché la sto rincorrendo, e quando l'avrò afferrata possederò la felicità".
Il vecchio cane rispose: "Figliolo, anch'io ho considerato i problemi dell'universo, per quanto potevo, e mi sono fatto delle opinioni. Anch'io ho scoperto che la felicità è una bella cosa per un cane, e che la felicità è nella mia coda, ma ho anche notato che quando mi occupo delle mie cose... la coda mi viene dietro! Non ho bisogno di rincorrerla...".
Grazie Sardus :)

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Messaggio da sardus » 11/12/2007, 21:56

Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati , ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato: Canta. Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti. Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa. Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno. Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro. Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E' il più grande strumento che potrai mai avere. Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno. Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo. Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca. Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne. Sii cauto nell'accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 13/07/2008, 20:46

momento di riflessione.

Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto, per un'ora ogni pomeriggio, per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza. L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato. Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto. Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra. L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno. La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati amminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza. Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva. Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo. Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto. Essa si affacciava su un muro bianco. L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro "Forse, voleva farle coraggio" disse.
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Messaggio da sardus » 19/04/2012, 21:27

Non dire che sei uno sfigato

Una volta ero a Budrio, dove c'è il laboratorio che mi fa le protesi. Alla fine vado in un bar, si parla come al solito di auto, di Ferrari, tutti giù a offrirmi caffè. E vedo un uomo, alla finestra, con una bambina in braccio, che piange. Allora mi avvicino e mi accorgo che la bambina è senza gambe. L'uomo mi vede e fa: no guardi, non creda, sto piangendo di gioia, sa. Perché Alice è nata senza gambe e oggi, a tre anni, le hanno potuto mettere le prime protesi e quando sono arrivato mi han detto: be', dove sono le scarpe? E io son corso a comprarle, non l'avevo mai fatto, e adesso piango perché Alice ha le prime scarpe. Allora sono andato nel bagno del bar e mi sono detto: Sandro, tu hai avuto trentatré anni alla grande, Montecarlo, Indianapolis, la Formula Uno. Hai una moglie, un figlio, degli amici, i soldi, la casa e la barca. Se adesso dici che sei sfigato ti sputo addosso.

Alex Zanardi, bolognese, campione di automobilismo che gareggia e vince anche dopo l'amputazione delle gambe a seguito di un incidente avuto nel 2001.
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Messaggio da alilad81 » 25/04/2012, 1:19

"...e ne hai buttata tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perchè non sai più chi sei diventata..."

"...E' un'avventura ricostruire se stesse, la più grande..."


...grazie... Un giorno sarò io a trovare questo foglio tra i miei scritti e mi ricorderò di lei, che è entrato nella mia stanza segreta :)

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Messaggio da sardus » 13/11/2013, 16:26

Quanto pesa un bicchiere d'acqua?

Siamo all'Università di Berkley, in California. Un professore della Facoltà di Psicologia fa il suo ingresso in aula, come ogni martedì. Il corso è uno dei più gremiti e decine di studenti parlano del più e del meno prima dell'inizio della lezione. Il professore arriva con il classico quarto d'ora accademico di ritardo. Tutto sembra nella norma, ad eccezione di un piccolo particolare: il prof. ha in mano un bicchiere d'acqua.

Nessuno nota questo dettaglio finché il professore, sempre con il bicchiere d'acqua in mano, inizia a girovagare tra i banchi dell'aula. In silenzio. Gli studenti si scambiano sguardi divertiti, ma non particolarmente sorpresi. Sembrano dirsi: "Eccoci qua: oggi la lezione riguarderà sicuramente l'ottimismo. Il prof. ci chiederà se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. Alcuni diranno che è mezzo pieno. Altri diranno che è mezzo vuoto. I nerd diranno che è completamente pieno: per metà d'acqua e per l'altra metà d'aria! Tutto così scontato!".

Il professore invece si ferma e domanda ai suoi studenti: "Secondo voi quanto pesa questo bicchiere d'acqua?". Gli studenti sembrano un po' spiazzati da questa domanda, ma in molti rispondono: il bicchiere ha certamente un peso compreso tra i 200 e i 300 grammi. Il professore aspetta che tutti gli studenti abbiano risposto e poi propone il suo punto di vista: "Il peso assoluto del bicchiere d'acqua è irrilevante. Ciò che conta davvero è per quanto tempo lo tenete sollevato". Felice di aver catturato l'attenzione dei suoi studenti, il professore continua: "Sollevatelo per un minuto e non avrete problemi. Sollevatelo per un'ora e vi ritroverete un braccio dolorante. Sollevatelo per un'intera giornata e vi ritroverete un braccio paralizzato".

Gli studenti continuano ad ascoltare attentamente il loro professore di psicologia: "In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non è cambiato. Eppure, più il tempo passa, più il bicchiere sembra diventare pesante. Lo stress e le preoccupazioni sono come questo bicchiere d'acqua. Piccole o grandi che siano, ciò che conta è quanto tempo dedichiamo loro. Se gli dedichiamo il tempo minimo indispensabile, la nostra mente non ne risente. Se iniziamo a pensarci più volte durante la giornata, la nostra mente inizia ad essere stanca e nervosa. Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizza." Il professore capisce di avere la completa attenzione dei suoi studenti e decide di concludere il suo ragionamento: "Per ritrovare la serenità dovete imparare a lasciare andare stress e preoccupazioni. Dovete imparare a dedicare loro il minor tempo possibile, focalizzando la vostra attenzione su ciò che volete e non su ciò che non volete. Dovete imparare a mettere giù il bicchiere d'acqua".



Detto diversamente, gli eccessi, e quindi il troppo e il poco, ci allontanano dall’equilibrio, dal giusto mezzo, e ci fanno cadere, anzi precipitare… ;)
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Messaggio da sardus » 01/10/2015, 16:35

salve!!!

Una donna stava giocando a golf, quando colpi’ male la palla spedendola tra gli alberi. Ando’ nella boscaglia per recuperarla e trovo’ una rana in una trappola. La rana le disse “Se mi liberi esaudiro’ 3 tuoi desideri”.
La donna libero’ la rana la quale disse “grazie, ma ho dimenticato di riferirti una condizione, per qualsiasi desiderio che esprimerai, tuo marito riceverà la stessa cosa in valore dieci volte maggiore”. La Donna disse “va bene”.
Come primo desiderio la donna chiese di diventare la piu’ Bella donna del mondo, la rana la avviso’ “in questo modo anche tuo marito diventerà l’uomo piu’ bello del mondo, un Adone del quale tutte le donne si innamoreranno”. La donna rispose “Non è un problema, perchè io sarò la donna più bella e lui avrà occhi solo per me”. Così, KAZAM! Lei è la donna più bella del mondo! Come secondo desiderio la Donna chiese di essere la donna piu’ ricca del mondo, La rana la avvisò “In questo modo tuo marito diventerà il piu’ ricco del mondo, dieci volte più ricco di te”. La donna disse “non importa perchè ciò che è mio è suo e ciò che è suo è mio”. Così, KAZAM! Lei è la donna piu’ ricca del Mondo! La rana chiese il terzo desiderio, La donna disse “vorrei avere un LEGGERO attacco di cuore…”

Morale della storia:
Le donne sono intelligenti. Non scherzare con loro.

Attenzione Lettrici: questa è la fine della barzelletta per voi.
Fermatevi qui e continuate a sentirvi bene….



Lettori: andate a fondo pagina



























































L’uomo ebbe un attacco di cuore 10 VOLTE PIU’ LEGGERO DI SUA MOGLIE!!!!

Morale della fiaba: le donne pensano di essere veramente intelligenti.
Lasciamole continuare a pensarla in questo modo e gustiamoci lo spettacolo!

P.S. Se sei una donna e stai ancora leggendo; dimostrazione che le donne non ascoltano mai!

Ma e' anche per questo che vi cerchiamo!!
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Messaggio da sardus » 07/10/2015, 21:53

IL CAVALLO E IL MAIALE



Un fattore comprò un esemplare stupendo di cavallo da monta; pur avendolo pagato una fortuna, dopo un mese il cavallo si ammalò.(No, non era la febbre del Nilo)
Così il fattore disperato chiamò il veterinario.
"Il suo cavallo ha un virus e deve prendere queste medicine per 3 giorni; dopo il terzo giorno vengo a controllare: se non si sarà ripreso dovremo abbatterlo."
Il porco lì vicino ascoltò tutta la conversazione.
Dopo il primo giorno di medicinali tutto era come prima. Il porco si avvicinò al cavallo e gli disse:
"Forza amico, alzati !"
Il secondo giorno la stessa cosa, ma il cavallo non reagì.
"Dai amico, alzati, altrimenti dovrai morire !" lo avvisò il porco.
Anche il terzo giorno gli diedero li medicinali ma... niente !
Il veterinario arrivò e disse al fattore:
"Purtroppo non abbiamo scelta, i medicinali non sono stati sufficienti: dobbiamo abbatterlo perchè ha un virus molto grave e potrebbe contagiare gli altri cavalli !"
Il porco sentendolo, corse verso il cavallo per avvisarlo:
"Coraggio vecchio mio, il veterinario è arrivato, forza, ora o mai più ! Alzati subito, dai !"
Subito il cavallo diede un sussulto, si alzò e cominciò a correre.
"Miracolo ! Dobbiamo festeggiare!!" gridò il fattore
"Facciamo una festa ! Ammazziamo subito il maiale !"

Morale della favola... Fatti sempre gli affari tuoi!!
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Messaggio da sardus » 09/10/2015, 13:53

Leggenda metropolitana, verita', o e' un dato di fatto?

Un giovanotto serio trova, in un mucchio di detriti di cantiere, una vecchia lampada di foggia un po’ antiquata. La porta a casa e la pulisce, per usarla come fermalibri. Naturalmente appare un genio, Aladino:
- Che vuoi, mio Signore? Ti avverto che puoi esprimere tre desideri che verranno senz’altro soddisfatti.
Passato il primo momento di stupore il giovanotto, senza rifletterci troppo, dice:
- Vorrei diventare molto, molto intelligente!

Aladino obbedisce e fa quello che deve fare. Passa qualche mese; il giovanotto completa rapidamente i suoi studi, ottiene brillantemente la laurea in Scienze naturali, si iscrive secondo percorsi privilegiati a Filosofia teoretica e ottiene anche in questo campo una laurea magna cum laude. Ottiene abbondanti finanziamenti internazionali su un suo programma di ricerca nel quale si impegna con successo. Ma dopo un po’ sente nascere in sè una certa insoddisfazione, e torna a strofinare la lampada.

- Dimmi, mio Signore, che altro desideri? Vuoi più ricchezza, vuoi amore, vuoi potere, vuoi che ti accadano eventi eccezionali?
- No, Aladino, tutto questo non mi interessa. Vorrei solo diventare più intelligente.

Come al solito, il genio obbedisce. Tempestiva conseguenza, il giovanotto ottiene il Nobel e vince numerosi confronti con scienziati del massimo livello, nei numerosi campi nei quali ha ormai consolidato i suoi saperi. Ma di nuovo l’insoddisfazione si manifesta. Decide di spendere l’ultima possibilità e strofina la lampada per la terza volta.

- Eccomi Signore. Ero convinto che l’intelligenza non potesse bastarti. Che cosa desideri adesso?
- Non hai capito, Aladino. L’intelligenza che ho non mi basta, ne vorrei di più.
Aladino appare perplesso.
- Signore, io non ho difficoltà ad accontentarti. Ma per farlo devo introdurre qualche modifica strutturale, che potrebbe procurarti inconvenienti indesiderati. Se vuoi ti rendo ancora più intelligente, ma è bene che tu sia consapevole di ciò che ti accadrà…
- Cioè?
- Ti verranno le mestruazioni. 8) :D 8)
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Messaggio da sardus » 12/10/2015, 21:36

La Creazione ....

Dio creo' l'asino e gli disse:"Sarai asino, lavorerai instancabilmente dall'alba al tramonto, portando pesi sulla groppa. Mangerai, non avrai l'intelligenza e vivrai fino a 50 anni. Sarai ASINO."
L'asino rispose: "Saro' asino, pero' vivere fino a 5O anni e' troppo. Dammi appena 20 anni."
Il Signore glielo concesse.

Dio creo' il cane e gli disse: "Difenderai la casa dell'uomo, sarai il suo migliore amico, mangerai quello, che ti daranno e vivrai 25 anni. Sarai CANE.''
Il cane disse: "Signore, vivere 25 anni per me e' troppo. Dammi 10 anni." .
Il Signore lo accontento'.

Dio creo' la scimmia e le disse:"Sarai scimmia, salterai di ramo in ramo facendo pagliacciate, ti divertirai e vivrai 20 anni. Sarai SCIMMIA."
La scimmia rispose: "Signore, vivere 20 anni e` troppo. Dammi 10 anni silamente."
Il Signore glielo concesse.

Finalmente il Signore creo' l'uomo e gli disse: "Sarai uomo, l'unico essere razionale sulla faccia della terra. Userai la tua intelligenza per sottomettere gli animali. Dominerai il mondo e vivrai 20 anni. Sarai UOMO."
Gli rispose l'uomo: "Signore, saro` uomo, pero` vivere 20 anni e molto poco. Dammi i 30 anni che l'asino ha rifiutato, i 15 che il cane non ha voluto e i 10 che la scimmia ha respinto."
E il Signore lo accontento'.

Da allora l'uomo vive 20 anni da uomo, si sposa e passa 30 anni da asino, lavorando e portando tutto il peso sulle sue spalle.
Poi, quando i figli se ne vanno, vive 15 anni da cane, badando alla casa e mangiando cio' che gli viene dato per poi arrivare ad essere vecchio, andare in pensione e vivere 10 anni da scimmia, saltando di casa in casa, di figlio in figlio, facendo pagliacciate per far divertire i nipotini.



...la vita?...un groviglio di emozioni infinitamente sorprendenti!!!
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Messaggio da sardus » 01/08/2016, 16:15

Sul molto di un piccolo villaggio, un turista si ferma e si avvicina ad un piccola imbarcazione di un pescatore. Si complimenta per la qualità del pesce e poi inizia a chiedere delle informazioni sull’attività del pescatore:
“Quanto tempo ci impieghi per pescare tutto?”
Il pescatore risponde:
“Non ho impiegato molto tempo!”
E il turista:
“Ma allora, perché non è rimasto più tempo per pescarne ancora?”
Il misero pescatore gli spiega che quella è la giusta quantità che serve per soddisfare i bisogni e le esigenze della sua famiglia e della sua piccola attività.
Il turista incuriosito chiede:
“Cosa fa il resto del suo tempo?”
E il pescatore:
“Dormo fino a tardi, pesco un po’, poi gioco con i miei figlio e faccio la siesta con mia moglie. La sera dopo aver mangiato vado al villaggio, e mi ritrovo con i miei amici, beviamo un po’ insieme, si suona e si canta qualcosa, e via così, trascorro appieno la mia vita!”
Allorché il turista disse:
“Mi scusi se la interrompo, ma sono laureato alla Bocconi, e posso darle dei suggerimenti molto utili su come migliorare la sua attività. Prima di tutto dovrebbe pescare più a lungo, ogni giorno sempre di più. Così logicamente pescherebbe di più. In questo modo potrebbe incrementare i guadagni per comprare una barca più grossa. Barca più grossa vuol dire più pesce, più pesce significa più soldi, più soldi significa più barche. Potrà permettersi una vera flotta. Quindi invece di vendere il pesce a poche persone, potrà negoziare direttamente con le industrie della lavorazione del pesce, potrà a suo tempo aprirsene una. Dopo potrà decidere se trasferirsi a Milano, Torino, Roma, insomma in una grande città da dove potrà controllare meglio il lavoro”.
Il pescatore lo interruppe e disse:
“Ma per raggiungere questi obiettivi quanto tempo dovrei starci?”
E il turista:
“Dai 20 ai 25 anni forse”
Così il pescatore chiese:
“… e dopo?”
E il turista:
“Ah dopo.. qui viene il bello, quando i suoi affari avranno raggiunto volumi grandiosi, potrà vendere le azioni e guadagnare i veri soldi”
E il pescatore:
“E dopo i miliardi?”
Turista:
“E poi finalmente potrà ritirarsi dagli affari ed andare in un piccolo villaggio vicino la costa, dormire fino a tardi, giocare con i bambini, pescare un po’, dormire un po’, passare le serate con gli amici suonando e cantando e trascorrere appieno la vita!
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