dillo alla luna

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meryan
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dillo alla luna

Messaggio da meryan » 21/09/2006, 20:09

Si racconta ancora di come un tempo, quando il cielo era una sola cosa con il mare,
la luna fosse padrona degli spazi e dividesse a metà con il sole l’intero giorno;
entrambi padroni del cielo, accarezzavano il mondo senza sosta,
abbandonandosi spesso alle brezze del mattino oppure scaldandosi a vicenda
per i freddi venti della notte.

Erano giorni incantati, ogni cosa aveva il suo giusto equilibrio e tutti ne gioivano, sorridevano, erano felici, sapevano che ad ogni lacrima sarebbe seguito un sorriso e ad ogni sorriso un motivo in più per ricominciare.

Il sole era il primo a far capolino tra le nuvole, svegliava la luna con una carezza
e tenendola per mano, iniziava a scaldare il mondo; la luna a sera baciava il sole accompagnandolo dietro l’orizzonte e rimaneva sospesa nell’aria,
aspettando languida il suo ritorno.

Così andò avanti per tanto tempo, finché, un giorno, il sole si affacciò dalle nuvole
e per un motivo che mai nessuno è riuscito a capire, non svegliò la luna
e continuò da solo a rimanere sospeso nell’azzurro del cielo.
Andava da un punto all’altro con tanta disinvoltura e tanto piacere che dimenticò presto tanti anni di convivenza, quasi non fosse mai accaduto nulla;
così preso dal sentire il mondo tutto suo e dal sentirsi ritenuto indispensabile, fece sua anche l’altra parte del giorno e pretese il cielo come sua personale proprietà.

La luna si svegliò come al solito in orario, ad occhi chiusi cercò il sole ma non lo trovò
e confusa cadde giù senza trovare alcun appiglio; da quel giorno iniziò a vagare la notte, triste e senza un sorriso, scura in viso, tanto che la chiamarono Lilith, la luna nera.

Ogni tanto osservava il cielo e la nostalgia le riempiva gli occhi, le toglieva il fiato,
sbarrava ogni strada alla speranza. Nessuno sa per quanto tempo vagò sulla terra,
chiunque la incontrasse notava il suo sorriso spento e l’espressione dimessa,
la tentazione di perdersi, la paura di ritrovarsi per poi rifare lo stesso sbaglio; …..
ma un mattino di un giorno qualunque, si svegliò stranamente decisa; ….
Basta soffrire, basta piangere, chiudere tutto per tutti, con tutti,
se non ti emozioni non soffri e lei era stanca di soffrire.
Si alzò di scatto, sciolse i capelli lasciando che il vento li pettinasse per lei
e si incamminò con lo sguardo deciso verso la strada dell’oblio.

Era quasi a metà del cammino, quando istintivamente si voltò indietro,
qualcosa l’aveva colpita ma non capì subito, almeno fino a quando non posò lo sguardo a terra; si…. Ecco…. .ma come aveva fatto a non accorgersene ?!…… scagliata nitida contro la terra battuta c’era la sua ombra, immobile, che la osservava.

Provò a muovere un passo e l’ombra la seguì, mosse le braccia ed anche l’ombra lo fece, provò a correre e l’ombra corse dietro lei.
Da quando era caduta non aveva più visto la sua ombra, forse l’aveva perduta,
forse era rimasta appesa al cielo, forse semplicemente non ci aveva più fatto caso;
la sua ombra .. per la prima volta dopo tanto tempo la luna sorrise ed alzò lo sguardo
al cielo ………. Il sole era li, sospeso che la osservava…… sorrideva anche lui.

-“Finalmente sorridi” disse il sole con voce calma e suadente.

-“ Si sorrido, non so se grazie a te oppure alla mia ombra, ma sorrido”.

-“Perdonami”, disse il sole, “mi ero perduto anche io dietro me stesso, non sapevo come tornare senza ferirti ancora, ma ho sempre conservato la tua ombra con me”.

-“Ma come…. Non è possibile….. la mia ombra è qui con me?!?”.

Il sole sorrise dolcemente: -“Quella non è la tua ombra, hai solo ritrovato te stessa proprio quando ormai non ti cercavi più”-.

Lei sorrise ancora, si illuminò di nuovo ed una luce accecante li nascose per un
attimo agli occhi del mondo.

Nessuno sa cosa accadde in seguito, e forse è anche giusto così, ma da quel giorno nessuno la chiama più la luna nera e tutti ricordano come da una grande luce nacque e splende ancora Lilith la Nuovaluna.