Guy Goffette

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Etere
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Guy Goffette

Messaggio da Etere » 22/08/2015, 0:32

Riporto qui di seguito quattro liriche del poeta francese di origine belga Guy Goffette (la prima tratta dalla raccolta intitolata “Solo d'ombres précédé de Nomadie”, le restanti incluse nella raccolta “Éloge pour une cuisine de province”).




PORTA, 1

Spesso
nell'udire il lamento
maledici l'anima
del taglialegna che lo ha segato
quest'albero
contro il quale
perfino nella notte nera
la tua schiena addormentava la foresta





***


I bambini che s'insinuano tra le nostre
parole
come un punto e virgola, sanno tutto
e si ricordano della nostra fatica
di dire la vita che passa e di come
l'amore
è difficile. Insinuano cantando un dito
leggero
nella scollatura del mondo che ci copre
poi si fermano con la guancia contro
l'orecchio del gatto
con un viso grave e chiuso così in fretta
da farci perdere l'equilibrio, gettarci
fuori dal tempo,
d'un tratto muti come accanto a un pozzo
colmo di parole
mentre si arrotonda, vera dei nostri
giorni,
delle nostre vane parole, la pupilla
del gatto.





***



DOMENICA

La campana della vecchia burriera nel sole d’ottobre
è una chiesa dimenticata sulla tavola degli uomini
Raduna attorno a sé le briciole splendenti
del cuore che ha vissuto la sua ora di gloria
nella condivisione e il placarsi delle grida
pepite che una mano seminerà sul prato blu
per gli uccelli gli insetti gli dei invisibili
che portano la luce nelle cavità degli alberi immobili
e nello spazio aperto la notte tra i nostri sogni.





***

A dieci anni hai l’eternità sotto il caschetto
la morte è letteraria e nient’altro
dorme sotto la polvere delle biblioteche
un passato di sventure e grida di scherno
mentre voliamo al soccorso di una stella
che ci parla a bassa voce al centro del melo
(nulla sappiamo del suo volere ne basta
l’esistere a farci conquistatori).
Le mura crollano i granai mostrano la gola
e l’orizzonte si scosta con gli uccelli
è normale perché noi avanziamo – e sul cielo
il nostro passo precede le nuvole
che vanno a morire in fondo alle terre –
normale anche che un giorno
le mura sollevino il cielo per superarci
i granai colmi di sogni ci sfiatino
e l’orizzonte nella nostra schiena
chiuda le proprie porte pigolanti
sì, normale senz’altro che una stella
diversa ci prenda per mano e ci guidi
(tutto sappiamo del suo volere ne basta
l’esistere a renderci inermi)
e ci stenda nel proprio letto
dove col caschetto perdiamo
l’eternità che vortica fuori
dalle mura e raccoglie vento soltanto.





I lavori di Guy Goffette sono pubblicati in Italia dalla casa editrice Kolibris (www.kolibrisbookshop.eu).
Senza il sol nulla son io