T.S. Eliot, terza poesia manoscritta, 1914

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Etere
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T.S. Eliot, terza poesia manoscritta, 1914

Messaggio da Etere » 13/02/2013, 20:47

“Così per la sera, per l’aria viola / una tormentata meditazione mi trascinò avanti / parole concatenate da cui il senso sembrava sparito (…), una catena di ragionamenti il cui filo era sparito* / raccolse strane immagini per le quali camminai solo: una donna tirò tesi i suoi lunghi capelli neri / e arpeggiò musica di bisbigli su quelle corde** / gli striduli pipistrelli rabbrividirono per l’aria viola / lamentandosi e battendo le ali. / Un uomo contorto da qualche affezione mentale / tuttavia di anormali poteri / lo vidi strisciare a testa in giù lungo un muro / e rovesciate nell’aria c’erano torri / risuonanti campane rievocatrici / e c’erano voci cantanti da dentro cisterne e pozzi. / I miei febbrili impulsi presero forza / un uomo giaceva steso sul dorso, e gridava / “Sembra che io sia da lungo tempo morto: / non riferire di me al mondo costituito / ha visto strane rivoluzioni (catalessi) da quando morii*** ”. / Come un sordomuto che nuota ben sotto la superficie / non conoscendo né su né giù / nuota giù e giù / nella calma acqua profonda dove non c’è moto né risacca / nuota giù e giù; / e intorno ai suoi capelli le alghe marine purpuree e brune. / Così nella nostra fissa confusione persistemmo, fuori città”.


*labirinti del pensiero.

**Ella suona una musica spettrale…

*** Scrive A. Serpieri: “ L’uomo disteso in terra (…) parla di strane rivoluzioni o catalessi che ha testimoniato dopo la sua morte, nel ciclo della storia: ha «visto» la rivoluzione dei tempi, ha riassunto implicitamente il crollo di certezze e di valori tradizionali. (…) E’ un sordomuto che è passato per una «morte per acqua»”.