POESIE D'AUTORE

Poesie e racconti sul tema dell'amicizia, ma non solo. Sei un poeta, uno scrittore o hai scritto qualcosa che vuoi condividere? Se non è una tua creazione possibilmente riportane l'origine

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Messaggio da sardus » 15/09/2006, 23:50

Ajo'! :D

PASSATO
Vincenzo Cardarelli


I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 16/09/2006, 0:05

Ajo'! :D

Quel che è
- Erich Fried

E’ assurdo
dice la ragione
E’ quel che è
dice l’amore

E’ infelicità
dice il calcolo
Non è altro che dolore
dice la paura
E’ vano
dice il giudizio
E’ quel che è
dice l’amore

E’ ridicolo
dice l’orgoglio
E’ avventato
dice la prudenza
E’ impossibile
dice l’esperienza
E’ quel che è
dice l’amore
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 16/09/2006, 0:12

Ajo'! :D

Il modo tuo d'amare

Il modo tuo d'amare
è lasciare che io t'ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sanno offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole, abbracci
mi diranno che sei esistita
che mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Perché non debba mai scoprire
con domande o carezze
l'immensa solitudine
d'essere solo ad amarti.

Pedro Salinas
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

Straniero


Messaggio da Straniero » 16/09/2006, 0:16

sardus ha scritto:
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Perché non debba mai scoprire
con domande o carezze
l'immensa solitudine
d'essere solo ad amarti.
mi è venuto un brivido!

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Messaggio da sardus » 17/09/2006, 23:30

Ajo'! :D


Nazim Hikmet

"Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d' estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro."
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 19/09/2006, 18:37

Per voi donne del forum.


DUE UOMINI
Ci sono due uomini nel mondo, che

costantemente m'incrociano per strada,

l'uno è colui che amo,

l'altro è colui che mi ama.

L'uno è un sogno notturno,

e abita nella mia mente buia,

l'altro sta alla porta del mio cuore,

ed io mai gli apro.

L'uno mi ha dato un primaverile soffio

di felicità che subito dispariva...

l'altro mi ha dato tutta la sua vita

e non è stato mai ripagato di un'ora.

L'uno freme al canto del sangue,

dove l'amore è puro e libero.

l'altro ha a che fare con il triste giorno,

in cui affogano i sogni.

Ogni donna si trova tra questi due,

innamorata e amata e pura...

una volta ogni cent'anni può succedere

che essi si fondano in uno.



TOVE DITLEVSEN, "I TRE IMMORTALI"
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 22/09/2006, 23:47

Ajo'! :D



Ci sono dei sentimenti che sconvolgono la nostra vita tra cui naturalmente l'Amore e l'Odio.

Il canto dell'odio

Quando tu dormirai dimenticata
Sotto la terra grassa
E la croce di Dio sarà piantata
Ritta sulla tua cassa,



Quando ti coleran marce le gote
Entro i denti malfermi
E nelle occhiaia tue fetenti e vuote
Brulicheranno i vermi,

Per te quel sonno che per altri è pace
Sarà strazio novello
E un rimorso verrà, freddo, tenace
A morderti il cervello.

Un rimorso acutissimo ed atroce
Verrà nella tua fossa
A dispetto di Dio, della sua croce,
A rosicchiarti l'ossa.

Io sarò quel rimorso. Io te cercando
Entro la notte cupa,
Lamia che fugge il dì, verrò latrando
Come latra una lupa.

Io con quest'ugne scaverò la terra
Per te fatta letame
E il turpe legno schioderò che serra
La tua carogna infame.

Oh, come nel tuo core ancor vermiglio
Sazierò l'odio antico,
Oh, con che gioia affonderò l'artiglio
Nel tuo ventre impudico!

Sul tuo putrido ventre accoccolato
Io poserò in eterno,
Spettro della vendetta e del peccato,
Spavento dell'inferno:

Ed all'orecchio tuo che fu sì bello
Sussurrerò implacato
Detti che bruceranno il tuo cervello,
Come un ferro infuocato.

Quando tu mi dirai: perchè mi mordi
E di velen m'imbevi?
Io ti risponderò: non ti ricordi
Che bei capelli avevi?

Non ti ricordi dei capelli biondi
Che ti coprian le spalle
E degli occhi nerissimi, profondi,
Piene di fiamme gialle?

E delle audacie del tuo busto e della
Opulenza dell'anca?
Non ti ricordi più com'eri bella,
Provocatrice e bianca?

Ma non sei dunque tu che nudo il petto
Agli occhi altrui porgesti
E, spumante Licisca, entro il tuo letto
Passar la via facesti?

Ma non sei tu che agli ebbri e ai soldati
Spalancasti le braccia,
Che discendesti a baci innominati
E a me ridesti in faccia?

Ed io t'amavo ed io ti son caduto
Pregando innanzi e, vedi,
Quando tu mi guardavi, avrei voluto
Morir sotto a' tuoi piedi.

Perchè negare- a me che pur t'amavo-
Uno sguardo gentile,
Quando per te mi sarei fatto schiavo,
Mi sarei fatto vile?

Perchè m'hai detto no quando carponi
Misericordia chiesi,
E sulla strada intanto i tuoi lenoni
Aspettavan gl'Inglesi?

Hai riso? Senti! Dal sepolcro cavo
Questa tua rea carogna,
Nuda la carne tua che tanto amavo
L'inchiodo sulla gogna,

E son la gogna i versi ov'io ti danno
Al vituperio eterno,
A pene che rimpianger ti faranno
Le pene dell'inferno.

Qui rimorir ti faccio, o maledetta,
Piano, a colpi di spillo,
E la vergogna tua, la mia vendetta,
Tra gli occhi ti sigillo.




Lorenzo Stecchetti (1845- 1876)





Ovviamente questa non è la mia poesia preferita, ma è un che non si può scordare , distillato di rabbia e di dolore.
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Messaggio da sardus » 27/09/2006, 0:49

Ajo'! :D

SOLTANTO NON SAREBBE
- Erich Fried

La vita
sarebbe
forse più semplice
se io
non ti avessi mai incontrata

meno sconforto
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà

e anche meno
di quella nostalgia imponente
che quando non ci sei
pretende l’impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
giacché non è possibile
si sgomenta
e respira a fatica

La vita
sarebbe forse
più semplice
se io
non ti avessi incontrata
soltanto non sarebbe
la mia vita.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 27/09/2006, 0:55

Ajo'! :D

Agli amici



Cari amici, qui dico amici
Nel senso vasto della parola:
Moglie, sorella, sodali, parenti,
Compagne e compagni di scuola,
Persone viste una volta sola
O praticate per tutta la vita:
Purché fra noi, per almeno un momento,
Sia stato teso un segmento,
Una corda ben definita.
Dico per voi, compagni d'un cammino
Folto, non privo di fatica,
E per voi pure, che avete perduto
L'anima, l'animo, la voglia di vita.
O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu
Che mi leggi: ricorda il tempo,
Prima che s'indurisse la cera,
Quando ognuno era come un sigillo.
Di noi ciascuno reca l'impronta
Dell'amico incontrato per via
In ognuno la traccia di ognuno.
Per il bene od il male
In saggezza o in follia
Ognuno stampato da ognuno.
Ora che il tempo urge da presso,
Che le imprese sono finite,
A voi tutti l'augurio sommesso
Che l'autunno sia lungo e mite.



Primo Levi, 6 dicembre 1985
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 01/10/2006, 11:39

Ajo'! :D
Bonu Dominigu a tottusu!!

LENTAMENTE...

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi
percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini
sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli
occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova
grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno
sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

(Pablo Neruda)
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

nota


Messaggio da nota » 03/10/2006, 21:29

sardus ha scritto:Ajo'! :D
Bonu Dominigu a tottusu!!

LENTAMENTE...

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi
percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini
sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli
occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova
grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno
sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

(Pablo Neruda)
....bellissima!
l'avevo già nel cuore ??? poesia ma non sapevo che fosse di Neruda....

....E ancora..:

Per arrivare a quello che non sai
devi andare per dove non sai.

per arrivare a quello che non possiedi
devi andare per dove non possiedi.

Per arrivare a quello che non sei
devi ndare per dove non sei.

Quando ti soffermi in qualcosa
smetti di lanciarti nel tutto.

Per che per arrivare del tutto al tutto
devi negarti del tuttoin tutto."

(S.J.de la Cruz)


Sanjina

Una poesia anch' io..

Messaggio da Sanjina » 03/10/2006, 22:29

Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.

da "Vuoto d' amore"
Alda Merini

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Messaggio da sardus » 04/10/2006, 0:04

Ajo'!! :D

Mamm'Emilia

In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ore scofinate della terra
ho attraversto nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni

In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l'accrescimento è stato immensamente meno.

Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perchè il vuoto
l'ho portato con me.

Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.

Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l'inventa il figlio sbattendo due labbra
quella l'insegna il figlio.

Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.

Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l'ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
non il loro peso
a te ho nascosto tutto.

Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
fratello del vulcano che ci orientava il sonno.

Ti spargerò nell'aria dopo l'acquazzone
all'ora dell'arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.

...NOTTE!!
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Messaggio da sardus » 04/10/2006, 23:07

[img]http://www.golemindispensabile.it/Puntata3/immagini/copertina.jpg[/img]


Portami ancora per mano – Poesie per il padre
A cura di Maria Giovanna Maioli Loperfido
Crocetti Editore – collana Anthologia


Raccontare il padre attraverso i versi di poeti tra loro diversissimi – da Omero a Edgar Lee Masters, da Charles Bukowski a Vivian Lamarque, da Anne Sexton a Franco Buffoni, da William Blake ad Alda Merini.

È come se al di là di ogni tempo e nazionalità questi versi tracciassero un’unica, lunga storia di padri, di rapporti complessi e solo in parte risolti, di scontri e sofferenze, di affinità e sovrapposizioni.

Ecco affiorare profili di padri profondamente diversi: da quello chiuso e introverso di Alessandro Parronchi – "Sorridi un poco e te ne vai pensoso [...] Te ne vai. Quante cose all’improvviso/ mi ritrovo da dirti... E resto muto" – ai racconti di Antonia Pozzi - "mi parlava della guerra, di sé, dei suoi soldati".

Dall’inadeguatezza che lacera il padre di Edgar Lee Masters – "Quell’autunno mia figlia guadagnò il primo premio a Parigi/ per un quadro intitolato Il vecchio molino [...] L’idea che non ero degno di lei, mi uccise" - all’autorità inavvicinabile del Conte Monaldo Leopardi - "Con rozza penna a te vergare io voglio/ Un’Eliconia carta onde a te possa/ La stima mia svelare, e il mio rispetto [...] no che i miei carmi/ Di te degni non son ma tu potrai,/ Amato padre, compatirli, e insieme/ Gradirli ancor se ciò sperar mi è dato".

E ancora, la grettezza raccontata da Marziale – "Paterno, un soldo non lo dai/ e dormi su un forziere,/ come quel drago enorme,/ cantato dai poeti [...] Ma la causa, come tu dichiari/ e spesso vai dicendo, è il tuo figliolo/ con la spietata sua rapacità./ Cerchi tu per caso/ allocchi e mentecatti da ingannare/ e cui togliere il lume della mente?/ Tu fosti sempre il padre del tuo vizio" – s’infrange nella ruvida affettuosità contadina del padre di Tonino Guerra – "Mio padre vendeva frutta e carbone/ e intanto accarezzava un gatto che si chiamava Baruloun [...] Quando sono venuto a casa/ dopo un anno di prigionia in Germania/ mi aspettava sulla porta col sigaro in bocca./ Hai mangiato? mi ha chiesto. E basta" – o nel "semplice padre/ vissuto in semplicità di tempi" del ricordo di Piero Chiara.

L’età che per Arnaldo Ederle cancella ruoli e gerarchie – "Padre./ Così devo chiamarti, nominarti?/ Come dimenticare/ d’essere ormai coetaneo/ della tua ultima età./ Ti vedo a ogni occhiata nello specchio/ del mio corridoio/ mentre metto il cappello/ e me l’aggiusto un poco/ sulle ventitré" – non riesce a colmare i conflitti interiori di Umberto Saba - "Non somigliare a tuo padre/ Ed io più tardi in me stesso lo intesi:/ Eran due razze in antica tenzone".

...........................................................................
Padre, se anche tu non fossi il mio


Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
Che la prima viola sull'opposto
Muro scopristi dalla tua finestra
E ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
Di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

.....
Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

Camillo Sbarbaro
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Messaggio da sardus » 06/10/2006, 21:12

Ajo'!![img]http://forum.funghiitaliani.it/style_emoticons/default/151.gif[/img]


La matriciana mia

Soffriggete in padella staggionata,
cipolla, ojo, zenzero infocato,
mezz'etto de guanciale affumicato
e mezzo de pancetta arotolata.


Ar punto che 'sta robba è rosolata,
schizzatela d'aceto profumato
e a fiamma viva, quanno è svaporato,
mettete la conserva concentrata.


Appresso er dado che jè dà sapore,
li pommidori freschi San Marzano,
co' un ciuffo de basilico pe' odore.


E ammalappena er sugo fa l'occhietti,
assieme a pecorino e parmigiano,
conditece de prescia li spaghetti.

A F
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Baudelaire - Spleen

Messaggio da enemyofthesun » 06/10/2006, 23:16

Spleen

Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera e triste
più delle notti; e quando si è mutata
la terra in una cella umida, dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala, come
un pipistrello che la testa picchia
su fradici soffitti; e quando imita
la pioggia, nel mostrare le sue striscie
infinite, le sbarre di una vasta
prigione, e quando un popolo silente
di infami ragni tende le sue reti
in fondo ai cervelli nostri, a un tratto
furiosamente scattano campane,
lanciando verso il cielo un urlo atroce
come spiriti erranti, senza patria,
che si mettano a gemere ostinati.
E lunghi funerali lentamente
senza tamburi sfilano né musica
dentro l'anima: vinta, la Speranza
piange, e l'atroce Angoscia sul mio cranio
pianta, despota, il suo vessillo nero

Sims
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Re: Baudelaire - Spleen

Messaggio da Sims » 07/10/2006, 0:06

enemyofthesun ha scritto:Spleen

Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera e triste
più delle notti; e quando si è mutata
la terra in una cella umida, dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala, come
un pipistrello che la testa picchia
su fradici soffitti; e quando imita
la pioggia, nel mostrare le sue striscie
infinite, le sbarre di una vasta
prigione, e quando un popolo silente
di infami ragni tende le sue reti
in fondo ai cervelli nostri, a un tratto
furiosamente scattano campane,
lanciando verso il cielo un urlo atroce
come spiriti erranti, senza patria,
che si mettano a gemere ostinati.
E lunghi funerali lentamente
senza tamburi sfilano né musica
dentro l'anima: vinta, la Speranza
piange, e l'atroce Angoscia sul mio cranio
pianta, despota, il suo vessillo nero
SPLEEN
Ho più ricordi che se avessi mille anni. Un grosso mobile a cassetti ingombro di bilanci, di versi, di lettere d’amore, di verbali, di romanze e di grevi ciocche di capelli ravvolte entro quietanze, nasconde meno segreti che il mio triste cervello. E’ una piramide, un’immensa tomba, contiene più morti di una fossa comune. Io sono un cimitero aborrito dalla luna, in cui, come rimorsi, si trascinano lunghi vermi accanendosi continuamente sui più cari dei miei morti. Sono un vecchio camerino pieno di rose passe, in cui giacciono in disordine mode sorpassate; e i pastelli miserevoli e i pallidi Boucher, soli, respirano il profumo di una fiala lasciata aperta.
(Charles Baudelaire)

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Messaggio da sardus » 07/10/2006, 0:07

Ajo'!! :D

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre case.
Voi che trovate tornado a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna.
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole
Scolpitele nel vostro cuore.
Stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.


Da: “Se questo è un uomo”
di
Primo Levi
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

Baltazar


Messaggio da Baltazar » 08/10/2006, 0:24

sardus ha scritto:Ajo'!![img]http://forum.funghiitaliani.it/style_emoticons/default/151.gif[/img]


La matriciana mia

Soffriggete in padella staggionata,
cipolla, ojo, zenzero infocato,
mezz'etto de guanciale affumicato
e mezzo de pancetta arotolata.


Ar punto che 'sta robba è rosolata,
schizzatela d'aceto profumato
e a fiamma viva, quanno è svaporato,
mettete la conserva concentrata.


Appresso er dado che jè dà sapore,
li pommidori freschi San Marzano,
co' un ciuffo de basilico pe' odore.


E ammalappena er sugo fa l'occhietti,
assieme a pecorino e parmigiano,
conditece de prescia li spaghetti.

A F
Tu sei un grande
Non ho poesie da riportare, ma ripeto, sei un grande

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Messaggio da sardus » 12/10/2006, 23:56

Ajo'!! :D


LA STRADA NON PRESA
- Robert Frost

Divergevano due strade in un bosco
ingiallito, e spiacente di non poterle fare
entrambe essendo un solo, a lungo mi fermai
una di esse finché potevo scrutando
là dove in mezzo agli arbusti svoltava.

Poi, presi l’altra, che era buona ugualmente
e aveva forse i titoli migliori
perché era erbosa e poco segnata sembrava;
benché, in fondo, il passare della gente
le avesse davvero segnate più o meno lo stesso,

Perché nessuna in quella mattina mostrava
sui fili d’erba l’impronta nera d’un passo.
Oh, quell’altra lasciavo a un altro giorno!
Pure, sapendo bene che strada porta a strada,
dubitavo se mai sarei tornato.

Questa storia racconterò con un sospiro
chissà dove tra molto tempo:
divergevano due strade in un bosco, e io…
Io presi la meno battuta,
e di qui tutta la differenza è venuta.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 13/10/2006, 22:30

Ajo'!! :D

certe volte...in questo periodo, quando al mattino tra i boschi tra un albero e l'altro intavedo un porcino, immerso nella nebbia...mi verrebbe voglia di sparire in essa...lasciarmi prendere e portare via...



E' strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli .
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

Hermann Hesse
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 15/10/2006, 15:39

Ajo'!! :D

Povera panza mia

Calà de peso è utile e conforta
perchè riempie de soddisfazione,
ma 'sto riempimento è un illusione
che la panzetta mia nun la sopporta.


Si brontola più forte, quarche vorta,
quel brontolio me dà la sensazione
che le budella vanno in processione
cantanno er coro de la panza morta.


Così ho pensato a facce tatuà
un paro de posate messe a croce
e su la croce 'st'epitaffio qua:


«Dopo una vita onesta e attrippatella,
stroncate dalla dieta più feroce
quì riposeno in pace le budella.»

AF
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Messaggio da sardus » 15/10/2006, 22:27

Ajo'!! :D


CHE STA FACENDO ADESSO

Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
E' a casa? Per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i suoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull'anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? o forse... chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perchè tanti sono infelici
sulla terra.
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?


E' ancora Hikmet e la sua capacità di tradurre i sentimenti in versi.
Non è l'ossessione della gelosia, cancro dell'anima ,che anima questa poesia. Ma brivido di nostalgia, desiderio di "spiare" ogni attimo per viverlo e condividerlo insieme, ansia di conoscere i più segreti pensieri della donna amata.
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 18/10/2006, 0:02

Ajo'!! :(

Non potho reposare

Non potho reposare amore, coro,
pensende a tie so donzi momentu;
no istes in tristura, prenda ‘e oro,
nè in dispiaghere o pensamentu.
T'assicuro ch'a tie solu bramo,
ca t'amo forte, t'amo, t'amo, t'amo,

Amore meu, prenda d'istimare,
s'affettu meu a tie solu est dau.
S'are giuttu sas alas a bolare
milli vortas a s'ora ippo volau,
pro venner nessi pro ti saludare,
s'atera cosa nono a t'abbisare.

Si m'esseret possibile d'anghèlu,
s'ispiritu invisibile piccavo
sas formas e furavo dae chelu
su sole, sos isteddos e formavo
unu mundu bellissimu pro tene
pro poder dispensare cada bene.

Amore meu, rosa profumada,
amore meu, gravellu olezzante,
amore, coro, immagine adorada.
Amore, coro, so ispasimante,
amore, ses su sole relughente,
ch'ispuntat su manzanu in oriente.

Ses su sole ch'illuminat a mie,
chi m'esaltat su coro e i sa mente;
lizzu vroridu, candidu che nie,
semper in coro meu ses presente.
Amore meu, amore meu, amore,
vive senz'amargura, nè dolore.

Si sa lughe d'isteddos e de sole,
si su bene chi v’est in s'universu
are pothiu piccare in d'una mole,
comente palumbaru m'ippo immersu
in fundu de su mare a regalare
a tie vida, sole, terra e mare.

Unu ritrattu s'essere pintore,
un'istatua 'e marmu ti vachia
s’essere istadu eccellente iscultore,
ma cun dolore naro: "Non d'ischia".
Ma non balen a nudda marmu e tela
in cunfrontu 'e s'amore d'oro vela.

Ti cherio abbrazzare egh’e basare
pro ti versare s'anima in su coro;
ma da lontanu ti deppo adorare.
Pessande chi m'istimas mi ristoro,
chi de sa vida nostra tela e tramas
han sa matessi sorte prite m'amas.

Sa bellesa 'e tramontos, de manzanu
s'alba, aurora, su sole lughente,
sos profumos, sos cantos de veranu,
sos zeffiros, sa brezza relughente
de su mare, s'azzurru de su chelu,
sas menzus cosas dò a tie, anghèlu.

Questo poemetto è stato scritto negli anni '20 dall'avvocato Badore Sini
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

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Messaggio da sardus » 25/10/2006, 22:30

Ajo'!! :(

ADDIO BRUNO!!! :( :(

Ritornerai

Bruno Lauzi

Ritornerai
lo so ritornerai
e quando tu
sarai con me
ritroverai
tutte le cose che
tu non volevi
vedere intorno a te
e scoprirai
che nulla e' cambiato
che sono restato
l'illuso di sempre
E riderai
quel giorno riderai
ma non potrai
lasciarmi piu'
ti senti sola
con la tua liberta'
ed e' per questo che tu
ritornerai, ritornerai...
ti senti sola
con la tua liberta'
ed e' per questo che tu
ritornerai, ritornerai
ritornerai, ritornerai...
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

Anais


Messaggio da Anais » 26/10/2006, 15:21

HESSE

Il mondo un nostro sogno

Sai che di notte nel sogno
si alzano città e genti,
mostri e fate morgane
dagli spazi misteriosi dell'anima,
sono la tua immagine ed opera, te stesso,
sono il tuo sogno.

Vai di giorno per città e vie,
guarda nelle nuvole e nelle facce,
e capirai sorpreso:
sono tue, tu sei il loro poeta!
Tutto ciò che vive e si muove
davanti a te in svariati modi,
è tuo, è dentro di te,
un sogno che la tua anima culla
passando eternamente attraverso te stesso,
ora limitandoti, ora esplicandoti,
sei chi parla ed ascolta,
sei creatore e distruttore.
Virtù magiche, già da molto dimenticate,
filano l'inganno sacro,
ed il mondo immenso
vive il tuo respiro.

vannik


Messaggio da vannik » 26/10/2006, 22:12


Fernando Pessoa


Se io, ancor che nessuno,
potessi avere sul volto
quel lampo fugace
che quegli alberi hanno,
avrei quella gioia
delle cose al di fuori,
perché la gioia è dell'attimo;
dispare col sole che gela.
Qualunque cosa m'avrebbe meglio
giovato della vita che vivo -
vivere questa vita di estraneo
che da lui, dal sole, mi era venuta!
Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l'anima,
da vivere soltanto di vedere!
Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
l'assenza di avere un fine,
e l'ansia di conseguirlo!
Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.

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Messaggio da sardus » 26/10/2006, 22:18

Ajo'!! :D

Ho sentito raccontare...
Un vecchio cane vide un cucciolo che rincorreva la propria coda e gli chiese: "perché stai correndo dietro alla tua coda?" E il cagnolino rispose: "Ho scoperto i segreti della filosofia, ho risolto i problemi dell'universo che nessun cane prima di me aveva affrontato nel modo giusto: ho imparato che la felicità è una cosa importante per un cane e che la felicità si trova nella mia coda. Ecco perché la sto rincorrendo, e quando l'avrò afferrata possederò la felicità".
Il vecchio cane rispose: "Figliolo, anch'io ho considerato i problemi dell'universo, per quanto potevo, e mi sono fatto delle opinioni. Anch'io ho scoperto che la felicità è una bella cosa per un cane, e che la felicità è nella mia coda, ma ho anche notato che quando mi occupo delle mie cose... la coda mi viene dietro! Non ho bisogno di rincorrerla...".
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.

vannik


Messaggio da vannik » 27/10/2006, 13:50

Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.

NAZIM HIKMET

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Messaggio da sardus » 27/10/2006, 22:12

Ajo'!! :D


Cuore di donna

Ci sono donne che camminano controvento da una vita...
Ci sono donne che hanno occhi profondi e sconosciuti come oceani...
Ci sono donne che cambiano pelle per amore...
Ci sono donne che donano il loro cuore, per poi ritrovarsi a raccattarne i
cocci da sole...
Ci sono donne che in silenzio fanno ballare la propria anima su una spiaggia
al tramonto...
Se ti fermi un istante le puoi sorprendere, mentre lottano contro il proprio istinto...

Mentre fanno passeggiare il proprio dolore a piedi
nudi, affrontando onde che ad ogni mareggiata sono sempre più minacciose...

Ci sono donne che chiudono gli occhi, ascoltando una musica lenta,
che rende ancora più salate le loro lacrime...

Ci sono donne che con orgoglio ma con il nodo in gola, rinunciano alla
felicità...

Ci sono donne che con i loro occhi fotografano quegli splendidi ma così
fugaci attimi in cui si sentono abbracciate dall'amore,
sperando di mantenerli vivi e colorati per sempre...
Se apri gli occhi un istante le puoi osservare, mentre disseminano briciole
di se stesse lungo il percorso verso quel treno che le porterà via,
mentre urlano la loro rabbia contro vetri tremolanti di una casa diventata
prigione...
mentre sorridono di disperazione a chi le vorrebbe far tornare alla vita di sempre...

Ci sono donne che non si fermano davanti a nulla... perché non troveranno mai
la fine di quel filo...

Ci sono donne che hanno fatto un nodo per ogni loro lacrima, sperando che
arrivi qualcuno a scioglierli...

Non fermare il cuore di una donna, niente vale di più.

Non far piangere una donna, ogni lacrima è un po' di lei stessa che se ne va...

Non farla aspettare da sola ed impaurita seduta sul confine della pazzia
e se la vuoi amare, fallo davvero,
con tutto te stesso!

Stringila e proteggila... lotta per lei,
uccidi per lei, piangi con lei, donale il più bel raggio di sole,
ogni giorno tieni sempre accesa quella luce nei suoi occhi,
quella luce è speranza, è amore, è puro spirito. É vento, è la più bella stella di
qualsiasi notte...
.....Vorrei tanto esser un fungo.... avrei qualche probabilità d'esser colto.