T.S. Eliot "Il servizio domenicale del mattino di Mr. E

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Birnam wood prophecy

T.S. Eliot "Il servizio domenicale del mattino di Mr. E

Messaggio da Birnam wood prophecy » 09/10/2012, 21:37

La poesia che segue è tratta da “T.S. Eliot poesie” (a cura di Roberto Sanesi, Bompiani editore, 2011). La citazione “Guarda, guarda, maestro, ecco che arrivano due bruchi religiosi” :DD si riferisce a “L'Ebreo di Malta” di Christopher Marlowe che narra le disavventure dell’ebreo Barabba il quale dopo aver avvelenato un convento di suore, offre la sua conversione al cristianesimo e le sue ricchezze alla chiesa.
Il commento della poesia è di Roberto Sanesi. Le note tra parentesi quadre sono mie :DD .

Il servizio domenicale del mattino di Mr. Eliot

"Guarda, guarda, maestro, ecco che arrivano due bruchi religiosi".

Polifiloprogenitivi
i sapienti vivandieri del Signore
Fluttuano attraverso i vetri
Della finestra. In principio era il Verbo.
In principio era il Verbo. Superfetazione di τὸ εν,
E al volgersi mensile del tempo
Produsse lo snervato Origene.

Un pittore della scuola umbra
Disegnò su un fondo di gesso
L'aureola del Dio Battezzato.
Il deserto è bruno e spaccato

Ma per l'acqua pallida e lieve
Splendono ancora i piedi inoffensivi
E in alto il pittore dispose
Il Padre e il Paracleto.

Presbiteriani neri-zibellino
S'accostano alla via della penitenza;
I giovani sono rossi e pustolosi
E stringono in mano denaro d'espiazione.

Sotto i cancelli penitenziali
Sostenuti da Serafini che guardano
Dove le anime dei devoti
Bruciano fioche e invisibili.

Lungo la cinta del giardino
Le api dal ventre villoso
Vanno fra stame e pistillo,
Sacro officio dell'epicene.

Sweeney si appoggia ora sull'una ora sull'altra natica
E agita l'acqua nella vasca da bagno.
I maestri delle scuole sottili
Son controversi, enciclopedici.



Il primo verso, che consiste in un solo aggettivo [“polifiloprogenitivi”], definisce subito i “bruchi religiosi” della citazione: i presbiteriani mai sazi di nuove ricchezze (questi “sapienti vivandieri del Signore” entrano persino dalle finestre) e troppo inclini ai piaceri dei sensi, sono associati al mondo dei bruchi.
Segue [ai vv. 4-5] una citazione dal Vangelo di Giovanni [“ In principio era il Verbo”]. In principio era il Verbo, ma Origene [Origene di Alessandria, a differenza della confessione nicena che considerava il Figlio coeterno e coeguale al Padre (coegualità), sosteneva che il Figlio di Dio, Gesù, cioè il Verbo, era un attributo del pensiero o della volontà del Padre. Dunque, il Figlio/Verbo – come anche lo Spirito Santo – aveva un ruolo decisamente subordinato rispetto al Padre: il Figlio/Verbo rappresenta appunto nella poesia in oggetto una “superfetazione” (v. 5), cioè un’“aggiunta superflua” a Dio. Per questi motivi, l’insegnamento di Origene fu tacciato di eresia nel secondo Concilio di Costantinopoli] ruppe la primitiva unità della fede [l’ortodossia, diciamo così] rendendo in questo modo “i maestri delle scuole sottili (…) controversi, enciclopedici” [ultimi due versi della poesia].
[R. Sanesi cerca adesso di interpretare il significato del v. 7 in cui si parla dello “snervato Origene “]:
Inoltre Dio deve avere in qualche modo affermato anche una funzione positiva del sesso (attraverso l’Incarnazione), ma Origene è “snervato” perché si evirò [probabilmente per autopunirsi a causa dei rapporti sessuali avuti con alcune donne, si evirò sotto la suggestione di un passo evangelico: “E se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.” Matteo 5,29] e quindi anche ciò che da lui e con lui dalla chiesa viene trasmesso è del tutto infecondo.
La seconda parte della poesia indica lo stato presente, il risultato, di tale situazione: i presbiteriani si avvicinano alla penitenza attraverso false opere di bene, con denaro colpevole [v. 19] che non li purgherà dal peccato. I volti [v. 18: “rossi e pustolosi”] stessi dei giovani presbiteriani sono come le loro anime, tutt’altro che candide, che bruciano infatti molto fioche [v. 23: “Bruciano fioche e invisibili”]. E si torna all’immagine iniziale con un passaggio solo apparentemente contraddittorio. La trasmissione della fede avviene per mezzo di un agente infecondo (il clero è “polifiloprogenitivo”, ma non in questo senso: fa un cattivo uso sia della carne sia dello spirito) e per evidente ironia - con chiaro riferimento ai piedi inoffensivi del Dio battezzato - [v.13. Secondo R. Sanesi, il “pittore della scuola umbra” di cui al v. 8 è probabilmente il Perugino del “Battesimo di Cristo” in Foligno] il solo “servizio domenicale del mattino”, il solo battesimo dell’uomo degradato, è quello di Sweeney nella sua vasca da bagno [vv. 28, 29. Si tratta di un tipico esempio, spiazzante, di amara ironia “modernista”. Sweeney, in particolare, è anche un presunto omicida in un’altra nota poesia eliotiana dal titolo “Sweeney Erectus”: in casa propria forse sgozzò una prostituta, tale Doris, dopo averci passato la notte. Sweeney è presente anche in “La Terra desolata” in casa di Mrs Porter, prostituta anch’ella, in “Sweeney tra gli usignoli” e in “Sweeney agonista”].
Infine (piccola curisosità), spiega R.Sanesi, i vv. 25, 26: “Le api dal ventre villoso Vanno fra stame e pistillo” traggono ispirazione da un passaggio di una poesia di J. Laforgue: “Ballade”.