“Non sono, dunque esisto”

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priesthe

“Non sono, dunque esisto”

Messaggio da priesthe » 01/09/2009, 18:02

Sì, sono qui, ora, che scrivo queste poche pagine spinto da una passione, un fuoco inspiegabile, che dimora nel mio intimo e, in qualche modo ha bisogno di esprimersi per il semplice piacere di mettere in atto, o meglio dire, scuotere le persone per risvegliare quella piccola quantità di consapevolezza che quasi sempre utilizziamo per provocare in noi stati di ansia e paure, anzicchè utilizzarla per ricercare, o trovare la Via-, I bambini non hanno ansie o paure, sono lì che giocano, gli uccelli cinguettano ad ogni mattino, gli alberi sono li fermi mossi dal vento, ma questi non hanno consapevolezza,non possono godere della loro vita, delle proprie emozioni, invece noi si giacchè abbiamo un grande dono oltre alla vita- la consapevolezza.
Queste poche pagine non vogliono dimostrare la logica dell’intellletto tramite meravigliose parole, o l’esperienza di una vita che non ha alcun significato giacchè, la vita stessa, è un continuo divenire.
“Panta rei”, questo è il famosissimo aforisma attribuito ad Eraclito più di duemila anni fa- l’esperienza di una vita non è mai pari o simile ad un’ altra, quindi per semplici leggi, possiamo dire leggi cosmiche, non è possibile cedere la propria esperienza di vita, ma è possimbile solo mostrare la via; si è vero nella nostra vita commettiamo errori, errori di vita, ma in realtà non sono veri e propri errori, se prendessimo in esame l’intero quadro esistenziale della nostra vita ci accorgeremmo che quegli errori non solo sono inevitabili, ma fondamentali per la nostra cresita spirituale: un pazzle se mostratomi, interamente, per me rappresenta una figura, un’immagine, ma se qualcuno incomincia a staccare pezzi un pò di quà e un pò di là per me quei pezzetti piccoli non avrebbero alcun significato, sembrerebbero pezzetti di cartoncino da buttare. Tutto ciò che ci succede non va mai sezionato come fanno gli scienziati con i bisturi e i filosofi con la logica, sezionano e sezionano ancora ma sfugge loro la vita, sempre ed in continuazione, esattamente come il cane e il gatto: il gatto scapppa e il cate lo insegue è questo avviene da quando i cani e i gatti esistono.
Per cui, detto ciò, vorrei raccontare qualcosa che è estremamente illogico e irrazionale, possiamo dire in appparenza anche banale, ma ora sono certo che dal superficiale sia arriva molto, ma molto nel profondo: Un giorno decisi di aiutare la gente a coltivare la pazienza, e a chiunque io incontrassi, ripetevo loro di coltivare la pazienza, e ciò succedeva per strada, fermandomi e bloccando una fila di macchine scendendo dall’autovettura, o per una cortesia a qualcuno, facendolo attendere per settimane intere, io ripetevo in continuazione a costoro di coltivare la pazienza, ma in realtà, io stesso mi resi conto che non conoscevo il significato di pazienza, il vocabolo pazienza, secondo la lingua italiana significa predisposizione d’animo e di accettazione al dolore, oppure rassegnazione, sì, è vero, ma non bisogna mai esssere troppo legati alle parole, soprattutto quando si tratta della nostra vita, giacchè noi non siamo automi. Un semplice, fatuo e sciocco vocabolo del genere, potrebbe condizionare l’intera nostra vita.
Così io stesso mi feci l’esperienza di questa così rinomata virtù, la pazienza: Un bel giorno, trovandomi a lavoro, decisi di coltivare la virtù della sopportazione, volevo acquistare una macchina fotografica (un oggetto che desideravo) ultima generazione, mi sono detto tra me e me... ...metterò da parte cinquanta euro al mese fino ad arrivare alla somma del costo della fotocamera... ...pensando sempre tra me e me... fra sei mesi mettendo da parte cinquanta euro al mese potrò comprarla senza intaccare il mio budget economico, insomma mille pensieri si impadronirono della mia mente per acquisire la virtù dell pazienza, che neanche pensavo fosse tale.
Ad un certo punto di quella mia giornata lavorativa, tentando di coltivare e di acquisire questa pseudovirtù, ebbi un’ illuminazione, tutti i miei pensieri divennero schegge di luce, il mio umore cambiò completamente, diventai così sereno che se avessi saputo cantare avrei cantato a scuarciagola, beh, insomma finalmente compresi il significato “coltivare la pazienza” .
Stesso quel pomeriggio, dopo essere tornato dal lavoro e dopo aver mangiato, uscì di casa mosso da una forza inspiegabile-, sembrava che le mie gambe andassero da sole portando con loro tutto il mio corpo, entrai così nel negozio compiendo il mio ultimo atto creativo di quel giorno, finalmente acquistai la fotocamera. Coltivare qualche virtù potrebbe sembrare un gande gesto di auto controllo, beh, pensavo anche io fosse così.
Penso, invece, che la pazienza sia molto importante, essa permette, coltivandola, di portarti in uno stato di calma da poter vedere le cose con molta chiarezza e oltretutto è bene sapere che il significato intrinseco delle cose così come lo conosciamo, e ripeto, così come lo conosciamo. non si confa alla natura umana. Noi abbiamo un potenziale immenso basta solo svilupparlo e saperlo utilizzare.

Priesthe