ernesto ha scritto:[...]
Ti ringrazio per l'intervento.La cornice rappresenta il limite della mia precedente convinzione che solo io fossi l'artefice del mio "destino".La cornice è la barriera che divideva la mia mente dalle altre.A volte ritenevo di essere solo, uno contro tutti gli altri, pensavo di essere distaccato da tutto il resto e di dover lottare per sopravvivere o vivere decorosamente.Questa condizione creava in me il bisogno di non sentirmi solo e separato; è il bisogno di fare parte di "qualcosa di più grande di se".Penso che la separazione tra l'uomo e il resto del mondo ,in realtà non c'è :è un'illusione della mente.Quando dico" mi trovo a maneggiare masse di colore incerto....." intendo che le relazioni che vivo se viste con la mia precedente "ottica" possono sembrare nebulose.Quello che apparentemente poteva apparire come caos lentamente si delinea prende forma." La tela dipinta è ancora nella mia mente", la cosapevolezza di avere un talento,la convinzione che la separazione dell'umanità è solo un'illusione, la certezza di essere tutti UNO sentirsi parte del TUTTO questi sono gli strumenti che forse mi aiuteranno a dipingere il NOSTRO quadro.
Ciao
Quindi il piano di discussione lo porti sul concetto del l'essere un tutt'uno col mondo.
Anch'io la penso allo stesso modo, e guardacaso nell'informatica c'è un sistema operativo chiamato "Ubuntu", una parola africana che si traduce con: "io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti". È il concetto che tu esprimi, lo stesso per il quale anch'io sprecherei migliaia di parole, sintetizzato. Non che sia importante saperlo, ma era un'informazione carina nel mio punto di vista.
Guardare il quadro come l'insieme della vita... Logico che se cambiamo il punto di vista le cose diventano diverse, è un po' come quando la gente fa il resoconto della propria esistenza. Tante volte difatti, le cose ci sembrano brutte o non uniformi alla nostra mentalità solo perché le guardiamo da un punto di vista, se cambiassimo il modo di vedere le cose, anche quest'ultime cambierebbero.
Ora, mi piace la metafora del quadro come un tutt'uno, e quindi il "quadro è nella mia mente" prende un senso diverso, e molto più interessante... Il quadro, come tu dici, diventa la TUA vita, l'opera omnia dell'artista che sei tu, però intorno secondo me non c'è il nulla...
Intorno allora io vedrei altre migliaia, milioni, miliardi di quadri più o meno vuoti, e lo spazio che li contiene sarebbe l'esistenza.
Vedi, se tanti quadri potrebbero essere tante vite, le relazioni altro non sarebbero che il portare un po' della nostra vita fuori dal limite della cornice. Cosa che in pittura si potrebbe ottenere col pitturare fuori la cornice stessa.
Io credo che tutti alla fine siamo legati gli uni agli altri, solo per il semplice fatto di starci vicino, o almeno, di far parte dello stesso pianeta.
Quindi se fai del male ad un'altro, indirettamente lo fai a tutti. Se gli fai del bene vale lo stesso concetto.
Scusa se col post di prima sono stato un po' duro, ma solo ora rileggendolo mi accorgo che avrei potuto scriverlo meglio.