La mia pagina di diario del 5 Gennaio '09

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Helyenne

La mia pagina di diario del 5 Gennaio '09

Messaggio da Helyenne » 21/04/2009, 0:33

E' una pagina molto personale e scritta di getto un giorno in cui mi sentivo particolarmente malinconica. Vorrei condividerla, chissà che in questo mondo non esista qualcuno che - come me - sogni un mondo diverso :)



"Mi rendo conto di non aver perso l’abitudine, o per lo meno di aver considerato l’idea che sarei tornata ad imbrattare le pagine di un diario, prima o poi, da buona asociale. Non so quanto ritenermi tale, onestamente, ad oggi non sono ancora riuscita a capire chi effettivamente sia e che cosa voglia dalla vita. Credo che al momento non mi manchi nulla, e forse è proprio questo il punto. Ho qualche amicizia, un ragazzo che mi adora e che per me si fa sempre in quattro, una mamma affettuosa, una sorella con cui vado d’accordo la maggior parte delle volte e che per me costituisce parte dei miei svaghi, un fratellino che adoro sbaciucchiare dalla mattina alla sera, un padre rompipalle ma giudizioso, un lavoro che – sebbene precario e che non mi dia garanzie – mi tiene impegnata e accresce il mio bagaglio professionale. Per molti versi sono rimasta una bambina, con i suoi vizi interiori, e che ha lottato contro il proprio Io che non accennava a crescere, quando poi la realtà delle cose si andava plasmando su di lei trasformandola in adulta.
Eppure mi sento eternamente insoddisfatta di me stessa. Vorrei osare, in virtù del fatto che la vita è una sola, però devo avere una sorta di blocco psicologico, una timidezza che mi impedisce di dire o di fare cose che vorrei. Mi manca la grinta e la volontà, quel qualcosa di inspiegabile in cui credere fermamente e per cui lottare, perché non mi piace la quotidianità delle cose svolta meccanicamente perché “bisogna farlo per campare”. Forse ho solo una considerazione superflua dell’istinto di sopravvivenza. Insomma, non può essere tutto svolto solo in funzione di quello. D’altro canto, non mi piace la società attuale, certi tipi di convenzioni o comportamenti vincolanti tra persone che si conoscono. E forse è questo che, in parte, rende difficile i miei rapporti interpersonali. Vorrei essere me stessa con la mia goffaggine, la mia stupidità, il mio istinto fanciullesco e la mia ingenuità, ma sento che il tempo mi sfugge tra le dita con velocità sorprendente, costringendomi a recitare la parte di qualcuno in cui non mi riconosco del tutto, e improvvisamente ho già ventiquattro anni.
Chissà come sarebbe vivere da vampiri. Sì, come Edward e Bella della saga di Twilight. Almeno loro non avvertono il senso del tempo che scorre e possono vivere appieno ogni sfaccettatura di quanto li circonda, sono eterni e non devono fare i conti con certi bisogni istintivi. Anche dal punto di vista del sesso. Vedi? Mi sento un’idiota. Quel libro mi sta facendo pensare ad un mondo parallelo, ed io ripenso inconsciamente alla protagonista insignificante, imbranata e comune, un po’ come me, che di punto in bianco vede mutare le cose davanti ai suoi occhi grazie al caso e a quel pizzico di fortuna che, nella realtà, non esiste. E conosce Edward, il ragazzo perfetto che non le fa mancare mai niente, ma che ogni giorno le fornisce una vastità di spunti e di stimoli da vivere con leggerezza e passione, perché lui è un vampiro, diverso da lei, e oltretutto dotato di un fascino tremendamente travolgente. Il mio Luca in parte gli assomiglia nel carattere - e solo in quello, peccato che non sia lo stesso per il suo fisico, spilungone e sbilanciato com’è -. Come per Bella, quel ragazzo entra nella mia vita nel momento in cui ho più bisogno di attenzione e di distrazioni, qualcuno su cui contare e di cui fidarsi, e che mi fa sentire protetta. E mi tornano in mente quegli anni adolescenziali che fatico a cancellare dalla mente, in cui mi rivedo la compagna di mio padre (sì, quella che tutt’ora definisco put****, nonostante non la veda da più di tre anni) sbraitarmi contro e insultarmi gratuitamente in nome della sua gelosia di me, nei confronti di mio padre. E poi quel clima di continua tensione in casa, e poi in ufficio, e la mia solitudine chiusa nella stanza, già stretta e condivisa con altre due persone, a giocare al computer o con il naso ficcato in un libro, nel terrore che qualunque cosa io facessi fosse sbagliato; e più mi allontanavo e mi isolavo da tutti, più mi veniva rinfacciato quello che avrei dovuto essere e fare, al punto di non sentirmi mai libera di concentrarmi su chi fossi, di plasmare il mio carattere. Ero continuamente sotto violenza psicologica. Mi rendevo conto di campare sui soli pregiudizi della gente, non ci mettevo mai nulla di mio. E la cosa che mi terrorizzava era il fatto di essere consapevole che la mia visione del mondo e delle amicizie si stesse alterando, come una malattia mentale. Il mio carattere non è mai potuto emergere, né so se al giorno d’oggi sia emerso o sia solo frutto di una manipolazione forzata dei miei pensieri, ma l’ho sempre considerato come una debole fiammella intimorita del parere altrui, o dei soli sguardi, anche apparentemente bonari, della gente. Ed ecco che Luca entra nella mia vita, àncora di salvezza da quel clima di tensione continuo, in preda a batticuori immotivati e a sudorazioni fredde, sotto le coperte la notte o dall’altra parte della porta chiusa a chiave della mia stanza. Ogni rumore mi metteva in allerta, quando riecheggiava dalla porta d’ingresso che sbatteva con violenza, per irradiarsi lungo tutto il corridoio stretto e lungo e che puzzava di chiuso, di polvere e di cibo cotto la sera prima. E dalla quiete passavo ad uno stato di agitazione latente, che tentavo di mascherare con tutte le mie forze, per cercare di mostrarmi indifferente alle provocazioni. Ma le mie mani sudate tremavano di rabbia, e il mio cervello ribolliva di imprecazioni sussurrate a denti stretti. Credo di immaginare come si potesse sentire Jacob Black, fraterno amico di Bella, poco prima di trasformarsi in licantropo.
Con il senno di poi, sorrido. Sorrido perché all’epoca potevo fare di meglio, potevo reagire e pensare solo a me stessa, dando sfogo alle mie ire. Vaf******* al mondo, quante seghe mentali mi facevo? Ma all’epoca, che ne sarebbe stato delle persone accanto a me? Che mezzi avevo per lasciare quella casa e quella convivenza forzata? Avrei solo peggiorato le cose tentando di far valere le mie ragioni, non avevo alternative, né io né mia sorella. E il mio Luca, come Edward Cullen, parcheggiava la sua macchina sportiva lungo il marciapiede sottostante alla palazzina, e mi faceva visita quando meno me l’aspettavo, per coccolarmi e farmi vedere il mondo sotto un aspetto diverso. Edward si caricava Bella in spalla e sfrecciava lungo il bosco a velocità folle, cercando di farle provare emozioni nuove e di mostrarle una prospettiva diversa della realtà, al di fuori di Forks e della vita comune. Anche Luca mi portava in giro – e lo fa tutt’ora -, anche se non con la stessa carica erotica del vampiro; ma a distanza di tempo, il suo intento rimaneva il medesimo di Edward. In quel periodo travagliato da studentessa diciottenne e asociale – se non fosse stato per qualche sporadica uscita con le compagne di classe, un universo troppo diverso dal mio - Luca era una boccata d’aria fresca e pura di montagna. Forse quella di Villanova, sì, dove ci eravamo conosciuti meglio. Sulle spalle della sua innocenza, della sua premura e del suo modo easy di vedere il mondo senza pressioni o pregiudizi, anch’io potevo sentirmi sfrecciare nel bosco con lui. Luca è sempre stato il mio miraggio di un’oasi variopinta, nel mezzo di un deserto arido e incolore. Ecco, ora mi commuovo per le similitudini che sono riuscita ad associargli.
A volte mi rendo conto di trattarlo con poco riguardo, con un’indifferenza che non merita. Sarà che sono passati quasi sette anni da quando ci siamo conosciuti, quindi certe emozioni e batticuori sono andati scemando nel corso del tempo. D’altronde, prima o poi tutti i rapporti di coppia sono destinati a diventare abitudinari, ma cercherò di riscattarmi.
Un trillo su Msn, proprio adesso.
La finestra di Luca si apre, con un link alle previsioni del tempo su Milano dove lavoro, tra qualche giorno.
Martedì che turno fai? 12.30 – 20.30, giusto? Luca si ricorda spesso molte più cose sul mio conto.
Aspetta, do’ un’occhiata alla tabella.
Perché… guarda le previsioni. Neve. Ti porto io e ti vengo a riprendere, ok? Sempre che stia meglio, perché oggi sono ko."



S.

Ospite

Re: La mia pagina di diario del 5 Gennaio '09

Messaggio da Ospite » 21/04/2009, 17:54

Helyenne ha scritto:E' una pagina molto personale e scritta di getto un giorno in cui mi sentivo particolarmente malinconica.
Mi e' piaciuto molto leggerti. :)

E poi e' vero!
E' sempre difficile esprimere a voce, le proprie emozioni o i propri turbamenti.

Helyenne

Re: La mia pagina di diario del 5 Gennaio '09

Messaggio da Helyenne » 21/04/2009, 18:25

affabile ha scritto:[...]



Mi e' piaciuto molto leggerti. :)

E poi e' vero!
E' sempre difficile esprimere a voce, le proprie emozioni o i propri turbamenti.

Grazie per avermi letta! Mi fa molto piacere.
Potrei scrivere un libro, guarda... Se solo la vita fosse eterna!!!

Ospite

Re: La mia pagina di diario del 5 Gennaio '09

Messaggio da Ospite » 21/04/2009, 20:44

Helyenne ha scritto:Potrei scrivere un libro, guarda...
E perche' no?
Non mi sembrerebbe affatto una brutta idea.